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Vecchio 19-10-2005, 12.31.06   #1
alessiob
Ospite abituale
 
Data registrazione: 16-10-2005
Messaggi: 749
La società Postmoderna

Apro questo topic per parlare della situazione attuale della società contemporanea.

Per ora cercherò di astenermi dal fornire un giudizio personale e voglio da subito evidenziare che questa argomentazione da me proposta non è ne negativa ne positiva, è semplicemente una realtà che ognuno può interpretare come crede.

Forirò dunque una rassegna obiettiva dell'attuale società in cui noi tutti viviamo. In parole semplici questa non è una opinione è la "recensione" di ciò che sta accadendo alla società Postmoderna.

Il ventesimo secolo è stato definito L'era della modernità.
Grandi valori Ideologici, poilitici, religiosi,estetici e morali.
Il secolo che va dalla fine degli anni ottanta fino ad oggi è invece cambiato insapettatamente. Viene definito: Postmoderno.

Dunque il secolo della modernità cessa di esistere e lascia al posto alla nuova era. La crisi della modernità porta ad uno spiazzamento della ragione.
Gli anni ottanta assistono al crollo dei grandi sistemi Ideologici e politici con il trinfo dell'individualismo sulla socialità.

Tradotto siglifica che prima grandi erano i valori: i giovani CREDEVANO in qualcosa; avevano opinioni Ideologiche, numerosi erano i dibattiti che si tenevano anche per strada, e ognuno coltivava delle certezze. Oggi ognuno pensa per se e non gli frega un ca**o di niente.
Le certezze sono morte. LA sicurezza dei valori delle idee che per millenni hanno sostenuto l'umanita si sono appassite, stanno morendo.
Oggi si parla di "CRISI DEI VALORI" "PERDITA DI IDENTITA".
E questo che sta accadendo al mondo dell'occidente.
Le nostre sicurezze sono crollate. Questa nostra insoddisfazione ci porta a cambiare, a mutare continuamente la realtà: I partiti politici, prima ben delimitati si sono frazionati in miriadi di frammenti.

I valori artistici Prima ben definiti (uno stile aveva una durata di vari anni e ne si capiva bene l'intento) si sono disgregati nel ribollire delle mode che si accavallano le une sulle altre modificandosi di mese in mese.

Nell'esistenza quotidiana prevale il gusto dell'effimero (non utile), dello spettacolare, del decadimento accelerato delle strutture simboliche in nome di una comunicazione superficiale e immediata.
L'oggetto perde la propria identità a favore della marca.
L'oggetto non è più stabile: e mutevole. E necessario che cambi continuamente forma per adeguarsi alla società.
Viene denuciata la SPARIZIONE DEL SOGGETTO negli oggetti d'uso comune; Le immagini lo sostituiscono attraverso la pubblicità e i media: ANCHE il più Marginale, anche il più Banale, anche il più Osceno si estetizza, si culturizza e MUSEALIZZA.

L'oggetto non è piu se stesso, è altro da se. Non e più riconoscibile. Ora vi è un terzo fattore che MEDIA l'interazione fra l'uomo e l'oggetto. (prima il contatto con uno oggetto era diretto e immediato (pensiamo ad una bicicletta o ad una bilancia a piatto di cui sapevamo che era di ferro e ne capivamo il meccanismo) Oggi un terzo fattore, definito "Il Fantasma" un essere invisibile e silenzioso lavora per noi (la bilancia elettrica per esempio: noi ne vediamo solo il risultato ultimo, ma non vediamo il procedimento che essa esegue, non ne capiamo il meccanismo, non sappiamo neanche di che materiale sia fatta)
Questo fenomeno esplode nell'informatica.

In conclusione: La nuova era, l'era Postmoderna assiste ad una rapida e costante perdita di valori e ideali.
Mentre nell'era moderna si assisteva ad un processo di OMOLOGAZIONE di massa fondata sulla serialità degli oggetti prodotti dall'industria, oggi vi è un superamento di questo: L'omologazione ora avviene nella continua frammentazione degli oggetti , dispersione e ricomposizione a diversi livelli.
I ragazzi si rifugiano in discoteca per trovare dei valori, si vestono come gli altri per trovare delle credenze, bevono, fumano come gli altri per avere delle sicurezze, dei valori ideologici che oggi non trovano più.
La moderna tecnologia e la scienza ha mostrato la sua faccia nuda e cruda. Nulla è come sembrava, tutto è diverso, incomprensibile, inafferrabile.

Resta senza risposta il che fare, di fronte all'arretramento di ogni valore umano verso gli abissi dell'indifferenza.


Esponete ciò che pensate della società moderna, se ne siete a favore, contro o semplicemente disinteressati.
alessiob is offline  
Vecchio 19-10-2005, 13.03.54   #2
VanLag
Ospite abituale
 
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Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 2,959
Re: La società Postmoderna

Citazione:
Messaggio originale inviato da alessiob
Esponete ciò che pensate della società moderna, se ne siete a favore, contro o semplicemente disinteressati.
Hai espresso molto bene un qualche cosa che è davanti agli occhi di tutti. In particolare crisi dei valori e perdita di identità.
Anche io mi astengo dal dire se sia bene o male, prendo atto del fatto che è così e mi lamento, perché nessuno sta pensando di fare nulla per fronteggiare questa realtà. Riprendo da un altro mio 3d.

C’è un dato che chi analizza le società moderne non tiene nelle dovute considerazioni ed è il delta tra la società contadina e la società moderna.

Alla fine del secolo scorso, ingenti cambiamenti hanno mutato il nostro modo di vivere di relazionarci. Grandi masse di popolazione sono migrate dalla campagna alle città. L’elettricità ha trasformato la notte in giorno. Il vapore ed il petrolio hanno messo in moto le macchine e le macchine hanno aiutato l’uomo a costruire, ponti, viadotti, autostrade, grattacieli, ferrovie, porti, centri commerciali, etc. Navi, aerei, treni ed automobili, hanno reso possibili in poche ore spostamenti che precedentemente richiedevano mesi se non anni. La carta stampata, la radio e la televisione ci hanno portato in casa mondi lontani ed i computer ed i cellulari ci hanno aperto la strada ad una pluralità di comunicazioni che i nostri avi neppure potevano immaginare.

Prima di questo, dal neolitico, (3000 - 4000 a.c.) ad oggi, da quando cioè l’uomo si trasformò da cacciatore in agricoltore, uno stesso tipo di società, cioè la società contadina è stata la nostra realtà. Chi di noi ha più di cinquanta anni facilmente ricorderà i cortili col pozzo, gli animali nell’aia, ed i carri che tornavano carichi di fieno dai campi oltre la semplicità delle relazioni del paese o anche della città non ancora industrializzata.

Queste considerazioni portano con se un’implicazione importante da capire. Cioè laddove i nostri nonni avevano migliaia di anni di back-ground per gestire il loro tipo di società, noi non abbiamo nel nostro back-ground, o nel nostro DNA, o nella nostra memoria collettiva, informazioni analoghe, cioè viviamo in un mondo nel quale il nostro inconscio non può aiutarci.
Anche un giovane che tipicamente riceve “gratis amore dei” il sommario delle esperienze dei genitori e parte dal punto in cui loro sono arrivati, avrà certo maggiore familiarità col mondo moderno, (basta guardare la confidenza dei giovani con la tecnologia), ma anche lui è sprovvisto di quel back-ground, perché neppure i genitori l’avevano.
Questo ci pone in una condizione che è nuova nella storia dell’uomo perché i nostri avi hanno sempre avuto il tempo di formarsi la conoscenza dei lenti cambiamenti che trovavano nelle loro vite.

Di fronte al mondo che cambia si può fare due cose. La prima è avvilirsi e rassegnarsi. La seconda è cavalcare il progresso. Sia il comunismo che l’approccio illuministico americano di inizio del secolo scorso sono stati due grandi tentativi di dominare i cambiamenti, ma oggi è subentrata la paura ed un senso di impotenza e di fatalità. Oggi si sceglie la conservazione di un qualche cosa che, per altro ormai non c’è più.
Fenomeni come le due vittorie consecutive di Bush, sostenuto dai conservatori, in America. L’elezione di un Papa fortemente conservatore, il sorgere di revanscismi locali come la lega Nord in Italia, sono emblematici di questo tentativo di resistere al disgregamento di identità, arroccandosi attorno ai vecchi valori. Sfortunatamente i vecchi valori non possono funzionare perché erano rispondenti ad un contesto diverso.


La mia ricetta ristretta in una formula semplice è ridare voce all’intelletto, attraverso il rilancio e lo sviluppo delle scienze umanistiche come la filosofia, la storia, la psicologia, l’antropologia….etc. Tocca a questi uomini e donne di studio oggi guidare il mondo, perché le religioni che lo hanno guidato per millenni oggi non possono più farlo perché sono ferme a diversi contesti sociali.

Chi ha il potere, poi, deve capire questa necessità e deve sostituire la ricerche scientifiche con quelle umanistiche. Anzi deve dare vita ad una ricerca umanistica, sostenendola, perché la ricerca scientifica in Italia è già stata bandita da molto tempo.

VanLag is offline  

 



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