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Vecchio 04-12-2005, 15.45.58   #1
antonio greco
L' Emigrato
 
Data registrazione: 26-05-2004
Messaggi: 637
Lettera a Prodi, in attesa di risposta

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Inviata, le lettera qui sotto, a Prodi in primavera. Nessuna risposta.
Re-inviata di nuovo in giugno. Ancora nessuna risposta...
(Da notare che la lettera conteneva in allegato 6 valutazioni sulle cause del degrado)
Vuol dire, la nessuna rispôsta, che a Prodi non glie ne frega niente di sapere perché ha trovato il Paese a pezzi ? O vuol dire che la sua segreteria fa finta di lavorare e non seleziona le lettere rilevanti ?


Al Professor ROMANO PRODI Parigi, 15 aprile 2005

da un esperto di Sviluppo




Far ripartire l’economia ? Gestire il Paese ? Difficilissimo ! Il motivo: Il sistema Italia attuale é incompatibile con lo sviluppo economico, con la gestione di livello europeo.




Egregio Professore,

sono un ex funzionario europeo dell’Eutelsat, ingegnere, consulente, pubblicista. Vivo a Parigi da più di vent’anni ed in tutti questi anni ho viaggiato molto per lavoro, ho incontrato colleghi delle varie nazioni europee e, da questo osservatorio privilegiato, ho analizzato l’evolversi della situazione italiana.

Desidererei qui di seguito sottoporle alcune considerazioni che ho maturato nel tempo e una mia succinta valutazione della situazione sociale italiana. Troverà inoltre una mia concreta proposta di disponibilità a documentare il frutto delle mie analisi.

La Situazione

Tornando da Bruxelles, Lei ha trovato il "Paese a pezzi".

Le classifiche internazionali indicano che la competitività italiana declina. L’occupazione non migliora. Speriamo che non arretri. Parecchi laureati sono costretti ad andare all’estero a cercare lavoro. Tutto ciò era prevedibile. E come poteva essere altrimenti?

La deriva italiana degli ultimi 20 anni è chiara, vista dall’Europa. Forse non se ne ha una percezione altrettanto chiara dall’interno in relazione alle sue cause.

Poiché i comportamenti e la mentalità sono tanto peggiorati negli ultimi anni, cito Peyrefitte, storico delle economie: SVILUPPO «Non c’è sviluppo e sottosviluppo. Ci sono invece comportamenti che impediscono o che favoriscono lo sviluppo. Essi sono inegualmente distribuiti nelle diverse società’ (da: "La societé de confiance").

Nello Stato i peggiori individui hanno preso il potere, complice un sistema di selezione particolare: il comparaggio e l’omertà. Tali individui hanno promosso e diffuso una mentalità da terzo mondo. E il popolo italiano, ha accettato quanto proposto dai peggiori: rassegnato, spensierato. In un Paese che ha perduto i Valori, perduto la riflessione lucida, ove la forma mentis che si diffonde è ormai deviata, viziata: da Paese latino-americano.

Una Società in declino non può sostenere un’economia vigorosa.

Il mercato del villaggio globale ci ha messo davanti ad un muro: il muro della verità. Non si possono avere in Italia livelli di remunerazione paragonabili a quelli di altri Paesi U.E., un’economia fiorente, e nello stesso tempo continuare a navigare, spensierati, fra gli sprechi. Qualcuno vuol proporre, per salvarsi, di eliminare gli sprechi? Forse si può, ma solo reintroducendo i Valori. E’ un lavoro lungo e difficile, che richiede attenzione all’Europa. E che possono fare meglio gli esterni al sistema (gli emigrati).

Cerchiamo la Verità

Potremo analizzare le cause del malessere sociale italiano, con una riflessione, realistica, urgente, partendo dalla divaricazione fra Italia ed Europa e tenendoci per un po' fuori dai contesti politici; la politica italiana è infatti poco efficiente e assai diversa dalle politiche dei Paesi avanzati d’Europa.

La divaricazione fra la società italiana e l’Europa è tanto marcata ed in progressione, che essa é il fattore primario da tenere in conto per fare la riflessione necessaria. La velocità con cui questa divaricazione é andata avanti negli ultimi anni è stata elevata ed il tipo di deriva verificatosi, le inefficienze conseguenti, limitano fortemente l’economia (e continueranno a farlo senza misure forti ed efficaci).

Se un gruppo realista e determinato decidesse di arrestare il progredire del degrado, per far ripartire l’economia, la strada necessaria sarebbe un sentiero molto stretto. A questo scopo potrebbe essere utile la riflessione proposta da Montezemolo, da fare con calma e con l' aiuto di esperti.

Che il Paese fosse a pezzi, non sorprende chi abbia osservato per un decennio le evoluzioni negative del Paese Facile.

Il malinteso diffuso: l’Italia sarebbe un Paese paragonabile ad altri Paesi industriali della U.E.. Non é vero. Il sistema sociale inceppato rallenta le iniziative, quando non le uccide. Troppo spesso, nel sistema Italia, ad una azione (e non solo degli imprenditori) non corrisponde una reazione affidabile e sicura, come nel resto U.E.. Gli insabbiamenti sono frequenti, la competitività è impedita. Chiamiamolo sistema negativo.


I sistemi sociali di tanti Paesi della U.E. poggiano invece su pilastri solidi: l’affidabilità e l’impegno di persone ed enti; la serietà, l’organicità, la trasparenza, lo spessore delle analisi necessarie a prendere decisioni di interesse pubblico o privato. Alle azioni sociali corrisponde quasi sempre una reazione affidabile e sicura. Chiamiamoli sistemi positivi. Un tale tipo di sistema permetterebbe agli imprenditori italiani di essere più competitivi; per arrivarci vanno usati strumenti efficaci che promuovano nella società italiana condizioni di funzionamento di livello europeo.

Quale il reale problema dell’economia

Le dimensioni del problema sociale sono molto più ampie di quanto possa apparire a chi non abbia approfondito le condizioni per lo sviluppo economico, a paragone con l'Europa. Le prospettive attuali dell’economia italiana saranno molto grigie, nell’ipotesi che si continui - come fin qui fatto - ad ignorare le cause sociali, comportamentali e culturali della deriva che sta accelerando.

Non è coerente pretendere uno sviluppo dell’economia italiana e nello stesso tempo voler ignorare le differenze sociali enormi fra la società confusa e inefficiente del Bel Paese e le società serie ed efficienti d’Europa. In altri termini, ignorare che si sta diffondendo un modo di gestire i rapporti sociali «all’italiana», che si allontana dall' Europa.

Le mie esperienze

Andato in Francia nel ’82, perché durante i miei viaggi frequenti in Europa, avevo capito che non era possibile avere a Roma una qualità di vita al livello delle altre capitali europee.

Mi sono rivolto negli ultimi anni a personaggi pubblici e privati per segnalare la deriva preoccupante della società italiana. Nel 1990 Romiti mi rispose, dopo aver ricevuto una mia analisi: «D’accordo colle sue conclusioni. Ma non c’è niente da fare». Cioè non raccolse la mia proposta di fare a lui, qualificato rappresentante industriale, una presentazione dei motivi per cui l‘economia italiana era a rischio. Tengo a sua disposizione tale risposta.

Negli ultimi tre anni (intanto il degrado si accelerava) sia Trochetti Provera che Piero Ottone si sono dichiarati, in relazione alle mie valutazioni, concordi con le mie conclusioni che indicavano una perdita di competitività sicura. Ma neanche loro accettarono una mia proposta di presentazione e collaborazione. Rassegnazione italica?

Poiché da molti anni ho portato avanti un’inchiesta sulle distanze che aumentano fra l’Italia sociale e le società d’Europa, sono pronto a mettere a disposizione, la mia esperienza e le mie analisi degli ultimi anni, per iniziare, nella maniera più adeguata e completa possibile, quanto proposto da Montezemolo: «ragionare con grande calma». La mia inchiesta era volta, fra l'altro, a dare risposta ai quesiti elencati nell'Allegato. "Interrogativi". A tale scopo le metto anche in allegato una mia lettera del 2001 al presidente D’Amato (Confindustria), con la quale reagivo ad alcune sue affermazioni pubblicate su Repubblica, perlomeno incomplete.

Lei troverà sicuramente fra gli emigrati qualificati persone in grado di dare testimonianza, in base ad esperienze europee, sulle condizioni necessarie per lo sviluppo nel villaggio globale; ma non ne troverà molte che abbiano fatto un’inchiesta per almeno dieci anni sul divario fra Italia ed Europa.

Proposta

Desidererei pertanto proporre a Lei ed al suo Centro Studi una mia presentazione delle cause primarie del degrado socio-economico italiano. Le quali, in sintesi, sono: le fondamenta dell’attuale società e i costumi italiani sono incompatibili con lo sviluppo economico.

Lei potrebbe invitarmi perché io possa presentarle la mia testimonianza: a) sulle cause del degrado sociale e della difficoltà di gestione del sistema Italia, le quali impediscono lo sviluppo economico; b) sulla divaricazione Italia-Europa, in termini di efficienza e capacità sociali. In una fase successiva, vorrei inoltre proporle un’analisi seria, con paragoni con l’Europa, che sfoci poi in una discussione (cui dovrebbero contribuire altri emigrati).

Senza una riflessione seria, che porti poi ad una presentazione (e catarsi) nazionale sulle cause del degrado e definisca le misure correttive necessarie, ritengo che il finale Terzo Mondo sia un vero rischio per il sistema Italia.

La mia testimonianza e le mie valutazioni (pubblicate su Internet, hanno richiesto anni di paragoni e riflessioni con l'Europa, potrei darle le coordinate del sito) potrebbero costituire un contributo positivo per dare avvio ad un’analisi completa del problema. Ed in allegato le valutazioni, che ritengo necessarie ad una presa di coscienza: «L’Italia Desnuda»; «Colli di Bottiglia»; "Cullarsi nelle Fatue Illusioni"; "Una Favola"; "La Lapide".

Antonio Greco

ANGREMA@wanadoo.fr
antonio greco is offline  
Vecchio 07-12-2005, 14.37.11   #2
titti
Ospite
 
Data registrazione: 21-01-2005
Messaggi: 38
Quello che dici è sicuramente vero, credo fermamente che non si possa paragonare la qualità della vita a Roma con quella di altre capitali europee (io non ho avuto la fortuna di poter emigrare, ma qualcuno nella mia famiglia si...), non metto in dubbio che tu sia una persona competente, di esperienza, con una capacità di analisi che ai più non è concessa....
.....però non mi stupisco che Prodi non ti abbia risposto....se la lettera che hai inviato è proprio quella che hai pubblicato sul forum mi sembra che tu scrivi scrivi scrivi (la lettera è lunghissima) ma alla fine non dici niente!!! L'unica cosa chiara è che vorresti ricevere un invito...ma sulla bse di che? Del tuo curriculum?
Un mio umile consiglio....prova ad essere più concreto quando scrivi.

....però non te la prendere!!!
titti is offline  

 



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