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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 20-12-2005, 08.22.26   #21
Dunadan
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Messaggio originale inviato da Elijah
[b]Se ti riferisci al fatto che si sentono superiori..
...ti devo dare torto...

Mi hai, di nuovo, frainteso.

In questo messaggi non ho mai parlato del discorso che gli ebrei si sentono eletti, quindi superiori.
Non è il tema del mio messaggio, non mi interessa ora.


Sto sempre parlando dell'atteggiamento di paura e di attacco vesro chiunque dica qualcosa contro di loro: Il complesso.
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Vecchio 20-12-2005, 08.32.57   #22
Dunadan
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Messaggio originale inviato da salice
La religione ebraica non è proselitistica, non cerca di convertire tutto il mondo al ebraismo. Nel ebraismo non c’è una chiesa che decide quello che è giusto o no. Ci sono delle “correnti”.

Stiamo andando fuori tema,

comunque qui non sono molto d'accordo, perchè la religione ebraica, come quella cristiana e quella di Maometto, è una religione che non ha un DIO (o dei) personali (un po' come era per i greci), ma ha un Dio di tutti gli uomini, quindi pretenderebbe di spiegare "la loro verità" a tutto il mondo.
Gli ebrei vogliono, come i cristiani e i maomettiani, che tutti gli uomini comprendano il messaggio di un Dio che è di tutti gli uomini.

Se ho detto qualcosa di sbagliato, correggetemi.
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Vecchio 20-12-2005, 10.57.29   #23
VanLag
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Messaggio originale inviato da salice
Scusami Van Lag per il “Lang” – si vede che non ti scrivo da molto tempo...

Caro Van Lag, allora sei un revisionista?
Vorrei riuscire ad essere sintetico e chiaro.

- Per revisionismo si intende una corrente di pensiero storico che vuole rivedere la storia in quanto ritiene che non è stata sufficientemente obbiettiva, ma è stata falsata in maniera più o meno forte dagli interessi dei vincitori. – (Questa descrizione è mia)

Per negazionista (Questa descrizione è presa dal 3d di JSM in storia: ), si intende invece la corrente di pensiero che nega

-NEGA l'esistenza di un piano premeditato e sistematico per lo sterminio degli ebrei;
-NEGA che sia mai stato impartito alcun ordine di sterminio, ne da Hitler, ne a Himmler, ne da qualsiasi altro gerarca nazista;
-NEGA l'esistenza delle camere a gas;
-NEGA che gli ebrei morti nei campi di concentramento siano quasi 6 milioni, ma ritiene che siano meno di 400 mila;

Ho seguito un po’ quel 3d e devo dire che, a quanto ho visto, nessuno storico è riuscito a tacitare in maniera definitiva le tesi negazioniste. Addirittura c’è contenzioso sull’esistenza delle camere a Gas come sistema di eliminazione di gruppi di uomini.

Quindi siccome credo che la storia non la faccia il mio sentire intimo bensì i dati oggettivi non mi sento di prendere nessuna posizione rigida o definitiva in merito a quanto ho letto.

Per altro penso ragionevolmente che:

1) Non c’è motivo per cui il popolo tedesco debba farsi carico di un crimine così orrendo se in effetti non lo ha commesso.

2) Nessuno storico serio si è mai messo a confutare le tesi negazioniste perché il fatto è così recente ed ovvio che non può essere negato.

E quindi personalmente, (oltre la storia), credo che l’olocausto ci sia stato. Credo che esso abbia rappresentato l’apice della follia umana in quanto apparentemente non esiste una giustificazione razionale ad esso.

E voglio precisare questo punto della mancanza di una motivazione. Perché i nostri nonni, che si sono resi responsabili del genocidio del popolo pellerossa, lo hanno fatto perché volevano le sterminate lande americane, volevano la ricchezza di quella terre. Questo non li giustifica certo ma rende almeno comprensibile ad un intelletto avido di comprensione il perché.
Immagina un bambino che sentendo le brutture perpetrate contro i pellerossa chiede al nonno: - nonno perché lo hai fatto? – Ed il nonno risponde: - Volevo le loro terre, i loro tesori, la loro ricchezza. Mi sono lasciato vincere dall’avidità ed ho ucciso e sterminato milioni di vite innocenti. Perdonami ragazzo. Mi perdoni tutto il mondo ed anche Dio se esiste –

Ma i gerarchi nazisti che motivo avevano di sterminare gli Ebrei o i Rom?
La ragione impazzisce davanti a questo quesito, perché quel motivo per la ragione non esiste, quel motivo può solo essere un fatto di fede cieca ed assurda in un Dio che invece di essere l’indicatore della via del Bene, diventa lo specchio del nostro orgoglio e della nostra boria, al punto che ubriacati da quell’ideale dimentichiamo che anche noi siamo un uomo, come l’altro che abbiamo davanti, che nasciamo come lui, che mangiamo come lui, che amiamo come lui, e che muoriamo come lui.

Lasciami fermare qui perché il discorso radica in tutta la nostra cultura occidentale e tocca il discorso della divinità con tutte le implicazioni del caso.

Spero solo tu abbia capito come dal punto di vista storico, per amore di verità, debbo essere aperto alle tesi revisioniste, (e non negazioniste), mentre dal punto di vista personale ed intimo non dubito della tremenda ingiustizia che il popolo ebraico, come il popolo rom, ed altri hanno subito durante il periodo della seconda guerra mondiale.

Tu piuttosto, che eri a favore della guerra contro l’Iraq, pensaci perché se non sradichiamo l’idea stessa della guerra dalle nostre culture e dalle nostre menti, nessuno potrà mai vivere in pace. La pace è come i “beni materiali”, bisogna lavorare sodo, sudare molto e costruire ancor di più per averla e custodirla, ma è l’unica garanzia affinché le brutture del passato non tornino ciclicamente a tormentare i nostri sonni.

P.S. Per il Lang non preoccuparti ci sono abituato e non è grave.

VanLag is offline  
Vecchio 20-12-2005, 12.58.13   #24
Dunadan
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OK, ORA, TORNATE IN TEMA.

NESSUNO QUI NEGA L'OLOCAUSTO.


Vivere su un ricordo negativo è utile all'azione del presente? O porta a non guardare avanti?
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Vecchio 20-12-2005, 13.09.46   #25
VanLag
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Messaggio originale inviato da Dunadan
Vivere su un ricordo negativo è utile all'azione del presente? O porta a non guardare avanti?
Dipende da com’è quel ricordo. Se non si riesce ad andare avanti significa che è necessario “elaborarlo”. Non ne so molto, ma credo che sia lo stesso discorso come in psicologia, cioè se vivi un evento traumatico, rimuoverlo può fare più male che bene, mentre fa sicuramente bene la comprensione, piena dei meccanismi che hanno prodotto quell’evento.

Quello che non va bene è vivere solo il rancore lasciandosi paralizzare da esso.......

VanLag is offline  
Vecchio 20-12-2005, 18.16.38   #26
Dunadan
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Messaggio originale inviato da VanLag
Dipende da com’è quel ricordo. Se non si riesce ad andare avanti significa che è necessario “elaborarlo”. Non ne so molto, ma credo che sia lo stesso discorso come in psicologia, cioè se vivi un evento traumatico, rimuoverlo può fare più male che bene, mentre fa sicuramente bene la comprensione, piena dei meccanismi che hanno prodotto quell’evento.

Quello che non va bene è vivere solo il rancore lasciandosi paralizzare da esso.......


Ok, questa è una giusta visione psicologica.
Comunque penso che un popolo che ha di continuo nuove generazioni di uomini, senta meno i problemi che sente un singolo individuo che ha subito un trauma.

Così, se un giovane ebreo dimentica l'olocausto, gli ebrei saranno come gli altri popoli, si potrà parlare di loro senza il problema di stare attenti a quel che si dice?
So che tutti condannate il "dimenticare", ma lo condannate per gli ebrei o per fare in modo che altre cose simili non avvengano?
Invece, riguardo all'aggressività che deriva da questo "identificarsi eternamente in vittime"?
Non crea ulteriori antipatie all'esterno?
Secondo me fa aumentare l'odio invece che diminuirlo.

Che rapporto ha il giovane ebreo di oggi con l'olocausto? Lo stesso che io ho con gli sbagli degli italiani fascisti del 1939-45?
Noi veniamo da questa storia e quindi siamo succubi di questa storia, o noi possiamo essere qualcosa di nuovo?
I rapporti tra un giovane ebreo e un giovane tedesco, possono essere azzerati? Nel senso che il giovane tedesco non deve sentirsi in colpa per l'olocausto??
Secondo me, non deve.

Io sarei per tagliare con il passato, ma capisco che per molti l'identità sta proprio nel passato.
Io sarei per un'identità presa dal passato, ma solo delle cose positive, quelle che possono servire al futuro.

Invece, mi pare che l'atteggiamento di paura-aggressiva degli israeliani, potrebbe risvegliare antipatie passate.

Forse mi sbaglio, forse io vedo l'olocausto come qualcosa di distante, ma in realtà, è passato troppo poco tempo.

Ultima modifica di Dunadan : 20-12-2005 alle ore 18.21.40.
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Vecchio 22-12-2005, 00.04.54   #27
cannella
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Messaggio originale inviato da Dunadan
Ok, questa è una giusta visione psicologica.
Comunque penso che un popolo che ha di continuo nuove generazioni di uomini, senta meno i problemi che sente un singolo individuo che ha subito un trauma.

Così, se un giovane ebreo dimentica l'olocausto, gli ebrei saranno come gli altri popoli, si potrà parlare di loro senza il problema di stare attenti a quel che si dice?
So che tutti condannate il "dimenticare", ma lo condannate per gli ebrei o per fare in modo che altre cose simili non avvengano?
Invece, riguardo all'aggressività che deriva da questo "identificarsi eternamente in vittime"?
Non crea ulteriori antipatie all'esterno?
Secondo me fa aumentare l'odio invece che diminuirlo.

Che rapporto ha il giovane ebreo di oggi con l'olocausto? Lo stesso che io ho con gli sbagli degli italiani fascisti del 1939-45?
Noi veniamo da questa storia e quindi siamo succubi di questa storia, o noi possiamo essere qualcosa di nuovo?
I rapporti tra un giovane ebreo e un giovane tedesco, possono essere azzerati? Nel senso che il giovane tedesco non deve sentirsi in colpa per l'olocausto??
Secondo me, non deve.

Io sarei per tagliare con il passato, ma capisco che per molti l'identità sta proprio nel passato.
Io sarei per un'identità presa dal passato, ma solo delle cose positive, quelle che possono servire al futuro.

Invece, mi pare che l'atteggiamento di paura-aggressiva degli israeliani, potrebbe risvegliare antipatie passate.

Forse mi sbaglio, forse io vedo l'olocausto come qualcosa di distante, ma in realtà, è passato troppo poco tempo.

La persecuzione degli ebrei, come tutti sanno, si è perpretata durante i secoli in più occasioni, e l'olocausto ne è stata solo l'ultima e macroscopica evidenza.

Ipotizzo che la memoria possa tramandarsi anche come tratto genetico, dove le esperienze acquisite formino risposte difficili da modificare.

Gli ebrei (parlo impropriamente in generale poichè è una definizione controversa: razza o religione?) subiscono ancora oggi gli effetti di luoghi comuni che ad altri popoli sono evitati e sono caduti giustamente nel baratro del dimenticatoio.

Una per tutti: la "colpa" di aver ucciso Gesù; si dimentica che Gesù stesso nacque in Palestina e che l'approvazione alla crocifissione arrivo' da Ponzio Pilato.

La fama di usurai: gli ebrei ghettizzati non avevano il privilegio di poter vivere in campagna anche per questioni difensive; spesso furono esclusi da molti tipi di commercio e se non sbaglio ebbero il permesso di esercitare unicamente la professione di medici.

Per motivi religiosi, il livello di analfabetismo ( lettura dei libri sacri) fu sempre molto contenuto.

Per motivi religiosi cristiani (non era possibile prestare denaro per interesse) gli ebrei furono storicamente indotti ad esercitare l'attività di "usurai".

Per farla breve, rimestare su un passato recente che ha radici di risentimento estese in secoli di persecuzione, trova fondamento anche nell'ignoranza attuale.
cannella is offline  

 



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