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Vecchio 31-03-2006, 17.25.10   #21
Lucio Musto
Rudello
 
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Re: Re: Risposta facile

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Messaggio originale inviato da VanLag
No, ecco...... dire siccome siamo più tanti abbiamo ragione noi, non è esattamente una democrazia. Le nostre democrazie si basano sulle proporzioni numeriche che però di per se non bastano a garntire la libertà delle persone.

La vera democrazia, che garantisce la libertà delle persone nasce dal rispetto degli altri, si basa sulla ragione che individua il diritto e lo garantisce attraverso la legge.
Mancando una di questew componenti siamo in presenza di una dittatura, anche se è della maggioranza.


Mi dici una cosa nuova, che non so e che dovrei approfondire.

Vuoi aiutarmi?

Com'è che funziona (tecnicamente parlando) la democrazia che i nostri padri (per molti di voi i nonni) scelsero nel lontano 1946/48?

Grazie! io sono sempre avido di altre conoscenze.
Lucio Musto is offline  
Vecchio 31-03-2006, 21.47.06   #22
VanLag
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Re: Re: Re: Risposta facile

Citazione:
Messaggio originale inviato da Rudello
Mi dici una cosa nuova, che non so e che dovrei approfondire.

Vuoi aiutarmi?

Com'è che funziona (tecnicamente parlando) la democrazia che i nostri padri (per molti di voi i nonni) scelsero nel lontano 1946/48?

Grazie! io sono sempre avido di altre conoscenze.
E’ la terza volta almeno che posto questo teorema.

Analizzando il mondo che ci circonda, potremmo definire delle “categorie di insiemi” che sono in rapporto tra loro attraverso una gerarchia basata sull’aggregazione di più categorie sottostanti. Ad esempio la categoria A cioè “esseri viventi” racchiude in se le sottocategorie, di “uomini”, “animali” e “piante”. La categoria degli uomini a sua volta può essere divisa in “credenti” e “non credenti”, (più molte altre divisioni ma seguiamo una ramificazione).

La seguente scala:

Gruppo A esseri viventi
Gruppo B esseri umani.
Gruppo C credenti
Gruppo D cristiani
Gruppo E cattolici

Evidenzia, ad esempio, che i cattolici, fanno parte del gruppo dei cristiani, che a sua volta è parte del gruppo più vasto dei credenti, il quale è parte degli esseri umani e così via.

Se i cristiani (gruppo D), cercano di propagare l’amore per Cristo al gruppo dei credenti (gruppo C), questo si traduce in una terribile coercizione, perché tra i credenti le fedi sono diverse. Se i credenti pretendono che tutti gli esseri umani credano nell’esistenza di Dio, questo genera violenza…etc.

Le cose sono diverse per i valori del gruppo più ampio verso quello più ristretto, per il semplice motivo che, ogni gruppo sottostante è inclusivo dei sistemi di valore del livello più alto.

Cerco di spiegarmi: Come esseri umani, (gruppo B) non sentiamo coercizione nell’attaccamento alla vita che può essere il valore primario di tutti gli esseri viventi, (gruppo A). Come credenti, (gruppo C), non sentiamo violenza nell’amore dell’intelligenza che può essere uno dei valori fondanti dell’essere umano, (gruppo B). Come cristiani, (gruppo D), non sentiamo come violento l’amore verso Dio che è un valore fondante di ogni credente (gruppo C) e così via.

Imporre i valori del gruppo numericamente più ampio, ma gerarchicamente inferiore ad un gruppo superiore, genera di fatto una dittatura, anche se il gruppo è quello più numeroso fra quelli sottostanti. E questa dittatura creerà inevitabilmente degli oppressori e degli oppressi, con tutte le conseguenze che gli squilibri sociali comportano, perché i valori che popolano quel gruppo non sono i valori di tutti. Solo attestandosi ai valori comuni al gruppo gerarchicamente più elevato si evita violenza e prevaricazione.

Questo non preclude che in ambiti”sottostanti” ogni gruppo coltivi dei valori specializzati che ne nutrano spirito e le ambizioni ed il gruppo gerarchicamente superiore, non sentendosi minacciato, ne garantirebbe lo sviluppo. Ed il tutto sarebbe molto bello ed armonico.


Un popolo è prima di tutto un insieme di esseri umani. Se ci fermiamo ai valori che accomunano ogni essere umano non è difficile trovare la concordia e l’armonia ed avere una vera democrazia fondata sul rispetto degli altri, ma nell’attimo che qualcuno, (maggioranza o minoranza), pensa di essere migliore e di avere il diritto di comandare gli altri, nasce la razza umana come la conosciamo oggi. Nasce cioè l’ingiustizia di un potere che è marcio perché non è democratico e non è democratico perché si fonda sulla pretesa di assolutizzare valori che non sono assoluti e non sono assoluti perché se lo fossero tutti gli esseri umani vi si adeguerebbero senza bisogno di imporli.

Ma la razza umana come la conosciamo oggi, non è inevitabile e nel momento che sempre più gente si metterà ad usare la ragione cambieremo sempre più. Dobbiamo solo liberarci da una tirannia millenaria a cui ci siamo assuefatti.

VanLag is offline  
Vecchio 01-04-2006, 01.43.11   #23
Lucio Musto
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Re: Re: Re: Re: Risposta facile

Citazione:
Messaggio originale inviato da VanLag
E’ la terza volta almeno che posto questo teorema.


.... TUTTO L'INTERVENTO ....

[i]

Dittatura della maggioranza -

Innanzi tutto grazie di aver dedicato il tuo tempo per spiegarmi un argomento già trattato e congratulazioni per aver chiaramente riassunto la sistematica (disperazione dei nostri giorni di liceo) in poche righe.
Tipi, sezioni, classi, famiglie, ordini e specie (in botanica era anche peggio!) li traduci in gruppo A… E; decisamente più semplice ed immediato!

Meno semplice è ahimè, almeno per me, il seguito. Perché l’accezione in cui usi i termini non mi è usuale, forse colpa di una preparazione specifica un po’ arcaica. Cosa intendi per esempio, al capoverso 5 del tuo intervento con: «…propagare…» e «…terribile coercizione…»?
Forse (ipotizzo) intendi “cercano di fare proselitismo”? oppure “si fanno propaganda”? o “si vantano”?... certamente si, lo fanno…
Esattamente come facciamo tutti per qualsiasi cosa. Dal fanatico per i bucatini alla carbonara, al tifoso della Spes-Tridentina!...
Ognuno loda e promuove il suo prodotto preferito o semplicemente scelto! Dal giornale di partito al ciclostile di parrocchia, dallo slip firmato al porta-a-porta del multifunzione “folletto”… alla campagna elettorale.
Perché, dovresti spiegare, solo quella dei “cattolici” del gruppo E (mi riferisco al tuo esempio) dovrebbe essere “coercizione terribile”?

E’ direi “nella natura dell’uomo” (nota, fra virgolette) reclamizzare le cose che ritiene migliori.
E francamente, secondo il mio parere, non è nemmeno cosa cattiva, se fatta con moderazione e senza malizia.
Lo chiamerei “caldeggiamento”… almeno finché non diventa “imposizione”!.
Dici che i cattolici sono, rispetto agli altri, tanto “impositivi” da diventare “coercitivi”?...
Dai!... mi sembra una tesi onestamente improponibile.

Il tuo capoverso 6 mi sembra un concetto rovesciato come un guanto, ma probabilmente, come dicevo prima, ho frainteso il significato dei vocaboli usati da te.
Dici: «…ogni gruppo sottostante è inclusivo dei sistemi di valore del livello più alto».
No! è esattamente l’opposto, poiché il livello più alto comprende e quindi include quello più basso, come chiaramente indicato anche nel tuo schema ( Gli “esseri umani” sono inclusi “Fra” gli esseri viventi, e non il contrario, altrimenti ipotizzeremmo degli “umani” non “esseri-viventi”). Sbaglio?

Il capoverso 7 mi risulta incomprensibilmente aggrovigliato (ho una certa età!) come spesso accade, ma non solo a me, nelle cascate di frasi inverse (la solita non-transitività della negazione che ci insegnano in aritmetica ed in logica… i famosi paradoxa, per intenderci).

Il comma otto è aritmeticamente errato sin dal primo periodo, e questo ( a mio avviso) genera la contraddizione in termini che ha provocato la mia domanda ed in definitiva questo sproloquio: la «dittatura della maggioranza» (contraddittoria come l’ “Oligarchia della plebe”!).
E’ sbagliato nell’aritmetica dove dice: «…del gruppo numericamente più ampio… inferiore ad un gruppo superiore…». Non è possibile che un gruppo di rango inferiore sia numericamente inferiore a quello che lo contiene, ed insieme a lui ne contenga altri, per piccoli che siano. Al massimo sono uguali, se tutti gli altri sono zero.
In effetti, guardando i gruppi che tu hai indicato possiamo sinteticamente scrivere:
N° Viventi > N° Umani > N° Credenti > N° Cristiani > N° Cattolici. Nemmeno il segno di uguale è possibile e sfido chiunque a dirmi che non è vero!

{{ parentesi sherzosa: questo non vale per i mussulmani. Loro, ho inteso mentovare, valgono ognuno come tre uomini. Quindi, diffondendosi abbastanza potrebbero superare il numero totale dei credenti. Fine della parentesi scherzosa}}.

E’ assai vero invece, e condivido in pieno, che “in un sistema democratico” (ma “NON” in una dittatura!), la maggior consistenza numerica detiene il potere. E’ anzi uno dei cardini della democrazia!
Poiché infatti in “democrazia” vale come pregiudiziale che tutte le persone siano uguali e che ognuno di loro valga 1 (voto). Nessuno più, nessuno meno.

Che io non condivida questo assioma l’ho detto e ripetuto (vedi per es. su “Riflessioni.it” il mio “Onesta inquietudine elettorale”), semplicemente perché non credo che le persone siano uguali e debbano avere lo stesso peso, né in politica né in altri ambiti, e poiché l’appiattimento porta inevitabilmente ad un governo che non solo non è il migliore possibile, ma non nemmeno è immagine della volontà popolare. Semmai di altri fattori, che però qui sono fuori tema.

Ricordiamoci però che:
noi oggi in Italia siamo in una cosiddetta “democrazia” che ha “quel principio” come assioma di base.
Ed è pretestuoso cercare di dare le colpe al governo o al papato, agli americani, ai sindacati o alle cameriere…o le fattucchiere che il sistema ha generato: è la “democrazia”, che non va bene per noi.

Perché la democrazia “presuppone” (= presume che ci siano “prima”) per funzionare quegli stessi elementi di civiltà che pretende di insegnare ai popoli.

Cosa che non è. (ed il non rendersene conto porta innumerevoli conseguenze negative).

Questo naturalmente mi porta ad essere abbastanza d’accordo con l’ultimo periodo dell’alinea 10, che sostanzialmente ripete la mia filosofia della legge superflua.
Io affermo:
“Se una legge è intimamente condivisa da tutti quelli cui è diretta non serve più e si può eliminare”
E come esempio concreto porto spesso quello del cartello «Vietato sputare per terra» oggi scomparso dai bus delle nostre grandi città ma che io ancora ricordo; scomparso perché nessuno, a meno che stia proprio male, sputa per terra. E se sta proprio male, è giustificato.

Paragrafo 11, quello conclusivo. Più lo rileggo e più ci vedo “Papé Satan, papé Satan Aleppe”.
Secondo me è un testo codificato rivolto a pochi introdotti; oppure un messaggio subliminale che non mi suscita dentro niente.

Grazie.

E’ stata una bella “chiacchierata a distanza”, ma non ho capito ancora in cosa si differenzi un paese oppresso da una “tirannia della maggioranza” da uno ispirato invece da una “maggioranza democratica”. Almeno cosa cambi per quelli che sono contro.

E nemmeno ho capito cosa si proponesse di dimostrare il tuo teorema.
Scusa la mia limitatezza intellettuale.

Cordialità.

Rudello 1 aprile 2006 parole 951
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Vecchio 01-04-2006, 09.56.52   #24
La_viandante
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rudello, ma la tua posizione che non e' lagnosa, quale sarebbe?... io non l'ho mica capita, la rassegnazione?
La_viandante is offline  
Vecchio 01-04-2006, 10.20.47   #25
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Citazione:
Messaggio originale inviato da La_viandante
rudello, ma la tua posizione che non e' lagnosa, quale sarebbe?... io non l'ho mica capita, la rassegnazione?

Scusa, ma non ho capito la domanda. Che vuol dire "qual'è la mia posizione che non è lagnosa?"... Nei confronti della Chiesa, dello Stato Democratico, degli amici del Forum facilmente plaudenti quando si dà addosso a qualche istituzione (sopratutto il Vaticano)... o di cos'altro?

Se dettagli meglio la domanda mi piacerebbe cercare di rispondere in modo più mirato (ammesso naturalmente che abbia qualcosa da dire!).

Grazie e cordialità
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Vecchio 01-04-2006, 10.51.08   #26
Mary
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Una esposizione estremamente chiara.

Non sapevo della riduzione dei tempi per reati di pedofilia.

Il mio timore-pensiero-sensazione si va sempre più rafforzando invece di dissolversi: l'era dell'Anticristo è già tra noi.

Il novello eletto è l'Anticristo.

Prendetevi un Vangelo, uno qualsiasi e leggetelo e poi guardate la Realtà con occhi puri.

Il mio non è un giudizio ma una semplice constatazione dei fatti.

Guardate ed osservate senza alcun pregiudizio e vedrete che Gesù tornando oggi fra noi troverebbe un tempo peggiore del Suo, con Farisei diventati sempre più potenti e duri di cuore.

Nessuna legge può aiutarci, nessuno può e deve dirci quel che il nostro cuore già conosce.

La chiesa sterminò i Catari e i Templari perchè volevano mettere in pratica le parole di Gesù.

Non potendo sterminare fisicamente i suoi oppositori ora agisce sulle menti deboli e già lavate e stirate di quelli che sono rimasti intrappolati nella rete perfetta tessuta con intelligenza, sin dalla nascita.

Forse un B. e un A. sono necessari per aiutare a risvegliarci dal nostro torpore, per mostrarci le reti invisibili delle prigioni costruite ad arte.

I demoni sono necessari per uscire dall'inferno.

Chi di voi ha visto "Il Signore degli Anelli"?

Avete presente quello che dice "il mio tesooooro" il golum essere mostruoso con due personalità coesistenti in un corpo: il bene ed il male?
Distrutto dall'anello che ha trovato, anzi trovato dall'anello, alla fine sarà proprio lui la rovina dell'anello.

Il male non va combattuto va solo compreso e riconosciuto.

Ciao
Mary
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Vecchio 01-04-2006, 15.31.00   #27
VanLag
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Re: Re: Re: Re: Re: Risposta facile

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Messaggio originale inviato da Rudello
Cosa intendi per esempio, al capoverso 5 del tuo intervento con: «…propagare…» e «…terribile coercizione…»?
C’è propaganda e proselitismo. Se scrivo un libro e lo faccio conoscere è propaganda, se invece voglio convertirti all’idea di quel libro è proselitismo. Ma sarebbero accettabili entrambi se non diventassero ossessivi.

Citazione:
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Perché, dovresti spiegare, solo quella dei “cattolici” del gruppo E (mi riferisco al tuo esempio) dovrebbe essere “coercizione terribile”?
Veramente io avevo detto cristiani e non cattolici comunque….. è terribile coercizione anche quella del venditore di aspirapolvere e di enciclopedie che ti è entrato in casa e non sente ragioni se non compri. Ma i credenti, (soprattutto quelli monoteisti), hanno la convinzione di essere nel giusto e quello li spinge ad essere coercitivi, terribilmente coercitivi.

Citazione:
Messaggio originale inviato da Rudello
Dici che i cattolici sono, rispetto agli altri, tanto “impositivi” da diventare “coercitivi”?...
Dai!... mi sembra una tesi onestamente improponibile.
La tesi dell’evangelizzazione del mondo era nata nel buddismo, ma nel cristianesimo assume, anche nella storia una forma abbastanza strana e sicuramente coercitiva se non vessatoria. Non è necessario che ti ricordi la storia della chiesa, con l’inquisizione, i crociati ed i primi missionari.

Citazione:
Messaggio originale inviato da Rudello
Dici: «…ogni gruppo sottostante è inclusivo dei sistemi di valore del livello più alto».
No! è esattamente l’opposto, poiché il livello più alto comprende e quindi include quello più basso, come chiaramente indicato anche nel tuo schema ( Gli “esseri umani” sono inclusi “Fra” gli esseri viventi, e non il contrario, altrimenti ipotizzeremmo degli “umani” non “esseri-viventi”). Sbaglio?
Si è come dici. Il livello più alto include e comprende quello più basso, mentre il livello più basso si porta dietro i valori di quello più alto. Forse traeva in inganno il termine inclusivo.


Citazione:
Messaggio originale inviato da Rudello
Il capoverso 7 mi risulta incomprensibilmente aggrovigliato (ho una certa età!) come spesso accade, ma non solo a me, nelle cascate di frasi inverse (la solita non-transitività della negazione che ci insegnano in aritmetica ed in logica… i famosi paradoxa, per intenderci).
Mi sono perso coi numeri e non so più a cosa ti riferisci. Sai anche io ho una certa età.

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Messaggio originale inviato da Rudello
Il comma otto è aritmeticamente errato sin dal primo periodo, e questo ( a mio avviso) genera la contraddizione in termini che ha provocato la mia domanda ed in definitiva questo sproloquio: la «dittatura della maggioranza» (contraddittoria come l’ “Oligarchia della plebe”!).
E’ sbagliato nell’aritmetica dove dice: «…del gruppo numericamente più ampio… inferiore ad un ………………….. In effetti, guardando i gruppi che tu hai indicato possiamo sinteticamente scrivere:
N° Viventi > N° Umani > N° Credenti > N° Cristiani > N° Cattolici. Nemmeno il segno di uguale è possibile e sfido chiunque a dirmi che non è vero!
Ci ho pensato un casino per sintetizzare al massimo quel concetto pensando che fosse evidente ma ammetto che forse è espresso male.
Quello che volevo dire è che se il gruppo degli esseri umani è di 10 unità di cui 6 sono credenti e 4 non lo sono, basare il governo di tutti e 10 sui valori dei sei si traduce di fatto in una dittatura, perché i 6 dovranno ricorrere a dei dictat per imporre i loro valori, in quanto trattasi di valori non condivisi. Se invece si posiziona l’azione dello stato al livello dei valori comuni condivisibili da tutti e 10, è possibile generare una vera democrazia dove le leggi sono come il codice della strada, cioè una serie di indicazioni con le relative sanzioni per i trasgressori e non entrano nei problemi del bene e del male e della coscienza dei singoli individui.
Ho fatto l’esempio di 6 credenti e 4 non credenti, ma estendiamo l’esempio: Pigliamo 10 persone che credono in Dio, 4 mussulmani, 3 cristiani e 3 ebrei. Tutti e dieci condividono l’amore per Dio, ma la loro forma di manifestarlo è diversa.
Se lo stato si ferma al livello più alto, cioè la condivisione dell’amore per Dio e riconosce che non è suo compito stabilire come sia meglio manifestare quell’amore, le cose vanno meglio. Perché lo stato si fa garante che tutti sviluppino la loro fede e nel contempo non deve entrare in problemi, diciamo “di settore” e di nicchia, del tipo fare una legge che vieti la carne di maiale, oppure una legge che vieti di riconoscere le coppie di fatto. In questo modo, lo stato avrà più forze ed energie per regolare l'interazione tra i suoi cittadini e per dedicarsi a studiare, codici e leggi e che si preoccupino dei problemi funzionali e non morali della società.

Se invece si ritiene di darlo alla maggioranza, (in questo caso mussulmana), le minoranze si sentiranno perseguitate e tradite. La maggioranza mussulmana in virtù della sua superiorità numerica, vorrà diventare “religione di stato”, vorrà che le leggi coraniche siano estese anche agli altri membri dello stato, vorrà influire sull’istruzione nelle scuole, vorrà influire sull’abbigliamento dei cittadini pretendendo che le donne portino il burca e ben presto soffocherà tutti quelli che non si sentono di condividere i valori mussulmani ed il clima dello stato diventerà invivibile.
Come vedi non basta il fatto che sono maggioranza a dire che non è una dittatura? La democrazia si basa sul diritto, stabilito attraverso la ragione e sulla legge che ne garantisce il rispetto ed in essa, la maggioranza numerica, è solo il modo col quale sono eletti i rappresentanti di governo.

Non so se ti ho chiarito i dubbi……Intuisco che con la frase: - La democrazia si basa sul diritto, stabilito attraverso la ragione e sulla legge che ne garantisce il rispetto ho tirato un’altra sintesi di quelle che ci vogliono 10 pagine a spiegarla, ma ora non ho ne il tempo ne le energie, e poi qui sarebbe pure fuori 3d.

VanLag is offline  
Vecchio 02-04-2006, 07.13.25   #28
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Citazione:
Messaggio originale inviato da VanLag

...

Quello che volevo dire è che se il gruppo degli esseri umani è di 10 unità di cui 6 sono credenti e 4 non lo sono, basare il governo di tutti e 10 sui valori dei sei si traduce di fatto in una dittatura, perché i 6 dovranno ricorrere a dei dictat per imporre i loro valori, in quanto trattasi di valori non condivisi. Se invece si posiziona l’azione dello stato al livello dei valori comuni condivisibili da tutti e 10, è possibile generare una vera democrazia dove le leggi sono come il codice della strada, cioè una serie di indicazioni con le relative sanzioni per i trasgressori e non entrano nei problemi del bene e del male e della coscienza dei singoli individui.
Ho fatto l’esempio di 6 credenti e 4 non credenti, ma estendiamo l’esempio: Pigliamo 10 persone che credono in Dio, 4 mussulmani, 3 cristiani e 3 ebrei. Tutti e dieci condividono l’amore per Dio, ma la loro forma di manifestarlo è diversa.
Se lo stato si ferma al livello più alto, cioè la condivisione dell’amore per Dio e riconosce che non è suo compito stabilire come sia meglio manifestare quell’amore, le cose vanno meglio...



Ad i molti punti dell’intervento di Van Lag, già ampiamente commentati da altri voglio aggiungere un pensiero sollecitato dal paragrafo che evidenzio.
Il concetto mi trova assolutamente d’accordo, visto che è perfettamente ragionevole, ma ahimè mi sembra anche del tutto utopico.

Lo “stato”, ricordiamolo, è fatto di uomini, ed in democrazia di uomini eletti in rappresentanza di singoli sotto-gruppi (per ripetere la terminologia del comma citato), comunque questi sotto-gruppi li si voglia definire. Per cui accade, come è sempre accaduto, che se come il gruppo è per 6/10 composto da credenti, come nell’esempio, e 4/10 da non credenti, anche lo “stato” manterrà le stesse proporzioni (in democrazia).
Mi sembrerebbe strano, ma assai più lo sembrerebbe agli elettori, che nella promulgazione di leggi “discriminanti” i valori, il sottogruppo dei 6/10 non si imponesse su quello rappresentante solo la minoranza della popolazione. Sarebbe molto bello, molto generoso, “evangelico” direi, ma assai utopico, e non mi aspetto di vederlo durante la mia vita.
In pratica ogni legge sarà comunque un compromesso, ma pesantemente sbilanciato in favore dei 6/10, ma su questo ritorneremo fra un attimo.

Diverso è ovviamente il caso di leggi non-discriminanti i valori, come quella del codice della strada o altre. Al 100% della popolazione interessa rimanere vivi viaggiando e quindi si cerca una legge ben fatta. Ma all’atto pratico anche lì… ma è materia per un’altra discussione.

Il rapporto di 6 a 4 (ho di proposito eliminato l’attributo di credenti si/no perché ora superfluo e fuorviante) è il caso semplice, ma non quello reale. Ignorando lo sconcio attuale di 19 liste elettorali, diciamo che i nostri 10 cittadini si dividono in sottogruppi il proporzione di 4 + 3 + 2 +1.
La maggioranza (quella che ci piaccia o no pone i dictat per soddisfare i propri elettori), è ancora 6, ma può essere fatta in più modi, con diverse aggregazioni:

4 + 3 = 7 e 4 + 2 + 1 = 7 sono maggioranze “forti”
4 + 2 = 6 e 3 + 2 + 1 = 6 sono maggioranze “deboli”
(ignoro le maggioranze ancora più forti perché superiori al 75%, quindi plebiscitarie che vanno trattate a parte).

In ognuno di questi casi, occorre osservare preventivamente, il ruolo dei partiti minori è notevole,di molto superiore alla effettiva consistenza numerica. Nei casi di maggioranze deboli, addirittura determinante. Ed allora ecco, come nello lo schieramento 3+2+1, unica possibilità di maggioranza senza la fazione più numerosa, che il partito più piccolo dell’alleanza ha oltre il suo peso elettorale anche la forza del ricatto. Non è questa teoria, ed è già accaduto in alcuni (parecchi) governi del pentapartito. Il “3”, per governare senza il “4”, di forza quasi pari alla sua, è in soggezione al fanalino di coda delle preferenze.

Potrebbe anche essere ragionevole (ed in realtà qualche volta pure accade) se queste aggregazioni si facessero e cambiassero in funzione della “materia del contendere”, cioè della legge da analizzare ed approvare. Ma il ricatto politico è ovunque diffuso ed impone l’aggregazione in coalizioni stabili, che nulla hanno a che vedere con la bontà delle regole per la guida del paese, ma solo dal “chi” l’ha proposta (oggi io appoggio te, domani tu appoggi me).
E l’atteggiamento è diventata prassi legittima, che permise all’On Rutelli, all’indomani delle elezioni di cinque anni di dire per televisione: “Noi da oggi faremo un’opposizione durissima, poiché il nostro obiettivo è quello di riprenderci il governo del Paese”.
Nessuna concessione alle future azioni del governo, cattive o buone che fossero (magari per sbaglio), pregiudizialmente lui sarebbe stato contro.
Riconosco senz’altro che per tutta la legislatura, è stato assolutamente coerente.

Dicevo che qualche volta accade che su una legge o su qualche atteggiamento culturale o spirituale o sociale le alleanze siano rimescolate in favore della coscienza dei singoli, ma accade raramente.
Tanto raramente (si chiamano “movimenti” o “alleanze” trasversali) da destare quasi scandalo, da essere quasi cose di cui vergognarsi, ed i leader dei partiti si affrettano a rassicurare pomposamente le masse dallo schermo della TV:
«Abbiamo lasciato ai nostri parlamentari libertà di voto secondo coscienza!». Il che sottintende, se l’italiano non mi falla, che dopo quell’occasione i parlamentari della Repubblica Libera e Democratica la coscienza devono reinfilarsela nel cassetto: la ricreazione è finita!
E, sia ben chiaro, questo mica solo per i partiti stile-sovietico, come si calunniava una volta!.
E’ regola codificata uguale per tutti.

Ecco perché definisco utopica una “democrazia reale”.

Ma il signor “Van Lag” fa una proposta che in qualche modo aggira il problema. Dice: riduciamo la competenza dello stato elevandolo ad un livello superiore; in questo modo l’avremo svincolato (lo stato) da ogni perniciosa conflittualità. Il signor “Van Lag” si riferiva al problema religioso, ma specificandolo come “esempio”; è ovvio che analogo discorso va fatto in ogni campo.

Ed allora la domanda diventa: «Ma di quanto dobbiamo ridurre la competenza dello stato per stare al di sopra della conflittualità di interessi, di ideologie, di pensiero degli italiani?»

Glissando sulla facile battuta dei 57 milioni di commissari tecnici della nazionale, e dei 60 milioni di dietologi e consulenti politici, rimane da stabilire cosa si intende per “pluralità” di vedute.

Riducendo la sovranità alle sole idee comuni a tutti (ammesso che ce ne siano di non ovvie) non passiamo dall’attuale baraonda di partiti allo stato con l’idea di uno solo, l’archetipo della nazione, o di nessuno?
Non trasformiamo quindi la “dittatura della maggioranza” nella “dittatura di un singolo” oppure nell’ anarchia?

«Ma pur ammesso che questa sia una strada percorribile e buona, di tutto il resto che ne facciamo?»

Immaginiamo che le regole del vivere quotidiane ci debbano essere o lasciamo tutto all’arbitrio del singolo?
Tornando al paragrafo citato e sempre solo per esempio riparlando di credenti. Per lo scandire dei momenti del giorno ci affideremmo alle campane, al canto del muezzin o al suono del shofar ebreo?...
Tutti e tre?
E i diritti dei non-credenti (quasi il 50%) che vorrebbero il silenzio in paese, chi li tutela?

Effettivamente vivere in condominio non è facile. Vivere in condominio senza la buona volontà di stare insieme, è impossibile.

Avrei finito; ma in tempo di campagne elettorali il paragrafo politico è d’obbligo. Chi ha inventato la democrazia (certamente un brav’uomo in buona fede) ha pensato ad una maggioranza, espressione della più parte della popolazione, deputata a governare tutti; ed una minoranza con lo specifico compito, meno prestigioso ma altrettanto fondamentale, di moderare gli eccessi, di vigilare sulla sicurezza di tutti, di ammortizzare gli eventuali sgarri della maggioranza al potere.
Press’a poco come in una famiglia sana. Papà va a guadagnare i soldi e li distribuisce secondo il suo criterio badando alle esigenze di tutti. Mammà sorveglia e media: sta attenta a che non ci si scordi di nulla, che non si facciano sprechi, ce ognuno condivida del benessere della famiglia secondo il suo bisogno si, ma in funzione delle risorse effettivamente disponibili.
In altre parole papà tira la carretta e mammà sta attenta a che non si rovesci.

Il mio vecchio saggio nonno diceva: «Per comandare bene, bisogna prima saper obbedire!».
Ma francamente, mi sa che siamo in quell’altra situazione tipo, pure presente negli aforismi del vecchio:
«Marito mio buono, tu levi il quadro, ed io sfilo il chiodo!»

Buona campagna elettorale a tutti!

Rudello 2 aprile 2006
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Monica 3
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Mi rendo conto che il mio intervento precedente era più che altro uno sfogo, che è stato debitamente moderato e ricondotto sui binari di una discussione che poi è diventata molto complicata e un po' matematica.

La mia vera posizione non è così radicale. Diverse sono state le situazioni della vita in cui ho ritrovato me stessa pregando insieme ad altri.

Mi capita anche qui all'estero. Anche stamani. Ogni tanto mi piace far parte di quella comunità italiana che si trova alla domenica mattina nella cripta della cattedrale. Mi piace la caciara appena il celebrante dice "La messa è finita, andate in pace". La gente si chiama, si ritrova, parla e poi, nel suo vestito della festa, esce sul sagrato e ravviva la vita della città piovosa e triste. Mi piacciono da morire quei cuccioli di emigrante che vanno a farsi battezzare.

Mi piacciono anche le suore dell'asilo, alle quali devo essere riconoscente se i miei figli hanno coltivato la lingua, in assenza di centri culturali laici come quelli degli altri paesi. D'altra parte mi pare che anche molti comuni dell'Italia deleghino a loro l'educazione dei più piccoli. Quest'anno poi le insegnanti di italiano che operavano nelle scuole pubbliche del paese sono state licenziate senza ricevere lo stipendio dal Ministero.

Nonostante questo, mi piace da morire ricevere quella stretta di mano e quel bel sorriso caldo che mi fa sentire a casa quando il celebrante dice: "scambiatevi il segno della pace". E non mi importa per chi ha votato o voterà il mio vicino di banco.

C'era una sola nota stonata stamattina nell'omelia del celebrante (che d'altra parte stimo perché ha dato veramente tanto alla comunità italiana): il riferimento al parlamento e la citazione delle parole di Raffaella Carrà (che non so e non mi interessa sapere da che parte sta) quando si sarebbe dovuto commentare il vangelo secondo Giovanni, in cui Gesù annuncia la sua morte.
Monica 3 is offline  
Vecchio 02-04-2006, 18.09.47   #30
bside
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Sono daccordo con La Viandante e Van Lang. Lo stato non deve fare la morale ai cittadini e dire loro qual è il modo corretto e giusto di vivere.
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