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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 14-03-2006, 10.12.18   #21
Lucio Musto
Rudello
 
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Data registrazione: 08-01-2006
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CASE A TUTTI

Mi rendo conto di non aver esattamente inquadrato il tema del discorso, nei miei precedenti interventi; ma una ragione c’è, valida, e sempre la stessa: non è sufficiente dileggiare quello che c’è, ma occorre proporre una alternativa. Studiandone ogni aspetto però, e curando bene che il rimedio che andiamo a proporre non sia peggiore del male che vorremmo curare.

Ecco, sul tema in discussione, un decoroso tetto sulla testa per tutti, ma soprattutto per i più deboli, una soluzione equa è difficile da pensare. Una folla sterminata di persone, una miriade di casi particolari diversi. Per ognuno, l’avventura irripetibile di una vita.
No, una soluzione che consideri i diritti di tutti e li soddisfi, probabilmente non c’è proprio.

O meglio ci sarebbe, in linea teorica, ed a certe condizioni. Anzi forse ce ne sarebbero porecchie: ma funzionerebbero?... proviamone una ideale.

Un sufficiente numero di abitazioni da assegnare in fitto alla popolazione, tutte di proprietà e gestite da un unico ente centrale assolutamente imparziale ed onesto (immagino più un calcolatore che un funzionario in giacca e cravatta). Le case vengono assegnate in base ad un certo numero di parametri, fra cui il numero dei componenti il nucleo familiare e le esigenze fisiche (bambini, malati, disabilità ecc.). Il costo del fitto è commisurato al reddito complessivo della famiglia.

Naturalmente questi parametri variano nel tempo, per cui periodicamente (diciamo ogni anno?) vanno riesaminati ed effettuati gli opportuni aggiustamenti: in pratica trasferimenti dei nuclei familiari in alloggi adeguati, secondo lo schema, ai nuovi parametri.
Un notevole sforzo burocratico, ma non ci preoccupa; alle spalle abbiamo un potente, instancabile computer che fa il lavoro. Ma naturalmente ci sono dei costi da sostenere.
- I trasferiti pretenderanno, giustamente, di andare in una casa in buone condizioni, e quindi occorrerà fare dei lavori di ripulitura, manutenzione straordinaria ecc.
- Le spese di trasloco esisteranno comunque e dovranno essere pagate.
- Gli arredi andranno adeguati alla nuova sistemazione, a meno di concepire anche quelli parte all’abitazione (ed immaginate la conseguente stagnazione dell’industria manifatturiera!).
- Costi aggiuntivi da sostenere a causa della diversa ubicazione (gli amici-vicini saranno più lontani, più distanti i fornitori abituali, le scuole, i luoghi di ritrovo… tutti quei “fastidi” che abbiamo dovuto sopportare tutti quando volontariamente o di necessità abbiamo cambiato casa).

Questi costi, a chi andranno riferiti?... non certo ai singoli, poiché se già il fitto era commisurato al reddito complessivo della famiglia non è pensabile di gravarci su anche queste altre spese, soprattutto considerando che la più parte dei movimenti è associata ad una diminuzione di reddito (nascita di un figlio, perdita di un reddito per morte o distacco volontario dal nucleo familiare).
Dovrà pagare quindi la collettività. Cioè lo stato, attraverso l’ente preposto alle abitazioni, cioè in definitiva sempre tutti noi. Teniamone conto.

Oltre questi costi “fisici”, ed i collaterali minori introiti che dicevamo prima, ci sono i costi morali che, forse invisibili di per se, si tramutano in pesanti costi sociali.

L’uomo, per sua natura animale, tende ad affezionarsi alla sua tana. Col sistema “ideale” che stiamo analizzando essa tana gli viene periodicamente strappata per essere sostituita da un’altra, nuova e sconosciuta. Mediamente, quella nuova sarà sempre più grande e più bella negli anni della gioventù quando la famiglia cresce e si irrobustisce, sempre più piccola e più misera negli anni grigi e della vecchiaia, man mano che la famiglia si assottiglia ed impoverisce.

Ed ecco che abbiamo creato una prospettiva futura infausta per tutti, non solo (come accade oggi) per quelli che più sfortunati o improvvidi degli altri non hanno potuto, o non hanno saputo assicurarsi un minimo di serenità per gli anni mesti. Infatti particolarmente per gli anziani è duro vedersi togliere le proprie cose e le proprie abitudini.

Da ultimo, ma non ultimo per peso e costi, il più volte indicato “effetto delega”. Istintivamente, quasi automaticamente direi, è dell’uomo il preoccuparsi meno, e l’affaticarsi meno in quei compiti il cui peso è devoluto ad altri. Ed ognuno di noi tenderà ad occuparsi meno della salute della casa, del benessere dei deboli, del risparmio sui consumi e quant’altro se c’è un anonimo, impersonale e lontano “ente” deputato a preoccuparsi al nostro posto.

Dalla padella, ci troviamo quindi nella brace.
E questo dopo aver ipotizzato una soluzione ideale che parta da zero, da un numero sufficiente di abitazioni nuove ed adeguate, che ignori del tutto ogni diritto pregresso!...
Se invece dovessimo partire, come concretamente dovrebbero fare le nostre proposte “costruttive”, dalla realtà presente, occorrerebbe studiare anche delle “leggi delega” e delle “norme transitorie” per trasformare “questo” oggi in “quello” che vorremmo fosse un domani migliore. Per evitare mostruose ingiustizie, ma più che altro per scansare pericolose sfiducie, reazioni esasperate e pericolosi effetti-domino.

Probabilmente sarà più saggio, io credo, cominciare a studiare proprio da qui, dalla realtà attuale, e pian piano cercare di alleviare i disagi presenti, lavorando di lima più che di ascia al progresso sociale e civile, cercando di ammorbidire prima le ingiustizie più gravi, con umiltà e costanza, in funzione di un bene comune futuro che difficilmente, come artefice, porterà la nostra firma.

Il bartaliano “Jè tutto sbagliato, Jè tutto da rrifare!...” era, anche per lui, solo un modo di dire; lui lo sapeva, che le salite si risalgono una pedalata alla volta!

Rudello 14 marzo 2006 parole 881
Lucio Musto is offline  
Vecchio 14-03-2006, 10.23.32   #22
Lucio Musto
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Data registrazione: 08-01-2006
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Citazione:
Messaggio originale inviato da Kim
[b]

....

Nelle case Aler esiste l'autogestione e quindi tutti devono contribuire .....

Buona giornata

Dopo la lettura di questo intervento confesserò di aver completamente sbagliato ottica nell’esame del testo della riflessione.

Può essere che sono stato preso in inganno dall’essere questa presentata in una sezione di “Cultura e società”, ma non cerco scusanti.

Immaginavo si affrontasse il problema globale degli anziani e dei meno abbienti e della loro sistemazione abitativa in tutta la nazione, e perciò ho fatto le affermazioni che ho fatto.

E’ ovvio che se restringiamo il problema a realtà ben più piccole e particolarmente privilegiate il discorso cambia completamente.

Anche nel piccolo paese che mi ospita l’unica profuga che abbiamo avuto dalla tragedia della ex Jugoslavia, ancorché vedova, povera, e con tre bimbi piccoli, non fa avuto problemi.
E’ stata ospitata in una villa panoramica inutilizzata, ha goduto di tutta la carità di un paese altrimenti inoperoso, ha avuto l’auto (inizialmente usata, nuova solo in seguito), le biciclettine per i bimbi (queste nuove da subito) lavoro dignitoso e tutto il resto.

Però con questo non me la sentirei di dire risolto il problema dell’immigrazione.

Ho letto dell’Aler. Mi sembra una cosa buona, ben fatta, e certamente attuabile, nel suo contesto.
Anche noi, ricordo, nel “boom” degli anni sessanta, coi contributi dello stato ed i mutui super-agevolati e cosette varie organizzavamo le cooperative edilizie e le super-cooperative sovvenzionate.

Ma se l’Aler (ho letto lo statuto di quello di Varese) modificasse quell’articolo 1/2 che prevede anche una eventuale possibilità di applicazione oltre i confini provinciale in un “agisce capillarmente sul territorio nazionale”…, ebbene quell’Aler diventerebbe subito solo utopia.

Naturalmente, purtropo.

Saluti cordiali
Lucio Musto is offline  
Vecchio 14-03-2006, 12.10.29   #23
nin.kin
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Data registrazione: 05-06-2005
Messaggi: 115
Credo però che le situazioni mostrate nel servizio siano situazioni estreme perchè la cameriera di una mia amica ha appena affittato a Milano, in viale Certosa, che è periferia ma non estrema periferia, un appartamento composto da camera da letto grande, piccolo soggiorno, cucinino e bagno normale per 800 euro al mese, comprese le spese condominiali.
nin.kin is offline  
Vecchio 14-03-2006, 15.27.52   #24
gyta
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Data registrazione: 02-02-2003
Messaggi: 2,614
Re: Re: Nó non sei tarda.....

Citazione:
Messaggio originale inviato da Fragola
Rimane il fatto che a un giovane che non abbia un contratto di lavoro a tempo indeterminato, non mutuo,alla fin fine, non lo fa nessuno. E anche di questo, ringraziamo il governo uscente.




Kim.. non c'era proprio nulla da "capire" quando volontariamente
si strumentalizza un serio problema di precarietà del lavoro,
di mancanza di servizi di base e si liquida il tutto con parole infanganti del tipo "Un vecchio triste é un fallimento della societá" (Scusa Svirgola ma è di dovere) che continua poi asserendo con "...ed un suo fallimento! (della società), é un fallimento per tutti." e su quest'ultimo punto non posso che essere pienamente d'accordo:
il fallimento di una società come minimo rende triste chi la vista "crescere", un anziano dunque!

Come sempre e spesso (purtroppo io non faccio capitolo a parte anche se vorrei!) resta difficile oltrepassare le ideologie politiche e onestamente guardare alle problematiche reali senza fare vittimismo né -d'altro e centrale canto- vittime! Ma le "vittime" ci sono e denunciare la situazione non è fare "vittimismo" ma chiarezza!

Sento troppo spesso discorsi di questo tipo "non si danno da fare", "aspettano che la manna cadi dal cielo" e similari:
penso che tali considerazioni possano valere per un'irrisoria categoria di persone con difficolta interiori e ciò non si può negare chi voglia prender atto della realtà che l'uomo è felice in rapporto a quanto possa essere in grado realmente d'esser creativo, di assistere alla creazione del proprio lavoro, cosa per ben pochi oggi (si veda lo stracitato "avere o essere" di Fromm o "l'umanesimo socialista" che già denunciava e prevedeva da tempo la situazione presto insostenibile dei presupposti strutturali della società meccanicista).
La superficialità mi stanca, ammetto l'ignorare, ma di pelle -ahimè- riesco ben poco a tollerare chi si accontenta della superficie delle cose.. Scusate il tono un po' polemico.. ma è importante partire da un livello di rispetto generale nel nome unico della comune appartenenza al genere vivente (/o così.. sembrerebbe)

Governo "uscente" o governo "entrante"
se non impariamo a guardare ai problemi reali senza fermarci alla classe d'appartenenza non faremo mai un passo avanti e questa finalmente è unica ideologia che profondamente sostengo!
Si.. "classe d'appartenenza" perché ahimè la situazione spesso è proprio questa!! Come si dice "passata la festa gabbato lu santo"
traduz: risolto il mio problema posso tranquillamente riposare sugli allori!! Ma non è così il tuo bene è il mio, perché ciò che oggi non mi riguarda strettamente un giorno potrà riguardare me strettamente od i miei figli e non c'è tutela al di fuori di una rivoluzione culturale !



Gyta
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Vecchio 14-03-2006, 19.17.00   #25
cannella
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Il problema delle abitazioni popolari non è solo di questi anni.
A diciotto anni andai ad abitare da sola in un borgo medievale, le mie vicine di casa viaggiavano sui 70 anni e giù di lì.
Tranne nel mio caso, gli abitanti erano i successori di contadini che in quelle terre avevano lavorato dalla fine del 1700.
Quando arrivò lo sfratto per tutti, nessuna di quelle persone anziane potè usufruire di case popolari, nè di nessun tipo di aiuto: si diceva che solo chi aveva conoscenze politiche potesse usufruirne.
Parlo di 15 anni fa.
cannella is offline  

 



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