Dopo l'arresto di un prete a Pomezia, accusato di avere abusato di decine di ragazzini, e il sospetto che altri due preti siano coinvolti, mi sorge una domanda: ma non è che l'abito talare sia spesso una copertura per queste persone.

Troppe volte leggiamo di preti coinvolti in queste perversioni, vi ricordate lo scandalo di vaste proporzioni che ha travolto la chiesa nordamericana?
E al conseguente copertura del vescovo della diocesi di Boston credo?

Anche la cinematografia si è occupata della cosa, "La mala educacion" di Almodovar parla di queste cose, ispirate alla sua esperienza personale.

Cosa ne pensate?

Purtroppo l'ho pensato anch'io.

Di un prete ci si fida, e non è facile che la gente lo creda un pedofilo.

Persino davanti alle prove schiaccianti c'è gente che continua a difenderlo.

La tonaca è un'ottima copertura. E gli alti vertici sono sempre pronti a proteggerli.

Io ammetto che abbiano rapporti sessuali con adulti ma con ragazzini è aberrante.

Forse trasformano una normale sessualità in una perversione che può essere facilmente soddisfatta e senza correre troppi rischi.

Un prete pedofilo dovrebbe essere immediatamente allontanato dalla chiesa e non protetto.
Gesù non disse che chi scandalizza un bambino è meglio che si leghi una macina al collo e si getti in mare?

La chiesa non credo rappresenti la Parola di Gesù. Non solo non mette in pratica il Vangelo ma troppo spesso fa il contrario di quel che è scritto.

Ciao
Mary

...peccato nessuno, Mary a parte, abbia avuto qualche riflessione da fare su una tematica così attuale...

...evidentemente, meglio stendere un velo pietoso....

No, non penso sia giusto stendere un velo pietoso.

Da La Stampa

POMEZIA. Sacerdote e pedofilo. L’accusa è terribile per don Marco Agostini, 43 anni, dell’ordine degli Oblati di San Francesco di Sales, viceparroco prima a Torvajanica e poi a Pomezia, tra il 1993 e il 2004. L’hanno arrestato gli agenti della squadra mobile di Roma, dopo 18 mesi d’indagine, ad Assisi, dove era stato discretamente trasferito dalle gerarchie cattoliche, lontano dai ragazzi, messo a occuparsi di un ostello per pellegrini. Un caso che fa scalpore, quello di don Marco.

Un caso doloroso, si parla di duecento episodi. Dopo una giornata trascorsa in questura il sacerdote è stato condotto agli arresti domiciliari in un’abitazione riservata.

Altri due anziani parroci di Pomezia, padre Germano e padre Ennio, sono stati condotti negli uffici di polizia, indagati per favoreggiamento e si sono ritrovati sul capo un divieto di dimora valido per tutta la provincia di Roma. In questura stanno analizzando computer e altro materiale sequestrati sia ad Assisi sia a Pomezia.

Secondo quanto ha ricostruito la polizia, questa di Pomezia è una storia brutta che viene da lontano.
Comincia non appena un giovane prete, anzi addirittura un seminarista che non ha preso tutti i voti, arriva sul litorale romano. Si chiama don Marco. Comincia a occuparsi dei giovani che frequentano l’oratorio e si fa presto notare. E’ ruvido, brusco, ma carismatico. Usa un linguaggio sconveniente, che fa arricciare il naso a più di qualche mamma. Si difende: «I giovani parlano così. E se voglio essere ascoltato devo farmi capire».

E’ un ragazzone alto e grosso, che gioca al calcio, suona la chitarra, organizza gite, gestisce i campi estivi. Intorno a lui si coagula un forte nucleo di adolescenti. E così volano via cinque anni, vissuti intensamente a Torvajanica, il borgo cresciuto forte e disordinato attorno a una spiaggia famosa per il delittaccio di Wilma Montesi. Più altri cinque trascorsi a Pomezia, paesone fondato da Mussolini. Le prime voci Non tutto fila liscio, però, come sembrerebbe in apparenza.

Qualche voce comincia a circolare: attenti a don Marco. E’ una voce che cresce lentissimamente perché pare troppo incredibile. Gli investigatori impiegheranno diciotto mesi per scardinare lo stereotipo del prete volitivo ma bravissimo. Mica tanto, a giudicare da quanto racconta un primo testimone, poi seguito da un secondo, e da un terzo. Tutti tra i quindici e i ventitré anni. Gli strani riti «Faceva strani riti. Diceva che è normale. Ma ci faceva stendere sulla croce. Altre volte diceva che avevamo il demonio dentro e ci faceva l’esorcismo». Si scoprirà che erano riti un po’ veri e un po’ no. Segni della croce misti a formule incomprensibili.

E si scoprirà anche che gli «indemoniati» erano proprio quei ragazzi che subivano le sue attenzioni e magari avrebbero voluto andarsene dall’oratorio, o si vergognavano talmente che si rinchiudevano in sé stessi, o che davano evidenti segni di nervosismo. Abile psicologo «Non c’è stato nessun atto di costrizione - spiega chi ha investigato - ma una fortissima capacità di persuasione, un gioco sottile di psicologie, un carisma esercitato su bambini e ragazzi che gli erano stati affidati dalle famiglie». Don Marco, che si faceva chiamare Il Cabana, e che era il leader di un quasi movimento che aveva battezzato I Ragazzi Nuovi, si era circondato da una prima schiera di assistenti detti I Cabaniti.

E poi c’era la Cupola: cinque o sei più grandi, sui venticinque anni, che lo seguivano ciecamente da dieci, e che ieri sono stati tutti portati in questura per sentire meglio la loro versione. «Abbiamo l’impressione - dice il vecchio poliziotto - che persino qualcuno dei ragazzi di cui ha abusato lo difenda ancora».

E l'ultimo paragrafo fa pure molto pensare, no?

Avete visto "la Mala Educacion" di Pedro Almodovar?

A me sembrava un po' eccessivo, tuttavia un amico che ha lasciato il seminario, mi ha confermato che non è campato in aria.

Anch'io ricordo alcune domande strane del prete quando, da bambina, mi andavo a confessare.



Oddio! Ma cosa mi fate confessare!!

Ma che bella pulizia si sta facendo in questa campagna elettorale!

Ciao

Io credo che in questo si possa scavare all'infinito e trovare sempre del marcio.

Anche io conosco un signore che da ragazzo desiderava diventare frate, ma che poi ha abbandonato tutto per un motivo simile, più precisamente un "ricatto".

La chiesa ha delle colpe nel coprire i responsabile e nel non riconoscere che la pedofilia tra i preti è molto più diffusa di quanto non si voglia credere.

Forse ammettere e discutere il problema significherebbe una presa di coscienza sul fatto che la sessualità dei sacerdoti è alquanto repressa e a volte deviata, e per questo andrebbe ridiscussa.
Meglio dei sacerdoti sposati e felici, che celibi ma repressi e qualche volta deviati sessualmente.

Non vorrei generalizzare però, ho fatto le medie in un istituto cattolico maschile, e non ho subito nessuna molestia, tranne quella di farci studiare troppo... forse....

....cmq. tanto per non dire cose campate in aria...leggete qua...

www.alateus.it/FedeFoia.htm

http://www.associazioneprometeo.org/...dalochiesa.htm

Mio caro Spaceboy...

Mi sono stancata di leggere sempre le stesse cose sui giornali...ascoltare sempre le stesse cose sulla TV

Siamo vicino alle elezioni...no? e tutto serve a fare riflettere le persone..tutto serve a fare vedere che in questo "mondo" che tutto va a rotoli...tutto serve a fare deviare la mente

A fare capire che l'abito non fa il monaco e che il monaco non ha più il vestito..



Siamo tutti NUDI d'avanti alla LEGGE...

Scusatemi sono STANCA di vedere che ancora tanta gente è interessata a queste notizie...

LA PRIVACY DOV'E' QUESTA PRIVACY??

LEGGETE UN P0' PIU' di LIBRI ...non vi soffermate a quello che dicono i MassMedia ...

fatevi una cultura...

Non voglio dire che non siete colti...ma basta...


clelia

...non sei obbligata a leggere nulla....

...e se sei stanca, riposati....

...

Si è vero Spaceboy ...grazie sei molto logico..