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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 09-05-2006, 12.14.25   #1
Monica 3
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Data registrazione: 08-06-2005
Messaggi: 697
La cultura popolare

“Nessuno può insegnarvi se non quel che già in dormiveglia giace nell’alba della vostra conoscenza” (Kalil Gilbran)

Rispetto profondamente quella conoscenza, di cui parla Kalil Gilbran. Sono altrettanto rispettosa della cultura popolare che affonda le sue radici nell’esperienza della vita e nella tradizione. Purtroppo però quel tipo di cultura è stato spazzato via dalla vita metropolitana.

Fra le mie esperienze di lavoro c’è stata anche quella di insegnare nelle scuole medie della periferia milanese. Vedevo giovani intelligenze destinate ad essere assorbite dal marasma dell’ignoranza. Quell’ignoranza che cade facilmente preda delle demagogie della peggior specie. Quella stessa ignoranza che, nella maggior parte dei paesi, oggi vota a destra nella speranza di facili arricchimenti.

Purtroppo l’Internet, che offre possibilità inimmaginabili solo qualche decennio fa di espandere la nostra conoscenza per un giudizio autonomo e costruttivo, non viene usato a questo scopo da quella fascia della popolazione.

Come può, secondo voi, essere sostenuta e sviluppata la cultura popolare?

Monica 3 is offline  
Vecchio 09-05-2006, 14.01.11   #2
Fragola
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Voi specificare meglio che cosa intendi per cultura popolare?
Fragola is offline  
Vecchio 09-05-2006, 14.53.50   #3
acquario69
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Data registrazione: 10-04-2006
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sono forse le tradizioni artigiane e contadine che abbiamo ereditato nel corso di migliaia di anni e che ora viene spazzata dalla globalizzazione?
acquario69 is offline  
Vecchio 09-05-2006, 16.20.52   #4
voluttà
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spegnendo la tv e andando in giro per il paese.
parlare con gli anziani che sono i custodi della vera cultura popolare
e avvicinarsi alla terra, dalla quale arriva la saggezza degli uomini.
voluttà is offline  
Vecchio 09-05-2006, 18.25.08   #5
Monica 3
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Citazione:
Messaggio originale inviato da voluttà
spegnendo la tv e andando in giro per il paese.
parlare con gli anziani che sono i custodi della vera cultura popolare
e avvicinarsi alla terra, dalla quale arriva la saggezza degli uomini.


Grazie Voluttà per averne data una definizione.


A questa aggiungerei rendere l'informazione importante per le nostre vite accessibile in modo intelleggibile a tutti.
Monica 3 is offline  
Vecchio 14-05-2006, 21.48.35   #6
argos
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Messaggi: 80
spegnendo la tv e andando in giro per il paese.
parlare con gli anziani che sono i custodi della vera cultura popolare
e avvicinarsi alla terra, dalla quale arriva la saggezza degli uomini.
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grande!!!
Tornare a vivere con semplicità, rispettando l'uomo tanto quanto la natura e facendo quel che veramente i nostri reali bisogni ci chiedono e accontentarsi. L'idea che col progresso tecnologico e scientifico avremo la salvezza è pura follia. Quindi, Fermiamoci, riflettiamo e torniamo tutti a fare le cose con amore e non con la fretta.
Ma sopratutto spegnamo la televisione, perdio!!!
argos is offline  
Vecchio 15-05-2006, 00.02.30   #7
miky 1987
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Data registrazione: 15-03-2004
Messaggi: 69
Per uno studioso e appassionato di antropologia culturale è un grande piacere vedere posto in primo piano un tema come quello della 'cultura popolare', che certo non esime dall'interesse anche i dialettologi, di cui sono altrettanto amico. In particolare il mio professore di antropologia Pietro Clemente ha dedicato l'intera vita allo studio delle memorie di contadini e altri lavoratori, dai quali racconta: "ho inizialmente appreso l'arte del raccontarsi con una scrittura priva del nostro mondo di studi e di letture, presa dall'aria, dalla vita e dal bisogno di testimoniare".

Si potrebbe fare un parallelo fra la dialettologia e l'antropologia in tema di 'cultura popolare'. Per dirla in breve come per i dialetti si era registrata nel periodo appena successivo all'Unità d'Italia, un'ostilità, proprio a livello didattico, favorendo l'insegnamento dell'italiano, così all'incirca nel dopoguerra, si evidenzia una svalutazione del ruolo del contadino (tanto che racconta il mio professore, ci si vergognava a dire: mio padre fa il contadino...). Oggi la situazione sta in parte cambiando: vi è una rivalutazione dei dialetti, che vengono alternati nell'uso all'italiano (il motivo di ciò è dovuto per i dialettologi al fatto che ormai si è imparato l'italiano, siamo giunti ad una sua saturazione, perciò si pensa adesso possiamo imparare di nuovo il dialetto, che altrimenti era dato da alcune statistiche in via di estinzione, sarebbe scomparso.) ed anche una rivalutazione del ruolo del contadino, non più visto così negativamente. Anzi gli studenti oggi alzano la mano per dire "io ho un nonno che è contadino", aprono musei... riscoprono le tradizioni, sentono quasi un bisogno di ascoltare il passato che mi sembra molto significativo.

Mi rendo conto di aver sintetizzato molto il discorso, che in realtà poi è molto complesso e ampio, e che invita a riflettere anche sulle conseguenze comportate da queste rivalutazioni, da questi interessi per la 'tradizione' che rinascono nell'epoca della mondializzazione, della globalizzazione, come un passato che si fa attuale, che non si vuole dimenticare. Queste rivalutazioni, mi chiedo, possono costituire una crisi per la globalizzazione?

Voi che ne pensate? Siete d'accordo con queste analisi? o altro?...


Ultima modifica di miky 1987 : 15-05-2006 alle ore 00.18.34.
miky 1987 is offline  
Vecchio 15-05-2006, 00.47.25   #8
miky 1987
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Citazione:
Messaggio originale inviato da miky 1987
Per dirla in breve come per i dialetti si era registrata nel periodo appena successivo all'Unità d'Italia,

Mi correggo: si parla anche per i dialetti del periodo fra le due guerre e di dopoguerra e non di periodo appena successivo all'Unità d'Italia, in cui semmai i dialetti nascono. Scusate ma è mezzanotte passata perciò...

Citazione:
Messaggio originale inviato da miky 1987
Queste rivalutazioni, mi chiedo, possono costituire una crisi per la globalizzazione?
Già che ci sono preciso anche che per crisi intendo un cambiamento, o comunque un qualche risvolto.


miky 1987 is offline  

 



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