LA MISSIONE CIA A MILANO
L’Espresso: carabinieri coinvolti nel rapimento di Abu Omar


Un maresciallo dei carabinieri avrebbe preso parte al sequestro di Abu Omar, l’imam rapito a Milano il 17 febbraio del 2003. Lo scrive L'Espresso nel numero in edicola venerdì, che descrive gli sviluppi dell’inchiesta condotta dalla procura di Milano. «Il maresciallo, all’epoca in servizio nella sezione antiterrorismo del Ros di Milano, ha dichiarato ai magistrati di essere stato contattato direttamente da Robert Seldon Lady, il responsabile della Cia a Milano. Lady gli avrebbe chiesto di aiutare gli agenti americani in un’operazione: il compito del sottufficiale - si legge nell’anticipazione diffusa dal settimanale - sarebbe stato quello di identificare Abu Omar».
«Il giorno prima del sequestro, il sottufficiale ha detto di avere compiuto un sopralluogo assieme a Robert Lady, dal quale ha ricevuto anche un telefonino. La mattina dopo è stato accompagnato sul posto da un altro italiano. Il carabiniere ha detto di avere chiesto i documenti a Abu Omar. Poi quando l’imam ha consegnato il passaporto, da un furgone parcheggiato sono saltate fuori altre persone che hanno afferrato e portato via Abu Omar. Secondo il maresciallo - continua L’Espresso - molti degli uomini usciti dal furgone parlavano italiano senza accento straniero».
«Abu Omar è stato vittima di una delle operazioni coperte effettuate dalla Cia in tutto il mondo dopo l’11 settembre 2001. Ritenuto dall’intelligence Usa un elemento chiave di Al Qaeda in Europa, dopo il rapimento l’imam venne trasportato nella base americana di Aviano e trasferito con un volo segreto in Egitto.


[Data pubblicazione: 11/05/2006]


la Padania online

questo fatto è gravissimo spero solo che non resti uno dei mille misteri italiani......

Macchè gravissimo.
I servizi segreti di qualsiasi stato fanno quello che non è possibile fare alla luce del sole e fuori dalle leggi dello stato per il quale operano per tutelarne l'integrità e gli interessi politici.
E' sempre stato così e trovo giusto che lo sia.
Nel caso specifico è stato sequestrato un terrorista al fine di tutelare la sicurezza degli usa e dell'Italia, compresa quella dei magistrati che possono dormire sonni tranquilli anche grazie agli agenti che rischiano la vita e che magistrati zelanti vogliono mettere sotto accusa.

Svegliatevi bambocci! Il mondo non è la favola di biancaneve, la democrazia va difesa se necessario anche con mezzi non democratici, altrimenti verremo spazzati via da quelli che democratici non sono.

Non so forse penso che viviamo in due paesi differenti infatti non so da te come è ma qui in italia esistono delle leggi che devono essere rispettate da tutti(o almeno dovrebbero)e non solo quando fanno comodo.

Sempre in italia il reato di sequestro di persona è un reato grave punibile con il carcere inoltre il fatto che i sequestratori siano di un altro stato questo porta alla violazione di un basilare diritto internazionale ovvero il fatto che uno stato è sovrano nel suo territoro.

Non credo,inoltre, che si debba combattere il terrorismo con il terrorismo perchè altrimente che differenza c'è?Ci vantiamo di essere democratici e di portare la democrazia nel mondo e poi quando questo non ci fa più comodo allora diciamo no grazie?

Onestamente non mi piace molto l'idea che gli usa possano venire in italia e sequestrare le persone a loro comodo infatti non mi risulta che siamo dei vassali di bush.Se agli usa serve qualcosa possono fare richiesta come tutti e come tutti verrano accontentati sempre basandoci però sulla nostra costituzione che piaccia o non piaccia in italia è sovrana.

Una domanda ma non si dice sempre che una persona non è colpevole fino a prova contraria ovvero fino al terzo grado di giudizio?Mi sembra che per SB sia così o forse la legge non è più uguale per tutti?

ciao

I servizi segreti si sono sempre macchiati e sempre si macchieranno di reati e anche di crimini...e così è.
...anche se nel loro caso non vengono ritenuti tali ma bensì legittimati da necessità di stabilità e interessi politici...
...e non solo per difendere la democrazia (purtroppo).
E' un dato di fatto....
e non c'e da stupirsi.