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Vecchio 01-07-2006, 11.10.18   #1
antonio greco
L' Emigrato
 
Data registrazione: 26-05-2004
Messaggi: 637
Portiamo Lo Stivale Dallo Scarparo ?

Parigi, li aprile 06

Tanti emigrati italiani, in tutti i continenti. Molti hanno facilmente avuto successo in un altro Paese, sono apprezzati, ammirati. Fra di essi tanti, prima di emigrare, avevano fatto un buco nell’acqua in Italia. Ne cito solo uno, conosciuto da tutti: Gugliemo Marconi fu costretto a brevettare la sua invenzione (non creduta in Italia) nel Regno Unito.

Chi volesse sapere perché la stessa cosa si ripete da tanto e per tanti individui, cerchi prima la risposta ad un’altra domanda: “quali le differenze fra Italia e il resto della U.E. ?” Cosi capirà anche per quali motivi l’economia italiana ha (e avrà) enormi difficoltà a decollare.

Si sente qualcuno lamentarsi della diminuzione del potere d’ acquisto. D’ altra parte negli ultimi anni sembrano aumentate inefficienze e giri a vuoto. Forse non si pensa l’ ovvio: che le inefficienze in aumento, se sono troppe, hanno dato una mano a far peggiorare l’ economia, ad abbassare il potere di acquisto. Perché tutto cio’ succede, in U.E., solo nello Stivale ?

Capire perché l’ economia arranca

Tanti emigrati hanno fatto esperienze di buon livello in altri Paesi. Hanno imparato, migliorato, perfezionato, inquadrato le loro capacità. Sono divenuti efficienti, costruttivi, capaci..... ad un livello che é divenuto ormai raro in Italia.

Se gli emigrati si danno da fare per il Paese (invito i più motivati a farlo), allora il Paese avrà un’ occasione per riprendersi. Occasione da non sprecare perché .... sarebbe, mi sembra, l’ultima per evitare la povertà, il terzo mondo.

Un emigrato, il sottoscritto, ha paragonato mentre girava a lungo per l’ Europa, metodi di lavoro e rapporti sociali italiani con quelli di tanti popoli della ex-U.E. (i quindici). Ecco le sue conclusioni.

L’ economia italiana non puo’ riprendersi, nelle presenti condizioni della società. Perché si tratta di una società che non funziona. La società italiana ha oggi, ben diffusi, comportamenti inefficienti. L’ opposto di cio’ che ci vuole per competere nell’ era della globalizzazione.

La verità mi sembra: non si puo dire che in Italia esistano una vera società italiana ed un patto sociale. La società italiana é una grossa struttura (che viene persino chiamata “Democrazia”), con i piedi di argilla. I N.C.I (nuovi comportamenti italiani) hanno reso d’ argilla i piedi, che invece avevano bisogno di una buona e lunga fisioterapia.

IL SUCCO DEL PROBLEMA

Gli Italiani viaggiano, poi scrivono lettere che si leggono su diverse rubriche online.

Vedo aumentare il numero di lettere che chiedono:

- una bella cosa, vista in Xlandia, sarebbe possibile vederla in Italia ?
- perché da noi non succede xyz, quando in Ylandia la stessa cosa é facile e piacevole?

Risponderei cosi: il Paese ha avuto negli ultimi anni tante trasformazioni. Ma i fondamenti del sistema Italia sono tali da incoraggiare le trasformazioni negative e scoraggiare quelle positive. L’adattabilità italiana (anche al peggio) e l’abbassamento del livello di guardia (dei comportamenti accettabili) hanno fatto il resto.

Negli ultimi decenni parecchie evoluzioni della società italiana sono state negative. Ed accelerate. Abbiamo messo al bando quegli strumenti che permettono in altri Paesi lo sviluppo. Li abbiamo sostituiti con nuovi strumenti che, oltre ad ostacolare lo sviluppo, accelerano il degrado. Tutto cio’ é successo per una serie di ragioni concomitanti che é possibile individuare. Soprattutto se avessimo una capacità di riflessione, di paragone , di analisi. Tutte cose un po’rare nel Paese di oggi, ove la caratteristica più comune é la confusione.

Ad un emigrato, che vive in un paese serio, che convive con situazioni e parametri normali, é possibile trovare le ragioni di un cosi rapido degrado, specie se la lunghezza della indagine (circa dieci anni) e il gran numero di paragoni gli hanno aperto gli occhi. Lo ha potuto fare, avendo avuto un’attività in un quadro internazionale ed essendo stato spinto a viaggiare tutta Europa per più di venti anni.

Non serve scovare la causa del malfunzionamento di un paio di servizi nazionali e fermarsi li. Bisogna andare oltre, capire perché non sappiamo gestire un Paese che, per voler competere, dovrebbe essere moderno non solo nei meccanismi strutturali, ma anche nei comportamenti e nelle forme di pensiero. Un Paese che non applica la costituzione e le leggi nei riguardi di tutti puo’, in partenza, essere handicappato in economia. Un Paese che tende alla lottizzazione, invece di mettere in moto le carote e far funzionare le leggi (1) col bastone, é un Paese senza futuro.

Il mercato globale é una grossa scure. La quale divide le economie in due gruppi: i realisti efficienti e i chiacchieroni falliti. Non c’ é più posto per un terzo gruppo (al quale apparteneva l’ Italia prima del ’90): quello dei piccoli sforzi, della poca chiarezza, della limitata organizzazione(anche mentale) e della lottizzazione.

Per sviare un’opinione diffusa sulle colpe della sola politica, una frase pubblicata da TIME alla scoperta di Tangentopoli: “Gli Italiani scoprono con rabbia di essere stati governati da una banda di lestofanti, i quali hanno gestito Tangentopoli. Non sanno che la gestione del potere politico, invischiato in Tangentopoli, é la migliore espressione della mentalità italiana di oggi”.

QUALI LE PROSPETTIVE PER IL SISTEMA ITALIA ?

Due evoluzioni sembrano possibili:

a) attiviamo le riflessioni necessarie (con un gruppo di esperti e la testimonianza di emigrati, lontano dalle scene politico-demagogiche) per individuare obiettivamente le cause del degrado sociale ed economico. VERITA’ NUDE E CRUDE sono necessarie....
Cio’ permetterà di identificare le misure, anche educative, in grado di fare evolvere il sistema Italia semibloccato in sistema positivo (sono positivi, cioé non bloccano ma supportano l’economia, i sistemi di molti Paesi della U.E.). Un’informazione nazionale successiva permetterà poi alla società di capire chi vuole il progresso sociale e chi invece lo ostacola per la conservazione di poteri nascosti. Si indidueranno le leve, le alleanze e le promozioni necessarie ad applicare le misure urgenti per europeizzare il Paese. Cio’ implica coraggio e determinazione, abbastanza rari nella rassegnata Italia di oggi. Il trend cambierebbe, dopo un paio d’anni si vedrebbero i primi risultati sull’economia. Negli anni successivi gli impatti sulla competitività sarebbero forti e positivi. Questo é l’ approccio che interessa chi vuole lavoro e ricchezza. Approccio non ancora proposto in quanto la riflessione, nel Paese lottizzato, é andata in vacanza....
b) non osare iniziative, per cambiare tutto cio’ che é urgente cambiare. Restare cioé colla attuale rassegnazione balcanica a cio’ che non va e lasciare che il sistema continui a degradarsi. Il sistema Italia si allontanerà ancor più dall’Europa. Gli imprenditori vedranno aumentare le proprie difficoltà, l’ occupazione diminuirà, il numero dei tonfi “tipo FIAT” rischia di aumentare. Rischiamo, in un decennio, di divenire l’Argentina della U.E. ed il sistema Italia continuerà a dirigersi verso il terzo mondo. In compenso molti poteri nascosti sarebbero conservati e gestirebbero la decadenza.

COME USCIRNE

La mia testimonianza (e quella di altri emigrati e viaggiatori in Paesi avanzati) é necessaria per innescare una riflessione che é necessaria ed urgente (inizialmente conducibile da una istituzione indipendente ?); la quale ci permetterebbe di capire in cosa siamo lontani dai Paesi capaci di sviluppo, cosa ci é necessario per essere competitivi. Dopo tale riflessione sarà possibile discutere un programma di europeizzazione del Paese.

Una previsione: passare dal quadro sociale e dalla mentalità distruttivi attuali ad un nuovo quadro sociale costruttivo e impegnato é possibile. Ma il cambiamento richiede...... molto impegno e capacità gestionale del rinnovamento.

Ho pubblicato parecchie analisi, dopo lunga inchiesta, riflessione e paragoni con l’Europa. Ed inoltre numerosi articoli che cercano di rispondere alle domande:

- perché cio’ succede solo in Italia, non nel resto della U.E.;
- come potremmo migliorare tale o talaltro risultato ?
- perché l’utopia da noi (cosi definita in una lettera al CdS), diventa poi realtà in un altro Paese ?

Le “Lettere dall’Europa”, contenenti le analisi, sono pubblicate su:

http://angrema.blogspot.com/
www.accademiaonline.net (le lettere dei mesi precedenti sono nell’archivio del sito)
http://angrema.blogspot.com.blog.kat...gressoangrema/

Suggerisco a chi vuole cercare le CAUSE primarie dei guasti, di leggere almeno: “Pubblica Distruzione”, “La Lapide”, “La Favola”, “Cocci”, “Doppio linguaggio”, “La Barca va”, “Cullarsi nelle Fatue Illusioni”,”Colli di Bottiglia”, “Un vecchio mi disse” o “Sacrifici al nuovo dio”, “Realismo”.

UN INVITO

Per iniziare un dibattito costruttivo, in un Paese ove troppa gente é abituata a discutere di ideologie, é assolutamente necessario restare furi dell’ agone politico. E’ l’ unico modo per essere realisti, nel Paese della confusione e dell’ approssimazione.

Antonio Greco ANGREMA@wanadoo.fr
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(1) Far funzionare le istituzioni ? Sarebbe possibile, certo, se ............. iniziassimo ad insegnare, come in Europa, la chiarezza, la coerenza, l’ efficienza, l’ onestà, la dirittura, il rigore, la responsabilità, il realismo, il valore, il merito e l’ impegno”.
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Pratico

Chi vuole contribuire ad innescare una ricostruzione possibile, ha una possibilità. Leggere qualcuno dei testi suggeriti. Indi, se li trova stimolanti, diffondere questo MANIFESTO INVITO nelle agorà Internet o ai propri amici.
antonio greco is offline  
Vecchio 02-07-2006, 04.44.15   #2
Weyl
iscrizione annullata
 
Data registrazione: 23-02-2005
Messaggi: 728
Concordo

a riguardo l'analisi della cause, circostanze e ragioni ed anche sul suo pessimismo relativo al sistema Italia.
Dove non la seguo è sul terreno delle possibili soluzioni al disastro.
M;a crede davvero che sia possibile far premettere un "cambiamento di mentalità" all'avvio di un modello più serio della gestione della cosa pubblica e di rifondazione dell'ossatura produttiva del Paese?
Io credo che ciò potrebbe "conseguire" e non "anticipare" questa rivoluzione (poichè di una "rivoluione" si tratterebbe).
Nel suo pesimismo, io la ritengo espressore di un ottimismo di cui non vedo alcun riscontro nelle concrete potenzialità del Paese Reale.
Purtroppo questa Italia, ancora presuntuosa, sciocca e immatura, sempre divisa in fazioni ed incapace di percepirsi come "corpo sociale in sè", attende uno shock che ne ridimensioni le aspirazioni ed aspettative.
Weyl is offline  
Vecchio 02-07-2006, 12.05.27   #3
antonio greco
L' Emigrato
 
Data registrazione: 26-05-2004
Messaggi: 637
EUROPEIZZARE ...

Caro Weyl,

dopo studiato la questione per anni, posso dire che la situazione sta cosi:

- il DNA dell' Italiano di oggi comprende:
- enormi incapacità sociali;
- rassegnazione ad accettare tutto, al contrario di cio' che si fa nei Paesi avanzati (dove ci sono capacità e iniziative):
- confusione totale....

Di conseguenza solo un intervento di emigrati potrebbe , in questo modo:
- testimoniare quale é il problema delle inefficienze diffuse;
- mostrare quali strumenti per gestire un Paese sono mancanti in Italia;
- mostare quali strumenti promuovono il delitto e bigna eliminare..., etc...

Vivo in Francia. se mi trovate un microfono vengo a fare una conferenza a gente interessata. Potrei esser l' unico che ha studiato la questione per un decennio... Occasione da non perdere..

Dopo la presentaz., la discussione fra esperti. Poi la costruzione di un programma da presentare alle categorie che VOGLIONO LA COMPETITIVITA'. Solo questo sistema genererebbe la catarsi, sulla base della logica: o il TERZO MONDO O DIVENIAMO SERI ....



(LINEE PER UN PROGRAMMA DI EUROPEIZZAZIONE)

Parigi, giugno 05

DIVENIRE UN PAESE AVANZATO ?
E POSSIBILE, CON DETERMINAZIONE, IMPEGNO E UN NUOVO PATTO SOCIALE

Gli imprenditori italiani vorrebbero un’economia più competitiva per poter sfruttare a pieno le nostre grandi capacità creative. I cittadini vorrebbero poter trovare lavoro.

Competitività significa migliorare la qualità del prodotto o servizio e abbassare il costo unitario dello stesso. Se gli sprechi sono diffusi, le inefficence accettate, la competitività rischia di abbassarsi al livello di quella sudamericana. Ma, ……………

Se volessimo portarci al livello dei Paesi avanzati della U.E.;
Se volessimo, efficacemente, creare sviluppo, lavoro, competitività;
Se volessimo un giorno essere considerati affidabili in Europa, sia a livello commerciale che in ambito diplomatico;
Se volessimo, cioé, uscire dalla attuale situazione;
Se volessimo recuperare la stima internazionale che l’economia italiana aveva negli anni ’70,

La strada credo ci sarebbe, ma é lunga. LE TAPPE CHE MI SEMBRANO NECESSARIE:

1 una riflessione per individuare le fondamenta di un patto sociale che permetta sia la gestione del Paese che lo sviluppo economico(esso già esiste nei Paesi avanzati della U.E.) (1). Ad essa parteciperebbero emigrati in Paesi avanzati.
2 paragone fra le società dei Paesi della U.E.(1) e la attuale società italiana;
3 individuazione di enti e categorie interessate a portare i meccanismi della società italiana al livello di quelli degli altri Paesi U.E. a Nord delle Alpi; tali enti collaborerebbero a prendere l’iniziativa di promuovere una società avanzata e competitiva ;
4 il programma, sarebbe preparato insieme agli interessati (probabilmente associazioni di imprenditori e esercenti, associazioni di cittadini che cercano la strada, ce ne sono...), appoggiato da VIPs seri e di prestigio, oppure da un partito serio (ce ne sono ?) e dovrebbe essere proposto e pubblicizzato solo dopo la definizione organica delle sue fasi di sviluppo (tempi e modi), delle risorse e collaborazioni necessarie;
5 la collaborazione, durante la fase finale e applicativa, cioé quando il programma sarà stato proposto al Paese, del ministero del Lavoro e di quello dell’Istruzione é vitale e dovrebbe essere garantita ;
6 alcune voci sembrano vitali per un programma efficace: meritocrazia e innalzamento, ovunque, del livello di guardia dei comportamenti accettabili, a livello europeo;
7 uno strumento agile per la promozione, nella fase di rinnovamento, dei comportamenti europei dovrebbe essere creato e strutturato. Dopo la guerra, l’organizzazione dei Comitati Civici, gestita da una persona determinata, fu in grado di sventare il rischio che la cortina di ferro includesse l’Italia. Una struttura simile, molta determinazione e impegno, sarà forse necessaria per diffondere e spiegare al Paese le due alternative possibili:

a) restiamo come siamo, la competitività continua a diminuire; non creiamo lavoro; l’emigrazione si rafforzerà, il rischio di sottosviluppo aumenterà;
b) oppure assumiamo comportamenti europei (vedi allegato) in tutti i settori della vita civile, riformiamo il sistema di selezione della classe dirigente, premiando solo la responsabilità e la capacità; i cittadini impareranno a collaborare con continuità e senso del sociale, se vedono che un programma serio é attuato da gente determinata. Determinazione che comporti anche la sostituzione del rigore, del sistema del “Bastone e Carota” alla misericordia e accomodamento.

Una possibile decisione di rinnovare la società in senso europeo comporterebbe una seria scelta dei modi e delle persone che gestirebbero la campagna di promozione dei nuovi comportamenti. Un’ alleanza di movimenti, associazioni di industriali, di esercenti, di sindacati, cioé di quelle categorie che chiedono competitività, si puo” costruire sulla base di un programma seriamente preparato.
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(1) Mi riferisco ai 15 Paesi della ex U.E., eccetto la Spagna e la Grecia che non conosco.


Creare un’associazione, con i mezzi di comunicazione che tutti usiamo, é oggi un gioco da ragazzi. Le carte da gioco sarebbero: capacità organizzativa, speranza (volontà di concorrere a condizionare il proprio futuro), determinazione, sensibilità. Per battere lo scetticismo rassegnato attuale, che é figlio della furbizia e dei fallimenti di una classe dirigente indegna, in cui l’Italia rischia di annegare. Vedo altri tentativi associativi, ma non mi sembrano ancora strutturati per funzionare.

LE SOCIETA NEI PAESI DELLA U.E.

Le società della ex U.E. (i 15, ma non conosco Spagna e Grecia) hanno fondato il loro patto sociale sui seguenti valori: responsabilità, merito, impegno, correttezza, onestà, trasparenza, organizzazione razionale delle attività, collaborazione del cittadino al miglioramento della società, del Paese tutto. A differenza dell’ Italia, c’ é un’ alleanza fra stato e cittadini, non un’ ignoranza reciproca. In pratica : se un cittadino fa qualcosa contro l’interesse della società, egli sarà ubriaco oppure sarà indicato a dito (talvolta denunciato) come colpevole. Il termine organizzazione in genere sottintende: preferire la riflessione alle reazioni istintive (inclusa anche l’ organizzazione del pensiero-riflessione), organizzazione dettagliata delle fasi di un’attività, prima di iniziarla.

Peyrefitte chiama queste società “Sociétés de confiance”. Non credo che, oggi, la nostra società si possa classificare tale. Domani, .......... chissà.

In una società della fiducia (opposto del furbismo) :

7 le reazione degli enti (anche statali) e delle persone sono: prevedibili, tempiste, affidabili, corrette, non comportano grandi delusioni;
8 le strutture statali danno al cittadino : la sicurezza di vedere applicati i suoi diritti, il supporto alle sue necessità (servizi sociali);
9 la responsabilità, l’organizzazione, la programmazione razionale sono valori primarii;
10 un esempio di serietà : si risponde sempre alle lettere, salvo rare eccezioni ;
11 le emergenze o i malfunzionamenti sono fatti eccezionali. La regola é : programmare in anticipo le trasformazioni, ben riflettute, razionalmente organizzate ed affidate a gestori affidabili e impegnati;
12 lo sviluppo dell’economia é possibile, mancano le strozzature, cui allude Ciampi (vedi la lettera “I Colli di Bottiglia”);
13 i rappresentanti governativi sono qualificati, affidabili, preparano gli atteggiamenti con anticipo, analisi razionali, riflessioni, consultazioni;
14 si rispettano le orecchie altrui: in un’assemblea (e.g.condominio, parlamento) non si apre bocca se non si conosce bene l’argomento.
Antonio Greco
angrema@wanadoo.fr
antonio greco is offline  

 



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