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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 12-09-2006, 16.45.29   #11
maxim
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Gli animali si uccidono tra di loro per questioni di accoppiamento, di difesa dei cuccioli, del cibo, di sopravvivenza.........



Una precisazione alla quale tenevo.
Gli animali si uccidono tra loro solo per questioni alimentari. E' rarissimo che si uccidano per altre questioni e sembra proprio che tale caratteristica sia esclusiva dell'animale-uomo.

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Vecchio 12-09-2006, 19.37.27   #12
Patri15
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Originalmente inviato da maxim
Premesso che non pratico alcun rito venatorio se non quello silenzioso, ateo e quasi dovuto di ringraziamento nei confronti dell’animale abbattuto, ti vorrei rivolgere una domanda relativamente a questa tua affermazione su tradizioni, riti e sacrifici:

“Direi che di questi tempi, nè l'uno nè l'altro si possano giustificare”
Dici che noi siamo più “evoluti” rispetto a chi li pratica?...che possediamo qualche “verità” in più?
Il rito mussulmano sull’uccisione degli animali (quella di passare più volte il coltello sul collo) o altri riti, più o meno religiosi, non dovrebbero essere giustificabili di questi tempi?
rito dell’uomo occidentale di salire in auto alle 8 di mattina, fare la coda per arrivare in ufficio, professarsi vegetariano quindi amante della natura e degli animali nonché ubriacarsi (di rito) il fine settimana è più evoluto rispetto a quelli accennati un po’ più su?

Quale marcia in più possediamo noi uomini metropolitani e moderni per arrivare a stabilire che tradizioni e riti non sono ora più giustificabili?

…la mia è una domanda seria….

Maxim, mi riferivo al rito pagano di offrire in sacrificio ad un dio un animale.
Mi astengo - per non andare ot - di parlare di evoluzione se non relativamente a caccia e pesca.
Uno dei pilastri comuni a tutte le grandi religioni della Terra è rappresentato dalla compassione verso ogni essere vivente, da cui consegue il divieto di uccidere. In effetti, nella religione cristiana, il celebre quinto comandamento non pone limiti in questo senso: non dice "Non uccidere gli esseri umani".

Anzi, in realtà, la sua traduzione letterale dall'ebraico equivale a "Non commettere alcun genere di uccisione". Questo perché il Cristianesimo -- come il Buddhismo, l'Induismo, l'Islamismo e l'Ebraismo -- è una religione che, alle origini, faceva del vegetarianesimo uno dei fondamenti della sua dottrina.

Certo, ormai la maggior parte dei sacerdoti di queste religioni (tranne il Buddhismo e l'Induismo) tollera se non addirittura incoraggia l'uccisione di animali e il consumo delle loro carni. Ma forse è il caso di riflettere su quanto disse il Buddha nel Dhammapada: "In futuro, alcuni sciocchi sosterranno che io ho dato il permesso di mangiare carne, e che io stesso ne ho mangiata, ma io non ho permesso a nessuno di mangiare carne, non lo permetterò ora, non lo permetterò in alcuna forma, in alcun modo e in alcun luogo. E' incondizionatamente proibito a tutti".

"Mangiare la carne", spiegava Buddha, "spegne il seme della grande compassione". Pertanto, se si desidera avvicinarsi a Dio, che è compassione e amore perfetti, non si può non coltivare in sé questi sentimenti. E aggiunge il Buddha: "E' per sfuggire alle sofferenze della vita e per raggiungere la perfezione mistica che si pratica la meditazione.

Ma perché infliggere sofferenza agli altri, quando noi stessi cerchiamo di evitarla? Se non riuscirete a controllare la mente in modo da aborrire anche solo il pensiero di un atto brutale e dell'uccidere, non sarete mai in grado di sfuggire ai legami della vita di questo mondo. Come può colui che cerca, che spera di imparare a liberare gli altri, vivere della carne di esseri senzienti?"

Anche nei Veda, i testi sacri dell'Induismo, si possono leggere migliaia di ingiunzioni a non consumare carne, perché "si diventa degni della salvezza quando non si uccide alcun essere vivente". E non solo non lo si uccide, ma non lo si mangia neppure (ovviamente). Infatti, nei Veda si sostiene che è necessario astenersi dall'ingerire qualsiasi genere di carne, perché tale cibo implica sempre l'atto di uccidere e crea legami karmici. "Chi uccide gli animali", non può provare piacere nel messaggio della verità assoluta".

Secondo i Veda, insomma, l'uomo dovrebbe scorgere lo stesso principio della vita in tutti gli esseri viventi. E infatti, questi testi sacri descrivono incarnazioni di Dio in varie forme non umane, tra cui il pesce , il cavallo, la tartaruga, il cinghiale.

"La filosofia dei Veda" - e qui copio - scrive il professor Steven Rosen nel suo illuminante libro "Il vegetarianesimo e le religioni del mondo" (Gruppo Futura), riconosce appieno agli animali la capacità di raggiungere stati di spiritualità elevata. Si tratta di una tradizione religiosa che non promuove soltanto il vegetarianesimo, ma anche l'uguaglianza spirituale di tutti gli esseri viventi. Il vegetarianesimo non è altro che la conferma di questa consapevolezza: tutti gli esseri viventi sono spiritualmente uguali".

Anche il Corano esalta la compassione e la misericordia di Allah -- chiamato al-Raham, ovvero "l'infinitamente misericordioso" -- nei confronti di tutti gli esseri da lui creati, senza eccezioni. Lo stesso profeta Maometto, che era vegetariano e amava gli animali, disse: "Chi è buono verso le creature di Dio è buono verso se stesso".

Per quanto riguarda l'Ebraismo, nella Genesi l'alimentazione prescritta all'uomo è chiaramente vegetariana: "Ecco vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto che produce seme: saranno il vostro cibo" (1, 29). E ancora nella Genesi si legge: "Non dovreste mangiare la carne, con la sua vita, che è il sangue". E infatti, il popolo d'Israele si mantenne vegetariano per dieci generazioni, da Adamo a Noè.

Dopo che il diluvio universale ebbe distrutto tutta la vegetazione, Dio diede al suo popolo il permesso temporaneo di mangiare carne. Poi, per ristabilire l'alimentazione vegetariana, quando gli israeliti lasciarono l'Egitto, Dio fece cadere su di loro la manna, un alimento vegetale adatto a nutrirli durante il loro duro viaggio. Ma poiché gli israeliti continuavano a chiedere con insistenza la carne, Dio gliela diede, insieme però ad una peste fatale che colpì tutti coloro che ne mangiarono."

Per quanto riguarda il discorso valido che fai sui riti mattutini si potrebbe aprire un post a parte. sarebbe sicuramente amaro, ma interessante.

Ciao
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Vecchio 12-09-2006, 23.32.09   #13
S.B.
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Originalmente inviato da maxim
Ti dirò…
Io addirittura penso che se una “tradizione” non viene più sentita, pur nel rispetto di chi continua a sentirla, sia corretto abbandonarla. Non comprendo proprio il motivo per cui si debba fare una cosa solo perché si faceva un tempo, se quella cosa ora per me, non ha più senso. Un po’ come l’andare in chiesa e sposarsi con rito religioso non essendo religiosi…
..non trovi?...ma questo è altro discorso.

Veniamo a noi!

E’ corretto uccidere animali per divertimento? Ad una domanda “secca” come la tua rispondo di no. Non è corretto (chi sarò io poi per dire cosa e corretto o meno) uccidere per divertimento…mai!
…ma che ne penserebbe Wittgenstein del modo in cui hai posto la domanda? Che intendi per divertimento?...e soprattutto…se poi quell’animale ucciso oggi per “divertimento” ha lo stesso fine di quelli che si uccidevano un tempo per sopravvivenza?
Sviluppando la domanda vedrai che risulterà difficile rispondere come abbiamo risposto prima io e te.

Andar per boschi è un divertimento quando lo faccio di domenica con mia moglie…è un “divertimento” diverso quando lo faccio per caccia. E’ un divertimento che provoca delle sensazioni che ovviamente è difficile riportare a penna…come se tu chiedessi ad un montanaro cosa prova per quella sua montagna che ama così tanto o del perché un innamorato è innamorato.
Vuoi perché l’istinto venatorio è insito nell’uomo, vuoi perché il contatto più intimo con la natura penetra nel più profondo delle nostre origini fino quasi a scoprirne la nostra vera essenza biologica, la caccia provoca sensazioni che difficilmente ho riscontrato in qualsiasi altra attività che ho svolto nella mia vita…mi infastidisce sentire qualcuno che, pur difendendo la mia passione, mi paragona al più fanatico tifoso di calcio…no! Non è così…è tutt’altra cosa…io penso.
…e siccome la caccia è fatta di “sentire” come faccio io a farti sentire se tu non senti?...è un po’ come voler spiegare le sensazioni spirituali e l’esistenza di dio ad un ateo…non lo comprenderesti mai!
…e quegli animali presi per “divertimento” che fine fanno? Vanno a sostituire, pari pari, altri animali che dovrebbero invece essere uccisi per sopravvivenza. Il mio fagiano salva la vita ad un tuo pollo. La mia lepre salva la vita al tuo coniglio…il mio capriolo salva la vita a qualche altro essere vivente.

Abbiamo sviluppato un po’ il termine “divertimento”…chiamiamolo “divertimento venatorio”…
Perché allora secondo te non è corretto uccidere animali, in funzione di questo “divertimento venatorio”, nei termini e per i fini che abbiamo cercato di sviluppare?

PS: non fermarti alla domanda iniziale perché continuerei anch’io a risponderti che non è corretto uccidere per divertimento.

Guarda, io ho detto 'uccidere per divertimento è sbagliato' però non volevo dare ancora un giudizio sulla caccia, che tu hai definito 'divertimento venatorio'.
Potremmo provare ad analizzare la caccia come hai suggerito te, quasi un 'sentimento primordiale', basilare, come l'amore, come l'odio.
Quindi, tramite quest'analisi, non possiamo avere la certezza se questo sia giusto o sbagliato, ammesso che noi possiamo giudicare una cosa del genere.

Potremmo seguire la religione, ma quale?ci sono varie religioni e si contraddicono su questi punti, la stessa religione cristiana è contraddittoria, seguendo il vecchio testamento si trova 'non uccidere', mentre nel nuovo ad esempio Gesù da da mangiare i pesci alla sua folla.
Poi veramente la religione ci punirebbe perchè ogni giorno uccidiamo delle formiche o degli insetti?lo facciamo senza accorgercene, eppure ne siamo coscenti, allora non dovremmo più camminare?


Proviamo a vedere un altro punto di vista, un uomo che inizia a picchiare un cane per ucciderlo e vederlo soffrire commette un'azione malvagia, penso che su questo si possa essere d'accordo.
Ma un cacciatore che va a uccidere due fagiani per poi mangiarli alla sua tavola, potrebbe essere considerato come un agricoltore che coglie i frutti dal suo albero, cioè si potrebbe vedere gli animali come frutti della natura.
Di questo che ne pensate?

Non ho ancora una mia idea precisa sulla cosa, sto cercando di testare tutte le idee che ho a riguardo.
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Vecchio 13-09-2006, 10.11.19   #14
maxim
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Originalmente inviato da Patri15
Maxim, mi riferivo al rito pagano di offrire in sacrificio ad un dio un animale.
Mi astengo - per non andare ot - di parlare di evoluzione se non relativamente a caccia e pesca.
Uno dei pilastri comuni a tutte le grandi religioni della Terra è rappresentato dalla compassione verso ogni essere vivente, da cui consegue il divieto di uccidere. In effetti, nella religione cristiana, il celebre quinto comandamento non pone limiti in questo senso: non dice "Non uccidere gli esseri umani".

Anzi, in realtà, la sua traduzione letterale dall'ebraico equivale a "Non commettere alcun genere di uccisione". Questo perché il Cristianesimo -- come il Buddhismo, l'Induismo, l'Islamismo e l'Ebraismo -- è una religione che, alle origini, faceva del vegetarianesimo uno dei fondamenti della sua dottrina.

Certo, ormai la maggior parte dei sacerdoti di queste religioni (tranne il Buddhismo e l'Induismo) tollera se non addirittura incoraggia l'uccisione di animali e il consumo delle loro carni. Ma forse è il caso di riflettere su quanto disse il Buddha nel Dhammapada: "In futuro, alcuni sciocchi sosterranno che io ho dato il permesso di mangiare carne, e che io stesso ne ho mangiata, ma io non ho permesso a nessuno di mangiare carne, non lo permetterò ora, non lo permetterò in alcuna forma, in alcun modo e in alcun luogo. E' incondizionatamente proibito a tutti".

"Mangiare la carne", spiegava Buddha, "spegne il seme della grande compassione". Pertanto, se si desidera avvicinarsi a Dio, che è compassione e amore perfetti, non si può non coltivare in sé questi sentimenti. E aggiunge il Buddha: "E' per sfuggire alle sofferenze della vita e per raggiungere la perfezione mistica che si pratica la meditazione.

Ma perché infliggere sofferenza agli altri, quando noi stessi cerchiamo di evitarla? Se non riuscirete a controllare la mente in modo da aborrire anche solo il pensiero di un atto brutale e dell'uccidere, non sarete mai in grado di sfuggire ai legami della vita di questo mondo. Come può colui che cerca, che spera di imparare a liberare gli altri, vivere della carne di esseri senzienti?"

Anche nei Veda, i testi sacri dell'Induismo, si possono leggere migliaia di ingiunzioni a non consumare carne, perché "si diventa degni della salvezza quando non si uccide alcun essere vivente". E non solo non lo si uccide, ma non lo si mangia neppure (ovviamente). Infatti, nei Veda si sostiene che è necessario astenersi dall'ingerire qualsiasi genere di carne, perché tale cibo implica sempre l'atto di uccidere e crea legami karmici. "Chi uccide gli animali", non può provare piacere nel messaggio della verità assoluta".

Secondo i Veda, insomma, l'uomo dovrebbe scorgere lo stesso principio della vita in tutti gli esseri viventi. E infatti, questi testi sacri descrivono incarnazioni di Dio in varie forme non umane, tra cui il pesce , il cavallo, la tartaruga, il cinghiale.

"La filosofia dei Veda" - e qui copio - scrive il professor Steven Rosen nel suo illuminante libro "Il vegetarianesimo e le religioni del mondo" (Gruppo Futura), riconosce appieno agli animali la capacità di raggiungere stati di spiritualità elevata. Si tratta di una tradizione religiosa che non promuove soltanto il vegetarianesimo, ma anche l'uguaglianza spirituale di tutti gli esseri viventi. Il vegetarianesimo non è altro che la conferma di questa consapevolezza: tutti gli esseri viventi sono spiritualmente uguali".

Anche il Corano esalta la compassione e la misericordia di Allah -- chiamato al-Raham, ovvero "l'infinitamente misericordioso" -- nei confronti di tutti gli esseri da lui creati, senza eccezioni. Lo stesso profeta Maometto, che era vegetariano e amava gli animali, disse: "Chi è buono verso le creature di Dio è buono verso se stesso".

Per quanto riguarda l'Ebraismo, nella Genesi l'alimentazione prescritta all'uomo è chiaramente vegetariana: "Ecco vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto che produce seme: saranno il vostro cibo" (1, 29). E ancora nella Genesi si legge: "Non dovreste mangiare la carne, con la sua vita, che è il sangue". E infatti, il popolo d'Israele si mantenne vegetariano per dieci generazioni, da Adamo a Noè.

Dopo che il diluvio universale ebbe distrutto tutta la vegetazione, Dio diede al suo popolo il permesso temporaneo di mangiare carne. Poi, per ristabilire l'alimentazione vegetariana, quando gli israeliti lasciarono l'Egitto, Dio fece cadere su di loro la manna, un alimento vegetale adatto a nutrirli durante il loro duro viaggio. Ma poiché gli israeliti continuavano a chiedere con insistenza la carne, Dio gliela diede, insieme però ad una peste fatale che colpì tutti coloro che ne mangiarono."

Per quanto riguarda il discorso valido che fai sui riti mattutini si potrebbe aprire un post a parte. sarebbe sicuramente amaro, ma interessante.

Ciao

Tutti i grandi Illuminati che hai citato forse proprio grandi non lo erano oppure si sono abbagliati della loro stessa luce.

Tutto è vivo

La vita non è limitata al regno animale.
Perché quando queste straordinarie persone parlavano di esseri viventi, si riferivano esclusivamente ai loro simili?...perchè limitavano la loro visione alla carne?
Tremenda paura di perdere la propria di carne?

Dalla più microscopica particella atomica, all’erba che calpestiamo, quella che mangiamo…alla terra che ci sostiene, alla più alta montagna del mondo…tutto è perfettamente e straordinariamente vivente. Non c’è assolutamente nulla di “morto”. E’ differente solo la forma in cui si esprime, al nostro sentire, la vita.
Limitarla solamente a quelle forme che più ci assomigliano è incredibilmente assurdo.
Mi risulta incomprensibile come questi grandi illuminati abbiano saputo sconfiggere la paura della morte limitando la loro visione alla carne che è solo una parte del tutto VIVO che ci circonda.
Hanno profetizzato un Dio Maggiore che ha voluto che la nostra forma vivente traesse il suo sostentamento vitale migliore proprio dalla carne…perché come tutti ben sanno, se la carne di cui ci cibiamo, fosse cresciuta secondo i crismi più biologici che impone la natura, sarebbe la nostra maggiore forma di sostentamento.

Io voglio sapere perché quando voi ed i vostri Illuminati parlate di “esseri viventi” vi limitate solamente a quelli che hanno espressioni vitali simili alla nostra.
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Vecchio 13-09-2006, 10.49.18   #15
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Originalmente inviato da maxim
Tutti i grandi Illuminati che hai citato forse proprio grandi non lo erano oppure si sono abbagliati della loro stessa luce.

Tutto è vivo

La vita non è limitata al regno animale.
Perché quando queste straordinarie persone parlavano di esseri viventi, si riferivano esclusivamente ai loro simili?...perchè limitavano la loro visione alla carne?
Tremenda paura di perdere la propria di carne?

Dalla più microscopica particella atomica, all’erba che calpestiamo, quella che mangiamo…alla terra che ci sostiene, alla più alta montagna del mondo…tutto è perfettamente e straordinariamente vivente. Non c’è assolutamente nulla di “morto”. E’ differente solo la forma in cui si esprime, al nostro sentire, la vita.
Il giardino cerchera' poi di riprodurre il tutto in 'miniatura', vale a dire quell'essenza colta dalla contemplazione. Rocce, acqua, verde, ghiaia... Gli elementi del giardino giapponese si combinano senza simmetria ma in perfetto equilibrio, in contrasto ma senza effetti 'stridenti'. Limitarla solamente a quelle forme che più ci assomigliano è incredibilmente assurdo.
Mi risulta incomprensibile come questi grandi illuminati abbiano saputo sconfiggere la paura della morte limitando la loro visione alla carne che è solo una parte del tutto VIVO che ci circonda.
Hanno profetizzato un Dio Maggiore che ha voluto che la nostra forma vivente traesse il suo sostentamento vitale migliore proprio dalla carne…perché come tutti ben sanno, se la carne di cui ci cibiamo, fosse cresciuta secondo i crismi più biologici che impone la natura, sarebbe la nostra maggiore forma di sostentamento.

Io voglio sapere perché quando voi ed i vostri Illuminati parlate di “esseri viventi” vi limitate solamente a quelli che hanno espressioni vitali simili alla nostra.


Hai presente i giardini giapponesi?

Il giardino giapponese cerca di riprodurre, in uno spazio limitato, la illimitata bellezza della natura;
L'armonia, l'equilibrio sono le principali e necessarie regole della vita, quella umana , quella vegetale e quella minerale. La progettazione di un giardino giapponese parte dall'osservazione di un paesaggio, per coglierne l'essenza, studiare le emozioni che suscita.

Il giardino cerchera' poi di riprodurre il tutto in 'miniatura', vale a dire quell'essenza colta dalla contemplazione. Rocce, acqua, verde, ghiaia... Gli elementi del giardino giapponese si combinano senza simmetria ma in perfetto equilibrio, in contrasto ma senza effetti 'stridenti'.

Su questa ricerca di equilibri si va ad installare il simbolo, la riflessione della filosofia, creando cosi' un universo di significati che si fonde con l'aspetto emozionale. Piccoli camei verdi, percorsi meditativi, delicatezza di forme e profondita' di senso: un giardino giapponese.

Se vogliamo accostarci al concetto di armonia, possiamo ammettere che caccia e pesca sono un po' stonate?

Ma la natura di cui noi siamo parte non dovrebbe essere una ricerca di emozioni positive, di contemplazione?

La distruzione è ben altri.
Ciao
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Vecchio 13-09-2006, 14.38.06   #16
S.B.
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Hai presente i giardini giapponesi?

Il giardino giapponese cerca di riprodurre, in uno spazio limitato, la illimitata bellezza della natura;
L'armonia, l'equilibrio sono le principali e necessarie regole della vita, quella umana , quella vegetale e quella minerale. La progettazione di un giardino giapponese parte dall'osservazione di un paesaggio, per coglierne l'essenza, studiare le emozioni che suscita.

Il giardino cerchera' poi di riprodurre il tutto in 'miniatura', vale a dire quell'essenza colta dalla contemplazione. Rocce, acqua, verde, ghiaia... Gli elementi del giardino giapponese si combinano senza simmetria ma in perfetto equilibrio, in contrasto ma senza effetti 'stridenti'.

Su questa ricerca di equilibri si va ad installare il simbolo, la riflessione della filosofia, creando cosi' un universo di significati che si fonde con l'aspetto emozionale. Piccoli camei verdi, percorsi meditativi, delicatezza di forme e profondita' di senso: un giardino giapponese.

Se vogliamo accostarci al concetto di armonia, possiamo ammettere che caccia e pesca sono un po' stonate?

Ma la natura di cui noi siamo parte non dovrebbe essere una ricerca di emozioni positive, di contemplazione?

La distruzione è ben altri.
Ciao

Secondo me non stonano nell'armonia, la natura ha messo una scala piramidale di prede e predatori, anche un serpente che mangia un topo stonerebbe in quel contesto, ma è parte armonica della natura, non penso che l'armonia escluda le cose più brutte, paesaggi decadenti possono sembrare estremamente armonici nella loro 'bruttezza'.
S.B. is offline  
Vecchio 13-09-2006, 17.08.37   #17
Mary
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Anche gli uomini, oggi meno di ieri, sono prede come tutti gli altri animali.

Questo è un dato di fatto. La differenza oggi sta nella perdita totale, o quasi, del legame dell'uomo con l'ospite Terra. Il rispetto della vita equivale al rispetto della morte. Macellare un animale allevato in condizioni di estrema sofferenza trovo sia "fuori gioco" fuori del gioco della vita. Ovvero regole sleali.

La caccia e la pesca erano mezzi di sostentamento, oggi sono uno "sport". Per me sport è saltare cinque metri con un'asta, fare a nuoto in pochi secondi una vasca, 100 metri in 10 secondi, scalare una montagna. Mai può essere uno sport uccidere. Anche se molti soldati si divertono ad ammazzare.

Io strappo l'erbaccia che infesta il mio orto ma mai mi verrebbe in mente di strappare la foglia ad un albero per divertimento o per noia. Neppure i fiori amo raccogliere.

Preoccuparsi della sofferenza degli animali e delle piante di cui ci nutriamo è importante per mantenerne il rispetto, ma più importante è non mettersi nel piatto una bistecca da mezzo chilo e poi gettarne la metà nella spazzatura.

Mentre lavo l'insalata dico: grazie per il tuo sacrificio. Grazie per essere quel che sei.

ciao
mary
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Vecchio 13-09-2006, 18.25.51   #18
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Secondo me non stonano nell'armonia, la natura ha messo una scala piramidale di prede e predatori, anche un serpente che mangia un topo stonerebbe in quel contesto, ma è parte armonica della natura, non penso che l'armonia escluda le cose più brutte, paesaggi decadenti possono sembrare estremamente armonici nella loro 'bruttezza'.

Quello che intendo dire è che la ricerca dell'armonia nella natura è più di una musica; noi viviamo in un mondo devastato e devastato dall'uomo.
Non è il serpente che si nutre di del topo o il ragno della mosca a turbare la bellezza della natura (là dove ancora si può cogliere): siamo noi - essere umani -
che ne ignoriamo l'importanza.

Certo, seguendo le regole di Maxim, dovremmo prima fare una colossale protesta contro le macellazioni, gli allevamenti industriali, le vivisezioni e tutte quelle torture che vengono propinate agli altri in generale -perchè anche l'uomo è ben poco fratello dell'altro uomo.

Poi, perchè no? potremmo coltivare in pace il nostro orticello, armarci di canna da pesca e/o di fucile per provvedere alla nostra sopravvivenza.
Ma così come stanno le cose, aggiungere la caccia e la pesca al macello industriale CHE SENSO HA?
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Vecchio 13-09-2006, 18.59.50   #19
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Quello che intendo dire è che la ricerca dell'armonia nella natura è più di una musica; noi viviamo in un mondo devastato e devastato dall'uomo.
Non è il serpente che si nutre di del topo o il ragno della mosca a turbare la bellezza della natura (là dove ancora si può cogliere): siamo noi - essere umani -
che ne ignoriamo l'importanza.

Certo, seguendo le regole di Maxim, dovremmo prima fare una colossale protesta contro le macellazioni, gli allevamenti industriali, le vivisezioni e tutte quelle torture che vengono propinate agli altri in generale -perchè anche l'uomo è ben poco fratello dell'altro uomo.

Poi, perchè no? potremmo coltivare in pace il nostro orticello, armarci di canna da pesca e/o di fucile per provvedere alla nostra sopravvivenza.
Ma così come stanno le cose, aggiungere la caccia e la pesca al macello industriale CHE SENSO HA?

Ora stiamo parlando di due cose diverse, caccia non significa sterminare degli animali sconvolgendo l'equilibrio biologico, questo lo fa il bracconaggio, la caccia è regolamentata in precise zone e periodi, non è uno sconvolgimento della natura.

Io la vedo così, noi uomini che viviamo sulla terra siamo come degli ospiti a cui il padrone di casa dice: 'fate come se foste a casa vostra', ora noi possiamo usufruire dei suoi beni, ma abbiamo il dovere di non 'rovinarli', possiamo mangiare il suo cibo, cucinare nel suo forno, ma non possiamo rompergli la credenza, se lo facciamo dobbiamo cercare di aggiustarla.

Gli animali sono una risorsa che ci fornisce la terra, noi possiamo usufruirne, con la dovuta cautela, cercando di non alterare l'equilibrio pre esistente.
Tu dici che viviamo in un mondo devastato, devastato dall'uomo, sicuramente questo è vero, però non penso che sia la caccia regolamentata il problema della devastazione mondiale.

Secondo me il problema più interessante resta quello del valore degli animali in relazione all'uomo, se è solo un valore pratico o anche di altra natura, su quali diritti devono avere gli animali e soprattutto quando lo scopo giustifica la loro uccisione.
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Vecchio 13-09-2006, 22.04.31   #20
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Ora stiamo parlando di due cose diverse, caccia non significa sterminare degli animali sconvolgendo l'equilibrio biologico, questo lo fa il bracconaggio, la caccia è regolamentata in precise zone e periodi, non è uno sconvolgimento della natura.

Io la vedo così, noi uomini che viviamo sulla terra siamo come degli ospiti a cui il padrone di casa dice: 'fate come se foste a casa vostra', ora noi possiamo usufruire dei suoi beni, ma abbiamo il dovere di non 'rovinarli', possiamo mangiare il suo cibo, cucinare nel suo forno, ma non possiamo rompergli la credenza, se lo facciamo dobbiamo cercare di aggiustarla.

Gli animali sono una risorsa che ci fornisce la terra, noi possiamo usufruirne, con la dovuta cautela, cercando di non alterare l'equilibrio pre esistente.
Tu dici che viviamo in un mondo devastato, devastato dall'uomo, sicuramente questo è vero, però non penso che sia la caccia regolamentata il problema della devastazione mondiale.

Secondo me il problema più interessante resta quello del valore degli animali in relazione all'uomo, se è solo un valore pratico o anche di altra natura, su quali diritti devono avere gli animali e soprattutto quando lo scopo giustifica la loro uccisione.

E' proprio di questo scopo S.B., di cui sto parlando: dal momento che in qualsiasi città o paesino trovi macellerie, o ipermercati, dal momento che ci sono allevamenti intensivi, noi non abbiamo bisogno di cacciarli gli animali, cioè non moriamo certo di fame.

Dovremmo invece far cessare quella barbarie, quella carneficina, anzichè dirci: beh, io, visto come sono trattati gli animali al macello, me li vado a cacciare da solo.
Oltre a tutto chi ci ha dato il diritto di ritenerci superiori? Per via della parola, l'uomo si ritiene così superiore da arrogarsi di uccidere? E tutti gli animali morti dopo essere vissuti in allevamenti intensivi dove non hanno lo spazio per muoversi, con la luce anche di notte ecc.. se noi ne andiamo a cacciare altri nei boschi, per cosa sono morti, poveri esseri?

Tu ti chiedi quale è il valore degli animali relativamente agli umani. Secondo me dovrebbe essere una convivenza fatta di rispetto.

Per di più non riesco a pensare di conoscere questa terra su cui viviamo senza osservare come interagiscono tra loro gli animali. Ci sono svariati momenti in cui credo che noi, uomini, dovremmo da loro imparare.
Ciao,
Patri15 is offline  

 



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