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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 26-10-2006, 23.58.33   #11
Lucio Musto
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Riferimento: scuola mussulmana a Milano

Citazione:
Originalmente inviato da schebi
Un quadro fedelissimo del comportamento italiano in generale ma noi che facciamo? ci adeguiamo? aspettiamo che qualcosa cambi? non sarebbe ora soprattutto da noi giovani (insomma...? più o meno giovani) provare a fare sentire lanostra voce su quello che non ci va bene?


Si, secondo me. Noi giovani e meno giovani dovremmo esttamente fare questo. Cercare di far sentire la nostra voce, nel nostro piccolo, e cercare di farla penetrare nel cuore di chi ci sta intorno.
Pronti a desistere se rimanesse inascoltata, pronti ad alimentarla se la "causa" si rivelasse condivisa.

Esempio?... Se una dozzina di persone cui quella scuola non andava a genio avessero messo un tavolinetto lì davanti, per raccogliere firme per una petizione al Comune o chi di dovere, forse non sarebbe successo niente. Sarebbero rimaste davanti all'edificio a prendere freddo ed indifferenza per una settimana e poi sarebbero tornate scornate a casa: segno che la loro protesta era balorda.

Oppure si sarebbero trovati alla prima sera con cinquecento firme e cinque tavolini ed il giorno dopo con duemila firme e cento volontari disposti a fare i turni, e tre giorni dopo nel TG regionale. Una settimana dopo, con cinquantamila firme e tavolini in venti città d'Italia.
I Media, le Questure e le Autorità sarebbero state costrette ad affrontare il problema.
Perché una protesta intelligente si impone all'attenzione.

Io non so se quella della scuola araba sia una causa giusta o sbagliata, dico solo che vince chi ha più convincimento nelle sue idee, ed è disposto a faticare per esse e sacrificarsi.
Non chi aspetta che l'iniziativa degli altri lo sommerga.
Lucio Musto is offline  
Vecchio 18-03-2008, 17.29.40   #12
kiccasinai
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Thumbs down Riferimento: scuola mussulmana a Milano

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Originalmente inviato da padulo
Semplicemente che continua l'islamizzazione dell'Italia.....con il pieno appoggio di certi personaggi nostrani......
Provate a organizzare qualcosa del genere (scuola cattolica) in un paese musulmano e.......AUGURI!!!!!


leggetevi questo articolo prima di sentenziare frasi xenofobe che dimostrano la vs superficialita'!

In Egitto ben 9 scuole italiane

Scritto da Massimiliano Pace

Dopo la polemica sull'apertura della scuola islamica a Milano
In Egitto ben 9 scuole italiane
Sono considerate come un grande arricchimento culturale alternativo a quello arabo
Quanti italiani ci sono sparsi per il mondo, dispersi nei cinque continenti, insediati e radicati in altre culture? Circa 60 milioni, compresi di figli e pronipoti nati da matrimoni misti e dunque di origini italiane. È chiaro che si tratta di una emigrazione composita avvenuta nel corso di oltre un secolo e dunque di un processo migratorio vecchio e in forte attenuazione. Oggi il pronipote del trisavolo italiano emigrato ai primi del ’900 si trova in una realtà naturale, in una patria diversa da quella degli antenati ma pur sempre patria che dà formazione, cittadinanza, tradizioni.
Sembra scontato immaginare l’italiano emigrato in Europa, negli Stati Uniti, in Australia, in Venezuela, nell’America Latina, ma pensare all’italiano in Egitto forse non è fra le associazioni prioritarie del nostro cervello. Specie se tra i dibattiti più accesi di questi giorni figura quello sull’apertura di una scuola araba voluta da egiziani a Milano. Allora ci si chiede: possiamo fare tanta polemica di massa ma anche politica quando gli italiani in Egitto e gli egiziani hanno a disposizione ben nove istituti scolastici dislocati nella capitale e ad Alessandria d’Egitto? Scuole libere, legalmente riconosciute che hanno origine nel periodo in cui in Egitto viveva una numerosa ed attiva comunità italiana nata nel lontano 1821 e cresciuta seguendo varie tappe rilevanti. Nel corso di un secolo e mezzo infatti, da un esile gruppo di italiani si è arrivati ad una comunità di circa 55.000 persone, formata in moltissimi casi da imprenditori e capi d'azienda di ricche imprese di costruzioni. Dallo scoppio della seconda guerra mondiale iniziano però gli scontri con gli inglesi, nemici dell’Italia, e con il colpo di stato del 1952 seguito dal divieto alle società pubbliche e private di dar lavoro agli europei inizia un vero e proprio rimpatrio della comunità italiana d’Egitto. È bene ricordare che gli italiani in Egitto non erano visti dagli stessi egiziani come colonizzatori, proprio perché gli stretti rapporti di amicizia avevano reso la comunità partecipe alla vita sociale, considerando che sono stati molti gli italiani ad essersi resi celebri, come Ungaretti, per attività svolte in Egitto. Ma soprattutto gli italiani hanno portato la loro cultura e la loro lingua che ancora oggi affascina profondamente gli egiziani che scelgono di studiarla e di approfondirla nelle varie scuole italiane rimaste nei due centri maggiori. Di notevole importanza è la scuola di lingua italiana presente ad Alessandria e intitolata a Dante Alighieri. Questa viene frequentata per la maggioranza da studenti universitari, ma anche da insegnanti, medici, avvocati, guidati da docenti donne fra cui due italiane. Da parte degli egiziani vi è dunque un grande interessamento non solo per la lingua, ma anche per i costumi, gli usi, la cucina, la musica, la moda. Su un blog interessante troviamo la testimonianza di un egiziano cresciuto in Egitto che ha frequentato una scuola religiosa cattolica italiana. Sherif El Se baie si è diplomato in questa scuola gestita dai Salesiani, studiando su libri e programmi italiani, con docenti italiani, pur essendo musulmano. Ed è contento di questo grande arricchimento culturale alternativo a quello arabo. Altri istituti italiani presenti nel mondo arabo li possiamo individuare in Arabia Saudita, dove ci sono tre istituti legalmente riconosciuti; in Libia ve ne sono 4 come pure in Iran e in Tunisia; ben 6 in Marocco e 2 in Pakistan.

Massimiliano Pace

Fonte: 7magazine.it



consiglio...prima di parlare...fermita,respira e pensa....farai meno danni
kiccasinai is offline  
Vecchio 18-03-2008, 19.13.32   #13
Lady Macbeth
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Riferimento: scuola mussulmana a Milano

Citazione:
Originalmente inviato da kiccasinai
leggetevi questo articolo prima di sentenziare frasi xenofobe che dimostrano la vs superficialita'!

In Egitto ben 9 scuole italiane

Scritto da Massimiliano Pace

Dopo la polemica sull'apertura della scuola islamica a Milano
In Egitto ben 9 scuole italiane
Sono considerate come un grande arricchimento culturale alternativo a quello arabo
Quanti italiani ci sono sparsi per il mondo, dispersi nei cinque continenti, insediati e radicati in altre culture? Circa 60 milioni, compresi di figli e pronipoti nati da matrimoni misti e dunque di origini italiane. È chiaro che si tratta di una emigrazione composita avvenuta nel corso di oltre un secolo e dunque di un processo migratorio vecchio e in forte attenuazione. Oggi il pronipote del trisavolo italiano emigrato ai primi del ’900 si trova in una realtà naturale, in una patria diversa da quella degli antenati ma pur sempre patria che dà formazione, cittadinanza, tradizioni.
Sembra scontato immaginare l’italiano emigrato in Europa, negli Stati Uniti, in Australia, in Venezuela, nell’America Latina, ma pensare all’italiano in Egitto forse non è fra le associazioni prioritarie del nostro cervello. Specie se tra i dibattiti più accesi di questi giorni figura quello sull’apertura di una scuola araba voluta da egiziani a Milano. Allora ci si chiede: possiamo fare tanta polemica di massa ma anche politica quando gli italiani in Egitto e gli egiziani hanno a disposizione ben nove istituti scolastici dislocati nella capitale e ad Alessandria d’Egitto? Scuole libere, legalmente riconosciute che hanno origine nel periodo in cui in Egitto viveva una numerosa ed attiva comunità italiana nata nel lontano 1821 e cresciuta seguendo varie tappe rilevanti. Nel corso di un secolo e mezzo infatti, da un esile gruppo di italiani si è arrivati ad una comunità di circa 55.000 persone, formata in moltissimi casi da imprenditori e capi d'azienda di ricche imprese di costruzioni. Dallo scoppio della seconda guerra mondiale iniziano però gli scontri con gli inglesi, nemici dell’Italia, e con il colpo di stato del 1952 seguito dal divieto alle società pubbliche e private di dar lavoro agli europei inizia un vero e proprio rimpatrio della comunità italiana d’Egitto. È bene ricordare che gli italiani in Egitto non erano visti dagli stessi egiziani come colonizzatori, proprio perché gli stretti rapporti di amicizia avevano reso la comunità partecipe alla vita sociale, considerando che sono stati molti gli italiani ad essersi resi celebri, come Ungaretti, per attività svolte in Egitto. Ma soprattutto gli italiani hanno portato la loro cultura e la loro lingua che ancora oggi affascina profondamente gli egiziani che scelgono di studiarla e di approfondirla nelle varie scuole italiane rimaste nei due centri maggiori. Di notevole importanza è la scuola di lingua italiana presente ad Alessandria e intitolata a Dante Alighieri. Questa viene frequentata per la maggioranza da studenti universitari, ma anche da insegnanti, medici, avvocati, guidati da docenti donne fra cui due italiane. Da parte degli egiziani vi è dunque un grande interessamento non solo per la lingua, ma anche per i costumi, gli usi, la cucina, la musica, la moda. Su un blog interessante troviamo la testimonianza di un egiziano cresciuto in Egitto che ha frequentato una scuola religiosa cattolica italiana. Sherif El Se baie si è diplomato in questa scuola gestita dai Salesiani, studiando su libri e programmi italiani, con docenti italiani, pur essendo musulmano. Ed è contento di questo grande arricchimento culturale alternativo a quello arabo. Altri istituti italiani presenti nel mondo arabo li possiamo individuare in Arabia Saudita, dove ci sono tre istituti legalmente riconosciuti; in Libia ve ne sono 4 come pure in Iran e in Tunisia; ben 6 in Marocco e 2 in Pakistan.

Massimiliano Pace

Fonte: 7magazine.it



consiglio...prima di parlare...fermita,respira e pensa....farai meno danni

Tanto di cappello
Sinceramente non capisco perchè tutto questo problema...gli ebrei hanno le loro scuole qui in Italia, eppure nessuno si permette di accusarli e attaccarli. Secondo me invece sarebbe un modo per integrare senza far perdere le proprie radici...e magari anche un momento di confronto culturale tra bambini cristiani, islamici, italiani e non.
Fossi in voi starei attenta a non fare tutta l'erba un fascio, perchè sono questi atteggiamenti che acuiscono il fantomatico "scontro di civiltà" che (mio personalissimo parere) teste di c**** come Bush e Bin Laden predicano; è vero che sulla scena mondiale ormai 9 volte su 10 quando si parla di Islam è collegato al terrorismo internazionale, ma è anche vero che i mass media distorcono la percezione a favore di ciò che vogliono evidenziare (esempio: il periodo in cui ogni giorno c'era una violenza sessuale in Italia..io nn credo si siano svegliati tt i maniaci in quel periodo, purtroppo succede tutto l'anno, ma l'attenzione dei telegiornali è stata focalizzata su quel problema soprattutto in quelle 2-3 settimane al punto che sembrava la piaga del momento)...a questo punto, mi viene spontaneo chiedere: voi quanto sapete dell'islam oltre a quello che sentite in TV? Per attaccare bisogna conoscere, è una regola, altrimenti si fanno solo discorsi a vanvera.
Un ultima cosa...vorrei invitare a non fare l'erba un fascio anche in merito agli extracomunitari brutti cattivi e ingrati, perchè sono discorsi da Lega e che non vanno da nessuna parte: l'onestà e la malvagità vanno oltre la bandiera, la cultura e la religione (vogliamo forse ricordare i cari nostri compaesani che hanno esportato la mafia in America?).
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Vecchio 18-03-2008, 20.02.58   #14
ulysse
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Riferimento: scuola mussulmana a Milano

Giustamente, la nostra costituzione garantisce libertà di culto e di opinione...quindi ognuno si faccia le sue scuole.
Già abbiamo scuole cattoliche e buddiste!

Accade che in certi altri paesi questo non è garantito: infatti i vari libvelli di civiltà sono raggiunti per gradi dalle diverse popolazioni...e alcune popolazioni e relativi stati sono ancora indietro.

Del resto la civiltà non la si puo' imporre!...se si potesse...anche noi, globalmente intendo e per tutte le regioni, saremmo ad un livello superiore magari anche senza pretese distinzioni di nord e sud.

Un problema per queste scuole sarà poi il riconoscimento dei diplomi rilasciati: a quanto pare, se il ministero ha dato parere favorevole alla scuola elementare e media esclusiva per i figli di musulmani...comunque di cultura araba, significa che poi riconoscerà ufficialmente i relativi diplomi ..licenza elmentare e licenza media in base ai quali potranno accedere alla scuola superiore.

SUPPONGO ANCHE CHE L'ACCESSO ALLE SCUOLE SUPERIORI POTRA' AVVENIRE SOLO PREVIO ACCERTAMENTO ...ESAME ...DELL'ACQUISIZIONE DELLE CONOSCENZE, ABILITA' E CAPACITA' PREVISTE (O GARANTITE!!!) DAI CORISPONDENTI DIPLOMI RILASCIATI NELLA SCUOLA PUBBLICA NOSTRA E AVENTI VALORE LEGALE.

Voglio dire...e ribadire... che nessuno ti nega di avere una tua scuola (infatti le scuole confessionali cattoliche son permesse)...ove non si perdono le radici...ma se vuoi un riconoscimento pubblico, qualunque sia l'esigenza, devi presentare documenti che attestino conoscenze e abilità al livello delle conoscenze e abilità che attestano i corrisponsdenti documenti rilasciati dalla nostra scuola pubblica...anche se, sconsolatamente, tali livelli, oggi da noi, non sono poi così eccelsi.

In realtà noi in italia,... e tutte le istituzioni produttive o di ricerca occidentali... siamo ingordi di matematici, informatici, ingegneri laureati alla università di Bombay o in altra ecellente università indiana.

Se anche le scuole islamiche raggiungeranno eccellenza analoga ben vengano...altrimenti sono destinate ad essere scuole confessionali di nicchia...se non diventano covo di terrorismo come lo sono certe moschee...e certamente su questo gli organi di polizia dovranno vigilare.

Del resto una nostra opposizione o presunta opposizione..contribuirebbe proprio a creare tali covi col senso di vittimismo che ne conseguirebbe.

Sul piano sociale certo le scuole separate non favoriscono il melting-pot... non favoriscono l'auspicato inserimento sociale che non possiamo obbligare, ma che possiamo solo ottenere dando e meritando fiducia...

....tanto, con qualunque governo o legge, il mare non lo possiamo chiudere ed i barconi degli affamati del mondo continueranno ad arrivare.

Se ci mostreremo sempre sospettosi ed allergici allo straniero..al barbaro in senso latino e romano, se innalzeremo noi e loro muri a dividerci gelosi delle rispetive culture ...sfocieranno anche da noi nella ribellione della seconda e terza generazione come accade in inghilterra e in francia.

Ad un certo punto, se noi saremo accoglienti..e riconoscenti dei meriti quando ci sono, anche i musulmani separatisti si accorgeranno che mantenersi separati...proprio a loro non conviene...noi siamo comunque in numero superiore..ed abbiamo mezzi di comunicazione invasivi al massimo
Si accorgeranno che se vogliono superare il livello di vù cumprà o donne delle pulizie devono acquisire la nostra cultura...per lo meno il nostro sapere pratico e tecnologico...che le nostre scuole forniscono..che le nostre aziende, associazioni e università forniscono: si acorgeranno insomma che mantenersi separati significa mantenersi al fondo...così per lo meno succede in tutti i processi di immigrazione.

Sospetto che solo i figli dei petrolieri frequenteranno scuole musulmane ad hoc...se non per studi coranici

D'altra parte io non ci ho mai provato e non ne ho esperienza, ma restare fuori dal comune vivere sociale e dalla legge deve essere cosa estremamente stancante se non sei sorretto da una forte ideologia integralista...ed è questo che noi dobbiamo evitare...opponendo la tolleranza ...credo.

Ho poi una grande fiducia nelle donne: è vero che le donne musulmane anche da noi portano ancora il velo...per affermare la loro identità...o perchè imposte dall'uomo....ma prima o poi...

Se poi i piu' vogliono anche studiare il corano e inginocchiarsi verso la Mecca 5 volte al giorno..o pregare nelle loro moschee ...non vedo perchè impedirglielo.
ciao
ulysse is offline  
Vecchio 19-03-2008, 00.22.08   #15
frollo
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Riferimento: scuola mussulmana a Milano

Sono totalmente indifferente al problema, in quanto mi sembra che non ci sia alcun problema. In Italia ci sono delle scuole straniere: c'è la scuola francese, quella tedesca (molto buona, tra l'altro), c'è quella inglese e quella di quasi tutti i paesi accreditati diplomaticamente, così come in quasi tutti i paesi esteri c'è una scuola italiana (se io lavorassi all'estero, probabilmente le mie figlie frequenterebbero una scuola straniera, che almeno darebbe loro una formazione più cosmopolita e un'accasione in più da spendere nei curricula).
L'unica cosa che mi lascia perplesso è la connotazione religiosa. Mi aspetterei di trovare una scuola Egiziana, una turca, una iraniana, con lingua e programmi del paese che la caratterizza, ma "mussulmana" mi sembra una definzione generica e fatta artatamente per creare polemiche. In fondo anche nella nostra scuola "cattolica", le materie di studio e i programmi sono uguali a quella pubblica. E poi se la scuola libanese, piuttosto che Giordana o Iraniana, ha una forte caratterizzazione religiosa... peggio per loro, ma in generale questo non mi sembra un peccato capitale!
frollo is offline  
Vecchio 19-03-2008, 10.01.58   #16
Lucio Musto
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Originalmente inviato da ulysse
Giustamente, la nostra costituzione garantisce libertà di culto e di opinione......
...
...
SUPPONGO ANCHE CHE L'ACCESSO ALLE SCUOLE SUPERIORI POTRA' AVVENIRE SOLO PREVIO ACCERTAMENTO ...ESAME ...DELL'ACQUISIZIONE DELLE CONOSCENZE, ABILITA' E CAPACITA' PREVISTE (O GARANTITE!!!) DAI CORISPONDENTI DIPLOMI RILASCIATI NELLA SCUOLA PUBBLICA NOSTRA E AVENTI VALORE LEGALE.

...


Le preoccupazioni espresse da "ulysse" mi sembrano fondate, ed ampiamente condivisibili.
Giustamente nel mondo moderno la meritocrazia è ineludibile praticamente in ogni settore sociale e quindi le scuole dovrebbero operarsi per dare a diplomi e licenze e lauree la dignità di garanzia del giusto livello di preparazione effettivamente raggiunto dai discenti.

Ma ahimé, questo dovrebbe essere vero non solo per i percorsi formativi nuovi, diversi, o inusuali, ma anche, e primariamente, per il ciclo di studi usuale, quello canonicamente previsto dal nostro ordinamento scolastico per tutti i cittadini!

Invece, risultiamo essere fra i più impreparati di tutti i popoli ad “alta civilizzazione”, fra i più superficiali, fra i più faciloni.
Le certificazioni rilasciate dai nostri istituti diventano, nel mondo del lavoro, sempre più carta straccia; le nostre università, una volta prestigiose, sono ormai zimbello ed argomento privilegiato di barzellette e vignette satiriche e la cultura media dei nostri diplomati, laureati e notabili del sociale è oggetto di sberleffo e materia per trasmissioni televisive scandalistiche e scanzonate.

Non intendo parlare delle eccellenze, che comunque ci sono, continueranno ad esserci e c’erano anche prima della nascita dell’istruzione pubblica.
Il genio che inventò la ruota lo fece senza nessun prestigioso master alle spalle.
Ma mi riferisco a tutti gli altri, quelli destinati a tirare, tutti assieme, la carretta della Nazione.

E non mi sembra appropriato strumentalizzare il problema e cercare di scaricare le responsabilità di tanto attuale sfascio dell’istruzione italiana sulle scuole confessionali o su quelle gestite da ordini ecclesiastici o alla presenza o meno dell’oretta di religione nell’orario settimanale.

Il vero problema è che troppe volte, negli ultimi (e non pochi ultimi!) anni l’istruzione scolastica è stato strumento di potere politico e merce elettorale di scambio piuttosto che strumento di avanzamento culturale della nazione e preparazione dei nostri giovani al mondo del lavoro ed in esso alla competizione internazionale, nel “villaggio sempre più globale” in cui viviamo.

Troppe volte, spinte partitiche hanno imposto di demonizzare e demolire quanto fatto in precedenza ed interessi di facciata hanno prodotto raffazzonate “riforme” e “rivoluzioni” assai poco ponderate ed illuminate!
La preparazione degli intelletti impegna decenni di vita, non la si può stravolgere con la moda stagionale!... e nemmeno per conquistare un evanescente mucchietto di schede elettorali!

Plaudo quindi all’idea di accertamenti di preparazione, rigorosi controlli e rigidi sbarramenti per l’accesso ai livelli superiori, esami, verifiche… quello che ci pare!... ma che tutto sia fatto in funzione e nell’interesse della preparazione professionale dei discenti, mai per manfrine ideologiche, o razziali o campanilistiche.

Scuole di partito o di parrocchia, o senza partito e senza parrocchia, quello che conta è che alla fine il “pezzo di carta” abbia un significato, rappresenti davvero qualcosa, valido per tutti, e non sia solo un pezzo di carta!

Una assoluta, seria, corretta, imparziale severità, sarà poi si, quella, a selezionare le “scuole”, privilegiando in una sana competizione quelle in cui si studia e si apprende su quelle tenute su solo da motivi di opportunità o, peggio, da mazzette.

Ultimo, drammatico dubbio: ma sarà ancora possibile oggi in Italia chiedere ai politici che andiamo ad eleggere serietà, correttezza, imparzialità e severità?... o stiamo discettando del sesso degli angeli?

Grazie per avermi letto.

Lucio Musto 19 marzo 2008
Lucio Musto is offline  

 



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