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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 06-05-2007, 19.40.41   #41
c&Nt0s
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Data registrazione: 18-04-2007
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Riferimento: Credi o no?

Citazione:
originalmente inviato da Socrate78
innanzitutto io noto che il mondo che percepiamo non è un insieme caotico di eventi, ma tutto ciò che accade mi sembra obbedire ad un preciso scopo

Mi piacerebbe sapere quale scopo.



Citazione:
originalmente inviato da Socrate78
Ora io ritengo che tutto questo non sia affatto casuale, ma sia il frutto di un'intelligenza divina che ha programmato ogni evento orientandolo ad un preciso fine.

Mah..una visione abbastanza riduttiva della realtà, è come definire il mondo un "effetto domino" programmato da qualcuno di molto annoiato.

Citazione:
originalmente inviato da Socrate78
Dire che il mondo sia frutto del caso mi sembra poco ragionevole: sarebbe un po' come affermare che un libro stupendo si sia creato da solo, senza l'intervento di una mente che ha messo insieme le lettere (leggi: le molecole, le cellule, ecc.) per ottenere un progetto sensato.

Beh..il mondo di certo sembra tutto fuorchè un progetto sensato..più caotico che elegante e ragionevole.
E poi..un grande libro spesso, o meglio sempre, deriva da esperienze della mente che lo scrive...una vita..un percorso..
Alquanto riduttivo anche questo nei confronti di Dio, considerato perfetto, antiempirico e trascendentale...
Quindi è poco credibile basarsi sulla razionalità per credere in Dio..quando la fede è qualcosa di puramente irrazionale..
c&Nt0s is offline  
Vecchio 07-05-2007, 11.36.49   #42
Socrate78
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Unhappy Riferimento: Credi o no?

Se è poco credibile dimostrare con la ragione l'esistenza di Dio, è altrettanto aleatorio mostrare con sicurezza che non esiste nessun Dio. Comunque non sono affatto convinto che la razionalità non possa dir nulla sulla fede religiosa: questo secondo me è un pregiudizio filosofico che deriva dal filosofo Kant, che nella Critica alla ragion pura ha ristretto il campo conoscitivo ai soli enti sensibili.
Eppoi non sono d'accordo sulla definizione di fede come atto irrazionale: semmai si può dire che va "oltre la ragione", mentre l'aggettivo "irrazionale" indica ciò che è "contro la ragione" e quindi, in sostanza, ciò che è assurdo.
Ciao
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Vecchio 07-05-2007, 15.33.08   #43
c&Nt0s
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Riferimento: Credi o no?

Citazione:
originalmente inviato da Socrate78
Se è poco credibile dimostrare con la ragione l'esistenza di Dio, è altrettanto aleatorio mostrare con sicurezza che non esiste nessun Dio.

Non ho tentato di dimostrare nulla..tantomeno l'inesistenza di Dio..semplicemente, anche se mi ritengo non credente,(almeno per quanto riguarda la religione cattolica), ho posto un dubbio lecito dove il discorso sembrava fosse il più inattaccabile possibile visto nella tua ottica.

Citazione:
originalmente inviato da Socrate78
questo secondo me è un pregiudizio filosofico che deriva dal filosofo Kant, che nella Critica alla ragion pura ha ristretto il campo conoscitivo ai soli enti sensibili.
No no no..forse non mi sono spiegato bene..
Non attribuisco nessun valore conoscitivo alla religione, non ho mai nemmeno tentato di accostarvi nessun valore conoscitivo, così come non ho mai tentato di tirare in ballo nessun tipo di ente conoscitivo..
Insomma ho solo detto che la razionalità non è accostabile alla religione, e non perchè la religione per Kant non ha valore conoscitivo, ma semplicemente perchè non è razionalmente comprensibile il Dio cristiano, come non sono razionalmente comprensibili molti degli aspetti che il cristianesimo ci offre.
Sbaglio?

Citazione:
originalmente inviato da Socrate78
Eppoi non sono d'accordo sulla definizione di fede come atto irrazionale: semmai si può dire che va "oltre la ragione", mentre l'aggettivo "irrazionale" indica ciò che è "contro la ragione" e quindi, in sostanza, ciò che è assurdo.
Non è sempre vero che irrazionale sia sinonimo di qualcosa "CONTRO la ragione", semplicemente indica ciò che non lo è, non qualcosa che è contro di essa.
E non indica ciò che è assurdo..è assurdo per un punto di vista razionale, semplicemente perchè l'irrazionale è, appunto, un qualcosa di NON-razionale..ma pur sempre non di attivamente distruttivo verso la razionalità.
Dunque penso sia lecito, e anche molto opportuno dire che la fede sia un atto irrazionale, cioè non dettato dalla razionalità che non può certo comprendere nè il perfetto nè l'infinito..
c&Nt0s is offline  
Vecchio 07-05-2007, 16.35.36   #44
Sintetico1256
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Riferimento: Credi o no?

CREDO.sono un cristiano cattolico che rispetta i comandamenti e rispetta le altre religioni.ho scoperto che il cattolicesimo è la religione ideale perchè permettere di "scegliere" se fare del bene o del male. mentre le altre no.
e comunque è la più liberale di tutte le altre religioni!
comunque succedono guerre perchè dio LO VUOLE. ogni tanto vuole ricordare la sua presenza che influisce sul mondo scatenando guerre e mostrando che esiste o scatenando altre catastrofi(N.B. diluvio universale);lo fa per ricordare alle persone che non credono in niente o che operano in maniera malvagia che lui esiste.
poi ci sono 2 tipi di atei che identifico. il primo è quello che non crede ma rispetta le ideologie altrui,mentre il secondo tipo è l'ateo che si da da fare fino alla morte pur di dimostrare che dio non esiste...

ma non dilago quindi ciao
Sintetico1256 is offline  
Vecchio 07-05-2007, 18.39.40   #45
Socrate78
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Riferimento: Credi o no?

Anch'io sono credente, però sul fatto che le guerre accadano perchè Dio lo vuole ho dei forti dubbi.
Infatti se Dio è infinitamente buono e la guerra è qualcosa di malvagio, come può Dio volere il male? La guerra è il frutto della cattiveria umana e deriva dal fatto che ognuno vuole affermare se stesso prevaricando sugli altri.
Semmai è possibile affermare che quando gli uomini diventano molto perversi Dio li abbandona al proprio destino affinchè sperimentino che l'odio li porta a distruggersi e così essi ricevono da se stessi il loro "castigo".
Ciao
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Vecchio 09-05-2007, 03.16.43   #46
IISNT
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Riferimento: Credi o no?

Io non credo che Dio esista... così come non credo che Dio non esista.
Preferisco pensare... Preferisco avere la consapevolezza dei limiti umani... Tuttavia, capita, perchè no, di farsi domande "metafisiche" (metafisica intesa alla san tommaso), riflettere un pò, sorridere e guardare un bel tramonto o un cielo stellato fuori dalla propria finestra.
Cosa c'è oltre l'universo? Qualcosa di divino? O un meccanismo rappresentabile matematicamente in cui si esce da una parte e si rientra dall'altra? mha...
Pensando all'essere, si è arrivati ad un concetto, a cui è stato dato un nome: Dio. Un nome ricco di rappresentazioni. Mi chiedo che senso abbia creare chiese, templi, moschee e venerare quest'essere. C'è bisogno di questo per amare?? per sentire la vita? Per apprezzare il pianeta? Perchè non essere più diretti? Questa è una delle ragioni che mi fanno pensare ad un incapacità di amare e rispettare il pianeta del credente, che deve ricorrere a mezzucci per toccare un pò di armonia.
Un altra cosa che ho notato è che i credenti tendono a rispondere B quando gli viene chiesto A. Questa cosa non mi è mai piaciuta...
Parliamo di cose meno serie: La storiella dell'ordine logico e del senso del grande disegno della creazione...
1) Che vuol dire logico? se qualcosa si è creato è normale che ci sia stata una combinazione che ha portato alla vita... Altrimenti non saremmo qui a parlare... Ma si torna al punto di partenza. Un Dio che ha deciso di creare quella cosa e l'ha fatto o delle combinazioni di materia che a furia di sbattere e di combinarsi si son attaccate dando l'imput iniziale?
2) Senso? Il senso lo attribuiamo noi e lo possiamo attribuire a qualunque cosa se proprio vogliamo farlo " in ogni cosa il senso c'è e non c'è...

Rispondendo ad alcune affermazioni fatte posso dire per esperienza personale che un ateo può essere moolto sereno e può accettare la morte con totale serenità... Certo, può essere tranquillo anche un credente, ma lo fa, passatemi il termine, con "mezzucci", bhe ci stà. Il genere umano così debole e così meschino può aver bisogno di religioni, idoli, testi e robe varie per farsi guidare, per vivere la sua vita... C'è un però. E per spiegare questo però prendo la chiesa come esempio. Com'è possibile che toccando questo tasto il discorso si sposti dall'essere, dal metafisico e dall'amore.... alla politica, alle contraddizioni, al sangue versato guardando la storia ma sopratutto al fanatismo, un fanatismo che mi da la nausea... Vedo ancora sette, santoni che vaneggiano spacciando discorsi astratti che non stanno ne in cielo ne in terra per verità assoluta... E qua non mi stà più bene il credo.
Vuoi credere? Fallo, ma con la giusta consapevolezza: sappi che stai comunque credendo e lo stai facendo perchè sei incapace di valorizzare il tuo "spirito" e l'amore che hai dentro senza "strumenti esterni", perchè sei debole, perchè hai bisogno di aggrapparti a qualcosa per apprezzare il pianeta e rispettarlo. Se l'unico modo per stare sereno, amare e fare del bene è questo ben venga, ma fallo con coscienza. Altrimenti cadi davvero in basso
Io sono un agnostico che ama comunque farsi domande sul'essere e sul non essere Risposte non ce ne sono, ma è interessante vedere quante domande riesco a generare semplicemente sedendomi e pensando qualche ora...
Essì, la religione poteva davvero essere un mezzuccio per portare un pò di serenità e amore nella società... ma guardiamo in faccia la realtà: come sono andate le cose?
Per me ha portato più cose negative che positive
E ritengo che la chiesa attualmente sia un grosso cancro per il mondo... e pensare che ogni uomo potrebbe amare e rispettare il pianeta semplicemente... facendolo....
Questa è una piccola parte della mia posizione in quest'argomento, spero di poterla ampliare maggiormente nei prossimi giorni...
Un abbraccio
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Vecchio 09-05-2007, 18.25.45   #47
Socrate78
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Smile Riferimento: Credi o no?

Mi sembra molto riduttivo dire che la religione sia soltanto un "mezzuccio" per apprezzare l'armonia dell'universo e per rispettare gli altri e la natura.
I valori religiosi fanno sì che l'esistenza non sia un semplice cammino verso il Nulla della morte, ma sia un percorso che ha uno sbocco in un'eternità piena di Amore (soprattutto per i Cristiani ).
Questo è forse un aspetto trascurabile? Gli atei che accettano con serenità la morte, mi sembrano molto simili ad un condannato a morte che si consegna al boia con serenità; saranno pure coraggiosi, ma il loro destino resta tremendo.
Io non accetto e non accetterò mai l'idea che la vita ( con tutto il suo contorno di fatica, di affetti, di sacrifici ) finisca poi nel nulla:sarebbe una beffa assurda.
Se tutto è destinato a finire nel Nulla, anche darsi da fare per la società e per gli altri è un'inutile fatica, perchè poi con la morte la mia personalità verrebbe annientata e perderei ogni ricordo delle mie azioni.
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Vecchio 09-05-2007, 21.19.20   #48
blackgin
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Riferimento: Credi o no?

A me sa che fraintendi un pò il significato di ateo..
Ateo non indica una persona che crede che dopo la morte ci sia il nulla..
Ateo significa semplicemente che non crede nell'esistenza di un dio..
Eppure non sei l'unico che la pensa così.
Certo ci sono gli atei che credono che dopo la morte non ci sia nulla.. ma non generalizziamo..
;-)
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Vecchio 10-05-2007, 00.28.16   #49
IISNT
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Riferimento: Credi o no?

Citazione:
Mi sembra molto riduttivo dire che la religione sia soltanto un "mezzuccio" per apprezzare l'armonia dell'universo e per rispettare gli altri e la natura.
A me sembra che il termine "mezzuccio" calzi a pennello... scusami ma lo stai dimostrando anche col tuo post... Non riesco ad accettare questo---> mi creo questo...
Citazione:
I valori religiosi fanno sì che l'esistenza non sia un semplice cammino verso il Nulla della morte, ma sia un percorso che ha uno sbocco in un'eternità piena di Amore (soprattutto per i Cristiani ).
E se davvero tutto finisse qua? La nostra vita, che può essere bellissima e serena, rovinata invece da un progetto di vita futura... vita futura!?!? ma... che....!?!?!?!? e ricordiamo che spesso queste dottrine impongono un sacco di sacrifici, rinunce, sorvolando su tutto il resto... Maddai, ma vivete bene questa vita che avete, fate i bravi, amate, siate rispettosi verso gli altri e verso il pianeta e quando arriverà la morte si vedrà o non si vedrà...
Bisogna vivere per stare bene sul momento, che centra il futuro?
Citazione:
Questo è forse un aspetto trascurabile? Gli atei che accettano con serenità la morte, mi sembrano molto simili ad un condannato a morte che si consegna al boia con serenità; saranno pure coraggiosi, ma il loro destino resta tremendo.
Se vabè... il condannato a morte può essere rassegnato nei confronti di un boia in carne ed ossa che potrebbe invece risparmiarlo... così come potrebbe essere sereno a prescindere da quello che succederà... Se devo morire morirò, se dovrò vivere continuerò a vivere la mia vita...Colui che deve morire deve morire e basta... e deve fare i conti con qualcosa che non conosce... E non ha proprio alcuna base per dire: chissà, magari sarà così... c'è una bella differenza tra modalità, luogo e tempo della morte e morte. Una cosa è rassegnarsi alla malattia... una cosa è rassegnarsi alla morte.. non esiste la rassegnazione alla morte. E' una delle poche certezze che abbiamo O_o L'unico aggettivo possibile è "accettare la morte"... poi cosa c'è dopo la morte ... chissà... quindi la rassegnazione è rivolta a che? la morte arriva comunque. Non sappiamo se poi dopo di essa c'è un altra vita, c'è una reincarnazione o c'è semplicemente il niente. Concetto del niente da approfondire trallaltro, così come in ogni cosa possiamo trovare il senso fidati che in ogni cosa possiamo trovare anche il niente...
Citazione:
Questo è forse un aspetto trascurabile?
Ti riquoto per dire: si... assolutamente trascurabile... ripeto.. non ha senso... La vita va vissuta nel presente!!! l'ateo ha coscienza di questo...l'ateo può essere sia pessimista che ottimista, quindi su questo quoto blackgin..
Citazione:
Io non accetto e non accetterò mai l'idea che la vita ( con tutto il suo contorno di fatica, di affetti, di sacrifici ) finisca poi nel nulla:sarebbe una beffa assurda.
La fatica è soppravvivenza.. gli affetti sono nel qui e ora... i sacrifici li fai per assicurarti un futuro facente parte della tua vita terrena stessa o per i tuoi figli... Che centra la morte?? di quale beffa parli?
Se mi spieghi meglio questo passaggio potrò dirti cosa ne penso in merito a questa fantomatica "accettazione"... Così non riesco proprio a trovare appigli per risponderti e argomentare...
Citazione:
Se tutto è destinato a finire nel Nulla, anche darsi da fare per la società e per gli altri è un'inutile fatica, perchè poi con la morte la mia personalità verrebbe annientata e perderei ogni ricordo delle mie azioni.
Torniamo al discorso del nulla... Le fatiche sociali le fai per migliorare la tua condizione di vita nel presente o per aiutare gli altri... che centra tutto questo con la perdita di coscienza?

Riassumendo: non capisco a cosa ti riferisci, cos'è questa cosa che non accetti... Se fai una cosa gli dai valore nel presente... perchè sei altruista e vuoi aiutare gli altri o perchè ti fa stare bene farlo... o ti farà stare bene tra qualche anno... Non perchè poi potrai osservare da un ipotetico paradiso il tuo lavoro fatto sulla terra, magari sgranocchiandoti i popcorn dell'eden... dai sù
Alla fine i credenti se la prendono tanto con gli atei, li trattano come esseri vuoti e freddi frequentemente ma sono loro quelli che cercano dall'esterno motivazioni per tirare avanti ogni giorno e fare quello che c'è da fare... Sveglia, se davvero apprezzate l'amore e il pianeta aprite gli occhi. è tutto qui. Adesso. I credenti sono una contraddizione assurda, perchè dicono questo e quest'altro e poi sono i primi che vedono il vuoto in ogni cosa che fanno.. e per questo devono ricorrere a quelli che per me sono "mezzucci"...
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Vecchio 10-05-2007, 10.36.28   #50
Socrate78
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Angry Riferimento: Credi o no?

Il tuo post non mi convince affatto. L'uomo non vive solo di presente, ma è sempre proiettato verso il futuro e si pone degli obiettivi che riguardano il futuro. Perchè dovrebbe essere vietato guardare oltre questa vita e porsi l'obiettivo di raggiungere un giorno l'eternità? Vivere sempre nel presente per me significa perdere la dimensione della progettualità: purtroppo tale modo di pensare oggi va molto di moda.
Soren Kierkegaard diceva che l'obiettivo dell'eternità dava veramente senso alla vita, proprio perchè permette di superare la finitezza degli obiettivi che ogni uomo si propone e fa sì che la vita sia un continuo cammino verso il perfezionamento.
Ritornando al discorso di prima, non ti sembra che se un individuo perda totalmente coscienza di sè questo sia un regresso? Che senso ha perfezionarsi, migliorarsi, se poi si ritorna nel nulla in cui si era prima di nascere? Sarebbe un azzeramento, un regresso spaventoso.
Inoltre rifletti anche su un altro aspetto: nella vita si incontrano persone a cui ci si affeziona profondamente, e poi, per vari motivi, non si incontrano più. Non è forse bello credere che un giorno si possano incontrare in un mondo trascendente? Sarà pure una colossale illusione, ma voglio crederci.
Inoltre tu dici che non bisogna cercare dall'esterno motivazioni per "tirare avanti ogni giorno": ma in realtà se ci si ferma a pensare un attimo ( prescindendo adesso dalla fede religiosa ) scopri che tutto nella vita è effimero, precario e, in ultima analisi, vuoto.
Dietro ad ogni gratificazione c'è sempre un limite che conduce l'uomo a desiderare sempre qualcos'altro, in una ricerca continua di un bene che non si riesce mai a trovare appieno.
Infatti alcuni pensatori atei ( soprattutto Sartre ) hanno ben percepito che la ricerca dell'uomo verso la felicità è destinata a subire un continuo scacco; e, per restare in Italia, tutta la poesia del Leopardi (ateo convinto ) è piena di riflessioni sulla precarietà di ogni piacere che l'uomo prova e sul fondamentale non-senso dell'esistenza.
Quindi non è vero che se si è atei si viva meglio,anzi: l'ateismo coerente conduce all'infelicità e al pessimismo.........

Ultima modifica di Socrate78 : 10-05-2007 alle ore 12.55.16.
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