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Vecchio 04-01-2008, 11.31.56   #221
Heraclitus+
Ospite
 
Data registrazione: 30-12-2007
Messaggi: 18
Riferimento: Fede e ragione: un contrasto insanabile?

Io penso di essere vicino alle posizioni di emmeci e Dasein.
Il mio è una sorta di agnosticismo curioso (definizione inventata or ora!) che si chiede il perché della necessità per l'Homo Sapiens Sapiens di crearsi un'attrattore. Verso l'alto negli ideali di Assoluto, ma anche verso il basso dato che le fedi, il credere senza dubbi, l'assolutismo sono la causa fondamentale delle guerre.
Molto si deve, io penso, alle limitazioni del nostro apparato cerebrale che interpreta ciò che non capisce e che ha una sua coerenza interna come qualcosa di magico e frutto di un ente superiore, spesso antropomorfizzato.
Con l'allargamento dei domini di scienza e tecnica l'ambito magico si ritira e trova in altri luoghi la sua residenza.
Con il prossimo passo dell'evoluzione - che ormai sembra più probabile avverrà artificialmente - l'enorme espansione della capacità di calcolo delle singole unità cibernetiche farà arretrare enormemente la frontiera delle religioni ma non potrà mai scomparire del tutto. Inoltre vi saranno sempre unità con minore potenza di calcolo e maggiore necessità di credere. Già ora i computer che non sono ancora all'altezza del cervello umano (ma la legge di Moore incombe e tra pochissimi anni ci supereranno) hanno i loro tabù, cose che si vietano, e una rappresentazione del mondo. Per loro noi siamo incomprensibili, ma questo non significa che siamo dei.
Heraclitus+ is offline  
Vecchio 23-09-2015, 21.21.54   #222
mariodic
prof
 
L'avatar di mariodic
 
Data registrazione: 28-05-2011
Messaggi: 221
Riferimento: Fede e ragione: un contrasto insanabile?

Citazione:
Originalmente inviato da Dasein
ma come può prospettarsi un sodalizio tra scienza e filosofia quando è dimostrato che la stessa scienza, essendo costituita da convenzioni sempre passibili di modificazioni a seconda di nuove interpretazioni dell'esperienza (tengo fermo il principio nietzschiano sui fatti come interpretazioni), non riesce a scorgere il proprio fondamento, che è in ultimo un fondamento filosofico (la mia visione, per accordare ancora nietzsche è che la scienza, come la fede, sia una creazione della volontà di potenza)?
La scienza, che pur sa di essere soggetta a continue rivisitazioni (è un sapere instabile e in quanto tale sempre incerto perchè sempre smentibile da nuove interpretazioni) tende a considerarsi l'ultimo orizzonte possibile (e lo vediamo dal modo in cui oggi predomina nella mentalità sociale il tipo di razionalità strumentale tipico della scienza).
Le difficoltà tradizionali per fondere o, perlomeno, incollare scienza e fede senza contrasti ed incompatibilità di sorta, anche dopo e nonostante l'avvento della fisica quantistica, stanno nel fatto che è stato piuttosto sorvolata e quasi dimenticata la radicale importanza dell'Osservatore riconosciuto, quasi a mo' di illunimazione, come attore nella scena quantistica, da alcuni dei fondatori della MQ (cfr. Heisenberg: "Fisica e filosofia" e "mutamenti nelle basi della scienza"); ma questo riconoscimento non è altro che il riconoscimento dell'IO che è quanto di più prossimo a DIO si possa immaginare.
mariodic is offline  

 



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