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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 12-09-2003, 21.22.45   #41
Sté-detonator
SiamoUniciPezzi di N.. :D
 
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Data registrazione: 23-08-2003
Messaggi: 426
Talking

e trovi solubilità in quel razionalizzare?
Sté-detonator is offline  
Vecchio 13-09-2003, 00.46.43   #42
simone rotondi
Ospite
 
Data registrazione: 12-09-2003
Messaggi: 3
Leggendo i vostri messaggi mi viene in mente il lento cammino di Hilary Putnam fino all'abbandono di alcune posizioni riduzioniste. Io mi sono convinto che dietro l'impossibilita' di decidere riguardo l'esistenza, la verita', il riferimento... ci sia l'errore comune a tutta la filosofia moderna: paragonare i sensi a delle interfacce! Quando io mi chiedo se c'e' o meno una realta' esterna a me e se c'e com'e'- considero gli organi di senso come delle interfacce tra me e il mondo.Ma a ben vedere, non possiamo pensare i sensi come dei ponti che collegano due diverse regioni di spazio, perche' non c'e' una propriamente una realta' "esterna", in quanto non c'e' un me propriamente "interno". Il sentire e poi il pensare non possono essere pensati come una regione a se stante, altrimenti si confondono con la realta', o peggio, la realta' diventa pensiero, e tutto questo mentre implicitamente continuiamo a distinguerli.Per distinguere il sentire e pensare dagli oggetti sentiti e pensati, dovremmo ricominciare a considerarli FACOLTA', come gia' facevano i medievali
simone rotondi is offline  
Vecchio 13-09-2003, 15.27.44   #43
Mindcrawler
Studioso
 
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Data registrazione: 08-09-2003
Messaggi: 25
Putnam è andato perdendosi nell'invecchiare con le sue elucubrazioni. Il puro funzionalismo aveva dei punti effettivamente ingenui, ma dopotutto ci ha pensato Dennett a renderlo attuale ed argomentativamente schiacciante.
Se ricominciassimo a considerare i sensi come facoltà, credo che cadremmo nel campo della metafisica, e di lì ancora a indagare sul riferimento della parola "facoltà" ecc...
...la storia infinita...
Mindcrawler is offline  
Vecchio 07-10-2003, 17.48.42   #44
Alberto
Ospite
 
Data registrazione: 09-04-2002
Messaggi: 16
Re: Quand'è che qualcosa "esiste"?

Una cosa l'ho imparata: tutto esiste nella misura in cui uno dà per certo la sua esistenza. Il concetto stesso di esistenza l'avete dato tutti per scontato nel mettervi a parlare a lungo di questo argomento.
Alberto is offline  
Vecchio 07-10-2003, 18.43.21   #45
osho
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Re: Re: Quand'è che qualcosa "esiste"?

Citazione:
Messaggio originale inviato da Alberto
Una cosa l'ho imparata: tutto esiste nella misura in cui uno dà per certo la sua esistenza. Il concetto stesso di esistenza l'avete dato tutti per scontato nel mettervi a parlare a lungo di questo argomento.

Quindi, se cè una corda in mezzo alla strada, e uno la scambia per
un serpente, lui è certo dell'esistenza del serpente, allora esiste
nella misura in cui è certo della sua esistenza.
osho is offline  
Vecchio 07-10-2003, 18.55.14   #46
edali
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Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 780
Magari inciampi nella corda se non la vedi.
Si potrebbe dire che esiste tutto ciò che è del tuo interesse e/o ciò ti fa inciampare?

edali is offline  
Vecchio 08-10-2003, 14.49.45   #47
Alberto
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Messaggi: 16
Re: Re: Re: Quand'è che qualcosa "esiste"?

In effetti io parlavo dell'esistenza nell'accezione generale. Il dove, il quando, il come...e quindi l'esperibilità di ciò che esiste o di cui è data l'esistenza, sono connotazioni di essa. Ma, viceversa, anche l'esistenza può essere vista come connotazione dell'oggetto esperito.
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Vecchio 08-10-2003, 17.06.17   #48
osho
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Messaggi: 246
Re: Re: Re: Re: Quand'è che qualcosa "esiste"?

Citazione:
Messaggio originale inviato da Alberto
In effetti io parlavo dell'esistenza nell'accezione generale. Il dove, il quando, il come...e quindi l'esperibilità di ciò che esiste o di cui è data l'esistenza, sono connotazioni di essa. Ma, viceversa, anche l'esistenza può essere vista come connotazione dell'oggetto esperito.

Non riesco a capire questa spiegazione, mi picerebbe che mi
facessi intendere con concetti alla mia portata, magari con metafore.
Ti ringrazio.
osho is offline  
Vecchio 08-10-2003, 19.35.29   #49
NowHere
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Data registrazione: 07-10-2003
Messaggi: 5
Quand'è che qualcosa esiste?
Prima di dare una risposta a tale domanda dovremmo chiederci che cosa intendiamo con il termine "esistenza".

Se con "esistenza" intendiamo il Vero Essere, l'esistenza E' a prescindere da noi in quanto l'esistenza sarebbe il sostrato di tutto, l'Uno che presiede ala creazione.

Se invece con "esistenza" intendiamo la realtà percepita, qualcosa esiste solo quando io come ego separato esisto. In caso contrario, nulla esiste. Il "mondo" esiste solo se ci sono io.
Allora, scomparso l'esistente, scompare anche l'esistenza l'unica Vita affiora dal sostrato.
Ne ha parlato anche Cartesio... Cogito, ergo sum.
Quanta insondabile profondità dietro semplici parole...
NowHere is offline  
Vecchio 09-10-2003, 23.21.07   #50
Antonio Franco
Ospite abituale
 
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Data registrazione: 23-04-2003
Messaggi: 150
Cool quanto siete complicati (e colti)

Punto primo:

non vi azzardate più a dire che per onestà mentale devo prima studiare lo sciibile e poi semmai esprimere la mia idea.

Punto secondo:

ragazzi, iniziando il 3d (sempre contento se vi è comunque servito) avevo tutt'altri propositi. Do la mia tesi che parte da due semplicissime premesse:

- dell'Assoluto non se ne parla, perché non serve (e quindi non esiste)

- partiamo dalla categoria di causa effetto (anche se falsa!! - non lo è ma ci sono deficienti che si fanno le pippe con l'indeterminazione di Eisenbergnonsosel'hoscrittoben e -), perché ignorandola, le nostre azioni, non hanno senso

Se avete qualcosa da ridire su questi punti e volete che risponda, fate interventi chiari e brevi. --

ESISTE CIò CHE NELLA MANIERA PIù ECONOMICA POSSIBILE, VI CONSENTE DI SPIEGARE SECONDO UN MODELLO LOGICO GLI STIMOLI, INTERNI O INTERNI CHE SIANO, CHE GIUNGONO ALLA VOSTRA PSICHE (che per gli stessi motivi è già un modello)

Che dite, vi piace?
Antonio Franco is offline  

 



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