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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 05-02-2008, 16.05.34   #11
katerpillar
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Riferimento: Il Dubbio E' L'onnipotente

Koan
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L'interno e l'esterno riportano altresì il tutto alla sua separazione originiaria, dato che l'uno ( interno ) serve all'altro ( esterno ) per poter essere ( uno ), in una relazione che trova senso proprio nella loro stessa inseparabilità: niente esiste se non vi è alcuno a poterla testimoniare e tutto esiste per poter giungere a consapevolezza da parte dell'essere, come se esso avesse necessità ed esigenza di conoscere/comprendere appieno se stesso...

Quando si separa qualcosa ( lo stavo affrontando inizialmente sul 3d "Ragione o Scienza" ) avviene una relazione tra le parti che vengono separate da un'origine unitaria e questa messa in relazioni tra le parti del sistema divengono le Leggi che governano - ad esempio - la Materia.

"Penso" ( aspetto interno ) dunque "sono" ( aspetto o consapevolezza esterna ) .. Devo poi certamente ricordare ( memoria ) di essere, ovvero immagazzinare la consapevolezza acquisita gestendo il processo conoscitivo esistenziale e fissarlo/acquisirlo nel mio essere esterno affinché sia trattenuto/assunto. In quale modo: memoria RAM o memoria ROM .. ?
katerpillar

A questo punto mi viene il dubbio che esista anche un RIM, Si! uguale RIMbambito. Infatti, è proprio così che mi sento dopo aver letto le tue spiegazioni sulle memorie del computer, dando per scontato che lui sia fatto come noi o viceversa. In ogni modo, non volendo, ho risposto alle tue domande nel post che ho già spedito per ILDubbio, leggilo e poi ne riparliamo ciao e grazie.

Saluti.
Giancarlo.
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Vecchio 05-02-2008, 17.53.42   #12
emmeci
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Riferimento: Il Dubbio E' L'onnipotente

Guarda che vespaio hai suscitato, katerpillar, col tuo richiamo alla memoria! Prima ero io che non le davo importanza, ora ne discutono altri (almeno mi pare, perché con tanti post che si intrecciano ho paura di non ricordarli tutti e non saperli contare….o forse è la memoria mia che si vendica?)
Comunque, io vedo il problema (da filosofo, non da scienziato) così: Dio, se c’è, non ha memoria perché è tutto. La memoria è patrimonio non di uno spirito eterno, e neanche di un esserino fugace come un’effimera, ma di un essere come l’uomo che, se non è stato partorito prima della 24^ settimana, dovrebbe avere davanti a sé un certo tempo da vivere. Cioè la memoria è consustanziale a chi vive nel tempo e ha la facoltà di pensare (e Il Dubbio ci ricorda l’ego sum cartesiano). Sì, ma una volta morti, che ci può servire d’aver avuto questa memoria? La memoria è passata a coloro che restano, però solo per un certo tempo, cioè finché qualcuno si ricorderà dei defunti, dopo di che…Qui, se io fossi un vero filosofo, direi che ci dobbiamo ricordare di Hegel o degli storicisti del secolo scorso cercando di fare uno sforzo di fantasia e appellarci non alla memoria di un individuo ma alla memoria del genere umano, ossia alla grande memoria dei popoli, quella che si conserva nei libri di storia anche se qualche potente vorrebbe bruciare quei libri.
Però vorrei consigliare agli storici un ricostituente della memoria: perché, effettivamente, non sembra si sforzino come si deve, cioè non sanno dove iniziare la storia: dalla nascita di Gesù? Dalla fondazione di Roma? Dall’età della pietra? O più indietro, dalla mummia di Lucy? O da quella singolarità di cui si accontentano gli astrofisici quando cercano di ricordare l’inizio e forse sono un po’intimoriti da ciò che dice la Bibbia a proposito di un fiat creatore tanto potente da restare nella memoria dell’universo come una radiazione fossile e, naturalmente, anche nella memoria dei figli di Eva, che non hanno cercato, almeno finora, se non la via che li riporti - come dice koan - alle perdute origini?
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Vecchio 05-02-2008, 18.04.59   #13
Il_Dubbio
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Riferimento: Il Dubbio E' L'onnipotente

Citazione:
Originalmente inviato da katerpillar
Perdonami Dubbio, ma chi dovrebbe essere l'arbitro, tu? Se le spiegazioni che davi sul quel trhead non le condividevo, non vedo perché dovevo andarmi a leggere tutto il resto; come daltronde tu non ti sei letto quello che fino ad oggi abbiamo detto sulla memoria e sul pensiero, sono cinque anni che ne parliamo, ma ti stiamo ascoltando umilmente, e ti garantisco che le conclusioni cui siamo giunti vanno ben al di la delle tue (Volevo dire: conclusioni sconclusionate, ma era una battutaccia e l'ho evitata).


Che tu non condivida qualcosa senza nemmeno leggere e sputare sentenze credo sia scortese. Si possono prima comprenderle, se ci si riesce, e poi riferire tesi contrapposte. C'è una larga filosofia riguardante la libertà di agire (ho anche dato da leggere un interessante pdf che forse non hai letto) per cui sicuramente è riduttivo non condividere senza capire.


Citazione:
Originalmente inviato da katerpillar
Qualcuno ha affermato che gli animali si sono trasformati in base all'ambiente e alle condizioni indotte da questo ambiente. Vedi il mondo vegetale, minerale e animale, uomo compreso. Si dia il caso che il sistema Memonico è stato individuato, per il mondo animale, dentro quella parte del fisico chiamata cervello, bisognava stabilire come questo cervello, che conteneva la memoria, potesse portare all’esterno il materiale immagazzinato. Ecco lì che entra in scena il pensiero, che io ho definito un sistema veicolare a disposizione della memoria; infatti, quando dobbiamo risolvere un problemino, il pensiero va ad attingere alle esperienze che abbiamo dentro la memoria, e potrà trovare o non trovare quello che necessita alla soluzione del problema, in base alle esperienze effettuate.

Cercherò di essere semplice.


Mi sai spiegare che c'entra la memoria con l'onnipotenza del dubbio?

Tu qui parti dall'età della pietra per arrivare ai grattacieli di Manhattan con un salto acrobatico senza spiegare cos'è quel pensiero che sorge dalla "pietra". Perché dovrebbe essere la memoria alla base del pensiero? Ma poi quanta memoria ci vuole per veicolare un pensiero?
Perchè una pietra non pensa? Oppure sta già pensando? Hai detto che la pietra ha una memoria, ed allora perché non pensa?

Qui mi sembra di capire che tu abbia l'idea che la mente pensante si è costruita da sola come un disegno intelligente della materia.
E' così?

Ed io ti chiedo(se fosse così): cosa differisce l'informazione elementare della materia dal pensiero cosciente?
Non vedo differenze tra la memoria di una pietra da quella di un uomo, se così stanno le cose.

Poi, non so se te ne accorgi, anche tu poni da una parte una memoria e da un'altra il pensiero(in una forma dualistica tra sostanza ed essere, tra oggetto e soggetto). Ma se hai detto che il cervello è uno perché dividerlo (lo hai nel 3d cerv. cosc.)? Non dovrebbe esserci nessun <<io che pensa >>nel cervello; è lo stesso cervello che pensa (lo hai detto tu).
Anche una pietra dovrebbe pensare al pari del cervello. Se tutto è memoria (come dici tu) il pensiero dovrebbe essere la stessa memoria.
Perché distinguere il pensiero dalla memoria?

O ci sono memorie di serie A e memorie di serie B?

Memorie di serie A hanno un pensiero, quelle di serie B non ce l'hanno?

E cosa le distingue?


Scusami per le troppe domande. Spero che almeno siano state chiare
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Vecchio 05-02-2008, 18.10.09   #14
koan
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Citazione:
Originalmente inviato da katerpillar
sperando di non affrontare ancora per molto tempo questo problema, o perlomeno, di avere altre informazioni.
Vediamo allora se esistono altre informazioni rispetto a quelle che leggo nel tuo post chiarificatore sull'argomento.

Sarò sintetico perché ho poco tempo.

Citazione:
Originalmente inviato da katerpillar
per comprendere la data della sua nascita, sono andato indietro nel tempo, fino ad arrivare alla nascita della vita su questa terra

quella piccola vita, per salvaguardarsi dal mondo ostile che la circondava, aveva bisogno di una memoria, ma non di una memoria come quella attuale, ma bensì di una memoria "FISICA"
Benissimo ora è chiaro, anche per me, che parli di DNA ed RNA ( consiglio la lettura del seguente DNA, RNA e il Codice Genetico ).
Per il mondo del computer questo coincide, in termini informatici o logici, esattamente con la memoria ROM di un dato sistema.

Vi è un principio però a monte del fenomeno che permette ad una vita di auto-imparare dalle esperienze dell'esistenza, ossia quello della "sopravvivenza".
Questo "istinto", se vogliamo intenderlo in tali termini, non può essere però esteso a livello di materia inorganica, che va distinta da qualla organica, diversamente da quanto sostieni di seguito:
Citazione:
Originalmente inviato da katerpillar
allora possiamo affermare che la materia già ha in sé una memoria (se poi andiamo nelle particelle infinitesimali, si potrà scorgere meglio questa memoria atomica).

se noi pensiamo allo stato solido, liquido e gassoso della materia, ecco lì che abbiamo individuato la memoria fisica. E per la stessa ragione affermo che una pietra deve avere una memoria fisica, altrimenti non potrebbe essere pietra, come l'acqua non potrebbe essere acqua e il vino alla stessa maniera (Non parlo della loro composizione chimica o atomica, ma semplicemente fisica).

Un piccolo esempio di questo ce lo fornisce l'Omeopatia, che dopo 2-4-8-12-100-1000 diluzioni della sostanza, in acqua, qualunque essa sia, alla fine da ancora il risultato che vogliamo.
Queste sono essenzialmente proprietà della materia e la diretta conseguenza - vista in termini di reazione chimica - del loro comportamento, il quale non cambia... ovvero seppur tutto si trasforma, non si può parlare di "memoria", in quanto la materia non impara dall'esperienza di sopravvivenza che è propria unicamente della vita.

Citazione:
Originalmente inviato da katerpillar
La stessa memoria fisica che è rimasta in noi fino ai giorni nostri e fintanto che esisteremo. Qualcuno potrà porsi la domanda: ma come faceva una vita appena nata dalla non vita a fabbricarsi una memoria, seppur fisica? Anche questa risposta mi è stata facile, proprio per l'assurdità del lavoro da compiere. Allora mi sono detto che la memoria esisteva già nella materia con cui era formata. Infatti [...]
No, non sono d'accordo e trovo sia ancora tutto da dimostrare, in questi termini:
non escludo, anzi lo sostengo, che da una enorme quantità di energia possa innescarsi il processo della vita, ma questo non dipende certamente dalle proprietà - pure e semplici - della materia inorganica; sebbene esse possano, ma solo in un secondo tempo, essere impiegate per le relative reazioni causate dal processo della vita, rispetto ad una materia che è però organica.

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Originalmente inviato da katerpillar
Si dia il caso che il sistema Memonico è stato individuato, per il mondo animale, dentro quella parte del fisico chiamata cervello, bisognava stabilire come questo cervello, che conteneva la memoria, potesse portare all’esterno il materiale immagazzinato. Ecco lì che entra in scena il pensiero, che io ho definito un sistema veicolare a disposizione della memoria; infatti, quando dobbiamo risolvere un problemino, il pensiero va ad attingere alle esperienze che abbiamo dentro la memoria, e potrà trovare o non trovare quello che necessita alla soluzione del problema, in base alle esperienze effettuate.
Stai dicendo che il cervello trasporta per mezzo del pensiero memoria pregressa ?
Ad ogni modo sarà sempre l'io, l'ente cosciente di sé che gestisce il proprio pensiero, a decidere che cosa prendere e che cosa lasciare rispetto alla propria esperienza che viene volta per volta vissuta.
E dove lasciamo la capacità di ragionare e comprendere su quanto non può essere assunto per esperienza diretta o immanente ?
Inoltre l'Io può decidere anche di donare la propria vita o persino di suicidarsi, andando contro il principio di sopravvivenza.

Credo che la memoria di cui parli sia essenzialmente quella "fisica", mentre il pensiero abbia ben altre caratteristiche e finalità .. L'istinto naturale diverge essenzialmente dal pensiero cosciente di sé e delle cose che sono, come da quello della ricerca di cui il dubbio - non lo scetticismo - ne è il timone quando unito al senso di comprensione profonda della realtà ( sapendo andare oltre all'apparenza esterna .. ).

Saluti.
koan is offline  
Vecchio 05-02-2008, 22.04.47   #15
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emmeci
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Qui, se io fossi un vero filosofo, direi che ci dobbiamo ricordare di Hegel o degli storicisti del secolo scorso cercando di fare uno sforzo di fantasia e appellarci non alla memoria di un individuo ma alla memoria del genere umano, ossia alla grande memoria dei popoli, quella che si conserva nei libri di storia anche se qualche potente vorrebbe bruciare quei libri.
Però vorrei consigliare agli storici un ricostituente della memoria: perché, effettivamente, non sembra si sforzino come si deve, cioè non sanno dove iniziare la storia: dalla nascita di Gesù? Dalla fondazione di Roma? Dall’età della pietra? O più indietro, dalla mummia di Lucy? O da quella singolarità di cui si accontentano gli astrofisici quando cercano di ricordare l’inizio e forse sono un po’ intimoriti da ciò che dice la Bibbia a proposito di un fiat creatore tanto potente da restare nella memoria dell’universo come una radiazione fossile?
katerpillar

Naturalmente la memoria dei popoli, "o memoria collettiva", come afferma la Filosofia, la sociologia e la Psicologia, è una memoria che guarda più in grande, come le tradizioni, i costumi, il fare comune, la collettività; ed io credo sia importante quanto la prima, poiché ci ricorda chi siamo, da dove veniamo e cosa facciamo in quella società, e credo che questo sia indispensabile per racchiudere in noi quella sicurezza "necessaria" che ci dona la nostra identità.
Come vedi, caro emmeci, ogni ragionamento che facciamo ci riporta sempre alla singola memoria; infatti, tutto quello che vediamo, ascoltiamo ed apprendiamo, anche se dovesse essere la memoria collettiva, ci riporta sempre a casa: sempre nella nostra singola memoria.
In ogni modo non illuderti, perché ancora non mi hai corrotto abbastanza con i tuoi discorsi fumosi, ma se dovesse accadere, visto che viviamo in un mondo di corrotti, proverò a farmi corrompere del tutto anch'io, ma con piacere e senza rimorsi d'animo.

Saluti.
Giancarlo.
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Vecchio 06-02-2008, 07.32.23   #16
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katerpillar
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allora possiamo affermare che la materia già ha in sé una memoria (se poi andiamo nelle particelle infinitesimali, si potrà scorgere meglio questa memoria atomica).

se noi pensiamo allo stato solido, liquido e gassoso della materia, ecco lì che abbiamo individuato la memoria fisica. E per la stessa ragione affermo che una pietra deve avere una memoria fisica, altrimenti non potrebbe essere pietra, come l'acqua non potrebbe essere acqua e il vino alla stessa maniera (Non parlo della loro composizione chimica o atomica, ma semplicemente fisica).

Un piccolo esempio di questo ce lo fornisce l'Omeopatia, che dopo 2-4-8-12-100-1000 diluzioni della sostanza, in acqua, qualunque essa sia, alla fine da ancora il risultato che vogliamo.
koan
Citazione:
Vi è un principio però a monte del fenomeno che permette ad una vita di auto-imparare dalle esperienze dell'esistenza, ossia quello della "sopravvivenza".
Questo "istinto", se vogliamo intenderlo in tali termini, non può essere però esteso a livello di materia inorganica, che va distinta da qualla organica, diversamente da quanto sostieni di seguito:
katerpillar

Vedi koan, anche io ho parlato di "istinto", quando ho parlato, più chiaramente di "condizioni Indotte dall'ambiente", e certamente mi riferivo alla materia organica, cioè alla vita già nata.

Inoltre, quando affermo che anche una pietra ha una memoria fisica, lo dimostra il fatto che se sottoposta ad una temperatura, da solida diventa liquida e da liquida diventa gassosa. A questo punto chiedo aiuto alla filosofia e aggiungo: perché la vita e non il nulla? Ovvero: perché proprio quelle caratteristiche e non altre?

Pe ottenere sempre e comunque gli stessi aspetti fisici, a determinate temperature, mi piace pensare che la materia abbia già in se una memoria. Ma nella pratica, però, se accettiamo questo assunto, dobbiamo accettare che tutto l'universo, per forza di cose, debba avere una memoria, anche se, come affermi tu, la materia non puù avere una memoria, confondendo la memoria fisica con la nostra memoria.

Inoltre, quando si parla di materia organica ed inorganica, ci dobbiamo mettere d'accordo, perché se accettiamo che sia la materia la fonte della vita, non riesco a trovare tutta questa suo inorganicità.

koan
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Stai dicendo che il cervello trasporta per mezzo del pensiero memoria pregressa ?
Ad ogni modo sarà sempre l'io, l'ente cosciente di sé che gestisce il proprio pensiero, a decidere che cosa prendere e che cosa lasciare rispetto alla propria esperienza che viene volta per volta vissuta.
katerpillar

Quindi, a parte l'IO, accetti che il pensiero vada a prelevare le esperienze che sono nella memoria.

koan
Citazione:
E dove lasciamo la capacità di ragionare e comprendere su quanto non può essere assunto per esperienza diretta o immanente ?
Inoltre l'Io può decidere anche di donare la propria vita o persino di suicidarsi, andando contro il principio di sopravvivenza.
katerpillar

Questa domanda me la sono posta anch'io, soprattutto con riguardo alle scoperte fatte dall'uomo. Infatti mi sono chiesto: come ha fatto l'uomo ad intuire tutto quello che è invisibile e che la storia conferma che tali esperienze non facevano parte del bagaglio di esperienze dei nostri antenati, e quindi non vi poteva essere la trasmissibilità? Come per esempio: le radiazioni, il magnetismo, l'elettricità, le onde radio, la fusione nucleare ecc. Poi mi sono ricordarto che tutti qesti fenomeni, queste "invenzioni", gia avvengono nell'universo, per cui non è affatto escluso che gia erano in noi, nella materia con cui siamo fatti. E anche in questo caso l'IO non centra nulla.

koan
Citazione:
Credo che la memoria di cui parli sia essenzialmente quella "fisica", mentre il pensiero abbia ben altre caratteristiche e finalità. ..
katerpillar

Perdonami koan, ma io comprendo perfettamente dove vuoi arrivare, come credo l'abbiano compreso la maggior parte dei forumisti che seguono ed intervengono nella discussione; allora, per essere più chiari, spiegaci quelle "ben altre caratteristiche del pensiero e le ben altre finalità", purché nel discorso non vi entri Dio, altrimenti saremo trasferiti in blocco sul forum della spiritualità, che, in questo caso, centrerebbe come i cavoli a merenda.

Saluti
Giancarlo.
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Vecchio 06-02-2008, 10.27.44   #17
Bub
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Non c’è infatti nessun uomo pensante che non possa dubitare di sé – e andatemi a dimostrare che è un dubbio sbagliato

Perché tu allora non dubiti anche di questa affermazione? Se è vero quello che dici dovresti far parte degli uomini non pensanti .
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Vecchio 07-02-2008, 14.02.28   #18
marco cossu
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Originalmente inviato da emmeci
Non mi passava di mente l'argomento che ho presentato qualche tempo fa sul tema "Onnipotenza del pensiero": mi pareva d'aver lanciato una sfida un po' troppo ardita alle verità della religione e anche della scienza. E sono qui a fare in qualche modo ammenda, dopo quello che ho detto insistendo sulla forza del pensiero, la sua capacità di trascendere i dati empirici, di inventare concetti, cioè di creare, ponendosi all’avanguardia del movimento storico ed evolutivo.
Così faccio un passo indietro – forse spinto da quanto può al momento suggerire il tema, entrato nel forum, che prospetta un elogio del fallimento. Sì, perché mi pare che ciò che veramente dimostra la forza del pensiero è la sua capacità di dubitare di tutto – di quello che gli altri pensano ma anche di ciò che l’io, qualsiasi io pensa, distruggendo le certezze della moderna filosofia da Cartesio a Heidegger. Non c’è infatti nessun uomo pensante che non possa dubitare di sé – e andatemi a dimostrare che è un dubbio sbagliato, che il sole si vede e uno schiaffo si sente, mentre qualunque cosa io possa pensare – con gli occhi aperti o chiusi, cosciente o incosciente - quello che è certo è che posso dubitare: dubitare non solo che il mio pensiero pensi una cosa giusta o sbagliata, ma che il pensiero veramente pensi. E vi pare poco? E quindi, a proposito di Cartesio, potrei obiettare che il suo dubbio era tutt’altro che radicale e che il suo diavolo era in fondo un buon diavolo, anche se qui vorrei sentire il parere de Il Dubbio. Mi dispiace per i filosofi che hanno fatto tanti sforzi per far credere nell’io penso e limitare il dubbio a ciò che si deve o non si deve pensare, per esempio se si deve credere alla ragione o alla fede, ma mi pare difficile contestare che il dubbio è qualcosa che non risparmia nessuno, un combattente veramente agguerrito, cosa che avrei dovuto ricordare – diavolo permettendo - quando ho imprudentemente tirato in ballo questo argomento dell’onnipotenza del pensiero, mentre onnipotente è soltanto il dubbio e il pensiero è simile al fantasma di stracci appeso per la giostra del saracino.

io penso che il dubbio nasca dall'esistenza dall'infinito, un uomo davanti all'infinito si trova disarmato.

se un uomo percepisce l'infinito ha smesso di avere dubbi, capisce che è parte della natura, dell'universo, del tutto...di dio.
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Vecchio 08-02-2008, 15.30.14   #19
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Caro Marco, l’infinito potrebbe essere il concetto più deludente e insieme il più confortante per noi – quello che può spingere alla disperazione o alla salvezza, alla negazione che si possa mai raggiungere la verità o alla certezza che la luce è là, in fondo alla strada, anche se questa non ha confine e potrà farci sanguinare i piedi e le mani…. A me pare che esso sia il solo pensiero che possa in qualche modo spiegare quella difficoltà o meglio impossibilità di guardare in noi stessi, di percepire che cosa è il nostro io, quel tremito, quella sensazione d’abisso, mentre chi più si apre al pensiero o anche solo all’anelito dell’infinito, più si avvicina all’immortalità, perché infinito significa credere che il cosmo si affermi al di là delle stelle di cui esso pullula, al di là delle forme in cui la vita sembra prendere corpo, al di là di tutto quello che la morte sembra falciare: non c’è altra immortalità possibile all’uomo che il pensiero dell’infinito – una verità o una presunzione? Ed è questo che, verità o presunzione, diviene quasi un dono o una grazia, quando il nostro scendere nella terra ci impedisce di chiuderci in noi e ci apre a un più largo orizzonte, che alla fine è lo stesso orizzonte di Dio.
A me pare che solo la parola infinito possa rispecchiare la parola assoluto, e che noi siamo sospesi fra quelle parole, che forse sono da sostituire a quelle di principio e fine, cioè di nascita e morte. Ed è un tempo infinito, anche se è simile a un lampo, che non sai più se è il lampo della nascita o della morte.
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Vecchio 09-02-2008, 13.36.50   #20
marco cossu
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Caro Marco, l’infinito potrebbe essere il concetto più deludente e insieme il più confortante per noi – quello che può spingere alla disperazione o alla salvezza, alla negazione che si possa mai raggiungere la verità o alla certezza che la luce è là, in fondo alla strada, anche se questa non ha confine e potrà farci sanguinare i piedi e le mani…. A me pare che esso sia il solo pensiero che possa in qualche modo spiegare quella difficoltà o meglio impossibilità di guardare in noi stessi, di percepire che cosa è il nostro io, quel tremito, quella sensazione d’abisso, mentre chi più si apre al pensiero o anche solo all’anelito dell’infinito, più si avvicina all’immortalità, perché infinito significa credere che il cosmo si affermi al di là delle stelle di cui esso pullula, al di là delle forme in cui la vita sembra prendere corpo, al di là di tutto quello che la morte sembra falciare: non c’è altra immortalità possibile all’uomo che il pensiero dell’infinito – una verità o una presunzione? Ed è questo che, verità o presunzione, diviene quasi un dono o una grazia, quando il nostro scendere nella terra ci impedisce di chiuderci in noi e ci apre a un più largo orizzonte, che alla fine è lo stesso orizzonte di Dio.
A me pare che solo la parola infinito possa rispecchiare la parola assoluto, e che noi siamo sospesi fra quelle parole, che forse sono da sostituire a quelle di principio e fine, cioè di nascita e morte. Ed è un tempo infinito, anche se è simile a un lampo, che non sai più se è il lampo della nascita o della morte.


il problema principale dell'essere umano è che pretende di essere osservatore e fautore nello stesso momento ma l'agire è fuori dal nostro controllo. possiamo vivere un'esperienza divina ma non possiamo osservare noi stessi in quel momento perchè in quell'istante noi siamo noi stessi al cento per cento nulla di noi può essere fuori ad osservare.

quello di cui parlo è uno stato di totalita e di unione estrema al tutto, alla natura, all'universo in definitiva a dio.

concordo nel dire che l'infinito coincida con l'assoluto.
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