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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 21-03-2008, 11.39.54   #1
triathlonman
Ospite
 
Data registrazione: 20-03-2008
Messaggi: 3
La solitudine

Siamo soliti pensare alla solitudine come uno dei mali peggiori della nostra coscienza o meglio come la debolezza del nostro spirito.Io credo invece che con questi inutili e vani pregiudizi fuggiamo da noi stessi,dalla nostra coscienza e dalla nostra intimità;"fuga" non solo nella sua accezione etimologica ma anche e soprattutto nella sua sfera psico-etica,la sua giusta dicitura sarebbe "paura esistenziale" una sorta di "horror vacui".Cosa voglio dire,prima di ogni cosa va considerata la nostra società,che spesse volte insegue falsi miti di progresso,con ritmi sfrenati,e si dimentica che i componenti della società sono uomini e non macchine-robot e che inoltre in partenza ogni uomo è un "buon selvaggio" ma inevitabilmente viene attratto da queste lucenti ma vuote prospettive,dimenticandosi ancora una volta del suo stato di essere!!!Con questo non voglio sicuramente offendere la scienza che con le sue scoperte e con i suoi studi analitici hanno semplificato,e di molto,le difficoltà quotidiane,ma voglio rivalutare il concetto del "buon eremita"(colui il quale non è distratto da inutili prospettive) affinchè non sia visto di cattivo occhio ma solo un essere che ha il coraggio di guardare la propria interiorità,riuscendo a capire quali sono i suoi limiti e cercando di trovare un suo equilibrio interiore cosicchè possa affermare il suo essere!!!

Vorrei confrontarmi quanto più possibile con le vostre osservazioni e opinioni.
triathlonman is offline  
Vecchio 22-03-2008, 14.33.25   #2
emmeci
Ospite abituale
 
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Data registrazione: 10-06-2007
Messaggi: 1,272
Riferimento: La solitudine

Gloria al solo? Certo, anche a me pare che le grandi idee, le grandi ispirazioni, le intuizioni geniali non abbiano bisogno che di un’unica mente capace di coglierle, magari nel silenzio notturno: però devo anche riconoscere che in questo bisogno di solitudine c’è sempre anche un lampo di egoismo o di velata superbia, piuttosto l’oraziano sdegno di chi non vuole mescolarsi alla folla, che il desiderio di trovare nel proprio intimo il segreto della bellezza e della verità. E allora, dirò a me stesso che il filosofo che vuole essere solo, può essere stato scalfito dal virus del solipsismo, cioè da un egoismo apparentemente nobilitato dal fatto che è un egoismo pensante, ma non si ferma a pensare quanti hanno lavorato per consentirgli quell’aristocratica solitudine e come vorrebbe che i suoi libri avessero milioni di lettori. Ma, per uscire dalla consorteria dei solitari profani ed entrare in quella dei solitari santificati: anche un anacoreta del deserto avrà avuto bisogno almeno per nove mesi della compagnia di una madre, e quello che decise di vivere su una colonna avrà avuto bisogno di un colombo o di un angelo che gli portasse un fiocco di manna….un messaggero, in fondo, di quella folla di anime che, nonostante le sue personali idiosincrasie, dovrà pur accettare quando sarà in paradiso. E d’altra parte non ha detto questo il discorso della montagna, cioè che - a scorno dei geni e degli eremiti - l’unica morale che possa valere per tutti è quella che spinge ad aprirsi agli altri, conoscerli e, se è possibile, amarli?
Certo, triathlonman, convivere è sempre difficile, fin dall’inesistente epoca del buon selvaggio, e figurarsi in questo 2008 che ha perfino visto rinascere le guerre di religione! Ma che vuoi farci? Forse non resta che dimenticare per un po' – no, non il discorso della montagna - ma quell'incitamento che l'evangelista Matteo si è sentito in dovere di propagandare, forse per troppo zelo, visto che verso il 2050 la popolazione mondiale avrà raggiunto i 10 miliardi di persone. Forse un po’ troppi, non solo per la sensibilità di un eremita.
emmeci is offline  
Vecchio 22-03-2008, 21.44.21   #3
ArtigianoFilosofo
Ospite
 
Data registrazione: 22-03-2008
Messaggi: 23
Riferimento: La solitudine

Temo che sia impossibile fuggire...da noi stessi.. o se vogliamo dalla nostra solitudine.
La solitudine come il vuoto o come il nulla è una creatura mentale..
Chi ha paura della solitudine?
ArtigianoFilosofo
ArtigianoFilosofo is offline  
Vecchio 22-03-2008, 21.50.48   #4
espert37
Ospite abituale
 
Data registrazione: 05-12-2007
Messaggi: 498
Riferimento: La solitudine

Citazione da Triathlonman:
Siamo soliti pensare alla solitudine come uno dei mali peggiori della nostra coscienza o meglio come la debolezza del nostro spirito.Io credo invece che con questi inutili e vani pregiudizi fuggiamo da noi stessi,dalla nostra coscienza e dalla nostra intimità;"fuga" non solo nella sua accezione etimologica ma anche e soprattutto nella sua sfera psico-etica,la sua giusta dicitura sarebbe "paura esistenziale" una sorta di "horror vacui".Cosa voglio dire,prima di ogni cosa va considerata la nostra società,che spesse volte insegue falsi miti di progresso,con ritmi sfrenati,e si dimentica che i componenti della società sono uomini e non macchine-robot e che inoltre in partenza ogni uomo è un "buon selvaggio" ma inevitabilmente viene attratto da queste lucenti ma vuote prospettive,dimenticandosi ancora una volta del suo stato di essere!!!Con questo non voglio sicuramente offendere la scienza che con le sue scoperte e con i suoi studi analitici hanno semplificato,e di molto,le difficoltà quotidiane,ma voglio rivalutare il concetto del "buon eremita"(colui il quale non è distratto da inutili prospettive) affinchè non sia visto di cattivo occhio ma solo un essere che ha il coraggio di guardare la propria interiorità,riuscendo a capire quali sono i suoi limiti e cercando di trovare un suo equilibrio interiore cosicchè possa affermare il suo essere!!!

Vorrei confrontarmi quanto più possibile con le vostre osservazioni e opinioni.

Carissimo nome complicatissimo, Mi è caro ricordarti che il fine comune dell'intera umanità è la felicità,per raggiungerla dobbiamo seguire la via che porta alla Verità,sperando di avvicinarci senza mai raggiungerla perchè sarebbe la fine, questa Verità sta in Dio e Dio sta in ogni componente l'umanità.Allontanandoti da quest'ultima sciegliendo la solitudine ti allontani da Dio quindi dalla possibilità di raggiungere la felicità.Questa è la filosofia di un essere che sta trascorrendo la sua esistenza in grande felicità.

Ho voluto corrispondere alla tua richiesta con questo brevissimo condensato della mia filosofia,se per caso la troverai degna di approfondimento e chiarificazioni,potremo farlo in seguito.
con un amichevole ciao tanti auguri di buona Pasqua espert37
espert37 is offline  
Vecchio 23-03-2008, 10.12.36   #5
emmeci
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Data registrazione: 10-06-2007
Messaggi: 1,272
Riferimento: La solitudine

Certo, “non fuggire da sé, dalla nostra coscienza e dalla nostra intimità” – come dice triathlonman. Sta di fatto, però, che proprio cercando in noi stessi, è difficile perfino sapere che cosa veramente siamo, cioè se siamo uomini (una specie ben definita come dicono i vocabolari) oppure qualcosa di meno o di più – comunque di altro….E’ passato in questo forum più di un argomento su questo problema, segno che non solo io mi domando che cosa veramente siamo. E non mi riferisco ovviamente a gusti od umori e neppure al carattere, che Schopenhauer diceva stampato in noi dai 18 anni in su…e neppure mi riferisco alle idee, che possono non essere così ben maturate come per espert37. E’ proprio il nostro essere che ci turba e non ci dà certezza. Una vile paura esistenziale, come sembra pensare triathlonman? Ebbene, potrebbe anche esserlo, però ricordo che la dote principale degli aspiranti filosofi è il dubbio, e allora continuiamo a cercare. Forse siamo una specie in evoluzione, ma verso che cosa? Un’altra specie, migliore o peggiore? (Anche se questo problema potrebbe non avere senso per chi crede nell’evoluzione). O il nostro turbamento dipende solo dal fatto che non conosciamo il nostro destino, mentre (come ho detto aprendo un altro argomento) fin dalla nascita incominciamo a morire?
emmeci is offline  
Vecchio 23-03-2008, 13.15.55   #6
sisrahtac
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Messaggi: 2,110
Riferimento: La solitudine

Credo che come in tutte le cose ci voglia equilibrio, nè esagerare con la solitudine nè con la vita sociale. Ho provato entrambi gli estremi, c'è da perdersi..e poi oltre alla "quantità" conta molto anche la "qualità" sia della solitudine che dei rapporti sociai..
sisrahtac is offline  
Vecchio 23-03-2008, 13.46.20   #7
LeoN
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Data registrazione: 21-03-2008
Messaggi: 9
Wink Una fuga "Senzazionale" dal Mondo!

Solitudine è proprio questo, una "fuga", è così Triathlonman. Fuga da un circuito di senzazioni, l'uomo evita il contatto, attraverso i suoi cinque sensi, di un mondo il quale per essere contemplato, capito fino in fondo è necessario non viverci dentro.
Enfatizzo il mio ragionamento cogliendo l'analisi Sociologica di Montesquieu. Egli per analizzare la società Europea dell'Epoca, decide giustamente di estraniarsi da essa, di uscire dal suo Macro-sistema; "Le Lettere Persiane" sono infatti il suo Scritto sociogico più importante, perchè di fatto Mappano la società europea con una Scala molto dettagliata.
Così l'uomo, che necessita non tanto di trovare la mistica e supposta Verità di Espert37, quanto un "Filo soggettivo", una catena semplice e razionale che permetta una più chiara visione, decide di allontanarvisi. A me questo non pare un comportamento negativo o di debolezza, quanto di infinità lungimiranza; tanto più che la solitudine è insita nell'uomo, ed è necessaria ad esso come il "male di comunità" ,visto che siamo in termini di "Mali". La solitudine non è Vile (perchè?) Paura (di cosa?) Esistenziale. Non è il buio angolo di una stanza, o il Falco Solitario che vaga senza meta (Thoreau): è un Dialogo dentro Te, lontano da ogni rumore, fruscio, uno spettacolo al chiuso dove il protagonista coincide con lo spettatore.

Unica nota che vorrei specificare: l'Eremita non è più solo e non vive di più la solitudine di quanto non faccia ogni uomo o donna sulla Terra, egli è solo un' EstREMIsTA, null'altro; ha semplicemente deciso di concentrare parte della sua vita con la Lente Individuale e solitaria, tutto qui. Questo non cambia però il fatto che ogni uomo necessariamente sfrutta e vive questa sua indole, ognuno. Non è tanto colpa della società quanto della nostra sete interiore se ad un certo decidiamo di fuggire da Essa.

I miei complimenti a Emmeci, che belle prospettive di pensiero che hai creato. Mi sto già creando Flussi di pensiero sull'Evoluzione dell'Uomo ( ti dò del Tu, perchè per me tu non sei lontano da Me, tu fai come vuoi), ma è purtroppo un argomento fuori-rotta questo e non vorrei dilungarmi su un sentiero sbagliato. In ogni caso il principio del Dubbio è quantomai valido qui, nella mia vita e nella mia solitudine, tanto che potrei mettere in dubbio anche quello che ho messo sopra, anzi vi prego "ditemi che ho sbagliato per poter ricominciare il mio cammino, voglio rifare il mio primo passo"...

Ciao a tutti e grazie.

Leonardo
"Finiti nel Corpo, Infiniti in Spirito"
LeoN is offline  
Vecchio 24-03-2008, 07.28.11   #8
emmeci
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Messaggi: 1,272
Riferimento: La solitudine

Il principio del dubbio, Leon, può non essere il principio della fede religiosa ma è certo il principio della filosofia (assai più della “meraviglia” abitualmente evocata all’inizio dei compendi di filosofia). Ed è anche il principio più difficile da accettare perché generalmente anche il filosofo parte da un partito preso: prendi – che so – la Fenomenologia dello spirito di Hegel: sembra a tutta prima che parta se non da un dubbio integrale, dal fondamentale principio di una neutra conoscenza sensibile: eppure è proprio questo che può essere posto in dubbio, questo porsi nel possesso di una percezione che poi il filosofo svolge nelle sue articolazioni fino a giungere – alla fine della sua esistenza – a riconoscere l’assoluta verità dello spirito (cioè della propria filosofia). E Kant? Credi che non fosse convinto fin dall’inizio della realtà del proprio io penso? Per non parlare di Cartesio che chiama sì il diavolo in soccorso della sua credibilità filosofica, ma è davvero un buon diavolo, visto che si ritira immediatamente davanti al cogito cartesiano che fin dall’inizio era irresistibilmente certo dell’esistenza di Dio….e allora, dobbiamo dire che è impossibile partire dal dubbio assoluto, perché questo significherebbe non poter nemmeno incominciare a pensare? Ma il dubbio è l’onnipotente, Leon, è il vero contestatore luciferino. Eppure c’è qualcosa che sfugge al dubbio integrale proprio nel momento che questo è accettato: qualcosa che, dopo tutto, non è piccolo ma veramente grande - addirittura la “verità assoluta”, che esiste e non può non esistere anche se non la conosciamo o proprio perché non la conosciamo. Infatti, pensa per un momento a ciò che potrebbe essere questa verità assoluta: la realtà fisica dal big bang all’ultimo buco nero? Ebbene, in questo caso è questa la verità assoluta. O pensi che sia uno Zeus seduto sul trono d’Olimpo? Ebbene, in questo caso è Zeus la verità. O pensi che la verità assoluta possa essere il contrario di ciò che pensi? Ebbene, è questa la verità. O addirittura che sia assurdo pensare a una verità assoluta, che una verità assoluta non c’è? Allora questa potrebbe essere la verità. In conclusione: una verità assoluta non può non esistere – anche se non la posso trovare e il suo spettro mi adescherà finché sarò vivo.
emmeci is offline  

 



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