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Vecchio 13-04-2008, 10.47.41   #1
emmeci
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Hitler era un eroe?

Forse mi ha invaso la follia che Platone attribuiva ai poeti. Ma è davvero possibile farla rivivere, quella Grecia, interpretando con gli occhi di Omero e di Eschilo ciò che è accaduto nell'Europa del Novecento? Si potrebbe, per esempio, pensare di chiedere: Hitler era un eroe?
Una domanda che farebbe indignare chi vuol essere, oggi, politicamente corretto. Eppure è una domanda che è difficile sciogliere con una superficiale emozione e che potrebbe, dall’oggi al domani, ripresentarsi nella sua terribile attualità, così come forse è alla base delle furie di masse che inneggiano, appena fuori dei nostri confini, ai loro profeti ed eroi.
Guarda in te stesso, direi, forse è lo stesso fascino che circonda gli eroi di ogni popolo: il fascino di chi si ritiene vittorioso per sempre. Sì, più che a un demone in senso cristiano, voglio paragonarlo a un demone classico, anche se questo sembra nobilitarlo immeritatamente. Ma non è la grandezza morale che definisce l’eroe dell’epos omerico, è la gloria divina e la sua innocenza: e Hitler fu considerato glorioso e innocente. Non è la pietà che definisce l’eroe, e Hitler non ebbe pietà. Ma come Eschilo e Sofocle sconvolsero la coscienza dei greci rivelando l’orrore che è dentro la gloria e la colpa che genera e mantiene stirpi di eroi, così noi ci poniamo oggi di fronte a quel demone che solo con la sua morte ha dato luce al teatro del mondo. Perché è solo la morte che solleva la sua vicenda, e, come un sacrificio imposto dal verdetto di un dio, dissolve l’inganno fatale, quando il successo non abbacina più e il mito sembra bruciarsi sopra la scena. E’ perché fu ritenuto un eroe perfetto che il suo caso diventa emblematico e la sua fine, più che una wagneriana celebrazione, un rigoroso giudizio.
Il teatro greco è lo scrigno di una rivelazione morale, se si interpreta il personaggio tragico come l’eroe negativo, l’attore condannato dalle proprie azioni, e l’adorazione del popolo come la follia di preferire uno splendido mito alla scoperta di un'immonda realtà. Lo stesso personaggio che, visto nella luminosità della gesta sembrava ad Omero il glorioso, il perfetto: rovesciato lo sguardo, accesasi la coscienza, diventa il colpevole che deve essere tolto e solo con la sua scomparsa illumina il mondo. L’azione eroica è vista dai tragici, al culmine di un’ascesa senza riparo, come la festa del sangue, il fiore dell’ira, la follia di un essere che solo accogliendo la propria rovina si accosta alla verità. La verità è la catarsi che, a questo elementare livello, non è che giustizia: un lampo nella mente sedotta dal gesto crudele. Un lampo nella mente del coro, che non partecipa all’azione eroica ma guarda e patisce.
Ma la Germania non era un teatro e non vediamo sorgere da quel sangue il fantasma di un coro. Colui che segue l’eroe si associa alla colpa e il dio di giustizia non discrimina e non perdona, l’intera Europa è portata al martirio: perché, non abbiamo esaltato noi stessi quel demone, non siamo stati capaci di prostituirci all’eroe? Basta una parola, un comando, e milioni di esseri osannano, sprofondano nel gorgo ferino, uccidono e vengono uccisi. No, il popolo dell’Europa non era il coro dei greci e Hitler aveva istruito piuttosto un coro di demoni. Perché, come si può in un popolo del Novecento discernere un coro? Forse fra gli esseri senza storia, gli infimi, i diseredati. Come asservite, accecate tribù primitive, orde di uomini hanno partecipato all’azione, sedotti dall’eroe, irrompendo con lui nelle tane dei predestinati alla fine. Milioni di vittime, e nessun dio che si facesse in qualche modo sentire, magari con un riso di scherno o un fiato di inutile misericordia. O è come se un dio avesse strappato un eroe dalla scena ateniese e l’avesse portato sul palco degli oratori e dei generali del Novecento; come se la vicenda teatrale fosse stata tradotta in una vicenda storica, una marcia di popoli duri, incapaci di sognare una via di salvezza là dove i greci erano riusciti a mantenere la loro prudenza e la sottile ironia, conservando alla tragedia la sua ideale funzione equilibratrice ed esorcizzando l’orrore nella catarsi.
Ma è questo che dà al nazismo il suo fascino misterioso. Nel suo impeto scenografico e sovvertitore esso è come l’ultima infatuazione, la gioia di chi crede di aver scavalcato la storia e ne è travolto rovinosamente. Soltanto il nazismo? Forse è il destino di tutte le rivoluzioni: una dimostrazione lampante, un ampliamento della visione ellenica, dal teatro di Atene agli spalti del mondo, là dove si rappresenta l’identica azione dimostrando, ancora una volta, che l’eroe è il contrario di sé, che la sola grazia è il suo annientamento, che la speranza è soltanto odio, che gli dei sono anch’essi attori, che la tragedia è il solo rimedio in un mondo incapace di evolversi. Sì, Hitler è stato un eroe, cioè l'eroe assassino.
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Vecchio 13-04-2008, 18.53.51   #2
Anakreon
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Eroi e salvatori.

Caro Emme Ci,

i dotti affermano che la voce Greca di "heros" contenga in sé la radice "ser", che possiamo reperire anche nella voce Latina di "servare", sì che essa propriamente significhi "salvatore", "conservatore" del genere umano minacciato da pericoli immani; donde le dodici fatiche del più illustre degli eroi:
di Eracle, figlio di Zeus.

Prendendo questa norma, mi pare che dell'Hitler si possa dire tutto, fuor che abbia salvato o conservato il popolo suo, fosse pur a prezzo della rovina altrui.

E veramente la questione non è:

può colui essere appellato eroe, il quale, nella rovina orrenda di mezz'Europa, nella strage immensa d'innumere genti, pur tuttavia elevò al cielo la dignità della sua patria e consegnò al suo popolo il dominio supremo sugli altri popoli d'Europa ed il principato dell'orbe universo, destinandolo a prosperità ed opulenza per i secoli futuri ?.

Perché, se tale fosse la questione, allora forse potremmo rispondere che egli fu un eroe, al meno per il popolo dei Germani.


Ma la questione è:

può colui essere appellato eroe, il quale ridusse a rovina immonda quella sua patria Germanica, che pur voleva inalzare a gloria perpetua ?;
il quale causò una strage inaudita ed atroce di quel suo popolo, che pur voleva salvare dalla miseria e dall'oppressione e restituire a fama ed eccellenza universale ?.

Difficile rispondere che l'Hitler può essere appellato eroe, se l'eroe è il salvatore ed il conservatore al meno dei suoi.

Anakreon.
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Vecchio 14-04-2008, 08.39.19   #3
emmeci
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Riferimento: Hitler era un eroe?

Caro Anakreon, il concetto e quindi anche l’attributo di eroe sono divenuti problematici, tanto da indurci a cercare nel passato che cosa potessero un tempo significare e come si siano trasformati e forse consunti. Questo mi ha mosso a considerare il problema sullo sfondo della Grecia, in cui il concetto di eroe aveva avuto un impiego tipico e rilevante, mentre ha subito in seguito un’evoluzione che sembrerebbe quasi portare a un’irreversibile usura. Naturalmente non volevo tracciare una storia del termine, ma abbozzare un confronto utile a una discussione.
La mitologia greca – che è l’inesauribile serbatoio dell’arte e del sapere dei greci, e quindi in fondo della cultura dell’occidente, si caratterizza – al di là degli elementi uranici e fiabeschi che pure vi sono presenti, come un complesso di concezioni che hanno al loro centro la “figura eroica”, quella che sembra coronare le stirpi degli uomini e degli dei, fra loro indissolubilmente intrecciati in lotte ed amori, che sono memorizzati, ricreati, portati avanti nei canti degli aedi per tramandarli a tutta la Grecia e al di là di questa all’umanità. Per quanto mi riguarda, posso affermare che la scoperta della Grecia ha costituito il principio anche della mia cultura, cioè la mia prima filosofia, non tanto perché mi sono lasciato incantare dai versi di Omero e dallo spettacolo di quella civiltà che egli ha inventato, ma perché quella civiltà appariva coscientemente e definitivamente impostata sul concetto dell’esistenza eroica, cioè di un’esistenza tesa a esprimere le sue compiute possibilità al di là dei limiti che noi possiamo chiamare morali, trovando nella gesta eroica (presto simboleggiata e trasfigurata nella guerra di Troia) il suo compiuto modello: un mito che diveniva epos e di lì fluiva nelle arti e nella cultura della Grecia e del mondo. Ma il punto per me mirabile e sconvolgente fu quando mi resi conto – al di là delle perifrasi e dei commenti degli insegnanti di liceo – dell’urto che quella Grecia, plasmata da Omero, dovette subire quando la Grecia stessa ebbe la ventura di inventare il teatro: che in pochi anni portò dai guizzi di un delirio farsesco e dionisiaco alle immortali visioni di Eschilo e Sofocle, cioè a quel dramma tragico che scolpiva – almeno nella mente dei creatori – un’opposizione alla Grecia di Omero e la profezia di una Grecia diversa: perché quegli stessi eroi che in Omero erano intesi come modelli di vita, entità divine cioè perfette e innocenti, divenivano sulla scena tragica entità malefiche e infauste, che solo con la loro morte sembravano rischiarare il mondo e ispirare al coro ciò che non sapevo che definire pietà.
Ecco perché, Anakreon, ho impostato quelle mie riflessioni su Hitler (eroe o non eroe?) sullo sfondo della Grecia antica e del suo concetto di eroe - positivo e negativo - con tutte le conseguenze ideali e ideologiche che questo dibattito poteva avere per noi, che ancora esitiamo a distanza di qualche millennio da Eschilo e Omero, fra l’accezione positiva e negativa di questo termine, usato a definire ora martiri luminosi ora modelli di terrorismo crudele. Tanto che verrebbe da ritenere giuste le parole di Brecht: “beati i popoli che non hanno bisogno di eroi”.
Ma il problema, credo, potrebbe essere a lungo discusso.
emmeci is offline  
Vecchio 14-04-2008, 12.01.44   #4
alex-s
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Data registrazione: 07-03-2008
Messaggi: 6
Riferimento: Hitler era un eroe?

La domanda è : quale è la vera definizione di eroe?

Se l'eroè è un benefattore assoluto, non esistono eroi legati a battaglie epiche o a fatti storici cmq bellici.

Se invece l'eroe è colui che produce del bene per la proprio nazione , allora per il popolo tedesco Hitler per un certo periodo ne è stato l'eroe .

... e quindi eroe anche Benito?

Sencondo me eroe è colui che sacrifca il suo tempo o se stesso per il bene altrui senza cuasare danno ad altri .
alex-s is offline  
Vecchio 14-04-2008, 13.37.19   #5
Anakreon
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Eroi e norme.

Qualunque sia la norma eroica, onde vogliamo misurare il caso proposto, mi pare non possiamo negligere il principio, i propositi, le azioni e la fine dell'uomo, se pur non vogliamo assimilare l'eroe ad un nume estraneo, remoto, inaccessibile, imperscrutabile, al cui verbo inesplicabile un popolo debba tuttavia obbedienza cieca ed assoluta.

Ma, volendo ben considerare, neppure l'Hitler si propose mai talmente ai suoi:
dichiarò sempre e chiaramente, anche troppo, tutto quello che si proponeva conseguire e la via che percorrerebbe per conseguire quel che s'era proposto.

Dianzi ai propositi, gli esiti appare apertamente siano stati non solo difettosi, ma anche contrarii.

Ripeto:
s'egli si fosse levato vittorioso sul cumulo delle rovine di mezz'Europa, molti, non solo dei suoi, avrebbero ammirata in alto la destra trionfatrice e pochi avrebbero scrutate in basso le stragi e le distruzioni.

Allora sarebbe stato tollerabile che il suo popolo, al meno, lo stimasse eroe.

Ma così, come accadde, chi mai potrebbe, in virtù di quale norma eroica, stimarlo eore ?:
l'ostinazione rovinosa ?;
la furia cieca ?;
la temerità sconsiderata ?.

O forse menare colpi ciecamente è norma eroica ?:
ma, dunque, anche un toro furibondo sarebbe eroe, se incornasse tutto e tutti nella sua furia.

Non esigeremo dall'eroe un'audacia adeguata a conseguire quel che si propone, sia pure un proposito che noi stimiamo malo ?.

Concediamo pure che non lo consegua, che perisca nel conseguirlo, ma chiediamo al meno che, perendo, dia esempio fulgido di virtù e concediamo anche che la norma virtuosa sia quella ch'egli vuole:
se altrimenti, possiamo appellare eroi i moti della terra, quando devastino rovinosamente regioni opulente.

Anakreon.
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Vecchio 14-04-2008, 14.03.13   #6
Anakreon
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Eroi e definizioni.

Caro Alex,

la Tua definizione d'eroe mi pare assai costringente:
se fosse necessario che l'eroe non causasse danni altrui, chi mai potrebb'essere convenientemente appellato eroe, se è vero che ogni azione umana qualche danno altrui sempre causa, se non ad altri, a chi s'opponga alle buone azione dell'eroe ?.

Anakreon.
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Vecchio 14-04-2008, 14.17.01   #7
Noor
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Ma quale Mito?

Accendete la TV e un cartone animato lo trovate di certo..
Ecco:in quel mondo v'è ancora posto per i Miti..
Vi capiterà presto,nella visione di incappare nella figura dell'Eroe.
Bello,forte,coraggioso (anzi sprezzante del pericolo) e sempre dalla parte del bene.
D'altronde l'essere nobili, per i Greci, era anche un concetto un po' infantile...
Ed anche loro lo erano un tantinello..
Ha ragione Nietzsche quando dice che c'è da superare pure i Greci..
Quasi vi fosse ,nella Cultura odierna,un complesso d'inferiorità..
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Vecchio 14-04-2008, 16.11.27   #8
espert37
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Riferimento: Hitler era un eroe?

Carissimo Emmeci,
la tua superlativa e riflessiva esposizione, abbinante il personaggio Hitler agli eroi delle tragedie greche mi ha affascinato e nello stesso tempo stravolto.
Molto probabilmente,se Hitler avesse raggiunto lo scopo che si era prefissato,(Da pazzo paranoico) sarebbe stato dal suo popolo innalzato agli altari, ma un essere che pur nella chiara consapevolezza dell'ultimo periodo,di una disfatta senza alcuna possibilità di dubbio alcuno,si impone di continuare a mandare a sicura morte migliaia di connazionali,più che paragonarlo ad un eroe delle tragedie greche,lo appellerei:(Pazzo incosciente fautore di una immane tragedia.Da mè duramente vissuta. L'appellativo di Eroe lo riserverei a chi ha ben altre qualità.

Ps. Un consiglio da amico:Certe insinuazioni,relative a certi avvenimenti,anche se nella forma di domanda,sarebbe corretto aspettare ancora qualche anno ad esternarle,quando si avrà la certezza che tutti coloro che li hanno vissuti saranno dipartiti, perchè possono ancora far male.

Comunque,tanti,ma tanti complimenti per la tua esposizione letterale: E'semplicemente meravigliosa.

Un amichevole saluto espert 37
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Vecchio 15-04-2008, 06.45.05   #9
emmeci
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Riferimento: Hitler era un eroe?

Avete ragione: bisogna cercare altri modelli e un altro concetto di eroismo, prima di lasciare che il termine perda ogni significato in quanto lo si usi a designare chiunque sia ritenuto al di sopra del livello comune in senso positivo o negativo - eroe buono per tutte le stagioni. Così, dopo quello che mi è sembrato possibile proporre in prima istanza, cioè l’eroe greco, voglio compiere un salto di un millennio e richiamare alla nostra attenzione di amanti della filosofia quel Giordano Bruno che fu mandato al rogo per aver sognato – in mezzo allo sgargiante retorico e dannato scenario di papi e imperatori del Rinascimento - una diversa religione e una diversa filosofia: anche una diversa concezione dell’eroismo nel libro proprio intitolato “Degli heroici furori”: nel quale egli disegna ed esalta non un cortigiano o un guerriero ma il ricercatore eroico, anzi “furioso” della verità - cioè colui che, come fu il Bruno stesso, “non obbedisce ad altri impulsi che a quelli della ragione filosofica”, alla ricerca di quei supremi ideali che io vorrei sintetizzare nei termini assoluto e infinito: assoluto, in quanto l’assoluta verità è l’obiettivo della ricerca del Bruno, infinito perché la sua mente si apriva a una concezione che superava – sia pure su basi non sperimentali ed empiriche – quella di Copernico oltre che, naturalmente, quella dei saggi e dei religiosi del tempo, giungendo non solo a contemplare ma a immergersi nella grande natura e quasi a identificarsi in essa. In questo slancio del pensiero egli vedeva un superamento di tutti i numeri, le distinzioni, le memorie e le cabale, gli schermi e gli strumenti, i dogmi e i falsi giudizi che inquinano la conoscenza, la quale è alla fine intuizione di quel principio unico da cui tutto si irraggia e che tutto regge, e che è il principio divino dell’essere. Un’energia che non si esprime solo nella filosofia ma nelle virtù civili di cui il Bruno tesse l’elogio nello “Spaccio della bestia trionfante”, in cui il lavoro è esaltato come attività che assoggettando la materia all’intelligenza prosegue l’arte plasmatrice della natura.
Così, per aver difeso una vera umanità e coltivato una fede tanto diversa da quella dei maestri del tempo – una fede che trasporta l’uomo nella natura e lo mette in contatto con i suoi poteri fino a divinizzarlo in essa, egli è andato incontro a un assurdo processo e alla fine alla morte, ascendendo – con il pensiero anziché con le armi – al paradiso degli eroi.
Ecco, caro Espert37, abbiamo davanti un altro concetto di eroe: un eroe innocente, non un eroe assassino.
emmeci is offline  
Vecchio 15-04-2008, 15.11.16   #10
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Messaggi: 297
Dei ed eroi.

Caro Emme Ci,

quando definisci:

"Ecco, caro Espert37, abbiamo davanti un altro concetto di eroe: un eroe innocente, non un eroe assassino.",


T'approssimi alla definizione d'Alex.

Definizioni lecite, senza dubbio, ma tali che escludano tutti coloro i quali, non per malizia, ma per necessità, uccidano per difendere altri:
il Vostro sarebbe un eroe inerme e, forse, non salverebbe, non che altri, neppure sé stesso.

Alcuno potrebbe oppormi l'esempio di Cristo, il quale, secondo i suoi seguaci, morendo inerme salvò il genere umano.

E' pur vero, ma lui concedono sia stato dio:
non è forse un uomo l'eroe ?.

Anakreon.
Anakreon is offline  

 



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