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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 07-11-2011, 21.17.25   #71
ulysse
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L'inconscio non è esclusivamente il contenitore degli archetipi così come non lo è delle abitudini ne della memoria a lungo termine. L'inconscio contiene tutte queste cose, elabora milioni di informazioni al secondo e svolge il 90% della nostra attività cerebrale.
L'inconscio e il conscio sono due funzioni distinte che ovviamente sono in relazione fra loro dato che appartengono ad un unico individuo. La memoria conscia e la memoria inconscia sono due memorie distinte che sono in relazione fra loro, per cui un ricordo immagazzinato nella memoria a lungo termine può essere portato nella sfera cosciente e un'informazione nella sfera cosciente può essere immagazzinata nella memoria di lungo termine.
Questa coincidenza dell'incosnscio con la memoria a lungo termine mi stupisce un poco: se leggi il mio precedente post vedi che la cosa la ponevo diversamente, ma non significa: il tuo discorso non è illogico!

D'altra parte osservo che non tutto abbiamo in continuo presente alla coscienza...anzi pochissimo: non certo ciò che contiene la memoria lunga, ma nemmeno la memoria breve e di lavoro...non abbiamo, in contemporanea, presente alla coscienza nemmeno tutto ciò che stiamo facendo: molto e molti processi, stranamente, facciamo "inconsciamente"...in primis quelli biologici e metabolici che sappiamo esserci...a nostra insaputa! ....ne siamo coscienti o inconscienti?
D'altra parte, ad esempio, "inconsciamente" guidiamo (manovriamo guidati dal "subconscio"?) l'auto e "inconsciamente" (senza sapere coscientemente dove stanno) le nostre dita trovano sulla tastiera, i tasti per scrivere: non è questione di memoria...nè breve, nè lunga..o di lavoro!
Ne deduco che i casi che si danno, per la classificazione, sono almeno tre:

1)- o si classificano i ricordi/esperienze in memoria lunga, breve, in process, ecc...e considero emergente alla coscienza tutto cio che posso manipolare sia in potenza che in attuale: non posso ricordare tutto in attuale!...cioè non posso dire che sono "incosciente" di tutto cio' che ho memorizzato e al momento non ho presente in contemporanea ala memoria: il mio google ha la parola chiave quasi per tutto!
2)- oppure si classificano i ricordi/pensieri in incoscienti e coscienti. Osservo che non ci sarebbe una correlazione coi diversi tipi di memoria: i relativi insiemi non si corrispondono uno a uno! Su questa linea sarei incosciente quasi di tutto...la qual cosa non mi pare rientri nel comune significato di coscienza.
3)- oppure.... sono io che ho confuso l'inconscio col subconscio? ...puo' essere!.

Citazione:
Tu sai che Garibaldi aveva la camicia rossa, ma ne sei cosciente solo quando te lo ricordi. Tu sei cosciente di ciò che vedi ma puoi ricordartelo in futuro solo se lo immagazzini nel tuo inconscio. La memoria cosciente ha una capacità limitata, la memoria a lungo termine inconscia può contenere interi libri e quanto più contiene tanto più diventa predisposta a contenere.
Anche questo discorso è valido, ma mi induce una certa perplessità la parola inconscio: l'"inconscio" non coincide con "memoria": immagazzinare nell'inconscio?...non è una assurdità?
Ma sembre che tu definisca "inconscio" tutto cio che al momento sfugge alla mia coscienza ed alla mia pecezione...sia esso ricordo, oggetto, processo, ecc...
Conscio, invece, sarebbe tutto ciò che percepisco "in contemporanea" senza nulla dimenticare, dal mondo esterno ed interno: montagne, animali, alberi, emozioni, pensieri, dolori, colori, ecc...

Ma come posso tener presente in contemporanea tutto questo: apena distolgo l'attenzione da un qulcosa questa mi sfugge nell'inconscio e la debbo poi ripescare!...ma in quel momento me ne sfugge un'altra: e quando risolvo un sistema a 10 equazioni e 10 incognite qunto mi cresce l'inconscio?...insomma non ho mai considerato le cose in questi termini...nemmeno a scuola!

Se Garibladi fosse vivo oggi e lo vedessi a cavallo in tutto il suo fulgore, sarei conscio della "rossessa" della sua camicia!...ma non sarebbe un ricordo: sarebbe una percezione!
Ovvio che poi lo diventa un ricordo...una memoria, ecc...!

Sarebbe, d'altra parte, fuori luogo dire che la mia gatta è "inconscia" al mio pensiero quando non ci penso...se miagola, ed io la sento, diventa conscia...ma non sarebbe solo un ricordo! sarebbe ancora una percezione "Just in Time" che va in elaborazione attivando il processo:dare croccantini alla gatta!

In sostanza e in definitiva non userei la parola "inconscio" in riferimento a stati di memoria...ma non è che sia proibito!

Il subconscio resta il subconscio...ovviamente inconscio...ma perennemente inconscio.... e forse scocciante, scioccante e disagevole...fino a produrre incubi... se non si riesce in qualche modo a farlo emergere alla conscienza e liberarlo.
Ma, ancora, questo del "subconscio", mi pare un concetto antico...o ancora è usuale?


P.S.:
Mi pare anche, e mi scuso, che questi discorsi non abbiano relazione con l'essere eterni! ...occorre mutare direzione!
Noto anche che qualunque sia il tema o il topic in discussione...si finisce sempre nella emulazione di concetti relativi alla nuroscienza...non sarà strano?
Eppure non è argomento facile!
Oppure è vero che, dato che del nostro processo cerebrale sappiamo tanto poco...almeno io....possiamo dire su di esso un pò di tutto!
Però a qualcosa serve...almeno all'editoria: io ho già comprato almeno tre libri che parlano di cervello, coscienza, neuroni, amigdala, ecc... difficile e trovare il tempo per leggerli!

Ultima modifica di ulysse : 08-11-2011 alle ore 19.28.05.
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Vecchio 07-11-2011, 21.51.13   #72
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La conclusione del tuo assunto non l'ho compresa, quindi, per il momento, la mettiamo da parte, in attesa di più semplici spiegazioni. Mentre, per quanto concerne la non conoscenza dell'oggetto al centro della stanza dopo l'esame a 360°, porto un esempio: se noi prendessimo in esame un qualsiasi apparato tecnologico che abbia una funzione, e lo smontassimo minuziosamente per costatare come è stato fatto, e una volta studiato riuscissimo a ricostruirlo facendogli ripetere perfettamente la stessa funzione originaria, che cosa significherebbe questo? In tal caso potremmo affermare di essere giunti a una completa conoscenza oggettiva e funzionale dell'oggetto o no? Nella pratica, che altro dovremmo sapere di quell'oggetto per "conoscerlo" veramente, secondo la tua visione delle cose?
Scusami, sarò di coccio, ma non ho compreso quello che vuoi affermare.
...il fatto che tu non comprenda "le conclusioni di un assunto" non significa per forza che quelle conclusioni siano complicate......; riguardo alla comprensione del tuo apparato tecnologico...direi di no... e' impossibile giungere ad una comprensione completa di quell'oggetto , ma questa risposta e' banale, e provero' a spiegarmi meglio: consideriamo un seggiolino , la sua funzione e' quella di sostenere il nostro peso corporeo in posizione seduta, puo' essere di legno, di metallo, puo' essere un cilindro , un cubo ( meglio non un solido piramidale ...) , puo' essere una cassa acustica, puo' essere qualunque cosa ci permetta di sedercisi sopra..., che cosa possiamo conoscere ,quindi, riguardo ad un seggiolino...riguardo a quel seggiolino? quasi nulla, perche' oltre al fatto di potercisi sedere sopra, possiamo solo "conoscerne" ( nemmeno poi in modo cosi' esatto) la forma nello spazio , la massa inerziale, gli elementi chimici che lo compongono, gli atomi che a loro volta compongono quegli elementi...e poi?...e poi diventa gia' molto piu' complicato comprendere adroni e fermioni che compongono parte di quegli stessi elementi...e poi...?...poi il buio...nulla...la nostra conoscenza rigurado a quel seggiolino si perde nei meandri di matrici di numeri strani, o di onde stazionarie di strani sistemi di particelle che smettono o cambiano il loro stato di esistenza per il solo fatto di guardarli... .
Di un qualsiasi oggetto , noi esseri umani possiamo conoscere quasi nulla, e cosi' poco possiamo conoscere delle relazioni che quell'oggetto ha con il resto del reale in cui e' immerso.
Non importa se un oggetto ai tuoi occhi puo' apparire uguale identico ad un altro, il fatto stesso che occupi una sua unica dimensione spaziotemporale lo rende completamente diverso da qualsiasi altro oggetto reale suo simile...

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Vecchio 08-11-2011, 03.34.25   #73
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La conclusione del tuo assunto non l'ho compresa, quindi, per il momento, la mettiamo da parte, in attesa di più semplici spiegazioni. Mentre, per quanto concerne la non conoscenza dell'oggetto al centro della stanza dopo l'esame a 360°, porto un esempio: se noi prendessimo in esame un qualsiasi apparato tecnologico che abbia una funzione, e lo smontassimo minuziosamente per costatare come è stato fatto, e una volta studiato riuscissimo a ricostruirlo facendogli ripetere perfettamente la stessa funzione originaria, che cosa significherebbe questo? In tal caso potremmo affermare di essere giunti a una completa conoscenza oggettiva e funzionale dell'oggetto o no? Nella pratica, che altro dovremmo sapere di quell'oggetto per "conoscerlo" veramente, secondo la tua visione delle cose?
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...il fatto che tu non comprenda "le conclusioni di un assunto" non significa per forza che quelle conclusioni siano complicate......; riguardo alla comprensione del tuo apparato tecnologico...direi di no... e' impossibile giungere ad una comprensione completa di quell'oggetto , ma questa risposta e' banale, e provero' a spiegarmi meglio: consideriamo un seggiolino , la sua funzione e' quella di sostenere il nostro peso corporeo in posizione seduta, puo' essere di legno, di metallo, puo' essere un cilindro , un cubo ( meglio non un solido piramidale ...) , puo' essere una cassa acustica, puo' essere qualunque cosa ci permetta di sedercisi sopra..., che cosa possiamo conoscere ,quindi, riguardo ad un seggiolino...riguardo a quel seggiolino? quasi nulla, perche' oltre al fatto di potercisi sedere sopra, possiamo solo "conoscerne" ( nemmeno poi in modo cosi' esatto) la forma nello spazio , la massa inerziale, gli elementi chimici che lo compongono, gli atomi che a loro volta compongono quegli elementi...e poi?...e poi diventa gia' molto piu' complicato comprendere adroni e fermioni che compongono parte di quegli stessi elementi...e poi...?...poi il buio...nulla...la nostra conoscenza rigurado a quel seggiolino si perde nei meandri di matrici di numeri strani, o di onde stazionarie di strani sistemi di particelle che smettono o cambiano il loro stato di esistenza per il solo fatto di guardarli...
Di un qualsiasi oggetto, noi esseri umani possiamo conoscere quasi nulla, e cosi' poco possiamo conoscere delle relazioni che quell'oggetto ha con il resto del reale in cui e' immerso.
Non importa se un oggetto ai tuoi occhi puo' apparire uguale identico ad un altro, il fatto stesso che occupi una sua unica dimensione spaziotemporale lo rende completamente diverso da qualsiasi altro oggetto reale suo simile...
Allora, invece di parlare di realtà apparente, che potrebbe avere tutt'altro significato, non sarebbe più corretto parlare di realtà parziale, poiché, tenendo in considerazione il tuo assunto, essa si completerà solo quella volta che si sarà scoperta anche la variante dei "neutrini" che la attraversano? Per le complicanze dell'assunto, mi sembrava chiaro che parlavo di un mio limite. Ciao.
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Vecchio 08-11-2011, 19.57.36   #74
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Allora, invece di parlare di realtà apparente, che potrebbe avere tutt'altro significato, non sarebbe più corretto parlare di realtà parziale, poiché, tenendo in considerazione il tuo assunto, essa si completerà solo quella volta che si sarà scoperta anche la variante dei "neutrini" che la attraversano? Per le complicanze dell'assunto, mi sembrava chiaro che parlavo di un mio limite. Ciao.
Strano che non hai ribadito che la nostra è una realtà virtuale...finchè non conosceremo il significato e lo scopo dell'uono nell'universo!
Ma credo che, a parte il virtuale, hai ragione: conosciamo solo parzialmente la realtà vera ed a volte in modo distorto, anche se arriviamo ad evidenziare anioni e fermioni ...o il bosone di Higgins!

....Forse, anche, ad una completezza non si arriverà mai...nonostante un avvicinamento asintotico in continuo, all'infinito: in eterno!?
E forse è solo questo che che abbiamo di eterno, oltre agli atomi: la impossibilità di una "conoscenza" assoluta!

Che poi sarebbe roba solo da scinziati!

Noi umani ci accontiamo spesso del "quanto basta"...ed è in riferimento al "quanto basta" che ci siamo evoluti...noi tutti...i cosiddetti viventi.
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Vecchio 10-11-2011, 20.59.26   #75
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Allora, invece di parlare di realtà apparente, che potrebbe avere tutt'altro significato, non sarebbe più corretto parlare di realtà parziale, poiché, tenendo in considerazione il tuo assunto, essa si completerà solo quella volta che si sarà scoperta anche la variante dei "neutrini" che la attraversano? Per le complicanze dell'assunto, mi sembrava chiaro che parlavo di un mio limite. Ciao.
...no, non mi sembra giusto parlare di realta' parziale, questo perche' non esiste conoscenza oggettiva di alcunche' che logicamente possa chiamarsi parziale, va da se' che ogni conoscenza oggettiva debba anche essere universale; per conoscere una parte del tutto bisogna innanzitutto conoscere il tutto, altrimenti , quella stessa parte, anche se fosse tale per davvero, potrebbe "apparirci" essa stessa come quel tutto che non si conosce.
In parole povere , non si puo' avere la pretesa di comprendere una tessera del puzzle senza prima avere una chiara visione di quel puzzle; una tessera tutta azzurra , presa per se' stessa , potrebbe apparirci come un pezzo di cielo, e magari si incastra con un'altra tessera che pare riportarne conferma con un abbozzo di ala d'uccello....salvo poi scoprire che si tratta del mare e che quell'abbozzo e' la pinna di un pesce tropicale...

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Vecchio 13-11-2011, 21.21.08   #76
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Strano che non hai ribadito che la nostra è una realtà virtuale...finchè non conosceremo il significato e lo scopo dell'uono nell'universo!
Ma credo che, a parte il virtuale, hai ragione: conosciamo solo parzialmente la realtà vera ed a volte in modo distorto, anche se arriviamo ad evidenziare anioni e fermioni ...o il bosone di Higgins!

ulysse, ma che fai? Ti metti a darmi ragione? E' proprio vero che, in questa settimana, stanno accadendo cose incredibili. Ovvero: Berlusconi che si dimette e fa un passo indietro dal suo incarico, ma nel farlo calpesta un piede a Benigni che stava proprio dietro di lui, facendoglielo ingessare. Tu che fai un mezzo passo indietro dandomi una parziale ragione, poiché hai affermato: "a parte la realtà virtuale" ecc., dopo avermi preso in giro, amichevolmente, non so per quanto tempo. In pratica, una settimana da ricordare per l'Italia. Per altro, ti sei meravigliato che non ho tirato in ballo la realtà virtuale? Non l'ho fatto perché non riguardava questo discorso. La realtà virtuale che viviamo fa parte di un discorso generale mentre qui si è nello specifico. In ogni caso, credo che si hanno due idee diverse su cosa sia virtuale, poiché per me vuol significare "circa" non "precisa". In pratica, la realtà virtuale appare con uno statuto ontologico incerto, non sicuro, ma offre una forma, a volte anche vivida, di presenza sociale. In pratica, non è un semplice prodotto della coscienza, un’immagine della mente, ma non è neanche una res extensa di cartesiana memoria, una realtà oggettiva ordinaria, anche perché esiste solo nell’accadere di un qualcosa che non riusciamo a valutare completamente, solo per mancanza d’informazioni.
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E forse è solo questo che abbiamo di eterno, oltre agli atomi: l’impossibilità di una "conoscenza" assoluta!
Già di se, questa tua sicurezza potrebbe considerarsi la "verità" che andiamo cercando e che tu già hai trovato. Perciò non è solo roba da scienziati. Pero in te, la conoscenza della verità ultima non determina quell'effetto che io pavento; allora, probabilmente, da sola quella verità non basta per farci vivere la consapevolezza del nostro ruolo, poiché è mia convinzione, come già sai, che noi si ha un ruolo in quest’universo.
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Vecchio 15-11-2011, 18.49.30   #77
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Allora, invece di parlare di realtà apparente, che potrebbe avere tutt'altro significato, non sarebbe più corretto parlare di realtà parziale, poiché, tenendo in considerazione il tuo assunto, essa si completerà solo quella volta che si sarà scoperta anche la variante dei "neutrini" che la attraversano? Per le complicanze dell'assunto, mi sembrava chiaro che parlavo di un mio limite. Ciao.
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...no, non mi sembra giusto parlare di realta' parziale, questo perche' non esiste conoscenza oggettiva di alcunche' che logicamente possa chiamarsi parziale, va da se' che ogni conoscenza oggettiva debba anche essere universale; per conoscere una parte del tutto bisogna innanzitutto conoscere il tutto, altrimenti , quella stessa parte, anche se fosse tale per davvero, potrebbe "apparirci" essa stessa come quel tutto che non si conosce.
In parole povere , non si puo' avere la pretesa di comprendere una tessera del puzzle senza prima avere una chiara visione di quel puzzle; una tessera tutta azzurra , presa per se' stessa , potrebbe apparirci come un pezzo di cielo, e magari si incastra con un'altra tessera che pare riportarne conferma con un abbozzo di ala d'uccello....salvo poi scoprire che si tratta del mare e che quell'abbozzo e' la pinna di un pesce tropicale...
Sottoscrivo il tuo pensiero poiché è anche il mio; è a tale motivo che ho sempre parlato di realtà "virtuale", proprio per la mancata conoscenza di quel tutto cui ti riferisci. Per altro, sulla strada della conoscenza vi sono dei pianerottoli con una porta per ognuno di loro, ogni tanto se ne apre una e c’è svelato il contenuto della stanza. Non è la realtà completa, ma non è errato affermare che è una porzione che fa parte di quella che sarà la realtà. Ciao.
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Vecchio 15-11-2011, 21.09.51   #78
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ulysse, ma che fai? Ti metti a darmi ragione?.....

Forse è un momento di buonismo cosmico!
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In ogni caso, credo che si hanno due idee diverse su cosa sia virtuale, poiché per me vuol significare "circa" non "precisa". In pratica, la realtà virtuale appare con uno statuto ontologico incerto, non sicuro, ma offre una forma, a volte anche vivida, di presenza sociale. In pratica, non è un semplice prodotto della coscienza, un’immagine della mente, ma non è neanche una res extensa di cartesiana memoria, una realtà oggettiva ordinaria, anche perché esiste solo nell’accadere di un qualcosa che non riusciamo a valutare completamente, solo per mancanza d’informazioni.
Qusto discorso "sull’ontologico incerto" e sulla "semplice immagine della mente" non l’ho capito: d'altra parte cosa non sarebbe immagine della mente?

Quindi per te “virtuale” significherebbe che ciò che percepiamo della realtà o che ci dice la scienza è incerto, approssimato…magari anche relativo…persino sarebbe un qualcosa di scarsamente ontologico.

In effetti è, piu' o meno, così: la conoscenza scientifica è “ipotetica” e "caduca" per certe sue esplicazioni, sia pure ad un livello di altissimo valore di affidabilità e garanzia di verità... che di più non esiste al momento.

Ma allora perchè non usi la parola giusta…”scienza ipotetica” ad esempio: consulta il vocabolario e vedrai che “virtuale” significa tutt’altra cosa.
Per esempio:
“Il governo del presidente è virtualmente libero”: significa che non è libero!
“Valentino Rossi è il vincitore virtuale”: significa che probabilmente lo sarà, ma ancora non lo è effettivamente. ecc..
In sostanza "virtuale" significa un qualcosa di succedaneo, che fa le veci, ma non è.

L’approssimazione sarebbe “solo” questione di mancanza di informazioni…deficienza di parametri?...e dici "solo"?
Ma non è roba da poco! E infatti non abbiamo mai tutte le informazioni in relazione ad ogni argomento e problema che affrontiamo!
Per lo più dobbiamo intuire, estrapolare!

L’informazione mancante o, comunque, incompleta, costituisce l’inconveniente maggiore cui sempre ci troviamo di fronte, la bestia nera dei ricercatori…che si chiamano ricercatori appunto per questo…perchè non hanno mai tutti i parametri che definiscono il problema e li devono cercare…e spesso nemmeno li trovano: occorre arrangiarsi, intuire, estrapolare, sperimentare, ricorrere all’esperienza, alle probabilità, alle analogie: prova e riprova e ce la farai…se non tu, chi verrà dopo…e se è un fallimento si saprà almeno che non è la strada giusta: il metodo scientifico e anche questo.

Vediamo il comportamento personale in solitaria o in team:
A parte l’agire abitudinario ed il lavoro in serie…e poi neanche... la realtà che perseguiamo nel giornaliero prossimo o nel tempo lontano non è mai come risolvere un problema scolastico di matematica…di cui si avevano tutti i dati.

In genere, nel vero reale, si va per intuizioni e per approssimazioni successive per arrivare a soluzioni soddisfacenti quanto basta.
E non è che le informazioni di cui manchiamo siano di tipo esistenziale come sembra tu creda …chi siamo…dove andiamo, che facciamo, ecc…queste non ci servono...per scopi di conoscenza fisica. Ci mancano invece spesso i dati pragmatici e concreti che servono a supporto per ogni tipo di calcolo, valutazione e decisione personale, comportamentale, sociale, di ricerca, di scoperta o di quadratura dei conti, ecc…

La nostra stessa Vision e Weltanschauung, che costituisce la stella polare delle nostre elucubrazioni ed esternazioni, non ha sempre supporti concreti ed evidenti.
Tali supporti li abbiamo acquisiti e soppesati quasi inconsciamente...pur essendone il risultato culturale e caratteriale...provengono da tutto il nostro vissuto razionale o irrazionale e inconscio che sia stato. Per altra parte si tratta, in proporzioni indefinite, di pulsioni genetiche ed emotive, condizionamenti, pregiudizi, impressioni, credenze, autosuggestioni…e infine anche cultura e saperi di cui non ci rendiamo conto di non sapere o di sapere molto meno di quanto vorremmo o sarebbe necessario.

Tutte cose, in sostanza con le quali la conoscenza o il rendersi conto del nostro ruolo nell’universo non ci ha a che fare…anche ammesso che un ruolo ce lo abbiamo…del chè dubito.

Più in generale..…
Se hai notato la mia firma in calce è: “Tray and error” che significa: prova, sbaglia, impara dai tuoi errori e riprova…ecc…soprattutto non perderti d’animo
La precedente firma universalmente valida nel personale, nel sociale, nel lavoro ecc..ed anche incentivante, motivante e, pur’essa, incoraggiante, era:
Tutti i problemi hanno soluzione, tutte le soluzioni sono imperfette, ma sempre si possono migliorare, perfezionare
L’affermazione è apodittica, ma non è solo una constatazione, è anche un metodo operativo che si persegue circa il modo di affrontare i problemi …è anche un rendersi conto che risolvere e salvarsi è sempre possibile in tempi e costi sostenibili, purchè non si cerchi la perfezione assoluta: occorre saper mediare ed il mantra è “basta che funzioni!”…alle rifiniture si penserà dopo o qualcun altro ci penserà…è anche un fatto economico.

Il concetto vale per ogni comportamento e accadimento di fronte ai problemi che si pongono a livello di persona, di team di ricerca, di organizzazione, di lavoro, di governance, ecc…

Se ci fai caso, ad esempio, anche la ricerca scientifica funziona così….da sempre! e anche la filosofia...nel succedersi delle elucubrazioni ed estrapolazioni.
Persino la nostra evoluzione di viventi ha sempre funzionato così: per noi che ci siamo e siamo giunti a questo livello, i problemi di adattamento hanno sempre avuto una soluzione, purtroppo non mai perfetta però…solo quanto è bastato…dato che imperfetti siamo…ma funzioniamo: possiamo però sempre migliorare…biologicamente, psichicamente, eticamente, culturalmente, ecc… noi personalmente, se vogliamo, ma anche come popolo e come specie.
E’ incoraggiante, no? Per aspera ad astra!

Ma mi pare il contrario di cio’ che tu sembri credere: la tua weltanschauung mi pare opposta!?
Non c’è problema! Qualunque cosa tu creda circa una verità o le tante relative facce...nulla cambia nel reale degli accadimenti: il processo è sempre lo stesso...per ogni argomento ad ogni livello: Tray and error! quanto basta!
Mi pare una legge non fisica, di comportamentismo, di generale applicazione e convenienza: se non ci stai dentro spendi tropo e fallisci...soccombi!
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Già di per sè, questa tua sicurezza potrebbe considerarsi la "verità" che andiamo cercando e che tu già hai trovato. Perciò non è solo roba da scienziati. Pero in te, la conoscenza della verità ultima non determina quell'effetto che io pavento; allora, probabilmente, da sola quella verità non basta per farci vivere la consapevolezza del nostro ruolo, poiché è mia convinzione, come già sai, che noi si ha un ruolo in quest’universo.
Al contrario è mia convinzione che non esista relazione fra il nostro eventuale ruolo nell'universo (Sic!) e la perseguita conoscenza della "realtà vera là fuori".
Anzi mia convinzione ultima è che un qulche ruolo predefinito nell'universo non ce l'abbiamo: bisognerebbe prima definire CHI distribuisce i ruoli e relativi scopi.

Ma non è che io ho trovato la grande verità ultima…basta guardarsi intorno e non sperare nell’Araba Fenice…o non essere infatuati di una filosofia metafisica: un pò di pragmatismo non guasta!

In ogni caso la buona notizia è che una verità relativa c’è sempre nel nostro immaginario, la cattiva notizia è invece che una “verità ultima” non c’è!
E infatti c’è in effetti sempre una verità plausibile circa l’universo la fuori, per quanto basta al momento, “verità” pur sempre imperfetta e non definitiva, non esaustivamente descrivente la "vera verità là fuori", ma che però sopperisce al necessario.
La buona notizia è ancora che sempre si può migliorare…se vogliamo o se lo vuole la comunità scientifica! ma anche aliovello etico…anche se, personalmente, magari non vogliamo o non ne siamo interessati.

Altra cosa è la "vera verità e realtà dell’universo là fuori" che supponiamo perfetta in sè, ma che andiamo perseguendo solo asintoticamente e via via rappresentiamo al livello di quella verità che via via riusciamo a raggiungere: ogni scalino è propedeutico al successivo...all'infinito!

Non è forse etico?...anzi è pure una Weltanschauung eterna nel suo dinamismo, o, almeno, finché ci saremo.
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Vecchio 16-11-2011, 21.25.25   #79
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Sottoscrivo il tuo pensiero poiché è anche il mio; è a tale motivo che ho sempre parlato di realtà "virtuale", proprio per la mancata conoscenza di quel tutto cui ti riferisci. Per altro, sulla strada della conoscenza vi sono dei pianerottoli con una porta per ognuno di loro, ogni tanto se ne apre una e c’è svelato il contenuto della stanza. Non è la realtà completa, ma non è errato affermare che è una porzione che fa parte di quella che sarà la realtà. Ciao.

......, io sarei ancor piu' drastico nel definire la provvisorieta' e l' evanescenza della nostra idea di realta' facendo notare che l'affermare di poterne conoscerne solo un pezzo e' gia' , di per se', la pretesa noeticamente ingiustificata di sapere metafisicamente e fantasiosamente a priori che vi e' un Tutto a cui quel pezzetto di realta' appartiene.

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Vecchio 17-11-2011, 10.53.48   #80
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ulysse, ma che fai? Ti metti a darmi ragione?.....
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Forse è un momento di buonismo cosmico!
O forse in un momento di rara lucidità.
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In ogni caso, credo che si hanno due idee diverse su cosa sia virtuale, poiché per me vuol significare "circa" non "precisa".
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Quindi per te “virtuale” significherebbe che ciò che percepiamo della realtà o che ci dice la scienza è incerto, approssimato…magari anche relativo…persino sarebbe un qualcosa di scarsamente ontologico.

In effetti è, piu' o meno, così: la conoscenza scientifica è “ipotetica” e "caduca" per certe sue esplicazioni, sia pure ad un livello di altissimo valore di affidabilità e garanzia di verità... che di più non esiste al momento.

Ma allora perchè non usi la parola giusta…”scienza ipotetica” ad esempio: consulta il vocabolario e vedrai che “virtuale” significa tutt’altra cosa.
Per esempio:
“Il governo del presidente è virtualmente libero”: significa che non è libero!
“Valentino Rossi è il vincitore virtuale”: significa che probabilmente lo sarà, ma ancora non lo è effettivamente. ecc..
In sostanza "virtuale" significa un qualcosa di succedaneo, che fa le veci, ma non è.
Appunto! Esattamente quello che affermo io.
Citazione:
ulysse
L’approssimazione sarebbe “solo” questione di mancanza di informazioni…deficienza di parametri?...e dici "solo"?

Ma non è roba da poco! E infatti non abbiamo mai tutte le informazioni in relazione ad ogni argomento e problema che affrontiamo!
Per lo più dobbiamo intuire, estrapolare!

L’informazione mancante o, comunque, incompleta, costituisce l’inconveniente maggiore cui sempre ci troviamo di fronte, la bestia nera dei ricercatori…
Indipendentemente dalle difficoltà di ricerca, personalmente sottolineo la mancanza di informazioni, poiché quello è il punto focale. tutti gli altri arzigogolamenti li lascio alla pazienza di chi ha tempo di leggere il bignami della Divina Commedia. Ciao.
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