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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 06-06-2013, 12.03.58   #151
Aggressor
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Riferimento: Siamo solo un ammasso di cellule?

Il bello di tutto questo è che si riesce a giustificare un'etica solo così: i geni ci predispongono a vivere in branco e questo, spesso, è anche ciò che ci conviene (per sopravvivere e vivere "meglio"), percui lo facciamo fintantoché riusciamo ad essere indirizzati in tal modo. Sembra che la natura abbia creato oggetti che si tirano avanti da soli, al ché, se un pazzo decidesse di voler distruggere l'umanità, l'unica cosa che sapremmo dirgli è: i nostri geni ci portano ad autoproteggerci, quindi siamo qui a dirti di non eliminarci.

In altre parole non riusciremmo a dissuadere il folle, né effettivamente abbiamo degli argomenti per farlo, se egli ha deciso di porre fine alla sua vita non c'è motivo razionale percui non dovrebbe distruggere anche la nostra una volta che ne abbia voglia. Dopotutto ciò che ci tira avanti è solo una "abitudine biologica", un capriccio derivante dal caso senza alcun valore obbiettivo, una voglia anch'essa (quella di rimanere in vita) che, pertanto, non possiede nessun diritto in più di quella del folle (e il folle potrebbe anche essere uno che stà già morendo, quindi uno che non ha niente da perdere distruggendo l'umanità).


L'esempio del pazzo è racchiude le stesse problematiche dell'esempio del malvagio che toglie agli altri per dare a sé. Fintanto che il motivo per non fare cose del genere verrà identificato con una predisposizione genetica (e non logico-razionale, per esempio) chi non risentirà di simili forzature "meccaniche" dal proprio essere, non potrà venire biasimato per ciò che fa; io non lo faccio solo perché non è nei miei geni, mica perché non lo trovo "giusto".


Questo è il quadro che volevo far emergere; non si tratta di un "fuori-tema" rispetto alla domanda fondamentale: "siamo solo un ammasso d cellule?". Cosa è un ammasso di cellule? Se esso è ciò che la scienza ha dimostrato fin ora mi piacerebbe sapere da voi tutti se sbaglio nel far derivare quelle conseguenze etiche (l'impossibilità di fermare il folle per via razionale). Altrimenti si può dire che manca un pezzo importante alla scienza, o che i principi etici effettivamente non hanno modo di esistere (se non nella forma espressa prima), o che si devono ricercare per altra via.


Vorrei far notare che, dopotutto, questo pazzo di cui ho parlato non è mai esistito per ora, o non è mai riuscito a distruggere l'umanità, percui, nonostante tutto, la nostra razza potrebbe continuare avanti così.


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Vecchio 07-06-2013, 23.40.49   #152
and1972rea
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Riferimento: Siamo solo un ammasso di cellule?

Citazione:
Originalmente inviato da paul11
Rispondendo ad and1972rea non posso che suggerirti di essere meno criptico nella tua esposizione e quindi di chiarirla meglio, ma solo per poter argomentare nel dialogo ,diversamente rischio di interpretare male ciò che esprimi.
Ultimamente sto leggendo sforzando i neuroni della mia scatola cranica sfiorando il vuoto pneumatico, le brane , le undici dimensioni delle stringhe, la cosiddetta M-Teoria che rispetto a quella del Modello Standard ha tutte le quattro forze ,compresa la gravità quindi.
Affascinante sicuramente e paelstra per i mie neuroni e sinapsi.
Non saprei quanto possa essere validativa e giustificata, ma è il tentativo di arrivare ad una definizione ultima o meglio di capire la primordiale e più piccola entità che costituisce tutti gli altri elementi .
Quello che dal punto di vista filosofico ispira è che vi è una epistemologia ed una ontologia diversa, perché è ovviamente diverso il modello di rappresentazione del mondo, verrebbe da dire da fantascienza.
Quello che penso a partire dalla biologia molecolare è che ritengo che vi sia comunque all’interno della materia e/o energia già una qualità di poter costituire complessità e di saperle auto organizzare.
Se una cellula costruisce tessuti e poi organi e poi apparati e il tutto diventa un corpo , ma che nel modello euristico diventa qualcosa di più che un insieme complesso interfunzionale agente di un insieme di materiale organico, in quanto quel corpo ha una sua identità, una sua esistenza, una sua differenza e una sua qualità di astrazione al di là della semplice materia; implica o che il “segreto” è nelle caratteristiche organiche dei legami energetici, nella configurazione molecolare o c’è anche un’altra energia che ci sfugge e forse chissà saranno proprio le stringhe a definirla.
Non credo nemmeno io che tutto finisca in un pugno di polvere la nostra esistenza. A volte mi sono chiesto se sia solo una sorta di auto commiserazione psicologica, ma non è così.
C’è troppo senso, inteso come teleologia, come scopi e finalità, come entropie, come forze vettoriali che tendono comunque a portare energie e materia verso determinati scopi invece che altri.
Una sorta di ordinamento che appare all’orizzonte di un apparente caos indeterministico , un qualcosa che più che deduzione è intuizione che qualcosa ci sia ,ma che non si riesce ancora a definire, catalogare, categorizzare .
Guardare al di la' della “semplice” materia per conoscere noi stessi credo sia illusorio , divertente ( nel senso letterale del termine) ,ma sempre vanamente inutile ai fini ove dovrebbe condurci la ricerca di un senso vero del nostro essere; non dobbiamo guardare altrove per trovare noi stessi, noi siamo cio' che vediamo, sentiamo, tocchiamo, comprendiamo fisicamente ,siamo questo e , ancor di piu', siamo profondamente dentro tutto e solo questo , ma questo fenomeno dentro cui siamo , quest'apparenza sensibile che palpiamo con i nostri strumenti, con le protesi del nostro intelletto, non si limita all'equivoco , spesso solo frutto dell'abitudine della nostra natura, dei nostri sensi e dei nostri fallibili e sempre falsificabili modelli della scienza sperimentale; la materia di cui siamo fatti e' profondamente immersa nel reale a cui innegabilmente apparteniamo , ma essa e' molto piu' profondamente radicata rispetto a quello che la nostra limitatissima capacita' di comprendere puo' spiegare oggi.
Gli sviluppi della fisica dell'ultimo secolo fanno intuire a chiunque di noi che il vecchio mito positivista della morte biologica, in grado di disperdere nel flusso caotico degli elementi qualsiasi individualita' atomicamente definibile, non ha piu' un senso razionale; un esempio di questo fatto e' la scoperta e l'osservazione in Natura di sistemi fisici di particelle del tutto autonomi rispetto al nostro illusorio concetto di spazio; essi esistono nel loro stato a prescindere dalla dislocazione spaziale delle componenti “ atomicamente” osservabili che li compongono, e la relazione fisica di queste ultime sussiste allo stesso modo indipendentemente da qualsiasi distanza le separi ; un po' come se la realta' di un corpo materiale prescindesse dalla disposizione spaziale delle proprie particelle; perche' , allora, visto il dato attuale dei fatti osservabili in Natura, dobbiamo continuare a credere che , una volta dispersi nello spazio gli amminoacidi e ricombinate le basi azotate e ricostituiti in innumerevoli altre disposizioni i ponti idrogeno che prima erano in noi, la nostra identita' fisica debba venir meno insieme a quelle apparenti relazioni fino ad ora conosciute? Non e' piu' sensato , razionalmente, pensare che tali relazioni biochimiche siano molto piu' profondamente radicate in noi , cioe' nel reale, di quanto supponiamo? E che sussistano al di la' della ricombinazione spaziale delle relazioni immaginate dai nostri illuministici ed alchimistici modelli fisico chimici? E' chiaro che non possiamo piu' guardarci allo specchio con gli occhi di Lavoisier; la realta' che osserviamo e' rimasta la stessa, ma gli occhi della scienza contemporanea insinuano in noi il dubbio che le antiche certezze della morte atomica siano diventati parte di un mito non piu' aderente al reale che osserviamo.
Siamo , quindi,davvero certi che l'esistenza unitaria del nostro essere consista e permanga soltanto nell'insieme unitario delle relazioni che crediamo sussistere nel nostro corpo? gli antichi Egizi contavano di preservare la vita al di la' della morte conservando la forma esteriore del corpo del defunto, al giorno d'oggi quella forma e' stata calata un po' piu' profondamente al livello delle forme molecolari di tessuti ,cellule ed atomi , ma, come gli antichi Egizi,continuiamo a credere che basterebbe preservare tutte le relazioni biochimiche fra una molecola e l'altra del nostro corpo ( o fra un fermione e l'altro...) per mantenere al riparo il nostro Essere dall'inesistenza; non e' cambiato nulla , abbiamo spostato l'asticella dell'eternita' dalla maschera d'oro appoggiata sui contorni dei nostri visi alle funzioni che dovrebbero ricalcare i contorni della realta' subatomica in cui crediamo oggi di consistere; un domani scopriremo che ,ancora piu' profondamente nel reale, il nostro Essere non consistera' nelle nostre particelle allo stesso modo di come non consisteva nella forma dei nostri zigomi, ma ugualmente non sara' cambiato nulla nel nostro modo di intendere noi stessi nel reale, fino a quando non arriveremo a sondare razionalmente profondita' ancor piu' abissali della Natura in cui siamo immersi.

Ultima modifica di and1972rea : 08-06-2013 alle ore 22.31.12.
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Vecchio 13-06-2013, 14.26.53   #153
paul11
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Riferimento: Siamo solo un ammasso di cellule?

Capisco la tua impostazione e approvo in un certo qual modo che bisogna iniziare da quello che “viviamo” materialmente.
Ma come già ho espresso in altra discussione i problemi sono le relazioni e le nostra interfaccia (l’IO) considerando contemporaneamente l’ontologia, la fenomenologia e l’epistemologia.
La difficoltà ci viene dall’eredità dualistica di Platone: avere un’idea di un oggetto, e l’oggetto per quello che è.
Scegliere (o abolire) o costruire delle priorità fra uno dei tre domini, ontologico, fenomenologico, epistemologico, significa sopravvalutare una parte e sottovalutarne altre.
Non penso, ma magari mi sbaglio, che la fisica attuale risolva il problema, semplicemente lo sposta in un altro tipo di modellazione.
La cosa paradossale è che siamo noi la vera incognita più ancora dell’elemento fisico primordiale, in quanto siamo noi agenti e attori che interfacciano i tre domini.
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Vecchio 17-06-2013, 21.57.34   #154
and1972rea
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Riferimento: Siamo solo un ammasso di cellule?

Citazione:
Originalmente inviato da paul11
Capisco la tua impostazione e approvo in un certo qual modo che bisogna iniziare da quello che “viviamo” materialmente.
Ma come già ho espresso in altra discussione i problemi sono le relazioni e le nostra interfaccia (l’IO) considerando contemporaneamente l’ontologia, la fenomenologia e l’epistemologia.
La difficoltà ci viene dall’eredità dualistica di Platone: avere un’idea di un oggetto, e l’oggetto per quello che è.
Scegliere (o abolire) o costruire delle priorità fra uno dei tre domini, ontologico, fenomenologico, epistemologico, significa sopravvalutare una parte e sottovalutarne altre.
Non penso, ma magari mi sbaglio, che la fisica attuale risolva il problema, semplicemente lo sposta in un altro tipo di modellazione.
La cosa paradossale è che siamo noi la vera incognita più ancora dell’elemento fisico primordiale, in quanto siamo noi agenti e attori che interfacciano i tre domini.
...io sono sempre piu' convinto , invece, che l'eredita' dicotomica di Platone si sia esaurita nell'idealismo tedesco, o meglio, nel puro Realismo Hegeliano e nella contemporanea epistemologia del razionalista Popper; non sappiamo chi siamo, o cosa siamo ( e "cosa" e' gia' dire troppo) , non sappiamo cosa dire in merito alla nostra esistenza , non dire nulla sarebbe addirittura l'approdo piu' razionale possibile per alcuni, ma non possiamo che essere certi di una sola evidenza, cioe' del fatto che il Reale siamo noi e noi siamo il Reale. L'idea di un oggetto e' reale quanto l'oggetto stesso, anzi, e' in relazione talmente intima con qualsiasi parte del reale , che diviene inscindibile da esso; non puoi sentire il colore verde, guardare un pipistrello e pensare ad un drago, senza la certezza evidente che quegli oggetti , attraverso di noi, sprofondino le loro radici nell' immensita' del Reale; idee talmente e soltanto reali che diventano tangibili anche nel momento in cui compaiono materialmente sugli schermi delle risonanze magnetiche nucleari..., sensazioni e idee talmente reali su cui possiamo agire semplicemente e soltanto passando attraverso l'azione reale della nostra volonta' ( prendi un bisturi e prova a toccarti il cervello in alcuni punti specifici , uno dei tanti modi reali per farti provare idee e sensazioni del tutto reali ... ...). L'unica abissale difficolta' e' rappresentata dall'infinita oscura profondita' del Reale, che abbiamo sempre dinanzi agli occhi dell'intelletto , ma che non riusciamo ad afferrare spiegandola, riusciamo solo ad accettarla nella sua evidente interezza cosi' come riusciamo ad apprezzare la superfcie dell'oceano con uno sguardo senza comprendere , a prima vista, tutto quello che essa nasconde .
and1972rea is offline  
Vecchio 20-06-2013, 00.15.59   #155
paul11
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Riferimento: Siamo solo un ammasso di cellule?

Sono d’accordo che siamo noi il Reale in un’ accezione ampia.
La dicotomia persiste nelle discipline scientifiche e nelle filosofie.
Continuiamo a descrivere il mondo a “fette”perdendo di vista l’unità del reale che siamo noi perché siamo noi a rappresentare a modellare a pensarlo e rifletterci.
E noi siamo strani “animali” ci facciamo autosuggestionare e condizionare dalla Realtà che noi stessi produciamo.
Si continua comunque a ragionare del mondo “reale” materiale e del “mondo razionale” diciamo meta-fisico come sistemi separati “in casa” dimenticando che il soggetto siamo sempre noi, siamo noi che produciamo queste realtà in cui viviamo, come la storia.

Forse questa dicotomia è necessaria storicamente che l’umanità in qualche modo la viva, ne faccia esperienza.
Quando ci accorgeremo che il processo della conoscenza non è una collezione di istruzione, una biblioteca di libri, una esibizione di erudizione, un gioco a quiz, ma che forse sono le dinamiche la cosa fondamentale cioè la capacità di relazionare i diversi domini e ambiti, di saperli fare dialogare e insieme processare, allora forse si aprirà un nuovo capitolo nella storia: dopo la divisione la riunione. D’altra parte la storia ci insegna che ad una cultura arriva un’altra risposta culturale che poi diviene dominante.

In questo periodo più ragiono sulla fisica e sulla biologia e più ne vedo le similitudini.
Polvere di stelle esplose che hanno compiuto il loro ciclo, per forza di gravità vengono riammassate e più diventa massa consistente e più accelera la costituzione di un’altra stella.
Unicellulari ad un certo punto arrivati ad una fase “di non ritorno” o si dividono o diventano pluricellulari.

Ma ad ogni cambiamento dal semplice al complesso, ad ogni step, la complessità cambia definizioni e proprietà.
Ma chi comanda tutto questo? Qual è il meccanismo che finalizza dal semplice al complesso e infine compiuto il ciclo biologicamente si muore e si decompone per poi “riapparire”; e come la stella a seconda della sua massa diventerà una “nana” , una “supernova”,ecc. finchè ..ridiventerà polvere per riaprire un altro ciclo?

C’è già nella materia qualcosa che muove e finalizza.
La nostra conoscenza è stata abbastanza statica , nen senso che collezionavamo conoscenze.
Ma come faremo a sapere quanto sappiamo del Tutto? Ma siamo sicuri che è il sapere il Tutto il vero problema?
Io vedo nei mediatori dinamici gli impulsi che muovono, combinano e scombinano gli elementi materiali e biologici.
Così come i “bosoni di gauge” cioè le forze interagenti :elettromagnetismo, forte, debole e gravità, così nei meccanismi biologici e quindi organici , ma anche inorganici ci sono elementi chiave che permettono i meccanismi di scambio, sono i catalizzatori, gli enzimi organici , le sostanze secrete dalle ghiandole endocrine ,dall’insulina alla serotonina, ecc.Aprono e chiudono le membrane cellulari informando e processando, mettendo in comunicazione le diverse funzioni.
Chi comanda alla cellula staminale di indirizzarsi ad un certo punto di un organo per poi differenziarsi e divenirne costituente cellulare di un tessuto?

Sono le dinamiche dei processi che ci mancano, come agiscono le interazioni,come si autogoverna la biologia e la materia. Noi ne osserviamo effetti e costituenti, conosciamo sempre più il DNA ma ci sfuggono ancora delle dinamiche fondamentali., chi attiva ad un certo punto e perché un gene inteso come informazione di una catena di acidi nucleici, quanto e come agisce l’ambiente sull’informazione genetica costruendo al nostro storia filogenetica?

Eppure dall’altra parte pur non conoscendo i meccanismo del pensiero e le sue dinamiche…pensiamo. Eppure pur non conoscendo quella realtà fisica …interagiamo e ci relazioniamo con i mondo.
Noi siamo piloti di un meccanismo come un autista pur non conoscendo quasi nulla di meccanica e termodinamica o di motore endotermico o l’albero di trasmissione o motore….guida.
Noi viviamo senza necessariamente esserne informati e consapevolmente coscienti della nostra sapienza e ignoranza. Eppure da sempre ,analfabeta o genio del sapere,,,,costruiamo la Realtà e ci viviamo. Dentro un mito, dentro una metafisica, dentro una superstringa o …. come una barca alla deriva persa nell’oceano.
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Vecchio 22-06-2013, 13.57.05   #156
ulysse
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Riferimento: Siamo solo un ammasso di cellule?

Citazione:
Originalmente inviato da paul11
Sono d’accordo che siamo noi il Reale in un’ accezione ampia.
La dicotomia persiste nelle discipline scientifiche e nelle filosofie.
Continuiamo a descrivere il mondo a “fette”perdendo di vista l’unità del reale che siamo noi perché siamo noi a rappresentare a modellare a pensarlo e rifletterci.
Amico Paul11, è interessante questo tuo post: alle domande che poni mi pare che per lo più non ci sia risposta al momento…per altre occorre accettare la teorie correnti…quella evolutiva, ad esempio, che pur con tante conferme, molti rifiutano…forse per certi preconcetti o perché non la si è approfondita…altre risposte mi paiono ovvie...basta attenersi al buon senso.
Vedrò, per quanto posso, di dare alcune risposte di buon senso…per quanto, anche il vecchio buon senso non sempre sia affidabile.

Non ho seguito la parte di discussione che precede, e certo molto mi è sfuggito, ma vorrei precisare (credo conformente ai concetti scientifici) che il vivente (e insieme l'uomo) è solo uno dei tanti fenomeni e sottofenomeni dell'universo.
Quindi non siamo completamente il "Reale", ma solo una parte di quello che è il "Reale Universo"...anche se in parte (gran parte?) ignoto.

Quanto alla dicotomia dei saperi direi che un tempo il mondo era un piccolo mondo di cui poco si sapeva.
In conseguenza il mondo poteva apparire un tutt'uno...e sembrava possibile controllarlo e comprenderlo globalmente nel proprio pensiero...e poi, ove non fosse chiaro, il trascebdente aiutava…un “deus ex machina” era sempre disponibile.

Ma già Aristotele forse pensava che pure un tal mondo fosse troppo grande per noi e inventò la meta-fisica oltre la fisica...che purtroppo, senza controllo e riferimento reale, degenerò e degenera nei mostri dell'irrazionale: la metafisica spiega tutto ed anche di più...tanto che ove non ha risposta si rifugia nelle fantastiche magie dell’immaginario e del trascendente.
O forse è solo una mia impressione!?
Citazione:
E noi siamo strani “animali” ci facciamo autosuggestionare e condizionare dalla Realtà che noi stessi produciamo.
Si continua comunque a ragionare del mondo “reale” materiale e del “mondo razionale” diciamo meta-fisico come sistemi separati “in casa” dimenticando che il soggetto siamo sempre noi, siamo noi che produciamo queste realtà in cui viviamo, come la storia.
Veramente la vera completa “realtà” non la facciamo noi, nella sua oggettività essa esiste per conto suo e già esisteva prima di noi!

Noi, se mai, la percepiamo limitatamente alle possibilità dei nostri sensi e cerchiamo di interpretarla più o meno razionalmente a seconda che siamo più o meno scantati …e, magari, per effetto del wishfulthinking, viviamo nella illusione di un mondo che non è… illusi di essere ciò che non siamo: lo sforzo e l’intento della ricerca scientifica è proprio rivolto a disfare e superare nel senso della realtà queste suggestioni ed in parte ci riesce pure.

Per arginare una tale deriva, contro l’accettazione di un mondo illusorio, Galileo si trovò a dare origine alla scienza... con le sue idee... con le sue sperimentazioni... col matematizzare l’esplicazione dei fenomeni dell’universo...nella fede che la lingua dell’universo fosse e sia, appunto, la matematica!

Galileo, cioè, integrò la semplice osservazione allora usuale, ma di per sè inaffidabile, definendo in nuce il metodo scientifico di cui l'uomo ancor oggi si avvale, sempre più sofisticatamente, per produrre scienza/conoscenza…e aprire un varco nel profondo buio delle credenze illusorie e suggestive che da sempre avvolgevano e ancora avvolgono l’umanità.

Quindi non sarebbe la realtà autoprodotta quella in cui vive l’uomo, ma, piuttosto, a volte, l’irrealtà delle proprie suggestioni e credenze.
D’altra parte l’uomo sembra essere l’unico “animale” che s’ingegna a sistematizzare nella propria mente il mondo percepito anche oltre il percepito…persino oltre le immediate esigenze di sopravvivenza.

La scienza non è certo completamente aliena dai mondi e sistemi che nascono dalle elucubrazioni fantastiche citate, ma tende a superarle proprio per metodo ed istituzione…e tende a distaccarsene molto più che non altre supposte discipline e saperi che ancora si coltivano e che affondano nel fantasioso esoterico mondo ultra-umano.

Come dicevo, mentre da un lato, il perseguire il metodo scientifico tiene, per certa parte, ancorata la conoscenza alla realtà là fuori, dall’altro non può prescindere dal perseguirne separatamente le diverse branche relative ai più diversi argomenti e discipline che sempre più insorgono con trend crescente.
Citazione:
Forse questa dicotomia è necessaria storicamente che l’umanità in qualche modo la viva, ne faccia esperienza.
Ma forse questa tua è solo una ipotesi che butti lì: la storia, infatti, non è entità che possa imporre qualcosa…è solo una umana descrizione degli eventi riferita al supposto scorrere del tempo!

Mi pare, piuttosto ovvio, che ad un certo punto si sia pensato che uno solo o un ridotto numero di uomini, non era più in grado di trattare e sviluppare il sapere e la conoscenza in un solo unico insieme di per sè integrato.

E’ parso allora naturale, ed anche conveniente, che ognuno perseguisse le proprie ricerche per diversa strada e sono sorte le diverse specializzazioni.
E’ solo questione di rendere più efficiente il processo conoscitivo...il modo di fare scienza nelle sue diverse tipologie dei saperi.

Naturalmente l’universo sembra essere “uno” ed in sè congruente per cui è nato anche il problema del coordinamento fra i diversi saperi...coordinamento che, per forza di cose e ovviamente, non sempre riesce a sufficienza.

Anche qui il miglioramento è in atto: Galileo scriveva una lettera a Keplero e la risposta arrivava dopo tre mesi. Oggi poni la domanda via web ed hai hai la risposta in tempo reale…come fosse la domanda che la parte verticale del cervello pone alla parte laterale...e viceversa.

Quindi è vero, il sapere si è dicotomizzato...e sempre piu' lo è... ma è solo una questione di efficienza e coordinamento: il web viene a costituire il grande cervello che un singolo uomo o un singolo team di ricerca non può avere.... capace di trattare l’intero scibile umano.
Resta che gli inconvenienti di reciproca integrazione che inevitabilmente ne derivano...occorre superarli.
Citazione:
Quando ci accorgeremo che il processo della conoscenza non è una collezione di istruzione, una biblioteca di libri, una esibizione di erudizione, un gioco a quiz, ma che forse sono le dinamiche la cosa fondamentale cioè la capacità di relazionare i diversi domini e ambiti, di saperli fare dialogare e insieme processare, allora forse si aprirà un nuovo capitolo nella storia: dopo la divisione la riunione. D’altra parte la storia ci insegna che ad una cultura arriva un’altra risposta culturale che poi diviene dominante.
Infatti mi pare sia così: è naturale che le tipologie culturali si susseguano a periodi e ad epoche...magari la seguente reagendo alla precedente...forse anche, tendenzialmente, con trend prevalente migliorativo per qualità e quantità...finchè non comparirà il baratro!

Comunque l’intento di relazionare fra loro i diversi saperi e dialogare, mi pare sia già in atto: i diversi domini, infatti, non sono così stagni e sempre si può e si deve migliorare nella comunicazione.

Certo che ad una esauriente e completa comunicazione e integrazione non si arriverà mai per il semplice fatto che nuovi domini di ricerca insorgono continumente...siano essi discipline o semplici nuovi progetti.

Comunque le persone, in specie se scienziati e ricercatori o filosofi eccelsi, non sono, in genere, così inavvertite o arretrate come sembri supporre…sembra invece che il loro “QI” inteso come agilità mentale nell’affrontare e risolvere nuovi argomenti e problemi, superi, in genere, quello della media degli umani...per quanto non per questo siano da reputare infallibili...anzi sono e siamo ben consci della loro fallibitlità...non prevalente tuttavia..dato che il trend della conoscenza è in salendo.

Al sorgere di un qualche inconveniente comunicativo ci cerca il rimedio...ed il rimedio ora sembra essere il web: cento mila o un milione di lavoratori di scienza...magari anche di filosofia... su tutto il pianeta, pur dediti a diversi progetti di ricerca, nei loro laboratori e università, sono in comunicazione fra loro in tempo reale: certo qualche pasticcio salta sempre fuori...ma credo sia sempre meglio della gestione del pony-express di Buffalo Bill.

Ultima modifica di ulysse : 22-06-2013 alle ore 19.33.55.
ulysse is offline  
Vecchio 22-06-2013, 19.22.50   #157
ulysse
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Riferimento: Siamo solo un ammasso di cellule?

Citazione:
Originalmente da Paul11
In questo periodo più ragiono sulla fisica e sulla biologia e più ne vedo le similitudini.
Invero le modalità del processo biologico sono nettamente diverse dalle funzionalità del mondo fisico.

Da un lato abbiamo la consequenzialità delle leggi fisiche: leggi di causa/effetto…in certo qual modo deterministiche.
Dall’altro, alle leggi fisiche, si sovrappone l’emergere della vita e l’adattamento del vivente all’ambiente per selezione naturale... eventualmente con mutazione del DNA ed evoluzione dell’individuo…della specie.
Citazione:
Polvere di stelle esplose che hanno compiuto il loro ciclo, per forza di gravità vengono riammassate e più diventa massa consistente e più accelera la costituzione di un’altra stella.
In effetti capita che le scorie dovute alla esplosione di una supernova si riaggreghino sotto l'azione delle gravità fino ad una densità e pressione tale da dar luogo a pianeti o all’accendere della fornace nucleare e dar vita ad una nuova stella.
Citazione:
Unicellulari ad un certo punto, arrivati ad una fase “di non ritorno”, o si dividono o diventano pluricellulari.
Comunque il processo di moltiplicazione cellulare non è così grezzo e paragonabile a quello della formazione delle stelle da semplici detriti.

Le cellule sono già elementi complessi dotati di vita.

Esse si moltiplicano non per aggregazione, ma per dicotomia...comunque per duplicazione: il corpo di un pluricellulare è formato da migliaia o miliardi di cellule derivate da una unica cellula madre fino a formare la struttura che il DNA programma.
Citazione:
Ma ad ogni cambiamento dal semplice al complesso, ad ogni step, la complessità cambia definizioni e proprietà.
Veramente certe proprietà non mutano: la biologia ci dà una definizione base di cosa possa considerarsi “vita”… poi si sovrappongono ulteriori caratteri, via via che l’albero evolutivo si ramifica
Citazione:
Ma chi comanda tutto questo? Qual è il meccanismo che finalizza dal semplice al complesso e infine compiuto il ciclo biologicamente si muore e si decompone per poi “riapparire”;
Ma non credo che ci sia chi comandi: il meccanismo è quello della vita (per ora ignoto) e poi il DNA formatosi per evoluzione…per lo meno questa è l’ ipotesi attuale.
Solo gli atomi ritornano in ciclo a breve nel cibo e nel nostro corpo, se si riutilizza l’organico per concimare.
Diversamente fra cinque miliardi di anni, finito il combustibile, il sole esploderà in una supernova ed i nostri atomi si spargeranno per l’universo ….eventualmente a disposizione di nuovi viventi…alieni!

Comunque la teoria evolutiva del vivente offre una spiegazione anche abbastanza circostanziata se non siamo in cerca di chimere.
Tuttavia la teoria evolutiva…non dice, per ora, come sia emersa la vita.
Citazione:
e come la stella a seconda della sua massa diventerà una “nana” , una “supernova”,ecc. finchè ..ridiventerà polvere per riaprire un altro ciclo?
Pare sia così, ma è questione di leggi fisiche: semplificando a grandi linee…la gravità produce compressione, innesca, per temperatura, il forno nucleare (stella) che consumerà combustibile (materia) fino all’esaurimento e diventerà buco nero, nana o supernova a seconda della grandezza e interazione con altre stelle…corpi celesti ecc…
Ma credo sia tutto molto diverso da ciò che avviene per il vivente.
Citazione:
C’è già nella materia qualcosa che muove e finalizza.
La nostra conoscenza è stata abbastanza statica , non penso che collezionavamo conoscenze.
L’universo procede, funziona e muta secondo la logica consequenziale delle leggi fisiche.
La materia, pur inerte, reagisce in modo selettivo in presenza di altra materia: abbiamo gli esempi elementari degli atomi che reagiscono e formano molecole composte attivando le valenze, ma non credo si possa parlare di “finalità” precostituita…e poi…finalità per che cosa?…per la vita?...se così fosse nuovi tipi di vita insorgerebbero continuamente ad ogni piè sospinto.
In realtà il fenomeno “vita” è emerso una volta (3 0 4 miliardi di anni fa) o più volte in un range ristretto..e poi basta! Dopo è intervenuta la riproduzione cellulare e quindi il meccanismo evolutivo!
Citazione:
Ma come faremo a sapere quanto sappiamo del Tutto? Ma siamo sicuri che è il sapere il “Tutto” il vero problema?
Lord Kelvin a fine ‘800 ebbe a dire che oramai la fisica era finita…tutto era noto e risolto…non restavano che lievi aggiustamenti e rifiniture.
Non l’avesse mai detto!
Irruppero immediatamente la Relatività, la quantistica, le stringhe, i multiversi e tutte la diavolerie che la ricerca persegue sempre più in ogni campo dello scibile e della conoscenza dell’universo.

Quindi il “Tutto” come sapere globale non esisterà mai…sarà solo una ulteriore più completa e coordinata visione nel senso che ci sarà sempre un nuovo “Tutto” da perseguire.
Citazione:
Io vedo nei mediatori dinamici gli impulsi che muovono, combinano e scombinano gli elementi materiali e biologici.
Così come i “bosoni di gauge” cioè le forze interagenti :elettromagnetismo, forte, debole e gravità,
E’ il campo delle leggi dell’universo: nessuno pretende che questo campo di ricerca sia esaurito: nuove più profonde leggi insorgeranno e quelle esistenti saranno affinate…e non mancheranno le nuove scoperte: materia oscura, energia oscura, ed altro che non sappiamo per ora immaginare.
Citazione:
così nei meccanismi biologici e quindi organici , ma anche inorganici ci sono elementi chiave che permettono i meccanismi di scambio, sono i catalizzatori, gli enzimi organici , le sostanze secrete dalle ghiandole endocrine ,dall’insulina alla serotonina, ecc. Aprono e chiudono le membrane cellulari informando e processando, mettendo in comunicazione le diverse funzioni.
Chi comanda alla cellula staminale di indirizzarsi ad un certo punto di un organo per poi differenziarsi e divenirne costituente cellulare di un tessuto?
La cosa si fa difficile e certo non so dire molto sul come.
Come spiegazione elementare, credo che sia il DNA, i geni, che col loro programma in continuo affinamento con l’evolvere delle specie (meccanismo evolutivo) definiscono il nostro essere e funzionare biologico nello spazio e nel tempo sia per le specie che a livello di singoli individui…ed anche a livello di singoli organi che ci costituisco e che ad un certo punto funzionano di vita propria in interazione con gli altri organi dello stesso corpo.

Credo si possa dire che la funzione biologica non è programmata al completo dal DNA fin dall’iniziale concepimento…ma che, dopo il concepimento, molto sia affidato alle autonome funzioni dei vari organi...da cui le ghiandole endocrine, la produzione di insulina, la serotonina,… processi che si scambiano informazioni, ecc…

In fondo il modello più avanzato è il nostro cervello: forse i geni ne hanno definito la struttura e la strategia funzionale, ma il “pensare” è un processo autonomo…non certo predefinito dai geni: i geni hanno strutturato il campo di gioco, ma i giocatori giocano per virtù propria.

Come tutto ciò sia insorto e funzioni lo attribuiamo all’intervento del meccanismo evolutivo…di cui molto ancora deve essere precisato e definito.
La cosa ci fa pensare ad organismi inizialmente relativamente rozzi e semplici via via evoluti in organismi sempre più complessi.

Anche la semplice cellula non è di per sé un organismo semplice: anch’essa ha percorso un lungo iter …da rozza proto-cellula …magari semplice catena di aminoacidi… in un miliardo di anni è arrivata al complesso organismo che oggi compone a miliardi di miliardi il nostro corpo.
Citazione:
Sono le dinamiche dei processi che ci mancano, come agiscono le interazioni,come si autogoverna la biologia e la materia. Noi ne osserviamo effetti e costituenti, conosciamo sempre più il DNA, ma ci sfuggono ancora delle dinamiche fondamentali., chi attiva ad un certo punto e perché un gene inteso come informazione di una catena di acidi nucleici, quanto e come agisce l’ambiente sull’informazione genetica costruendo al nostro storia filogenetica?
E’ vero!...Il “come” non lo sappiamo ancora completamente, ma il meccanismo evolutivo, peraltro molto semplice, svolge la sua parte…che sempre più, indagando, si riuscirà a conoscere.
Tendo però a credere che un tale meccanismo lo conosciamo assai poco…noi gente comune...nemmeno per la parte, oramai ampiamente confermata dalle tante esperienze della biologia e delle scienze affini.
[quote]Eppure, d’altra parte, pur non conoscendo i meccanismo del pensiero e le sue dinamiche…pensiamo. Eppure pur non conoscendo quella realtà fisica …interagiamo e ci relazioniamo con il mondo.
Noi siamo piloti di un meccanismo come un autista pur non conoscendo quasi nulla di meccanica e termodinamica o di motore endotermico o l’albero di trasmissione o motore….guida.
Noi viviamo senza necessariamente esserne informati e consapevolmente coscienti della nostra sapienza e ignoranza. Eppure da sempre ,analfabeta o genio del sapere…costruiamo la Realtà e ci viviamo[quote]
Bella immagine:…centrata!
Comunque non costruiamo la “Realtà”….essa esiste di per se stessa … fino alle inimmaginabili profondità dell’universo! Noi semplicemente cerchiamo di interpretarla.
Citazione:
Dentro un mito, dentro una metafisica, dentro una superstringa o …. come una barca alla deriva persa nell’oceano.
Espressione affascinante…ma non siamo alla deriva: sopperiscono i geni!
La nostra peculiare facoltà è l’adattamento!
Per lo più ignari, dato che la specie esiste, abbiamo sempre saputo il necessario e sufficiente (DNA) per adattare il comportamento all’ambiente...magari “mutando”….quando necessario.

Del resto cosi fanno gli altri animali: sfruttano al massimo l’inconscio conoscere del codice genetico.
L’eccesso di sapere oltre il necessario e sufficiente per la continuità della specie è esclusiva facoltà umana.
ulysse is offline  
Vecchio 28-06-2013, 00.12.03   #158
paul11
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Riferimento: Siamo solo un ammasso di cellule?

Ciao amico Ulysse.
Alcune precisazioni su tue proposizioni.
Il mondo organico e biologico è costituito dagli stessi elementi che compongono quello inorganico semplicemente c'è preponderanza di carbonio, azoto, ossigeno idrogeno (tanto per elencare alcuni elementi).
E questi elementi sono costruiti da un generatore con la fusione atomica che è la stella e nel nostro specifico è il Sole.
Quindi quel "noi siamo fatti della stessa sostanza delle stelle" non è per niente sbagliato.
Perchè un conto è se noi fossimo costituiti da elementi specifici e introvabili nell'inorganicità e un conto è invece se quella tavola periodica degli elementi è la tavolozza dei "colori" fondamentalidi di tutto quanto è nel mondo .

Non so come si possa non vedere e che già nella materia attraverso le quattro forze interagenti, c'è una sua intreseca finalità, che siano con i legami chimici, che siano gli stati fisici, ecc, ma sta di fatto che un elemento quando si combina con altri e forma composti, cambia le sue prorietà per definire qualcosa di nuovo e la complessità è una strutturazione costituita da specializzazioni ma forte coesione di informazione interna. Una bio-logia ha una
un metabolismo che ha come un clock di un computer dei tempi e le nostre misurazioni e parametri vitali, come la frequenza cardiaca e respiratoria non sono casauli, sono legati alla fisicità, all'ambiente del nostro pianeta.
L'adattamento e la formazione della vita è semplicemnte straordinaria anche solo dal punto di vista scientifico.

Credi molto nella scienza, ma essendo io dubbioso "esploro tutto" e con tutti gli strumenti , ma con il beneficio del dubbio, perchè tutte le nostre forme conoscitive , compresa la scienza hanno limiti, e non può che essere così.
Certo come dici tu con il "try and error".

Il limite della scienza lo ha già dettato l'epistemologia moderna.
La scienza non può costruire una "oggettività" perchè il suo artefice è un "soggetto" che è l'uomo. Questa divisione crea problematiche epistemologiche e gnoseologiche perchè anche le strumentazioni sono protesi"sensitive" su i parametri biologici umani affinchè possano essere lette e interpretate dall'uomo e la stessa lettura e metodica è una forma di standardizzazione promossa sempre dall'uomo.
Per cui "quella realtà" finisce per assomigliarci in termini di aspettative e finalità come da sempre è accaduto prima ancora che ci fosse la scienza sperimentale.
Non è campionando "pezzi" di universo e con la reiterazione sperimentale validare e confermare ipotesi che noi oggettiviamo.
Noi stiamo continuando a conoscere e creare tecnologie come già lo si faceva prima delel scienze moderne.
I teoremi, gl istudi astronomici le opere urbanistiche ,dai ponti agli acquedotti alle cattedrali, sono nate senza sperimentazione.
Semplicemnte mutiamo i modelli di rappresentazione del mondo e lasua realtà, ma i lsoggetto storico è sempre lo stesso: l'uomo.

Un altro limite fondamentale dellla scienza è che può conoscere abbastanza bene gli hardware, gli stati solidi , gli è difficile capire i software come epistemologicamente comunica la materia ed evolve e l'uomo e la sua fisiologia ne è un esempio lampante. Consciamo sempre più il cervello e siamo sempre più confusi sul come si produca un pensiero o una astrazione.

E poi di quale realtà? Quella galileana? Quella relativistica? Quella quantistica? Quella delle superstringhe? Ognuna apre a ontologie diverse dove noi come viventi e osservanti ci relazioniamo in modi diversi.

Come dissi al mio esordio in questo forum la logica non può essere l'unico linguaggio "indagatore" della realtà perchè l'errore della scienza è quella di studiare l'uomo allo stesso modo di come studia un sasso.

E tutto questo lo dico benedicendo scienza e logica, ma bisogna andare avanti a esplorare nuove strumentazioni e metodiche e conoscitive...


Ultima modifica di paul11 : 28-06-2013 alle ore 01.14.09.
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Vecchio 28-06-2013, 23.06.25   #159
and1972rea
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Riferimento: Siamo solo un ammasso di cellule?

...il dubbio piu' affascinante che assilla le mie nozionistiche certezze scolastiche e' legato al fondamento che sta alla base di qualsiasi moderna disciplina scientifica e speculazione di frontiera sulla struttura fisica del Reale , cioe', l'idea assiomatica che le parti stiano in relazione con il Tutto soltanto in maniera concatenata, mediata, distanziata, diacronica e spazialmente sequenziale all'interno di esso. Sopra questo principio indimostrato della fisica discende tutto cio' che crediamo di sapere del mondo che vediamo; un raggio di luce si sposta progressivamente nel tempo e nello spazio, cosi' come le onde gravitazionali, qualsiasi fluttuazione dimensionale , a nostro avviso, non puo' che essere progressiva , concatenata lungo un senso immaginario , qualsiasi esso sia; proviamo, invece, per un momento, a pensare le parti in relazione immediata fra loro a prescindere dalla dimensione spaziotemporale che le separa; perche' dobbiamo credere che gli elementi materiali che compongono il nostro corpo stanno in relazione fra loro soltanto in ragione della loro “vicinanza” spazio temporale? Mentre osserviamo una certa quantita' di molecole d'acqua che solvatano un cristallo salino progressivamente soltanto in un'ottica “continuativa” dello spaziotempo, potrebbe benissimo avvenire che una parte di quello stesso fenomeno( e , quindi, l'intero fenomeno osservato), che a noi pare del tutto localizzato ( ma sempre meno pare...man mano che i nostri sensi si magnificano attraverso i nostri strumenti di misura …) , dipenda e sia vincolato fisicamente da relazioni non locali dello spazio tempo, potrebbe essere che il nostro corpo non sia localizzato e confinato solo nella piccola e definita parte del reale che crediamo di vedere, il nostro corpo potrebbe interessare non localmente intere regioni dimensionali del Tutto , il nostro corpo , cioe' “Noi”, potrebbe fisicamente essere parte del Tutto in modo immediato e profondamente ramificato in ogni sua parte; possiamo essere parte del Tutto anche in modo non “localisticamente” pensabile , possiamo, per cosi' dire, pensare di essere dispersi totalmente in esso in modo relazionato, rimanendo parte di esso cosi' come un soluto rimane disperso in una soluzione rimanendo parte di essa, ma mantenendo in relazione continua e sinergica le proprieta' che gli appartengono con quelle della soluzione che va formando insieme agli altri soluti e solventi. Pensare il Reale e le parti di esso in completa reciproca relazione in questo modo , a me pare piu' logico , e piu' “naturale”, e piu' consono ed affine alle stesse modalita' con cui la Natura e' solita mostrarsi a noi attraverso i suoi fenomeni.

Ultima modifica di and1972rea : 29-06-2013 alle ore 19.52.01.
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Vecchio 29-06-2013, 20.45.46   #160
ulysse
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Riferimento: Siamo solo un ammasso di cellule?

Citazione:
Originalmente inviato da paul11
Ciao amico Ulysse.
Alcune precisazioni su tue proposizioni.
Il mondo organico e biologico è costituito dagli stessi elementi che compongono quello inorganico semplicemente c'è preponderanza di carbonio, azoto, ossigeno idrogeno (tanto per elencare alcuni elementi).
E questi elementi sono costruiti da un generatore con la fusione atomica che è la stella e nel nostro specifico è il Sole.
Quindi quel "noi siamo fatti della stessa sostanza delle stelle" non è per niente sbagliato.
Perchè un conto è se noi fossimo costituiti da elementi specifici e introvabili nell'inorganicità e un conto è invece se quella tavola periodica degli elementi è la tavolozza dei "colori" fondamentalidi di tutto quanto è nel mondo.
In effetti, è vero! Siamo costituiti dagli stessi elementi che si trovano nella tavola periodica degli elementi…come tutto del resto, ma questo non significa che esista in tali elementi costituenti la materia, un qualcosa già finalizzato alla vita….per lo meno, un tal qualcosa non è mai apparso o non consta che abbia mai dato di sé alcun indizio oggettivamente provato.

Oggi, nella ricerca delle origini della vita, la scienza ha rinunciato a crederci: la strada del cercare nei singoli elementi stessi (a livello atomico o molecolare) un qualcosa che indichi una qualche predisposizione alla vita appare strada sterile e priva di sbocchi.

Sembra più promettente fare il salto oltre la materia…in un suo eventuale stato organizzato e cercare in possibili reazioni elettro-chimico-fisiche…fra elementi in presenza con conseguenti processi creanti molecole…magari catene di specifiche molecole di aminoacidi od altro costituentesi man mano in ambiente antropico…fino all’emergere di un qualcosa che funzioni da duplicatore molecolare o cellulare, ecc….

Non ho certo spiegato come l’emergere della vita sia avvenuto.
Infatti…di un tal emergere niente o poco sappiamo a parte certe assimilazioni di laboratorio.
Comunque penso che se nella materia, nei singoli atomi e molecole ci fose una qualche predisposizione sarebbe solo quella di reagire chimicamente al contatto aggregandosi a costituire nuova materia.

Può essere più proficuo, invece, supporre e cercare la predisposizione alla vita nelle possibili relative organizzazioni che la materia può assumere….magari sottoposta a particolari reagenti e processi….di cui però niente o poco sappiamo.

Magari i mattoncini base della vita, tipo catene di molecole di aminoacidi …si sono formati nelle fornaci di una qualche supernova esploea e sono caduti sulla terra con gli intensi bombardamenti di meteoriti dei primi milioni di anni di costituzione del pianeta: da quegli aminoacidi, reazioni e combinazioni varie possono essere arrivarti i primi duplicatori molecolari tipo rozzi RNA o DNA, ecc…
[quote]Non so come si possa non vedere e che già nella materia attraverso le quattro forze interagenti, c'è una sua intrinseca finalità, che siano con i legami chimici, che siano gli stati fisici, ecc, ma sta di fatto che un elemento quando si combina con altri e forma composti, cambia le sue proprietà per definire qualcosa di nuovo e la complessità è una strutturazione costituita da specializzazioni ma forte coesione di informazione interna.[quote]
E’ comunque un fatto che nella semplice e bruta materia, qualunque e comunque siano le reazioni di combinazione e proprietà risultanti, la intrinseca finalità alla vita ancora oggi non la si vede..se la si vedesse, se ci fosse…già avremmo risolto.

Ma forse diciamo la stessa cosa: nella semplice materia, tipo atomi, molecole e rocce…. e loro usuali aggregazioni...non può esserci alcuna intrinseca predisposizione alla vita o indizio di vita.
Forse essa insorge, o è insorta originalmente, a livelli più elevati e complessi di organizzazione e informazione …o, forse, a livello di una particolare organizzazione degli elementi materiali che ancora non conosciamo e non sappiamo ricreare...una spciale ricetta che solo aspetta di essere scoperta.
Citazione:
Una bio-logia ha un metabolismo che ha come un clock di un computer dei tempi e le nostre misurazioni e parametri vitali, come la frequenza cardiaca e respiratoria non sono casauli, sono legati alla fisicità, all'ambiente del nostro pianeta.
L'adattamento e la formazione della vita è semplicemente straordinaria anche solo dal punto di vista scientifico.
Ma c’è un altro punto di vista in relazione alla vita?…non dico scientifico, ma anche solo biologico?

Credo che le ulteriori meraviglie cui sembri alludere si possano via via verificare in un secondo tempo nella vita già emersa….Vita che …originalmente e inevitabilmente…era solo biologica.

Anche i ritmi biologici sono, come dici, acquisiti dall’ambiente una volta che la vita sia emersa ed una volta che l’evoluzione e l’adattamento abbiano imposto il loro meccanismo…quando lo stadio di mera materia sia superato
Citazione:
Credi molto nella scienza, ma essendo io dubbioso "esploro tutto" e con tutti gli strumenti , ma con il beneficio del dubbio, perchè tutte le nostre forme conoscitive , compresa la scienza hanno limiti, e non può che essere così.
Certo come dici tu con il "try and error".
I vari saperi che perseguiamo sono certamente limitati e non sempre veridici..per cui il dubbio può sempre intervenire…ma anche può intervenire una relativa fiducia…ove vi sia ragione...ed io trovo che per la scienza una ragione di fiducia esista.
Doltra parte non possiamo noi, per conto nostro, perseguire ricerche che abbiano anche un minimo della potenza e universalità della scienza: noi possiamo solo criticare limitatamente al nostro piccolo spazio di escursione del nostro sapere.

Ho fiducia, quindi, che il sapere scientifico in relazione all’universo sia più veridico che non altri saperi: è principalmente il metodo scientifico, culminante nella sperimentazione e nella esplicazione matematica, di cui la scienza si avvale, che me ne lascia supporre l’affidabilità.

Naturalmente concorrono, a verifica e conferma, i successi sempre più eclatanti, in crescendo esponenziale, che la scienza persegue nell’esplicare ed interpretare i fenomeni dell’universo.

Le ricadute tecnologiche dalla scienza che utilizziamo con prevalente successo ci garantiscono della congruenza del sapere scientifico alla realtà.

E’ presumibile, infatti, che se la risultante applicazione tecnologica funziona, significa che l’enunciato scientifico da cui deriva è abbastanza congruente alle leggi dell’universo: dico “abbastanza” per significare che una congruenza assoluta non esiste e che si può sempre migliorare!
Citazione:
Il limite della scienza lo ha già dettato l'epistemologia moderna.
La scienza non può costruire una "oggettività" perchè il suo artefice è un "soggetto" che è l'uomo. Questa divisione crea problematiche epistemologiche e gnoseologiche perchè anche le strumentazioni sono protesi"sensitive" su i parametri biologici umani affinchè possano essere lette e interpretate dall'uomo e la stessa lettura e metodica è una forma di standardizzazione promossa sempre dall'uomo.
Come sempre il filosofo pretende l’assoluto o niente.
Lo scienziato si accontenta del possibile…un possibile sempre suscettibile di miglioramento.

In effetti di spazio per il miglioramento ce n’é in abbondanza…tanto da non preoccuparci se l’oggettività dell’enunciato scientifico non è assoluta.

E’ un fatto tuttavia che la tensione del ricercatore di scienza nella sperimentazione e nella esplicazione logico-matematica tende alla esclusione di una propria interferenza..nell’intento di perseguire l’oggettività.

Da quando, con Galileo, le leggi dell’universo hanno cominciato ad essere espresse attraverso formule quantitative e non solo qualitativamente, come in uso dagli aristotelici fino al XVII secolo, credo che l’oggettività abbia fatto un salto enorme...sia che abbia o non abbia raggiunto l’assolutezza.

Che la lettura degli strumenti sia promossa e standardizzata dall’uomo è vero, ma c’è standardizzazione e standardizzazione.
Un primo strumento che l’uomo usò per l’osservazione del cielo fu il cannocchiale di Galileo: 9 ingrandimenti…poi 16, poi 30…estremo limite per quel tipo di strumento, ma Galileo ci fece miracoli!

Oggi il telescopio spaziale Hubble, posto in orbita, esplora le galassie fino ai limiti dell’universo…ecc…
Credi che a questo punto importi molto il limite che la epistemologia ha fissato o dettato per la scienza? o che importi molto ad uno scienziato o ad un astronomo che soggetto della sperimentazione od osservazione sia comunque l’uomo?...magari lui stesso?

Io non credo…ma io non sono filosofo! …forse a un filosofo importa…chissà!?

In ogni caso dato i limiti universali intrinseci della metodologia scientifica sono invalicabili….epistemologia, gnosologia, uomo soggetto… o che altro… credo non valga la pena soffermarcisi sopra: nulla cambierebbe in meglio!

Vale invece la pena dedicarsi a progredire e migliorare nella conoscenza dell’universo...e questo accade!
Certo che si può sempre fare di più ed in modo sempre più affidabile con l’impegno e con una partecipazione sempre più spinta.

Tutti sappiamo che la scienza ha limiti, ma gli spazi da conquistare sono talmente vasti che i limiti intrinseci sono ininfluenti.

Piuttosto sono influenti i limiti delle possibilità e risorse del pianeta e infatti credo che gran parte del lavoro/ricerca scientifica sia rivolto a questo…anche se poi spesso accade che le decisioni o indecisioni politiche lo rendano vano.


P.S..:
Continua fino a fine del post
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