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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 20-05-2008, 00.44.19   #31
Noor
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Riferimento: Definire Dio

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Originalmente inviato da z4nz4r0
Il metodo scientifico è uno. Esistono diverse materie scientifiche o branche della scienza ma sostenere che ci sono scienze diverse è incorretto.
Se fosse come dici tu non vi sarebbe posto per diverse teorie che si contraddicono..
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Vecchio 20-05-2008, 00.48.03   #32
Noor
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Riferimento: Definire Dio

Citazione:
Originalmente inviato da VanLag
Si può “viverlo” o si può “esserlo”?
Lo chiedo perché se c’è “qualcuno che “vive” qualche cosa” siamo nel campo della dualità, se invece c’è “qualcuno che “è” qualche cosa” l’identità è la stessa e la dualità finisce. .
ho deciso il verbo "vivere" piuttosto che "essere" all'ultimo istante..
Volevo dare maggiore enfasi al "sentire di esserlo" .Tutto qua.
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Vecchio 20-05-2008, 09.40.00   #33
gyta
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Riferimento: Definire Dio

Dio?

E' l' <anima> di ogni cosa, ciò che rende possibile che ogni cosa sia (e non sia), è ciò che fa sì che la realtà sia.
E' la visione del relativo nell'assoluto.
E' ciò che racchiude, anima e sintetizza ogni possibile,
restando comunque fuori dal tempo e pur dentro al tempo.
E' ciò che consente la possibilità* e lo diviene senza mai esserlo
(in altro modo non mi riesce di rappresentare una dimensione dove il tempo, lo spazio siano concepibili come giochi plastici di una realtà talmente differente dai miei sensi da poterla descrivere né immaginare).
Questo per ora ciò che più si avvicina a ciò che vorrei dire.
Forse la frase che più si avvicina e mi affascina : "Ciò attraverso cui i tuoi occhi vedono, le tue orecchie odono"

Si può “viverlo” o si può “esserlo”?
Per il come sento ora ed il dove sono ora:
"esserlo" in essenza e "viverlo" come sentimento dell'esserlo.
Chissà.. potrei continuare così o magari mutare..

Gyta

*(ed il suo contrario, naturalmente da specificare viaggiando noi per contrasti)

Non penso sia controproducente parlare di ciò che si "sente" ma non si riesce a definire se non per simboli e tentativi, anzi penso sia necessario all'uomo sfidare i limiti (illusori) del suo spirito (della sua mente) per potere gradualmente accedere alla dimestichezza di un senso che per possederlo va coltivato ed ampliato, e le parole, seppure restino solo stimoli, possono aiutare alla comprensione mentale, immaginativa e creativa che sottostà al più profondo senso dell'essere!




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Vecchio 20-05-2008, 10.58.25   #34
z4nz4r0
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Comprendere "Scienza"

Citazione:
Originalmente inviato da Noor
Citazione:
Originalmente inviato da z4nz4r0
Il metodo scientifico è uno. Esistono diverse materie scientifiche o branche della scienza ma sostenere che ci sono scienze diverse è incorretto.
Se fosse come dici tu non vi sarebbe posto per diverse teorie che si contraddicono..
Ah no? E perchè?

Ps: stiamo perpetruando un off topic, forse Vanlag non è contento.
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Vecchio 20-05-2008, 11.09.56   #35
webmaster
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Riferimento: Comprendere "Scienza"

Citazione:
Originalmente inviato da z4nz4r0
Ah no? E perchè?

Ps: stiamo perpetruando un off topic, forse Vanlag non è contento.
Vi invito ad aprire una nuova discussione.
Grazie
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Vecchio 20-05-2008, 11.13.02   #36
Noor
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Definire Dio:Amore

Citazione:
Originalmente inviato da gyta
Non penso sia controproducente parlare di ciò che si "sente" ma non si riesce a definire se non per simboli e tentativi, anzi penso sia necessario all'uomo sfidare i limiti (illusori) del suo spirito (della sua mente) per potere gradualmente accedere alla dimestichezza di un senso che per possederlo va coltivato ed ampliato, e le parole, seppure restino solo stimoli, possono aiutare alla comprensione mentale, immaginativa e creativa che sottostà al più profondo senso dell'essere!
Che strano..mentre nel settore "spiritualità" si parla di ermeneutica e filologia..
ecco che qui sboccia l'ansia metafisica..
E allora cara gyta ,nello sforzo di trovare le parole...prendo in prestito quelle
di Mevlana Jalaluddin Rumi,e col misticismo pure qui,abbiamo completato l'opera!

"L'amore è sconsiderato, non così la ragione.
La ragione cerca il proprio vantaggio.
L'amore è impetuoso, brucia sé stesso, indomito.
Pure in mezzo al dolore,
l'amore avanza come una macina;
dura la sua superficie, procede diritto.
Morto all'egoismo,
rischia tutto senza chiedere niente.
Può giocarsi e perdere ogni dono elargito da Dio.
Senza motivo, Dio ci diede l'essere,
senza motivo rendiglielo.
Mettere in gioco se stessi e perdersi
è al di là di qualunque religione.
La religione cerca grazie e favori,
ma coloro che li rischiano e li perdono
sono i favoriti di Dio:
non mettono Dio alla prova
né bussano alla porta di guadagno e perdita."
RUMI
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Vecchio 20-05-2008, 11.46.39   #37
Anakreon
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Messaggi: 297
Nomi e fallacie.

Caro Zenzero,

osservi:

“Veramente è un suggerimento, trovo davvero strano che tu lo abbia inteso come una conclusione.”.


Intendo conclusione semplicemente la chiusura d'un commento.

M’opponi:

"Gli investigatori della “causa prima” sono i teologi, e questi hanno nulla a che vedere con la scienza.
Tant’è che l’idea di “causa prima” è tanto antiquata quanto fallace."


Gl’investigatori della causa prima in tanto sono teologhi, in quanto pongano la causa prima quale dio ovvero in dio:
perciò Aristotele appellò la sua filosofia teologia.

Si può disputare se il concetto di dio di molti filosofi sia simile ovvero affatto diverso da quello dei sacerdoti e se quindi sia lecito usare il medesimo vocabolo per l'uno e l'altro ente.

Per altro, se un filosofo appella dio ciò, ch'egli ponga quale causa prima di tutto, non vedo perché negargli la facoltà d'uso di quel nome, se non per altro, perché né il volgo né i sacerdoti stessi mi pare siano mai stati nei secoli né siano ora tanto concordi, circa la natura e le virtù degl'innumeri numi venerati dai mortali, che possiamo dedurre un concetto uno ed universale di dio.

Che poi il concetto di causa prima sia fallace, è un’opinione non meno degna d’essere considerata, che sia quella contraria.

Per altro, la scienza stessa della natura, quando investiga l’origine dell’universo, che altro fa, se non approssimarsi alla causa prima di tutto ?:
se poi la possa veramente conseguire, è tutt’altra questione.

Anakreon.
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Vecchio 20-05-2008, 13.10.51   #38
nabladue
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Data registrazione: 13-01-2007
Messaggi: 18
Riferimento: Definire Dio

Dio non può essere definito, può essere cercato...
nabladue is offline  
Vecchio 20-05-2008, 13.22.17   #39
gyta
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Messaggi: 2,614
Riferimento: Definire Dio

Grazie Noor!! Non sai quanto importanti mi siano (e puntuali mi giungano) ora queste parole di Rumi !!
Grazie di cuore!

Ho trovato qualcuno che meglio di me (ehm.. ci vuol poco!!) descrive ciò che è l'intendere che abbraccio:


Citazione:
Swami Vivekananda - Su Dio

La somma totale di questo intero universo è Dio stesso. È Dio, dunque, materia? No, certamente no; poiché la materia è Dio percepito dai cinque sensi. Dio percepito attraverso l’organo interiore è mente; e visto attraverso lo Spirito, è Spirito. Lui non è materia, ma tutto ciò che esiste nella materia è Lui.

L’Intelligenza Universale è ciò che chiamiamo Dio. ChiamateLo con qualsiasi altro nome, è sempre certo che all’inizio esisteva quella infinita Intelligenza Cosmica.

Il più alto ideale di ogni uomo è chiamato Dio. Ignorante o saggio, santo o peccatore, uomo o donna, educato o non-educato, colto o non-colto, ad ogni essere umano i più alti ideali di bellezza, di sublimità, e di potere danno la completa concezione dell’amorevole e amabile Dio. Questi ideali esistono in ogni mente, in una forma o in un’altra; costruiscono parte di tutte le nostre menti. Tutte le manifestazioni attive della natura umana sono battaglie di questi ideali per realizzarsi nella vita quotidiana.


Il bambino si ribella contro le leggi dalla nascita. I suoi primi suoni vocali sono delle urla, una protesta contro la schiavitù in cui si trova. Questa voglia di libertà produce l’idea di un Essere che è del tutto libero. Il concetto di Dio è un elemento fondamentale nella costituzione umana. Satchitananda (Essere-Coscienza-Beatitudine) è, nel Vedanta, il più alto concetto di Dio possibile per la mente. È per Sua natura l’Essenza della Conoscenza e l’Essenza della Beatitudine.

Le religioni delle masse non-pensanti in tutto il mondo insegnano, e hanno sempre insegnato, di un Dio che è al di fuori dell’universo, che vive in paradiso, che governa da quel luogo, che punisce i cattivi e ricompensa i buoni, e così via. Come l’uomo progredisce spiritualmente, inizia a sentire che Dio è onnipresente, che non è un Dio distante, ma che è chiaramente l’Anima di tutte le anime. E alcuni individui, che sono sufficientemente progrediti e puri, vanno ancora oltre e scoprono che loro e il Padre sono uno.

Nessun uomo può vedere Dio se non attraverso le manifestazioni umane. Ogni volta che cerchiamo di figurarci Dio come E’, nella Sua perfezione assoluta, incontriamo puntualmente il più misero insuccesso, perché finché siamo uomini, non possiamo concepirLo altro che come uomo. Verrà il tempo in cui trascenderemo la nostra natura umana e lo conosceremo come E’.

Ci sono due idee di Dio nelle nostre scritture: l’una, la Personale, e l’altra l’Impersonale. L’idea del Dio Personale è che Lui è l’onnipresente Creatore, Preservatore, e Distruttore di ogni cosa, l’eterno Padre e Madre dell’universo, ma Uno che è eternamente separato da noi e da tutte le anime. La liberazione consiste nell’avvicinarsi a Lui e nel vivere in Lui. Poi c’è l’altra idea, quella dell’Impersonale, dove tutti questi aggettivi sono considerati come superflui, come illogici, e rimane un impersonale, onnipresente Essere. Non può essere chiamato un essere conoscente, perché la conoscenza appartiene solo alla mente umana. Non può essere chiamato un essere pensante, perché il pensare è un processo solo del debole. Non può essere chiamato un essere raziocinante, perché anche il ragionare è un segno di debolezza. Non può essere chiamato un essere creante, perché nessuno crea se non in schiavitù. Che schiavitù ha Lui? Nessuno lavora se non per provvedere a delle necessità; quali necessità ha Lui? Nei Veda non si usa la parola Lui, ma Esso, poiché Lui sarebbe un ingiusto riconoscimento, come se Dio fosse un uomo.

Una generalizzazione che termina nel Dio Personale non potrà mai essere universale, poiché per concepire un Dio Personale dobbiamo dire che Lui è interamente misericordioso, interamente buono. Ma questo mondo è una cosa mista -un po’ buona, un po’ cattiva. E scoprirete sempre che l’idea di un Dio Personale deve portare con sé l’idea di un Demonio Personale. È da questo che ci accorgiamo chiaramente che l’idea di un Dio Personale non è una vera generalizzazione. Dobbiamo andare oltre, verso l’Impersonale. In Quello l’universo esiste con tutte le sue gioie e dolori; poiché tutto ciò che esiste in esso è venuto dall’Impersonale.

Brahman è Uno, ma allo stesso tempo ci appare sul piano relativo come molti. Nome e forma sono alla radice di questa relatività. Per esempio, cosa rimane quando sottraete il nome e la forma da un vaso? Solo terra, che è la sua essenza. In egual modo, attraverso l’illusione, voi pensate e vedete un panno, un monastero, e via dicendo. Il mondo dei fenomeni dipende da questa ignoranza, che ostacola la conoscenza e non ha una esistenza reale. Uno vede la diversità -come moglie, bambini, corpo, mente- solo nel mondo creato dall’ignoranza, attraverso nome e forma. Come questa ignoranza viene rimossa, ha luogo la realizzazione di Brahman, che esiste eternamente.

Anche voi siete quel completo Brahman. Potete realizzarLo in questo stesso momento, se pensate veramente e assolutamente di esserLo. È solo un puro bisogno di percezione diretta... Essendo intrappolato nell’intricato groviglio delle illusioni ed essendo colpito duramente da dolori e afflizioni, l’occhio si rivolgerà verso la propria vera natura, il Sé Interiore. È grazie alla presenza del desiderio della beatitudine, nel cuore, che l’uomo, prendendo duri colpi uno dopo l’altro, rivolge il suo occhio all’interno -al suo proprio Sé. È certo che verrà un tempo per tutti, senza eccezioni, in cui ognuno farà questo; per una persona può avvenire in questa vita, per un’altra, dopo migliaia di incarnazioni.

Supponiamo di andare tutti con dei recipienti nelle nostre mani a raccogliere dell’acqua da un lago. Uno ha una tazza, uno una brocca, uno un secchio, e così via, e riempiamo tutti i nostri recipienti. L’acqua in ogni caso prende naturalmente la forma del recipiente portato da ognuno di noi. Così è con la religione. Le nostre menti sono come quei recipienti. Dio è come l’acqua che riempie i diversi recipienti. E in ogni recipiente la visione di Dio viene nella forma del recipiente. Eppure Lui è uno; Lui è Dio in ogni caso.

Il Dio Personale è di per Sé una entità tanto quanto noi lo siamo per noi stessi, e nulla più. Dio può anche essere visto come una forma, proprio come siamo visti noi. Come uomini dobbiamo avere Dio; come Dio non ne abbiamo bisogno di alcuno. Questa è la ragione per la quale Sri Ramakrishna vedeva la Madre Divina sempre presente con lui, più reale di qualsiasi altra cosa intorno a lui; ma nel samadhi tutto scompariva ad eccezione del Sé. Dio viene sempre più vicino, fin quando si dissolve e non esiste più un Dio Personale né un “Io” -tutto si fonde nel Sé.

Dopo tante austerità ho compreso questo come verità: Dio è presente in ogni anima individuale; non esiste altro Dio oltre quello. Colui che serve l’anima individuale serve sicuramente Dio.

Egli rivela Se stesso al cuore puro; il puro e l’immacolato vedono Dio, si, anche in questa vita. Allora tutti i dubbi cessano. Così la prova migliore che un saggio indù fornisce su Dio è: “Io ho visto Dio”.

Mi hanno chiesto varie volte, “Perché usi quella parola, Dio?” Perché è la parola migliore per il nostro scopo. Non si può trovare una parola migliore di quella; tutte le speranze, aspirazioni, e felicità dell’umanità sono racchiuse in quella parola. È impossibile ora cambiare quella parola. Una parola come questa è prima coniata da un grande santo, che ne realizza il suo valore e ne comprende il significato. Ma come diviene comune nella società, la usano le persone ignoranti, e il risultato è che perde il suo spirito e la sua gloria. La parola Dio è stata usata da tempo immemorabile, e l’idea dell’Intelligenza cosmica, e tutto ciò che è grande e sacro, è associata con essa.

Oggi Dio è stato abbandonato dal mondo perché non sembra che stia facendo abbastanza per il mondo. Così dicono, “A che serve?” Dobbiamo considerare Dio come una semplice autorità municipale?

Lui non punisce né ricompensa nessuno. La Sua infinita misericordia è aperta a tutti, in qualsiasi momento, in qualsiasi posto, in qualsiasi condizione -senza fallire, senza sviare.

Il vento soffia; quei vascelli sui quali le vele sono spiegate lo prendono e proseguono per la loro strada, ma quelli le cui vele sono ammainate non prendono il vento. È forse colpa del vento? È colpa del Padre Misericordioso, il cui vento di misericordia soffia senza cessare, giorno e notte, la cui pietà non conosce fine- è colpa Sua se alcuni di noi sono contenti e altri sono infelici?

Siate forti e alzatevi e cercate il Dio dell’amore. Questa è la più grande forza. Quale potere è maggiore del potere della purezza? L’amore e la purezza governano il mondo. Questo amore di Dio non può essere raggiunto dal debole; quindi non siate deboli, né fisicamente, né mentalmente, moralmente o spiritualmente.

Solo il Signore è reale; tutto il resto è irreale. Tutto il resto dovrebbe essere respinto per amore di Dio. Vanità delle vanità, tutto è vanità! Servite il Signore e Lui soltanto.

Dio è inesplicabile, inesprimibile essenza di amore -da essere conosciuto, ma mai definito


da http://www.ramakrishna-math.org/inse...o/viveka26.htm

segue..
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Vecchio 20-05-2008, 13.33.16   #40
gyta
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Ed ancora a completare il quadro queste preziose e chiare parole:

Citazione:
Sicchè la Realtà principiale dell'uomo è il Vuoto come un vaso immerso nell'etere o la Pienezza come un vaso immerso nell'oceano. L'Etere onnipervadente in cui i viventi sono immersi e da cui ricevono vita e luce si palesa come pura coscienza, puro essere, pura beatitudine, in sanscrito Saccidananda un composto di tre nomi Sat,Cit,Ananda.

da http://www.vedanta.it/attivita/artic...drupini_05.htm

Citazione:
Quando i nostri occhi non saranno più abbagliati dall’idea della materia, ci apriamo alla luce della conoscenza e scopriamo che non esiste niente di inanimato. Ogni cosa è la manifestazione di Brahman, che allo stesso tempo è energia vitale, mente, conoscenza, beatitudine, energia divina e esistenza. Il mondo ed ogni suo oggetto sono stati creati per essere vissuti ed abitati dal Signore. La realizzazione consiste nell’abilità di riconoscere la presenza del principio assoluto ogni evento, ogni azione, qualsiasi pensiero, nel proprio Sé e negli altri. Dio può essere paragonato ad un cerchio il cui centro è ovunque e la cui circonferenza non è da nessuna parte, perché Dio si manifesta ovunque.

C’è una differenza fondamentale tra il Vedanta e le altre filosofie. Nel Vedanta la ricerca della verità non è lo scopo finale; dopo aver conosciuto la verità infatti, bisogna viverla e diventare la verità stessa. Il Vedanta è lo studio della nostra vera natura, dell’essenza dell’umanità e di tutta la creazione. Il suo obbiettivo è liberare gli esseri umani dall’ignoranza che li fa sentire limitati e inadeguati. Non può esser classificato come una semplice filosofia o una scuola di pensiero, piuttosto dovrebbe esser considerato una trasmissione diretta della conoscenza del Sé.

(Paramahamsa Prajnanananda )


da http://www.lariseditrice.com/index.p...book_ authors

Attraverso queste parole espresse in modo chiaro (cosa che non sono riuscita io..)
la sintesi di ciò che sento essere il mio intendimento, la mia visione, il mio.. percorso.
Questo il "mio" Dio!


Una sintesi su:
http://www.isolafelice.info/vedanta.htm
http://www.esopedia.it/index.php?tit...a ita_Vedanta
http://www.vedanta.it/filosofie/veda...ia_advaita.htm
gyta is offline  

 



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