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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 03-11-2008, 15.34.29   #11
emmeci
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Data registrazione: 10-06-2007
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Riferimento: il dramma di essere al mondo

Quello che affermi, odos, è e non è filosofia, cioè ricerca di verità. E’ filosofia se lo intendi - come dice il tuo stesso nome – come cammino verso la verità: è molto meno se diventa ciò che qualche filosofo oggi chiama “pensiero debole”, che non è altro che un pensiero forte che si vergogna (o si compiace?) di chiamarsi tale. Perché anche lo scettico, anche chi pensa che nessuna episteme può reggersi, che ogni individuo e ogni epoca ha la sua verità esprime un pensiero forte, cioè fondato e creduto reale, anche se è criticabile secondo i parametri che hai formulato. E allora, dirai, in che cosa credere? Credo che proprio se ci rendiamo conto che ogni verità è destinata a cadere nel corso della storia, cioè che ogni verità è relativa, è perché siamo pur convinti che una verità assoluta c’è anche se non la conosciamo, e ad essa paragoniamo ciò che ci viene proposto. E’ un Dio che ci obbliga a questo giudizio? Che ci dice misteriosamente: “no, la verità non è questa”? Però questo non ci declassa definitivamente perché nonostante tutto continuiamo a cercare: ed è questo, dalla Grecia ad oggi, il compito della filosofia la quale talora, come nel medio evo cristiano e nell’Oriente dell’induismo o del taoismo, si maschera di religione, quasi che il compito del filosofo non fosse abbastanza sacro.
(Però – detto di sfuggita – mi pare che il tema presentato da Arsenio aveva, almeno da come suona il suo titolo, qualcosa di più di un tema filosofico, qualcosa che sembra scendere nel profondo e far vibrare altre corde che quelle sensibili alla sola filosofia, come quell’ espressione “essere gettati” in cui Heidegger concentra il mistero e l’angoscia del nostro essere al mondo ….)
emmeci is offline  
Vecchio 04-11-2008, 13.45.12   #12
arsenio
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Riferimento: il dramma di essere al mondo

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Originalmente inviato da antimateria
Pessimista come sono, non posso che non affermare... meglio non essere mai nati.
Eppure riprendendo i passi del Qoelet che tu citi..."Egli ha fatto bella ogni cosa a suo tempo, ma egli ha messo la nozione dell'eternità nel loro cuore, senza però che gli uomini possano capire l'opera compiuta da Dio dal principio alla fine. Ho concluso che non c'è nulla di meglio per essi, che godere e agire bene nella loro vita; ma che un uomo mangi, beva e goda del suo lavoro è un dono di Dio. Riconosco che qualunque cosa Dio fa è immutabile; non cè nulla da aggiungere, nulla da togliere."

benvenuto/a

Qohelet dice non di amare Dio ma di temerlo, di rispettarne la sapienza. Quando chiesero a Einstein se credeva in Dio, egli disse: prima ditemi cosa intendete per “Dio”. Anche Margherita Haack, che era nella mia città, disse di credere in “Dio”: un'energia certo non con le caratteristiche che la tradizione gli attribuisce. Sapienza? Quale sapienza?

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Vecchio 04-11-2008, 13.46.32   #13
arsenio
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Riferimento: il dramma di essere al mondo

Citazione:
Originalmente inviato da emmeci
Il sommo dell’orrore non è che ci sia un essere straziato per ragioni politiche o religiose, dilaniato, violato nella carne e nell’anima, ma che ci sia qualcuno che non lo sa e intanto si compiace che il paradiso esiste, con i suoi cori di angeli cinguettanti….Il paradiso è solo ignoranza come probabilmente pensava il qoelet – l’ignoranza di chi è qui a spartire le carni di una preda che non è neanche stato capace di uccidere con le sue mani ma che ha comprato al mercato. La guerra? La guerra è solo l’ascesso più evidente, la cancrena dell’umanità. Voi chiedete se è meglio non essere nati…forse l’unica obiezione che si può opporre alla logica di Sileno è che saremmo rimasti ignoranti per l’eternità, non avremmo mai conosciuto il vero, cioè l’enormità del male di cui chi vive è capace. Perché il conoscere la verità è cosa talmente grande che, se anche spalanca l’inferno, ha più luce di un paradiso. Sì, la verità è la sola cosa che può fare da contrappeso al male del mondo e, per chi ha il dono della speranza, la sola senza di cui il male durerà senza fine. (Questo potrebbe dire, Arsenio, un filosofo se rinunciasse, almeno per una volta, a seguire i maestri del pensiero debole).

La civiltà Occidentale deriva da una volontà egoistica e dominatrice che non garantisce la scelta del bene ma è effetto della motivazione del più forte. Viene negata la morale fondata su ragione e sentimento. La guerra è una pulsione di morte proiettata sul nemico. L'uomo è destinato ad essere il signore della guerra.
Lo splendore dell'”arido vero” lo esprime la ginestra di Leopardi. Stoica perchè consapevole di un inesplicabile destino di dolore per cui non s'inchina a nessuno Dio.

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Vecchio 04-11-2008, 13.58.17   #14
arsenio
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Riferimento: il dramma di essere al mondo

Citazione:
Originalmente inviato da odos
La domanda di Arsenio mi dà lo spunto per osservare ancora una volta e sempre di nuovo come l'autentico messaggio della fine del pensiero critico di cui il novecento tanto ci ha parlato, non sia stato colto nella sua radicalità.


il "dramma di essere al mondo" è il risultato di un percorso, è la conseguenza logica di un pensiero che intende fondare il vero in modo critico, in modo dicibile, in modo assolutamente giustificabile. Ma questo programma è impossibile, proprio perchè come osserva Arsenio .
In altri termini essere al mondo è un dramma proprio se si pensa che l'etica debba trovare una qualche sorta di fondazione assoluta e impersonale.
Ma è abbastanza facile vedere che l'essere al mondo non è un dramma proprio per quelle persone che non intendono attuare questo programma di fondazione assoluta.
Ma ciò è solo il sintomo di un'inadeguatezza più profonda, e cioè che non possiamo più pensare che il vero debba avere la forma della assoluta dicibilità, fondabilità.

Ecco perchè credo diversamente da Emmeci non che



ma che bisogna rinunciare alla filosofia nei limiti in cui intende stabilire la verità, nel progetto cartesiano della assoluta fondabilità. Il vero non si è articolato così nè nell'epoca mitologica, nè nelle civiltà non occidentali. E' un pensiero relativamente recente che si è esaurito proprio davanti alla constatazione che la vita in questo modo diverrebbe un dramma.

Ecco secondo me, perchè Antimateria può argomentare legittimamente così



con la differenza che l'alternativa non è "vivere alla giornata", ma concepire la verità come in ultima istanza sempre una nostra accettazione infondabile di essa, svincolarla dalla volontà della sua assoluta e impersonale fondabilità.


Vivere allora non sarà più un dramma, perchè si potrà ritornare a credere a ciò che si ritiene più vero, e crederlo reale sapendo che un piano di assoluta fondabilità non può che fallire e distruggere sè stesso e la vita.

Nessuna rinuncia alla filosofia,sempre che sia possibile. Si tratta di scegliere tra essere edonisti felici o filosofi inquieti.
Per Leopardi e Pascal la più alta forma di filosofia è il non filosofare, che appunto è sempre e ancora una forma di filosofia. Non si sfugge ...

arsenio is offline  
Vecchio 04-11-2008, 15.35.37   #15
espert37
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Riferimento: il dramma di essere al mondo

Carissimo Arsenio, ho con interesse e piacere seguito i vostri interventi e sento il desiderio di espervi anche il mio semplice e probabilmente elementare punto di vista. Se lo riterrete inopportuno ignoratelo pure.

Il 21 Gennaio del 1937, a mia insaputa e senza alcuna mia volontà mi accorsi di esistere, e solo da allora tutto l'universo cominciò ad esistere per me.Solo da allora io iniziai a pormi dei problemi per scoprire chi ero e dove desideravo andare. Ebbene questi due semplici fattori mi hanno sempre regalato,direttamente od indirettamente una grande felicità di esistere facendomi benedire quel santo giorno in cui nacqui, ed in più durante tutta la mia esistenza,ogni problema che sono riuscito a risolvere è stato una nuova fonte di felicità notando altresì che a maggior difficoltà nella soluzione ne provavo proporzionalmente una maggior soddisfazione.
Tante soluzioni di cui molti filosofi vanno in cerca difficilmente riusciranno a reggiungerle, facendo queste parte integrante del trascendentale, per cui riconoscibili e risolvibili solo da DIO
Un caro saluto e nuovamente chiedo scusa per il mio arbitrario inserimento nella vostra discussione.
espert37 is offline  
Vecchio 05-11-2008, 11.29.37   #16
antimateria
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Riferimento: il dramma di essere al mondo

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Originalmente inviato da arsenio
benvenuto/a

Qohelet dice non di amare Dio ma di temerlo, di rispettarne la sapienza. Quando chiesero a Einstein se credeva in Dio, egli disse: prima ditemi cosa intendete per “Dio”. Anche Margherita Haack, che era nella mia città, disse di credere in “Dio”: un'energia certo non con le caratteristiche che la tradizione gli attribuisce. Sapienza? Quale sapienza?

Sicuramente non parlano del Dio con la barba lunga e bianca...
Ma in un modo o nell'altro tutti credono in Dio , in quanto l'uomo riesce solo a percepire la perfezione, l'infinito, e la Logica del Creato, cose che deve aver creato qualcuno, ovvero Dio.
antimateria is offline  
Vecchio 05-11-2008, 11.41.39   #17
odos
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Riferimento: il dramma di essere al mondo

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Originalmente inviato da espert37
Un caro saluto e nuovamente chiedo scusa per il mio arbitrario inserimento nella vostra discussione.

Stai scherzando spero, mi sembra estremamente pertinente.
Io credo che la tua sia la testimonianza e la conferma del fatto che le conclusioni filosofiche circa il dramma di essere al mondo, sono espressione di quel pensiero che cerca il fondamento e non lo trova. Questo perchè secondo me la ricerca di una verità con questa forma è un progetto impossibile. Quando questa tracotanza moderna non c'è, la vita appare per quello che è e deve essere, bella o brutta, ma non necessariamente un dramma.

Mi rendo conto che perchè questa mia posizione sia pienamente comprensibile dovrei affrontare la questione che pone Emmeci su come sia possibile la ricerca della verità oggi.


Io sostengo che l'idea che la vita sia un dramma non è affatto necessaria. Sostengo che essa è figlia dell'idea che qualcosa per essere reale debba essere fondabile razionalmente, perchè solo così essa può essere impersonale e veramente oggettiva. Pensare alla vita alla ricerca della giustificazione assoluta porta inevitabilmente alla sua insesatezza. La nausea sartriana è reale solo all'interno di un simile progetto filosofico.
Domandarsi sul diritto di esistere è un sentiero filosofico già percorso che non può portare a nulla di più autentico, più fondativo, più essenziale. Può portare solo a pensieri, a pensieri di pensieri, e a pensieri di pensieri di pensieri. Questo è ciò che ha in serbo per noi il progetto moderno di una assoluta fondabilità.
odos is offline  
Vecchio 05-11-2008, 14.04.46   #18
espert37
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Riferimento: il dramma di essere al mondo

Carissimo signor Odos,Innanzi tutto la ringrazio per la comprensione e condivisione di idea e principi.
Ora mi è caro trasmettere al signore (alquanto pessimista) che ha postato questo argomento,titolandolo "il dramma di essere al mondo" che è mia ferma convinzione che qualsiasi essere umano in possesso della grazia di riuscire a conoscere a fondo il proprio EGO ed in possesso di ragionevolezza atta a raggiungere con consapevolezza la capacità di rapportarsi con il proprio prossimo,( Meravigliosa grande fonte di felicità perchè residenza ideale e principale di Dio)con amore, sarà propenso a definire l'evento di essere al mondo una dolce melodia e non un dramma.
Scusatemi,ma io purtroppo mi esprimo con parole povere e semplici,ma mi attengo alla realtà dei fatti.
Con un sentimento di vera amicizia. espert37
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Vecchio 06-11-2008, 13.59.47   #19
arsenio
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Riferimento: il dramma di essere al mondo

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Originalmente inviato da espert37
Carissimo Arsenio, ho con interesse e piacere seguito i vostri interventi e sento il desiderio di espervi anche il mio semplice e probabilmente elementare punto di vista. Se lo riterrete inopportuno ignoratelo pure.

Il 21 Gennaio del 1937, a mia insaputa e senza alcuna mia volontà mi accorsi di esistere, e solo da allora tutto l'universo cominciò ad esistere per me.Solo da allora io iniziai a pormi dei problemi per scoprire chi ero e dove desideravo andare. Ebbene questi due semplici fattori mi hanno sempre regalato,direttamente od indirettamente una grande felicità di esistere facendomi benedire quel santo giorno in cui nacqui, ed in più durante tutta la mia esistenza,ogni problema che sono riuscito a risolvere è stato una nuova fonte di felicità notando altresì che a maggior difficoltà nella soluzione ne provavo proporzionalmente una maggior soddisfazione.
Tante soluzioni di cui molti filosofi vanno in cerca difficilmente riusciranno a reggiungerle, facendo queste parte integrante del trascendentale, per cui riconoscibili e risolvibili solo da DIO
Un caro saluto e nuovamente chiedo scusa per il mio arbitrario inserimento nella vostra discussione.


Gentile Expert, bentrovato e i tuoi interventi sono sempre equilibrati, graditi e dialogici. Come già detto altrove l'esistenza è dolore e ognuno usa le misure che gli sono più congeniali per difendersene. Oggi prevale l'edonismo, le astrologie e derivati. Spesso si proiettano in trascendenze la propria inettitudine ad amare o una saggezza non posseduta, ma sotto cova l'infelicità. Io credo che l'autenticità stia nell'esprimere se stessi ,soprattutto in un amore terreno dove ci si prenda cura uno dell'altro, con una vicinanza emotiva. La redenzione è l'amore e la libertà di pensiero per accettare la propria condizione, per uscire dal nostro egocentrismo e realizzare il nostro essere profondo ( è questo, secondo me l”essere”, e non quello dei metafisici) Il dolore si domina guardandolo in faccia, realizzandosi nell'ottenere ciò che è ragionevole, conoscendosi con lucidità, evitando i facili consensi.
arsenio is offline  
Vecchio 06-11-2008, 16.51.05   #20
ameobi
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Riferimento: il dramma di essere al mondo

"Per vivere,per poter anche solo respirare dobbiamo fare lo sforzo insensato di credere che il mondo o i nostri concetti racchiudano un fondo di verita'. Non appena ricadiamo in quello stato di pura indeterminazione qualsiasi affermazione ci sembra azzardata o degradante,come pure qualsiasi negazione.E' indubbiamente strano non meno che pietoso arrivare a tal punto quando per anni ci si e' applicati con discreto successo a vincere il dubbio e a guarirne. Ma e' un male di cui nessuno si sbarazza completamente se lo ha provato sul serio."
ameobi is offline  

 



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