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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 14-07-2009, 10.37.22   #101
arsenio
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Riferimento: riflessioni sul "femminile"

Le donne si sono già uniformate agli uomini?


Ho letto ieri 13 luglio su Repubblica un breve articolo che potrebbe essere la conclusione e la conferma di un'ipotesi che attraversa come filo rosso ,e anche in modo implicito, molti temi presenti in “riflessioni al femminile”
Le donne avrebbero raggiunto la parità con gli uomini, ma non in quanto a uguaglianza e proficua complementarità delle loro peculiarità, con quelle dell'universo maschile. Viceversa come totale assimilazione e perdita delle caratteristiche relazionali, quali empatia ( capire le emozioni altrui), sensibilità (usare a seconda dei casi, intuizione o pragmatismo), cordialità (apertura e disponibilità alle relazioni), maturità emotiva,esteriorizzazione. Tutti parametri che sono tratti di personalità attribuiti per convenzione, ma con fondamenti veri, alle donne. Sono ora stati valutati con questionari, test, ecc. dalla Business School di Unindustria, confrontando il 2001 con il 2009.Concludendo che le donne sono molto più simili agli uomini e gli uomini dimostrano una maggior vulnerabilità. I comportamenti sono quasi uniformi, conferma che arriva anche da consulenti statunitensi della formazione .Confronto riferito all'anno 2007, e da responsabili di organizzazioni di ricerca nel campo delle risorse umane.
Si confrontano il QE per le capacità introspettive, intuitive e relazionali, e il QI ,quale concezione standard delle capacità logico-matematiche, spaziali e mnemoniche.
In dieci anni di emancipazione tutto è cambiato. L'appiattimento è per entrambi, quasi totale e verso il basso, mentre le donne un tempo battevano gli uomini di sei punti.
Nelle donne il dialogo tra emisfero destro dell'emotività e sinistro della razionalità rendeva più efficaci le capacità dialogiche. Il cuore rendeva più complete le capacità dialogiche e vinceva ,nella freddezza dell'era industriale. Mentre negli uomini, per educazione, permaneva la difficoltà a capire ed esternare le emozioni, quasi sminuite, se non disprezzate. Controllati e inibiti nel mostrare la spontaneità dei sentimenti. Quando affrontano un dialogo che affronti temi inerenti il vastissimo mondo dell'affettività, o se ne astengono o dimostrano un'estrema semplificazione,superficialità , banalizzazione e travisamenti. Del resto se non hanno raggiunto una maturazione psicoaffettiva, come fanno a parlare di interiorità? Eppure è un difetto presente pure in alcuni professionisti della psiche quali psicologi e analisti ,che vedono i problemi femminili sotto un ottica maschilista, ma non se ne possono accorgere. Più controllati e inibiti sul mostrare una spontaneità di sentimenti da “femmine”. Ma anche autentici poeti e romanzieri saranno ben mediocri se non possono attingere pure a una creatività di genere “femminile”
La donna in un mondo pervicacemente maschile ha sentito il bisogno di dimostrare che conta solo se si omologa o si sottomette alla visione che di lei hanno i maschi. Perdendo ciò che era considerato il suo principale vantaggio competitivo: l'intelligenza emozionale. Non ci sono più speranze,se seguiamo la teoria di Goleman, il teorico del benessere e successo che derivano da un equilibrio tra intelligenza razionale ed emotiva. Da cui relazioni peggiori sul lavoro, chiusura in sè, pesantezza da isolamento, personalità autoriferite, chiuse, demotivate, senza progettualità professionale: una ricchezza irrimediabilmente perduta.
Secondo una direttrice di Risorse Umane,si sono messe le donne in condizione di fare carriera senza tenere conto delle caratteristiche di ognuna. Telelavoro, flessibilità, che non riconoscono più il valore delle persone singole. Grave perdita perchè e capacità tipiche femminili creavano un legame tra le persone e le organizzazioni, per una più forte relazione tra dipendenti e azienda. Non si può più tornare indietro perchè il rapporto tra le prestazioni nel sociale e l'intelligenza emotiva stanno in relazione strettissima e ne soffrono le relazioni, peggiori se ognuno è chiuso in sé in un clima di non sintonia.
C'entra qualcosa lo stress da crisi? La bravura non conta, si può perdere il posto se qualcuno, qualsiasi e di qualsiasi paese, costa di meno. Non c'è quella serenità necessaria che apre al capire le altrui esigenze.

Tale ricerca non da chiacchiera da periodico femminile, che io ho ampliato con considerazioni personali, è stata finalizzata a ragioni di lavoro, mentre io ho puntato più sui rapporti tra i sessi, specie di amicizia e amore, pur non trascurando di considerare quelli nell'ambiente di lavoro. Ma la mia sensazione da testimonianze dirette e non mediata da letture, è di netta conferma. Anche nelle esperienze virtuali,ho notato quasi una costante: le nick che partecipano più assidue tendono ad aggregarsi al gruppo secondo il trend ideologico e di tipo culturale del gruppo ritenuto di appartenenza. E' anche molto logico che si assimilino alla mentalità e allo spirito del maschio a cui si rapportano quale modello identificativo per una metamorfosi di genere indotta ormai per mutato inconscio socio-culturale collettivo. Non mi sono mancate esperienze di perplessità femminile,turbate dalla mia eccessiva “sensibilità”, ma si badi che non si tratta di un sentimentalismo sdolcinato che aborro quasi quanto il becero maschilismo. Si tratta di quelle qualità relazionali che abbiamo citato, e che io per un caso di educazione democratica e aperta ho in qualche misura acquisito. Cioè,oggi in tempi di ciarpame non solo etico ma anche di cultura superficiale mediatica, internettiana, ecc. si teme chi scorge con lungimiranza gli aspetti più profondi e inquietanti, della psiche, dei rapporti affettivi tra un uomo e una donna. Si è ormai fuori tempo e fuori impegno, come si è pure alluso per altri versi. Quindi certe qualità non possedute non diventano un modello più elevato a cui riferirsi e innalzarsi, ma è molto più facile demolire , sminuire ciò che sta più in alto per elevare se stessi. Le nick virtuali,dai tempi della mia entrata nel 2000, sono variate, come appunto stabilisce la ricerca per quelle offline e per altri scopi. Molte spariscono o stanno dietro le quinte, altre si adattano al consenso incondizionato.
arsenio is offline  
Vecchio 25-07-2009, 18.34.40   #102
arsenio
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Riferimento: riflessioni sul "femminile"

Un uomo purchè sia?


Per chiudere le riflessioni sul femminile mi sembra adatto l'ultimo saggio di Gianna Schelotto: “Un uomo purchè sia”: la sindrome delle donne girasole. La psicoanalista da testimonianze di pazienti, lettrici e posta di rubriche ha individuato tale tendenza femminile in donne di ogni età; a venti, trenta, quaranta, cinquanta anni e oltre; anche colte, belle, ricche, professioniste, per cui la vita senza un uomo accanto è noiosa, sciupata, insopportabile. Esasperate da fallimenti si concentrano sul primo che passa, immaginandosene innamorate e chiudono gli occhi sugli aspetti negativi come idee non condivise, incompatibilità; difetti che a mente fredda riconoscerebbero al primo sguardo. Sono le donne girasole con fede cieca: è lui quello “giusto”. Ma è come indossare scarpe di due numeri più piccole, che prima o poi si levano e si scagliano via, ma la colpa non è dovuta alle scarpe.
Le cause vanno cercate nel passato, nella loro infanzia e giovinezza, nel loro rapporto con i genitori per qualche verso andato storto. Insicurezza, mancanza di autostima e di fiducia in sé, “indegne di essere amate” e perciò alla caccia del purchessia. Guarire è difficile,tuttavia due su sette ce la fanno a liberarsi dell'amore tossico.

Volendo commentare tale esigenza femminile senza entrare nel merito delle storie, per l'uomo sarebbe inconsueto e improbabile immaginare l'inverso,e cioè “una donna per lui purchessia”. Oppure il senso sarebbe alquanto diverso. Sono le donne le eterne malate d'amore, o perchè è in essere e presente, o perchè manca. Sempre loro più desiderano essere amate, a tal punto da adattarsi e autoingannarsi nei confronti di uno qualsiasi. Avendo bisogno almeno di qualcuno che abbia bisogno di loro Inoltre pensano di essere all'altezza solo di un uomo insicuro e scortese, questo per i vari condizionamenti socio-cultuali che abbiamo esaminato.
L'amore stesso è di genere femminile e coincide con l'impossibile ricerca di un altro che completi un'insufficienza individuale, per una penetrazione spirituale e non solo un'intesa carnale. Permanendo in loro ancora una zona residua di romanticismo.
Ma hanno scoperto che il maschio non evolve, è lui il vero sesso debole, se l'unico modo di mostrarsi forte è sminuire in blocco il “femminile” come genere e di conseguenza la singola donna, come simbolo di una fragilità e inadeguatezza da cui prendere le distanze. Mostra i suoi preconcetti virili, come l'etnocentrismo,il sessismo, il consenso verso chi detiene il potere o che esalta lo spirito del tempo. Non potrebbe possedere quell'immaginario che viene attivato dall'aver vissuto o dal proporsi di vivere in una dimensione amorosa che richiede di raccontarsi da collaborativi affabulatori,e di saper conciliare talora visioni del mondo dissimili, per genere e personalità. Ma è pur vero che i maschi divergenti e creativi nel pensiero sono oggi un modello sempre meno richiesto. Portano verità che si contrappongono alla superficialità collettiva. Oggi anche le donne, disabituate dalle tendenze di massa, temono chi scava nel profondo. Nessuno ha più tempo di riflettere, abituato a essere colpito dalle immagini, d'effetto momentaneo. Certe espressività simbolico-verbali sono scappatoie dall'ovvio,e turbano chi è imbevuto da pregiudizi. Sono un fenomeno diffuso le personalità rigide incapaci di affrontare qualsiasi situazione emotiva o di complessità concettuale, e si limitano a vivere nel mondo delle immagini e dei suoni.

Le donne accedono ancora a qualche arricchimento culturale e non condividono la dipendenza a volte ossessiva da video, zapping e mouse; l'astensione totale di giornali, libri, cinema, teatro, aperture socializzanti, ecc. Ancora non si sa a quando l'avvento dell'uniformità assimilata e totale dei due sessi nel “maschile”, e quali problemi sorgeranno da tale similarità. Oggi nemmeno la poesia concettuale d'autore, che fa pensare, è in auge. Manca il raccoglimento in solitudine e la riflessione per produrne e fruirne, e, come per l'amore, quella vitalità linguistica che non sia artificio o falsità. La poesia di un Poeta può rompere certe aspettative , far pensare ciò che non si ha mai pensato ,e perciò turbare stabili visioni del mondo. La figura che si è imposta è il “bullshipper”: non gl' importa se quello che dice sia vero o falso, ma soltanto d' impressionare o persuadere chi ascolta.
Il partner sognato non è mai riconosciuto in chi s'incontra. Si saprà veramente chi è al momento del divorzio. Leggo in una recente intervista le parole di Alessandra Martinez appena divorziata dal regista Lelouch: “ Con la crisi coniugale hai l'impressione di conoscere per la prima volta una persona che vedrai in modo diverso, tutti gli aspetti più volgari e negativi vengono fuori durante il divorzio e si rimane sgomenti”.
La sopportazione è una violenza su se stessi : le donne non sempre sanno rifiutare qualcosa che loro non piace, anche se sanno quali sono le loro personali aspettative e bisogni irrisolti: come l'altro dovrebbe essere e sarebbe giusto che fosse.
L'amore istituzionale ricade nella valutazione di costi e benefici,e sovente succede che non abbiano alternative migliori , dove i benefici sarebbero maggiori che nel loro rapporto in essere. Salvo le rare volte che intravedono una diversità maschile loro congeniale ma per qualche motivo inaccessibile.
Non può mancare un accenno al virtuale: il “grande amore”,verificato, rompe l'incanto e si deve confrontarsi con i limiti della realtà. In ogni caso si tratta di identità trasfigurate: se si recitano identità, non si recita mai la propria ma quello che si ambisce o crede di essere. Ed il riscontro a tu per tu snuda le vere facce, che non piacciono.
arsenio is offline  
Vecchio 27-07-2009, 12.07.39   #103
chlobbygarl
Lance Kilkenny
 
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Riferimento: riflessioni sul "femminile"

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Originalmente inviato da chlobbygarl
Neve....il paradosso di quanto chiamiamo 'amore' è che il possesso, sua componente essenziale, è massimamente percepibile quanto più breve è il tempo in cui viene esercitato e quanto maggiore è la distanza (non necessariamente fisica) che deve coprire per espletarsi.Su queste basi si può serenamente affermare che un rapporto tra due persone, classicamente inteso, sia costituzionalmente il carnefice fisiologico di 'amore'.Come uscire allora da questo impasse?Evitando proprio quanto spesso auspicato, vale a dire la costruzione di un terreno condiviso di esperienze e di vissuti che totalizzi le due essenze in gioco : è quello che avviene quando si dice che alla lunga i due della coppia finiscono per assomigliarsi.Si assomigliano essendosi persi ognuno nell'altro ritengono, in realtà si è perso sia l'uno sia l'altro, rimasta un' entità senza identità possibile che poi si dissolve lasciando ovvi traumi (il 'mi ero persa/o ho dovuto ritrovarmi' presente alla fine di molti rapporti non è come sembra una metafora esplicativa del dolore ma una verità effettuale, "fisica", pronunciata inconsapevolmente).L'ethos condiviso nella, dalla coppia, più è fisso e strutturato più stabilizza la coppia a discapito dell' "amore".Ridiscuterlo continuamente, certo non per il piacere di farlo in sè, è un rischio da correre se si vuole un rapporto emozionalmente soddisfacente.
Ma ridiscuterlo significa intanto prendere atto senza omettersi nulla della evoluzione del partner, del suo spostamento naturale lungo l'orbita dell'esistenza, senza averne paura e accettandone le possibili conseguenze.
Che prendono il nome sintetico di pathos.E il pathos affrontato con coraggio e lealtà ricrea spesso le condizioni in cui l'eros esiste naturalmente.In sostanza e a mio avviso un rapporto è soltanto la presenza contemporanea di due essenze precise e distinte che tali devono rimanere, mai la loro somma.
In genere non mi piace nulla l'approccio saggistico di Alberoni a metà tra la prosa e la sociologia delle religioni, in questo caso quoto un suo articolo dal Corriere.it perchè dice cose assai simili a quelle dette sopra.....il senso del quotare è che se da ottiche settoriali diversificate si giunge alla stessa conclusione vale la pena indagare : è uno dei percorsi possibili per l'olismo interdisciplinare.

http://www.corriere.it/editoriali/al...4f02aabc.shtml

>>Il segreto dell’amore eterno?
Quel continuo perdersi e ritrovarsi
Il segreto è la continua ricerca del mistero dell’altro


Ho studiato a lungo l’innamoramento, il processo in cui rapidamente siamo affascinati da una persona, pensiamo solo a lei, la desideriamo disperatamente, non possiamo farne a meno e vogliamo vivere insieme per sempre. E ho approfondito soprattutto il processo di fusione, in cui gli innamorati cercano una unione totale del corpo e dello spirito. Si raccontano e rivivono insieme le proprie vite, sciolgono i legami amorosi di un tempo, si identificano e si plasmano l’uno sull’altro fino a provare gli stessi sentimenti, a desiderare le stesse cose, a costruire un comune progetto di vita.

La fusione spiega la forza della passione amorosa nel periodo dell’innamoramento. Ma non spiega perché la passione, il continuo bisogno dell’altro e il desiderio erotico in certi casi possano durare anni e anni e addirittura crescere. Nei romanzi e nei film, il desiderio dura perché c’è un ostacolo, un impedimento, un nemico, un rivale che impedisce la sua realizzazione.

Quando cioè il processo di fusione viene rallentato o impedito da fattori esterni. Quando questi cessano di agire i due finalmente si amano e la storia finisce.

Di essi si dice solo che «vissero felici e contenti».

Nella realtà di solito resta un amore intenso ma in cui lentamente l’erotismo si attenua finché non prevalgono la tenerezza e l’affetto.

Però ci sono anche dei casi in cui invece la passione amorosa ed erotica continua con la forza delle origini. Quando avviene? Quando i due innamorati, pur amandosi appassionatamente, ricreano in se stessi la distanza e il desiderio.

E come possono farlo? Quando riscoprono continuamente la loro incolmabile diversità, per cui, anche se si raccontano tutto, sentono che le loro esperienze restano inaccessibili.

Perfino quando sono eroticamente uniti, fusi, sono consapevoli di non sapere cosa prova veramente l’amato. Il grande amore che dura è perciò una continua ricerca e una continua scoperta del mistero dell’altro.

L’amato è infinitamente vicino eppure, di colpo, anche infinitamente lontano. Allora rinasce il desiderio. L’amore è costituito strutturalmente tanto dalla distanza e dalla mancanza come dalla ricerca e dal ritrovamento. L’amore che dura non è uno stato, ma un succedersi di oscurità e di luci incantevoli.

È un continuo perdersi e un meraviglioso ritrovarsi nuovi
. È come un cuore che pulsa: un susseguirsi del vuoto — la diastole, e del pieno — la sistole. Non è statico, è fatto di onde, come il mare, come la luce.>>


Quindi, direi che potremmo cassare senza appello ulteriore la concezione tipicamente femminile di un sentimento di relazione a due che non conosca oscillazioni, che non necessiti di distanza non proprio fisica, che non consideri la fusione dei due sè come una fase acmeica da pagare prima o poi al prezzo del perdersi e solo dell'eventuale ritrovarsi (a quel punto, del tutto legittimamente, molte/i si perdono e basta...).

Domanda : capito questo, quante energie usualmente mal direzionate rimarrebbero ad una donna, da utilizzare per fare altro?

Obiezione possibile : ma cosi è come se tu dicessi che l'amore non può finire, e finiremmo dal sarcasmo circa la kostante mistica alberoniana alla brace dell'affermare l'eternità di amore......

risp. : l'amore, tolto l'innamoramento iniziale, altro non è che un legame ulteriormente scomponibile di sentimenti varii, intensi e pervasivi quali un affetto profondo, una stima ontologica, un eros non di rado consunto ma anche lucido nel senso di levigato, automatico, sicuro e solido, a seconda della fase attraversata e/o dell'ottica di osservazione adottata.

Due persone decidono o meno di continuare sulla base della loro capacità di portare avanti una relazione fatta di queste cose, dove cioè le medesime non siano sovrascritte da altre che spingano in direzione contraria.Dunque una relazione come altre, che può continuare per la vita come no a seconda di parametri del tutto concreti e alla quale i caratteri di maggiore intimità presunta e più o meno tale non conferiscono status particolare rispetto all'amicizia.

Due persone si lasciano quando anche ad innamoramento finito da un lustro il ricordo dell'amore dato non viene più custodito gelosamente come un valore.
chlobbygarl is offline  
Vecchio 27-07-2009, 22.42.32   #104
arsenio
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Riferimento: riflessioni sul "femminile"

Single e felici?


Sul Corriere di ieri domenica 26 si presenta il caso di Paola che ha scritto al sito del Corriere un'accorata confessione sul suo sogno proibito di matrimonio. “Avrei nel cuore uno strano desiderio”, scrive, la cosa più difficile al mondo è far stare in piedi una relazione dove ci sia condivisione, coccole, scambio con un uomo. Ora è sempre sola: “Dove ho sbagliato?”, s'interroga e colpevolizza. Anche l'unico avuto è evaporato. “Non dovrei avere più progetti?”
Il desiderio espresso oggi risulta insolito, perchè psicologi, sociologi, ecc. rilevano che il matrimonio non è in testa ai desideri di ragazze e donne: oggi sono più volte a realizzarsi nello studio e nel lavoro. Il matrimonio è tabù da romanzo rosa. La realtà è ben cruda: dividere un letto con uno che russa, legge, si rigira e poi dovergli lavare i calzini.
Sono cambiati i tempi? Le reazioni al forum del Corriere sono state un'amara delusione. Tiepide le donne,con affermazioni del tipo: “Sposarmi? No, grazie, studio, viaggio, lavoro. Gli uomini hanno risposto stizziti, malevoli e violenti. Non c'è stato alcun “cuore” solidale che abbia approfittato dell'occasione di conoscenza, la gentilezza un'eccezione.
Si sono accaniti: “E' preziosa e perfetta?” Superba, promiscua dai mille fidanzati? Una carrierista? Colpevolizza tutti gli uomini, ma non li asseconda nelle loro esigenze? E' ... femminista! E' questo lo stigma con cui l'uomo maschilista qualifica le donne non troppo sottomesse e critiche verso l'universo maschile, che sottintende pure “E' una lesbica!”
Osò raccontare il suo sogno di matrimonio da quarantenne. I nick che risposero sono stati tanti, per cui la donna è quasi un nemico pubblico, da cui diffidare e difendersi. Il femminismo secondo tali fallocrati è una catastrofe responsabile di ogni problema: è il tono generale delle risposte. Ma chi ha risposto ha trovato una non femminista e non carrierista, e sono soddisfatti del loro rapporto di coppia? Allora, commenta Isabella Fedrigotti, non perdano ogni speranza.
La Parsi, esperta saggista, interviene ed esorta la donna ad astenersi dal vittimismo dell'avere lei sempre sbagliato. E' autrice del libro “Single per sempre”,esperienze di donne che hanno trascorso una condizione di solitudine,ma hanno capito che si può vivere bene valorizzando se stesse,libere dalla dipendenza morbosa della presenza di un uomo ad ogni costo.
Abbandonate, frustrate, disperate, hanno toccato il fondo per sollevarsi con maggior energia dalla rottura. La Parsi riceve molte lettere di donne sole che si chiedono come hanno fatto a stare accanto a uomini che le facevano soffrire. Anche lei suggerisce di no cadere nell'autocommiserazione masochistica di chi ” ha sbagliato”. A 40, 50anni hanno scoperto l'alternativa dello stare bene da sole. E l'amore? Lo cercano, ma che sia una grande passione. Che alla fine possono trovare in altro, ad esempio nell'impegno nello studio.
Tale è la cultura emergente, e cercano uomini che le possano capire, in grado di evolvere, di stare al passo con i tempi. Questi uomini,secondo la saggista,non mancano.


X nevelasole, se mi legge

Anch'io ho notato l'articoletto del lunedì di Alberoni sul Corriere di oggi sull'essere capaci di ricreare un desidero che sempre si ravvivi. Alberoni è stato un apprezzato sociologo di argomenti estranei all'amore. Da oltre vent'anni si occupa di amore e rapporti di coppia, in prevalenza. Ho letto tutti i suoi libri, dove iniziò con la teoria dell'innamoramento come stato nascente,e furono per me spunto di discussioni. Ma dopo molti saggi, di cui preferisco “Ti amo”, ha vissuto di rendita ripetendo i suoi vecchi concetti, in altri libri e con poche novità. Al Corriere perlopiù banalizza ciò che disse in modo comunque più compiuto nei saggi. Come anche questo sull'amore che deve oscillare tra presenza e assenza,saturazione e risveglio del desiderio, abitudine tranquillizzante e mistero che sorprende. Facile a dirlo, e non nego che anche per me sarebbe così. Ma se mancano certe premesse, a che vale? Una persona può essere un bel guscio vuoto, e ci sarebbe poco da scoprire: lo dissi, un uomo dovrebbe essere come una scatola cinese, con sempre un'ultima scatolina da scoprire. Ma il bel tenebroso poco loquace potrebbe celare non inusuali ricchezze,ma .. il nulla. Il magniloquente,stringi stringi, dire piuttosto poco e oscuro. Morale? Accertati cosa nasconde e cosa si propone di rappresentare lui, prima . Poi sì,l'amore è come le onde ...


arsenio
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Vecchio 28-07-2009, 19.59.36   #105
nevealsole
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Sognando il 'grande giorno'

@ chlobbygarl

Ciao,
grazie per la risposta. Leggendo il corriere ieri mi sei venuto in mente, in effetti... ed ho notato anche io l'analogia di pensiero. Mi trovi sostanzialmente d'accordo.

@ arsenio

Ciao Ars,
conosco Alberoni, anche io l'ho letto in origine con interesse e poi ritenendolo un po' troppo scontato e ripetitivo.
Single e felici?
Una donna che dice di non volere il matrimonio o è una donna che mente, o si è già sposata... e non è andata.

Il matrimonio sta alla donna come la finale di coppa dei campioni sta al tifoso: non te la perderesti per niente al mondo.
Ci pensi sin da piccola, e anche se fingi di non essere interessata, in un angolo remoto della tua mente sogni l'inginocchiamento col "brillocco" che spunta fuori da una scatolina di velluto, le serate con le amiche a decidere i dettagli, i giri con la mamma in cerca del vestito, le domeniche con lui in visita ai castelli dove svolgere il ricevimento.
Certo, dietro al 'più bel party del secolo' ci dovrebbe essere una sostanza che può non esserci... e così dopo la festa poco resta...
Non credo che siamo nati per star soli, ma forse neppure per stare insieme.

Sempre più spesso mi suona in testa un brano... non so se lo ricordi...

... With or without you
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I can't live with or without you...

U2


Saludos
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Vecchio 28-07-2009, 22.04.12   #106
arsenio
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Riferimento: Sognando il 'grande giorno'

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@ arsenio

Ciao Ars,
conosco Alberoni, anche io l'ho letto in origine con interesse e poi ritenendolo un po' troppo scontato e ripetitivo.
Single e felici?
Una donna che dice di non volere il matrimonio o è una donna che mente, o si è già sposata... e non è andata.

Il matrimonio sta alla donna come la finale di coppa dei campioni sta al tifoso: non te la perderesti per niente al mondo.
Ci pensi sin da piccola, e anche se fingi di non essere interessata, in un angolo remoto della tua mente sogni l'inginocchiamento col "brillocco" che spunta fuori da una scatolina di velluto, le serate con le amiche a decidere i dettagli, i giri con la mamma in cerca del vestito, le domeniche con lui in visita ai castelli dove svolgere il ricevimento.
Certo, dietro al 'più bel party del secolo' ci dovrebbe essere una sostanza che può non esserci... e così dopo la festa poco resta...
Non credo che siamo nati per star soli, ma forse neppure per stare insieme.

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Saludos

ciao neve
sono d'accordo sul desiderio di matrimonio ....anche di persone che erano al di fuori di ogni sospetto extra singletudine, e che mi sono vicine. Poi non si sà se la meta viene raggiunta, ma questa aspirazione rimane. Come la maternità:
non in tutte ma in alcune resterà anche questo un rimpianto per qualche cosa che non è successa.
La storia di Paola sul sito del Corriere continua e credo gradirai le mie seguenti riflessioni.
ciao
Un uomo “purchè sia” o single felici?

Sarà questo il dilemma sorto dal caso di Paola che ha scritto al sito del Corriere “Così è la vita”, attirando centinaia di messaggi in un forum dove non si ha mai parlato di problemi amorosi o di coppia. Sono scesi in campo maschilisti e femministe. Stesso problema per i primi, di fronte a donne autoreferenziali ed efficienti, che non portano più la gonna . Tutto di riduce a una dilagante solitudine che comincia ad essere analizzata anche in Italia. Si teme più una doppia solitudine in due che non la gestione del proprio tempo in autonomia. Nella nostra epoca l'unico amore è quello che si riconosce inesistente e che qualcuno tuttavia non desiste dal cercare.
Le donne non si sentono più in colpa di non essere angeli del focolare e i maschi rimpiangono il tempo della loro sottomissione. Ma non si può semplificare così un discorso che richiede di esaminare più elementi della discordia e poi da discutere.
L'uomo come partner paritario e comprensivo non evolve, rimane emotivamente indisponibile e nessun amore lo può far cambiare in questo tratto che lo caratterizza. Finche i genitori, sia padre che madre, e scuola non lo educheranno a nuovi schemi comportamentali, per promuovere una virilità matura sul piano psicoaffettivo. L'uomo non cerca di appropriarsi di un valore in sé ma si propone come un oggetto funzionale ai propri bisogni, senza implicazioni di profondità introspettiva. E' un edonista che massimizza il piacere, razionalizza l'egoismo, oppure è infantile e sceglie una relazione del tipo madre-bambino. Non riesce ad assecondare la dialogicità intimistica. Perchè gli hanno insegnato che un uomo non si perde in chiacchiere futili e donnesche. Né reca con sé un suo personale paesaggio, che non siano i soliti interessi maschili del “fare”, che possano essere oggetto di racconto e condivisioni. Possiede un pensiero limitato all'operativo, spesso soffre di qualche forma di alessitimia. E' sempre il “piccolo uomo” di Nietzsche,a cui basta una vogliuzza per il giorno e una per la notte.
La donna è portata ad addomesticare l'uomo che ha problemi e bisogni,e ciò in parte spiega perchè nove violenze carnali su dieci non vengono denunciare, per tacere di quelle minori, morali, fisiche, ecc. Avide di sofferenza, come non pensare che in qualche modo non si curino di contrastare le prevaricazioni e le subiscano? Quindi è un sollievo sentire da loro che cominciano a prendersi cura di se stesse, e non più sacrificarsi troppo per gli altri. L'amore, per le donne, è l'unica meta che possa autorealizzarle, ma conta anche sapersi regolare e dominare nella vita secondo le esigenze dei propri interessi rigorosamente personali. Saper vedere chiaro nelle cose e nelle proprie realistiche possibilità .La storia racconta che la loro vita fu poco stimolante e insoddisfatta, impedite dalla società a svilupparsi secondo un modello maschile ai fini di opportunità di carriera,di arte, di studio, di altre esigenze. Così c'è ancora una parte del suo inconscio che la porta, nonostante tutto, a una sottomessa
dipendenza.
Un uomo purchè sia o single e felici? Amore non è amore se non c'è tensione ed e vero che un'unione ovvia non può accontentare nessuno .Deve essere un progetto che ti porta all'incontro con te stesso, come dice l'autore del Piccolo principe. E sul piano relazionale vogliono poter capire se lui davvero le capisce.
Eppure forse per alcune risulta inconfessabile ma desiderano ancora l'esperienza dell'innamorarsi. Ma è inverosimile, tra milioni di persone, trovare una persona da amare, o solo amica, che corrisponda al nostro desiderio, per inclinazioni, interessi, ecc. per restare non troppo vicini né troppo lontani, come i porcospini di Schopenhauer. Così si è costretti a ogni tipo di surrogato, alla solitudine o al soliloquio.
La natura della donna è portata al pessimismo e alla stanchezza, si chiude nell'inquietudine silenziosa, se non ha fidate amiche con cui sfogarsi. Il suo ripiego la isola le crea disagio. Perchè il suo scopo dominante è l'oggetto d'amore, legato a maternità e casa, e il suo inconscio risente ancora di tracce delle passate generazioni.
Resta ferita e condizionata dall'esito dei passati rapporti di coppia negativi, salvo che si tratti di una patologica coazione a ripetere. Non è subito ansiosa di un immediato rapporto sostitutivo.
La sua salvezza sta nel non illudersi troppo su quell'ambito amore assoluto a cui da sempre,come le mitiche eroine, ambisce. E che oggi il maschio casomai destina agli Universali astratti, alla partita, ecc.
La solitudine indotta dalla Grande Rete è complementare. Parecchi maschi hanno paura di confrontarsi con donne in carne ed ossa, hanno disimparato la seduttività faccia a faccia, e in tal modo la perdono definitivamente. Se conoscete il popolo delle chat saprete quanto diffusa sia la freddezza e il malanimo, il deprezzamento gratuito,a volte male mascherati. A loro volta innescano e coinvolgono anche proprio malgrado in una comunicazione negativa e frustrante. La ridotta socialità va a detrimento del benessere psicofisico. Qui non conta chi e ciò che si è, ma come si appare. Ma a volte trapelano deformazioni grottesche del maschile, anche se pochi ormai se ne accorgono.
Il “femminile”è complesso, contradditorio, sfuggente. Mistero alle stesse donne.
arsenio is offline  
Vecchio 02-08-2009, 11.56.08   #107
nevealsole
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Riferimento: Sognando il 'grande giorno'

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Originalmente inviato da arsenio
ciao neve [...]
Poi non si sà se la meta viene raggiunta, ma questa aspirazione rimane. Come la maternità:
non in tutte ma in alcune resterà anche questo un rimpianto per qualche cosa che non è successa.

Il raggiungimento della meta dipende essenzialmente dalla consapevolezza di ciò che si vuole. Quando l'obiettivo è chiaro, e si è tenaci, lo si raggiunge.
Il vero problema, sempre più spesso, è la poca chiarezza di obiettivi.
Te lo dico, perché lo vivo sulla mia pelle. E' una sorta di bombardamento continuo proveniente da mille direzioni. Stai ad un bivio, trivio, quadrivio... o meglio dal tuo centro partono infinite strade e vorresti percorrerle tutte in un'unica vita. Tutto questo genera stallo, o peggio, avanzamento per poi dover tornare indietro. Cambiamento di strada. Tentativo di percorrere due strade tra loro incompatibili.
Sempre sul Corriere on line, pochi giorni fa. Una famosa avvocatessa inglese si toglie la vita buttandosi nel Tamigi. Depressione post partum? Dopo l'arrivo del terzo figlio pare avesse preso coscienza dell'impossibilità di essere una buona madre e un avvocato ai massimi livelli. E così ha deciso di essere nessuna delle due cose.
Chi apparentemente ha molto può non avere niente, chi non ha niente può avere in realtà molto.
Molto difficile restare salde e tapparsi le orecchie per non sentire i "canti delle sirene".
Osservando il movimento del mare ed i surfisti contemplavo la seguente frase 'rimango in equilibrio nel mare in tempesta'...

Piccola parentesi assertiva: Io sono donna, mi sposerò e avrò dei figli. Con amore e per amore: di me stessa, del mio compagno, della vita.


Altra piccola riflessione al femminile in clima vacanziero.

nevealsole is offline  
Vecchio 03-08-2009, 11.46.29   #108
ornella
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Riferimento: riflessioni sul "femminile"

Riflessioni sul "femminile":
Concepire il femminile senza immaginare un confronto con l'altra metà del cielo forse non si può. Quindi è femminile ciò che non è maschile e viceversa. Rifletto su quali caratteristiche mi appartengano quindi con questa esclusività. Si più o meno sono le solite, ma il problema mi pare lo si sollevi negli ultimi messaggi.
Femminilità è la possibilità di una femmina di esprimere la propria differenza di genere qualsiasi essa sia. Peccato che ci si confronti con una società non saprei dire se maschilista (Diciamo voglio immaginare diverse le caratteristiche di genere maschili)ma fortemente improntate su un mito rozzo del maschio predatore di femmine e risorse. Nulla di nuovo lo so, questo vezzo economicamente vincente pare esserlo ormai anche politicamente.
Politica ed economia le sorelle pragmatiche che si confrontano con la "Realtà" di tutte le discipline filosofiche s'influenzano a vicenda e a volte si corrompono.
Credo che come essere umano ho diritto a voler esprimere la mia differenza di genere senza che essa rappresenti un gap.L'economia rappresenta sicuramente la sorella cinica con questo sistema economico. Trovo quindi la politica l'unica possibilità che Noi donne abbiamo di rendere la Nostra femminilità un'alternativa o offerta dignitosa che renderà dignitoso anche al vero uomo un confronto finalmente non attraverso sterili stereotipi.
ornella is offline  
Vecchio 03-08-2009, 19.25.09   #109
Giorgiosan
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Riferimento: riflessioni sul "femminile"

La natura non dà pari oppurtunità.

Il maschio è più forte muscolarmente in genere, è più forte economicamente in genere perché anche l'economia non dà pari opportunità e ne ha dato ancor meno in passato, il capitale è stato acquisito con la forza e con la forza delle leggi, il maschio era ed è più forte culturalmente in genere, perchè la cultura era ed è strettamente collegata all'economia, in sintesi era ed è più forte politicamente.

Lo stato di questa supremazia ha visto una evoluzione naturale ed una evoluzione culturale.

L'evoluzione naturale è che il maschio è sempre meno maschio e la femmina è sempre meno femmina: i poli si sono avvicinati considerevolmente e la tendenza va in questa direzione.

L'evoluzione culturale, per le lotte, per l'evoluzione della coscienza morale, per la consapevolezza delle persone è ancora più evidente e la tendenza va nella stessa direzione.

Direi che è un tema ed un problema superato in sè e per sè, anche se vi sono ostacoli pratici da superare.

Se si ritorna alla natura le riflessioni sono innumerevoli ma sono ormai scontate ed anche un poco folkloristiche.

Le femmine ed i maschi possono riconoscersi come persone, ed abitare un luogo intellettuale dove le differenze sono riconosciute e accettate e sono ovvie e piacevoli e lasciare maschilismo e femminismo ai ritardari.
Queste posizioni fanatiche sono sconfitte anche dal ridicolo.
Giorgiosan is offline  
Vecchio 04-08-2009, 12.22.12   #110
ornella
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Riferimento: riflessioni sul "femminile"

Citazione:
Originalmente inviato da Giorgiosan
La natura non dà pari oppurtunità.

Il maschio è più forte muscolarmente in genere, è più forte economicamente in genere perché anche l'economia non dà pari opportunità e ne ha dato ancor meno in passato, il capitale è stato acquisito con la forza e con la forza delle leggi, il maschio era ed è più forte culturalmente in genere, perchè la cultura era ed è strettamente collegata all'economia, in sintesi era ed è più forte politicamente.
Quindi in linea di massima condividi con me le premesse se non è cosi spero differenzierai il tuo punto di vista.

Citazione:
Lo stato di questa supremazia ha visto una evoluzione naturale ed una evoluzione culturale.
Puoi addentrarti?
Citazione:
L'evoluzione naturale è che il maschio è sempre meno maschio e la femmina è sempre meno femmina: i poli si sono avvicinati considerevolmente e la tendenza va in questa direzione.
Puoi dimostrarlo, non mi pare un dato acquisito
Citazione:
L'evoluzione culturale, per le lotte, per l'evoluzione della coscienza morale, per la consapevolezza delle persone è ancora più evidente e la tendenza va nella stessa direzione.
Altrettanto, mi pare non sia un dato acquisito, da cosa lo deduci?

Citazione:
Direi che è un tema ed un problema superato in sè e per sè, anche se vi sono ostacoli pratici da superare.
Parti da un presupposto, dici che l'evoluzione va in un 'altra direzione e parli di ostacoli, quali?

Citazione:
Se si ritorna alla natura le riflessioni sono innumerevoli ma sono ormai scontate ed anche un poco folkloristiche.
Come fa ad essere la natura folkloristica?
Citazione:
Le femmine ed i maschi possono riconoscersi come persone, ed abitare un luogo intellettuale dove le differenze sono riconosciute e accettate e sono ovvie e piacevoli e lasciare maschilismo e femminismo ai ritardari.
Queste posizioni fanatiche sono sconfitte anche dal ridicolo.
Scusami ma se non mi chiarisci sopra mi riesce difficile condividere la conclusione.
ornella is offline  

 



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