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Vecchio 22-01-2009, 16.37.29   #31
arsenio
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Riferimento: riflessioni sul "femminile"

parte conclusiva


Cosa vogliono oggi le donne?

Virilità e femminilità, fuori dai riduzionismi biologici e da assegnati ruoli ideologici, sono modi di vivere che s'integrano nei valori dell'essere e della sessualità. La virilità rimarcata è una reazione d'insicurezza, ma la donna, che pur dice di disprezzare i deboli e gli inetti, non vuole riconoscerli dietro il travestimento delle loro arroganze e certezze. Viceversa i maschi equilibrati le sembrano deboli.
Gravata nell'istituzione familiare da più mansioni e incombenze, con l'alibi della sua indole portata a prendersi cura degli altri. Dopo essere già stata oppressa da un'educazione dannosa nella famiglia d'origine, che la rendono una vulnerabile mendicante d'affetto. E' il padre soprattutto che deve infondere valore alla femminilità della figlia affinchè sia avviata alle giuste e fondamentali scelte

Nel matrimonio verserà tarde lacrime da disinganno o si dovrà adattare rischiando disturbi psicosomatici. E se può permetterselo, spendendo in costose e dipendenti psicoterapie. Infine scontenta si ripiegherà nel passato, nostalgica delle possibilità fallite.

Svilita a oggetto che seduce dalla pubblicità, rivolta a maschi decisionali e illusi dall'orgoglio di non dovere niente a nessuno, se non un tributario bisogno di conferme.

Il romanticismo femminile, se vissuto, ha perlopiù sfumature di crisi. Dalla solarità si rifugia nella zona lunare e dell'ombra, sofferente e vanamente ribelle.

Per la società tradizionalista sconta la colpa con cui l'hanno segnata i Padri e i moralisti. Clemente d'Alessandria: ”ogni donna dovrebbe essere oppressa dalla vergogna al solo pensiero d'essere donna .” per Tertulliano è la porta dell'inferno, ecc.

Ma cosa vogliono oggi le donne? Le postfemministe non sono più le rivoluzionarie interclassiste che ottennero quelle conquiste che concessero loro cittadinanza, sebbene a spese di essere definite lesbiche.
Oggi si stanno svalorizzando da sole, risolvendosi al monismo maschile, come parametro di giudizio, per diventare ciò che non sono. Senza riconoscere che, se vuole “essere”, anche l'uomo deve finirla di credere di essere già se stesso e riconoscere la sua potenziale doppia natura.
La loro tendenza attuale è l' appropiarsi dell'arcaico inconscio maschile con i suoi assolutismi monolitici, con la freddezza che snobba il calore e il discorso affettivo “femminile”.
Per un' allenza con una mentalità che non tollera le sottigliezze femminili né la loro loquacità, che pure è una forma di ricerca del molteplice.
Il maschio semplicistico e sbrigativo rifiuta ciò che non capisce e rimprovera la donna di non capire. Mentre è lei che si sente incompresa. Così s'inizia un doloroso circolo vizioso.
Il nuovo ulisside è diventato un pavido nell'intraprendere un periglioso viaggio alla ricerca di arricchire se stesso, né prevede approdi di ritorno.

arsenio is offline  
Vecchio 26-01-2009, 17.05.26   #32
arsenio
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Riferimento: riflessioni sul "femminile"

perchè la maggior incidenza della depressione femminile?

Dovuta a discriminazione,dipendenza e bassa autostima. I valori femminili sono sempre sottostimati. Il matrimonio come effetto dannoso vale soprattutto per le donne ed è un fattore di maggior incidenza di disturbi psichici.
Da fattori sociale, subite dominanze, sottovalutazioni rispetto ai fratelli maschi, senso precoce del dovere, colpa indotta; sottomissione ancora i retaggi patriarcali. Il sé è inautentico, se dipende da un uomo. Difficilmente sfugge a comportamenti masochistici.
“Femminilità” è dipendenza. Il governo della casa non è più coinvolgente come un tempo.
Ma sono soprattutto deluse in amore: è prevalente il pensiero di un amore sempre disatteso. Rovello di qualcosa di irraggiungibile che perfino distoglie da alternative. Così il loro potere rimane l'arte della seduzione e l'amore, che più avanza l'età, più si invalida,anche se ora la situazione è cambiata.
Le emancipate conservano residui di una mentalità delle nonne, così come nei maschi l'inconscio collettivo è ancora arcaico.
Anche nella letteratura, tragedie, melodrammi ,ecc. fino ad oggi, sono malate, credulone ingenue,leggere, sfiduciate, vittime, sfruttate, insultate. O cliches frusti e risaputi, esplicitati o allusi. Sempre attualissima è la donna abbandonata per una minore di 20 o 30 anni. Giudicate sempre negativamente dai maschi in quanto portatrici di valori femminili mai capiti, con i quali ritengono impossibile interagire o collaborare.
In ogni contesto cercano di supplire, sintomaticamente, imitando i maschi, assumendone ad esempio, nell'arco degli ultimi anni, la mentalità difensiva de- romanticizzata, anaffettiva, perlomeno esteriormente; opportunistica,anche per accattivarsene un'approvazione sul piano culturale. Ma a loro svantaggio. Le stesse donne più lungimiranti notano che il prezzo è alto.
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Vecchio 30-01-2009, 10.01.46   #33
emmeci
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Riferimento: riflessioni sul "femminile"

Un’ultima prospettiva su questo tema, quando lo si consideri non sotto profili anatomici o psicologici e neppure sotto profili poetici ai quali io stesso ho accennato citando le belle e trascinanti, per non dire quasi boccaccesche parole del Faust (“l’eterno femminino ci trae in alto”). E questo non perché il fenomeno (femminile v/s maschile) non assuma una realtà fisica, psichica, addirittura patetica e lirica e perfino benedetta da Dio che, secondo la Bibbia, “lo creò maschio e femmina”, dando al maschio il potere e alla femmina le doglie del parto…. ma perché vorrei dare a questo rapporto un significato più filosofico ed etico, al di là di quello che può aver condizionato l’evoluzione di tante specie compresa la nostra.
Mi metto, solo per ragioni anagrafiche, dalla parte del maschio. Il “femminino” cui può richiamarsi il poeta ma in fondo anche l’uomo comune non è il “femminile”, cioè ha sì realtà fisica ma è soprattutto un chiamare al gioco, impegnando la vita o meglio l’intelligenza dell'uno e dell’altro: questo è il significato che sormonta quello fisico, cioè è spinta a uscire da sé, ad aprirsi, in un’imprevista e talvolta ossessiva misura, all’altro. E non è solo un significato di oggi, evidenziato dai continui riscontri di cronaca nera, ma di tutta la storia dei popoli tanto che ormai non sappiamo più se la parola amore accenna al rapporto di coppia o a qualcosa d’altro, e perfino estendersi cristianamente a tutto. In un certo senso la filosofia moderna è andata oltre il simposio platonico e anche l’agape cristiana. Ha affrontato un problema di primaria importanza, opponendosi a una riduzione dell’io all’autocoscienza idealistica o positivistica anzi a una qualsiasi identificazione, e spiegando in modo elementare e alla portata di tutti i cervelli perché o a che fine è così difficile per un essere umano pensare a sé stesso, cioè comprendere che cosa l’io veramente è, mentre sembra tanto più facile – fin troppo facile – comprendere l’altro aprendo il dizionario alla voce amore ….Sì l’incontro con l’altro sesso diventa un simbolo fondamentale dell’educazione alla filosofia facendo capire che l’io c’è e non c’è, forse “è un punto di indifferenza, un’astrazione intellettuale, un confronto fittizio sottratto alla transitorietà del vissuto” - mentre l'amore è un aprirsi - no, non dell'intelligenza - ma della vita alla vita.
emmeci is offline  
Vecchio 02-02-2009, 16.51.56   #34
arsenio
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Riferimento: riflessioni sul "femminile"

Citazione:
Originalmente inviato da emmeci
Un’ultima prospettiva su questo tema, quando lo si consideri non sotto profili anatomici o psicologici e neppure sotto profili poetici ai quali io stesso ho accennato citando le belle e trascinanti, per non dire quasi boccaccesche parole del Faust (“l’eterno femminino ci trae in alto”). E questo non perché il fenomeno (femminile v/s maschile) non assuma una realtà fisica, psichica, addirittura patetica e lirica e perfino benedetta da Dio che, secondo la Bibbia, “lo creò maschio e femmina”, dando al maschio il potere e alla femmina le doglie del parto…. ma perché vorrei dare a questo rapporto un significato più filosofico ed etico, al di là di quello che può aver condizionato l’evoluzione di tante specie compresa la nostra.
Mi metto, solo per ragioni anagrafiche, dalla parte del maschio. Il “femminino” cui può richiamarsi il poeta ma in fondo anche l’uomo comune non è il “femminile”, cioè ha sì realtà fisica ma è soprattutto un chiamare al gioco, impegnando la vita o meglio l’intelligenza dell'uno e dell’altro: questo è il significato che sormonta quello fisico, cioè è spinta a uscire da sé, ad aprirsi, in un’imprevista e talvolta ossessiva misura, all’altro. E non è solo un significato di oggi, evidenziato dai continui riscontri di cronaca nera, ma di tutta la storia dei popoli tanto che ormai non sappiamo più se la parola amore accenna al rapporto di coppia o a qualcosa d’altro, e perfino estendersi cristianamente a tutto. In un certo senso la filosofia moderna è andata oltre il simposio platonico e anche l’agape cristiana. Ha affrontato un problema di primaria importanza, opponendosi a una riduzione dell’io all’autocoscienza idealistica o positivistica anzi a una qualsiasi identificazione, e spiegando in modo elementare e alla portata di tutti i cervelli perché o a che fine è così difficile per un essere umano pensare a sé stesso, cioè comprendere che cosa l’io veramente è, mentre sembra tanto più facile – fin troppo facile – comprendere l’altro aprendo il dizionario alla voce amore ….Sì l’incontro con l’altro sesso diventa un simbolo fondamentale dell’educazione alla filosofia facendo capire che l’io c’è e non c’è, forse “è un punto di indifferenza, un’astrazione intellettuale, un confronto fittizio sottratto alla transitorietà del vissuto” - mentre l'amore è un aprirsi - no, non dell'intelligenza - ma della vita alla vita.

La polarità dei sessi

Il “femminile” richiama quelle doti necessarie a una maturità relazionale e sensibilità ricettiva come strumento di conoscenza per entrambi i sessi. Allo stesso modo della qualità assertive e razionali del “maschile”.
Indissolubili come nel mito degli ambosessi originari tagliati a metà, per cui cercano invano l'altra metà per ricomporsi.
Perchè è importante la maturità psicoaffettiva? Il “ sentire del cuore” pascaliano fa conoscere i valori universali tramite una sensibilità intuitiva che precede la metafisica, la morale, la religione. Superando la filosofica simpatia astratta e generica verso uomini e cose. Ma oggi i sentimenti non sono esplorati nella loro incidenza sulla vita quotidiana.
Già Fromm (L'arte di amare del '56) avverte la scomparsa della polarità dei sessi a cui si connette l'amore. Diventiamo una massa di simili e non di “uguali” come lo sono i poli opposti. Con implicazioni d'identità e di comportamenti, se non si riconoscono come valori la percezione ricettiva dell'altro, la tenerezza, la pazienza, l'accoglienza, ecc. La natura dell'uomo emotivamente infantile, assieme all'incertezza sul suo carattere virile, lo fanno ripiegare sul dominio. Accettato dalle donne fino alle estreme conseguenze delle complementarità sadico- masochistiche.
Qual'è il valore di un amore erotico-affettivo? Dare amore significa arricchirsi nel donare ciò che di più vitale si costruisce in se stessi per suscitare quella reciprocità che avvengono in ogni rapporto improntato all'autenticità.
L'amore nasce tra due persone che comunicano dal profondo centro della vita interiore, maturato nel concentrarsi in solitudine sul proprio essere. Perciò amare oggi è più che mai andare controcorrente.
Con l'amore, la tenerezza, la poesia, si fonde la sessualità, bisogno psicofisico necessario alla crescita della persona, che non può limitarsi alla genitalità. Ma se l'uomo nega la donna come soggetto alla pari, viene stravolta la capacità di liberare una sessualità costruttiva per la personalità, e l'esigenza di contatto si riduce in oggettivazione sessuale della partner. In un rapporto di potere, appropriazione e antagonismo; ma questa è miseria e non libertà di del sesso.
E se all'origine dell' inferiorizzazione femminile ci fosse un matricidio, all'inverso del mito freudiano? Una leggenda persiana prebiblica racconta che fu la donna a creare il mondo, e generò figli incapaci di creare la vita. Ma la progenie temendo che come aveva dato la vita, potesse toglierla, la uccise.
I valori attribuiti alla donna rappresentano la sua inadeguatezza appresa fin dalla prima infanzia. Tranne in casi dove la famiglia non segua la tradizione o comunque sia capace di valorizzare la femminilità nascente.
Difficilmente raggiunge un sé autentico. Dalla sua frustrazione si originano difese nevrotiche, autoaffermazioni sostitutive, oggi specie per mezzo di dipendenze, assunzione di schemi maschilisti, nullificazioni in comunità, per superare il suo isolamento. Per un progressivo assimilarsi a idee indifferenziate di stampo imitativo maschile. Se non per dettagli, come gli optional degli status symbol.
Le donne che chiedono sostegno sono spesso come la protagonista di un romanzo alla ricerca di un irraggiungibile e totalizzante rapporto sentimentale. Fino a umilianti compromessi. Infine vedono tutti gli uomini anche peggiori di quello che sono.
Grazie! per darmi l'occasione di continuare su tale argomento. E perchè mi risulta di essere seguito da lettrici non partecipanti ed esterne al forum.
arsenio is offline  
Vecchio 07-03-2009, 17.15.02   #35
AntOne
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Riferimento: riflessioni sul "femminile"

Beh, ahimè, non so chi o cosa citare, nè da dove cominciare, ehm . E' tutto molto interessante per essere la solita pi**a mentale sui ruoli ultradefiniti (la cultura deriva dalla natura, non viceversa, sì, però ci possiamo anche reinventare) ritornano i clichè simpatici dei valori che apparterrebbero alla donna ed all'uomo ed alla donna che quanto assertiva, cinica o aggressiva scimmiotterbbe l'uomo. Non so, a meno che non si stia consapevolmente parlando di archetipi questo svilisce sia il maschile che il femminile. Ogni tanto voi dite che sono archetipi a volte affondate nell'assoluto. Chi legga qui e magari diventa misogino a leggere certe cose si levi la scusa, le donne genio comunque esistono, (si pensi alla Montalcini od alle astrofisiche, giusto per fare un esempio) anche le filosofe, si pensi che c'è una vera e propria riunione e ogni tanto ne invitano in TV. Poi certe donne sono indubbiamente retrive e vigliacche nel ferire certi uomini e preferire i bastardi. Infatti è una grande scempiaggine che gli uomini tranquilli siano meno brillanti o interessanti. Ora, non credo che siate tutti single qui, bè, chi non lo è spero non sia o si senta bastardo.
Non penso che la manager cinica scimmiotti l'uomo più di tanto, o l'avrebbe fatto anche la regina Elisabetta I? Tanto l'uomo ha trasposto l'istinto alla lotta per la vita al concetto di leadership aziendale tanto l'ha fatto la donna. D'altronde talvolta la natura "sbaglia" anche evoluzionisticamente, per retaggio biologico ,infatti, siamo portati all'incesto, ma con la cultura derivante credo dalla nostra esperienza empirica, l'abbiamo scartato in quanto inefficiente, la stessa cosa può essere capitate alle donna, ma molto prima del secolo scorso, anche se con casi più sporadici.
Al di la di tutto, però condivido in pieno quanto lo strafottente ed il "bastardo" sia solo una figura mitizzata come forte, invero repressa affettivamente ed insicura del proprio valore (pensa che sennò gli cadano le palle??), ma non per questo è colpa tutta delle donne che lo selezionano, e il mito proviene molto più dall'alto, secondo me.
Comunque anch'io mi incavolo quando sento quella storia delle donne emancipate come più aggressive e dell'uomo non all'altezza, perchè se si tratta di essere riconosciute come persone, giudicabili come tali, e come indipendenti, rispettate, riconosciute come pari etc. sono d'accordo, non capisco cosa dovrei temere. Ma, se come ha detto Franco, si tratta di pretendere di più, come più solti più potere, più prestigio o riverenza , beh questo è quanto di più patetico e lontano dall'emancipazione, ma di che emancipazione si andrebbe cianciando? Di cosa parlano quegli articoletti equivoci... ? Ovviamente, per fortuna, c'è anche quella vera.
AntOne is offline  
Vecchio 16-03-2009, 11.26.15   #36
arsenio
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Riferimento: riflessioni sul "femminile"

Citazione:
Originalmente inviato da AntOne
Beh, ahimè, non so chi o cosa citare, nè da dove cominciare, ehm . E' tutto molto interessante per essere la solita pi**a mentale sui ruoli ultradefiniti (la cultura deriva dalla natura, non viceversa, sì, però ci possiamo anche reinventare) ritornano i clichè simpatici dei valori che apparterrebbero alla donna ed all'uomo ed alla donna che quanto assertiva, cinica o aggressiva scimmiotterbbe l'uomo. Non so, a meno che non si stia consapevolmente parlando di archetipi questo svilisce sia il maschile che il femminile. Ogni tanto voi dite che sono archetipi a volte affondate nell'assoluto. Chi legga qui e magari diventa misogino a leggere certe cose si levi la scusa, le donne genio comunque esistono, (si pensi alla Montalcini od alle astrofisiche, giusto per fare un esempio) anche le filosofe, si pensi che c'è una vera e propria riunione e ogni tanto ne invitano in TV. Poi certe donne sono indubbiamente retrive e vigliacche nel ferire certi uomini e preferire i bastardi. Infatti è una grande scempiaggine che gli uomini tranquilli siano meno brillanti o interessanti. Ora, non credo che siate tutti single qui, bè, chi non lo è spero non sia o si senta bastardo.
Non penso che la manager cinica scimmiotti l'uomo più di tanto, o l'avrebbe fatto anche la regina Elisabetta I? Tanto l'uomo ha trasposto l'istinto alla lotta per la vita al concetto di leadership aziendale tanto l'ha fatto la donna. D'altronde talvolta la natura "sbaglia" anche evoluzionisticamente, per retaggio biologico ,infatti, siamo portati all'incesto, ma con la cultura derivante credo dalla nostra esperienza empirica, l'abbiamo scartato in quanto inefficiente, la stessa cosa può essere capitate alle donna, ma molto prima del secolo scorso, anche se con casi più sporadici.
Al di la di tutto, però condivido in pieno quanto lo strafottente ed il "bastardo" sia solo una figura mitizzata come forte, invero repressa affettivamente ed insicura del proprio valore (pensa che sennò gli cadano le palle??), ma non per questo è colpa tutta delle donne che lo selezionano, e il mito proviene molto più dall'alto, secondo me.
Comunque anch'io mi incavolo quando sento quella storia delle donne emancipate come più aggressive e dell'uomo non all'altezza, perchè se si tratta di essere riconosciute come persone, giudicabili come tali, e come indipendenti, rispettate, riconosciute come pari etc. sono d'accordo, non capisco cosa dovrei temere. Ma, se come ha detto Franco, si tratta di pretendere di più, come più solti più potere, più prestigio o riverenza , beh questo è quanto di più patetico e lontano dall'emancipazione, ma di che emancipazione si andrebbe cianciando? Di cosa parlano quegli articoletti equivoci... ? Ovviamente, per fortuna, c'è anche quella vera.

gentile AntOne ... veramente “maschile” e “femminile” si stanno uniformando, nel linguaggio e nelle tendenze di pensiero. Ma suppongo tua sia una ragazza ho parlato a lungo dell'amore e non solo qui. A nome di precise esperienze, confidenze e vissuti non solo teorici; spero fuori da improvvisazioni e condizionamenti pregiudiziali come spesso avviene, essendo rimasto, almeno nelle intenzioni, equidistante da “femminismo” e “maschilismo”, sia pure che i concetti storici mutino e si crei un po' di caos.
Dedico ancora questo post a te come a tutte le donne.



Amore è condivise emozioni

Solo chi ha imparato ad esaltare la vita emotiva ama e si migliora per poter migliorare l'altro in un divenire reciproco.
E' tradire l'amato anche il non coinvolgerlo in altre vitali situazioni di gioco, intelletto, cultura, relegati in un asfittico “noi di coppia; senza la redenzione di una reciproca crescita di mente e di cuore.
Secondo molte donne l'uomo in genere si comporta
“come se” amasse, incapace d'altro e più profondo sentire. Per educazione socio-familiare dev'essere freddo e impoetico e di scarne e sbrigative parole, se in coppia stabile; prive di un'autentica intimità profonda e confidenziale. E' una spina per le donne di ogni età, fino alla depressione e allo sfogo compensatorio presso un terapeuta; sempre che sia capace di ascolto.
Il maschio della tradizione difficilmente riesce , o ambisce, ad autorealizzarsi in un amore totalizzante. Eppure da tale maschia mediocrità molte donne, loro malgrado sono attratte. Ma quando un spregevole s'insedia nel loro immaginario è tragedia, più che mai attuale conferma delle violenze alle donne in seno alla famiglia.
L'uomo certamente può soffrire per un abbandono o per una ferita narcisistica, pure e comunque sempre una perdita, o per uno smacco al suo amor proprio, anche alla fine di un amore senza amore.
Conta possedere un bagaglio di parole dialogiche e non vacue? Oggi non molto, anzi può essere controproducente essere diversi dalla gran massa, essendo la scintilla amorosa spesso determinata da condizionamenti socio- culturali e non da effettive doti dell'amato. Tuttavia aprendo la bocca fatalmente ci si rivela, oltre le apparenze: ovviamente se dall'altra parte si vuole veramente sentire e vedere, essendo la peculiarità dell'amore soprattutto la visionarietà.
L'amore vive d'immaginario, come online, dove il corpo viene sublimato nel simbolo.
Chi è nulla, o si crede tale, potrebbe recitare altro da sé, svelandosi ad occhi critici; chi ha raggiunto una propria individuale identità la difende ed esprime, la scopre lui stesso e la arricchisce in permanenza, essendo se stesso, in ogni relazione proficua e a qualsiasi età.
A volte basta sentirsi compresi anche se non si esce dalla fantasia.
arsenio is offline  
Vecchio 19-03-2009, 01.33.55   #37
AntOne
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Riferimento: riflessioni sul "femminile"

Citazione:
Originalmente inviato da arsenio
Il maschio della tradizione difficilmente riesce , o ambisce, ad autorealizzarsi in un amore totalizzante. Eppure da tale maschia mediocrità molte donne, loro malgrado sono attratte


Te ne do atto, molte, purtroppo lo sono. E sono nemiche di loro stesse e dell'emancipazione. Talvolta si rimane troppo legati all'animalità, all'idea che bastardo voglia dire protettivo. Che la donna ora sia (o dovrebbe essere) indipendente come l'uomo ce lo si dimentica allegramente. Ma ciò è squallido perchè sembra legato ad'una inconscia convenienza naturalista. Secondo me invece ci si dovrebbe amare con più leggerezza, senza con ciò intendere scazzo o disimpegno.
Però talvolta anche l'uomo cerca la stron.za, una che magari vuole fare solo una notte ma lui si aspettava di più, talvolta nemmeno quello: se la tira e basta.
Non è intelligente, ma la natura gli dice che ha le curve giuste per la riproduzione, e lui non pretende altro, non cerca altre garanzie su cui basare la sua selezione. Per fortuna, però, in entrambi i casi parliamo in generale. Troppo spesso l'etologia ha il sopravvento ahimè.

Citazione:
Originalmente inviato da arsenio
Ma quando uno spregevole s'insedia nel loro immaginario è tragedia, più che mai attuale conferma delle violenze alle donne in seno alla famiglia.
L'uomo certamente può soffrire per un abbandono o per una ferita narcisistica, pure e comunque sempre una perdita, o per uno smacco al suo amor proprio, anche alla fine di un amore senza amore.
Conta possedere un bagaglio di parole dialogiche e non vacue? Oggi non molto, anzi può essere controproducente essere diversi dalla gran massa, essendo la scintilla amorosa spesso determinata da condizionamenti socio- culturali e non da effettive doti dell'amato. Tuttavia aprendo la bocca fatalmente ci si rivela, oltre le apparenze: ovviamente se dall'altra parte si vuole veramente sentire e vedere, essendo la peculiarità dell'amore soprattutto la visionarietà.

Ahimè gli umani tendono ad essere masochisti e controproducenti nel selezionarsi. Certo da fastidio se ad assortirsi con certi elementi siano donne affermate, autonome, ed indipendenti, (e via pregiando, insomma ci siamo capiti )però teniamo anche conto che purtroppo non sempre la gente si rivela subito per quello che è, quindi qui il discorso deraglierebbe. Tornando ai condizionamenti culturali e alla "discutibile urgenza per cui è indispensabile uniformarsi alla media" tu e molti altri avete detto che il "bastardo" è comunque una figura mitizzata e ipersopravvalutata, persino nei suoi presunti punti di forza. E' una canonizzazione, una convenzione sociale su ciò che sarebbe forte e vincente così anche lì l'uomo e la donna pecora si comportano di conseguenza. Pure pensando ad una cosa banale come i peli sulle ascelle, gli uomini, a cui ora in gran parte fanno schifo negli anni 60 ne erano estimatori (qualcuno però è rimasto ), o almeno gli era quasi indifferente, nel senso che era un po' mal visto il contrario. Un segno del "progresso" è che ora forse sta finalmente nascendo qualche modello femminile basato sul carattere e non solo sull'aspetto fisico .. mah, meglio di niente . Bisogna essere sempre critici sui modelli predigeriti, sarò pure banale. Per di più una donna oggi dovrebbe uscire dallo stereotipo e talvolta approcciare lei e vedere come va (se lui pensa male è uno scemo) e aspettare meno il cavaliere, non essere più, in una relazione la parte passiva di una strategia di conquista, attiva solo nella scelta finale, ma scegliere insieme, in qualche modo. Anche l'uomo dovrebbe però finirla di etichettare una a cui piace il sesso come a molti di loro una "facile" in senso negativo, per il motivo che ho detto prima, a proposito della leggerezza, come se si fosse una merce da offrire centellinando al maschio e mai viceversa. Anche un uomo che si "concede" non sarebbe male . Ovviamente è questione di trovare la persona adatta, invece di adeguarsi ad un modello che dovrebbe piacere per fare auditel, non avere questo pessimismo che poi è la "presunzione" di pensare che tu sei l'unica eccezione. Il tuo ultimo post mi è piaciuto, ma in altri è trasparsa l'idea che le eccezioni sono più frequenti tra uomini che tra donne, queste più omologate. Non sono molto d'accordo.
A presto.
AntOne is offline  
Vecchio 20-03-2009, 09.47.16   #38
Giorgiosan
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Riferimento: riflessioni sulla sessualità

Che le femmine siano attratte dal maschio con caratteristiche di mascolinità più spiccate fa parte della realtà naturale.
Che un corpo maschile ben strutturato, muscoloso e coi caratteri primari e secondari della sessualità ben sviluppati risuti attrattivo per l'istinto femminile risponde alla "logica" della vita. Potendo quegli elementi morfologici e fisiologici influenzare il successo riproduttivo individuale.

Non ci trovo alcunché di scandaloso.

Come non trovo scandaloso che i maschi meno alfa, per così dire, competano con gli alfa per la conquista delle femmine e non potendolo fare sul piano puramente fisico usino le armi della cultura, fra le quali l'ironia ed il "disprezzo".

Mi domando però: quanti maschi non desidererebbero avere i caratteri alfa, un corpo muscoloso e ben strutturato?

Nell'arte della guerra ci si potrebbe far consigliare da Sun Tzu:
quando vedi il nemico pronto, preparati contro di lui; ma evitalo, dove è forte

Irrita il tuo nemico così da disorientarlo.
Preferibilmente con l’ironia.

Simula inferiorità e incoraggiane l’arroganza.
Attacca il nemico dove non è preparato.

Esaltiamo i suoi pregi, lo “gonfieremo”, e rischierà di diventare superbo e la superbia è sempre ridicola. Facciamolo parlare per scoprirne l’impreparazione e quindi affondiamo i colpi.

Solo valutando tutto esattamente si può vincere, con cattive valutazioni si perde.

Quando sei inferiore in tutto, se puoi ritirati.



Questi due ultimi consigli riguardano, mi sembra, l’umiltà: ammettiamo che un corpo bello sia desiderabile non neghiamo questa verità per non essere simili a quella volpe che non riuscendo ad arrivare all’uva la diceva acerba. E ammettiamo anche di essere invidiosi, col sorriso.

Se proprio il nemico ci è superiore anche nei campi in cui ci sentiamo più preparati ebbene non ci resta umilmente che ritirarci, ma sempre col sorriso… in fondo non è una guerra capitale.



Istruzioni per l’uso…per sorridere di noi stessi. Questo ci renderà più forti. ( Sorriso)

Ultima modifica di Giorgiosan : 20-03-2009 alle ore 10.55.43.
Giorgiosan is offline  
Vecchio 20-03-2009, 10.46.26   #39
Giorgiosan
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Riferimento: riflessioni sulla sessualità

Che le femmine siano attratte dal maschio con caratteristiche di mascolinità più spiccate fa parte della realtà naturale.
Che un corpo maschile ben strutturato, muscoloso e coi caratteri primari e secondari della sessualità ben sviluppati risulti attrattivo per l'isitnto femminile risponde alla "logica" della vita. Potendo quegli elementi morfologici e fisiologici influenzare il successo riproduttivo individuale.

Non ci trovo alcunché di scandaloso.

Come non trovo scandaloso che i maschi meno alfa, per così dire, competano con gli alfa per la conquista delle femmine e non potendolo fare sul piano puramente fisico usino le armi della cultura, fra le quali l'ironia ed il "disprezzo".

Mi domando però: quanti maschi non desidererebbero avere i caratteri alfa, un corpo muscoloso e ben strutturato?

Nell'arte della guerra ci si potrebbe far consigliare da Sun Tzu:

Quando vedi il nemico pronto, preparati contro di lui; ma evitalo, dove è forte

Irrita il tuo nemico così da disorientarlo.
Preferibilmente con l’ironia.

Simula inferiorità e incoraggiane l’arroganza.
Attacca il nemico dove non è preparato.


Esaltiamo i suoi pregi, lo “gonfieremo”, e rischierà di diventare superbo, e la superbia è sempre ridicola. Facciamolo parlare per scoprirne l’impreparazione e quindi affondiamo i colpi.

Solo valutando tutto esattamente si può vincere, con cattive valutazioni si perde.

Quando sei inferiore in tutto, se puoi ritirati.


Questi due ultimi consigli riguardano, mi sembra, l’umiltà: ammettiamo che un corpo bello sia desiderabile, non neghiamo questa verità per non essere simili a quella volpe che non riuscendo ad arrivare all’uva la diceva acerba. E ammettiamo anche di essere invidiosi, col sorriso.

Se proprio il nemico ci è superiore anche nei campi in cui ci sentiamo più preparati ebbene non ci resta umilmente che ritirarci, ma sempre col sorriso… in fondo non è una guerra capitale.



Istruzioni per l’uso…per sorridere di noi stessi. Questo ci renderà più forti.

Ultima modifica di Giorgiosan : 20-03-2009 alle ore 21.08.42.
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Vecchio 21-03-2009, 14.00.21   #40
Franco
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Riferimento: riflessioni sulla sessualità

Giorgiosan,

il corsivo sarà tuo:


"Che le femmine siano attratte dal maschio con caratteristiche di mascolinità più spiccate fa parte della realtà naturale.
Che un corpo maschile ben strutturato, muscoloso e coi caratteri primari e secondari della sessualità ben sviluppati risulti attrattivo per l'isitnto femminile risponde alla "logica" della vita. Potendo quegli elementi morfologici e fisiologici influenzare il successo riproduttivo individuale.

Non ci trovo alcunché di scandaloso."


Vorrei comprendere meglio il "chi" e il "cosa" assunti ad oggetto del tuo discorso. Che le "femmine" siano attratte dal maschio con caratteristiche di mascolinità più spiccate è già una bella generalizzazione.

Parli forse da maschio con i caratteri sessuali di cui sopra? Perchè se così non fosse farei una certa difficoltà ad individuare il fondamento della tua tesi. Generalizzazioni come la tua presupporrebbero e presuppongono anni ed anni di esperienza in prima persona.

Cosa sarebbero poi i caratteri sessuali primari e secondari ben sviluppati? Grande pene e grande scroto? E' questo ciò che intendi?

Dal modo in cui discorri si dedurrebbe inoltre una sostanziale equiparazione di umanità ed animalità entro i costumi sessuali. Oltremodo interessante. Un'altra prova forte dell'evoluzionismo darwiniano.

Franco

Ultima modifica di Franco : 21-03-2009 alle ore 15.42.32.
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