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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 17-03-2009, 10.59.03   #1
emmeci
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Decidiamoci, amici: religione o filosofia?

Sembra che una tale domanda possa portare a contrasti difficilmente sanabili, tali da implicare non solo un’astratta gara tra i più alti valori dell’umanità, ma la sua storia presente e futura e le possibilità di una pacifica convivenza, come pure le scelte di una politica che tenda unicamente al bene comune. Eppure chi alza le spalle a quella domanda non può giustificarsi dicendo che sono solo parole, e che tanto tutti rimarranno della loro idea: colui che ha appeso nella sua stanza il ritratto di Socrate, e colui che l’ha sostituito con quello del papa e si segna al mattino.
Eppure è una domanda che investe tutto ciò che avviene ai livelli alti di questo pianeta, e (detto tra parentesi) anche quello che si dibatte nel nostro forum e che potrebbe, se il problema fosse risolto, cambiare il contenuto dei nostri messaggi. Ebbene, senza scomodare i grandi intelletti della nostra epoca, possiamo tentare di trovare un punto d’appoggio per una prima risposta o almeno un punto di riferimento. Che potrebbe essere questo: l’obiettivo di religione e filosofia è la Verità - sissignori, direbbe Pirandello, nient’altro che la Verità.
E porrei subito (ma naturalmente questo comincia a diventare un’opinione personale che potrebbe essere contestata), porrei subito la questione del metodo. Il metodo della religione? Se appena si riflette, il religioso non cerca la verità ma l’ha già da sempre trovata: voglio dire che se anche diventa religioso dopo un lungo e tribolato calvario, nel momento che ha la rivelazione sa di averla sempre avuta anche se solo adesso la scopre, perché è la rivelazione di una parola eterna, di qualcosa che è sempre stato e sempre sarà: e non avrà bisogno più di cercarla.
Il filosofo? Anche se è cosciente della ricchezza inesauribile della filosofia, anche se forse sa di non poter giurare sul proprio verbo, è inesorabilmente tentato di dirlo, quel verbo, e magari costruire su di esso un grandioso sistema: sa forse che la verità assoluta è difficile esprimerla e che dovrà ancora tormentarsi a cercare, e questo impegno potrà durare per tutta la sua esistenza se non quella di generazioni e forse dell’intera storia. Certo il religioso gli obietterà: sì il tuo è un grande coraggio, ma quanta fatica sprecata, visto che avresti potuto cogliere il baleno della verità senza dover passare le notti a cercarla se solo ti fossi deciso ad ascoltare quella parola.
Qualcuno potrebbe a questo punto obiettare che ho dimenticato un altro possibile interlocutore a questo tavolo della verità, una specie di convitato di pietra, cioè lo scienziato. Che ha buone chances d’altro canto di vincere la partita, perché può vantare il pregio di porsi in mezzo fra i contendenti: certo anche lui che una verità assoluta esiste, ma che bisogna cercarla senza sperare di uscire da un modesto relativismo, essendo disposto a lasciare la propria teoria non appena ne avrà una più comprensiva, come è stata quella di Newton di fronte all’aristotelica, quella di Einstein di fronte a quella di Newton e di fronte ad Einstein….chi sa?
(Mi rincresce, amici, di avervi importunato con tante parole per illustrare un tema che forse si presenta ogni giorno alla vostra mente, visto che i temi del forum oscillano abitualmente entro questa triade capitolina: religione, scienza e filosofia).
emmeci is offline  
Vecchio 17-03-2009, 22.30.55   #2
VanLag
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Riferimento: Decidiamoci, amici: religione o filosofia?

Citazione:
Originalmente inviato da emmeci
Sembra che una tale domanda possa portare a contrasti difficilmente sanabili, tali da implicare non solo un’astratta gara tra i più alti valori dell’umanità, ma la sua storia presente e futura e le possibilità di una pacifica convivenza, come pure le scelte di una politica che tenda unicamente al bene comune. Eppure chi alza le spalle a quella domanda non può giustificarsi dicendo che sono solo parole, e che tanto tutti rimarranno della loro idea: colui che ha appeso nella sua stanza il ritratto di Socrate, e colui che l’ha sostituito con quello del papa e si segna al mattino.
Eppure è una domanda che investe tutto ciò che avviene ai livelli alti di questo pianeta, e (detto tra parentesi) anche quello che si dibatte nel nostro forum e che potrebbe, se il problema fosse risolto, cambiare il contenuto dei nostri messaggi. Ebbene, senza scomodare i grandi intelletti della nostra epoca, possiamo tentare di trovare un punto d’appoggio per una prima risposta o almeno un punto di riferimento. Che potrebbe essere questo: l’obiettivo di religione e filosofia è la Verità - sissignori, direbbe Pirandello, nient’altro che la Verità.
E porrei subito (ma naturalmente questo comincia a diventare un’opinione personale che potrebbe essere contestata), porrei subito la questione del metodo. Il metodo della religione? Se appena si riflette, il religioso non cerca la verità ma l’ha già da sempre trovata: voglio dire che se anche diventa religioso dopo un lungo e tribolato calvario, nel momento che ha la rivelazione sa di averla sempre avuta anche se solo adesso la scopre, perché è la rivelazione di una parola eterna, di qualcosa che è sempre stato e sempre sarà: e non avrà bisogno più di cercarla.
Il filosofo? Anche se è cosciente della ricchezza inesauribile della filosofia, anche se forse sa di non poter giurare sul proprio verbo, è inesorabilmente tentato di dirlo, quel verbo, e magari costruire su di esso un grandioso sistema: sa forse che la verità assoluta è difficile esprimerla e che dovrà ancora tormentarsi a cercare, e questo impegno potrà durare per tutta la sua esistenza se non quella di generazioni e forse dell’intera storia. Certo il religioso gli obietterà: sì il tuo è un grande coraggio, ma quanta fatica sprecata, visto che avresti potuto cogliere il baleno della verità senza dover passare le notti a cercarla se solo ti fossi deciso ad ascoltare quella parola.
Qualcuno potrebbe a questo punto obiettare che ho dimenticato un altro possibile interlocutore a questo tavolo della verità, una specie di convitato di pietra, cioè lo scienziato. Che ha buone chances d’altro canto di vincere la partita, perché può vantare il pregio di porsi in mezzo fra i contendenti: certo anche lui che una verità assoluta esiste, ma che bisogna cercarla senza sperare di uscire da un modesto relativismo, essendo disposto a lasciare la propria teoria non appena ne avrà una più comprensiva, come è stata quella di Newton di fronte all’aristotelica, quella di Einstein di fronte a quella di Newton e di fronte ad Einstein….chi sa?
(Mi rincresce, amici, di avervi importunato con tante parole per illustrare un tema che forse si presenta ogni giorno alla vostra mente, visto che i temi del forum oscillano abitualmente entro questa triade capitolina: religione, scienza e filosofia).
Se la storia ha un senso credo che la prima cosa da fare sia chiederci come mai, dopo qualche migliaio di anni, nessuno ha ancora trovato una verità che sia dialetticamente esprimibile e sostenibile. Anche quella espressa nei libri sacri di tutte le tradizioni, detta vera dai seguaci di quelle religioni, non è abbastanza vera da essere riconosciuta da tutti. Quindi forse siamo autorizzati, (proprio dalla storia), a dire che la verità è ha un’ovvietà così immediata che sfugge alla dialettica.

Sia le religioni che la filosofia possono aiutarci ad arrivare a questa ovvietà ma è una scoperta che facciamo sempre da soli. E sulla verità mi fermerei qui.

Veniamo invece alla questione del bene e del male, cioè all’etica.
Gia’ Socrate diceva: - E ciò che è bene e ciò che non è bene,Fedro, dobbiamo chiedere agli altri queste cose? – lasciando così intendere che era assurdo pensare che il bene ed il male non dipendessero dalle opinioni del singolo. Che sia impossibile stabilire dei criteri oggettivi di bene e di male lo abbiamo verificato anche in questo forum. Bene e male sono irrimediabilmente soggettivi.

Le religioni hanno insegnato una cosa del tipo: - è bene quello che ci avvicina alla meta, (specificata dalla religione), mentre è male quello che ci allontana – Lasciando perdere se la meta sia Dio o l’illuminazione. Il fatto è che la meta della religione è un qualche cosa che riguarda sempre il singolo individuo. Agisci bene ed andrai in paradiso, agisci bene e ti illuminerai.

Sulla spinta di questa presunta “conoscenza” del bene è stata creata un’etica condivisa, un etica da applicare alle società ma tutto questo, visto col senno di poi, ha un’ingenuità ed una fragilità spropositate proprio perché si basa su valori soggettivi cementati solo da un uguale credo. Infatti quel sistema ha funzionato finché le società sono rimaste chiuse in una cultura omogenea, una cultura nella quale la religione aveva una grande parte. E’ bastato mischiare un po’ le culture per vedere sciogliersi come neve al sole, i riferimenti datici dalle religioni.

A questa erosione dell’etica, che, secondo me, è uno dei più grandi problemi dei giorni nostri, solo la filosofia può fare fronte, magari collaborando con la scienza ed inventando sistemi di pensiero che mutuino valori comprensibili dalla ragione, ma non potrà farlo finché non perderà il complesso di inferiorità nei confronti della religione e finché non evolverà da forme di pensiero che funzionavano nelle società contadine ma che non hanno nulla a che vedere con gli imponenti cambiamenti subentrati con l’industrializzazione e la tecnologia.

Il rischio, è che si butti via il bambino con l’acqua sporca esasperando i problemi invece di risolverli e perdendo quello che di buono possono darci sia la religione che la filosofia se impiegate nei giusti ambiti.

VanLag is offline  
Vecchio 18-03-2009, 11.42.25   #3
Anakreon
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Investigazioni e venerazioni.

Caro Emme Ci,

affermi:

"Ebbene, senza scomodare i grandi intelletti della nostra epoca, possiamo tentare di trovare un punto d’appoggio per una prima risposta o almeno un punto di riferimento. Che potrebbe essere questo: l’obiettivo di religione e filosofia è la Verità - sissignori, direbbe Pirandello, nient’altro che la Verità.".

A mio giudizio, colla religione gli uomini propriamente non vogliono investigare il vero, ma venerare un dio.

E' indubitabile che coloro, i quali venerano un dio, confidano anche ch'egli sia e che abbia natura tale, che possa godere della venerazione umana; ma ciò non porta seco che l'atto di venerazione sia atto d'investigazione; anzi, i due atti sono ben distinti ed il secondo, l'investigazione, precede il primo, la venerazione.

Mi pare in somma che supporre che sia un dio, perciò sia un atto d'investigazione del vero e quindi sia un atto, se pur rudemente, filosofico, perché vuol esplicare le cause, i principii, i fini delle cose animate ed inanimate dell'universo.

Congetturato un dio, la religione di lui, cioè l'atto di venerazione, può seguire o non seguire, secondo la congettura formulata circa la natura divina:

se supponiamo che un dio abbia creato ovvero ordinato provvidamente l'universo, che esaudisca benignamente le voci degli uomini, che premii i probi e punisca gl'improbi; la religione è, se non necessaria, al meno opportuna;

se altrimenti supponiamo, la religione non solo è superflua, ma anche ridicola e fallace.

In ogni caso, l'investigazione filosofica non la emula, ma la precede.

Anakreon.
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Vecchio 18-03-2009, 22.59.39   #4
Il_Dubbio
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Riferimento: Decidiamoci, amici: religione o filosofia?

Se non ricordo male Gesù avrebbe detto (credo dopo il tentennamento di S.Tommaso): beati coloro che pur non vedendo crederanno.
La vista è uno dei sensi che può essere allargato a tutti gli altri, compreso il senso della ragione (ora in voga).
Quindi avrebbe detto:anche se non ci sarà alcun senso in ciò che racconto e tu crederai, sarai beato.
Ad oggi ciò è negato dalla ragione, se non c'è alcun senso in quello che si fa non c'è ragione di farlo. Purtroppo è anche da dire che non c'è alcun senso in senso assoluto in quello che si fa (se no per esempio: tiriamo a campà, divertimento sesso e rock e roll); quindi oggi la ragione sarebbe dalla parte di chi fa solo ciò che gli pare. Io filosoficamente parlando non trovo alcun, ma proprio alcun, senso nel diritto, nel rispetto, nella tolleranza, nella legge umana ecc. Non c'è proprio alcun senso filosofico nella ragione umana e tutto ciò che produce. Quindi per me non c'è alcuna religione e ne tanto meno alcuna filosofia. Se per filosofia s'intende quello che ho detto, allora vale anche per la religione; entrambe non hanno senso.

Ma è proprio per la mancanza di un senso che esiste la filosofia e la religione.

Non mi spiego: quale senso c'è ad eliminarne una?

Poi caro emmeci a tutti fa comodo avercela in tasca verità ... se non ce l'hai non compri nulla, e l'aria non è in vendita
Il_Dubbio is offline  
Vecchio 19-03-2009, 09.10.19   #5
emmeci
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Riferimento: Decidiamoci, amici: religione o filosofia?

È vero, VanLag e Anakreon: nel mio appello a decidere da che parte vogliamo stare – religione o filosofia - era sottinteso che questa dialettica fosse non solo il leit-motif del forum, ma il problema base dell’umana cultura dalle sue origini ad oggi…tanto da trovare impossibile se non presuntuoso cercare di risolvere il nodo tagliandolo, ossia decidendo per una parte o per l’altra. Ed effettivamente mi pare possibile riconoscere l’apporto che entrambe – religione e filosofia – hanno dato alla nostra cultura, senza sbarrare la porta al terzo personaggio della triade capitolina, cioè la scienza, che porta all’estremo le qualità razionali, tanto che la filosofia potrebbe porsi nel mezzo. Sì perché se la religione crede senza ragione (Anakreon dice che una religione non vuole cercare il vero ma venerare un Dio) e la scienza crede solo a quello che ritiene logico e dimostrabile, il filosofo comincia con una sorta di estasi che supera il dubbio con l’affermare un principio (essere, divenire, idea, sinolo, ecc. fino magari all’élan vital di Bergson o al Sein di Heidegger) anche se, dopo aver costruito su quel principio un grande sistema, capisce che qualche cosa può essergli alla fine sfuggito e, incassati i diritti d’autore, lascia il campo all’allievo prediletto o all’emulo con cui aveva combattuto senza risparmio di colpi. E cioè vedo che anche la filosofia non è aliena dall’alimentare quella fiamma di fede che, come dice il Dubbio, rende beato anche chi non vede. Ma con questo il Dubbio liquida la questione in quanto non trova un senso in nessuna delle due parti in causa mentre io penso che, guardando alla storia, è impossibile riconoscere una divisione netta fra religione e filosofia proprio perché forse il loro obiettivo è lo stesso, è quell’idea di assoluto che ha segnato l’inizio della cultura e che, all’origine, non era effettivamente né ragione né fede, ma un nodo che le congiungeva in quello che vorrei chiamare una logica-fede. E infatti che cosa può aver acceso la storia dell’homo sapiens se non l’intuizione di un’assoluta verità che potrebbe dare pace alla nostra esistenza o illuminare il nostro cammino anche se non la conosceremo mai, e anche se dovesse mostrarci qualcosa che non valga a risolvere quella tormentosa questione ma anzi ci faccia capire che la verità è una verità tragica o addirittura che una verità assoluta non c’è. (E in questo sta forse il mistero - o la brillante ironia - che regge la nostra storia e la nostra cultura).
emmeci is offline  
Vecchio 19-03-2009, 16.27.57   #6
espert37
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Riferimento: Decidiamoci, amici: religione o filosofia?

Carissimo Emmeci, a mio semplice avviso,allo stato di conoscenza in cui si trova oggi l'umanità,non può permettersi di voler progredire priva di una religione e di un Dio. L'uomo non si è creato un Dio per giocarci a dadi,ma perchè ne ha avuto e ne ha ancora oggi estremo bisogno,quantomeno per addossargli e renderlo responsabile dei tanti misteri ed avvenimenti sopranaturali dei quali l'uomo stesso non ne è ancora a conoscenza. Quanto più la scienza coadiuvata dalla filosofia riuscirà ad avvicinarsi alla verità,quantomeno avrà bisogno della religione.Per cui,la scienza,la filosofia
e la religione,sarebbe opportuno progredissero in connubio ed armoniosamente usando maggiormente l'intelletto e riuscire a definire il meglio ad adottarlo definitivamente in comune accordo. Penso che solo così si potranno avere dei miglioramenti su larga scala. Quindi;Secondo me:Scienza,Filosofia e religione tutte insieme con consapevolezza.
Un caro saluto espert37
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Vecchio 20-03-2009, 08.29.47   #7
emmeci
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Riferimento: Decidiamoci, amici: religione o filosofia?

“Tre donne intorno al cor mi son venute…” così scrisse Dante in un momento di benigna cordialità. Ma viene il momento in cui – cosa facile trattandosi di donne – ciascuna di essa vuol avere la priorità anche se si tratta di una preferenza soltanto ideale. E allora bisogna scegliere come cominciare il rituale d’amore. Ebbene io penso che se un religioso risponderebbe che prima è la fede e che essa anzi basta a mostrare la nuda verità, io vorrei dire che la fede è o dovrebbe essere l’ultima cosa – che cioè solo dopo aver vissuto fino in fondo le possibilità della scienza e della filosofia – oltre che aver superato gli eventi buoni e cattivi di un'esistenza normale - si può arrivare alla fede cioè a una fede che non degradi ma esalti il pensiero. Vorrei dire, rievocando la leggenda di Babele, che solo dopo la fatica di aver lavorato a una Torre che ad ogni passo poteva crollare per l’innumerabilità delle lingue e delle opinioni, si può sperare di arrivare alla cima e vedere che cosa c’è al di là, anche se al di là potrebbe esserci il nulla e non l’essere – tanto per interpretare in termini babelici quello che si dice nell’argomento del forum qui intitolato “perché l’essere invece del nulla?”
Dunque, religione come ultima esperienza possibile, come ultima ratio….dopo di che chi vivrà vedrà e chi non vedrà nulla non avrà perso nulla: tanto per richiamare, dopo la torre che è ancora in corso d’opera e il tempo stringe, la scommessa di Pascal e il motivo che adduce per credere. Ma lui era un abile matematico e poteva dare il benservito almeno a due delle dee, mentre noi non abbiamo la forza, almeno mi pare, di scegliere così d’amblé fra di esse, cioè di scegliere una volta per tutte fra religione scienza e filosofia.
emmeci is offline  
Vecchio 22-03-2009, 08.22.44   #8
espert37
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Riferimento: Decidiamoci, amici: religione o filosofia?

Citazione:
Originalmente inviato da emmeci
“Tre donne intorno al cor mi son venute…” così scrisse Dante in un momento di benigna cordialità. Ma viene il momento in cui – cosa facile trattandosi di donne – ciascuna di essa vuol avere la priorità anche se si tratta di una preferenza soltanto ideale. E allora bisogna scegliere come cominciare il rituale d’amore. Ebbene io penso che se un religioso risponderebbe che prima è la fede e che essa anzi basta a mostrare la nuda verità, io vorrei dire che la fede è o dovrebbe essere l’ultima cosa – che cioè solo dopo aver vissuto fino in fondo le possibilità della scienza e della filosofia – oltre che aver superato gli eventi buoni e cattivi di un'esistenza normale - si può arrivare alla fede cioè a una fede che non degradi ma esalti il pensiero. Vorrei dire, rievocando la leggenda di Babele, che solo dopo la fatica di aver lavorato a una Torre che ad ogni passo poteva crollare per l’innumerabilità delle lingue e delle opinioni, si può sperare di arrivare alla cima e vedere che cosa c’è al di là, anche se al di là potrebbe esserci il nulla e non l’essere – tanto per interpretare in termini babelici quello che si dice nell’argomento del forum qui intitolato “perché l’essere invece del nulla?”
Dunque, religione come ultima esperienza possibile, come ultima ratio….dopo di che chi vivrà vedrà e chi non vedrà nulla non avrà perso nulla: tanto per richiamare, dopo la torre che è ancora in corso d’opera e il tempo stringe, la scommessa di Pascal e il motivo che adduce per credere. Ma lui era un abile matematico e poteva dare il benservito almeno a due delle dee, mentre noi non abbiamo la forza, almeno mi pare, di scegliere così d’amblé fra di esse, cioè di scegliere una volta per tutte fra religione scienza e filosofia.

Carissimo Emmeci, giustissimo il tuo riferimento alla torre di Babele,difatto ancora oggi ognuno esprime la propria idea ed insiste nella convinzione che questa sia quella giusta. Ma ciò succede perchè ogni ideologia ed ogni ragionameto parte,purtroppo ed immancabilmente già da metà percorso.
Mentre se tutti partissimo per la nostra ricerca da una base che io ritengo
fondamentale e che è comune a tutta l'umanità e si esprime in quei due punti
comuni che sono:1° L'IO ( Perchè è assodato che per me il tutto esiste perchè IO esisto,se non esistessi per me esisterebbe il nulla)2° la META,quella meta che ogni componente l'umanità anela di raggiungere. Ebbene,stabiliti con convinzione questi due punti,essenziali e comuni,colui che propone lo strumento migliore che ci può condurre sul giusto sentiero di detto tragitto,
usando l'intelltto di cui siamo dotati, viene coscientemente accettato, qualunque sia il proponitore, filosofo,scienziato o religioso. Qualora ciò non venisse accettato,sarà da ricercare e curare una qualche patologia mentale.
A mio avviso tutto ciò porterebbe alla condivisione con conseguente accettazione di tante giuste proposte che ci farebbero avanzare verso il meglio.
Un amichevole saluto. espert37
espert37 is offline  
Vecchio 25-03-2009, 15.12.56   #9
emmeci
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Riferimento: Decidiamoci, amici: religione o filosofia?

Forse, Espert37, la difficoltà di scegliere tra religione, scienza e filosofia lo strumento idoneo a farci conoscere la verità viene dal fatto che abbiamo invertito – magari inconsapevolmente – l’ordine delle cose. Che non è quello al quale anch'io mi sono altre volte attenuto, ponendo alla base la religione (non solo perché lo dice la Bibbia ma perché rappresenta una prima universale cultura) per poi lasciare il campo a scienza e filosofia, ma è proprio il contrario, spingendo la religione sull’ultima rampa di scale, ovverosia sul tratto più alto della babelica Torre, i cui progettisti avevano intuito la verità anche se s'illudevano sulla bontà del disegno e sulla tenuta di materiali che ad ogni istante avrebbero potuto invece crollare. O forse può essere dipeso, come dici, dalla molteplicità delle lingue che ingeneravano equivoci facendo prendere l’ultimo per il primo cioè l’omega per l’alfa: mentre se spassionatamente guardiamo alla realtà delle cose e al naturale ciclo della nostra esperienza, potremmo vedere che siamo immersi nel fango prima di vedere le stelle, cioè che la religione non è alla base ma è al vertice, ben oltre quindi ogni scienza e filosofia.
Tutto questo – se vuoi – ho cercato di dimostrare più chiaramente sotto un nuovo tema, intitolato “Dio non è il primo ma l’ultimo”, che puoi vedere sull’orizzonte del forum. A te, Espert37, amico della libertà di coscienza.
emmeci is offline  
Vecchio 10-04-2009, 20.40.15   #10
Socrate78
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Riferimento: Decidiamoci, amici: religione o filosofia?

La scienza è una modalità conoscitiva che si basa su evidenze sperimentali, certo confutabili, però ad un certo punto si arriva ad una verità o a qualcosa che non è più messo in discussione e che è una base di partenza per conoscere altro. La scienza è una modalità di pensiero FORTE, nel senso che si fonda su presunte evidenze sperimentali.La filosofia, invece, si basa su acquisizioni del pensiero sempre discutibili, perchè il cammino verso la verità è irto di ostacoli e, soprattutto, forse non è nemmeno auspicabile raggiungerla questa "verità", perchè il pensiero si fossilizzerebbe. La filosofia vera si fonda sul cosiddetto "pensiero debole", quello propugnato da Vattimo e, ancor prima, da Gadamer:in realtà il pensiero è forte proprio quando è "debole" e diviene in grado di confutare se stesso.
Socrate78 is offline  

 



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