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Vecchio 23-07-2009, 17.19.14   #21
albert
Moderatore
 
Data registrazione: 30-08-2007
Messaggi: 689
Riferimento: Una base per l'estetica

Citazione:
Originalmente inviato da epicurus
Quindi riconosciamo pure che il nostro senso estetico abbia alcune basi nel biologico, ma non facciamo il grossolano errore di ritenere che tutte le sue basi siano nel biologico... Aggiungendo un altro punto, bisogna considerare che l'uomo vive sia in una dimensione biologica, ma anche in una culturale. La culturale avrà dei contatti con la biologica, ma sicuramente tali dimensioni non coincidono (e neppure è vere che una sia totalmente inclusa in un'altra).

Come dice Giorgiosan più avanti, non nego l’importanza di contributi culturali, e non voglio spiegare dettagliatamente tutto con l’evoluzione. Con l’evoluzione si possono (forse) giustificare le predilezioni che abbiamo per certe forme, certi ambienti, certi rapporti. Per descrivere le cose più in dettaglio sono d’accordo con te, conviene passare al piano culturale.

Citazione:
Originalmente inviato da epicurus
Per esempio se l'istinto di sopravvivenza mi spinge a rimanere in vita, i miei valori potrebbero spingermi ad andare contro questi e sacrificare la mia vita per salvare una scolaresca di bambini delle elementari.

"Ma anche tale tuo valore ha una ragion d'essere perché un qualche istinto biologicamente radicato in te ha fatto si che tu abbia tale valore", mi potresti obiettare. Ma che forza ha tale obiezione? E' convincente? Si hanno delle prove per dire questo?

E’ certamente un punto opinabile. Come hai giustamente fatto notare, non si vedono modi per sottoporre a prove (o “falsificare” come dici tu, seguace di Popper) questa teoria. Ma mi piace pensare che i nostri valori abbiano qualche motivazione di base, e che non si debba ricorrere a criteri metafisici per spiegarne l’origine.

Citazione:
Originalmente inviato da epicurus
Prendiamo il fatto che il mio senso estetico sia attratto da questioni altamente teoretiche, estremamente lontane dall'esperienza, come la filosofia e la logica matematica. Poniamo che io sia infatuato del Teorema di Löwenheim-Skolem. Anche questo può essere spiegato "alla lontana" dall'evoluzione?

Steven Pinker ha una risposta anche per questo: l’occuparsi di questioni teoriche assolutamente prive di utilità è una questione di status (sono così “ricco” che non devo occuparmi di aspetti pratici), un modo per impressionare ed intimorire gli altri.

Citazione:
Originalmente inviato da Giorgiosan
Albert parla di un senso estetico fondamentale come è fondamentale l'istinto di conservazione, per esempio, sul quale poi si innestano i contributi culturali.

Esattamente

Citazione:
Originalmente inviato da S.B.
Questa sublimazione però è abbastanza problematica! Tu sostieni, mi sembra di capire, che quando noi oggi diamo un giudizio estetico positivo (Questo quadro è bello!) siamo in grado di esprimere questo giudizio (di fatto diverso da un giudizio di utilità!) solo perché abbiamo sviluppato (geneticamente) una capacità di giudicare del bello come qualità generale di ciò (e questo che cosa è difficile immaginarselo! Cosa rimanda ad una atavica 'utilità' in un quadro d'arte?) che singolarmente ci appariva utile.

Non ricondurrei all’utilità il giudizio estetico sul quadro in toto, ma su aspetti del quadro che ce lo fanno sembrare bello: le proporzioni (che possono rimandare a rapporti tra dimensioni che in natura ci sono stati utili), il paesaggio (che può rimandare ad habitat per noi favorevoli), la forma della figura ritratta (ad un uomo ad esempio sembra bella una figura femminile con caratteristiche che fanno pensare possa avere dei figli in buona salute). Da qua alla valutazione artistica, ovviamente, la strada è lunghissima.

Citazione:
Originalmente inviato da S.B.
Come ha scritto epicurus, questa relazione, questo processo è molto nebuloso. Non sembra essere contraddittorio, ma non è nemmeno falsificabile. Insomma è una proposta che potremmo accettare soprattutto per simpatia, non tanto per gli argomenti che la difendono!

Secondo me la simpatia c’entra sempre nelle nostre scelte ...
albert is offline  
Vecchio 02-11-2012, 10.28.13   #22
paul11
Ospite abituale
 
Data registrazione: 17-12-2011
Messaggi: 899
Riferimento: Una base per l'estetica

B.Croce nel trattato “Estetica” , se non ricordo male , la colloca nella teoretica e precisamente nella conoscenza intuitiva, dividendola da quella concettuale.

L’idea di bello a mio parere affonda addirittura nell’energia elettromagnetica , un suono e un colore sono frequenze i principi delle melodie e delle armonie seguono delle scale, delle regole interne ( tonica, dominante, ecc.) e quindi anche la composizione.
Kandinski nel suo manifesto spiega la teoria del colore , ma dopo averlo appreso dalla scienza fisica e seguendo convegli sull' antroposofia di Steiner. E anche qui esistono dei colori fondamentali.
Voglio arrivare a dire che addirittura certi colori e suoni sono collegati a stati terapeutici ad un benessere psico/fisico. Quindi c’è una base fondamentalmente biologica che fa sì che quel suono o colore rappresenti bello/buono/ utile. I veleni nei vegetali e negli animali appartengono generalmente a colori forti e suoni “sgraziati”. Rane con colori rosso acceso, l’amanita muscaria fra i funghi,( L’amanita phalloide è più pericolosa perché si confonde con il “buono” dei colori tenui) il colore mimetico di difesa di alcun animali o l’accenderlo nei periodi degli amori da parte degli animali, sono segnali che i suoni e i colori hanno codici biologici. Il famoso “imprinting” ad esempio nel colore acceso del becco interno dei pulcini negli uccelli induce un automatismo nei genitori a cercare e dargli cibo.
I canti nei periodi degli amori che segnano i territori e richiamano le femmine.
C’è sicuramente qualcosa di archetipo per cui un suono “risuono” in noi come all’”erta” per paura ( pensiamo solo a un genitore che “sgrida”) o alla voce suadente di una madre che parla a un bambino di pochi mesi che ride.Forse il gesto che accompagna un suono o un colore possono essere dei “segreti” sepolti in noi, che rimangono ancestralmente per sempre come simbolo e segno.

Altro è l’arte che esce dall’intuizione per diventare arte concettuale e diciamo pure provocatoria nella modernità .
A mio parere non è più arte nel canone estetico dell’intuizione, ma diventa”atto” preconcettuale: il“gesto dell’artista”.
Ma qui si va oltre la discussione.
paul11 is offline  

 



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