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Vecchio 27-07-2009, 12.20.15   #1
Giuppe
Ospite abituale
 
Data registrazione: 25-07-2009
Messaggi: 43
Riflessioni sull'esistenza: Una storia già scritta nell'infinito.

Ciao a tutti sono nuovo idi questo forum!

Dopo aver vissuto un periodo di crisi esistenziale ho fatto molte riflessioni Filosofiche e sono arrivato a un risultato, che non racconta una verità, ma che secondo me ci fa scoprire un trascendenza che deve esistere per forza! Tutte le riflossioni logiche che ho fatto e come se in un certo senzo si accordassero agli insegnamenti che ho avuto da piccolo quando mi veniva insegnata la Bibbia, sembra strano ma è cosi.

Ecco qua le mie riflessione ditemi un' pò che ne pensate:

Se si cercasse di creare un cervello identico al mio, esso in realtà non sarebbe identico perchè già nel crearlo si presenterebbe l' indeterminazione dell' attimo:
Ovvero non si riuscirebbe a creare la sincronizzazione perfetta nel tempo, perchè in realtà il tempo è profondo all'infinito, quindi infinitamente distinto, ossia ogni attimo non esiste.
E' in quell'attimo che non esiste che risiedo io, il che mi fa pensare che io sia trascendente, come divino, e che derivo dal non materiale dal non misurabile, è quella la mia identità il mio percepirmi come persona unica.
Se dessi vita a quest' altra persona col mio cervello lei sarebbe identica a me con tutto il mio vissuto, ma non sarebbe me! sarebbe un altra persona! Che da quel punto in poi avrebbe una vita differente dalla mia:
Io non mi sentirei in lui e lui non si sentirebbe in me.
E' come se tutto fosse già stato scritto in una sua unicità nell'infinito e niente fosse replicabile, questa è la storia che avrebbe per forza dovuto essere!
L'io essere identità è relativo all'infinito.
Se veramente si volesse creare una nuova persona identica in tutto e per tutto a me, bè questo sarebbe impossibile, perche si dovrebbe rompere il tempo, ovvero quel fluido dove siamo immersi che è l'infinita stessa, il continuo. Per far ciò si dovrebbe correggere la storia divina, srcitta da Dio.
penso che veniamo dal non tempo, siamo agganciati all' infinito ma l'infinito è aperto!

La nostra coscienza è fuori dal tempo noi riusciamo a cogliere gli attimi giusto perchè gli attimi non esistono, perchè ogni attimo è infinito, si può sempre fare o contare qualcosa tra un attimo è un altro
La logica trova il suo fallimento nell'infinito, apparentemente noi viviamo nella logica ma ciò che noi siamo è infinità trascendenza qundi anime.
L'intangibilità è il paradosso li si ritovano nel cercare di dare una razionalità al tempo. E' più nello specifico nel tempo che va a l'indietro. Il fatto che vi è sempre un prima è irrazionalità pura: E impossibile logicamente pensare a un evento che ha sempre prima un altro evento, forse lo si può pensare matematicamente 0 e 0,000000000000......1, ma non ce lo possiamo figurare realmente perchè quell' ultimo uno pùo essere spostato sempre più avanti e quindi non arrivare mai allo zero, ma nella realtà noi invece riuscamo a cogliere solo momenti ben didstinti, per noi lo scatto tra lo zero e l'inizio deve per forza esserci.
L'infinità è nostra madre e lei che ci ha partorito.

Potrei dilungarmi su altre cose ma penso che per ora questo basti!
Giuppe is offline  
Vecchio 29-07-2009, 05.27.30   #2
Soren
Ospite abituale
 
Data registrazione: 08-05-2009
Messaggi: 164
Riferimento: Riflessioni sull'esistenza: Una storia già scritta nell'infinito.

qualcosa di simile costituisce il mio pensiero da parecchio tempo ( 3-4 anni ).

la logica è un sistema di riferimento, l'infinito toglie ogni riferimento; il nulla toglie ogni riferimento; pertanto in espressione filosofica credo sia corretto dire che il nulla e l'infinito si equivalgono, e che entrambi rendono impossibile qualsiasi atto se non l'uno o l'altro ( infinito o nulla ) che sono misure non realizzabili o non comprensibili nell'universo, perchè anche il nulla esprime l'infinito: dove cè il nulla ci sono infinite possibilità ma nel momento in cui ne prendiamo una scopriamo che essa è un infinitesimo, e cioè zero ( nulla ) paragonato all'infinito; in esso non esiste determinazione dell'oggetto o definizione, esiste soltanto tutto come pura possibilità, e questo ci riporta all'infinito, che quindi ci riporterà al nulla.

questo dualismo eterno ( va avanti all'infinito come ragionamento ) per me costituisce il fulcro delle origini non solo dell'universo ma di qualsiasi cosa esistente e non esistente mai creata ( si, anche non esistenti, che in fondo noi possiamo giudicare non esistenti soltanto rispetto a noi e al nostro universo: altri criteri non li avremmo mai ).

il tuo discorso in generale è piuttosto corretto: in fondo ragionare nell'infinito è trascendenza di per sè, perchè non è più una logica semplicemente matematica ma qualcosa che va oltre: la matematica non accetterebbe mai, credo, che un unità scomposta nelle sue parti cambi valore ( da 1 a 0 ) o che tolga il sistema di riferimento a cui fa parte.

il tuo ragionamento sull'attimo impossibile è frutto di ciò, ovvero della rimozione del sistema di riferimento, della funzione in cui avviene tutto: è l'infinitesimo di cui parlavo.
Soren is offline  
Vecchio 29-07-2009, 08.51.24   #3
Giuppe
Ospite abituale
 
Data registrazione: 25-07-2009
Messaggi: 43
Riferimento: Riflessioni sull'esistenza: Una storia già scritta nell'infinito.

Scusate se aggiungo una cosa: la questione dell' infinito all'indietro può anche essere vista così:
Ecco il paradosso:

L' universo per arrivare al punto in cui è oggi ci ha messo un infinità. Ma se ci ha messo un infinità non dovrebbe essere arrivato a nessun punto! l' infinità non finisce mai!

Questa è la mia convinzione che la logica ha fallito, e che il nostro mondo si basa sulla non logica sul trascendente!
Giuppe is offline  
Vecchio 29-07-2009, 09.28.50   #4
Giuppe
Ospite abituale
 
Data registrazione: 25-07-2009
Messaggi: 43
Riferimento: Riflessioni sull'esistenza: Una storia già scritta nell'infinito.

Citazione:
Originalmente inviato da Soren
qualcosa di simile costituisce il mio pensiero da parecchio tempo ( 3-4 anni ).

la logica è un sistema di riferimento, l'infinito toglie ogni riferimento; il nulla toglie ogni riferimento; pertanto in espressione filosofica credo sia corretto dire che il nulla e l'infinito si equivalgono, e che entrambi rendono impossibile qualsiasi atto se non l'uno o l'altro ( infinito o nulla ) che sono misure non realizzabili o non comprensibili nell'universo, perchè anche il nulla esprime l'infinito: dove cè il nulla ci sono infinite possibilità ma nel momento in cui ne prendiamo una scopriamo che essa è un infinitesimo, e cioè zero ( nulla ) paragonato all'infinito; in esso non esiste determinazione dell'oggetto o definizione, esiste soltanto tutto come pura possibilità, e questo ci riporta all'infinito, che quindi ci riporterà al nulla.

questo dualismo eterno ( va avanti all'infinito come ragionamento ) per me costituisce il fulcro delle origini non solo dell'universo ma di qualsiasi cosa esistente e non esistente mai creata ( si, anche non esistenti, che in fondo noi possiamo giudicare non esistenti soltanto rispetto a noi e al nostro universo: altri criteri non li avremmo mai ).

il tuo discorso in generale è piuttosto corretto: in fondo ragionare nell'infinito è trascendenza di per sè, perchè non è più una logica semplicemente matematica ma qualcosa che va oltre: la matematica non accetterebbe mai, credo, che un unità scomposta nelle sue parti cambi valore ( da 1 a 0 ) o che tolga il sistema di riferimento a cui fa parte.

il tuo ragionamento sull'attimo impossibile è frutto di ciò, ovvero della rimozione del sistema di riferimento, della funzione in cui avviene tutto: è l'infinitesimo di cui parlavo.

Molto interessante il tuo ragionamento, e specialmente la parte sul nulla.
Andrebbe indagato di più questo discorso sul nulla.
Per me il nulla è come se non esistesse, perchè nel nulla un qualcosa deve pur esserci per creare qualcosa, ed effettivamente anche qui si ricade nel paradosso. Però può essere parzialmente sbloccato se si vede l'infinito come un entità che è esistita sempre, è un paradosso anche questo, ma penso che la natura stessa nella quale viviamo e lo stesso fatto di percepirci e il poter dire "io esisto" ci spinge intuitivamente anche se sempre irrazionalmente verso la seconda ipotesi.
Comunque è un discorso che andrebbe indagato molto a lungo!
Giuppe is offline  
Vecchio 29-07-2009, 10.07.05   #5
Giuppe
Ospite abituale
 
Data registrazione: 25-07-2009
Messaggi: 43
Riferimento: Riflessioni sull'esistenza: Una storia già scritta nell'infinito.

Mi e venuta in mente un altra cosa:

Se io sono fuori dal tempo poichè la mia pescezione la mia identità è fuori dal tempo, allora sono esistito sempre.
E' come se fossi il nulla(appunto perchè fuori dal tempo), ma il nulla che sente che percepisce!
Il nulla esiste ma non esiste perche la percezione stessa sembra aver origine dal nulla.
Secondo me si può affermare che il nulla non esiste, l'anima è il nulla,
L'entità che percepisce che prova emozione è il nulla, cioè l'anima.
Giuppe is offline  
Vecchio 12-08-2009, 10.00.23   #6
devilmac
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Messaggi: 52
Riferimento: Riflessioni sull'esistenza: Una storia già scritta nell'infinito.

Citazione:
Originalmente inviato da Giuppe
Scusate se aggiungo una cosa: la questione dell' infinito all'indietro può anche essere vista così:
Ecco il paradosso:

L' universo per arrivare al punto in cui è oggi ci ha messo un infinità. Ma se ci ha messo un infinità non dovrebbe essere arrivato a nessun punto! l' infinità non finisce mai!

Questa è la mia convinzione che la logica ha fallito, e che il nostro mondo si basa sulla non logica sul trascendente!

il tuo paradosso cade semplicemente perchè l'universo per arrivare dove è oggi non ci ha messo un'infinità, ma niente di più e niente di meno del tempo che ci ha messo.
quello che non capisco è: perchè la logica ha fallito?
devilmac is offline  
Vecchio 14-08-2009, 12.55.26   #7
Giuppe
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Riferimento: Riflessioni sull'esistenza: Una storia già scritta nell'infinito.

Citazione:
Originalmente inviato da devilmac
il tuo paradosso cade semplicemente perchè l'universo per arrivare dove è oggi non ci ha messo un'infinità, ma niente di più e niente di meno del tempo che ci ha messo.
quello che non capisco è: perchè la logica ha fallito?

Come sarebbe a dire?

se l'universo non nasce da un punto preciso nel tempo perchè cosi è:

il Big bang non è altro che far partire la storia da quando 'uniiverso era un puntino, ma ci sarà sicuramente stata una situazione precedente e comunque un qualcosa che ha fatto esplodere quel puntino, e ci deve essere stato pure per forza qualcos' altro cha ha fatto si che questo qualcosa abbia fatto esplodere quel puntino e così si va avanti all' infinito....

il paradosso nasce dal fatto che l'infinità non è di per se compiuta,
quindi se te dici che ci ha messo il tempo ci ha messo non torna perchè se ci ha messo un infinità (come si prova dal ragionamento che ho fatto prima) si ha un controsenso.
un infinità non è un quantità, bensì l'indicazione che una cosa andra sempre avanti senza stop.

Ultima modifica di Giuppe : 14-08-2009 alle ore 19.09.05.
Giuppe is offline  
Vecchio 14-08-2009, 18.12.09   #8
devilmac
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Riferimento: Riflessioni sull'esistenza: Una storia già scritta nell'infinito.

non vorrei sembrare scortese, ma non riesco a capire il tuo ragionamento dov'è. se tu che dici che l'universo ci ha messo un'infinità, ma non è vero. tu prendi in considerazione il tempo come se fosse un valore assoluto, invece è relativo. non puoi chiederti cosa c'è prima dell'inizio, non ha senso; mentre ha senso chiedere cosa è successo ieri perchè, a differenza dell'inizio, ieri non ha fondato il tempo. l'universo non nasce da un punto preciso nel tempo, ma all'inizio del tempo.
se tu dici che l'infinito non è una quantità, non puoi dire che l'universo fin'ora ha vissuto un'infinità, perchè così facendo riduci l'infinito ad una quantità di tempo delimitata.
ma comunque la mia domanda era un'altra: perchè la logica ha fallito? in cosa?
devilmac is offline  
Vecchio 14-08-2009, 19.45.37   #9
Giuppe
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Riferimento: Riflessioni sull'esistenza: Una storia già scritta nell'infinito.

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Originalmente inviato da devilmac
non vorrei sembrare scortese, ma non riesco a capire il tuo ragionamento dov'è. se tu che dici che l'universo ci ha messo un'infinità, ma non è vero. tu prendi in considerazione il tempo come se fosse un valore assoluto, invece è relativo. non puoi chiederti cosa c'è prima dell'inizio, non ha senso; mentre ha senso chiedere cosa è successo ieri perchè, a differenza dell'inizio, ieri non ha fondato il tempo. l'universo non nasce da un punto preciso nel tempo, ma all'inizio del tempo.
se tu dici che l'infinito non è una quantità, non puoi dire che l'universo fin'ora ha vissuto un'infinità, perchè così facendo riduci l'infinito ad una quantità di tempo delimitata.
ma comunque la mia domanda era un'altra: perchè la logica ha fallito? in cosa?

Chi l'ha detto che il tempo è nato con l'universo? A me questo non torna propio.

Prima cosa chi ha detto che l'universo è nato con il big bang, quando era un puntino era pur sempre qualcosa.
quando era un puntino il tempo non passava? e poi comunque questo puntino chi c' la messo li come è nato?

lo vedi che si va sempre a ritroso nel tempo?


dire che non esiste il tempo è un astrazione, il tempo nella nostra realtà vi è ed è smplicemente una convenzione per dire che c'è stato un prima e che ci sarà un dopo.
Quindi secondo ma affermare che il tempo prima di un determinato giorno non esisteva è un concetto privo di logica.
Giuppe is offline  
Vecchio 14-08-2009, 22.03.45   #10
Il_Dubbio
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Riferimento: Riflessioni sull'esistenza: Una storia già scritta nell'infinito.

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Originalmente inviato da devilmac
non vorrei sembrare scortese, ma non riesco a capire il tuo ragionamento dov'è. se tu che dici che l'universo ci ha messo un'infinità, ma non è vero. tu prendi in considerazione il tempo come se fosse un valore assoluto, invece è relativo. non puoi chiederti cosa c'è prima dell'inizio, non ha senso; mentre ha senso chiedere cosa è successo ieri perchè, a differenza dell'inizio, ieri non ha fondato il tempo. l'universo non nasce da un punto preciso nel tempo, ma all'inizio del tempo.
se tu dici che l'infinito non è una quantità, non puoi dire che l'universo fin'ora ha vissuto un'infinità, perchè così facendo riduci l'infinito ad una quantità di tempo delimitata.
ma comunque la mia domanda era un'altra: perchè la logica ha fallito? in cosa?

Secondo me ti sbagli, al tempo si da sempre un valore assoluto e se vogliamo destabilizzare ciò, dovremmo essere molto più categorici.
Ogni uomo saprà che il tempo è sorto nel passato, e a questo gli si da un valore assoluto. Anche se nessuno può esserne certo!
Chiedersi cosa c'era prima del tempo è assurdo certo, come sarebbe assurdo chiedersi cosa c'era prima che mi chiedessi cosa c'era prima. Relativamente a me, quando non esistevo, cosa esisteva? E' razionale chiederselo?
L'unica cosa certa è che, relativamente a me, il tempo è sorto quando sono nato io; perché credere ad un big bang, nel mio passato, quando non c'ero ancora? Perché dovrebbe aver senso credere che prima di me ci sia stato altro oltre me? Io sono il mio tempo, quando non ci sarò più non ci sarà alcun tempo.
Il_Dubbio is offline  

 



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