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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 01-09-2003, 19.10.48   #11
Sté-detonator
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Thumbs up

Sono d'accordissimo con questo fatto del raggiungimento, che poi si traduce in arrivismo, che sciupa tutto del durante.
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Vecchio 01-09-2003, 20.54.33   #12
uLm1879
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Post lettera di un mio "amico"

"Penso che non ci possa essere alcuna risposta SENSATA se la domanda viene formulata in questi termini (qual'è lo scopo dell'uomo sulla terra?). Se parliamo dello "SCOPO" e del "FINE" di un'azione, in effetti ci domandiamo quali aspirazioni di realizzano mediante questa azione e le eventuali conseguenze; oppure quali conseguenza negative si possono evitare? Certo si puo parlare in termini specifici dello scopo di un'azione dal punto di vista della comunità alla quale appartiene l'individuo. In questo caso, lo scopo dell'azione ha un rapporto per lo meno indiretto con la realizzazione delle aspirazioni degli individui che formano la società.
Se mi (SI) chiede qual è lo scopo e il fine della società nel suo complesso o di un individuo considerato come entità autonoma, la domanda perde ogni significato. è ancora più evidentese chiede qual è lo scopo o il senso della natura in generale. In questi casi sembra "arbitrario", anzi illogico, postulare l'esistenza di un essere i cui DESIDERI abbiano un rapporto con gli avvenimenti.
Nonostante ciò, ognuno di noi AVVERTE che in realtà non solo è giusto, ma è ESSENZIALE chiedersi come comportarsi nella vita. A mio (umile) avviso la risposta è questa:
soddisfare per quanto è possibile le aspirazioni e i bisogni di tutti, raggiungendo l'armonia e la bellezza dei rapporti umani. Ciò presuppone molta CONSAPEVOLE riflessione e molta auto(S)disciplina, è un dato di fatto che i filosofi greci e gli antichi saggi orientali raggiungesero in questo campo preminente un livello superiore a quello che prevale oggi sulla nostra cultura, sulle nostre scuole e università."

!
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Vecchio 09-09-2003, 01.22.05   #13
leibnicht
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Non soltanto è possibile chiedersi quale sia il senso generale della vita... E' possibile anche rivolgersi altre domande, consimili, del seguente tipo: quale sia, in generale, il colore del colore, o quale tipo di pensiero sia il pensare.
Non possiamo prendere una parte di un complesso e poi tentare di comprimere in essa il tutto da cui è tolta, se non per disegnarvi, metaforicamente, un'intenzione specifica.
Temo che la massima ambizione della questione così posta sia di poter riverberare in un frattale di concetti...
O altrimenti avvilirsi in un regressus ad infinitum.
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Vecchio 09-09-2003, 02.36.06   #14
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è chiaro che è possibile! ma si consuma solo energia! In quel momento che stai pensando a quelle cose, la funzionalità di guida sull'organismo del sistema neuronico, gira a vuoto e consuma senza efficacia: ovvero nel mentre che sei occupato a pensare non hai un rapporto vivo con ciò che ti circonda! O peggio, qualcuno rimugina e pesca dal calderone che si è provocato cose assurde che per volerle concretizzare o indagare..., guarda come siamo messi ora!
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Vecchio 09-09-2003, 12.43.00   #15
sisrahtac
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Vecchio 09-09-2003, 19.35.55   #16
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Wink

èh già, catha, èh già...
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Vecchio 11-09-2003, 00.25.04   #17
ripley
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Già, per millenni l' Uomo si è arrovellato sulla ragione della propria esistenza senza trarre alcun esito se non un groviglio di parole inconcludenti. Ma siamo sicuri che lo sforzo sia stato quello di cercare la Verità? Siamo davvero certi che il fine reale non sia stato quello di nascondere una Verità da sempre conosciuta ma troppo scomoda da sopportare?
Sono convinto che la Verità sia davanti ai nostri occhi, ma quell' enorme cumulo di parole, ammassate prima da chi ci ha allevato e poi da noi stessi, ce la nasconde, ci protegge dal nostro peggior nemico: la coscienza.
Se da bambini potevamo essere perdonati per le conseguenze della nostra ignoranza, crescendo ogni granello di conoscenza che abbiamo accumulato ci ha sempre più vincolato alle nostre responsabilità, ma un più o meno abile uso delle parole ci ha permesso di trovare scuse, scappatoie, attenuanti.
Non desiderate troppo di conoscere la Verità: essa è il peggior incubo della nostra fantasia, pur essendo la sublimazione del nostro essere.
Oppure no, al contrario, vinciamo finalmente la paura e cerchiamo la completezza, la purezza, il fine ultimo.
Compiamo lo sforzo estremo ed assoggettiamoci non più a falsi dèi di comodo, ma a quella Verità che in ogni momento ci sussurra all' orecchio, che ci guida, ci pervade, urla dentro di noi.
Sarà un viaggio duro, terribile e non porterà nessuno di noi qui presenti ad alcun risultato tangibile, poichè ogni essere non è altro che una piccola fibra nella fune che porta all' evoluzione, in quella direzione tracciata cui tutto l' Universo tende.
Che noi si compia una scelta o l' altra ben poco cambierà, ma quel poco sarà il nostro contributo, che lo si comprenda o no, al' incomprensibile ma profondamente tracciato nelle nostre coscienze "senso della Vita".
ripley is offline  
Vecchio 11-09-2003, 06.45.43   #18
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Ripley...si, ma...questo tracciato, secondo te..., ha un ordine prestabilito, o coerentemente con quanto si sta sintetizzando in questi tempi, in un connubio tra senso comune e scienze (anche quelle non-accademiche) è solo 'una delle tante tendenze possibili?' e quindi guidata da nessun entità, ma che possiede le caratteritiche connaturate di evolversi (srotolarsi) (ma attenzione ai temrini sennò ci viene davvero l'immagine del telo) in modo che ci inganniamo solamente a chiamarlo 'autoguidato' ed è qualcosa di tutt'altro, al difuori anche di 'insensato'; insomma 'un ci si riva'... ? la trama pare non esser tramata; è questo che va al di là della nostra logica, (questa si, autoattorcigliante) che è infatti basata sui dualismi contrappositivi.
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Vecchio 11-09-2003, 21.26.04   #19
ripley
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Ciao Stè,
La direzione, a parer mio, è evidente, sia che si osservi la Storia universale, sia che l' individuo si analizzi introspettivamente.
Il problema d' individuazione di questo tracciato è nel fatto che esso tende ad allontanarci da quel fattore che ancora fortissimamente domina la nosta esistenza: l' istinto di sopravvivenza.
Questo istinto è parte fondamentale della nostra natura animale e da sempre muove gli individui verso atteggiamenti sociali di puro e semplice interesse personale. Le diverse forme di aggregazione, dalla semplice coppia ai più grandi esempi di convivenza metropolitana, dallo scambio di promesse amorose alla preghiera comune delle grandi società religiose trovano il loro motore principale nella ricerca da parte dell' individuo di sodisfazione i propri bisogni primari quali il cibo, il sesso, la sicurezza.
Una società come la nostra potrebbe tranquillmente essersi creata senza alcun bisogno si santi o di eroi, le cui opere per la maggior parte sono state interpretate nel senso sbagliato.
Potremmo tranquillamente vivere in un mondo dove regnasse la totale indifferenza alle sofferenze altrui (e molti sono convinti che così sia effettivamente). Potremmo dichiaratamente vivere alle spalle dei più deboli senza coprirci con fantasiose ipocrisie sulla misericordia: la nostra società, per come la conosciamo oggi cambierebbe ben poco.
Resta però un fatto: malgrado tutto l' uomo soffre di sensi di colpa in ogni istante della sua vita, e questo può accadere, come spesso accade, in modo del tutto inconsapevole.
L' animale che è in noi scaccia con tutta la sua forza questa sofferenza, al punto di prodursi a volte dell' altro male che però sia più fisico, più comprensibile, più accettabile dalla bestia che in noi regna ancora solo appena più debole di quanto non faccia nel resto del regno animale.
Questa sofferenza, questi sensi di colpa, però esistono, e di animale non hanno nulla. Sono generati da quella incomprensibile forza che traccia il cammino evolutivo, che ha dettato la differenza tra bene e male in maniera così chiara, che qualcuno preferisce chiamare Dio, umanizzandolo e scaricando così su di lui le nostre responsabilità.
Cacchio, mi chiamano, devo andare.
A più tardi, se ci riesco. Ciao
ripley is offline  
Vecchio 11-09-2003, 21.37.10   #20
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Mi pare che ci sia un fraintendimento di fondo. Credi davvero che siano gli istinti di sopravvivenza naturale, se li lasciassimo funzionare come dovrebbero, che ci fanno egoisti? E' semmai vero il contrario, è questo andamento che prendemmo inventandoci l'autocoscienza che invece ha deviato da un corso naturale dove le ghiandole principlai gestivano il corpo senza problemi di nessun tipo (per forza, il concetto stesso di problema è invenzione del pensiero). Quindi ci siamo evoluti male, punto. fino a un punto di non ritorno, purtroppo. Ed è sempre per questo filtro pensante che si è impadronito di tutto che siamo fregati e ci fa vedere questa naturalità adesso come 'animalesca', retrò, e quindi sconveniente. Non ci siamo 'mossi dalle caverne', anzi...
Sté-detonator is offline  

 



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