Forum di Riflessioni.it
ATTENZIONE Forum in modalità solo lettura
Nuovo forum di Riflessioni.it >>> LOGOS

Torna indietro   Forum di Riflessioni.it > Forum > Filosofia

Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
>>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Tematiche Filosofiche



Vecchio 04-10-2009, 16.52.00   #1
S.B.
Ospite abituale
 
Data registrazione: 24-04-2006
Messaggi: 486
Un'argomentazione laica contro l'aborto.

Abbiamo già incontrato più volte argomentazioni contro la legalità dell'aborto, ma spesso, a mio avviso, queste risultano insoddisfacenti in quanto non laiche, cioè in quanto nella loro giustificazione portano argomentazioni che richiedono un assenso fideistico a un dogma, come l'inflazionatissima: "la vita appartiene a Dio, dunque non abbiamo diritto di disporne arbitrariamente".
E' evidente che anche una concezione debolissima della laicità implica la parità delle fedi (e delle non-fedi) nel discorso pubblico, dunque che il dibattito tra i cittadini, quando possibile, si nutra di argomenti comprensibili e accettabili da tutti.
L'argomento di qualche riga prima non soddisfa le condizioni, per il semplice fatto che implica l'esistenza di un Dio "possessore" della nostra vita, cui (a Dio) non possiamo fare torto (perchè si potrebbe adirare, forse).

Ho trovato, non creato, al massimo rielaborato, una argomentazione ricevuta da una fonte assolutamente non autorevole, ma che mi sembra degna di nota. Provo a strutturarla in modo abbastanza rigoroso.

Tesi: In uno stato liberale l'aborto dev'essere ritenuto illegale.

Sappiamo che violare l'altrui diritto è un comportamento che dovrebbe essere considerato illegale. Per il diritto alla proprietà è vietato rubare, per il diritto alla vita è vietato uccidere, a meno che questo non si scontri con il mio diritto alla vita, in tal caso è ammessa la legittima difesa.

Banalmente, si può tentare di sussumere l'aborto sotto il caso dell'omicidio. Ma qui sorge il dubbio se il feto sia una persona, o quando diventi tale. Se lo consideriamo 'qualcuno' addirittura dal concepimento è naturale che non abbiamo il diritto di ucciderlo, la donna ha un diritto sul suo corpo che non sarà mai più grande del diritto di una persona sulla sua vita, a meno che la gravidanza non metta in pericolo la vita della donna, che a questo punto sarebbe autorizzata a difendersi (l'aborto sarebbe legittima difesa).

Non è chiaro però se e perchè si debba considerare persona questo ammasso di cellule. Infatti abbiamo visto stabilire dei punti arbitrari lungo lo sviluppo fisico del feto per cui questo passa da 'qualcosa' a 'qualcuno', da semplice materia organica a soggetto morale, giuridico, etc. Senza scomodare il paradosso del calvo, possiamo riconoscere che questa largissima arbitrarietà (anche qual'ora il punto sia determinato non da un mero criterio quantitativo, ma ad esempio, dall'apparire di cpacità o funzioni particolari, della loro possibilità offerta dal sostrato materiale) è in qualche modo sconcertante, o in parte insoddisfacente.

Proviamo a trovare un criterio che non sia biologico per determinare il passaggio da 'qualcosa' a 'qualcuno', cioè a soggetto morale, infatti non è la vita biologica che ci interessa, o meglio, ci interessa solo in quanto la associamo alla comparsa di una soggettività morale.

C'è una domanda che dobbiamo porci, e a cui vi supplico di rispondere sinceramente, per comprendere che tipo di criterio voglia introdurre: Preferiresti morire durante il parto, essere abortito al settimo mese o essere 'interrotto' subito dopo il concepimento?
Penso che chiunque risponderebbe che per lui non c'è differenza, non gli sembra di perdere o guadagnare pressochè nulla di significativo scegliendo una delle tre opzioni: sarebbero tutte e tre estremamente sgradevoli.

Anzi, se poi chiedessimo: preferiresti una delle tre opzioni precedenti o che io ti uccida ora (in modo indolore)? Io preferirei morire ora, dopo aver sfruttato una pur breve parte della durata della vita umana media.

Non è forse la preferenza umana per la vita un criterio migliore per assicurare un diritto che non il mero sviluppo biologico? Il diritto alla vita c'è perchè l'uomo preferisce vivere (o almeno preferisce poter disporre della vita e della morte propri liberamente), non perchè è vivo. L'assassino non è condannato perchè uccide, ma perchè uccide chi non vuole essere ucciso.

Il fatto che la coscienza di questo arrivi in un momento più tardo della vita e che quindi non si possa applicare retroattivamente non è un argomento migliore che legittimare l'omicidio di un uomo addormentato, sapendo benissimo che con tutta probabilità si sveglierà (come con tutta probabilità l'essere concepito nascerà), perchè in quel momento non è cosciente di tale volontà. L'obiezione di una presunta incoerenza temporale mi sembra piuttosto debole.

Questo è quanto, non so se l'argomento sia già stato codificato da qualche fonte autorevole, nel caso mi scuso per non avervi fatto riferimento, ma ritengo che il ragionamento sia di per sé valido e meritevole di attenzione.
Sono ovviamente estremamente gradite analisi ulteriori e critiche.

S.B. is offline  
Vecchio 04-10-2009, 19.43.11   #2
Koli
Moderatore
 
Data registrazione: 17-11-2007
Messaggi: 405
Re: Un'argomentazione laica contro l'aborto.

Citazione:
Originalmente inviato da S.B
Non è forse la preferenza umana per la vita un criterio migliore per assicurare un diritto che non il mero sviluppo biologico? Il diritto alla vita c'è perchè l'uomo preferisce vivere (o almeno preferisce poter disporre della vita e della morte propri liberamente), non perché è vivo. L'assassino non è condannato perchè uccide, ma perchè uccide chi non vuole essere ucciso.
Ciao S.B.
Non mi sembra molto convincente questo criterio sebbene sia forse più valido della proposta che si limita ad attribuire a Dio il diritto a disporre della nostra vita.

Riassumo la tua posizione:

Il tuo criterio per negare la tutela giuridica all'aborto pare sia la constatazione che le persone (io, tu, tutti coloro che non sono in fasce ecc.) preferiscono vivere piuttosto che morire, o anche morire dopo aver vissuto piuttosto che essere state soppresse durante il loro stato embrionale.
La formulazione più concisa la dai tu stesso:
Il diritto alla vita c'è perchè l'uomo preferisce vivere... non perchè è vivo. Questo criterio è il solo che tu adoperi perché vuoi evitare quello biologico.

1- La mia obiezione principale è la seguente:
Se prendessimo alla lettera il tuo criterio ne consegue (secondo me) che non solo l'aborto deve essere illegale perché l'embrione che si è formato darà (se lasciamo che la natura faccia il suo corso) alla luce un neonato che, se interpellato direbbe "si!" alla vita, ma si dovrebbero anche considerare illegali pratiche come la masturbazione: infatti uno spermatozoo, può dare inizio a quella lunga catena di mutamenti che producono alla fine un nuovo essere umano che, stando sempre al tuo criterio, vorrebbe vivere.

2- La mia obiezione secondaria è la seguente:
Il criterio che vuole gli uomini rispondere affermativamente alla vita non mi sembra sia universale: probabilmente non tutti gli uomini avrebbero comunque preferito essere nati. Se questo fosse vero, dovrebbe conseguire che neanche l'aborto dovrebbe essere considerato illegale a priori. Come essere certi infatti che quell'embrione vuole nascere?

3- La mia obiezione terziaria (si dice?) è la seguente:
Anche se prendiamo per vero il tuo criterio e ci basiamo solo su quello, esso risulta incompleto: bisognerebbe dire che l'uomo non si limita a voler vivere ma vorrebbe essere anche felice o comunque sereno: vivere giusto per vivere non mi sembra infatti molto auspicabile da parte degli uomini.
Se tu non esiti a dire che bisogna farlo nascere ad ogni costo perché è lui stesso che vuole o vorrebbe vivere, cosa diresti se facciamo nascere una persona che diventa infelice, una persona affetta da depressione? (malattia che si sta facendo strada paurosamente). Se tu dicessi che lo dobbiamo fare nascere comunque, andresti contro il principio che io ho ripreso da te completandolo.

Ho cercato di essere conciso evitando lunghe riflessioni che avrebbero reso confusa la mia risposta; se qualcosa non è chiaro basta chiedere.


Ciao
Koli is offline  
Vecchio 04-10-2009, 19.48.25   #3
Giorgiosan
Ospite abituale
 
Data registrazione: 30-09-2004
Messaggi: 2,009
Riferimento: Un'argomentazione laica contro l'aborto.

Citazione:
Originalmente inviato da S.B.
C'è una domanda che dobbiamo porci, e a cui vi supplico di rispondere sinceramente, per comprendere che tipo di criterio voglia introdurre: Preferiresti morire durante il parto, essere abortito al settimo mese o essere 'interrotto' subito dopo il concepimento?


Anzi, se poi chiedessimo: preferiresti una delle tre opzioni precedenti o che io ti uccida ora (in modo indolore)? Io preferirei morire ora, dopo aver sfruttato una pur breve parte della durata della vita umana media.

Rispondo per ora alle domande che poni. Per il resto voglio organizzare le idee e non è facile perchè il topic verte sull'aspetto legale, quindi bisognerà prendere in considerazione la filosofia del diritto, o meglio le filosofie del diritto.

Preferirei anch'io morire ora e, retrospettivamente, al momento del parto perchè reputo la vita una possibilità positiva e dunque sceglierei di vivere più a lungo che meno a lungo.
Giorgiosan is offline  
Vecchio 04-10-2009, 21.39.53   #4
epicurus
Moderatore
 
L'avatar di epicurus
 
Data registrazione: 18-05-2004
Messaggi: 2,725
Riferimento: Un'argomentazione laica contro l'aborto.

Citazione:
Originalmente inviato da S.B.
C'è una domanda che dobbiamo porci, e a cui vi supplico di rispondere sinceramente, per comprendere che tipo di criterio voglia introdurre: Preferiresti morire durante il parto, essere abortito al settimo mese o essere 'interrotto' subito dopo il concepimento?
[...] preferiresti una delle tre opzioni precedenti o che io ti uccida ora (in modo indolore)?
[...]
Il diritto alla vita c'è perchè l'uomo preferisce vivere (o almeno preferisce poter disporre della vita e della morte propri liberamente), non perchè è vivo. L'assassino non è condannato perchè uccide, ma perchè uccide chi non vuole essere ucciso.

Adesso che sono una persona io preferirei l'ultima opzione.

Condivido in pieno l'argomento di Koli, però vorrei aggiungere altre considerazioni.

L'argomentazione -- abbastanza comune -- che tu qui presenti si basa sull'argomento contro l'aborto che sostiene che il feto è una persona in potenza. Non si può uccidere un feto perché anche se questo non è ancora una persona (non è una persona in atto), lo sarà in futuro (è una persona in potenza).

Quest'argomento sembra, a prima vista, molto convincente. I problemi escono, però, quando lo si guarda da più vicino, e si considera bene che significhi "persona in potenza".

Koli ha già mostrato una di queste conseguenze: la masturbazione è un'azione abortiva? Se si segue l'argomento della "persona in potenza", allora si dovrà ammettere, con non poco imbarazzo, che la masturbazione equivale a (è un caso particolare di) un aborto. Questo dovrebbe mostrare la fallacia di questa argomentazione.

Approfondiamo ulteriormente il concetto di "persona in potenza". Consideriamo il seguente scenario. I preliminari di una coppia ormai stanno giungendo al termine, tutto ad un tratto uno dei due interrompe la pratica per il sopraggiungere di una forte emicrania. Il suo partner afferma, però: "Non possiamo fermarci ora, dobbiamo concludere, non vorrai per caso uccidere una persona in potenza?". L'osservazione, naturalmente, è ridicola ma è una diretta conseguenza della concezione della "persona in potenza".

Il fatto è che se guardo in modo massimamente attento perché sono nato (e perché proprio così come sono), scopro che ciò riguarda un'infinità di fattori. Poteva essere che i miei genitori non si frequentassero o che si frequentassero ma che non si sposassero, o che la sera del mio concepimento qualsiasi cosa fosse diversa, etc.... e questo argomento si applica anche ai miei nonni, bisnonni, etc... Se, infatti, non fossero nati i miei genitori, nonni, bisnonni..., io non sarei potuto nascere.
In sostanza questo dipende da tutta la storia dell'Universo prima della mia nascita. Gulp!

La morale della storia è che il concetto di "persona in potenza" è troppo -- ma davvero troppo! -- largo. La mia nascita dipende da infiniti fattori e non possiamo ritenere che venga compiuto un aborto se un fattore a caso di questi venga modificato. Visto dall'altro punto di vista: un'infinità di "persone in potenza" non nasceranno mai, perché questi, in definitiva, sono semplicemente possibilità logiche, individui possibili. Ma non si può commettere un reato per la morte di un individuo possibile.
epicurus is offline  
Vecchio 05-10-2009, 00.11.39   #5
S.B.
Ospite abituale
 
Data registrazione: 24-04-2006
Messaggi: 486
Riferimento: Un'argomentazione laica contro l'aborto.

Vi ringrazio subito per l'attenzione e le obiezioni sempre molto pertinenti. Ora cercherò di rispondere, perchè credo di aver già io stesso ipotizzato obiezioni simili da cui sono poi uscito.

Citazione:
Originalmente inviato da koli
1- La mia obiezione principale è la seguente:
Se prendessimo alla lettera il tuo criterio ne consegue (secondo me) che non solo l'aborto deve essere illegale perché l'embrione che si è formato darà (se lasciamo che la natura faccia il suo corso) alla luce un neonato che, se interpellato direbbe "si!" alla vita, ma si dovrebbero anche considerare illegali pratiche come la masturbazione: infatti uno spermatozoo, può dare inizio a quella lunga catena di mutamenti che producono alla fine un nuovo essere umano che, stando sempre al tuo criterio, vorrebbe vivere.

Ho una precisazione importante da fare, e mi rivolgo anche ad epicurus, io non intendo riaffermare il principio aristotelico della potenza e dell'atto: Aristotele concepiva il passaggio come necessario o essenziale.E' essenziale all'embrione diventare persona, avrebbe potuto dire.
La mia descrizione dell'evoluzione da embrione a bambino può essere biologica o statistica, dunque empirica. Io sostengo che il 'passaggio' avviene sempre a meno che non si incorra in eccezioni che sono comunque codificate dalla teoria della riproduzione. Per me non ha senso parlare di necessità di tale passaggio, io sostengo che sarebbe insensato trascurare il legame tra embrione e bambino dato che è descritto da una teoria biologica, dunque scientifica, altamente corroborata, teoria che spiega anche le defezioni rispetto a tale sviluppo.

Lo spermatozoo che viene 'sprecato' con l'atto di masturbazione, invece, non ha un legame paragonabile né dal punto di vista delle teorie biologiche, né da quello statistico ed empirico. Per questo non mi interessa parlare delle sue possibilità di diventare bambino: il salto dallo spermatozoo al bambino non ha nessuna evidenza empirica né è presente una descrizione scientifica di tale processo, mentre è presente per l'unione di zigote ed ovulo in certe condizioni (ovviamente uno spermatozoo ed un ovulo che vagano nello spazio infinito non soddisfano queste condizioni).

Citazione:
Originalmente inviato da koli
2- La mia obiezione secondaria è la seguente:
Il criterio che vuole gli uomini rispondere affermativamente alla vita non mi sembra sia universale: probabilmente non tutti gli uomini avrebbero comunque preferito essere nati. Se questo fosse vero, dovrebbe conseguire che neanche l'aborto dovrebbe essere considerato illegale a priori. Come essere certi infatti che quell'embrione vuole nascere?

Anche qui: l'esperienza ci insegna che nella maggior parte dei casi le cose vanno così. Per operare una scelta razionale, in assenza di altri dati, mi sembra che la schiacciante supremazia statistica della preferenza per la vita vada concessa in via preliminare. Se non hai modo di sapere se ad un altro faccia piacere o no essere ucciso nel dubbio non lo uccidi, o no? Mi sembra una scelta razione e giustificata dall'esperienza empirica.


Citazione:
Originalmente inviato da koli
3- La mia obiezione terziaria (si dice?) è la seguente:
Anche se prendiamo per vero il tuo criterio e ci basiamo solo su quello, esso risulta incompleto: bisognerebbe dire che l'uomo non si limita a voler vivere ma vorrebbe essere anche felice o comunque sereno: vivere giusto per vivere non mi sembra infatti molto auspicabile da parte degli uomini.
Se tu non esiti a dire che bisogna farlo nascere ad ogni costo perché è lui stesso che vuole o vorrebbe vivere, cosa diresti se facciamo nascere una persona che diventa infelice, una persona affetta da depressione? (malattia che si sta facendo strada paurosamente). Se tu dicessi che lo dobbiamo fare nascere comunque, andresti contro il principio che io ho ripreso da te completandolo.

Molto brutalmente: ad una vita infelice esiste rimedio (suicidio o magari una terapia), alla morte ovviamente, per ora, no. E' possibile che ci sbagliamo, dunque è meglio scegliere un'opzione che ci consenta di correggere i nostri errori.

Ad epicurus: credo di averti risposto specificando che non intendo la persona in potenza come comunemente si può pensare, ovvero postulo un legame empirico-statistico e non logico, cioè non parlo in termini di possibilità o necessità, se lo facessi la tua obiezione sarebbe ovviamente insuperabile.

Spero di aver risposto in modo pertinente.
S.B. is offline  
Vecchio 05-10-2009, 09.42.30   #6
espert37
Ospite abituale
 
Data registrazione: 05-12-2007
Messaggi: 498
Riferimento: Un'argomentazione laica contro l'aborto.

Riferimento:Argomentazione laica contro l'aborto.

Ho letto tutte l vostri interessanti e profonde argomentazioni circa l'argomento in oggetto, ma credo che per tentare di giungere ad una soluzione
concreta si debba togliere l'obbiettivo dall'embrione,dal grumo di speratozoi,dagli ovuli e dagli zigoti, tutti elementi ancor privi di coscienza e volontà autonoma e puntarlo sui soggetti eseguenti l'azione,e stabilire sino a quale livello questi possano,con matura coscienza essere definiti persone umane ragionanti intellettualmente ed agenti con responsabilità in base all'etica ed all'umano modus-vivendi,e non sostituire l'appellativo di umani con quello di animali vegetativi. Io ho la vaga sensazione che con tutte le permissività odierne, Vedi matrimoni tra persone di simil sesso.Divorzi in quantità impensabili, normalissime e copiosissime interruzioni di gravidanza ed aborti legalizzati, all'uomo verranno a mancare tutti gli stimoli di sana ed umana responsabilità morale ed userà il proprio intelletto come un computer per risolvere esclusivamente valori materiali,riducendo enormemente il vero bello della Vita.
Scusate la mia arbitraria introduzione,nel presente argomento,ma ho sentito il desiderio di esporre la mia idea,anche se non sarà da molti condivisibile.
Un amichevole saluto. espert37
espert37 is offline  
Vecchio 05-10-2009, 18.00.38   #7
epicurus
Moderatore
 
L'avatar di epicurus
 
Data registrazione: 18-05-2004
Messaggi: 2,725
Riferimento: Un'argomentazione laica contro l'aborto.

Citazione:
Originalmente inviato da S.B.
Vi ringrazio subito per l'attenzione e le obiezioni sempre molto pertinenti.

Grazie a te, S.B., che riesci sempre a porre le questioni in modo molto intrigante ed intelligente.

Citazione:
Originalmente inviato da S.B.
Ho una precisazione importante da fare, e mi rivolgo anche ad epicurus, io non intendo riaffermare il principio aristotelico della potenza e dell'atto: Aristotele concepiva il passaggio come necessario o essenziale.E' essenziale all'embrione diventare persona, avrebbe potuto dire.
La mia descrizione dell'evoluzione da embrione a bambino può essere biologica o statistica, dunque empirica. Io sostengo che il 'passaggio' avviene sempre a meno che non si incorra in eccezioni che sono comunque codificate dalla teoria della riproduzione. Per me non ha senso parlare di necessità di tale passaggio, io sostengo che sarebbe insensato trascurare il legame tra embrione e bambino dato che è descritto da una teoria biologica, dunque scientifica, altamente corroborata, teoria che spiega anche le defezioni rispetto a tale sviluppo.

Lo spermatozoo che viene 'sprecato' con l'atto di masturbazione, invece, non ha un legame paragonabile né dal punto di vista delle teorie biologiche, né da quello statistico ed empirico. Per questo non mi interessa parlare delle sue possibilità di diventare bambino: il salto dallo spermatozoo al bambino non ha nessuna evidenza empirica né è presente una descrizione scientifica di tale processo, mentre è presente per l'unione di zigote ed ovulo in certe condizioni (ovviamente uno spermatozoo ed un ovulo che vagano nello spazio infinito non soddisfano queste condizioni).
[...]
Ad epicurus: credo di averti risposto specificando che non intendo la persona in potenza come comunemente si può pensare, ovvero postulo un legame empirico-statistico e non logico, cioè non parlo in termini di possibilità o necessità, se lo facessi la tua obiezione sarebbe ovviamente insuperabile.

Capisco che la tua concezione di "persona in potenza" è diversa da quella che avrebbe avuto Aristotele. Tu non parli di possibilità logica/essenziale, bensì di possibilità statistica; ma la tua concezione non è così differente da essere immune alla controargomentazione che io e Koli abbiamo rivolto.

Ritorniamo al mio esempio della coppia in procinto di concludere un rapporto sessuale. La probabilità di rimanere incinta (a prescindere dal periodo del ciclo) non è molto bassa, quindi se un partner rifiutasse una ventina di volte di concludere il rapporto, potremo essere praticamente sicuri che si sia impedito svariate volte la nascita di una persona. Lo stesso ragionamento vale, per esempio, anche considerando l'uso del preservativo (e di altri contraccettivi).

Se ti interessa solo la possibilità statistica, si può generalizzare un modo per trasformare ogni controesempio per la "persona logicamente in potenza" in controesempio per la "persona statisticamente in potenza". Sì consideri un comportamento C che può (parlo qui di possibilità logica) impedire la nascita di una persona, si stimi la probabilità che C riesca ad impedire effettivamente tale nascita, considerando tale probabilità si ripeta C un numero di volte sufficiente per rendere quasi certo che almeno un'occorrenza di C abbia impedito la nascita di una persona.

Come vedi, il tuo argomento è un caso specifico di quello che avevo illustrato io nel mio intervento iniziale, e si capisce facilmente il perché: la possibilità statistica è un caso particolare della possibilità logica.

Vorrei proporre un altro esperimento mentale per rendere ancora più chiara e convincente la mia obiezione. Se un oracolo infallibile ti dicesse "se tu ti accoppiassi adesso con la tua donna daresti sicuramente al mondo un bimbo", ti sentiresti moralmente obbligato ad avere quel rapporto sessuale? (Questo esempio non è così fantasioso se al posto dell'oracolo infallibile ci poni un medico non infallibile ma molto affidabile).

Il problema è che si continua a ragionare attorno ad individui possibili. Certo, la possibilità che vuoi considerare è statistica, ma la sostanza non cambia. Siamo giustificati a credere, a posteriori, che i miei genitori avrebbero sbagliato se non si fossero uniti proprio il giorno che mi hanno concepito, perché altrimenti non mi avrebbero fatto nascere?

epicurus is offline  
Vecchio 05-10-2009, 21.23.42   #8
Koli
Moderatore
 
Data registrazione: 17-11-2007
Messaggi: 405
Re: Un'argomentazione laica contro l'aborto.

Citazione:
Originalmente inviato da S.B.
il salto dallo spermatozoo al bambino non ha nessuna evidenza empirica né è presente una descrizione scientifica di tale processo, mentre è presente per l'unione di zigote ed ovulo in certe condizioni
Se non c'è lo spermatozoo non c'è fecondazione, quindi lo spermatozoo è fondamentale per far nascere un bambino.
Questo non basta a dire secondo il tuo criterio, che potenzialmente ogni spermatozoo "sprecato" è un crimine perché ci priva di un bambino? Non ho ben capito come fai a dire che il salto dallo spermatozoo al bambino non ha nessuna evidenza empirica né è presente una descrizione scientifica di tale processo?

Citazione:
Originalmente inviato da S.B.
Anche qui: l'esperienza ci insegna che nella maggior parte dei casi le cose vanno così. Per operare una scelta razionale, in assenza di altri dati, mi sembra che la schiacciante supremazia statistica della preferenza per la vita vada concessa in via preliminare. Se non hai modo di sapere se ad un altro faccia piacere o no essere ucciso nel dubbio non lo uccidi, o no? Mi sembra una scelta razione e giustificata dall'esperienza empirica.
Si, sono d'accordo.
Intendevo però togliere al tuo criterio una validità assoluta. Penso anche alle gravidanze "problematiche" quali quelle derivanti da stupri o gravi malformazioni. Penso che in tali casi tu sia d'accordo a interrompere la gravidanza.

Citazione:
Originalmente inviato da S.B.
Molto brutalmente: ad una vita infelice esiste rimedio (suicidio o magari una terapia), alla morte ovviamente, per ora, no. E' possibile che ci sbagliamo, dunque è meglio scegliere un'opzione che ci consenta di correggere i nostri errori.
Probabilmente hai ragione.



4- Ho un'altra obiezione che ti muovo:
Tu, come ho già notato, ammetti solo il criterio che da assoluta precedenza a quello che una persona vorrebbe scegliere se gli fosse data la possibilità. Ti voglio contestare questa esclusività.
Il problema è, secondo me, che sottovaluti troppo il fatto che l'embrione dipenda esclusivamente dalla madre e che non è cosi scontato che possa essere fin da subito titolare di diritti (come quello alla vita). Perché dobbiamo applicare il tuo principio se non è certo in che modo e se, l'embrione debba avere dei diritti? Tu dici che l'embrione vorrebbe vivere; molto probabile. La mia domanda è: basta questo "desiderio" dell'embrione? La madre non può rivendicare diritti nei suoi confronti?


Ciao
Koli is offline  
Vecchio 06-10-2009, 10.24.26   #9
chlobbygarl
Lance Kilkenny
 
Data registrazione: 28-11-2007
Messaggi: 362
Riferimento: Un'argomentazione laica contro l'aborto.

Citazione:
Originalmente inviato da S.B.
Abbiamo già incontrato più volte argomentazioni contro la legalità dell'aborto, ma spesso, a mio avviso, queste risultano insoddisfacenti in quanto non laiche, cioè in quanto nella loro giustificazione portano argomentazioni che richiedono un assenso fideistico a un dogma, come l'inflazionatissima: "la vita appartiene a Dio, dunque non abbiamo diritto di disporne arbitrariamente".
E' evidente che anche una concezione debolissima della laicità implica la parità delle fedi (e delle non-fedi) nel discorso pubblico, dunque che il dibattito tra i cittadini, quando possibile, si nutra di argomenti comprensibili e accettabili da tutti.
L'argomento di qualche riga prima non soddisfa le condizioni, per il semplice fatto che implica l'esistenza di un Dio "possessore" della nostra vita, cui (a Dio) non possiamo fare torto (perchè si potrebbe adirare, forse).

Ho trovato, non creato, al massimo rielaborato, una argomentazione ricevuta da una fonte assolutamente non autorevole, ma che mi sembra degna di nota. Provo a strutturarla in modo abbastanza rigoroso.

Tesi: In uno stato liberale l'aborto dev'essere ritenuto illegale.

Sappiamo che violare l'altrui diritto è un comportamento che dovrebbe essere considerato illegale. Per il diritto alla proprietà è vietato rubare, per il diritto alla vita è vietato uccidere, a meno che questo non si scontri con il mio diritto alla vita, in tal caso è ammessa la legittima difesa.

Banalmente, si può tentare di sussumere l'aborto sotto il caso dell'omicidio. Ma qui sorge il dubbio se il feto sia una persona, o quando diventi tale. Se lo consideriamo 'qualcuno' addirittura dal concepimento è naturale che non abbiamo il diritto di ucciderlo, la donna ha un diritto sul suo corpo che non sarà mai più grande del diritto di una persona sulla sua vita, a meno che la gravidanza non metta in pericolo la vita della donna, che a questo punto sarebbe autorizzata a difendersi (l'aborto sarebbe legittima difesa).[...]
Premesso che sono favorevole all'attuale legge sull'aborto, questo è il parere, immagino sufficientemente laico e autorevole in materia, di..Norberto Bobbio.

Un'altra obiezione laica potrebbe essere quella per cui se il limite temporale oltre il quale l'embrione diventa persona, o prima del quale abbia quali diritti e perchè, o quando sia a tutti gli effetti un 'individuo', è puramente convenzionale nel senso di filosofico, dal momento che anche in ambito scientifico non v'è convergenza assoluta e lo stesso viene fatto coincidere ora con la comparsa del sistema nervoso, ora con quello della striatura primitiva, ora con la singamia, allora qualunque decisione abortiva non può non lasciare dubbi più che plausibili di ordine eminentemente razionale e che non si identifichino dunque con il generico sentimento di sofferenza che qualunque laico può provare di fronte alla negazione di una potenziale vita.

L'obiezione di epicurus e Koli per cui anche uno spermatozoo o un coitus interruptus hanno un potenziale statistico di generare vita e dunque in grado di essere calcolato è facilmente traducibile in paradosso: anche un atomo di carbonio o di idrogeno, un sasso, un ago di pino o una caramella hanno un potenziale calcolabile di generare un embrione umano attraverso una serie di passaggi sufficientemente articolata.

mentre uno zigote ha una potenzialità evidentemente intrinseca e non solo statistica e potenziale di diventare persona.
chlobbygarl is offline  
Vecchio 06-10-2009, 21.00.40   #10
albert
Moderatore
 
Data registrazione: 30-08-2007
Messaggi: 689
Riferimento: Un'argomentazione laica contro l'aborto.

Citazione:
Originalmente inviato da S.B.
Preferiresti morire durante il parto, essere abortito al settimo mese o essere 'interrotto' subito dopo il concepimento?

Secondo me questa domanda non ha senso. La domanda non si può porre ad un embrione, ma ad un uomo in grado di pensare, che quindi non è stato abortito nè interrotto.

albert is offline  

 



Note Legali - Diritti d'autore - Privacy e Cookies
Forum attivo dal 1 aprile 2002 al 29 febbraio 2016 - Per i contenuti Copyright © Riflessioni.it