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Vecchio 21-12-2009, 11.18.55   #1
ornella
farabutta
 
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Senso del ridicolo.

"Rido quindi sono"
Si! mi chiedo se la capacità di ridere, deridere, e infine ma non ultimo la qualità di sentirsi in taluni casi ridicoli non sia la prova della nostra Libertà(E quindi Libero Arbitrio)e dell'esistenza di Dio.So che già Bergson ha teorizzato qualcosa di simile se volete potete consultare questo link: http://www.filosofico.net/berggson2343.htm


Il meccanismo della risata è incredibile, prendiamo per esempio la necessità di sempre di testi satirici che riescono a sovverchiare a ridicolizzare il potere comunque si presenti. Da Aretino, Aristofane a Luttazzi una risata(Consideriamo che certi testi ci permettono di ridere anche di Noi stessi, ciò significa aver abbassato qualsiasi meccanismo di difesa verso l'esterno, ovvero riuscire a ridere di sé stessi senza deridersi è già di per se una forma positiva di comprensione di una realtà oggettiva, ovvero per ridere di se è necessario vedersi dall'esterno) percorre la Storia dell'umanità.
La satira « È quella manifestazione di pensiero talora di altissimo livello che nei tempi si è addossata il compito di castigare ridendo mores, ovvero di indicare alla pubblica opinione aspetti criticabili o esecrabili di persone, al fine di ottenere, mediante il riso suscitato, un esito finale di carattere etico, correttivo cioè verso il bene. »

(Prima sezione penale della Corte di Cassazione, sentenza n. 9246/2006) . Non vorrei però fossilizzare il discorso sulla satira in generale vorrei parlare del rapporto che esiste tra la capacità di ridere, deridere e sentirsi possibili oggetti di derisione e la Libertà e quindi esistenza di Dio.

Ridere di una situazione di per sè è la prova della nostra capacità d'interpretare gli eventi sotto molte prospettive.Una doccia fredda impietosa ed illuminante sulla percezione che abbiamo di noi stessi. Vorrei azzardare che una risata più di qualsiasi cosa può superare senza traumi il Sé, l'Io fino a raggiungere l'Ego.
Sdrammattizzare l'esistenza può quindi avere come in una tragedia un effetto catartico. Insomma forse ridere rende liberi, anzi non si può ridere se non si è liberi. Una mela che ci mostra la nostra nudità e forse ci fa sentir ridicoli prima che peccatori.

Ultima modifica di ornella : 21-12-2009 alle ore 16.04.13.
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Vecchio 21-12-2009, 14.32.48   #2
Noor
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Originalmente inviato da ornella
"Sdrammatizzare l'esistenza può quindi avere come in una tragedia un effetto catartico. Insomma forse ridere rende liberi, anzi non si può ridere se non si è liberi. Una mela che ci mostra la nostra nudità e forse ci fa sentir ridicoli prima che peccatori.
Giuste considerazioni ornella,condivido.
La risata è comunque uno shock emotivo addizionale che per un’attimo ci stacca dall’identificazione con la commedia che stiamo interpretando,rimuovendoci nel frangente la maschera dal volto e rendendo tutto ridicolo,falso,paradossale…
E’ una catarsi che mostra in quel momento la nudità della vita ai nostri piedi.
Talvolta questa liberazione temporanea che ci fa sbirciare dentro la “verità” dell’esistenza,può apportare cambiamenti irreversibili, e ne abbiamo testimonianze.
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Vecchio 22-12-2009, 07.20.46   #3
theoreo42
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Riferimento: Senso del ridicolo.

ho letto il saggio su bergson
"La lotta tra l'urgere dinamico e multiforme della vita e la resistenza cieca e sorda che la materia le impone trova già qui, nella disamina sul comico, la sua prefigurazione."
molto fine.

d'altronde la critica invece alla funzione della commedia come satira posta dalla sociologia (ovvero chi decide di cosa bsogna ridere) cade nella non riposta bergsoniana.(e percio' diventa solo una arguta ma non acuta disamina)

per quanto riguarda le domande che poni sulla libertà come avrai capito secondo me diventa una questione molto complessa e in generale mi coinvolgerebbe in disamine sociologiche in questo momento per me poco interessanti(come lo furono per bergson).

sicuramente il saggio sul riso bergsoniano non è una dimostrazione.
D'altronde lui poi virerà sull'uscita dal pensiero logico per entrare in contatto con la parte piu' nobile dell'uomo e infine con Dio.(l'irrazionale come forza generatrice dell'uomo)
Percio' stesso la pretesa di dimostrazione cadrà sempre a favore dell'intuire.
(se vuoi puoi leggere la mia risposta nel thread su "chi sono io?")


E' curioso invece il fatto che unisci la libertà come prova all'esistenza di Dio.
Non è che per caso è il contrario? E cioè è Dio ha garantire la libertà umana?



In generale se ami l'apriori kantiano ti sconsiglio le dimostrazioni sulle cause prime.

Infatti mentre la prima domanda avrebbe potuto ricevere una risposta positiva
(di tipo probabilistico o formale) la seconda è di per sè impossibile per definizione.
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Vecchio 22-12-2009, 10.43.18   #4
ornella
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Originalmente inviato da Noor
Giuste considerazioni ornella,condivido.
La risata è comunque uno shock emotivo addizionale che per un’attimo ci stacca dall’identificazione con la commedia che stiamo interpretando,rimuovendoci nel frangente la maschera dal volto e rendendo tutto ridicolo,falso,paradossale…
E’ una catarsi che mostra in quel momento la nudità della vita ai nostri piedi.
Talvolta questa liberazione temporanea che ci fa sbirciare dentro la “verità” dell’esistenza,può apportare cambiamenti irreversibili, e ne abbiamo testimonianze.
Mi piacerebbe se accennassi a queste testimonianze caro Noor.
Mi viene in mente "Il grande dittatore (The Great Dictator)" film del 1940 diretto, prodotto e interpretato da Charlie Chaplin, incredibile e veramente geniale! Cosa avrà provato il vero dittatore specchiandosi in quella pellicola?
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Vecchio 22-12-2009, 12.39.07   #5
Noor
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Originalmente inviato da ornella
Mi piacerebbe se accennassi a queste testimonianze caro Noor.
Mi viene in mente "Il grande dittatore (The Great Dictator)" film del 1940 diretto, prodotto e interpretato da Charlie Chaplin, incredibile e veramente geniale! Cosa avrà provato il vero dittatore specchiandosi in quella pellicola?
Sul ridicolo,grottesco,paradossale come aspetti del comico, in letteratura mi vengono in mente nomi come Pirandello o Gogol..
ma ce ne saranno certamente altri..perdo colpi..
Mi riferivo e pensavo però soprattutto a tante storielle dello Zen orientale,ove nei dialoghi (sono il riporto di testimonianze)sempre al limite del paradosso,tra Maestro e discepolo,si sciolgono catarticamente,ma secondo una logica imprevedibile e inspiegabile alla razionalità,tante false domande della mente,e che son spesso soltanto identificazioni illusorie del soggetto richiedente.
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Vecchio 23-12-2009, 08.18.59   #6
Giorgiosan
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Originalmente inviato da ornella
"Rido quindi sono"
Si! mi chiedo se la capacità di ridere, deridere, e infine ma non ultimo la qualità di sentirsi in taluni casi ridicoli non sia la prova della nostra Libertà(E quindi Libero Arbitrio)e dell'esistenza di Dio.

Ciao Ornella
Credo che non vi sia nulla nell'essere umano che non si trovi in grado diverso anche negli altri esseri viventi.
Chi ha avuto dei cani, se ha avuto modo di osservarli con attenzione, avrà constatato che sono capaci di ridere. Un abbozzo di riso, un riso "primitivo" ma riso.
Se gli esseri umani sono, certamente anche i cani sono.

Trovo difficile esercitare la mia ragione su dubbi quali quello che per ragioni storiche Cartesio sentì la necessità di superare restringendo al cogito ergo sum la certezza di essere, sarebbe meglio dire la "dimostrazione" di essere.
Un tale ha detto con ironia e con humor: tutti capiscono, o fingono di capire, le cose maggiormente astruse, ma poi trovano misterioso, e incomprensibile, che due piu due faccia quattro

Dopo questa premessa, vorrei distinguere ridere da deridere e ridere da sorridere che non è stato citato.
Ridere spesso assume l'intensità e le modalità dell'orgasmo; è più una scarica nervosa...certe volte sembra la soluzione di una paura.
Dal punto di vista della fisiologia ridere ha senz'altro una valenza positiva ma è un atto meno evoluto, meno consapevole, meno espressivo, meno controllato del sorridere. Il sorridere è più degno dell'essere umano del ridere.
Suonerebbe male il motto latino "il sorriso abbonda sulla bocca degli stolti" e non sarebbe vero perchè se il ridere è espresso anche dal rumore della bocca, (ore stultorum) e può essere sguaiato, il sorriso si esprime soprattutto con gli occhi e con una lieve modifica delle labbra.
Sorridere è il segno della mitezza mentre ridere può esserlo della violenza.

Deridere è un atto negativo, nessun essere umano è degno di derisione.

Essere ridicoli dipende quasi sempre da noi stessi e ci sta bene come una camicia nuova perchè sembra che rendersi ridicoli e accorgersene ci guarisca un poco dalla superbia, ci renda più umili che è una delle migliori cose che possa succederci.

Buon Natale Ornella e buon Natale a tutti.
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Vecchio 23-12-2009, 09.29.06   #7
Noor
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Originalmente inviato da Giorgiosan
Ridere spesso assume l'intensità e le modalità dell'orgasmo; è più una scarica nervosa...certe volte sembra la soluzione di una paura.
Dal punto di vista della fisiologia ridere ha senz'altro una valenza positiva ma è un atto meno evoluto, meno consapevole, meno espressivo, meno controllato del sorridere. Il sorridere è più degno dell'essere umano del ridere.
Permettimi Giorgio..
Son d’accordo che il riso è un’atto meno evoluto e consapevole del sorriso,ma sta proprio in questo la sua forza.
E’ come l’orgasmo..per un attimo non ci sei,non sei più..e ciò ,oltre ad essere una scarica emotiva liberatoria,primordiale,signif ica pure che tocca corde più profonde del “controllato sorriso”..
Il quale è senza dubbio risultante di un sentimento e non di una semplice emozione,quindi prettamente umano e frutto di evoluta consapevolezza come evidenzi, ma non ha quelle valenze catartiche che voleva mostrare ornella nel riso e che possono divenire davvero trasformanti per l’essere.

A tutti Buon Natale
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Vecchio 29-12-2009, 11.21.52   #8
ornella
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Originalmente inviato da theoreo42

d'altronde la critica invece alla funzione della commedia come satira posta dalla sociologia (ovvero chi decide di cosa bsogna ridere) cade nella non riposta bergsoniana.(e percio' diventa solo una arguta ma non acuta disamina)
Si ecco mi riferivo proprio a questo. Credo che ci siano una percenuale altissima di elementi che scatenano la risata legati al vissuto di colui al quale è diretta la battuta Straordinario! la satira di cui parlavo attinge proprio da questo humus.E altrettanto straordinaria è la possibilità che abbiamo non solo di sorridere per dimostrare felicità o benessere ma di ridere a crepapelle.Ovvero forse la libertà è legata maggiormente allo strumento di essere in grado di ridere, che alle molle che ci scatenano la risata.
Citazione:
per quanto riguarda le domande che poni sulla libertà come avrai capito secondo me diventa una questione molto complessa e in generale mi coinvolgerebbe in disamine sociologiche in questo momento per me poco interessanti(come lo furono per bergson).
ok
Citazione:
sicuramente il saggio sul riso bergsoniano non è una dimostrazione.
D'altronde lui poi virerà sull'uscita dal pensiero logico per entrare in contatto con la parte piu' nobile dell'uomo e infine con Dio.(l'irrazionale come forza generatrice dell'uomo)
Percio' stesso la pretesa di dimostrazione cadrà sempre a favore dell'intuire.
(se vuoi puoi leggere la mia risposta nel thread su "chi sono io?")


Citazione:
E' curioso invece il fatto che unisci la libertà come prova all'esistenza di Dio.
Non è che per caso è il contrario? E cioè è Dio ha garantire la libertà umana?
Il passaggio logico è espresso lungamente in questa discussione https://www.riflessioni.it/forum/scie...-arbitrio.html
Anche in questo caso mi sembra molto più ragionevole pensare che una zona atta alla percezione del Divino non dimostri che Dio non esiste e siamo Noi a percepirlo, piuttosto il contrario. Ovvero potrebbero esserci state messe delle antennine proprio per comunicare con LuiLa stessa cosa per la possibilità di ridere, non è l'uso come dicevo prima, ma appunto in questa possibilità d'interpretare la realtà con "sensori" molto vicini all'Ego.



Alla base del mio ragionamento c'è anche la consapevolezza di come la realtà ci sia in parte sconosciuta.Il filosofo a differenza dello scienziato ha il dovere di non escludere una teoria solo perchè è indimostrabile la sua veridicità, l'esistenza di Dio appunto non è dimostrabile, ma nemmeno la sua inesistenza. Lasciando in un angolino i dogmatismi religiosi ci sono diversi aspetti che potrebbero sembrare a noi metafisici senza per questo esserlo.
Ovvero l'aggettivo metafisico e trascendentale è legato a colui che osserva non necessariamente all'soggetto osservato. Escludere Dio attualmente a priori e altrettanto dogmatico di affermarne l'esistenza.
ornella is offline  
Vecchio 29-12-2009, 11.40.43   #9
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Originalmente inviato da Giorgiosan
Ciao Ornella
Credo che non vi sia nulla nell'essere umano che non si trovi in grado diverso anche negli altri esseri viventi.
Chi ha avuto dei cani, se ha avuto modo di osservarli con attenzione, avrà constatato che sono capaci di ridere. Un abbozzo di riso, un riso "primitivo" ma riso.
Se gli esseri umani sono, certamente anche i cani sono.
Caro Giorgiosan
mia suocera smise di far tosare il suo pastore dei pirenei d'estate si vergognava tantissimo, sentiva di essere ridicolo e lo era.Ok per quel che mi riguarda coerentemente alla risposta data a theoreo42 non posso dimostrare né che i cani ridono quindi sono, né il contrario.

Citazione:
Un tale ha detto con ironia e con humor: tutti capiscono, o fingono di capire, le cose maggiormente astruse, ma poi trovano misterioso, e incomprensibile, che due piu due faccia quattro
Una persona che stimo dice che per un matematico due più due fa quattro per un ingegnere il risultato è tra il tre e il cinque.
Citazione:
Dopo questa premessa, vorrei distinguere ridere da deridere e ridere da sorridere che non è stato citato.
Ridere spesso assume l'intensità e le modalità dell'orgasmo; è più una scarica nervosa...certe volte sembra la soluzione di una paura.
Dal punto di vista della fisiologia ridere ha senz'altro una valenza positiva ma è un atto meno evoluto, meno consapevole, meno espressivo, meno controllato del sorridere. Il sorridere è più degno dell'essere umano del ridere.
Suonerebbe male il motto latino "il sorriso abbonda sulla bocca degli stolti" e non sarebbe vero perchè se il ridere è espresso anche dal rumore della bocca, (ore stultorum) e può essere sguaiato, il sorriso si esprime soprattutto con gli occhi e con una lieve modifica delle labbra.
Sorridere è il segno della mitezza mentre ridere può esserlo della violenza.

Deridere è un atto negativo, nessun essere umano è degno di derisione.

Essere ridicoli dipende quasi sempre da noi stessi e ci sta bene come una camicia nuova perchè sembra che rendersi ridicoli e accorgersene ci guarisca un poco dalla superbia, ci renda più umili che è una delle migliori cose che possa succederci.

Buon Natale Ornella e buon Natale a tutti.
mi ritrovo con la risposta che ti ha dato Noor.
Aggiungo che le persone non vanno derise, non è lo stesso per i ruoli che occupano, e ti rimando al "grande dittatore".
Un caro saluto a tutti
ornella is offline  
Vecchio 30-12-2009, 03.34.12   #10
theoreo42
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Riferimento: Senso del ridicolo.

...umm...torno or ora dopo aver letto la discussione sul libero arbitrio che mi segnalavi...

non c'e' alcun passaggio logico che porta alle tue affermazioni, e ti ripeto quello che tu dici
Citazione:
"ragionevolmente"
è infatti l'opposto: è irragionevole.

"poichè la ragione non puo' negare l'esistenza di dio"

lo avevi detto anche tu sostanzialmente ragionevolmente sull'esistenza di Dio si arriva a delle aporie.
Percio' perchè usare la ragione?

Diciamo allora che siccome userai ancora il forum permettimi di spronarti a migliorare la dialettica dei tuoi ragionamenti o rimanere ferma nella tua idea di fare dei discorsi ragionevolmente irragionevoli e quindi sostanzialmente riduzionisti.



e allora di nuovo perchè la libertà del riso essendo libertà (indimostrato) diviene dimostrazione di dio?(indimostrato)


siccome dubito riuscirai a darmi risposta te le suggerisco io:

dio esiste (assioma) dunque l'uomo è libero (se no non potrebbe scegliere tra bene e il male) ovvero per essere più precisi l'uomo è libero di scegliere tra il bene e il male. [se tu facessi il contrario cercheresti di dimostrare quello che è un assioma.Questo è illogico e ti porterebbe a ulteriori passi dimostrativi errati]

a questo punto interpreto il tuo pensiero correggendo la direzione "uomo a dio" con "dio uomo".

il riso è una correzione sociale (assioma bergsoniano), dunque è un bene (opinione) l'uomo ridendo sceglie una cosa buona dunque il bene cio' è garantito da Dio.
Dunque è dio che garantisce per noi il poter ridere come cosa buona per la società .


Se avessi fatto questo ragionamento (e sono sicuro che in realtà è questo che intendevi) avrei concordato.



ovviamente le critiche a bergson sono nel porre come assioma "il riso è una correzione sociale."
(vedi il "pietismo" di giorgiosan che non accetta l'assioma come bene ma addirittura ne vede solo il male ed è per questo che sostituisce l'assioma iniziale con quello differente di sorriso.Eppure Bergosn caro Giorgiosan l'aveva anticipato
Citazione:
Per ridere di una piccola disgrazia altrui dobbiamo far tacere per un attimo la pietà e la simpatia, e porci come semplici spettatori o - per esprimerci come Bergson - come intelligenze pure: "il comico esige dunque, per produrre tutto il suo effetto, qualcosa come un'anestesia momentanea del cuore"
)



andando al contenuto del testo invece condivido in toto con Bergson Te e
Noor la straordinarietà catartica (unisco le vostre opinioni in una) del riso.
Mentre pero' voi 3 la mettete su un piano di irrazionalismo mistico, io mi sono trovato di più in questo pezzo
Citazione:
E tuttavia tutti sappiamo che il riso È un'esperienza corale: ridiamo meglio quando siamo insieme ad altri, ed il riso È spesso il cemento che tiene unito un gruppo di persone. "Il riso, - commenta Bergson - [...] cela sempre un pensiero nascosto di intesa, direi quasi di complicità, con altre persone che ridono, reali o immaginarie che siano"
diciamolo non ci avevo mai pensato!!

mmm...senso del ridicolo?...meglio il senso dello stare assieme!



theoreo42 is offline  

 



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