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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 27-08-2011, 18.23.58   #21
Tempo2011
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Riferimento: The Truman Show (l'idea Della Simulazione)

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Originalmente inviato da Eretiko
Certo. e la verità che tu immagini esistere potrebbe anche essere: non esiste nessuna verità. In effetti credo che uno scopo lo abbiamo: quello di perpretare la vita, e di dare immortalità ai nostri geni, esattamente come fanno, in modo ingegnoso, tutte le altre splendide macchine viventi che esistono in natura.
L'autopromozione a "creature speciali" che ci siamo dati (e che molti ritengono ci sia data da qualche entità trascendente) non è servita molto nel corso dei secoli, anzi spesso ha generato irrazionali e incomprensibili comportamenti che hanno seriamente ostacolato l'evoluzione culturale della nostra specie.

In ogni caso devi ammettere che sono in buona compagnia nel pensare che vi sia una verità assoluta, altrimenti dovremmo smantellare qualsiasi concetto filosofico e la filosofia stessa. Certamente, in questa ricerca viene messo in conto che potrebbe non esserci nessuna verità assoluta o compito assegnato all'uomo; ma pare che gli indizi che abbiamo ci consigliano di continuare, anche se, l'unico inconveniente e che, forse, non la scopriremo mai.
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Vecchio 27-08-2011, 21.17.09   #22
femmefatale
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Riferimento: The Truman Show (l'idea Della Simulazione)

Citazione:
Originalmente inviato da Tempo2011
Necessario per chi e per cosa? Per sprofondare tutti nella barbarie? Nella depressione Universale? Nella bruttura credendo nell'inutilità della vita? Nel frattempo mi sembra che tutti noi, te compresa, presumiamo, ci godiamo alcune sensazioni che fanno parte delle peculiarità degli esseri umani, come l'amore per gli altri e il proprio partner, il sesso sfrenato fatto in tutti i luoghi e in tutte le posizioni, l'amore verso i figli, verso la natura, la solidarietà, l'onestà, l'etica nel suo complesso ecc. Il caos? Certo. La superiorità sta proprio in questo: saperlo gestire a nostro favore.

niente di tutto quello che tu citi, e che tutti o quasi ricercano, può cancellare il fatto che la vita non valga la pena di essere vissuta.
non esiste alcuno scopo a niente e per niente.
fare quelle cose che dici o non farle, è la stessa identica cosa.
siamo fantoccini d'argilla, burattini convinti di muoverci, quando per l'intero universo o qualsivoglia dio o dea, non siamo proprio niente.
la nostra esistenza qui su questo mondo o nell'universo e per l'universo è indifferente.Se sparissimo dalla faccia della terra, per la Natura sarebbe indifferente.Perchè ostinarci a vederci importanti?
perchè ostinarci a vedere uno scopo, un grande fine dietro?
oltre la tomba si trova solo il nostro corpo in decomposizione.
finito quello, nientaltro.
è del tutto inutile provare sensazioni, emozioni, fare qualcosa.
in definitiva, anche lo stare bene, è inutile.

torno a ribadire che è supponenza credere che il genere umano sia importante e necessario per l'Universo-un dio a caso-Natura.

non serviamo a niente e a nessuno.
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Vecchio 28-08-2011, 09.16.37   #23
Il_Dubbio
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Riferimento: The Truman Show (l'idea Della Simulazione)

Quando andai a vedere The Truman show al cinema non avevo idea di cosa mi aspettava. Pensavo che l'attore protagonista, solitamente un comico, volesse dire: film comico. Quindi rimasi un po' così...
Ricordo che la stessa angoscia di Truman, la provai anch'io quando finalmente vidi (assieme a Truman) le mura che delimitavano il suo mondo. Provai esattamente la stessa sua voglia (espressa in tutto il film) di viaggiare oltre "quel confine" imposto.

Ho letto qualche vostro commento e mi sembra che si possano dividere in due opinioni distinte: quelli che si rassegnano ad essere protagonisti di una finzione, e quelli che invece vorrebbe guardare oltre le pareti dello studio televisivo.

Resto perplesso davanti a chi si è rassegnato.

Chiaramente il film è una esagerazione, spero non ci sia un pubblico davanti al televisore che si diverta a guardare una delle nostre vite, ma il solo fatto di sospettare di essere vittime di una finzione più che di una realtà, di una rappresentazione invece che di una verità, dovrebbe, per lo meno, scuotere le nostre coscienze. Ed in effetti è quello che succede anche a chi dice di essersi "rassegnato".
Per certi versi la nostra attuale cultura è quella relativistica, non quella assoluta. Cioè secondo questa cultura non esiste una realtà che possiamo conoscere oltre la rappresentazione della realtà. Quindi lo studio televisivo è tutta la realtà, mentre a monte, sopra lo studio televisivo, non c'è niente.
Se ci rappresentiamo una realtà diversa, quella sarà una verità relativa (uno studio diverso, ma sempre comunque uno studio televisivo) e non una realtà assoluta.

Truman quindi rappresenta colui il quale vorrebbe vedere il mondo da un punto diverso (viaggiare). Poi si accorge che la sua vita intera è limitata dalla rappresentazione della sua vita stessa. Ma allora cosa c'è oltre quel muro....?
Truman ora vede la verità, c'è effettivamente una realtà differente dalla sua oltre quel muro, ma si potrebbe chiedere: e se oltre a quel muro ci fosse un altro studio televisivo solo un po' più grande?
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Vecchio 28-08-2011, 11.17.42   #24
CVC
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Riferimento: The Truman Show (l'idea Della Simulazione)

Citazione:
Originalmente inviato da Il_Dubbio
Quando andai a vedere The Truman show al cinema non avevo idea di cosa mi aspettava. Pensavo che l'attore protagonista, solitamente un comico, volesse dire: film comico. Quindi rimasi un po' così...
Ricordo che la stessa angoscia di Truman, la provai anch'io quando finalmente vidi (assieme a Truman) le mura che delimitavano il suo mondo. Provai esattamente la stessa sua voglia (espressa in tutto il film) di viaggiare oltre "quel confine" imposto.

Ho letto qualche vostro commento e mi sembra che si possano dividere in due opinioni distinte: quelli che si rassegnano ad essere protagonisti di una finzione, e quelli che invece vorrebbe guardare oltre le pareti dello studio televisivo.

Resto perplesso davanti a chi si è rassegnato.

Chiaramente il film è una esagerazione, spero non ci sia un pubblico davanti al televisore che si diverta a guardare una delle nostre vite, ma il solo fatto di sospettare di essere vittime di una finzione più che di una realtà, di una rappresentazione invece che di una verità, dovrebbe, per lo meno, scuotere le nostre coscienze. Ed in effetti è quello che succede anche a chi dice di essersi "rassegnato".
Per certi versi la nostra attuale cultura è quella relativistica, non quella assoluta. Cioè secondo questa cultura non esiste una realtà che possiamo conoscere oltre la rappresentazione della realtà. Quindi lo studio televisivo è tutta la realtà, mentre a monte, sopra lo studio televisivo, non c'è niente.
Se ci rappresentiamo una realtà diversa, quella sarà una verità relativa (uno studio diverso, ma sempre comunque uno studio televisivo) e non una realtà assoluta.

Truman quindi rappresenta colui il quale vorrebbe vedere il mondo da un punto diverso (viaggiare). Poi si accorge che la sua vita intera è limitata dalla rappresentazione della sua vita stessa. Ma allora cosa c'è oltre quel muro....?
Truman ora vede la verità, c'è effettivamente una realtà differente dalla sua oltre quel muro, ma si potrebbe chiedere: e se oltre a quel muro ci fosse un altro studio televisivo solo un po' più grande?
Io credo che il film offra due chiavi di lettura: quella sociologica e quella psicologica esistenziale.
Da una parte c'è una civiltà improntata al consumo, alle prese con il problema della saturazione dei mercati dove il problema non è più rappresentato dalla produzione, come nell'era industriale, ma dall'offerta che supera la richiesta. Di questo problema si è occupata la pubblicità. A partire dagli anni '50 i pubblicitari si sono precipitati a reclutare psicanalisti, comportamentisti e ipnotisti allo scopo di procurare nuovi consumatori ad un mercato oramai saturo. In che modo trovare nuovi consumatori? Trovando nuovi bisogni ed inventandoli la dove non se ne trovano. Che centra questo con The Truman Show? L'idea nel film è quella di creare un mondo artificiale ad uso e consumo dei pubblicitari. L'idea sarà pure esagerata come del resto lo sono in genere le idee dei film, ma siamo proprio sicuri che nella realtà non accada un qualcosa di simile? Basta leggere "I persuasori occulti" di Vance Pakard per diventare meno scettici in tal senso.
Dall'altra parte c'è la traccia psicoligica esistenziale da te ben illustrata, l'angoscia per il desiderio di una realtà più vasta, più soddisfacente, che ha origine nel deisderio di libertà che , probabilmente, rappresenta la più dignitosa delle aspirazioni di un uomo.
Tu hai detto che ci sono quelli che cercano e quelli che si rassegnano, io credo che per essere fra quelli che cercano bisogna essenzialmente decidere ciò che si vuole. Se non si sa cosa si sta cercando, cosa si cerca a fare? L'idea è quella della libertà, ma ciò che rappresenta per me la libertà può essere differente da ciò che la rappresenta per te. Piaget dice "In ogni cosa l'ostacolo più grosso da scoprire siamo proprio noi stessi" Per chi non sa quello che vuole, a che serve andare oltre al muro? Troverà sempre un altro mondo delimitato da un altro muro.
La realtà rende liberi, quindi è sempre dignitoso cercarla anche se, una volta trovata, ci sarà un altro muro da superare, un'altra realtà sovraordinata da comprendere. Alla fine ciò che ci accompagna non è la realtà stessa, ma la sua ricerca.
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Vecchio 28-08-2011, 12.37.09   #25
ulysse
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Riferimento: The Truman Show (l'idea Della Simulazione)

Citazione:
Originalmente inviato da Tempo2011
E' vero! Hai sempre negato che la materia possa avere un'intelligenza autonoma, ma ti sei sempre fermato a quell’affermazione, senza domandarti, o specificarti, da dove possa provenire la nostra intelligenza e il nostro pensiero.

Sembra strano…anzi per me è incomprensibile… che anche persone acculturate e di supposta intelligenza pretendano che la scienza sia onnisciente!....o rimproverino alla scianza di non esserlo.
Ovviamente, è lapalissiano: la scienza non sa tutto! Anzi, a confronto col tutto, le cose che sa sono limitate...ma certe cose le sa, altre le cerca…e continuerà a cercare indefinitamente.
Comuque la ricerca non è orientata e diretta a caso verso ogni qualunque curiosità o domanda ci possiamo fare nell’ambito del tutto possibile: un tale orientamento, nella economia della ricerca, sarebbe deleterio e assolutamente improduttivo...La scienza persegue invece specifiche strategie prevalenti…quelle che reputa al momento globalmente più suscettibili di dare un risultato verso la centralità del sapere.

Ora, oltre al non ricorrere all’intervento del trascendente, che risolverebbe ogni problema (deus ex machina!) ed è proprio per questo che non vi si ricorre, ritengo che una delle strategie fondamentali sia quella di ipotizzare la materia, cosiddetta inerte, come insipiente …cioè priva di per sè di capacità pensanti, raziocinanti, senzienti…di una qualche autonomia o potere autodirigente... comunque.

Ora tu dici, se le cose stanno così perchè non mi dici di dove vengono e come le capacità sensorie e pensanti che in effetti possediamo?
Se di materia siamo perché non dovrebbe la materia stessa essere all’origine sentiente e raziocinante?
Rispondo: non lo so! ….ma mi spingo piu' in là...lo escluderei! ma non così per un ghiribizzo mio, ma perchè la ricerca scientifica trova che la strada percorribile è altra ed a me pare piu ragionevole fidare nel pensiero prevalente a livello scientifico, piuttosto che affidarmi alle trovate estemporanee di un qualche filosofo in erba...o presumermi capace di trovate originali ed innovative in questi complessi campi...il che potrebbe anche essere..tuttavia...

Certo mi si può incitare al coraggio di un ragionamento autonomo...ad abbandonare la "minorità" e "sudditanza" al pensiro ed alle scoperte di migliaia di scienziati che operano in soilitario o in team, nelle migliori università del pianeta e nei laboratori più sosfisticati e attrezzati, in interazione su internet con le migliori menti del pianeta...ma cosa vuoi farci ...non mi riesce: l'unico pensiero che riesco ad elaborare, in linea di massima, è questo che epongo.
Sospetto anche che la cosa valga per la maggioranza degli umnani... persino su questo forum...anche per chi abbia un diverso intendimento.

Comunque, il fatto di non sapere in dettaglio quale sia l'origine del pensiero, non mi porta e non può portarmi, ipso facto, a pensare che la materia stessa coi suoi atomi, protoni, elettroni e subparticelle e quanti e quant’altro, sia sentiente e sapiente.
Penso piuttosto, come da informazioni di neuroscienza, che il pensiero si formi, per interazione fra neuroni ed altro, come processo del cervello medesimo a tale funzione, per lunga e complessa evoluzione, dedicato.

Se ancora mi chiedi come avvenga tutta la maledetta cosa…ancora rispondo che non lo so, ma che anche questo non mi autorizza a pensare che la cosa non avvenga lì o sia insufflata da un altrove: infatti, quando il fegato o lo stomaco o la milza o il cuore stesso,ecc.. che pure di materia sono, fossero danneggiati, l’uomo continua a pensare e ragionare correttamente, ma se il cervello è danneggiato fisicamente c’è pericolo che anche il pensiero sia inconcludente e sbaraccato.

Certo che, in nuce, la materia possiede tutte le qualità potenziali,…nel senso che la zuppa primordiale scaturita dal big bang doveva “per necessità propria” dare adito all’universo quale è oggi e quale sarà in futuro, ma occorrevano e occorrono certe strutturazioni perchè tali qualità si manifestino e realizzino e non è detto che la necessità fosse proprio nella direzione intrapresa.
Analogamente Michelangelo vedeva, prigioniera, nel grezzo blocco di marmo arrivato dalla cava, la sua opera finita in tutto il suo splendore, ma non era che una metafora: doveva dar mano a martello e scalpello per liberarla...e una volta libera, l'opera poteva essere altro.

Suppongo, in particolare, che le varie strutturazioni confacenti le varie necessità cerebrali del vivente si siano via via formate con l’evoluzione in interazione con l’ambiente: ovvio che le risultanze risolutive di ogni problematica contingente non erano e non sono predertminate: altre soluzioni sono sempre possibili.

Certo che un biologo, un neuroscienziato di vaglia, possono assai meglio di me chiarire queste cose e spiegare il perché e il percome…anche loro entro certi limiti però, poichè “ancora” la vita non sappiamo suscitarla e nemmeno simularla.

La fantasia certo può servire, ma che ci porti alla realtà delle cose è difficile… come sperare che cento monete lanciate in aria cadano tutte di taglio…perché dunque, per capirci qualcosa non profittare di ciò che la scienza già ha scandagliato e scoperto…oltre possiamo anche esplicare la fantasia, non è proibito, anzi se siamo bravi ci scriviamo anche libri di fantascienza…ma per la realtà dell’universo meglio consultare la scienza e già è molto se ci capiamo qualcosa.,
Citazione:
Non ti viene spontaneo pensare che, se noi possediamo queste caratteristiche, potrebbe darsi che colei che ci ha partorito (non conosco i particolari), poteva possederle anche lei.

Come detto, non è assolutamente spontaneo pensare ciò che non è: è oramai universalmente riconosciuto che il pensiero sorge dal processo neurosinaptico, elettrochimico ed altro che avviene nel cervello... sollecitato nel cervello stesso e dai vari sensori input/output posizionati in tutto il corpo a scandagliare il corpo medesimo e l’ambiente.
Citazione:
Tanto per sdrammatizzare, ti do un consiglio: tratta bene le pietre che incontri per la strada... non si sa mai.
Quanto hai ragione! L’altro giorno, per la strada, ho dato un calcio a una pietra …mi è diventato il ditone nero… con un male cane…mai più!
Citazione:
Sta di fatto che la banalità da te accennata, rimane tale finché non ti poni la domanda: da dove proviene la nostra intelligenza? In pratica rimani al palo senza specificare nulla. Perdonami la brutalità, ulysse ma, già altre volte si è affrontato il tema senza giungere a soluzione, proprio per l'incompletezza di risposta al quesito.
Sei un pò supponente pensando che io non mi ponga la domanda…il fatto è che anche so che al momento non c’è risposta esaustiva nonostante tutta la conoscenza e fantasia in essere: certo che l’aver affrontato il tema in questo forum o altri, non è probante di una qualche soluzione né in positivo né in negativo e neppure che la risposta sia quella che tu intendi…o che ci dobbiamo affidare alla fantasia.
Citazione:
In questo caso, secondo me, la fede non centra nulla, se rispondiamo semplicemente a quello che la scienza afferma; ovvero: la vita è nata dalla materia, erroneamente chiamata inerte, aggiungo io, fino a evolversi e arrivare al pensiero dell'uomo.
Infatti più o meno è così ed in effetti la fede non c’èntra nulla: se ti richiami ad una qualche fede orientata al trascendente allora è inutile che ne discutiamo.
Citazione:
Peraltro, il ragionamento, a mio modo di vedere, deve essere preso per le corna molto prima della formazione di una vita complessa, come quella delle scimmie. Non credi?
Infatti nessuno dice che il ragionamento, la ricerca, debba partire dalla scimmia!
Oltre tutto, nella scala evolutiva, la scimmia non è affatto un antenato di noi HSS: è solo un vicino cugino evoluto in parallelo.
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Vecchio 28-08-2011, 14.06.14   #26
Il_Dubbio
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Citazione:
Originalmente inviato da CVC
Alla fine ciò che ci accompagna non è la realtà stessa, ma la sua ricerca.

Sempre caro mi fu quest’ermo colle,

e questa siepe, che da tanta parte

dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.

Ma sedendo e mirando, interminati

spazi di là da quella, e sovrumani

silenzi, e profondissima quïete

io nel pensier mi fingo; ove per poco

il cor non si spaura. E come il vento

odo stormir tra queste piante, io quello

infinito silenzio a questa voce

vo comparando: e mi sovvien l’eterno

e le morti stagioni, e la presente

e viva, e il suon di lei. Così tra questa

immensità s’annega il pensier mio:

e naufragar m’è dolce in questo mare.

L'infinito, G.Leopardi

Visitai tempo fa Recanati, ma mi dimenticai di vedere quella siepe, che ora stiamo chiamando muro.
Leopardi vede l'infinito dietro la siepe come Truman vedeva un mondo diverso da quello quotidiano e che non aveva mai visto.
Mentre Leopardi però sembra già dare un giudizio a ciò che c'è dietro la siepe, anche se non lo conosce, Truman invece è ingenuamente propenso all'ottimismo.
Mentre Leopardi è pessimista, Truman è ottimista.

Anche Truman però, dopo aver preso coscienza del primo inganno, potrebbe far la fine di Leopardi... e pensare che dopo tutto, se uno convincesse se stesso che tutto è un inganno, potrebbe, anche se per poco, trovare conforto alle sue angosce annegando (attenzione: non è la spiegazione della poesia) i suoi pensieri, soffocandoli invece che salvandoli.

Questo pessimismo cosmico che ci portiamo dietro da un duecento anni circa, ha radici molto profonde, che un film può solo portare in essere come una bolla di sapone. Ma se non tentiamo di esorcizzare queste nostre profonde paure, avremo difficoltà anche a parlarne.
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Vecchio 28-08-2011, 20.58.35   #27
ulysse
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Riferimento: The Truman Show (l'idea Della Simulazione)

Citazione:
Originalmente inviato da Il_Dubbio
Quando andai a vedere....... .........
......Ricordo che la stessa angoscia di Truman, la provai anch'io quando finalmente vidi (assieme a Truman) le mura che delimitavano il suo mondo. Provai esattamente la stessa sua voglia (espressa in tutto il film) di viaggiare oltre "quel confine" imposto.

Lasciamo perdere l'illusione di Truman: gli è che le sue illusioni e rapresentazioni, i suoi cofini , le sue mura, sono "soltanto" i confini dell'universo psicofisico e non mi paiono così angusti o imposti. Per tale Universo possiamo viaggiare e cercare secondo piacere ed esigenze ad libitum: l'unico limite sono le nostre gambe, cioè la nostra volontà e capacità di impegnarci a viaggiare, cioè a cercare, imparare, capire, fare esperienze...cercare e costruire il nuovo ed il futuro... e c'è chi lo fa per noi!

Noi possiamo scegliere: o seguitare sperduti a collezionare gli amici di facenbook, o prendere il mondo nelle nostre mani ed essere protagonisti.

Naturalmente a pochi riesce di essere veramente protagonista nel grande mondo del sapere, dell'affettività, della creatività: i più si adagiano, ma molti almeno un poco protagonisti lo sono o ci provano..oltre il plagio della simulante rapresentazione.
Molti altri infatti si perdono nelle fantasie metafisiche e nell'angoscia esistenziale cosiddetta, incolpando la cultura relativista che impedisce di percepire l'assoluto e che "costringerebbe" ad un mondo finto e illusorio: e questo sì che è plagio culturale!...di una cultura che risente di un antico umanesimo teologico distorto.

Il punto è che in effetti questo è l'unico mondo, ma un mondo talmente zeppo di possibilità e potenzialità, da superare le nostre pur vaste capacità di esplorazione e comprensione per cui ci concentrimo piu sui limiti che ci paiono imposti, piuttosto che sulla realta disponibile.
E anche certo vero che qusto mondo ha confini, ma confini talmente vasti che superano di molto la nostra capacità e possibilità di viaggiare...e sempre più tali confini sono in espansione: una sorta di fuga delle galassie all'inseguimento dei confini dell'universo che mai si ragiungono.

Il muro, che magari ci par di vedere intorno, non è delimitante ed anche se oltre il muro c'è un altro muro, sempre lo superiamo: l'umanità ha superati tanti muri in passato e tanti ancora ne supererà in futuro: non si tratta in verità di limiti al nosstro essere umani pensanti, ma di ostacoli e sfide da superare.

Tali mura non delimitano un mondo finto, ma un mondo reale e congruente quale definiamo con la nostra percezione...e che sempre più percepiamo nel profondo e nel suo essere reale con le idee, il raziocinio, la cultura, le protesi strumentali di ricerca, ecc.... si potrebbe quasi dire che oltre il fisico che è qual'è, il mondo sociorganico non è qual'è ma è tal quale lo percepiamo...si tratta quindi di percepirlo nel verso giusto..oltre i fantasmi e la fantasie che l'antica filosofia, ad inconscia influenza metafisica, solleva.

Si tratta di rientrare nell'ordine e nelle strategie del raziocinio e della cultura scientifica: come tuti i sistemi complessi, abbiamo un centro di controllo e ordinatore nella nostra mente...attiviamolo e facciamolo funzionare!

Cio che leggo a volte in questi forum mi fa sempre più l'impressione della mia gatta che quando le viene l'estro vuole sempre più croccantini, magari la ciotola è piena, ma lei la guarda schifata e ne vuoli altri...inutile dirle che il supermercato ne è pieno e mai finiranno...lei continua a piangere e a guardare in sù verso il sacchetto pieno che tengo in mano e che ancora le verso: che sia angoscia dell'esistenza? delle mura che la delimitano? del sacchetto che và svuotandosi?
Citazione:
Ho letto qualche vostro commento e mi sembra che si possano dividere in due opinioni distinte: quelli che si rassegnano ad essere protagonisti di una finzione, e quelli che invece vorrebbe guardare oltre le pareti dello studio televisivo.
Direi che c'è anche una terza categoria che tiene i piedi per terra e non si abbandona alle fantasmagoriche suggestioni che, a volte, prendono lo scrittore di forum.
Citazione:
Per certi versi la nostra attuale cultura è quella relativistica, non quella assoluta. Cioè secondo questa cultura non esiste una realtà che possiamo conoscere oltre la rappresentazione della realtà. Quindi lo studio televisivo è tutta la realtà, mentre a monte, sopra lo studio televisivo, non c'è niente..
Ma non è questione di rappresentazione, ma di percezione: la ricerca filosofica e scientifica, spinge le nostre facoltà percettive e di comprensione sempre oltre. E' vero che non c'è o non consideriamo un "vero" assoluto e definitivo, le stesse teorie scintifiche sono in contuinua evoluzione e cambiamento, ma c'è molto di più di un "vero" assoluto: cè sempre un oltre...assai oltre il cosidetto "vero" assoluto...è invece, al contariao, questo "assoluto" ad essere delimitato e costrittivo.

Il pensiero persegue strategie sempre piu' eficaci...ed è proprio la coscienza che c'è sempre un oltre...che ci spinge oltre...per lo meno spinge chi non si rassegna al torpore e alla prigione dell'assoluto.
Quindi, se vogliamo accettare la metafora, non è vero che oltre lo studio televisivo non c'è niente: c'è sempre un altro studio sempre piu' vasto e onnicomprensivo...oltre i limiti dell'assoluto...oltre la conquista delle galassie.

In qualche modo, piuttosto che l'ipotesi di Truman show, è piu' confacente il mito della caverna di Platone: da schiavi a protagonisti, se tagliamo le catene del conformismo filosofico immutabile e assoluto...basta sapere che c'è un altro mondo là fuori!.
Citazione:
Truman ora vede la verità, c'è effettivamente una realtà differente dalla sua oltre quel muro, ma si potrebbe chiedere: e se oltre a quel muro ci fosse un altro studio televisivo solo un po' più grande?
C'è sempre una diversa sfaccettatura della realtà e ci si puo' chiedere qualunque cosa, o fare qulunque domanda, se vogliamo impressionare la fervida immaginazione degli spettatori o se vogliamo affascinarli con ipotesi fantastiche e inimmaginabili per i comuni mortali...persino svegliarli dal torpore culturale o ravvivare l'andamento del forum..del resto è questo che deve fare un film: donare stupore ed emozione...oltre il reale...nel fantastico mondo della rappresentazione!

Per un momento di distensione fantastica, oltre lo stress del quotidiano, tutto questo và bene senz'altro...ma per le cose serie, per cio' che è veramente la nostra Vision, direi di attenerci alla piu' probabilstica realtà della scienza...forse anche della più seria filosofia....o no?

Ultima modifica di ulysse : 29-08-2011 alle ore 12.41.26.
ulysse is offline  
Vecchio 29-08-2011, 09.22.44   #28
Il_Dubbio
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Citazione:
Originalmente inviato da ulysse
Cio che leggo a volte in questi forum mi fa sempre più l'impressione della mia gatta che quando le viene l'estro vuole sempre più croccantini, magari la ciotola è piena, ma lei la guarda schifata e ne vuoli altri...inutile dirle che il supermercato ne è pieno e mai finiranno...lei continua a piangere e a guardare in sù verso il sacchetto pieno che tengo in mano e che ancora le verso: che sia angoscia dell'esistenza? delle mura che la delimitano? del sacchetto che và svuotandosi?


Anche questo mondo gattesco è una rappresentazione. Non del gatto ma di chi tenta di comprendere il gatto e il suo mondo.

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Originalmente inviato da ulysse
Lasciamo perdere l'illusione di Truman: gli è che le sue illusioni, i suoi cofini , le sue mura, sono "soltanto" i confini dell'universo psicofisico e non mi paiono così angusti o imposti. Per tale Universo possiamo viaggiare e cercare secondo piacere ed esigenze ad libitum: l'unico limite sono le nostre gambe, cioè la nostra volontà e capacità di impegnarci a viaggiare, cioè a cercare, imparare, capire, fare esperienze...cercare e costruire il nuovo ed il futuro... e c'è chi lo fa per noi!

Truman vive infatti una vita felice...fino a che comprende di essere in una realtà illusoria.
Questo era il senso del mio discorso. Se Truman avesse voluto continuare a vivere una vita felice avrebbe dovuto non accorgersi di vivere nella rappresentazione della sua stessa vita. Oppure, al limite, avrebbe potuto fare lo stesso tuo discorso: fino ad ora ho vissuto una bella vita, perchè rovinarla? Faccio finta di vivere la vera realtà delle cose, tanto nulla mi manca... o come direbbe Leopardi: io nel mio pensier mi fingo
/ e naufragar m’è dolce in questo mare.
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Vecchio 29-08-2011, 14.13.33   #29
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Originalmente inviato da Il_Dubbio
Anche questo mondo gattesco è una rappresentazione. Non del gatto, ma di chi tenta di comprendere il gatto e il suo mondo.

Forse così vuole far creder il film di Truman: il suo fascino sta proprio in questo! Il deus ex machina della illusione e rappresentazione in cui ci troveremmo come marionette a recitare la nostra illusione.
Ma non è Truman che è illuso...egli sa bene che non tutto è illusione nel mondo reale ...siamo noi che egli vuole convincere che il mondo è una illusione rappresentata...che ci vuole convincere che dietro lo schermo ci sono esseri che guardano noi, attori di un film... che guardiamo il film!

Se ci convince, con la storia e con le scene, almeno per il corso del film, è un sucesso enorme per sceneggiatori e regista!

Poichè sembra che la cosa sia presa sul serio, ho creduto opportuno uscire dal supposto mondo illusorio di Truman ed ho voluto contestare e avvertire, com'è mio dovere etico, che non è completamente illusorio il mondo vero che percepiamo, non è rappresentazione e noi non siamo attori di una televisione per esseri più di noi evoluti e dotati.
Non viviamo in uno studio TV attrezzato e circoscritto!
Siamo noi la vera realtà e lo è pure, vero e reale, il mondo che percepiamo in cui siamo immersi!
Lo è, tale mondo, vero e reale semplicemente perchè è il nostro stesso "percepire" che lo rende tale nello stesso istante della percezione anche a migliaia di km di distanza....una sorta di entanglement... insomma!
Non è forse anche la stessa teoria quantistica che sembra suggerire qualcosa del genere?

Non è questo assai piu' strabiliante, arrapante e coinvolgente dell'ipotesi di Truman? ed il bello è che questo sì che è il vero mondo e non ilusione cinematografica comunqunque rappresentazione: nessun set, nessuno studio TV piu' o meno grande: solo praterie aperte e assolate, strade affollate, foreste e savana...leoni e gazzelle nel loro continuo rincorrersi e fuggire: come potrebbe tutto questo essere rappresentazione?!
Citazione:
Truman vive infatti una vita felice...fino a che comprende di essere in una realtà illusoria.
Capita... ai paranoici!...ai bipolari!... alcuni sanno che è illusione, ma sono nel contempo convinti di essere Gesù! in queste illusioni il ricorso a Gesù, a Dio persino, è molto frequente.
Citazione:
Questo era il senso del mio discorso. Se Truman avesse voluto continuare a vivere una vita felice avrebbe dovuto non accorgersi di vivere nella rappresentazione della sua stessa vita. Oppure, al limite, avrebbe potuto fare lo stesso tuo discorso: fino ad ora ho vissuto una bella vita, perchè rovinarla? Faccio finta di vivere la vera realtà delle cose, tanto nulla mi manca... o come direbbe Leopardi: io nel mio pensier mi fingo
/ e naufragar m’è dolce in questo mare.
Avevo capito il senso del tuo discorso: così era il film!
E forse quella del film è una possibilità...molto remota ...credo: il mondo è rappresentazione!...è soloaffascinante fantasia!
Tu non hai capito invece il senso del mio discorso e non sono i versi di Leopardi che mi devi citare..non lo rappresentano...infatti non è che...

io nel mio pensier mi fingo /
e naufragar m’è dolce in questo mare.

Io non ho bisogno di fingere e non resto deluso: il mio mondo è reale...non rappresentazione! la realtà la creo io col mio esserci e col mio percepire...anche se non tutto percepisco: la realtà la creiamo noi tutti...col nostro esserci e percepire: la realtà non è disgiunta da noi e non dobbiamo inseguirla, acciuffarla, legarla a noi...purtroppo, però, dati i tempi e i tagli, non viviamo felici lo stesso...ma questo è un altro discorso.

Ultima modifica di ulysse : 29-08-2011 alle ore 18.42.06.
ulysse is offline  
Vecchio 29-08-2011, 19.06.30   #30
Il_Dubbio
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Riferimento: The Truman Show (l'idea Della Simulazione)

Citazione:
Originalmente inviato da ulysse
Io non ho bisogno di fingere e non resto deluso: il mio mondo è reale...non rappresentazione! la realtà la creo io col mio esserci e col mio percepire...anche se non tutto percepisco: la realtà la creiamo noi tutti...col nostro esserci e percepire: la realtà non è disgiunta da noi e non dobbiamo inseguirla, acciuffarla, legarla a noi...purtroppo, però, dati i tempi e i tagli, non viviamo felici lo stesso...ma questo è un altro discorso.

Hai una strana considerazione della "realtà".

Comunque è vero, uno che "non finge" vive il mondo realmente come è.
Truman infatti non finge, ama per davvero e vuole sul serio bene ai suoi amici e parenti.
Ed è proprio questo lo spettacolo che vivono i telespettatori: godere direttamente della vita di chi vive realmente i suoi affetti... e senza finzioni.
In questa finzione Truman è la sola parte reale, ed è infatti solo lui il protagonista.
Per gli spettatori è quasi una catarsi; Truman rappresenta la loro purificazione dai mali della vita, non solo della noia, ma anche del dolore.
Il_Dubbio is offline  

 



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