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Vecchio 14-02-2012, 06.03.13   #11
arsenio
Ospite abituale
 
Data registrazione: 01-04-2004
Messaggi: 1,006
Riferimento: Codice morale

Citazione:
Originalmente inviato da andre3000
Innanzitutto grazie a tutti voi per aver risposto al mio quesito esprimendo le vostre opinioni a riguardo. Mi è parso di capire che è opinione comune che esistano differenti codici morali, che dipendono direttamente dell'educazione e dal contesto sociale e religioso in cui cresce l'individuo. Ora volevo fare un passo in più, e vorrei soffermarmi solo sulle grandi questioni morali che citava anche arsenio, per esempio eutanasia, aborto, legittimità della guerra o anche diritti delle minoranze a volte discriminate, che siano omosessuali, romanes, extracomunitari, coppie di fatto ecc...
Bisogna ammettere che, su queste questioni, la posizione per esempio di un conservatore con un codice morale ispirato a principi religiosi, è piena di contraddizioni e piuttosto intollerante, dal momento che, per una persona del genere, un comportamento che non è moralmente giusto, non deve essere ammesso per nessuno, neanche per tutti coloro per il quali tale comportamento rispetti i principi morali.
Si fa molta fatica ad accettare una posizione del genere, e francamente non riesco ad immaginare come queste diversità possano accrescere il livello di maturità collettivo. Quello che veramente potrebbe accrescerlo, piuttosto, è la riflessione, continua e attenta; io per esempio partendo dalle mie esigenze ho delineato un codice coomportamentale: voglio vivere una vita ricca di gioia e soddisfazioni, e dal momento che probabilmente è quello che vogliono tutti, è giusto che tutti siano in condizione di poterci provare, quindi a livello del singolo individuo è importante la tolleranza indiscriminata, e a livello di società è fondamentale la tutela dei diritti e delle libertà, anche in questo caso, indiscriminatamente.

Quindi sono d'accordo con aggressor quando afferma che probabilmente è necessario un codice morale condiviso da tutti, basato su questi splendidi principi di tolleranza e di rispetto reciproco, e, giuridicamente, dal rispetto dei diritti e delle libertà delle persone, così splendidamente descritti nella dichiarazione universale dei diritti dell'uomo; ma è evidente che l'umanità non ha ancora raggiunto il livello di maturità tale per cui questa transizione possa avvenire in maniera del tutto spontanea, a causa di limiti di intelligenza e a causa di avidità ed egoismo sempre più diffusi nelle nostre società.

Mi piacerebbe conoscere le vostre opinioni a riguardo, ed eventualmente se pensate che noi, intesi sia come singoli individui che come collettività, dobbiamo responsabilizzarci per capire se e come possiamo cambiare le cose, oppure se siete dell'idea che in questo labirinto di egoismo, avidità e intolleranza, l'importante sia trovare la giusta strada per vivere una buona vita per noi stessi, sempre nel rispetto degli altri, ma senza pensare al resto.

Buona serata a tutti


Competono ai filosofi morali di ogni tempo le riflessioni su “bene” e “male”e si dovrebbe tenerne conto se si dialoga orientati da una filosofia riflessiva e meditata.
Se tiriamo in ballo argomenti teologici per discuterne, si dovrebbe essere informati sulle verità rivelate, dogmi, dilemmi classici, ecc.
Tra l'altro i testi sacri la maggiore fonte etica del popolo,hanno origini incerte e oscure, tra manipolazioni e interpretazioni, ecc. La frase di cui si rendono “credibili” certi teologi è nota: “La Bibbia prescrive il buono e giusto, perché è scritta da Dio e Dio non può sbagliare”: è un errore logico-tautologico eppure ancora proposto in forme meno palesi. Salvo,in pratica, agire in modo anarchico rispetto alle prescrizioni da pulpito, come ora accade e che costituisce uno dei motivi della crisi soprattutto delle gerarchie ecclesiastiche.

Oggi molti concetti etici, di dinamiche sociali, ecc. sono stati revisionati alla luce delle neuroscienze, scoperte genetiche e neuronali, visualizzazione di aree cerebrali, ecc. Per es. i “neuroni specchio”, il libero arbitrio vanificato dal precedere della scelta rispetto all'atto, ecc, come da strumentate ricerche. Difficile non tenerne conto per una discussione critica.
Certe pulsioni come bontà, generosità, empatia, pietà , pare rientrino nell'evoluzione darwiniana. Dopo l'altruismo tra parenti e la reciprocità immediata o differita nello scambio di un vantaggio: qualsiasi tipo di vantaggio. Tutto allo scopo di salvaguardare la sopravvivenza del “gene egoista”, nessun finalismo trascendente.
Sarebbe desolante se avessimo bisogno del controllo di precetti comandati da un Dio per essere “buoni”. La religione è deterrente a far del male o spinge a far del bene? Le statistiche lo smentiscono. Nelle carceri gli atei sono in minoranza. Potrebbe trattarsi di maggior istruzione e cultura.
Negli USA gli Stati di maggior religiosità hanno anche il primato di omicidi, aborti di adolescenti, ecc.
in conclusione la propria “etica” subisce condizionamenti dove rientrano pure istruzione, cultura, famiglia consapevole, critica, democratica, ideologie false dove alla radice ci sono interessi, dogmi oscurantisti o altro ma non il bene del prossimo

Non occorre forse revisionare certi schemi, da sottoporre alle “nuove etiche” adatte per problemi tipici dei nostri tempi? E' sempre e comunque sbagliata l'etica caritatevole dell'eutanasia concessa a un terminale che la implora? Sopprimere un embrione è più grave di far nascere milioni di bambini destinati a morte per fame, malattie e sofferenze?
So che sono discorsi che non fanno presa nei forum dove vi prevale la presenza di chi è stato condizionato da visoni limitanti. Responsabile ne è anche il nostro clima politico culturale, senza alternative per molti. Impossibile far spostare di un millimetro da certe idee radicate, ne abbiamo esempio in alcune discussioni televisive. La conflittualità tra un pensiero rigido, dogmatico a fronte di uno improntato a libera e laica mentalità illuminista è insormontabile,oltre che inutile.
Ci si rende conto che una mente schierata su rigidi riferimenti nulla concede a chi dialoga con una certa libertà di coscienza,di formazione familiare di stampo democratico, con un bagaglio di svariate letture non ultime quelle che recentemente hanno affrontato tali problemi non da univoci punti di vista.
Filosofare è imparare a pensare con la propria testa e non assecondare gli altri, per opportunismi, suggestioni emotive irrazionali, confusione mentale, affezione alle metafisiche, ai trend dell'anarchia spiritualistica, a un oscuro senso di superstizione mai debellato, e che prima o dopo spunta fuori.

Saluti
buon proseguimento
arsenio
arsenio is offline  
Vecchio 18-02-2012, 18.23.34   #12
Giorgiosan
Ospite abituale
 
Data registrazione: 30-09-2004
Messaggi: 2,009
Riferimento: Codice morale

Il concetto di bene morale, le modalità e le norme prossime della moralità si manifestano solo gradualmente sulla base dell'esperienza e della formazione e da queste ricevono il loro carattere di obbligazione.
Su questa coscienza si costruisce nell'essere umano il quadro personale dei valori, quali che siano.

In che senso la norma morale è obbligazione per la persona?

Non certo in forza di autoritarismi esterni di qualsivoglia genere ma per quello stato doloroso che coinvolge aspetti mentali e fisiologici chiamato rimorso della coscienza che segnala, anche, un venir meno a se stessi, un "tradimento" di se stessi.
Le coscienze non possono cercare un punto di mediazione e di compromesso in quanto la coscienza individuale non ne consente alcuno.
Ora, ognuno può parlare propriamente dei suoi fondamenti morali ed è giudicato solo dalla propria coscienza, ma non può giudicare la coscienza altrui.
Anche quando la coscienza morale possa essere detta erronea essa rimane norma per la persona.

L'esperienza esistenziale e la formazione differiscono sempre da individuo ad individuo e in ciascuno influiscono credenze religiose, ideologiche, credenze scientifiche o umanistiche, ecc.: si può dire che non vi è una coscienza identica ad un'altra. Inoltre tutte le coscienze sono in continua evoluzione o involuzione ...a seconda dei punti di vista.
Anche all'interno di ogni eventuale gruppo culturale vi sono differenze fra gli stessi appartenenti al gruppo e però , bisogna dirlo, anche affinità.

Non bisogna poi dimenticare che ogni decisione morale è presa "in situazione" il che da luogo ad una casistica infinita.

Per quanto possa essere desiderabile sono persuaso della difficoltà di accogliere un unico codice morale e la discussione che abbiamo avuto nel forum denuncia differenti punti di vista morali di grande rilevanza, pur nel numero ristretto di partecipanti, e mi conferma nello scetticismo.

Quello che mi sembra praticabile è invece una estrema tolleranza nel giudicare le decisioni altrui che abbiano rilevanza morale.

Ultima modifica di Giorgiosan : 19-02-2012 alle ore 08.26.16.
Giorgiosan is offline  
Vecchio 19-02-2012, 12.18.20   #13
CVC
Ospite abituale
 
Data registrazione: 30-01-2011
Messaggi: 747
Riferimento: Codice morale

Io penso sia di vitale importanza avere un orientamento morale, aperto ad eventuali giustificate revisioni e che rappresenti l'intento dell'uomo di tendere verso al moralità. Come diceva Socrate, è di vitale importanza per l'uomo interrogarsi costantemente sulla propria anima, ma questo interrogarsi costantemente implica il fatto che non si può giungere ad un principio universale e generale sulla morale, se non quello appunto di continuare ad interrogarsi.
Pensare ad un codice morale unico è pericoloso, perchè da questo al pensare che si possa costringere l'umanità con la forza ad agire per il proprio bene, il passo è breve.
Se non c'è libertà di scelta, manca il presupposto per la morale.
Cercare un codice morale potrebbe essere un modo per liberarsi dal dubbio sulla morale, ma togliersi un dubbio su qualcosa significa smettere di pensare a quel qualcosa. Cercare un codice morale è forse un modo per smettere di pensare alla morale, ma il senso della morale può essere proprio, come suggerisce Socrate, nel continuare ad interrogarsi su di essa.
CVC is offline  
Vecchio 19-02-2012, 20.23.57   #14
Aggressor
Ospite abituale
 
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Messaggi: 405
Riferimento: Codice morale

Non posso che consatatare sempre più evidentemente questa condizione paradossale dell'uomo. L'uomo si muove nel reale seguendo ciò che ha imparato mentre cambia se stesso imparando. L'apertura/chiusura verso cui si oscilla constantemente.

Secondo me bisogna fare molta attenzione quando si parla dell'esistenza di questa morale universale e condivisa. Da un punto di vista della definizione del termine morale, si può ravvisare immediatamente l'impossibilità della sua universalità e costanza. La morale è il modo di comportarsi e questo modo di comportarsi può e deve modificarsi a seconda delle situazioni. Esempio: se uccidi qualcuno devi rimanere tutta la vita in carcere; ma tra un po di anni la vita media dell'uomo potrebbe arrivare a 150 anni, allora magari si deciderà che l'ergastolo è un po troppo per un omicidio.


C'è differenza tra negare di raggiungere l'assoluto e negare di potervi tendere. Sappiamo tutti che la perfezione non è di questo mondo, ciò non vuol dire che non si possa cercare di tendervi.
Cioè, dal punto di vista dell'ermeneutica per esempio, è risaputo che non si può comprendere l'altro alla perfezione, ma è anche evidente che si possa tendere verso quella comprensione. E di traduttori ne esistono vari, alcuni più bravi di altri (ovviamente il discorso dell'ermeneutica va ben oltre la semplice traduzione, ma è un buon esempio). Fermarsi al limite dell'incomprensione è effettuare una decostruzione. Non si deve porre l'accento sull'incomprensione o, più in generale, sull'imperfezione. Quello è semplicemente il varco da superare per quanto ce ne troveremo sempre di fronte un altro.
Socrate non hai mai posto l'accento sul fatto che non si possa trovare la verità, ed il suo comportamento è anzitutto la realizzazione della voglia di tendervi.

Per quanto tutti ammettiate di non poter credere in una verità (e qui sono veramente banale) ne state portando evidentemente una...


Effettivamente non esiste una morale universale, perché il bene e il male, come già detto, sono relativi sempre a un particolare punto di vista. Ma non vuol dire che l'umanità un giorno non possa arrivare, per gran parte, a condividere lo stesso punto di vista, anche per costrizione.
Una volta, forse, si poteva lasciare stare un discorso di interazione che oggi, invece, i vari paesi devono affrontare per non soccombere: l'economia è diventata una rete globale.


Alla fine quello che voglio dire e che il mondo si stà già dirigendo verso l'unità, e questa unità coinvolgerà tutti gli aspetti dell'uomo.

Forse in un modo o nell'altro incominceremo ad intenderci, ed allora ci comporteremo di conseguenza, verso una morale condivisa.
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Vecchio 20-02-2012, 14.02.22   #15
CVC
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Riferimento: Codice morale

Forse è proprio la morale ciò che distingue l'uomo dal resto dei viventi, perchè la morale trascende la biologia. Quale altro essere vivente, a parte l'uomo, sente il bisogno di essere buono?
Il principio dell'evoluzione di Darwin è la sopravvivenza del più adatto, e la selezione per la sopravvivenza del più adatto si traduce nella guerra: per il territorio, per il cibo, per accoppiarsi, per difendersi dai nemici, per difendersi dagli agenti atmosferici.
Quale altro essere, a parte l'uomo, può pensare, come Socrate, che a chi è buono non può accadere nulla di male? Nè il leone che insegue la gazzella, nè la gazzella che scappa, o il pesce grande che mangia il pesce piccolo e neanche il pesce piccolo che è mangiato da quello grosso.
Certo l'uomo può credere nell'essere buono perchè si trova al vertice della catena alimentare, ma l'uomo a differenza delle altre specie ha un altro problema da affrontare: la consapevolezza della morte. Forse il desiderio di essere buono e la volontà di prolungare la propria sopravvivenza coincidono. Però ci sono molti atei che danno grande importanza alla morale, e persino i peggiori delinquenti nelle carceri hanno un loro "codice morale" o d'onore.
Perchè l'uomo desidera essere buono? Forse sarebbe più corretto dire che l'uomo desidera sentirsi buono. Forse, come dice Socrate, l'uomo compie il male pensando di fare il bene, ed il male sarebbe solo una questione di ignoranza
Ma gli uomini non sono tutti uguali, non tutti gli uomini desiderano essere buoni. Se esistesse un codice morale alcuni lo userebbero per cercare di essere buoni, altri lo interpreterebbero secondo i propri comodi.
Cos'è quindi che ci spinge al male, l'ignoranza o la volontà?
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Vecchio 23-02-2012, 16.37.29   #16
Aggressor
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Riferimento: Codice morale

Cos'è quindi che ci spinge al male, l'ignoranza o la volontà?


La volontà, che è spesso influenzata dall'ignoranza.

Si possono fare cose per i più svariati motivi; (per esempio) a volte so di fare del male, ma so di non poterne fare a meno (e allora mi sentirò comunque buono, in generale, perché il male l'ho fatto per necessità).
Il codice personale pure è influente sulla volontà, ma lo è, più o meno, come tutte le passioni (Hume afferma che le idee, quindi anche quelle morali, non sono che passioni affievolite, nel senso proprio di sensazioni interne e i neuroscienziati non sembrano dargli torto), ciò che dobbiamo sperare è che si trovi un buon equilibrio tra il comportamento delle persone.

Probabilmente è lo stato sano che deve portare a questo, a ben gestire le passioni e le altre intimità dei soggetti sociali.
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Vecchio 23-02-2012, 21.04.09   #17
ulysse
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Riferimento: Codice morale

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Originalmente inviato da Aggressor
Cos'è quindi che ci spinge al male, l'ignoranza o la volontà?

Ma credo che il male ed il bene non esistano di per sè. Esistono nelle nostra testa cioè nelle nostra cultura...cultura che abbiamo acquisito dall'ambiente famigliare, sociale ed esperienziale in cui siamo vissuti.

Entro certo range la cultura è analoga per popolazioni analoghe...si puo' anche chiamare una "particolare civiltà": la civiltà Assiro-Babilonese, la civiltà degli Inca, ecc...

Anche il senso morale fa parte di tale cultura e divergere per altra cultura, da cui però, per tensioni , stimoli e pulsioni personali possiamo scostarci e tragredire.
Trasgrediamo per soddisfare un nostro immediato desiderio/egoismo o per raggiungere uno scopo per il quale siamo disposti a rischiare anche il pubblico ludibrio.

Possiamo poi sentire angoscia o rimorso per ciò che nelle cultura corrente è chiamato delitto...ma non è detto ...possiamo anche eserne felici: se abbiamo ragiunto lo scopo ce lo godiamo...purchè non si sappia!
ulysse is offline  
Vecchio 27-02-2012, 14.40.25   #18
CVC
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Riferimento: Codice morale

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Originalmente inviato da Aggressor
Cos'è quindi che ci spinge al male, l'ignoranza o la volontà?


La volontà, che è spesso influenzata dall'ignoranza.

Si possono fare cose per i più svariati motivi; (per esempio) a volte so di fare del male, ma so di non poterne fare a meno (e allora mi sentirò comunque buono, in generale, perché il male l'ho fatto per necessità).
Il codice personale pure è influente sulla volontà, ma lo è, più o meno, come tutte le passioni (Hume afferma che le idee, quindi anche quelle morali, non sono che passioni affievolite, nel senso proprio di sensazioni interne e i neuroscienziati non sembrano dargli torto), ciò che dobbiamo sperare è che si trovi un buon equilibrio tra il comportamento delle persone.

Probabilmente è lo stato sano che deve portare a questo, a ben gestire le passioni e le altre intimità dei soggetti sociali.
Non so molto di Hume, ma mi pare ch'ègli ponga molto l'accento sulla percezione. Riguardo alla morale non credo si possa inquadrare il discorso dal punto di vista della percezione, perchè se io ho un orientamento morale, questo deve essere comprensibile ed io devo essere in grado di spiegarlo e dimostrarlo a chiunque. Non ha senso che io abbia un orientamento morale che io solo posso essere in grado comprendere. Posso essere l'unico a pensarla in un dato modo, ma devo comunque essere in grado di spiegare il mio punto di vista e di dimostrarlo ad altri oltre che a me stesso.
E' difficile se non quasi impossibile spiegare le proprie percezioni agli altri (non è forse quel che tantano di fare i poeti?), e la morale è un tema troppo importante per rischiare di cadere nel labirinto delle percezioni.


Stando anche al principio degli indiscernibili, se non c'è modo di distinguere due enti (passioni e idee in questo caso), essi sono la stessa cosa. Mi pare ci siano abbondanza di argomenti per distinguere le idee dalle passioni (seppure affievolite). Non concordo quindi sul fatto che le idee siano passioni affievolite.
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Vecchio 27-02-2012, 16.08.09   #19
mioara_elena62
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Messaggi: 22
Riferimento: Codice morale

Citazione:
Originalmente inviato da andre3000
Buongiorno a tutti, apro questa discussione per avere le vostre opinioni relativamente ad alcune questioni legate al significato di CODICE MORALE sulle quali mi interrogo da diverso tempo.

L’oggetto del mio viaggio mentale fondamentalmente è capire, spero anche grazie alle opinioni e considerazioni di chi avrà voglia e piacere di dirmi la sua, se è possibile contestualizzare il concetto di Codice Morale, se si basa su principi oggettivi o eventualmente anche soggettivi, se può esserci spazio per interpretazioni.

Qualche giorno fa stavo seguendo il programma di Corrado Augias su Rai Tre 'Le storie', il tema della puntata era la morte, come affrontare quella di persone care e il diritto di decidere della propria, cioè come e quando morire. Durante la puntata, tra le altre cose ,hanno parlato di codice morale e di stato etico e, su questo punto, Augias ha espresso la sua opinione, dicendo che la massima espressione di democrazia e libertà in uno stato etico si può avere soltanto se lo stesso stato non ha un codice morale univoco e assolutistico.

Ho provato a cercare risposte alle mie domande nella dottrina umanista, che mette al centro la dignità dei diritti dell’uomo, il che mi ha portato a pensare che su tutti le grandi questioni morali il comportamento corretto, che quindi si può dire rispetti un codice morale, è un comportamento che non rechi danno agli altri. Quindi sono arrivato ad una prima conclusione: dal momento che,sulle grandi questioni morali, non possono esserci 2 o più comportamenti che non recano danno ad una o più persone, ma esiste soltanto un comportamento socialmente corretto, allora di codice morale ne può esistere soltanto uno, uguale per tutti.

Poi volendo concretizzare il concetto, ho provato ad applicarlo su un tema sensibile della nostra società, ovvero la possibilità per una coppia omosessuale di adottare bambini.

Io sono assolutamente a favore, ma ci sono persone che sono convinte che l'omogenitorialità rispetto alla genitorialità eterosessuale abbia dei limiti che si ripercuotono negativamente nel bambino, perchè la figura paterna e la figura materna sono fondamentali, ognuna in modo diverso, ai fini dell’educazione completa della persona.

Queste persone credono quindi che l'omogenitorialità comporti dei danni al bambino e un'educazione molto limitata; quindi creando un danno il comportamento socialmente corretto probabilmente è non concedere questa possibilità (sempre secondo il loro pensiero).

Questo era solo un esempio per arrivare alla conclusione e per ricondurre il tutto ad una domanda, per quanto possibile:

di codice morale ne esiste uno solo, universale, e deve necessariamente valere per tutti dal momento che scaturisce direttamente dal rispetto dei diritti universali dell’uomo, oppure ne esistono diversi, in base ai differenti contesti sociali e religiosi in cui cresce l'individuo.


Grazie a tutti e buona giornata
Ciao! Il codice della morale(ciò che contribuisce alla sopravvivenza) sta nel nostro DNA o detto con le mie parole, nella MENTE. Perciò, un comportamento dettermina una reazione in organismo, che può rafforzzare la forza vitale(che corrisponde ad un rillassamento del dna), o indebollire la forza vitale(contrazzione del dna). Avendo questa consapevolezza, se "guardo" il fatto che una coppia gay non può diventare ufficialmente una famiglia o che non abbia il diritto di addottare un bambino, penso: può essere distruttivo per la sopravvivenza? non trovo! Può minnacciare la vita, la famiglia? impossibile! Queste risposte appartengono ad un essere eterosessuale con 4 figlie, che ha pratticato (fortemente sentito) la religione cattolica. Allora, il codice morale in questione, ha origine nella religione, che pretende di diffendere la sacralità della famiglia, andando contro la sacralità della vita. Unico nostro problema è la CONSAPEVOLEZZA...quella che ci fa vedere, sentire(e qua ricordo certe parole di Gesù)... e capire. L'unico cambiamento(revoluzione) può avvenire dentro di noi... Un abbraccio.
mioara_elena62 is offline  
Vecchio 27-02-2012, 21.05.04   #20
Giorgiosan
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Riferimento: Codice morale

Citazione:
Originalmente inviato da andre3000
..... io per esempio partendo dalle mie esigenze ho delineato un codice coomportamentale: voglio vivere una vita ricca di gioia e soddisfazioni, e dal momento che probabilmente è quello che vogliono tutti, è giusto che tutti siano in condizione di poterci provare,

Il fine delle tue azioni morali è la felicità e dici che la felicità è il fine di ognuno e lo condivido.
Hai fatto entrare il fine nel discorso morale che resterebbe privo di senso senza questo elemento perchè ogni azione, e quindi anche le azioni con rilevanza morale, tendono ad uno scopo.
E' lapalissiano affermare che ogni azione (e quindi anche quelle con rilevanza morale" è messa in atto per una finalità.

L'eudemonismo, nella sua forma classica fa riferimento per lo più, a Socrate. Nell'Eutidemo enuncia questo "postulato" in forma interrogativa:
"Non è forse vero che noi uomini (esseri umani) desideriamo essere felici?"

Per i filosofi greci (non solo per Socrate) vita morale e felicità coincidono.
Poi l'eudemonismo, si è differenziato nell'utilitarismo, ecc. .
Solo fermandosi a queste concezioni morali, che sono due delle tante, i sistemi morali che li sottendono sono diversi, senza tener conto, altrimenti entriamo in un mare magnum, dei singoli filosofi che hanno espresso un dottrina morale peculiare.
Si differenziano e ci differenziano inevitabilmente perchè ognuno concepisce la felicità a proprio modo, come è naturale e fuori discussione, e concepisce in maniera diversa anche la prassi necessaria a raggiungerla.
Molto probabilmente ciò che ti rende felice non è la stessa cosa che rende felice me ... e le azioni morali per conseguire la felicità non sono sicuramente le stesse per me, per te e per altri.
Le critiche che tu rivolgi a categorie delle quali vuoi giudicare la presunta morale "generale", usando etichette convenzionali, nella realtà sono sempre coscienze individuali, sono persone che nella loro esistenza fanno esperienza del dolore, che vivono in una parola.
E tu pensi che sia rispettoso della loro coscienza, rispettoso della loro esperienza che non conosci, rispettoso della loro ragione morale, esporli a disprezzo?
Non è, mi sembra, una buona attitudine rispetto a quella tolleranza a cui dici tutti dovrebbero aspirare.
La coscienza individuale è un "luogo"nel quale la persona esprime la sua inconfondibile "essenzialità", ove esprime quello che è, che non può esser soggetto a generalizzazioni. La coscienza individuale è un mistero agli altri e, lasciamelo dire, un "luogo" dove a nessuno è concesso ficcare il naso.

Altro paio di maniche è la legge alla quale tutti sono soggetti. Nel sistema democratico reale la costituzione e promulagazione si attua nei modi che conosciamo. Il consenso alle leggi trae origine remotamente dal proprio sistema morale. Il consenso poi si rende efficace attraverso i partiti,che in qualche modo rappresentano i diversi punti di vista morali e politici.

E' legittimo, o perlomeno è democratico, e fino ad oggi non sembrano esserci sistemi meno-peggio, che quelli che condividono determinati punti di vista li esprimano secondo i dettami della Costituzione, quale è oggi, non quale potrebbe essere domani.
Le leggi, per farla breve si votano in parlamento e sono promulgate se raccolgono una maggioranza semplice o qualificata, a seconda dei casi.

I cattolici, gli atei parimenti, gli anarchici, i marxisti, i liberisti, i laicisti e chi più ne ha più ne metta, sono legittimati a proporre il loro ideale civile e sociale.

La questione dell'eutanasia moralmente riguarda le singole coscienze e civilmente riguarda la legge dello Stato.
Quando ci sarà una maggioranza che come in Olanda ed in altri paesi farà approvare una legge che renderà l'eutanasia praticabile, allora lo diventerà.
La legge non potrà mai cambiare quella coscienza che lo ritiengono un atto immorale.
Così pure l'aborto, e tutte le altre questioni.

Per quanto riguarda il prendere parte ad una guerra bisognerà vedere di quale guerra si tratti ... perchè ci sono state anche guerre giuste, l'ultima di queste è quella condotta contro il nazismo... dipende dalle circostanze storiche e dalle motivazioni.
Guerre giuste o ingiuste il giudizio morale spetta sempre alla coscienza individuale con il comportamento che ne deriva quando uno è fedele al proprio "codice".

Per quanto mi riguarda e che potrebbe valere anche solo per me, l'unico comportamento morale è quello conforme alla propria coscienza e l'unico immorale è quello che agisce difformemente alla propria coscienza.

Ogni unità è difficile proprio perchè è autentica solo se tiene insieme le differenze

Ultima modifica di Giorgiosan : 28-02-2012 alle ore 10.07.06.
Giorgiosan is offline  

 



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