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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 06-03-2013, 15.21.05   #11
Giorgiosan
Ospite abituale
 
Data registrazione: 30-09-2004
Messaggi: 2,009
Riferimento: Essere filosofi

Citazione:
Originalmente inviato da QantonioQ
Con Socrate ha inizio la dialettica. Socrate "scende" al Pireo e la filosofia si abbassa ad essere dialettica. Ma la filosofia al massimo è dialogo di maestro e discente, è sinousia (amicizia), non è dialettica, la dialettica è dei sofisti, della retorica sofistica e in Socrate c'èra molto della retorica. Riguardo gli svantaggiati, non è la dialettica ad aiutarli. La parola di Gesù Cristo non è dialettica, è Logos. Oggi la cosa che può aiutarli è la Tecnica nel senso greco, la tecnica della economia e della politica. Secondo me il filosofo non deve scendere, ma solo salire. Ma è una mia opinione. Un saluto e un ringraziamento.

Post breve e solido, verità e buonsenso, cioè sapienza.

Purtroppo esistono anche i cattivi maestri che confondono le menti, insegnano vuota retorica e sofismi.

La filosofia non può essere fine a se stessa come uno sport (filosofia sportiva ) ma come ogni attività dell'essere umano tesa al proprio bene, che se è tale, è sempre anche bene del nostro prossimo.

Ultima modifica di Giorgiosan : 06-03-2013 alle ore 16.16.18.
Giorgiosan is offline  
Vecchio 07-03-2013, 09.36.43   #12
QantonioQ
Ospite
 
Data registrazione: 14-02-2013
Messaggi: 29
Riferimento: Essere filosofi

Citazione:
Originalmente inviato da Giorgiosan
Post breve e solido, verità e buonsenso, cioè sapienza.

Purtroppo esistono anche i cattivi maestri che confondono le menti, insegnano vuota retorica e sofismi.

La filosofia non può essere fine a se stessa come uno sport (filosofia sportiva ) ma come ogni attività dell'essere umano tesa al proprio bene, che se è tale, è sempre anche bene del nostro prossimo.

Sui "cattivi maestri"
Scrive Hegel a proposito dei presocratici: "Aristotele è la fonte più ricca (...) Egli è tanto filosofo quanto erudito. Possiamo quindi affidarci a lui. Per la filosofia greca non c'è nulla di meglio che rimetterci al primo libro della sua Metafisica" (citato da Heidegger, Il detto di Anassimandro).
Affidarsi dunque a un predecessore-filosofo sia sulla base della sua grandezza, sia sulla base della nostra empatia verso di lui. Non credo ci sia altra via. Noi filosofi ci teniamo lontani dai cattivi maestri in questo modo.
QantonioQ is offline  
Vecchio 07-03-2013, 19.25.06   #13
Giorgiosan
Ospite abituale
 
Data registrazione: 30-09-2004
Messaggi: 2,009
Citazione:
Originalmente inviato da QantonioQ
Sui "cattivi maestri"
Scrive Hegel a proposito dei presocratici: "Aristotele è la fonte più ricca (...) Egli è tanto filosofo quanto erudito. Possiamo quindi affidarci a lui. Per la filosofia greca non c'è nulla di meglio che rimetterci al primo libro della sua Metafisica" (citato da Heidegger, Il detto di Anassimandro).
Affidarsi dunque a un predecessore-filosofo sia sulla base della sua grandezza, sia sulla base della nostra empatia verso di lui. Non credo ci sia altra via. Noi filosofi ci teniamo lontani dai cattivi maestri in questo modo.

Forse ce ne un altro: quello di misurare tutto guardando a quel predecessore-Filosofo che ha insegnato e sparso molta sapienza e che hai citato nel tuo post precedente.

Citazione:
Originalmente inviato da 0xdeadbeef
@ QantioQ
Ma cos'altro è la Tecnica se non uno strumento; uno strumento atto a dirigere efficacemente una attività
qualsiasi? E come può la Tecnica aiutare gli svantaggiati se non pre-supponiamo questa attività qualsiasi
come una attività volta, appunto, ad aiutarli?
Vedi forse, nella contemporaneità, che questo presupposto coincide con quello da me descritto? Io vedo piuttosto
un presupposto dato ideologicamente: l'utile individuale. Ed a esso vedo rivolta la Tecnica, come strumento
atto a dirigere efficacemente, cioè razionalmente, l'umana attività. Ma è una efficacia, una razionalità,
appunto volta a-prioristicamente a quel fine.
Io mi chiedo se davvero si voglia aiutare gli svantaggiati, e ne dubito. Una società così competitiva, e
nella quale il "merito" si misura ormai solo in base alla capacità di accumulare potere e ricchezza, non può non considerare gli svantaggiati che come coloro che de-meritano; e quindi come coloro che, tutto sommato, meritano la posizione che occupano nella "scala sociale".
In una società che ha ormai completamente perso il criterio dell'eguaglianza (anche i cristiani, a mio avviso, vi hanno gravissime colpe), non resta appunto che l'elemosina; quella specie di schizzinosa compassione che il ricco ha nei confronti del povero: spesso null'altro che un tozzo di pane gettato affinchè il povero resti lontano dal mondo di coloro che "meritano".
un saluto

Dal momento che non siamo in un confessionale intervengo anch'io, ed esprimo la mia opinione ... per conversazioni private ci sono i pm.


L’utile individuale non è una ideologia, è un irriducibile diritto. La sua soppressione, che non può essere ottenuta se non comprimendo gli esseri umani con la forza, è una ideologia che ha provocato al genere umano più sofferenze di quelle provocate dal nazismo, ed anche compresso con la violenza riesce a fuoruscire, clandestinamente, sempre.

La competizione è altrettanto connaturata all’essere umano ed è anche un diritto radicale, la sua soppressione non può essere che un vano, temporaneo e utopico tentativo.

E si può vedere anche nella piccola esperienza di questo forum, la competizione c’è e come: ognuno cerca di espandere il più possibile le proprie idee pur essendo ognuno, lo spero, consapevole del limite delle proprie idee e lo fa per avere un utile individuale rappresentato dal prestigio o dall’auto-gratificazione ecc. ecc. Tutti agiscono sempre per un utile individuale e sempre in una qualche competizione con gli altri ed è giusto che sia così.

L’egualitarismo è una ideologia cieca che non riesce a rendersi conto dellla realtà e/o accettarla: non c’è persona identica all’altra ed ognuna ha il diritto di essere diversa dagli altri.

C’è un merito anche nel sapere produrre ricchezza senza la quale non è possibile nemmeno la sua equa distribuzione.

Il punto cruciale sta nell’evoluzione della coscienza morale, che può imporre di mettere i propri talenti a servizio del prossimo, di soccorrere con le proprie ricchezze i bisognosi ma non sarà certo una volontà politica, autoritaria e ideologica a farla evolvere.

Va da sé che questa è la mia opinione e non vuole essere una affermazione che pretenda di essere oggettiva.

Dal momento, poi, che anch’io sono un cristiano vorrei che tu argomentassi quali responsabilità gravissime ha il cristianesimo.

Ultima modifica di Giorgiosan : 08-03-2013 alle ore 07.45.55.
Giorgiosan is offline  
Vecchio 14-03-2013, 19.39.57   #14
Tornelius83
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Data registrazione: 06-03-2013
Messaggi: 7
Riferimento: Essere filosofi

Mi sono piaciute le vostre riflessioni. Quando andavo a scuola filosofia era la mia materia preferita e tutt'ora ne sono rimasto cultore. Non sono un gran filosofo, comunque nel mio piccolo penso che la filosofia sia un potente mezzo per avvicinarsi alla verità. Siamo tutti filosofi perchè tutti andiamo in giro a cercare la verità. Penso anche che alcuni veramente arrivano a trovarla, però sono pochi.
Tornelius83 is offline  
Vecchio 19-09-2013, 13.25.30   #15
Koirè
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Data registrazione: 26-12-2012
Messaggi: 111
Riferimento: Essere filosofi

Citazione:
Originalmente inviato da QantonioQ
Essere filosofi vuol dire essere come Talete nel dialogo Teeteto. Di questo esempio platonico si è colto il lato divertente della storiella (la caduta di Talete, il riso della serva tracia), invece bisogna proseguire nella lettura. Allora veniamo a sapere che il filosofo è estraneo alla città, vi sta solo col corpo e non con l'anima, non segue l'attualità e ciò che per i suoi contemporanei è importante non lo è per lui. Egli sta lontano dai luoghi della cosiddetta democrazia, cioè della politica. Egli si impegna in politica solo in momenti ecceziaonali (vedi i viaggi di Platone a Siracusa).
Insomma è necessario un distacco dal presente e un porre mente a ciò che è degno d'essere pensato.
Cosa ne pensate, forumisti filosofi? Sono cambiate le cose per la filosofia dai tempi di Talete e Paltone?
Un buon giorno a tutti e un saluto

CON CHE BASI POSSIAMO DEFINIRCI FILOSOFI?magari solo perchè si usano termini arcani..riferimenti e collegamenti che, a volte ,non stanno nè in cielo nè in Terra confondendo il lettore che vorrebbe sapere,ma è impossibile capire...ma non perchè è ignorante...ma oserei dire son ignoranti chi si crede filosofo solo perche usa un linguaggio capibile a lui e pochi altri.Per me essere filosofi vuol dire solo cercare di capire cose che appaiono imperscrutabili,avere la curiosità di andare a fondo ad argomenti di vario tipo...ed avere delle proprie teorie.Ora vi dico una cosa:l'altro giorno ho visto una signora osservare con cura un albero fiorito x poi accarezzare le foglie.Fatto ciò se ne andata sorridendo.Bè ho pensato:questa sì è una filosofa!!!!!ha capito tutto!!!!!
Un saluto.

Koirè is offline  

 



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