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Vecchio 07-04-2013, 23.58.56   #31
Tempo2011
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Riferimento: Re: Riferimento: Re: La vittoria dell'effimero.

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arsenio

Si tratta sempre di un contrasto tra autonomia critica e culturale plasmata dalla nostra storia personale: valori familiari, istruzione, inclinazioni, incontri con persone significative, suggestioni da stili, orientamenti,visioni di vita del periodo storico in cui siamo vissuti.
Sottoscrivo questo passaggio, perché la sommatoria riconduce a quel grado culturale accennato in precedenza. In definitiva, però, poiché globalmente l'industria dell'effimero ha un bilancio di svariati miliardi di euro che, alcune volte, superano quello degli stessi stati, probabilmente la sua ricerca da parte dell'individuo avrà le sue profonde ragioni che ho cercato di individuare, come mi sembra tu abbia confermato, in quell'effetto lenitivo alla fatica del vivere, sia sotto un profilo fisico sia emotivo. Se le cose stessero in questo modo però, non mi sentirei di condividere l'appoggio che i mas media gli conferisce, e che servirebbe solo a cristallizzare abitudini dettate per lenire la sofferenza per vivere la vita, mettendo in secondo piano tutto il resto. Sono state proprio queste evidenti preferenze tra Rita Levi Montalcini: la scienziata, e Mariangela Melato, l’attrice, che mi hanno fatto riflettere e aprire questo thread. Perciò, una presa di posizione ben precisa degli organi d’informazione esiste, e la possiamo toccare con mano tutti i giorni. Sinceramente, non so quanto sia giusta nei confronti di chi è dovuto ricorrere all'effimero solo per riuscire a sopportare la vita toccatagli in sorte, non per libera scelta. Nella pratica, dandogli più importanza visiva, è un incitamento a continuare su quella strada e basta.
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Vecchio 09-04-2013, 16.59.33   #32
arsenio
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Riferimento: Re: Riferimento: Re: La vittoria dell'effimero.

Citazione:
Originalmente inviato da Tempo2011
Sottoscrivo questo passaggio, perché la sommatoria riconduce a quel grado culturale accennato in precedenza. In definitiva, però, poiché globalmente l'industria dell'effimero ha un bilancio di svariati miliardi di euro che, alcune volte, superano quello degli stessi stati, probabilmente la sua ricerca da parte dell'individuo avrà le sue profonde ragioni che ho cercato di individuare, come mi sembra tu abbia confermato, in quell'effetto lenitivo alla fatica del vivere, sia sotto un profilo fisico sia emotivo. Se le cose stessero in questo modo però, non mi sentirei di condividere l'appoggio che i mas media gli conferisce, e che servirebbe solo a cristallizzare abitudini dettate per lenire la sofferenza per vivere la vita, mettendo in secondo piano tutto il resto. Sono state proprio queste evidenti preferenze tra Rita Levi Montalcini: la scienziata, e Mariangela Melato, l’attrice, che mi hanno fatto riflettere e aprire questo thread. Perciò, una presa di posizione ben precisa degli organi d’informazione esiste, e la possiamo toccare con mano tutti i giorni. Sinceramente, non so quanto sia giusta nei confronti di chi è dovuto ricorrere all'effimero solo per riuscire a sopportare la vita toccatagli in sorte, non per libera scelta. Nella pratica, dandogli più importanza visiva, è un incitamento a continuare su quella strada e basta.



Mi pare che siamo usciti dal tema che tu stesso hai proposto,
da inquadrare in un fenomeno recente: l'uomo postmoderno e tecnologizzato e la sua prevalente adesione al nuovo effimero:

la civiltà dell'immagine che sostituisce la fruizione diretta della realtà ,del vivo paesaggio, ecc. del pigro copia-incolla che evita letture accurate e sintesi; la parola vuota di un parlato digitato in tastiere, la sostituzione frenetica di oggetti tecnologici già superati dopo breve tempo, un contesto che promuove personaggi vacui ma visibili, onnipresenti, che ben impersonano la disaffezione attuale al pensiero critico e profondo, assieme alla denigrazione delle menti eccelse, che disturbano perché lungimiranti e critici verso queste sottoculture.

Il destino culturale non è detto dipenda da iniziali condizioni di disagio economico, che fanno partire già svantaggiati, in quanto, è pur vero che si matura e s'invecchia con lo stile con cui si ha vissuto fin da giovani.

Certi noti uomini di cultura non provennero da famiglie ricche, ma da una casa dove esisteva una biblioteca che stimolò la loro curiosità, da genitori con funzione d'esempio, visti sempre con un quotidiano, un libro in mano, pronti a spiegazioni democratiche ecc. Oggi tali genitori sono rarissimi.
Viceversa anche i bambini di ricchi top manager passano fin dai tre, quattro anni, diverse ore davanti ai cartoni TV.

Il problema che sollevi merita un altro eventuale 3d:
il dramma dell'uomo che nell'attesa della morte escogita riempitivi e palliativi compensatori a una realtà difficile da sopportare, è eterno, traversale a ogni classe sociale, ognuno a propria misura. Di tale fuga dalla realtà ci parla Freud in modo mirabile nel saggio “Il disagio della civiltà” del '29.

Sempre si adottano strategie per contrastare fastidi quotidiani, conflitti, angosce. Oggi soprattutto con un enorme consumo di ansiolitici e antidepressivi, con alcol già assunto a 12 anni, specie nelle movide notturne e simili, in tutte le città; con stupefacenti e droghe leggere, anche in questo caso si tratta di ragazzi che hanno ampie scelte di comportamenti, denaro, famiglie agiate,oltre certamente gli svantaggiati che cercano lo sballo con poca disponibilità di soldi.

Il gioco d'azzardo, le slot -machine, il gratta e vinci dilaga tra le classi più povere ( pensionati sociali, assistiti da enti)fenomeno molto noto in caso di default economico. Sono le uniche attività che lavorano.
C'è chi si rifugia nella fede religiosa,chi in forme di eremitaggio, in discipline dell'importata new age.
Le connessioni a Internet, lo stare attaccati ai cellulari, non solleva stati psico-fisici, anzi, tali dipendenze li possono aggravare.

arsenio
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Vecchio 11-04-2013, 22.39.16   #33
Tempo2011
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Riferimento: Re: Riferimento: Re: La vittoria dell'effimero.

Citazione:
arsenio

Il problema che sollevi merita un altro eventuale 3d:
il dramma dell'uomo che nell'attesa della morte escogita riempitivi e palliativi compensatori a una realtà difficile da sopportare, è eterno, traversale a ogni classe sociale, ognuno a propria misura. Di tale fuga dalla realtà ci parla Freud in modo mirabile nel saggio “Il disagio della civiltà” del '29.

Sempre si adottano strategie per contrastare fastidi quotidiani, conflitti, angosce. Oggi soprattutto con un enorme consumo di ansiolitici e antidepressivi, con alcol già assunto a 12 anni, specie nelle movide notturne e simili, in tutte le città; con stupefacenti e droghe leggere, anche in questo caso si tratta di ragazzi che hanno ampie scelte di comportamenti, denaro, famiglie agiate,oltre certamente gli svantaggiati che cercano lo sballo con poca disponibilità di soldi.
Caro arsenio; la tua pregevole e articolata disamina, di cui ho estrapolato alcuni passi, mostra due punti focali; ovvero: l'esistenza del disagio e i rimedi sempre più complessi per lenirlo. Forse sarà per questo che la gente non guarda a spese per viverlo. In ogni caso, se le cose stessero in questo modo, non conoscendo altri sistemi per attutire il grido di dolore proveniente della vita, ben venga l'effimero, il superfluo ecc. In ogni modo questo non ci deve impedire di trovare sistemi e contenuti che vadano alla radice del problema esistenziale, al fine di arrivare al senso della vita e, finalmente, abbandonare i surrogati della vita. Per altro, anche se non comprendo da che cosa provenga la sensazione che sto vivendo, credo che una sorta di “superfluo terapeutico” rimarrà a far parte dell’esistenza umana, come se fosse una sorta di bilancia equilibratrice, facente parte del sistema uomo. Insomma: l’effimero fa parte dell’impasto e non va eliminato, ma solo equilibrato dandogli il giusto valore; come se la vita composta di sola serietà fosse troppo...seria; oppure, l'aridità della materia deve essere resa viva dalla fantasia dell'uomo e della donna. In questo caso sarebbe la fantasia la chiave di lettura della vita?

Ultima modifica di Tempo2011 : 12-04-2013 alle ore 22.24.13.
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