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Vecchio 21-04-2013, 14.04.51   #21
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Riferimento: Quanto è "giusto" avere figli (soprattutto perché li si fanno per stessi)

Citazione:
Originalmente inviato da Tempo2011
Quest’autore, di cui non ricordo il nome, ma potrei rintracciarlo, afferma che: poiché l'universo è formato da un processo termico e come tutti i processi termici sarebbe destinato a esaurirsi, la materia ha creato miliardi d’intelligenze in milioni di galassie, affinché potessero alimentarlo allo stesso modo di come potremmo alimentare il caminetto di casa nostra. Descritto in questo modo, il nostro scopo sarebbe abbastanza inusitato e lo definirei una forzatura improponibile, mentre leggendo le motivazioni che hanno portato l'autore a queste conclusioni, fanno riflettere sul fatto che: non possa esistere nessun altro scopo se non quello della solidarietà utilitaristica verso la materia e quindi verso noi stessi. Ovvero: l'universo ha creato, tramite l'uomo, il pensiero e l'intelligenza per operare in tal senso.
Sinceramente non so se ora, questo fantasioso autore sia ricoverato in manicomio, sta di fatto che lui lancia una grande sfida al mondo scientifico, religioso e filosofico, affermando di trovare le ipotesi che possono sbugiardare le sue tesi. Sono passati otto anni dalla sua pubblicazione ma nessuno ancora sembra vi sia riuscito.

Caro tempo 2011, non ricordo in quale discussione, ma avevi già citato questo libro, che per quanto appaia utopica l’idea, non è nemmeno poi tanto banale, ad ogni modo, anche qualora lo scopo ultimo fosse questo, rimane fine se stesso, uno scopo misero se dovessi giudicarlo in quanto essere (uomo), ma d’altra parte non ho mai pensato che la verità assoluta debba essere qualcosa di “alto”, molto meglio la sua ricerca. Non comprendo però la sua sfida all’ambiente accademico, religioso e alla comunità scientifica: potremmo tutti noi spararla grossa per essere smentiti tra cinque secoli ma a quel punto non mi potrà importare granchè, inoltre nel mio scetticismo scientifico, non so fin dove possa spingersi la scienza così come la tecnica.

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Vecchio 21-04-2013, 15.15.12   #22
boh
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Riferimento: Quanto è "giusto" avere figli (soprattutto perché li si fanno per stessi)

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Originalmente inviato da Soren
trovo che se le persone prima si sistemassero con sé stesse anziché con qualcun'altro la felicità e la sua aspettativa per le generazioni future potrebbe rendere del tutto accettabile avere figli con cui condividere una ricchezza - spirituale prima che tutto il resto. Ma in un mondo dove il conflitto sociale è così elevato come il nostro, dove la maggior parte degli ambienti è insicuro e la gente si ferisce a vicenda senza motivo migliore della propria cattiveria a volte, mi è difficile pensare che un figlio possa essere una scelta dettata dall'amore

Ergo nella maggior parte dei casi probabilmente c'è una certa ignoranza delle conseguenze e conseguente impreparazione a queste alla base della scelta. In tal caso davvero bisognerebbe, in una situazione di vita sfavorevole, imparare a vedere il bambino anche nel proprio genitore e perdonare questo "errore" - per quanto esso possa essere effettivamente tale.


Quello è un gran punto! (il primo). Stare bene con se stessi! Come spesso mi accade in questi casi, quando ho troppo da dire, mi blocco e non so da dove iniziare... Per ora ti dico solo che lo quoto al 110,1675%!

Bello anche il secondo, quando dici di "perdonare". Che poi dovrebbe pure esser un perdonare se stessi. Forse entrambe le cose insieme, senza dare particolare rilevanza. Come minimo non bisognerebbe incolpare di nulla, perché infondo è proprio ignoranza che porta ad averne, se non si è consapevoli; insomma, se si pensa di avere nel migliore delle ipotesi un "cane parlante", e che quindi non richiede particolare cura...
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Vecchio 21-04-2013, 15.30.20   #23
boh
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Riferimento: Quanto è "giusto" avere figli (soprattutto perché li si fanno per stessi)

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Originalmente inviato da naruto

Con il termine inutilità non intendo propriamente il suo significato più intuitivo,ossia il mero ciclo vitale di un singolo individuo,che nasce cresce e muore,conferendo lo status di assoluta insensatezza a qualsiasi sua azione.La estendo piuttosto a tutto il percorso che l'esistenza(anche degli oggetti,non solo delle forme di vita) ha compiuto nel corso della storia dell'universo.Questo percorso infatti,non ha un fine,nè un progetto concreto,o meglio ha come unico scopo quello di "autogestirsi" per preservare la sua esistenza,che di per sè non porta a niente di preciso. A rigor di logica,asserire che la vita,o meglio l'esistenza,sia inutile,è giusto, non ho nulla da ridire.


Per quanto riguarda la sofferenza,credo che sia un argomento che si possa collocare nell'ambito delle questioni puramente soggettive.Tornando dunque alla dimensione umana (l'essere umano è il più predisposto a provare sofferenza), affermo con Nietzsche che il fatto che la sofferenza faccia male non costituisce di per sè un argomento contro di essa,giacchè essa è necessaria per la preservazione della specie in prima istanza,ma anche per la conduzione di una vita giusta e sana(detto in maniera molto sintetica e brutale).Se si è d'accordo con una tale visione,la consapevolezza della probabile sofferenza di un futuro figlio non dovrà più esser di freno alla procreazione dello stesso.


Ora,starai sicuramente pensando che ciò che ho appena scritto sia in realtà profondamente incoerente,poichè pur avendo posto che la sofferenza non sia da considerarsi come un impendimento alla procreazione,rimane comunque lo status di inutilità dell'esistenza,che di per sè è più che sufficiente a rendere la generazione della prole insensata.Ma chi ha detto che una volta scoperta questa inutilità dai sapori quasi metafisici,dobbiamo necessariamente rassegnarci e cessare di esistere? Anche in questo caso,la questione si riduce a una dimensione puramente soggettiva.Concludendo con spirito Schopenhaueriano,visto che ci siamo,anche se non abbiamo chiesto noi di nascere,cerchiamo almeno di non fare troppe pazzie e trascorrere l'esistenza in maniera saggia,senza che il pensiero dell'inutilità della vita ci influenzi troppo.E' ovvio che per fare ciò si deve disporre dei mezzi intellettivi adeguati,che ci mettano al riparo da sofferenze incontrollate e da conduzioni di vita errate e grossolane.Considerando ciò,il genitore è automaticamente investito di una grande risponsabilità nei confronti del figlio:impegnarsi con tutti i suoi mezzi alla sua formazione,e dotarlo di strumenti intellettivi adeguati a questo scopo. Bisogna in questo senso non insegnare ai figli cosa pensare,ma come pensare.


Sul primo punto non ho granché da ridire, dato che è praticamente un tuo appoggio a ciò che ho scritto. Anche se l'hai in realtà spiegato meglio che me: non porta a nulla di preciso in quanto si potrebbe riassumere tutto, dall'insettucolo della guyana che vive 1 minuto o nasce morto, al sistema solare più lontano da noi, sotto una parola: autoconservazione.
"Embè? che mi frega a me?" - disse l'uomo di poche parole. Siamo qui solo per questo? ebbene sì, solo per questo. Per tirare a campà. Poi che si trovino belli, straordinari ecc modi per vedere la vita come opportunità di crescita ci sta. Oddio, penso che siano belle scappatoie pure quelle solo atte a farti vivere meglio, però appunto data la bontà del fine, ci stanno. Sono un po' in conflitto con me stesso pure qui perché da una parte mi rendo conto che non ci credo, o meglio, credo che siano belle parole solo per i fini appena detti, ma dall'altra cerco di "berla" ugualmente, e pensare che se mi tocca pedalare, almeno che pigli una bici migliore possibile...

Sono d'accordo! la sofferenza è soggettiva! di certo non "passa nell'aria" o chissà in quale maniera! è solo nostra anche se capita una cosa simile: vedere gli altri soffrire spesso fa soffrire pure noi... alle volte in me è così acuita questa cosa che mi deprime in modo pazzesco, e in più mi sento str*nzo. Un esempio? Io che magari mi lamento, e poi "c'è quello che sta peggio". E ci sono veramente, come i barboni che vivono nelle gallerie delle ferrovie, vicino alle stazioni... mi viene una tristezza allucinante a vederli. E poi penso che mi lamento. "Maledetto me"... che ci possiamo fare? è umano (mi pare). Certo poi, se a loro vedi in braccio un figlio penso che la voglia di castrare il padre ti viene... (Almeno a me viene!)

we we we che ne sai tu di che cosa penso?!? :O
sto scherzando...
donde trasti il "pensiero schopenhaueriano"? Ho letto solo il primo volume del libro famoso, ma non ricordo niente di così "particolare"...
Ognuno cerca di vivere come può. Sicuramente ognuno cerca il suo meglio, come dice in maniera straordinariamente chiara pseudo Dionigi Areopagita (cioè lo diranno anche altri, ma l'ho trovato solo in lui per ora!), e chiarifica bene dicendo che non solo bisogna vivere secondo natura - come si dice già da molto tempo prima di lui - ma che anche chi apparentemente fa il male, in realtà facendolo cercava il meglio per se stesso. Chi si suicida, chi anche rapina, stupra non lo so: nessuno voleva farlo dicendo "voglio fare il mio male!". Poi che non abbia tenuto conto dei masochisti è un'altra storia
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Vecchio 21-04-2013, 17.47.32   #24
femmefatale
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Riferimento: Quanto è "giusto" avere figli (soprattutto perché li si fanno per stessi)

io l'ho rinfacciato ai miei,
il perchè, l'inutilità di avermi messo al mondo.
come dice Cioran, la cura di tutti i mali dell'esistenza sarebbe...il non essere mai nati, e questo rimedio, non è alla portata di nessuno.

"Noi non corriamo verso la morte, fuggiamo la catastrofe della nascita, ci affanniamo, superstiti che cercano di dimenticarla. La paura della morte è solo la proiezione nel futuro di una paura che risale al nostro primo istante. Ci ripugna, certo, considerare la nascita un flagello: non ci è stato forse inculcato che era il bene supremo, che il peggio era posto alla fine e non all'inizio della nostra traiettoria? Il male, il vero male, è però dietro, non davanti a noi. è quanto è sfuggito al Cristo, è quanto ha invece colto il Buddha: "Se tre cose non esistessero al mondo, o discepoli, il Perfetto non apparirebbe nel mondo...". E, alla vecchiezza e alla morte, antepone il fatto di nascere, fonte di tutte le infermità e di tutti i disastri." (L'Inconveniente di essere nati)

è qui lo sbaglio dell'uomo occidentale: che ritiene la nascita un bene, persino da tutelare!, e non una catastrofe.
Un individuo, partorito nel sangue, dopo un coito colpevole.
Un individuo gettato nell'Esserci dell'Angoscia e della Precarietà.
Un individuo alla fine, orfano.
Forse come dice Carceido, conviene morire prima dei propri genitori.
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Vecchio 21-04-2013, 20.20.32   #25
ulysse
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Riferimento: Quanto è "giusto" avere figli (soprattutto perché li si fanno per stessi)

Citazione:
Originalmente inviato da acquario69
per la legge dei grandi numeri,si,credo che esista una "volonta" estranea alla nostra,anzi direi proprio che quella che noi crediamo (falsamente) sia la nostra volontà, altro non e' se non quella che la natura ci ha fornito per i suoi scopi (per noi imperscrutabili)..insomma,per come la vedo io e in parole più semplici, noi siamo il mezzo per un fine,tra l'altro facendoci pure convinti del contrario.
Non vedo cosa c'entrino i grandi numeri, ma in fondo hai ragione: perseguiamo scopi che la natura (il processo evolutivo) ha codificato nel nostro DNA di viventi, ma non credo ci sia alcuna imperscrutabilità o determinismo e neppure una volontà aliena.
Abbiamo, piuttosto, una nostra volontà che interagisce con la pulsione istintiva ed i nostri comportamenti ne sono la risultanza.
Mi pare interessante, in proposito, la teoria del “gene egoista” di cui riporto di seguito un cenno:

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera:
Il gene egoista è un saggio del biologo inglese Richard Dawkins pubblicato nel 1976. È basato sulla teoria principale espressa nel primo libro di George C. Williams, Adaptation and Natural Selection, ovvero la teoria dell'evoluzione analizzata dal punto di vista del gene anziché da quello dell'individuo.
In questo saggio Dawkins espone la sua visione evoluzionistica della vita, ma identifica nel gene, anziché nell'individuo o nella specie, il soggetto della selezione naturale. Come lo stesso autore afferma, questa tesi non dev'essere considerata un'avversaria della classica teoria dell'evoluzione, ma un punto di vista differente che meglio spiega i processi evolutivi…..ecc….

Citazione:
ed è proprio questa nostra "convinzione" che ci spinge a procreare..una convinzione dunque falsa,.."ignorante",che ignora, che non ha consapevolezza..o che paradossalmente vi e' una consapevolezza superiore alla nostra stessa (e voluta) inconsapevolezza.
Ma non è la convinzione che ci spinge a procreare, direi che è l’istinto…o piuttosto, una pulsione di cui siamo consapevoli e che, fino ad un certo punto, possiamo razionalmente controllare,…tanto più oggi con la mappatura del genoma umano.

Ma non è che il procreare rappresenti una spiacevole costrizione...l'atto del procreare, invece, che abbia o meno un esito, può costituire uno dei nostri piaceri più intensi ed i figli possono arricchire la nostra vita... come noi la loro.
Non è che sia questione di giustizia o meno...come il titolo di questo topic farebbe pensare.

Del resto tutto il nostro essere psicologico, comportamentale, affettivo, ecc…deriva da un connubio di pulsioni, emozioni…. e volontà razionale.

Quindi non è che siamo sempre ignoranti e inconsapevoli: siamo invece sempre più consapevoli via via che la ricerca scientifica (biologica, genetica, psicologica, ecc…) in questo come in altri campi, avanza, ma le varie pulsioni che esistono in noi, restano, anche se sappiamo in qualche modo interpretarle e attribuirle.

Le varie pulsioni, infatti, sono il frutto, codificato nel DNA, delle traversie, sconfitte e vittorie adattative, che hanno permesso al vivente di evolvere fino agli animali superiori ed a noi umani.
Citazione:
..e se per ipotesi di colpo fossimo tutti realmente consapevoli?! ..credo saremmo prossimi all'estinzione!...sara' forse per questo che la madre degli stupidi e' sempre incinta?...vabbe',…..
Ma la pulsione alla procreazione, ad esempio, è ben nota anche se molti non la percepiscono o cercano di controllarla.

Certo che se scomparisse o se insorgesse la pulsione contraria, la specie finirebbe.

Ma è un fatto che di pulsioni, emozioni…. ed anche di razionalità… viviamo e ne siamo condizionati "consapevolmente"…magari non tutti...cosapevolmente!

Comunque è difficile che la pulsione del procreare, l’attrazione e piacere sessuale, scompaia, dato che chi ne ha il gene favorevole…in prevalenza procrea… e trasmette il gene stesso ai figli che lo trasmettono ai figli, ecc….
Chi invece non avesse nel proprio DNA un tale gene non procreerebbe…per cui alla fine prevalgono, nel prosieguo della specie, coloro che hanno la pulsione a procreare ed a provarne piacere e soddisfazione…a meno che non intervengano varianti sessuali o difficoltà economiche, sociali o altro.

Che la madre degli stupidi sia sempre incinta…è probabile, ma è relativo.
Del resto non credo che la stupidità sia una esclusiva dell’argomento in discussione o che ci abbia molto a che fare.
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Vecchio 21-04-2013, 21.06.14   #26
Tempo2011
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Riferimento: Quanto è "giusto" avere figli (soprattutto perché li si fanno per stessi)

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Caro tempo 2011, non ricordo in quale discussione, ma avevi già citato questo libro, che per quanto appaia utopica l’idea, non è nemmeno poi tanto banale, ad ogni modo, anche qualora lo scopo ultimo fosse questo, rimane fine se stesso, uno scopo misero se dovessi giudicarlo in quanto essere (uomo), ma d’altra parte non ho mai pensato che la verità assoluta debba essere qualcosa di “alto”, molto meglio la sua ricerca. Non comprendo però la sua sfida all’ambiente accademico, religioso e alla comunità scientifica: potremmo tutti noi spararla grossa per essere smentiti tra cinque secoli ma a quel punto non mi potrà importare granché; inoltre, nel mio scetticismo scientifico, non so fin dove possa spingersi la scienza così come la tecnica.

In effetti, già lo avevo citato; però mi è sembrato opportune parlarne ora, per aggiungere delle prospettive la dove non si vede altro che il buio oltre la siepe. Per altro, con il sistema di valutazione da te adottato, qualunque obiettivo sarebbe insignificante, poiché ci porrà sempre la stessa domanda: "Per fare che"; ma salvare l'universo dalla estinzione non mi sembra poi cosa da poco. In pratica dovremmo generare una Galassia per apportare il nostro contributo termico al caminetto chiamato Universo, affinché mantenga costante la temperatura, o radiazione di fondo. Senza contare però, che avendo il libero arbitrio potremmo decidere anche di non farne niente: ma sarebbe una magra consolazione.
Come dichiara femmenafatale, noi non corriamo verso la morte, ma fuggiamo la tragedia della nascita. Perciò qualsiasi cosa sia il nostro compito, alla fine ci domanderemo: sì ma perché?
Questo punto interrogativo è inevitabile, perché c’è negata, fino a questo momento, la conoscenza dell'incognita sul significato della vita. L’unica speranza è, che dopo aver adempiuto il nostro compito, ci appaia lo scopo. Nel frattempo, però, in attesa del nostro turno, potremmo vivere in santa pace con noi stessi e con gli altri. E ti pare poco?

Ultima modifica di Tempo2011 : 22-04-2013 alle ore 03.09.20.
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Vecchio 21-04-2013, 22.38.58   #27
boh
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Riferimento: Quanto è "giusto" avere figli (soprattutto perché li si fanno per stessi)

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Originalmente inviato da femmefatale
io l'ho rinfacciato ai miei,
il perchè, l'inutilità di avermi messo al mondo.

ps. E cosa hanno risposto? io, nonostante i contrasti che ho avuto, in effetti ho desiderato fare altrettanto, ma mi sento troppo cattivo... e poi comprendo bene quel che dice il Sommo Socrate, quando merita più compassione chi fa il male che chi lo subisce... sì beh poi, come per tutto, ho dovuto passarne di tutti i colori (anche in bianco e nero!) prima di arrivare anche solo a pensare una cosa del genere.

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Vecchio 22-04-2013, 04.40.35   #28
acquario69
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Riferimento: Quanto è "giusto" avere figli (soprattutto perché li si fanno per stessi)

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Originalmente inviato da jador
Ma penso che già l 'innamoramento e il sesso siano il trucco che la natura adotta per arrivare alla continuazione della specie.

Comunque di figli ne ho due e posso dire con tutta onesta' che non li ho messi al mondo né con l'intenzione di farli soffrire, né per assicurarmi un bastone per la vecchiaia.
Ero bambina io stessa e ed ero fortemente attratta da quelle piccole creature e non so quanto potessero essere inconsci all'epoca beceri intenti.
Sta di fatto che li ho messi al mondo pur avendo avuto dei genitori non proprio amorevoli, e credo proprio di averlo fatto con l'intenzione di dare ciò che non ho avuto.
Mi si può obiettare che anche questo e' un gesto egoistico. Può darsi.
Sta di fatto ancora che nel desiderarli ha prevalso un desiderio d'amore alla paura della loro sofferenza.
Che poi man mano ha iniziato, già che c'erano, a prendere sempre piu' consistenza.
Ma ormai i giochi erano fatti.
Allora ho cominciato a rafforzare sempre più quella consapevolezza che almeno non dovevo essere io a procurare loro forme di dolore, come hanno fatto i miei con me, e questo mi ha "costretta" ad una continua e attenta autoanalisi. Esercizio che non deve mai avere fine.
Di errori ne ho fatti, ne farò ancora, ma la spia degli errori e' sempre la reazione che ne consegue, e da lì ogni volta ricomincia la mia presa di coscienza.
Ad oggi ancora non hanno mai inveito contro di me per averli messi al mondo, in questo mondo fatto anche di sofferenze.
Se mai dovessero farlo, chiederò loro perdono anche per questo.
La questione si farebbe ulteriormente delicata se dicessi loro che tornando indietro, non li metterei al mondo per evitare loro sofferenze. E anche a me di conseguenza.
L'unico risultato che otterrei e' di far sentire in colpa loro.
Non sia mai!
Giacché del senno di poi son piene le fosse, mi pare ragionevole non voler mettere al mondo figli per la sensibilità di evitare loro sofferenze.
Siamo quasi sette miliardi ormai e l'estinzione della specie mi pare lontana.
E quando avverrà, se mai avverrà, sinceramente non mi pare un grosso problema...

leggendo la tua testimonianza,mi sto' chiedendo se in effetti quello di diventare genitori non si trasformi a poco a poco ma inesorabilmente in una "espiazione della colpa" per averli messi al mondo, così che tutta la loro vita,tutto il loro agire e tutti i loro pensieri non diventino a loro volta il motivo e lo scopo principale (forse unico?) della loro stessa esistenza...quante volte si sente dire; si fa tutto per i figli..solo,puo darsi che il vero motivo di fondo su cui si basa questo principio sia mosso proprio da quello..e forse capita che per la maggior parte dei casi lo si maschera con le belle intenzioni,che si,evidentemente ci sono e sono concrete,(quantomeno nella maggiorparte dei casi) pero' tutte,e in funzione di quella espiazione.

ad ogni modo ritengo che rinfacciare a un genitore di averlo messo al mondo credo sia la cosa piu crudele che possa esistere,al pari di un genitore che si azzarderebbe a dire a un figlio che se tornasse indietro non l'avrebbe concepito
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Vecchio 22-04-2013, 12.53.40   #29
maurette
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Riferimento: Quanto è "giusto" avere figli (soprattutto perché li si fanno per stessi)

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Originalmente inviato da boh
Penso che questo sia una dei miei argomenti preferiti da dibattere, anche se paradossalmente non lo faccio quasi mai (dato che inevitabilmente rischio di dare fastidio, di battibeccare inutilmente ecc; ma conto che ora sono in un posto con persone decisamente più comprensive della media, ma soprattutto che mi diano motivazioni più interessanti di quante ne abbia già ricevute)..
Ho tante cose in mente che non so neanche da dove iniziare. Non voglio sproloquiare, e non mi metto in ogni caso neanche a fare super descrizioni dettagliate per ogni punto, ma cerco solo di accennarli. Partendo dagli antichi, è significativo e alquanto spiacevole, secondo me, vedere che per esempio i greci erano al contempo pessimisti sulla vita ma desiderosi di prole. Se non considerassi quasi a priori quell'antico e glorioso popolo come tale, io li deriderei come emeriti idioti. Come si fa a "vedere male la vita" (senza dettagliare), quasi glorificare questo pensiero per iscritto (Sofocle, Euripide, Eschilo..), ma avere una vena più o meno marcata di nichilismo? Ora: non voglio fare il bacchettone moralista e coerentista, però, diamine, bisogna essere dei poco di buono per essere così contraddittori! Mi pare che un tragico stesso nella sua vita personale fosse così ambivalente... io la penso come loro, ma mi tengo ben alla larga dal volerne! Per me, come teoricamente per loro, la vita è assolutamente inutile, e mi sentirei realmente un mostro se, nonostante e convinto di questo, assecondassi la mia natura che mi porta a generare. Anzi, mi direi che mi starebbe bene se poi il figlio, una volta cresciuto, si ponesse le stesse domande e me le farebbe... che cosa gli direi? "sì guarda, sono d'accordo.. però sai.. che ci posso fare...". Dio quanto vorrei sotterrarmi in quel caso! Che vergogna assurda!
So che la natura è veramente terribile. Vorrei un giorno studiare bene l'argomento, sia da parte umana che animale. Per le donne questo desiderio è mille volte più intenso che nell'uomo. A tal proposito ho letto per esempio, recentemente, che mostrando a donne immagini di uomini attraenti e di donne col bambino loro si "attivano" di più, per così dire, proprio in quest'ultimo caso. Letteralmente per loro non c'è di meglio dalla vita. (non facciamo sottigliezze: era una risposta media / di carattere generale, poi so che ci sono le dovute eccezioni). Non vi sembra una cosa infinitamente triste? Volere un'altra vita per realizzare al meglio la propria! Questo è per me il trionfo dell'egoismo, non altro! Ceh si adotti piuttosto, che di persone poi ce ne sono già troppe su questa terra! Se tutti avessero questa natura, e se si facessero figli come nell'antichità, magari in egitto, dove "più avevi figli più eri glorioso" (o qualcosa di simile), o semplicemente quanti oggi stesso ne fanno i simpaticherrimi africani il mondo andrebbe subito allo scatafascio, e ci sarebbe una sovraffolazione tremenda, sicuramnte insostenibile.... e ricordiamoci: tutto per assecondare la natura!
Ora che lo sappiamo, non ci viene una sottile voglia di combatterla? io ci ho preso ormai quasi gusto nel farlo, anche se sono ancora troppo giovane magari..
Che motivi abbiamo al contrario per averne? motivi preferibilmente anche a loro vantaggio... che poi sia "bello" sotto molti aspetti non l'ho mai negato: ma è bello desiderare una vita - una vita che, nel campo delle probabilità, può venire spezzata in qualsiasi momento, anche nel più agonizzante dei modi - destinata al bene e al male, e che poteva benissimo essere risparmiata? O forse vogliamo qualcuno che si prenda cura di noi nella vecchiaia?
Bisognerebbe imparare a vivere col numero minore possibile di desideri. "Veleni della mente": ecco come il buddhismo li definisce. (ora mi fa anche ridere che nelle Upanishad, se in tutte si cerca di non rinascere in questo mondo, in alcune si dice chiaramente lo stesso dei nostri popoli occidentali: che più si hanno figli più è gloriosi e simili... chissà come pretendono la liberazione, se non fanno che aumentare il numero di viventi sulla terra... ma vabbè...)


Sono completamente e assolutissimamente d'accordo! Anche io spesso ci ho riflettuto e sono arrivata alla conclusione che, anche se fossi miliardaria, avessi un lavoro non a tempo pieno e un marito sempre presente (un'utopia) e quindi ridurre ai minimi termini i problemi che potrebbero derivare dall'assenza di beni materiali o affettivi, e rendere la vita il meno infelice e meno difficile possibile a mio figlio (limitando i dolori che io potrei causargli).. non potrei comunque averlo! perchè è nella natura umana volere sempre di più, non accontentarsi mai ed essere alla continua ricerca di qualcosa di nuovo e diverso.. e tutto ciò porta all'infelicità.. Però se da un lato sembrerebbe che una persona per "altruismo" non metta alla luce un figlio, per evitargli i problemi e l'angoscia della vita, dall'altro è sempre un gesto egoistico.. poichè non vogliamo noi tessi avere sensi di colpa, e quindi assumerci la responsabilità di aver dato alla luce un figlio e quindi di averlo "condannato" alla vita. Sarebbe sempre un modo per preservare noi stessi.. ma noi non vogliamo entrare in merito alle intentioni, ciò che importa è il fine e infatti non avere figli propri porta vantaggi da entrambe le parti: noi non ci assumiamo la responsabilità di aver "rovinato" in partenza la vita a qualcuno, e a loro evitiamo gli inevitabili dispiaceri della vita. Allo stesso tempo adottare un figlio ha vantaggi da entrambi i lati.. a questi bambini garantiamo una vita migliore di quella che avrebbero vissuto in un orfanotrofio e noi possiamo dire di "completare" la nostra di vita assecondando la nostra natura. In questo modo però, se tutti facessero il mio stesso ragionamento si arriverebbe all'estinzione della specie.. ma a mio avviso ci vorrebbero migliaia di anni finchè tutti arrivino a questo tipo di consapevolezza e conclusione, ma noi ci estingueremo molto prima a causa di fattori ambientali!! quindi il problema non si pone! quello che possiamo fare nel frattempo è evitare ad altri di soffrire come noi.. Scusate il discorso non troppo filosofico, forse troppo semplicistico e piuttosto rozzo, ma è solo ieri che mi sono iscritta a questo forum e non sono entrata ancora nell'ottica di citazioni e richiami ai vari filosofi.. Sono ancora alle prime armi.. qualsiasi tipo di critica è ben accetta!!
maurette is offline  
Vecchio 22-04-2013, 12.54.27   #30
boh
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Riferimento: Quanto è "giusto" avere figli (soprattutto perché li si fanno per stessi)

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Originalmente inviato da ulysse
!

Comunque è difficile che la pulsione del procreare, l’attrazione e piacere sessuale, scompaia, dato che chi ne ha il gene favorevole…in prevalenza procrea… e trasmette il gene stesso ai figli che lo trasmettono ai figli, ecc….
Chi invece non avesse nel proprio DNA un tale gene non procreerebbe…per cui alla fine prevalgono, nel prosieguo della specie, coloro che hanno la pulsione a procreare ed a provarne piacere e soddisfazione…a meno che non intervengano varianti sessuali o difficoltà economiche, sociali o altro.

Che la madre degli stupidi sia sempre incinta…è probabile, ma è relativo.
Del resto non credo che la stupidità sia una esclusiva dell’argomento in discussione o che ci abbia molto a che fare.



Beh su una cosa sono sicuro che nessuno può ribattere nulla
Ovvero che, a meno che l'umanità andrà su altre galassie, fra tot milioni di anni il sole brucerà la terra, e quindi qui non si potrà più stare. Quindi o con le buone o con le cattive (anzi cattivissime in questo caso...) prima o poi bisognerà darci un taglio sul serio.
Abbiamo solo la consolazione che non saremo di certo noi
Poi per la stessa legge che c'è dietro tutto così concludo: "basta che stiamo ben noi,degli altri chissenefrega". (almeno per molti vale così, anzi la maggior parte).

boh is offline  

 



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