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Vecchio 20-09-2013, 17.43.33   #11
ulysse
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Riferimento: Un pensiero sul tempo.

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Originalmente inviato da Mymind
Il cambiamento è cambiamento soltanto, perchè inserire il tempo? Che è un concetto che misura l'intervallo tra un cambiamento e l'altro. Ma non è creatore del cambiamento.
Il tempo non è una dimensione sulla quale si poggiano delle successioni, il prima e il dopo sono solo percezioni e ideali umani, certo ci vuole un tempo per misurarle, si crea un tempo metafisicamente, ma non nel concreto.
Non c'è prova della sua esistenza.

Ma questo comunque è solo un mio umile pensiero, potrei pure sbagliarmi.
Quando avevo cinque o sei anni mi chiedevo di dove venisse il vento e pensavo che se avessimo eliminato gli alberi, che non facevano che agitare i rami, anche il vento sarebbe sparito.
Invece è l'inverso: è proprio il vento che agita i rami degli alberi!

Con la relazione movimento-tempo però la cosa non è così semplice.

E' vero che col mutare delle cose e degli scenari in cui ci troviamo possiamo anche contare il tempo che passa...così come facciamo con le lancette dell'orologio. Infatti senza movimento il tempo non si evidenzia e tutto sembra fermo...anche il tempo stesso.

Però è anche il tempo che di per sé provoca cambiamenti: sembra esista cioè una stretta relazione fra il tempo che passa e gli eventi dell'universo...micro o macro che sia.

Andrei quindi a rivedere il mio precedente post: in un "buco nero" il tempo è fermo, nulla deperisce e le nostre cellule non invecchiano.

Ma nel nostro mondo le materia organica (e non solo...vedi, ad es., il decadimento dei materiali radioattivi) deperisce, più o meno, al passare del tempo: sembra quindi che fra le due cose esista una interrelazione ... regolata dalla forza gravitazionale ...forse!

In proposito andrei a rivedere il mio precedente post che cerca di estrapolare qualcosa dalla "Relatività Generale" di Einstein!
Anzi è proprio la "Relatività Generale" che bisognerebbe studiare e approfondire.
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Vecchio 20-09-2013, 22.58.06   #12
Mymind
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Riferimento: Un pensiero sul tempo.

Interessante il tuo post sulla relatività generale.
La relativizzazione del tempo è data dalla gravità, più gravità c'è più il tempo scorre lentamente, addiruttura come hai citato, nell'orizzonte di un buco nero arriverebbe quasi a fermarsi e l'uomo che vive l'esperienza è sia vivo che morto nello stesso momento. Morto per lui, ma ancora vivo per chi osserva a distanza dal buco nero.
Se potessimo viaggiare a velocità prossime a quelle della luce andremo avanti nel tempo. Ma non stiamo infine semplicemente muovendoci più velocemente nello spazio e per questo vediamo il tempo all'esterno come più lento? Il movimento implica un tempo, come nella concezione di spazio-tempo, ma vedo il tempo solo come concezione teorica e non esistente di per sè.
Se ogni cosa fossa ferma ed immobile come allo zero assoluto allora il tempo non esisterebbe più? Non credo.
Perchè per misurarlo abbiamo necessariamente bisogno d'un cambiamento evidente. Nell'invecchiare c'è un prima(giovinezza) e un dopo(anzianità), ma perchè giudicare come un tempo che passa e non come una modificazione bilogica naturale, al di là del tempo? Si pensa al tempo come una linea, ma è solo e unicamente una concezione umana per mettere ordine nei cambiamenti, misurarli, capirli, prevederli, concepirli. Il tempo non è un ente, il problema sta nel linguaggio. Il tempo è una metafora del cambiamento.


Se nel muovermi da A a B impiegassi 20 minuti, ne impiegherei altrettanti nei pressi di un buco nero, così come sulla terra. Solo in relazione all'esterno e ad un osservatore potrei determinare la relatività del tempo passato. Ma per me che lo vivo in prima persona e individualmente il tempo sarà sempre lo stesso. Questo per dire che è il susseguirsi dei cambiamenti che determina il tempo che passa e non il tempo che determina i cambiamenti.
Se la terra rallentasse i giri sul suo asse le 24 ore durerebbero di più? O è soltanto un cambiamento di ciò che è alba e tramonto?

Ultima modifica di Mymind : 21-09-2013 alle ore 07.21.35.
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Vecchio 21-09-2013, 13.29.34   #13
ulysse
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Originalmente inviato da dogma
Dal mio punto di vista tutto è adesso, appunto. Il prima e il dopo non ci sono, c'è solo il presente. Quello che è successo prima *non c'è più e quello che succederà non c'è ancora.

In un certo senso il prima rimane nella nostra memoria e non solo, tramite i ricordi noi ci costruiamo un' idea di passato, riuscendo così, ragionando, a fare delle previsioni su quello che poi potrà essere in/il futuro.
Pur essendo della opinione che il "tempo", se pur funzione della gravità , è oggettivamente una entità che ha esistenza in un tutt'uno col tessuto spaziotemporale dell'universo: vedi la "Relatività Generale" come citato dai precedenti miei post...
Tuttavia, sul piano soggettivo, mi paiono interessanti anche le considerazioni di Wikipedia con diversi approcci su cui meditare, come da link seguente:

Approccio filosofico
Il presente risulta, ad un rigoroso studio logico e matematico, non esistere: per quanto si voglia delineare e limitare la sua definizione nello spaziotempo di fatto è infinitamente piccola, e quindi non si può misurare.
Del presente infatti si può studiare solo il suo intorno (limite) che è formato da un po' di futuro e da un po' di passato.
Da un futuro ormai molto vicino che passando per l'istante t0 diventa un passato molto vicino.
Il presente diventa una linea adimensionale che separa il passato dal futuro. Il presente non esiste se non diventa subito dopo contenuto della memoria del passato.
Il futuro lo immaginiamo possibile con l'esperienza delle cose passate, ma diventa reale solo passando per la linea del presente.

La conoscenza sperimentale in ogni caso passa dalle capacità cognitive ed intellettuali in ordine al tempo che l'uomo possiede e cioè:
Il passato => la memoria
il presente => la percezione sensoriale
Il futuro => l'immaginazione

Approccio pragmatico
Il tempo trascorre in un eterno presente, il presente che noi percepiamo, a prescindere dalle nostre considerazioni spaziotemporali.
L'uomo, che necessita di organizzare gli eventi della sua vita, ha stabilito un calendario matematico che definisce le consequenzialità e la sequenzialità.

Il futuro ed il passato potrebbero essere costruzioni mentali (e non esistere) di cui non abbiamo la percezione sensoriale. Mentre il presente è l'unico presente(vicino) a noi di cui possiamo avere la tangibilità.
Il passato per un uomo che non ha memoria non esiste cosi il futuro per un uomo che non ha immaginazione non esiste.

Lo studio della memoria collettiva su cui rimane traccia del passato è quella che gli antropologi portano come necessità (causa necessaria) della nascita della scrittura.
La necessità di comunicare un evento successo prima a chi viene dopo.
La scrittura è una forma di memoria del passato che si rievoca rileggendola nel presente.

Note
I due approcci potrebbero sembrare in contrasto tra di loro infatti per la prima non esiste il presente per la seconda non esiste il futuro ed il passato. Lo studio infatti non è dei più semplici per quanto possa sembrare scontato.

Gli aspetti fondamentali sono in definitiva due:

1)- il tempo esiste solo in virtù di uno spazio in cui si muovono le cose
2)- l'essere dello spazio (e non solo) "è" solo in virtù di un tempo

Significato corrente
Per presente, in termini più divulgativi nella vita di tutti i giorni, si intende il momento corrente, inteso come intervallo di tempo che può andare da ore a mesi più vicino al nostro operare quotidiano, in ogni caso immediatamente percepibile.


Alla fine sembra che il pensiero di dogma sia molto vicino all'approccio pragmatico...come il mio dl resto...dal punto di vista soggettivo.

Dal punto di vista oggettivo...il tempo costituisce la quarta dimensione del tessuto spaziotemporale del macrouniverso ed il suo studio dovrebbe perseguire la Relatività di Einstein...almeno finchè altra più efficace teoria non la sostituisca.
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Vecchio 21-09-2013, 16.39.53   #14
sgiombo
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Originalmente inviato da ulysse
Quindi il trascorrere del tempo per il vivente, per l'uomo in particolare, non è solo una impressione ...che non sarebbe soggetta a misura oggettiva, ma anche un fatto fisico relativo all'invecchiamento delle cellule ...e quindi potrebbe essere anche per noi misurabile oggettivamente.

Credo comunque che non sia possibile, per lo meno non su questa terra, porre una relazione oggettiva fra l'invecchiamento delle cellule stesse con l'impressine soggettiva dello scorrere più o meno veloce del tempo.


Penso che siano reali sia il rempo interiore, avvertito nello scorrere dei pensieri, sentimenti, ricordi ecc. (in sostanza le sensazioni interne o mentali) sia il tempo fisico del divenire naturale materiale.

E che vi sia una correlazione fra di essi.
A una determinata successione di eventi neurofisiologici di una certa durata in un determinato cervello corrisponde una determinata successione di eventi di coscienza di tale determinata durata in una certa esperienza cosciente (diversa da quelle che possono implicare la percezione di tale cervello: nessuno di noi percepisce il proporio cervello, ognuno di noi vive la propria esperienza cosciente; l' eventuale percezione di esso -il suo cervello- per lo più indiretta, tramite l' imaging, la possono avere altri, cioé può accadere nell' ambito di altre esperienze coscienti diverse dalla propria di ciascuno di noi).

Di conseguenza, essendo misurabile la durata dei primi (eventi neurofisiologici), lo é anche quella dei secondi (eventi mentali): il tempo del divenire di essi può essere considerato lo stesso, anche se le unità di misura (le durate di eventi ciclici, cioè ripetentisi in modo assolutamente identico, "matematicamente uguali" assunte come tali) possono rinvenirsi, riconoscersi, apprezzarsi unicamente nel mondo materiale di cui fa parte il cervello e non nel mondo mentale (se non avessi l' orologio da guardare prima e dopo, considerando solo i miei pensieri, non potrei sapere con certezza e buona precisione quanto é durato il mio ripercorre con la memoria una certa fase della mia vita o il mio riflettere su qualche problema).

(Tutto ciò implica l' ammissine di alcuni assunti indimostrabili ma solo credibili “per fede”, cosa di cui, a mio avviso di razionalista che cerca di essere il più conseguente possibile, é smpre importante essere consapevoli).

Ultima modifica di sgiombo : 22-09-2013 alle ore 08.44.31.
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Vecchio 21-09-2013, 16.44.08   #15
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Se nel muovermi da A a B impiegassi 20 minuti, ne impiegherei altrettanti nei pressi di un buco nero, così come sulla terra. Solo in relazione all'esterno e ad un osservatore potrei determinare la relatività del tempo passato. Ma per me che lo vivo in prima persona e individualmente il tempo sarà sempre lo stesso. Questo per dire che è il susseguirsi dei cambiamenti che determina il tempo che passa e non il tempo che determina i cambiamenti.
Se la terra rallentasse i giri sul suo asse le 24 ore durerebbero di più? O è soltanto un cambiamento di ciò che è alba e tramonto?


La misura del tempo, che può avvalersi di unità di misura appartenenti solo all' ambito fisico (naturale materiale, la “res extensa”) della realtà, anche se applicabili anche a quello mentale che vi scorre "parallelamente", contemporaneamente, é sempre, inevitabilmente relativa.
Se la rotazone terrestre rallentasse, ciò accadrebbe inevitabilmente rispetto ad altri moti periodici (per esempio alla sua rivoluzione intorno al sole e/o a quella di altri pianeti).

E in nessun modo si potrebbe stabilire se fosse la rotazione terrestre a rallentare rispetto agli altri moti periodici o se fossero questi altri moti (fossero pure tutti gli altri moti periodici dell' universo) ad accelerare rispetto alla terra.

O meglio: dire l’ una di queste due cose sarebbe del tutto identico, equivalente a dire l’ altra, si tratterebbe di una sola affermazione manifestata attraverso due diverse espressioni verbali aventi lo stesso, medesimo, identico significato, come se si trattasse della stessa frase esattamente, perfettamente tradotta da una certa lingua in un'altra): anche l' accelerazione, oltre alla condizione inerziale, é relativa, malgrado la pretesa dimostrazione del contrario da parte di Mach.

Evidentemente se non fossero tutti gli altri moti periodici ma solo alcuni a variare di durata rispetto alla rotazione terrestre, allora potrebbe essere preferibile assumere -però sempre arbitrariamente- un certo gruppo i cui componenti restassero reciprocamente costanti (per esempio quello più numeroso) come unità di misura, ma solo arbitrariamente, "per comodità"; sarebbe comunque sempre possibile raccontare equivalentemente gli eventi assumendo come unità di misura qualsiasi altro gruppo meno numeroso di moti periodici o anche qualsiasi altro singolo moto periodico e considerando tutti gli altri come varianti rispetto ad esso.

Ultima modifica di sgiombo : 22-09-2013 alle ore 08.59.58.
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Vecchio 22-09-2013, 08.17.35   #16
Eretiko
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Scusate se intervengo, ma... sembra proprio che Kant ed Einstein siano passati invano rispetto alla questione "tempo".
Per Kant il tempo e' un "a priori", qualcosa che l'evoluzione ci ha dato, e non un fatto in sé. Einstein diventa piu' radicale: il tempo e' la misura fatta con gli orologi tra 2 stati diversi (o che riconosciamo come tali), nei quali i nostri "a priori" (che riguardano sia il tempo che lo spazio) riconoscono un "prima" e un "dopo" in relazione a un "qui".
In altre parola: il tempo e' un'illusione, o una nostra costruzione mentale, inutile sperare di vederlo "scorrere"...
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Vecchio 22-09-2013, 13.28.27   #17
jeangene
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Originalmente inviato da Eretiko
...il tempo e' la misura fatta con gli orologi tra 2 stati diversi (o che riconosciamo come tali)...
In altre parola: il tempo e' un'illusione, o una nostra costruzione mentale, inutile sperare di vederlo "scorrere"...

Come possono succedersi degli stati se il tempo è una illusione?

Riporto il mio precedente intervento:

Secondo me non ha senso parlare di movimento/cambiamento in assenza del tempo.
Tutti gli stati/configurazioni di un ente che diviene (di ciò che riteniamo essere lo stesso ente che cambia/muta) dovrebbero essere adesso, in questo istante, sovrapposti e allora non li considererei stati/configurazioni dello stesso ente, bensì enti diversi.
A questo punto non avrebbe senso parlare di cambiamento/movimento, perché non ci sarebbe niente che cambia/muta, ci sarebbe solo un continuo apparire di enti diversi ed eterni (e giunti a questo punto dovrei dare ragione a Severino).
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Vecchio 22-09-2013, 13.30.42   #18
ulysse
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Originalmente inviato da sgiombo
Penso che siano reali sia il rempo interiore, avvertito nello scorrere dei pensieri, sentimenti, ricordi ecc. (in sostanza le sensazioni interne o mentali) sia il tempo fisico del divenire naturale materiale.E che vi sia una correlazione fra di essi.
Dipende da ciò che intendiamo per reale: forse nessuno dei due è reale!
Comunque tenderei a considerare "reale" lo scorrere del tempo che ha un effetto sugli strumenti e che in qualche modo misuriamo...come accade per tutte le misure riferite ad una specifica e dedicata unità di misura.

Misuriamo il tempo, pur spazialmente variabile e diverso da luogo a luogo...magari a confronto con la lunghezza d'onda della radiazione di un qualche metallo: abbiamo gli orologi al quarzo, ad esempio!
Ma anche di assai più moderni di maggior precisione utilizzanti lunghezze d'onda di radiazioni di altri metalli.

Per la misura del "tempo interiore" come "soggettivamente" percepito non saprei a cosa ci si possa "oggettivamente" riferire.
Certo percepiamo ciascuno di noi questo "tempo interiore" come "reale" e realmente ci appare che esso scorra...ma ciascuno percepisce a modo suo e secondo l'emozione del momento...magari prodotta da reazioni elettro/chimico/fische/quntistiche del nostro processo cerebrale.

Quindi sarà pure "tempo reale" ....ma non vedo come attribuirgli un significato scientifico e fare una correlazione costante col tempo oggettivo relativo ai fenomeni che la "Relatività" cita.

Sarebbe come attribuire valore scientifico ad un pensiero non matematicamente definito, ad un sentimento, ad una emozione, ecc.. che certo percepiamo come reali ...anzi assai più reali, spesso, della realtà stessa misurata!
Ma mi sa invece che saremmo in ambito metafisico!
........................
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(se non avessi l' orologio da guardare prima e dopo, considerando solo i miei pensieri, non potrei sapere con certezza e buona precisione quanto é durato il mio ripercorre con la memoria una certa fase della mia vita o il mio riflettere su qualche problema).
Appunto...occorre l'orologio per riportare l'impressione (pur derivata da reazioni nostre interne elettro/fisiche/chimiche/quantistiche...derivata dal nostro stato emotivo in definitiva) alla realtà di un tempo misurato oggettivamente.
Nemmeno l'imaging può essere di aiuto: essa rileva semplicemente la durata della l'impressione di cui è preda, al momento, un singolo soggetto!
Citazione:
(Tutto ciò implica l' ammissione di alcuni assunti indimostrabili ma solo credibili “per fede”, cosa di cui, a mio avviso di razionalista che cerca di essere il più conseguente possibile, é sempre importante essere consapevoli).
Ma di cose credibili "per fede", nella scienza , non ce ne dovrebbero essere...magari le chiamino "ipotesi di lavoro"...valide finchè servono...oppure si arriva a dimostrare

Comunque essere consapevoli è importante: siamo consapevoli che senza uno strumento affidabile la "quantità" del tempo che scorre è solo una impressione!

Comunque mi resta anche il dubbio: la quarta dimensione temporale che Einstein ha introdotto a strutturare il tessuto spazio-temporale dell'universo è una "realtà" o anche questa è una convenzione!?...

Ma magari si potrebbe forse dire che tutto è convenzione o modello della nostra mente...manco un minimo prossimo alla realtà dell'universo!?

Veramente io tenderei a pensare, invece, che è vero che può essere "convenzione" e "modello" che noi ci costruiamo...ma che esso convenzione/modello è sempre più approssimo alla realtà dell'universo là fuori!
....o no!?

Non ho letto ancora il post di Eretiko: sono curioso!...Chissà che non rimetta le cose al loro posto!
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Vecchio 22-09-2013, 16.03.18   #19
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Originalmente inviato da Eretiko
Scusate se intervengo, ma... sembra proprio che Kant ed Einstein siano passati invano rispetto alla questione "tempo".
Per Kant il tempo e' un "a priori", qualcosa che l'evoluzione ci ha dato, e non un fatto in sé. Einstein diventa piu' radicale: il tempo e' la misura fatta con gli orologi tra 2 stati diversi (o che riconosciamo come tali), nei quali i nostri "a priori" (che riguardano sia il tempo che lo spazio) riconoscono un "prima" e un "dopo" in relazione a un "qui".
In altre parola: il tempo e' un'illusione, o una nostra costruzione mentale, inutile sperare di vederlo "scorrere"...

Non c'é bisogno di sperare, basta guardarsi intorno (o anche dentrto di sè) per cogliere o "vedere" lo scorrere del tempo.

Kant, Einstein (e Boltmann e il -per me- pessimo Prigogine e tantissimi altri) l' hanno studiato, analizzato, ne hanno colto (secondo me Prigogine del tutto erroneamente) taluni aspetti.

Nessuno di loro ha dimostrato che non scorre (dal passato al futuro).
Nessuno ha detto l' ultima insindacabile parola sul di esso.
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Vecchio 22-09-2013, 18.34.19   #20
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Originalmente inviato da Eretiko
Scusate se intervengo, ma... sembra proprio che Kant ed Einstein siano passati invano rispetto alla questione "tempo".
Per Kant il tempo e' un "a priori", qualcosa che l'evoluzione ci ha dato, e non un fatto in sé. Einstein diventa piu' radicale: il tempo e' la misura fatta con gli orologi tra 2 stati diversi (o che riconosciamo come tali), nei quali i nostri "a priori" (che riguardano sia il tempo che lo spazio) riconoscono un "prima" e un "dopo" in relazione a un "qui".
In altre parola: il tempo e' un'illusione, o una nostra costruzione mentale, inutile sperare di vederlo "scorrere"...
Eretiko…ciao!
Ma certo che il tempo non è una entità a se stante... è, piuttosto come dicevo nel post precedente: sono tutte costruzioni mentali...e sono “modelli” quelli che ci facciamo nel nostro cervello!...però qualcosa di concreto c'è là fuori...non tutto è un "nostro a priori"!
Che poi l’”a priori” non spiega niente…credo sia il nostro modo di ragionare logico...che vale per tutto!....e che abbiamo evolutivamente appreso in emulazione al funzionare del macrouniverso così come lo percepiamo.

In ogni caso non mi illudo di vedere “scorrere” il tempo come l’acqua dal rubinetto...ma neppure è solo una illusione dato che gli effetti fisici li provoca: cioè da un “prima” ad un “dopo” gli stati dell’universo (o di singoli fenomeni osservati) "cambiano"… e non li cambio io!

Diciamo che il “tempo” ci appare dal successivo mutare degli “stati” dell’universo...anche se in realtà si tratta dello svolgersi dell'evoluzione globale dell'universo stesso... istante per istante.

Comunque mi resta in sospeso la domanda: è vero che in prossimità delle grandi masse planetarie e stellari il tempo misurato rallenta e sembra pure (anzi accade pure) che le nostre cellule rallentino il loro degrado?

In pratica questo significherebbe che se la terra fosse più grande…(piu’ massa)...il tempo scorrerebbe più lentamente ed in teoria (magari inconsciamente) vivremo di più….ma ci sarebbero altri problemi...e forse nemmeno saremmo noi!

Ma il punto è che anche gli orologi (strumenti) rallentano o accelerano a seconda della forza gravitazionale più o meno forte cui sono soggetti…e questo mi perplime un poco…quindi, in effetti, il tempo che passa non è solo nostra impressione.

Sembra quindi che, negli ipotetici viaggi nell'esospazio, la “curvatura” del tessuto spaziotemporale dell'universo influirebbe sugli strumenti di bordo delle eventuali astronavi causa le variazioni di gravità e l’insorgere di forze di accelerazione/decelerazione centrifughe, centripete, ecc...

Quindi sono queste forze (ed altre ancora) e non l'astrazione del “tempo” cui ci richiamiamo, la causa del cambiamento degli stati dell’universo (di noi stessi) e che ci danno la sensazione di un “prima” e di un “dopo”.
E sarebbe questo l'"a priori" che citi!?

Però il riferirci al corrente concetto di "tempo" è senz'altro più comodo anche se non rigoroso...comprende tutto!

Certo non vorrei sconfinare nella fantascienza richiamandomi al paradosso dei gemelli....ma a dimostrare che qualcosa del genere avviene, sono sufficienti i fenomeni di casa nostra!

Infatti:
1)- Occorre rifasare, col tempo di terra, il tempo degli strumenti dei satelliti in orbita per non avere trasmissioni sfasate!
2)- Un orologio a bordo di un aereo che vola intorno al globo a 10.000 metri di quota, si sfasa (di parecchi secondi per giro…forse un minuto) rispetto ad analogo orologio di riferimento a terra!
3)- ecc…

...Per lo meno così dicono certi divulgatori...o è una balla?
Ma mi par di aver letto qualcosa del genere anche nel libro di Hawking: “dal big-bang ai buchi neri.

Quindi è senz'altro giusto citare gli a priori di Kant e di Einstein...ma di per sé non mi convince...oppure non mi pare sufficientemente esplicativo.
Del resto io stesso non sono certo di aver giustamente interpretato.
ulysse is offline  

 



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