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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 26-02-2014, 00.10.18   #21
donquixote
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Riferimento: Nietzsche, l'oltreuomo, la volontà di potenza e la Germania nazista

Citazione:
Originalmente inviato da Iugulatus
Un po' estrema a sua volta l'impostazione ermeneutica di Don Quixote; diciamo che lo Also sprach Zarathrustra è un'opera altamente significativa ed unica per il legame indissolubile dei suoi contenuti con la sua forma letterariamente estasiante; la grandezza drammatica sembra in qualche modo giustificare la sua priorità concettuale sugli altri testi, ma è evidente che questa pietra miliare del pensiero occidentale contemporaneo non costituisce un compendio ultimativo ed esaustivo delle tematiche affrontate da Nietzsche; può dirsi si tratti dell'esternazione geniale ed artisticamente illuminata del senso complessivo del suo pensiero, della sua direzione e sognata attuazione attraverso una narrazione eroica e remota; quello che lascia il testo non coincide infatti con l'apprendimento di una dottrina o posizione filosofica, diversamente esso produce infatti nella mente un plenus cagionato dal respiro universale e transfilosofico delle sue pagine; come tale, trascendendo in singolare modo la filosofia stessa il testo è un'alternativa con forti connotati estetici, è una stupenda liberazione artistica.
Ma gli stimoli e gli impulsi contenuti nell'intera opera del filosofo di Röcken sono così numerosi ed imponenti che voler ricondurre tutto ad uno scritto, sia pure magistrale e potente come l'Also sprach, non è un'operazione che vale la pena di perpetrare se s'intende assimilare anche soltanto i concetti base della sua elaborazione filosofica...

Io ho la ferma convinzione che, contrariamente alla maggior parte delle interpretazioni che si trovano dello Zarathustra, e in particolare quella di Sossio Giametta, questo testo non sia un'opera da giudicare prevalentemente dal punto di vista estetico, poetico e morale e solo in seconda istanza filosofico, come si tende normalmente a fare.
Questo è un testo in cui gli aforismi che lo compongono non devono essere letti come una grande esibizione di stile ma più o meno sterile, coerente o interessante dal punto di vista della profondità del pensiero, ma invece come una espressione sintetica della sophia che Nietzsche ha compreso ed espresso, e che deve prima essere compresa in profondità attraverso un processo di identificazione con essa per poi poterla spiegare secondo i canoni della sintassi filosofica.
Lo Zarathustra è composto come si componevano gli antichi testi sacri, o i frammenti di Eraclito, o le opere di Ermete, e ogni brano può essere mandato a memoria come si faceva nell'antichità e poi una volta compresone il senso profondo poteva essere illustrato e spiegato con dovizia di parole ed esempi, e come tutti i testi sacri ha più chiavi di lettura, la più profonda e la più vera delle quali è quella anagogica.
Il Brahmasutra ad esempio, uno dei testi sacri della tradizione Indù, si compone di soli 555 aforismi, ma il commento di Shankara occupa oltre 2000 pagine.
Lo Zarathustra è un testo prevalentemente metafisico, nel quale vi è la sintesi del pensiero di verità che Nietzsche ha espresso, ed è significativo anche il fatto che l'autore parli per bocca di un profeta e non in prima persona come tutti i filosofi "normali", per evitare appunto che si confondesse la verità tout court che Nietzsche ha espresso con la "sua" personale verità. Lo Zarathustra non esprime il pensiero "di Nietzsche" in quanto uomo o filosofo, ma il pensiero di un Nietzsche mistico (come ebbe ad ammettere anche Giorgio Colli) che si identifica in un pensiero di verità a cui Nietzsche uomo e letterato ha solo fornito una splendida forma.
Il sottotitolo "Un libro per tutti e per nessuno" rimanda a questa profondità irraggiungibile dalla grande maggioranza delle persone, e lo stesso autore a commento della sua opera affermava: «Chissà quante generazioni dovranno trascorrere per produrre alcune persone che riescano a sentire dentro di sé ciò che ho fatto! E anche allora mi terrorizza il pensiero di tutti coloro che, ingiustificatamente e del tutto impropriamente, si richiameranno alla mia autorità. Ma questo è il tormento di ogni grande maestro dell'umanità: egli sa che, in date circostanze del tutto accidentali, può diventare con la stessa facilità una sventura o una benedizione per l'umanità»
donquixote is offline  
Vecchio 26-02-2014, 00.15.49   #22
attano
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Riferimento: Nietzsche, l'oltreuomo, la volontà di potenza e la Germania nazista

Chiaramente uno poi fa un po' quello che vuole, ma se può servire forse posso dare qualche suggerimento.

1. Non e il caso di leggere La Volontà di Potenza - o almeno non è il caso di cominciare da lì. Come è stato detto, è un libro "che non esiste", non come libro di Nietzsche. C'è un libretto di Montinari, Che cosa ha detto Nietzsche, è nel catalogo Adelphi. Il titolo è più ambizioso del contenuto effettivo, ma per quanto riguarda la "genesi" (abortita) della Volontà di Potenza ci si trovano le notizie più autorevoli, provenenti da un curatore della Kritische Gesamtausgabe.

2. Piuttosto che la lettura della Volontà di Potenza, converrebbe attaccare il Nietzsche di Heidegger (soprattutto il volume II) che, per chi non è heideggeriano, non è soberrimo e non è nemmeno il vangelo, ma rimane più che raccomandabile. Ci si trovano diversi frammenti che poi figurano nella VdP, ma sono messi in una prospettiva critica più solida di quella che il testo originale (per modo di dire) può offrire.

3. Per quanto riguarda lo Zarathustra nell' economia delle opere di Nietzsche, la spiegazione migliore la dà Nietzsche stesso in diversi passaggi di Ecce Homo. In particolare Nietzsche pone Al di là del bene e del male in una forma di dualità con lo Z. E' una questione di gusto, ma, some dice Leo Strauss, Al di là... è probabilmente il vertice assoluto della prosa di Nietzsche e consiglierei di abbordare lo studio (almeno per quanto riguarda la fase finale della sua filosofia) con questo testo, possibilmente congiungendolo col V libro della Gaia Scienza.
E' giusto dire che lo Z. va letto e riletto, ma non davvero per primo - e con mooolta calma. Eventualmente ci sarebbe un bel libro di Laurence Lampert (Nietzsche's Teaching: An Interpretation of Thus Spoke Zarathustra) su cui appoggiarsi.

4.
Citazione:
A mio modo di vedere la VDP coincide con la tecnica: già in umano troppo umano N afferma che la scienza sarà la salvezza e insieme la fine dell'uomo come oggi lo intendiamo
Questa posizione ha anche avuto corso nel ' 900, ma se vuole essere una interpretazione di Nietzsche non regge all'esame dei testi. Il punto di partenza per la comprensione della vdp in Nietzsche si trova in Al di là..., II, 36.
Citazione:
L'amor fati ancora non presente in UTU, dovrebbe essere invece quella spinta erotica che permetta all'uomo di trovare nelle pieghe di Dio la propria essenza, che si tratti di una metafisica dell'umano?
E' difficile discutere l'amor fati senza parlare di Eterno Ritorno. Comunque, anche se non capisco l' espressione “metafisica dell'umano”, sulla base di Al di là.., III, 56 e di Così parlò Zarathustra, III, I sette sigilli, personalmente non potrei dire che quello che dici è sbagliato (anche se non penso che Nietzsche lo direbbe così).

5.
Citazione:
Originalmente inviato da ”green&grey pocket”
Certo che Attano non ha mollato le sue pretese identificazioni della politica nicciana con quella nazista...MAH!
No. Non è quello che ho detto – e basta andare a leggere. Se, poi, ti fa fatica leggere, questo è un altro discorso – ma resta che non è quello che ho detto io.
Quello che ho detto è che i richiami dei nazisti, almeno di alcuni nazisti, alla filosofia di Nietzsche sono comprensibili e argomentabili. Non si può liquidare la questione dicendo che non avevano capito niente.
Avrebbero potuto restare nazisti anche richiamandosi a Platone – e forse con maggiore ragione, perché la Repubblica presenta una dottrina facilmente nazificabile (per non parlare di un certo spiritualismo neopagano che pervadeva le alte gerarchie, come nel caso di Jürgen Stroop). Avrebbero potuto restare nazisti anche richiamandosi a Hegel – perché in fondo il nazismo si vedeva come una declinazione dello stato etico (cosa che è agli antipodi di Nietzsche).
Se, poi, da lì vuoi dire che io identifico la “politica platonica” o la “politica hegeliana” col nazismo, io non te lo posso impedire. Ma di certo tu non puoi aspettarti che io sia d'accordo.
Infine, sì... io pretendo... Ma più spesso argomento – con riferimenti.
attano is offline  
Vecchio 13-05-2014, 22.02.04   #23
Garbino
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Riferimento: Nietzsche, l'oltreuomo, la volontà di potenza e la Germania nazista

Ciao a tutti.
scusate l' intrusione, per altro un po' tardiva, ma spero di essere ancora in tempo e che la mia partecipazione sia gradita.

Per quanto riguarda le insinuazioni sul fatto che Nietzsche abbia ispirato il nazismo, a mio avviso, sono solo illazioni atte a snaturare il fulcro della filosofia di Nietzsche che tende ad un completo sovvertimento dei valori che non mi sembra fosse il piano dei nazisti e soprattutto di Hitler, che ha trascinato la Germania in un baratro indicibile. Per altro ricordo che una delle canzoni simbolo del nazismo era: Io credo in Dio. Il nazismo, ma anche il fascismo, sono per molti versi la risposta di due nazioni al pericolo del socialismo emergente dalla rivoluzione russa di qualche anno prima. E' una risposta violenta della media e grande borghesia a ciò che vede come un pericolo immediato e incombente.

Per quanto riguarda Hidegger, anch' io avevo dei dubbi sulla sua onestà intellettuale ma mi è stata fornita una sua intervista, di cui fornisco il link a fine discorso, a Der Spiegel che ha rimosso molti sospetti e ritengo la difesa che lui porta a testimonianza accettabile. Il link è questo:


http://www.wiki.eudia.org/index.php?...all o_Spiegel

Consiglio vivamente a chi ha a cuore l' argomento di leggerla perché l' ho trovata veramente interessante. E questo consiglio viene da una persona che per altro non è che abbia una grandissima stima di Hidegger come filosofo, perciò è da ritenersi assolutamente non di parte.

Per quanto riguarda gli Ebrei e l' Olocausto, le accuse di antisemitismo sono assolutamente erronee e fallaci. I brani in cui parla degli Ebrei è vero che sono velati da un certo disprezzo (e di chi non parla in questo modo?),ma se leggiamo quello che dice dei tedeschi allora quello che dice sugli Ebrei fa veramente ridere.
Sui tedeschi e la Germania, Nietzsche ne dice di veramente pesanti, ma nessuno lo incolpa di un olocausto tedesco. Io vengo letto dappertutto tranne che in Germania, la pianura d' Europa. ( La pianura sta per piattezza) E riferendosi alla conversione di Wagner: I tedeschi guastano tutto ciò che toccano. Finire tra i porci, ma addirittura tra i tedeschi.
Scusate se non riporto la provenienza ma sono frasi così famose e note che ritengo la cosa archiviabile senza problemi. La prima comunque, l' ho rintracciata mentre cercavo quella in cui si indigna per le accuse di antisemitismo rivoltegli che purtroppo non ho rintracciato, si trova nel Capitolo Perché scrivo libri così buoni ( paragrafo 2 ) di Ecce Homo.

La volontà di potenza, come opera non esiste. Per altro gli aforismi inglobati nell' opera che ne porterebbe il nome è noto che sono una trovata della sorella dopo la sua morte.
La volontà di potenza è la risposta di Nietzsche alla volontà di volontà di Schopenhauer alla base della vita. Lui nega che una volontà possa essere alla base di una volontà e trasforma il tutto nella volontà di potenza. Base della vita quindi. Insita nella vita stessa. Una volontà indifferenziata che è e basta. E ciò comporta una lotta eterna degli istinti per primeggiare.
Da qui il rifiuto del Cristianesimo come rinuncia alla vita e all' ascesa del reissentiment per la mancanza di potenza.

E tutto ciò ci porta direttamente all' oltreuomo, per averne una conferma basta leggere il brano in Ecce Homo nel capitolo riguardante Così parlò Zaratustra, dove lui lo definisce come il ben riuscito, Nietzsche dice espressamente che di lui bisogna avere ben chiaro il presupposto fisiologico: la grande salute. E' l' essere che dona perché non può farne a meno del Canto Notturno tratto proprio dallo Zaratustra. E non dimentichiamo le Tre Metamorfosi, tratte sempre dalla Zaratustra, in cui lo spirito passa per le tre fasi, cammello leone e fanciullo. Il cammello per assorbire tutto il conoscibile, il leone per appropiarsene e il fanciullo per liberarsene perché ormai non ne ha più bisogno. Io sono come il vento del nord per i fichi maturi.
Come in altre occasioni ho già detto, l' oltreuomo è chi con una scrollata di spalle si libera di Dio, della morale e di tutto il resto, volta la schiena al passato e con questo atto di negazione dice sì alla vita.
Anche la mia anima è il canto di un amante.
Grazie a tutti, Garbino Vento di Tempesta.
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Vecchio 14-05-2014, 17.39.51   #24
maral
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Riferimento: Nietzsche, l'oltreuomo, la volontà di potenza e la Germania nazista

Si dice che "Dopo Nietzsche la filosofia non poteva più essere la stessa di prima" ed effettivamente questo filologo divenuto filosofo che esercitò pochissimo il mestiere accademico andando prestissimo in prepensionamento per motivi di salute, intuisce e mostra la necessaria conclusione del pensiero metafisico epistemico dell'Occidente che, cominciato in Grecia, in Hegel aveva celebrato la sua apoteosi. Nietzsche certamente appare, ma solo post mortem, un vero titano della storia della filosofia, in vita i suoi libri pare trovassero infatti pochissimi lettori, quasi un Van Gogh- genio insuperabile della filosofia.
Nietzsche mostra la fine degli idoli metafisici quando, dissoltosi ormai ogni riparo al diventare nulla di ogni cosa nella frantumazione di ogni eternità, può solo elevarsi la volontà di potenza incarnata nel super uomo a piena celebrazione della più pura forza vitale libera, individuale e generosa senza alcun calcolo o convenienza che non vuole risparmiare le masse dei deboli che di essa difettano.
Ben diversa fu la realtà storica dei fascismi e del nazismo che nacquero all'opposto dall'angosciato risentimento di quei deboli, dalle masse di piccoli borghesi, prototipo di quel piccolo uomo che Nietzsche tanto disprezzava, lui che raccontava di discendere da una nobile stirpe polacca (ve lo immaginate un nazista tedesco che finga antenati di nobiltà slava?), lui che che da tedesco e figlio di un pastore luterano aveva per tedeschi e cristiani espressioni ben più feroci che verso gli ebrei, pur non essendo certo tenero nemmeno con questi.
La grandezza di Nietzsche sta nell'aver mostrato la fine di una storia oltre la quale si affaccia inevitabile il nichilismo della volontà di potenza con tutta la sua estrema insensatezza, Nietzsche ha mostrato l'inevitabile tragedia del pensiero dell'Occidente con il sorriso e l'innocenza di uno Zarathustra fanciullo profeta senza remore di moralità, spietato nel suo puro donarsi in sacrificio al volgo in nome della propria volontà assoluta che gli appartiene e insieme lo trascende.
Gli imbianchini, i bottegai, i piccoli e piccolissimi borghesi che indossarono le uniformi fasciste non ebbero certo nulla a che vedere con l'autore dello Zarathustra (semmai con la sorella che Nietzsche detestava al pari del cognato ed era sconvolto dall'idea di ritrovarsela per l'eternità secondo la necessità dell'eterno ritorno) anche se certo alcuni di questi piccoli uomini poterono pensare di trovare ispirazione dalle sue opere per sognare di realizzare il loro orrendo mondo nuovo, un mondo che fa da preliminare a quello dominato dal pensiero tecnico.
Il razzismo, l'eugenetica e il darwinismo sociale non hanno certo in Nietzsche il loro precursore, quanto piuttosto in una visione del mondo biologica, economica e pragmatica a cui aderirono in pieno gli stessi Churchill e Roosvelt (al punto di sostenere il primo nel 1910 che la cosa migliore per chi soffriva di patologie mentali era la segregazione affinché si estinguesse insieme alla sua malattia senza propagarla alle generazioni future e il secondo negli anni 20 che le donne cosiddette del "good stock" che non procreavano dovevano essere considerate criminali della razza in quanto favorivano la perpetuazione di cittadini di razza sbagliata) e che trovarono prima traduzione in leggi di segregazione e sterilizzazione degli stock di scarto proprio in quel faro democratico degli Stati Uniti ove eminenti studiosi di eugenetica plaudivano alle iniziative di Hitler mostrandole come esempi da imitare per non farsi superare dai tedeschi nel cammino del progresso evolutivo.
Non credo che queste idee così tecnico pragmatiche possano avere trovato alcuna ispirazione dalla filosofia nicciana che pragmatica non lo è affatto.
maral is offline  
Vecchio 15-05-2014, 01.52.09   #25
green&grey pocket
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Riferimento: Nietzsche, l'oltreuomo, la volontà di potenza e la Germania nazista

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Originalmente inviato da Iugulatus
Faccio presente di passaggio a Green la necessità di tener conto della parabola evolutiva della riflessione di Nietzsche, e della sommaria suddivisione in periodi che internamente ad essa si può fare: "Umano, troppo umano" è un testo davvero lontano dalla tematizzazione della volontà di potenza, e per quel che mi riguarda l'omonimo testo un coacervo assai poco utile rispetto ad opere più significative.

Ma posso solo confermare che in Umano troppo umano non vi è ancora quella tematizzazione, ma dire che UTU sia un coacervo poco utile è una sciocchezza.

Direi che anzi vi è già tutto il nocciolo della sua antimetafisica, vi è già la lucida distinzione tra cosa sia scienza e cosa sia uomo.

Sopratutto c'è cosa sia l'uomo privato e sociale.

Citazione:
Originalmente inviato da attano
Non si può liquidare la questione dicendo che non avevano capito niente.


E quindi avevano capito qualcosa...che cosa di grazia?

Grazie Garbino!!! l'ho letto tutto...veramente dirimente!!!
Devo dire che provo una forte affinità con il pensatore di Heidelberg.
E' incredibile come avesse capito che la storia del nazismo sarebbe venuta fuori ancora e ancora...

Hai ragione sul fatto che lui ce l'ha con tutti, ma questo non è mica una scusante...i testi contro gli ebrei ci sono, bisogna capire cosa intendeva il maestro!
Ripeto la critica non è contro gli ebrei o i tedeschi come popolo, bensì le conseguenze sociologiche e storiche degli atteggiamente individuali.
Elencarli tutti significa cominciare a capire la profondità a cui quest'uomo era arrivato (per non parlare degli aspetti profetici che fanno venire i brividi per l'accuratezza della descrizione delle conseguenze storiche dell'agire sociale).

Dai che mi manca poco alla fine di umano troppo umano (sono passati 4 anni da quando l'ho iniziato !!).
Una lettura veramente ostica se affrontata nell'ottica di una trasformazione personale.(a mia discolpa )
green&grey pocket is offline  
Vecchio 15-05-2014, 10.59.27   #26
Garbino
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Riferimento: Nietzsche, l'oltreuomo, la volontà di potenza e la Germania nazista

Ciao Green&Grey Pocket,
cosa posso dirti? PREGO. Sono contento che tu abbia raccolto il mio invito e che abbia letto l' intervista. A me ha fatto lo stesso effetto anche se ribadisco che Heidegger non suscita l' ammirazione che da più parti sento riservagli. Ma come ho già detto altrove su di lui sospendo il giudizio, almeno finché non avrò letto di più.

Per quanto riguarda la lettura di Umano Troppo Umano, ti capisco benissimo perché quando la lessi, la prima opera di Nietzsche che decisi di leggere, avevo spesso l' impulso di gettarla dalla finestra per i terremoti e la ripulsa che mi provocavano i suoi aforismi. Poi naturalmente l' ho incominciato ad apprezzare e adesso raramente leggo altro. Leggere lui guasta il gusto, come Nietzsche stesso dice in Ecce Homo. Non so se l' hai letta ma tra le prime letture ti consiglio la Prima Inattuale che è un' opera satirica sul dotto veramente esilarante.

Per quanto riguarda il fatto che Nietzsche bistratta un po' tutti ero cosciente che aveva un valido motivo per farlo, per altro lo dice apertamente se non sbaglio proprio in Ecce Homo dove afferma appunto che lui fa un onore quando parla di qualcuno e lo fa sempre come una lente di ingrandimento per estrapolare altro. Ma nel contesto era in questione solo se il fatto di come parlava degli Ebrei lo rendesse o no antisemita e se ciò poteva aver aperto ispirazione olocaustiche in Hitler e nei nazisti nei loro confronti.

Un altro argomento che volevo affrontare mi è stato ispirato da una frase di MARAL che appunto dice: ....in vita i suoi libri pare che trovassero pochissimi lettori, quasi un Van Gogh....

Il motivo per cui pongo la questione è unicamente in riferimento a quello che è arguibile dalla stesura di Ecce Homo e del Prologo.
Non c' è dubbio che il Prologo sia stato scritto a posteriori ma ciò che incuriosisce è il tono che nel Prologo è molto diverso dall' opera che lo segue.

Il brano da me riportato nel precedente intervento sul fatto che lui asserisce che è letto dappertutto tranne che in Germania, la pianura d' Europa, da adito a pensare che lui pensasse veramente che le cose stessero in questo modo. Che l' opera in fondo sia stata sviluppata soprattutto per la Germania e per quei pochi nel resto del mondo che non apprezzavano i suoi scritti.
Altra cosa è il prologo. Il prologo è una dichiarazione di guerra all' incomprensione, ma soprattutto alla solitudine in cui si sente relegato dall' intellighentia del periodo.

Lui dice testualmente nel primo paragrafo: Ma la discrepanza tra la grandezza del mio compito e la piccolezza dei miei contemporanei si manifesta nel fatto che non mi hanno udito o anche soltanto visto. Vivo a mio proprio credito, forse è solo un pregiudizio, che io viva?...

Quello che a me pare ovvio è che tra la stesura di Ecce Homo e del Prologo è accaduto qualcosa. Qualcosa che gli ha fatto cambiare opinione sul fatto che fosse letto e apprezzato un po' ovunque. Questa è l' unica causa che a mio avviso può aver determinato il brano che ho riportato e tutto il Prologo.

Quello che a me pare evidente è che Nietzsche all' improvviso si accorge, non sappiamo in quale modo, che il suo messaggio filosofico è inascoltato. E che intorno a lui viene creato un baratro di solitudine che sarà, sempre a mio avviso, la causa determinante del suo precipitare nella follia. Ciò non toglie che possa esserci predisposto e che comunque prima o poi vi sarebbe caduto ugualmente, ma pone soltanto un tassello per ricostruire l' ambito in cui ciò è accaduto.

Grazie della cortese attenzione e a presto. Garbino Vento di Tempesta.
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Vecchio 15-05-2014, 23.12.30   #27
green&grey pocket
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Originalmente inviato da Garbino
Quello che a me pare evidente è che Nietzsche all' improvviso si accorge, non sappiamo in quale modo, che il suo messaggio filosofico è inascoltato. E che intorno a lui viene creato un baratro di solitudine che sarà, sempre a mio avviso, la causa determinante del suo precipitare nella follia. Ciò non toglie che possa esserci predisposto e che comunque prima o poi vi sarebbe caduto ugualmente, ma pone soltanto un tassello per ricostruire l' ambito in cui ciò è accaduto.
Grazie della cortese attenzione e a presto. Garbino Vento di Tempesta.

Di Nietzche ascolto spesso molto, e mi sono fatto negli anni una idea di grandezza filosofica senza precedenti.
Ho letto così parlò zaratustra e sto finendo UTU, sicuramente l'obiettivo è di leggerlo tutto...credo che utu sia il libro più ostico, ma essendo considerato da tutti, il suo libro più comprensibile, ho ritenuto doverlo leggere, ma soprattutto assimmilarlo (cosa che faccio con tutti i filosofi).
(spero poi di proseguire molto più spedito)

Il fatto è che opere come lo zaratustra sono troppo simboliche, meriterebbero una seria attenzione.
Quello che si determina è che molte persone però si fanno una "loro" idea.
Io dico che è inevitabile, speravo che si trovasse una qualche forma di collaborazioen nel forum a lui dedicato, ma mi è stato risposto che non serviva che si avesse una idea precisa di lui, semplicemente perchè il maestro poteva dire tutto e il contrario di tutto e tuttavia rimanere un pensatore che per un aforisma andava rispettato.
Lo comprendo, però immagino che quando il buon Federico vedeva come il suo pensiero non venisse capito, o capito solo in alcuni slogan (tipo DIO è MORTO), che fra l'altro lui riteneva totalmente secondari rispetto a quello di cui parlava, se ne andasse su tutte le furie.

Non so se hai visto il film di Monteiro (mi pare) che prova a fare una minuziosa ricostruzione di come lavorasse Nietzche in quel di Torino.
L'attività polemista era una di quelle a cui non rinunciò mai.
(e che immagino si evince dalle lettere ai suoi detrattori).

Ora che lui avesse questo genere di problemi, lo scrive già in UTU, quindi effettivamente trovo molto strano questa discrepanza che trovi...purtroppo ecce homo mi sa sarà un libro che leggerò molto tardi...se vuoi potresti estrarne alcuni passaggi, sarei felice di avere un interlocutore!

green&grey pocket is offline  
Vecchio 16-05-2014, 10.23.13   #28
Garbino
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Ciao Green&Grey Pocket,
Nietzsche, a mio avviso, non solo è un genio che ricorda ampiamente e forse supera i grandi filosofi Greci, ma anche che per noi comuni mortali, che geni non siamo, è possibile soltanto un' interpretazione della sua voluminosa opera filosofica, che ci tengo a precisare ho letto tutta e varie volte.

Naturalmente il fatto che l' abbia letta tutta non testimonia niente, neanche la esattezza della mia interpretazione del suo pensiero. Però posso esprimere che raramente concordo con le varie interpretazioni che circolano sul suo pensiero, e questo perché ciascuno può capirlo e lo interpreta in base a ciò che è. Ed è ovvio che un credente avrà molta più difficoltà a digerire il suo messaggio filosofico visto e considerato che il suo scopo è proprio quello di abbattere la Metafisica, o se vogliamo il Platonismo. Gli ideali, la morale, il Cristianesimo e via dicendo. A conferma ricordo di aver visionato opinioni che contemplavano anche seri dubbi sul suo ateismo e altri che addirittura lo ritenevano Cristiano.

Devo dire che raramente leggo altre interpretazioni, ma ho trovato validi spunti in Ferruccio Masini e ultimamente anche in alcune argomentazioni di Vattimo, anche se non concordo con molto di ciò che dice. Mi manca la lettura del testo che Cacciari definisce la sua preferita, e mi riferisco al MIO Nietzsche proprio di Hidegger.

Per quanto riguarda il modo di leggerlo io consiglio sempre di non soffermarsi sugli aforismi che non si capiscono o su ogni altro argomento e tirare dritto. La possibilità di infangarsi è alta ed è meglio evitare. Anche io ho iniziato da UTU, ma adesso a chi intenda avvicinarsi al filosofo consiglierei di incominciare proprio da Ecce Homo o dalla Prima Inattuale: David Strauss. L' uomo di fede e lo scrittore. E i motivi sono diversi.

Ma ancora più importante è aver letto e capito, o almeno avere un' idea, della filosofia d Platone che fortunatamente avevo letto integralmente in precedenza. Ed in base ad essa avere un' idea del personaggio Socrate che non è sempre facile dedurre dai suoi scritti ( di Platone intendo ). E possiamo ritenerci fortunati di avere più o meno un' idea del Cristianesimo e del messaggio del Cristo.

Pertanto, non so quale fosse l' iter che avevi intenzione di seguire ma il mio consiglio è di variarlo in base a ciò che ho detto e se vuoi possiamo comunicare anche via mail per eventuali approfondimenti.

Sono d' accordo con te che in UTU troviamo un prologo, quello sugli spiriti liberi che dimostra ampiamente che non avendo riscontri positivi su questa opera abbia creato uno stuolo di lettori futuri che lo avrebbero capito e che avrebbero seguito la sua filosofia e creato un nuovo modo di essere filosofi.
Ma da quella stesura a quella di Ecce Homo passano diversi anni, durante i quali oltre a critiche paurose gli vengono inoltrate anche difese di intellettuali alla sua opera che penso gli abbiano fatto sopravvalutare quanto avessero compreso la sua argomentazione filosofica, che è molto complessa, anche se non lo era per lui.

Ecce Homo in fondo è un libro altamente alcionico, gaio, dove lui si racconta e argomenta varie necessità vitali per l' individuo e poi descrive i suoi scritti. Ma è uno dei libri in cui la polemica o attacchi non figurano, se non marginalmente in rapporto al resto delle sue opere. Anche La Gaia Scienza, che lui dice essere alcionico e gaio, presenta attacchi paurosi e per molti versi è una delle sue opere più controverse e che sto ancora studiando.

Il Prologo è invece di un' acredine paurosa. Comunque si tratta di poche pagine e penso che tu possa recuperarlo facilmente anche sul web.
Ma se cerchi nelle librerie dovresti trovare una raccolta di tutti i suoi scritti edito dalla Newton Compton di colore rosso che dovrebbe costare una manciata di euro.

Il brano che riporto di seguito è la continuazione e parte finale di quello già riportato nel precedente intervento:
.... Mi basta solo parlare con qualche dotto che venga d' estate in Alta Engadina per convincermi che non vivo.....In queste circostanze c' è un dovere contro il quale, in fondo, la mia abitudine e ancor più l' orgoglio dei miei istinti si rivolta, dire cioè: ASCOLTATEMI! POICHE' IO SONO QUESTO E QUEST' ALTRO. E SOPRATTUTTO NON CONFONDETEMI CON ALTRI!

Questa è la parte finale del primo paragrafo del prologo, e i dotti a cui si riferisce non possono essere solo tedeschi; ma soprattutto il brano di ieri in cui parla della pochezza dei suoi contemporanei e la grandezza del suo compito non può generare dubbi di sorta. Qui ce l' ha con il mondo intero. Almeno a mio avviso. Che sia chiaro. Sempre a mio avviso.

Sperando di averti dato le risposte che attendevi ma anche di essere stato utile ad altri che volessero accingere alla lettura di Nietzsche, ti saluto.

Garbino Vento di Tempesta.
Garbino is offline  
Vecchio 17-05-2014, 18.05.37   #29
donquixote
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Riferimento: Nietzsche, l'oltreuomo, la volontà di potenza e la Germania nazista

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Originalmente inviato da Garbino
A conferma ricordo di aver visionato opinioni che contemplavano anche seri dubbi sul suo ateismo e altri che addirittura lo ritenevano Cristiano.


Io sono convinto che Nietzsche fosse profondamente cristiano, e che si sia scagliato contro il Cristianesimo della sua epoca paradossalmente proprio per questa ragione.
Vi sono due modi di essere anticristiani: il primo è inferiore ed è proprio dei materialisti, degli scienziati, che non riescono a vedere niente che non cada sotto i loro sensi e non concepiscono nulla che stia al di sopra della materia, e quindi rifiutano a priori qualunque trascendenza, negando peraltro a chiunque altro la possibilità di comprenderla.
Il secondo modo, superiore, è quello di comprendere i principi essenziali del cristianesimo, che poi sono i medesimi di tutte le grandi tradizioni dottrinali, e rendersi conto che questi sono stati nel tempo distorti, degradati, e ridotti a semplici e insignificanti precetti morali.
Un Cristianesimo che ultimamente non liberi l'uomo da qualunque schema morale ma che al contrario lo costringa in gabbie sempre più rigide e immutabili è la negazione dei principi che lo ispirano, e siccome nei paesi riformati questa situazione in cui la dottrina cristiana era già stata ridotta ad una farisaica ottemperanza di regole e regolette era già riscontrabile chiaramente già ai tempi di Nietzsche, chiunque fosse talmente ispirato da intuire l'essenza della dottrina non poteva che rifiutare la sua riduzione a mero schema sociale, e criticarla in profondità. Il grido di Nietzsche contro il Cristianesimo non è l'urlo di guerra di un nemico giurato, ma quello di disperazione di un figlio tradito, anche se probabilmente neppure egli stesso se ne rendeva perfettamente conto.
Tanto per intenderci è molto meno cristiano l'attuale pontefice, anche se parla a favore del Cristianesimo ogni giorno, di quanto non lo fosse Nietzsche che gli ha invece riversato contro strali infuocati.
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Vecchio 18-05-2014, 07.44.56   #30
Garbino
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Riferimento: Nietzsche, l'oltreuomo, la volontà di potenza e la Germania nazista

X Donquixote, in riferimento a quanto da te affermato, e contrariamente a quello che tu possa pensare, capisco perfettamente quello che intendi e che naturalmente non condivido.
Ma la dimostrazione, o il tentativo di farlo, deve necessariamente passare nel mostrare i brani delle opere che lo dimostrino. Ritengo molto importante quanto da te affermato anche perché fa riferimento al Cristianesimo delle origini e al messaggio originale del Cristo che comunque si può solo supporre dal momento che abbiamo soltanto qualcosa scritto da altri, e cioè i Vangeli, che sappiamo essere tanti ma che poi sono stati ridotti a quattro dal famoso Concilio di Nicea.
Sono altresì d' accordo che i Vangeli Apocrifi dovrebbero essere reintegrati dalla Chiesa Cattolica, ma sappiamo benissimo quali siano le difficoltà che questa azione comporterebbe. Per quanto mi ritengo un agnostico, considero questo Papa uno dei migliori Papi di tutta la Storia della Chiesa. Anche se il più grande rimane forse Giovanni Paolo I, Papa Luciani che rappresentava veramente un simbolo alto di Cristianità.
Dammi il tempo di organizzarmi e ti enuncerò perché a mio avviso Nietzsche non può configurarsi come Cristiano.
Garbino Vento di Tempesta.
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