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Vecchio 02-08-2014, 19.43.25   #81
Duc in altum!
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Riferimento: Che differenza c'è fra desiderare e volere?

** scritto da CVC.

Citazione:
Quindi l'uomo non può farcela da solo.

Esatto.
A meno che tu non sia il primo.


Citazione:
Questa sfiducia nei confronti dell'uomo ha un nome: misantropismo. Il cristiano e lo stoico hanno in comune la cura, la salvezza dell'anima. Ma lo stoico pensa di farcela da solo, il cristiano pensa non sia possibile farcela senza l'aiuto di Dio.

Mi dispiace ma leggo su internet (Wikipedia, correggimi se sbaglio!) che la misantropia è un sentimento ed un conseguente atteggiamento d'odio totale o sfiducia nei confronti del genere umano ovvero l'attitudine all'antipatia e alla sfiducia verso le altre persone. L'etimologia della parola proviene dal greco μῖσος ("odio") + ἄνθρωπος ("uomo, essere umano"). Un misantropo è una persona che odia o non si fida dell'umanità. La misantropia comunque non implica necessariamente sadismo o masochismo, o una disposizione antisociale e sociopatica verso l'umanità.

Caro CVC forse devi rileggere, riflettere e meditare, i fondamenti del cristianesimo:- "Gesù rispose: «Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l'unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c'è altro comandamento più importante di questi». - (Mc 12, 29-31)

C'è non poca differenza tra odiare e amare il prossimo, l'umanità.



Ma non esiste coscienza umana che non invii segnali di una probabile dannazione o salvezza dell'anima, non è una priorità del cristiano o dello stoico.
Lo stoico pensa di farcela da solo? ...ognuno è libero d'illudersi come meglio desidera!!

Ricorrere all'aiuto divino può sembrare una sconfitta, una debolezza, mentre invece è il principio dell'essere consapevoli dei propri limiti, il mettere in luce le proprie tenebre, il discernimento del non saper amare.
Non riconoscere questo presupposto alimenta solo l'orgoglio, causa principale, insieme alla menzogna, del fallimento di salvezza dell'anima.
Un individuo che sostiene di farcela da solo, di potercela fare da solo, dichiara praticamente che l'uomo è diventato il dio di sé stesso, esattamente come vuole (e fece!) il diavolo.




Pace&Bene
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Vecchio 03-08-2014, 00.55.08   #82
Duc in altum!
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Riferimento: Che differenza c'è fra desiderare e volere?

** scritto da CVC:

Citazione:
Ma a voler veder bene, se la fede è un atto di volontà, come può l'uomo sottomettersi alla volontà della fede se la fede stessa è un atto della sua volontà?

Ma non è l'uomo a sottomettersi alla volontà della fede, ma la ragione umana di credersi illimitati, eterni e autosufficienti, o qualsiasi altro simile pensiero vanaglorioso.
L'uomo si sottomette al dovere di testimoniare la verità che secondo la sua fede (irrazionale in principio, razionale poi) gli dona libertà assoluta già in vita, e poi ,"forse", la salvezza dell'anima.
Altrimenti credere, avere fede in Qualcosa, non è più un dovere ma una convenienza, un po' come pagare le tasse perché il non farlo implica l'arresto e non perché sia un dovere civile per il beneficio collettivo.



Citazione:
Sono d'accordo sull'esame di coscienza come guida della volontà, ma perchè uno dovrebbe sentirsi in colpa per non aver fede se ciò, il non aver fede, non gli impedisce di prendersi cura della propria coscienza, della propria anima?


Ma non esiste il non aver fede (forse conosci qualcuno con questa esclusiva?), esiste solo l'aver fede in Qualcosa di differente, altrimenti su cosa si fonda la cura della propria coscienza?!?! ...su di un naif?!?!
E quindi ritorniamo al punto precedente dell'illusione di poter gestire la salvezza dell'anima da solo, senza essere Dio.



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Vecchio 03-08-2014, 06.13.49   #83
acquario69
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Riferimento: Che differenza c'è fra desiderare e volere?

vorrei provare nella mia ignoranza a porre dei quesiti in merito a cio di cui state parlando…(CVC - Duc in album)
ne uscirà magari anche qualcosa di poco chiaro..ma ci provo lo stesso..

secondo me e' sui simboli che va intravisto il "messaggio"
pensiamo che il mito sia solo un racconto infantile che avrebbero adottato i primi uomini "selvaggi"
ma il mito secondo me e' come a volerci dire qualcosa di più che non può venir espresso altrimenti,per cercare almeno di comprenderne il significato reale,forse il mito indica un "ordine" che pero non va interpretato quest'ultimo come a un imposizione,ma semplicemente indica la naturale gerarchia a cui dobbiamo far riferimento..ma anche questo viene distorto,pensando appunto che se ne possa fare a meno.(superbia)

ad esempio a un certo punto parli del diavolo (Duc)..il fatto secondo me e' che sono state prese alla lettere cose che poi hanno finito per non centrare più niente.
allora il diavolo e' diventato qualcosa di "opposto" al bene ma io penso che era solo un messaggio per dire che l'uomo non può "isolarsi" e "dividersi" da qualcosa che gli appartiene integralmente

oppure quando ti riferisci al comandamento del..amerai dunque il signore ecc…
forse vuole dire anche in questo caso che esiste un unica entità trascendente che e' in noi..non e' fuori di noi..e il fatto che lo concepiamo "fuori" e' li che subentra il "diavolo"

forse (ma ripeto,provo a dire quello che penso,da ignorante in materia)
chissa se il desiderio,alla sua radice,nasca e sviluppi pure per quella "nostalgia" di infinito che abbiamo col tempo "perso" o forse meglio ce ne siamo "separati"
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Vecchio 03-08-2014, 09.21.10   #84
CVC
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Riferimento: Che differenza c'è fra desiderare e volere?

Citazione:
Originalmente inviato da Duc in altum!
** scritto da CVC:



Ma non è l'uomo a sottomettersi alla volontà della fede, ma la ragione umana di credersi illimitati, eterni e autosufficienti, o qualsiasi altro simile pensiero vanaglorioso.
L'uomo si sottomette al dovere di testimoniare la verità che secondo la sua fede (irrazionale in principio, razionale poi) gli dona libertà assoluta già in vita, e poi ,"forse", la salvezza dell'anima.
Altrimenti credere, avere fede in Qualcosa, non è più un dovere ma una convenienza, un po' come pagare le tasse perché il non farlo implica l'arresto e non perché sia un dovere civile per il beneficio collettivo.






Ma non esiste il non aver fede (forse conosci qualcuno con questa esclusiva?), esiste solo l'aver fede in Qualcosa di differente, altrimenti su cosa si fonda la cura della propria coscienza?!?! ...su di un naif?!?!
E quindi ritorniamo al punto precedente dell'illusione di poter gestire la salvezza dell'anima da solo, senza essere Dio.



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Con misantropia intendevo sentimento di sfiducia verso l'uomo. Un uomo che si prostra continuamente a Dio è un uomo che non ha fiducia in se stesso e nei suoi simili, per quanto li possa amare li considererà sempre inadeguati a trovare da soli la propria strada, il raggiungimento dei propri scopi.
Con questo non affermo che Dio non esiste, ma lasciamogli fare il suo lavoro e noi facciamo il nostro.
Amico Duc in altum, senza offesa, le cose che dici le sento da quando ero bambino e andavo a catechismo.
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Vecchio 03-08-2014, 23.27.59   #85
maral
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Riferimento: Che differenza c'è fra desiderare e volere?

La volontà di Dio e la volontà dell'uomo, il desiderio di Dio e il desiderio dell'uomo, il bisogno di Dio per l'uomo e il bisogno dell'umo per Dio. Su quale singolare strada irta di spine si è incamminata questa discussione filosofica. Trovo piuttosto strano che si preghi il Padre Onnipotente dicendo "sia fatta la tua volontà", con un tempo ottativo anziché con un indicativo ben più adatto alla sua onnipotenza. Ciò che l'Onnipotente desidera non dovrebbe forse trovare di per sé immediata realizzazione indipendentemente da ogni umano auspicio?
Ma l'uomo che prega davvero, riconoscendo il suo limite, accetta la Volontà divina, o forse non l'accetta solo perché sa, desidera oltre misura, che quella Volontà non può contrastare con la propria, in quanto Dio lo ama, dunque ha bisogno di lui e l'amante non può certo negarsi all'amato fedele che in lui ripone ogni speranza, tutto se stesso? E allora l'amato non prega forse Dio affinché sia la sua debole volontà umana a realizzarsi a mezzo di un'alleanza con l'Onnipotenza dell'amante in cui la fede è il pegno per un comune reciproco desiderare?
Non so, ma mi pare che nel fedele che si affida solo all'unico Dio onnipotente non vi sia solo questa consapevolezza del proprio limite. C'è, ma c'è pure la certezza di superarlo, perché l'Onnipotenza è con lui.
Una assai interessante trasfigurazione della Volontà di Potenza che Nietzsche non aveva ben considerato (e qui mi piacerebbe un intervento di Garbino, se ci legge, che in un'altra argomentazione ha a lungo parlato di Nietzsche e dello spirito di decadenza per come da lui considerato).
La fede è volontà di potenza che vuole realizzarsi, è volontà di oltrepassare ogni limite possibile nonostante i propri limiti, anzi proprio a mezzo di questo riconoscimento dei propri limiti, è fede in un'Onnipotenza che dal Cielo crea la nostra invincibile potenza (in questo segno vincerai!"). E se il comandamento dice di amare il prossimo come se stessi è solo perché a Dio onnipotente piace e desidera che sia così, affinché tutti glorifichino la Sua Onnipotenza, cosicché essa si mostri vera e indubitabile a ciascuno. Non avrebbe alcun senso per il vero fedele amare il prossimo senza prima amare Dio. solo in funzione della divina onnipotenza il prossimo può per lui essere amato.
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Vecchio 04-08-2014, 12.22.59   #86
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** scritto da acquario69:


Citazione:
vorrei provare nella mia ignoranza a porre dei quesiti in merito a cio di cui state parlando…(CVC - Duc in album)
ne uscirà magari anche qualcosa di poco chiaro..ma ci provo lo stesso..

secondo me e' sui simboli che va intravisto il "messaggio"
pensiamo che il mito sia solo un racconto infantile che avrebbero adottato i primi uomini "selvaggi"
ma il mito secondo me e' come a volerci dire qualcosa di più che non può venir espresso altrimenti,per cercare almeno di comprenderne il significato reale,forse il mito indica un "ordine" che pero non va interpretato quest'ultimo come a un imposizione,ma semplicemente indica la naturale gerarchia a cui dobbiamo far riferimento..ma anche questo viene distorto,pensando appunto che se ne possa fare a meno.(superbia)

ad esempio a un certo punto parli del diavolo (Duc)..il fatto secondo me e' che sono state prese alla lettere cose che poi hanno finito per non centrare più niente.
allora il diavolo e' diventato qualcosa di "opposto" al bene ma io penso che era solo un messaggio per dire che l'uomo non può "isolarsi" e "dividersi" da qualcosa che gli appartiene integralmente.

Non sono io che parlo del diavolo, nella Bibbia viene citato 118 volte Satana, il diavolo, il maligno. 84 volte nel Nuovo Testamento e 34 nell'Antico. Ed io credo nella Bibbia così come tu che il mito sia solo un racconto infantile che avrebbero adottato i primi uomini "selvaggi".
E' inevitabile, per un credente, non segnalare che il volersi sostituire a Dio (quindi adorare l'IO) è diabolico.



Citazione:
oppure quando ti riferisci al comandamento del..amerai dunque il signore ecc…
forse vuole dire anche in questo caso che esiste un unica entità trascendente che e' in noi..non e' fuori di noi..e il fatto che lo concepiamo "fuori" e' li che subentra il "diavolo"

Per me è logico che subentra il diavolo se si crede che il trascendente è solo dentro di noi, poiché già non si segue il trascendente come desidera , ma come conviene e piace a noi.
Io costruisco il mio desiderare, il mio volere, la mia etica, la mia esistenza, su questa fede, così come ognuno sulla sua, ma scegliere di non credere nel diavolo non ci salverà da lui nel "caso" dovesse esistere per davvero.
E allora io dico: chi tocca il cavo dell'alta tensione muore, sia chi lo sa che chi non lo sa. L'effetto non cambia. Bisogna essere prudenti perché le conseguenze possono essere drammatiche, già in vita, non solo dopo essere morti.
Poi ognuno faccia come meglio desidera.



Citazione:
chissa se il desiderio,alla sua radice,nasca e sviluppi pure per quella "nostalgia" di infinito che abbiamo col tempo "perso" o forse meglio ce ne siamo "separati"

Dalla nostalgia dell'amore assoluto da cui siamo stati concepiti e al quale dobbiamo voler ritornare, poiché senza il nostro "voglio" il trascendente non puo' intervenire, altrimenti sarebbe un'imposizione.


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** scritto da CVC:


Citazione:
Con misantropia intendevo sentimento di sfiducia verso l'uomo. Un uomo che si prostra continuamente a Dio è un uomo che non ha fiducia in se stesso e nei suoi simili, per quanto li possa amare li considererà sempre inadeguati a trovare da soli la propria strada, il raggiungimento dei propri scopi.

Ma il problema è proprio questo, chi crede di potercela fare da solo, pensa che è lui, da solo, a decidere la propria strada, il proprio scopo (la vocazione), sfiduciando il desiderio ed il volere di Dio su di noi, non lasciandosi andare al mistero per quella logica esaltata umana di avere sempre tutto sotto controllo (l'onnipotenza).
Io non ho fiducia in me stesso dal momento che ho compreso che solo la fiducia in Dio poteva farmi cambiare il desiderio ed il volere iniquo e corrotto, e incontrare il vero scopo, la strada giusta da percorrere, a cui ero chiamato (non quella che a me era piaciuta) a percorrere.

E la fiducia nel prossimo è solo questa fede che te la concede, poiché ti fa rendere conto che tutti possono desiderare di completarsi nell'amore se vogliono, se saranno inadeguati è una loro decisione, e la conclusione del voler soddisfare un desiderio non concepito per loro da Dio: poiché larga è la porta e spaziosa la via che mena alla perdizione, e molti son quelli che entrano per essa.



Citazione:
Con questo non affermo che Dio non esiste, ma lasciamogli fare il suo lavoro e noi facciamo il nostro.

E come potresti mai sapere qual è il tuo lavoro se non è Dio a indicartelo? ...sei un raccomandato?!?!
Come potrebbe mai fare il Suo lavoro se tu non gli permetti di intervenire? ...deve fare come a Saulo?
Tu affermi che Dio esiste, ma solo nel momento che non ti faccia soffrire e non abbia desideri e voleri nei tui confronti che non siano differenti da quelli che tu desideri e vuoi, ma questo non è credere è pagnottismo.



Citazione:
Amico Duc in altum, senza offesa, le cose che dici le sento da quando ero bambino e andavo a catechismo.

Amico CVC, perché dovrei offendermi, la missione della catechesi è far risuonare la Parola di Dio per "svegliare" chi l’ascolta (forse perché addormentato??).
Può darsi che dovresti far svegliare, desiderare e volere, quel bambino che è sempre in noi:- "In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me". - (Mt 18, 3-5)

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** scritto da maral:


Citazione:
Ma l'uomo che prega davvero, riconoscendo il suo limite, accetta la Volontà divina, o forse non l'accetta solo perché sa, desidera oltre misura, che quella Volontà non può contrastare con la propria, in quanto Dio lo ama, dunque ha bisogno di lui e l'amante non può certo negarsi all'amato fedele che in lui ripone ogni speranza, tutto se stesso?


La Volontà divina o l'accetti o non l'accetti:- "Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno".
Con il divino non si possono usare i trabocchetti della logica umana, esso scruta i cuori.
Sa se la preghiera è sincera, se l'amato abbandona con tutto sé stesso i propri desideri in ragione del volere divino, se è un amore opportunista.

Citazione:
E allora l'amato non prega forse Dio affinché sia la sua debole volontà umana a realizzarsi a mezzo di un'alleanza con l'Onnipotenza dell'amante in cui la fede è il pegno per un comune reciproco desiderare?

All'uomo che prega davvero, riconoscendo i suoi limiti, gli viene concesso il discernimento della trasformazione, della rinascita, del reciproco desiderare la testimonianza della verità e la salvezza dell'anima, l'osservare come la sottomissione diventi confidenza, e il timore (inteso biblicamente e non come paura) in amore.


Citazione:
Trovo piuttosto strano che si preghi il Padre Onnipotente dicendo "sia fatta la tua volontà", con un tempo ottativo anziché con un indicativo ben più adatto alla sua onnipotenza. Ciò che l'Onnipotente desidera non dovrebbe forse trovare di per sé immediata realizzazione indipendentemente da ogni umano auspicio?


No, altrimenti è un amore imposto e non liberamente corrisposto, e noi saremmo solo dei burattini preprogrammati.



Citazione:
Non so, ma mi pare che nel fedele che si affida solo all'unico Dio onnipotente non vi sia solo questa consapevolezza del proprio limite. C'è, ma c'è pure la certezza di superarlo, perché l'Onnipotenza è con lui.
Una assai interessante trasfigurazione della Volontà di Potenza che Nietzsche non aveva ben considerato

Ma è logico che superi il limite umano: voli senza ali, ami da morire, deprimi la morte.



Citazione:
La fede è volontà di potenza che vuole realizzarsi, è volontà di oltrepassare ogni limite possibile nonostante i propri limiti, anzi proprio a mezzo di questo riconoscimento dei propri limiti, è fede in un'Onnipotenza che dal Cielo crea la nostra invincibile potenza (in questo segno vincerai!"). E se il comandamento dice di amare il prossimo come se stessi è solo perché a Dio onnipotente piace e desidera che sia così, affinché tutti glorifichino la Sua Onnipotenza, cosicché essa si mostri vera e indubitabile a ciascuno. Non avrebbe alcun senso per il vero fedele amare il prossimo senza prima amare Dio. solo in funzione della divina onnipotenza il prossimo può per lui essere amato.

Come volevasi dimostrare!!
Infatti il prossimo, grazie alla Volontà divina, non viene amato per quel che ha o per quel che desidera o vuole essere, ma per la dignità che acquisisce agli occhi di Dio, per essere anch'egli una Sua creatura.





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Vecchio 04-08-2014, 14.51.00   #87
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Originalmente inviato da Duc in altum

Non sono io che parlo del diavolo, nella Bibbia viene citato 118 volte Satana, il diavolo, il maligno. 84 volte nel Nuovo Testamento e 34 nell'Antico. Ed io credo nella Bibbia così come tu che il mito sia solo un racconto infantile che avrebbero adottato i primi uomini "selvaggi".
E' inevitabile, per un credente, non segnalare che il volersi sostituire a Dio (quindi adorare l'IO) è diabolico.

guarda che ti sbagli,hai frainteso,se non addirittura rovesciato cio che avrei espresso
per me il mito non e' solo un racconto infantile che avrebbero adottato dei semplici selvaggi…prova a rileggere meglio.

Citazione:
Per me è logico che subentra il diavolo se si crede che il trascendente è solo dentro di noi, poiché già non si segue il trascendente come desidera , ma come conviene e piace a noi.
Io costruisco il mio desiderare, il mio volere, la mia etica, la mia esistenza, su questa fede, così come ognuno sulla sua, ma scegliere di non credere nel diavolo non ci salverà da lui nel "caso" dovesse esistere per davvero.
E allora io dico: chi tocca il cavo dell'alta tensione muore, sia chi lo sa che chi non lo sa. L'effetto non cambia. Bisogna essere prudenti perché le conseguenze possono essere drammatiche, già in vita, non solo dopo essere morti.
Poi ognuno faccia come meglio desidera.

duc..secondo me il sapere (conoscere) e' qualcosa che va oltre la ragione stessa,forse ti sembrerà un concetto strano questo,ma quando abbiamo la testa piena di nozioni,non può entrarci più niente che vada al di la di queste..ci circoscrivono come dentro una gabbia..
per me il diavolo,se così posso provare a dire,rappresenta più in generale solo una "metafora"..un "messaggio"..un 'indicazione"..

Citazione:
Dalla nostalgia dell'amore assoluto da cui siamo stati concepiti e al quale dobbiamo voler ritornare, poiché senza il nostro "voglio" il trascendente non puo' intervenire, altrimenti sarebbe un'imposizione.

se ci riesco a spiegarmi (ti confesso che mi e' al quanto difficile) anche in questo caso,per "separazione" intendo dire,forse la stessa cosa quando in alcuni casi come più sopra dici…"adorazione dell'io"…come entità separata.
quello che si intende normalmente per soggettività e' in definitiva un illusione..

poi ognuno intenda come meglio crede,anche perché per certe cose ci si può arrivare da soli…ma da soli veramente.
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Vecchio 04-08-2014, 17.01.55   #88
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La Volontà divina o l'accetti o non l'accetti:- "Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno".
Con il divino non si possono usare i trabocchetti della logica umana, esso scruta i cuori.

Non ci siamo capiti, era una domanda retorica da me male espressa: l'uomo di fede accetta sempre la volontà divina, ma l'accetta proprio in quanto ha fede che questa volontà non contrasta con la propria perché Dio lo ama. Quindi la volontà onnipotente è a completa disposizione del fedele. In altre parole si riconosce il limite alla propria potenza, ma quel limite è certamente superabile grazie al rapporto di cui si gode con l'Onnipontenza, quindi la volontà di potenza dell'uomo di fede non è per nulla limitata, anzi, per interposto ente, è esaltata al massimo grado e non conosce ostacolo alcuno.

Citazione:
... e il timore (inteso biblicamente e non come paura) in amore.
Infatti l'uomo di fede cristiana ha fede in questo amore dell'Onnipotente verso di lui e questo che risolve ogni cosa ed esaudisce ogni suo bisogno e desiderio (il fedele è tale in quanto ha fede di avere l'onnipotenza sempre dalla sua parte.)

Citazione:
No, altrimenti è un amore imposto e non liberamente corrisposto, e noi saremmo solo dei burattini preprogrammati.
Bè, ma anche in questo caso è fatta la Sua volontà, non è qualcosa di auspicabile. Dio vuole un amore liberamente corrisposto, quindi questa è la Sua volontà, il fatto che ci si possa sentire liberi di amarlo o no è esattamente la Volontà divina.

Citazione:
Ma è logico che superi il limite umano: voli senza ali, ami da morire, deprimi la morte.
Appunto, l'onnipotenza di Dio garantisce la mia onnipotenza se ho fede. Qui sta l'enorme differenza tra il pensiero greco e quello cristiano. Per il greco il limite è giusta necessità che sta nelle cose stesse, superarlo distrugge il giusto equilibrio delle cose, è assoluta follia. Per il cristiano invece no, l'Onnipotenza divina consente il superamento di qualsiasi suo limite (gli storpi camminano, i ciechi vedono, i posseduti rinsaviscono, gli affamati sono saziati, i morti resuscitano...) , non c'è limite alla soddisfazione dei desideri del fedele se egli ha fede. Nel cristiano c'è una volontà di potenza che il pagano vedeva solo come estrema follia, hybris. Ed è per questo che il cristianesimo ha superato il pensiero pagano, esattamente come il pensiero tecnico ha superato il cristianesimo e come il nichilismo supererà (e sta già superando) il pensiero tecnico.

Citazione:
Infatti il prossimo, grazie alla Volontà divina, non viene amato per quel che ha o per quel che desidera o vuole essere, ma per la dignità che acquisisce agli occhi di Dio, per essere anch'egli una Sua creatura.
Infatti, l'Onnipotenza divina capace di soddisfare qualsiasi desiderio, implica l'amore divino per tutti gli uomini per manifestarsi come onnipotenza ed è per questo che l'amore diventa un comandamento, un dovere per ogni uomo. Solo nel cristianesimo si comanda di amare e questa è contraddizione se non è letta alla luce di un amore che è puro esercizio di potenza: l'amore lo si sente, come si può comandare? Come si può intenderlo come un dovere?. Io devo amare il mio prossimo significa solo che non lo amo proprio per nulla.
maral is offline  
Vecchio 04-08-2014, 17.10.03   #89
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@Duc in altum
Ti spiego perché non sono pagnottista. Non facendo parte di alcuna affiliazione o setta, non ho nessun interesse personale che gli altri la pensino come me. Al più la semplice soddisfazione umana che viene dal comunicare e dal condividere e anche dalla disputa quando è costruttiva.
È così anche per te, vero?
@maral
Per evitare che la volontà di potenza diventi un passe-partout retorico, possiamo almeno distinguere volontà cosciente e volontà inconscia? Rientrano ambedue nella volontà di potenza? Se si, mi parrebbe strano. Tutti sanno che conscio e inconscio sono spesso in contrasto. Quindi se c'è differenza fra volontà cosciente e no, esistono almeno due specie di volontà. Se invece ogni volontà rientra nella stessa sfera di volontà di potenza, come si spiega che istinto e ragione fanno spesso a cazzotti?
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Vecchio 04-08-2014, 19.09.28   #90
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** scritto da acquario69:

Citazione:
guarda che ti sbagli,hai frainteso,se non addirittura rovesciato cio che avrei espresso
per me il mito non e' solo un racconto infantile che avrebbero adottato dei semplici selvaggi…prova a rileggere meglio.

Ho riletto, è giusto quel che dici, ma quel messaggio in più, "l'ordine" recondito, già è stato rivelato: la vita, morte e risurrezione di Gesù.
La teoria è pratica, il mito è realtà.
Adesso (da 2000 anni e nessuno escluso!) tocca decidersi o meno nel desiderare di percorrere quella sequela, di voler conformarsi a quella rivelazione, oggettiva e sempre contemporanea.
Il resto sono coordinate fallaci, indicazioni ingannatrici


Citazione:
duc..secondo me il sapere (conoscere) e' qualcosa che va oltre la ragione stessa,forse ti sembrerà un concetto strano questo,ma quando abbiamo la testa piena di nozioni,non può entrarci più niente che vada al di la di queste..ci circoscrivono come dentro una gabbia..
per me il diavolo,se così posso provare a dire,rappresenta più in generale solo una "metafora"..un "messaggio"..un 'indicazione"..


Non mi sembra un concetto strano, infatti io vado al di là del sapere come indicazione, come messaggio, con l'azione, col gesto di fede irrazionale: perdono il mio nemico, prego per chi mi diffama.

Allora se per te diavolo è una metafora che cela un qualcosa di vero, chiamalo o distinguilo come ti pare, ma questa metafora stà ad indicare che c'è qualcuno, al di fuori di noi, che agisce nei nostri desideri e nella nostra volontà, allontanadoci dalla nostra missione originale, alterando il nostro destino, e godendo anche per questo.





Citazione:
se ci riesco a spiegarmi (ti confesso che mi e' al quanto difficile) anche in questo caso,per "separazione" intendo dire,forse la stessa cosa quando in alcuni casi come più sopra dici…"adorazione dell'io"…come entità separata.
quello che si intende normalmente per soggettività e' in definitiva un illusione..

poi ognuno intenda come meglio crede,anche perché per certe cose ci si può arrivare da soli…ma da soli veramente.


Spiegati meglio, anche perché mi è difficile discernere la soggettività come un'illusione.



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** scritto da maral:

Citazione:
Non ci siamo capiti, era una domanda retorica da me male espressa: l'uomo di fede accetta sempre la volontà divina, ma l'accetta proprio in quanto ha fede che questa volontà non contrasta con la propria perché Dio lo ama. Quindi la volontà onnipotente è a completa disposizione del fedele. In altre parole si riconosce il limite alla propria potenza, ma quel limite è certamente superabile grazie al rapporto di cui si gode con l'Onnipontenza, quindi la volontà di potenza dell'uomo di fede non è per nulla limitata, anzi, per interposto ente, è esaltata al massimo grado e non conosce ostacolo alcuno.


Grazie per la delucidazione, ma l'uomo di fede non accetta sempre la volontà divina, proprio perché questa volontà, per affermarsi, ti conduce nell'annientare la tua, che contrasta completamente quella divina, anche se Dio ti ama. E' un lavoro, un desiderio, un servire, un volere, quotidiano, e non si ha mai (fino a 5 minuti dopo la Morte!) la certezza piena di averlo ben compiuto o perfettamente realizzato.
Non devi più desiderare come vorresti, ma come vuole Lui, perché se continui a desiderare di tua testa non realizzerai mai la straordinaria opera che Lui ha organizzato per te, c'è bisogno del farsi guidare e condurre dall'imprevisto, dall'incognito, per sperimentare l'inaudito, l'impossibile, l'assurda onnipotenza.
Quindi la volontà onnipotente è a completa disposizione del fedele, ma del fedele che porta all'olocausto suo figlio, che affronta un gigante con una fionda per difendere il suo popolo, che cede la sua patata ad un padre di famiglia in un campo di concentramento nazista, di chi compie atti di carità, non di tutti.

Quel rapporto di cui gode l'uomo di fede con l'Onnipotenza va alimentato attimo per attimo, con l'azione di abnegazione dell'Io:- "non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me", altrimenti la volontà di potenza illimitata resta solo nel desiderio, un vorrei ma non ci provo.



Citazione:
Bè, ma anche in questo caso è fatta la Sua volontà, non è qualcosa di auspicabile. Dio vuole un amore liberamente corrisposto, quindi questa è la Sua volontà, il fatto che ci si possa sentire liberi di amarlo o no è esattamente la Volontà divina.


Ma gli vogliamo concedere qualche merito visto che ci ha concesso anche il poter sperimentare e vivere l'amare e l'amaci?
Inoltre se il libero arbitrio è una volontà divina, un desiderio onnipotente, chi sono io, limitato, misero e caduco, per biasimarla?!?! Ricominciamo col volerci sostituire a Lui?



Citazione:
Ed è per questo che il cristianesimo ha superato il pensiero pagano, esattamente come il pensiero tecnico ha superato il cristianesimo e come il nichilismo supererà (e sta già superando) il pensiero tecnico.

Scusa maral, (per quanto ti stimo ed apprezzo i tuoi pensieri e le tue riflessioni!) ma da quando il pensiero tecnico ha superato il messaggio di Cristo? Forse la Chiesa ha chiuso i battenti e tu lavori per News24 e non avete ancora diffuso l'evento?


Citazione:
Infatti, l'Onnipotenza divina capace di soddisfare qualsiasi desiderio, implica l'amore divino per tutti gli uomini per manifestarsi come onnipotenza ed è per questo che l'amore diventa un comandamento, un dovere per ogni uomo. Solo nel cristianesimo si comanda di amare e questa è contraddizione se non è letta alla luce di un amore che è puro esercizio di potenza: l'amore lo si sente, come si può comandare? Come si può intenderlo come un dovere?. Io devo amare il mio prossimo significa solo che non lo amo proprio per nulla.


Solo il cristianesimo propone (non comanda) di amare da morire quale verità assoluta per essere davvero liberi.
Se fosse un comando, le 10 parole diverrebbero i 10 comandamenti, e l'Onnipotente un despota.

Ed il fatto che la Chiesa non insegna da nessuna parte che dobbiamo sperare che tutti si salvino (il motivo è semplice: non tutti si salvano!), avvalora maggiormente la considerazione che ad un comando, ad un volere, ed anche forse ad un desiderio, di Dio Onnipotente, nessuna confutazione umana sarebbe consentita, mentre ad una proposta si può facilmente cambiare idea.



Pace&Bene

Ultima modifica di Duc in altum! : 04-08-2014 alle ore 21.22.00.
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