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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 05-07-2015, 08.34.30   #1
acquario69
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Attraverso l'olfatto si svela solo un semplice ricordo?

chiunque credo abbia un ricordo intenso legato ad un odore.
oggi a me e' capitato di sentire l'odore della legna bruciata e come mi succede tutte le volte che lo sento mi sembra di entrare in un altra dimensione.
e' appunto un ricordo molto intenso di quando fin da piccolo usavo trascorrere le vacanze dai miei nonni in un piccolo paesino di montagna ed era frequente che dal camino delle case usciva il fumo della legna bruciata.
questo particolare ricordo legato a quest'odore per me e' così potente e così misterioso che farei molta fatica a descrivere e forse non ci sarebbero nemmeno le parole adatte per farlo,mi sembra come di entrare per un attimo in una dimensione a-temporale e che secondo me non e' più semplicemente solo un ricordo legato all'infanzia

allora mi chiedo,come mai certi profumi rimangono per sempre dentro di noi,come se nulla potesse mai cambiarli?
cosa sarà mai successo nel momento in cui per la prima volta quel'odore e' entrato a far parte per sempre nella nostra vita?




ho letto due brevi citazioni che qui sotto riporto e che avrei ritrovato delle connessioni su quanto ho provato di dire sull'argomento


Secondo Pavese esiste un concepire mitico dell’infanzia che si pone come a-priori per la coscienza, un sollevare eventi unici ed assoluti, che vivranno nella nostra mente come schemi normativi e che, in futuro, faranno di ogni esperienza sempre una seconda volta, un ritrovamento


"Ritornare al mito significa far ritorno ad un mondo privo di limiti e divieti che vincolano l’uomo maturo, mondo in cui si è ristabilito ogni legame con l’universo favoloso, con l’al di là, con gli antenati; significa non essere ancora incorso nella legge morale che ci impone il vivere adulto, non essere educati al tempo e quindi alla memoria storica.
L’esperienza meridiana costituisce spesso l’accesso alla mitica fissità naturale, a quell’intemporale e astorico vivere tipico dell’infanzia e dell’adolescenza. Il carattere del mito è infatti l’unicità. Solo il ragazzo, per Pavese, conosce veramente le cose e solo ritornando tale l’uomo può avere accesso alla dimensione mitica"



Il mito risiede nell’essere sottratto all’accadere. Il che è avvenuto idealmente una volta per tutte e il carattere dell’individuo si intravede nell’essere attratto e conformato da qualcosa che sta al di là della propria esperienza storica come ricorda Guiducci (1967). Il mito non è semplicemente un racconto narrato, bensì una realtà vissuta, una viva realtà che si crede avvenuta all’inizio dei tempi e che, da allora, continua ad esercitare la sua influenza sul mondo e sul destino degli uomini. Il mito è paradigmatico e l’esistenza individuale è il tentativo di adattarsi ad esso


"E qual è la reale dimensione del tempo? Lineare nel suo scandire ciò che passa, oppure sferica nel suo continuo riaffermare ciò che è stato, trasformandolo in un eterno presente?"
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Vecchio 10-07-2015, 00.43.48   #2
Coscienza
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Riferimento: Attraverso l'olfatto si svela solo un semplice ricordo?

Bel post.

Simile esperienza la vivo con gli odori della sera, che sperimento raramente in quanto recluso, e perciò si librano sferzanti.

La sera è inoltre strettamente legata ai più importanti ricordi della mia primissima infanzia; guardacaso.

Tra l'altro, a differenza dei colori, che tutti vediamo in modo molto simile, odori e sapori sono pesantemente influenzati dai complessi meccanismi del cervello, che manipola gli input sensoriali in modo molto più ampio prima di inviarli al pensiero cosciente.
Tipico esempio è il cibo che cambia leggermente sapore quando si è in depressione.

Il tuo odore della legna non è lo stesso di un altro, ma porta con sè molte altre sensazioni.
Sensazioni che non sono mere emozioni, ma sono proprio un sentimento, che come già scritto, tende appunto al trascendente.

La natura sofferente e malinconica del sentimento (in generale) anche qui non si smentisce: il ricordo di qualcosa che non c'è più (quindi dolore della mancanza), non essere più bambino (il tormento della ragione e il rimpianto della spensieratezza), e il tedio esistenziale (sento questo buon odore ma non posso raggiungere l'assoluto).
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Vecchio 11-07-2015, 08.39.28   #3
acquario69
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Riferimento: Attraverso l'olfatto si svela solo un semplice ricordo?

Citazione:
Originalmente inviato da Coscienza
Bel post.

Simile esperienza la vivo con gli odori della sera, che sperimento raramente in quanto recluso, e perciò si librano sferzanti.

La sera è inoltre strettamente legata ai più importanti ricordi della mia primissima infanzia; guardacaso.

Tra l'altro, a differenza dei colori, che tutti vediamo in modo molto simile, odori e sapori sono pesantemente influenzati dai complessi meccanismi del cervello, che manipola gli input sensoriali in modo molto più ampio prima di inviarli al pensiero cosciente.
Tipico esempio è il cibo che cambia leggermente sapore quando si è in depressione.

Il tuo odore della legna non è lo stesso di un altro, ma porta con sè molte altre sensazioni.
Sensazioni che non sono mere emozioni, ma sono proprio un sentimento, che come già scritto, tende appunto al trascendente.

La natura sofferente e malinconica del sentimento (in generale) anche qui non si smentisce: il ricordo di qualcosa che non c'è più (quindi dolore della mancanza), non essere più bambino (il tormento della ragione e il rimpianto della spensieratezza), e il tedio esistenziale (sento questo buon odore ma non posso raggiungere l'assoluto).

credo non sia certamente facile indagare su certe emozioni,e a tutto cio che questo può implicare,sembrerebbe troppo intimo,"chiuso" all'interno delle proprie sensazioni e da certe reazioni diciamo cosi più strettamente chimico-cerebrali.
il mio punto di vista si muove tuttavia anche su un livello diverso,dove certe spiegazioni non siano tutte riducibili a qualcosa che sia solo il risultato di certe reazioni.
penso che l'infanzia non sia semplicemente qualcosa di fantastico,solo frutto della fantasia del bambino ma uno stato dell'essere che ancora era in grado,ovviamente senza tra l'altro saperlo,di sintonizzarsi su un piano di realtà che per un adulto diventa difficilissimo riprendere,del resto possiamo dire al contrario che la percezione dell'adulto sia proprio così affidabile e veritiera?..e non sarà pure che per tutte le cose che mano a mano acquisisce che si crea intorno a lui una barriera o un confine che lo de-finisce precludendogli una consapevolezza superiore?

niente di dimostrabile ovviamente,altrettanto pero penso che il voler trovare sempre e solo una dimostrazione logico-razionale dei fenomeni il più delle volte diventa anch'esso dogma e dei più difficili da eliminare
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Vecchio 12-07-2015, 15.36.57   #4
Coscienza
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Riferimento: Attraverso l'olfatto si svela solo un semplice ricordo?

Lo "stato dell'essere" di cui parli, in cui si trova il bambino, è la spensieratezza.
Dimenticanza di sè, dice Leopardi.

Citazione:
niente di dimostrabile ovviamente
Al contrario, è un dato di fatto. Che i bambini sono più spensierati rispetto agli adulti. E che a causa di questo, la loro coscienza può dirsi stare su un diverso piano ontologico.
E che crescendo, accumulandosi l'adulto di informazione e cultura, perde questa spensieratezza e questo contatto con il reale immediato, facendo della realtà (mero rumore, caos) qualche cosa di logico, catalogato, descritto, contenibile.

L'illuminazione (che in realtà non esiste), o Nirvana, eccetera, andrebbe a coincidere con il culmine della spensieratezza, ovvero l'annullamento del linguaggio e della coscienza intesa come "Io".
"Essere il più cretino dei cretini", diceva Carmelo Bene. Lasciarsi spegnere, consigliava Schopenhauer, con la sua teorizzata ascesi.
Nella pratica però queste cose non sono possibili al 100%, non si arriva cioè mai al culmine, perché c'è la volontà di potenza che mai si arresta.
Il bambino è vicinissimo al Nirvana ma poi se ne allontana, complice l'educazione, il fare esperienze e ricordarsene, ecc.

Sentendo l'odore della legna, il sentimento (che può essere racchiuso dal linguaggio, dalla logica, analizzato e quant'altro, ma è pur sempre in origine sentimento, istintivo, immediato) ti coglie e ti ricorda che esiste quel diverso piano del reale, e ti invita a tornarci. Tuttavia lo si può fare solo temporaneamente, e forse nemmeno, perché poi la ragione si riappropria del nostro pensiero e lo guida.
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Vecchio 13-07-2015, 04.24.44   #5
acquario69
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Riferimento: Attraverso l'olfatto si svela solo un semplice ricordo?

Citazione:
Originalmente inviato da Coscienza
Lo "stato dell'essere" di cui parli, in cui si trova il bambino, è la spensieratezza.
Dimenticanza di sè, dice Leopardi.


Al contrario, è un dato di fatto. Che i bambini sono più spensierati rispetto agli adulti. E che a causa di questo, la loro coscienza può dirsi stare su un diverso piano ontologico.
E che crescendo, accumulandosi l'adulto di informazione e cultura, perde questa spensieratezza e questo contatto con il reale immediato, facendo della realtà (mero rumore, caos) qualche cosa di logico, catalogato, descritto, contenibile.

L'illuminazione (che in realtà non esiste), o Nirvana, eccetera, andrebbe a coincidere con il culmine della spensieratezza, ovvero l'annullamento del linguaggio e della coscienza intesa come "Io".
"Essere il più cretino dei cretini", diceva Carmelo Bene. Lasciarsi spegnere, consigliava Schopenhauer, con la sua teorizzata ascesi.
Nella pratica però queste cose non sono possibili al 100%, non si arriva cioè mai al culmine, perché c'è la volontà di potenza che mai si arresta.
Il bambino è vicinissimo al Nirvana ma poi se ne allontana, complice l'educazione, il fare esperienze e ricordarsene, ecc.

Sentendo l'odore della legna, il sentimento (che può essere racchiuso dal linguaggio, dalla logica, analizzato e quant'altro, ma è pur sempre in origine sentimento, istintivo, immediato) ti coglie e ti ricorda che esiste quel diverso piano del reale, e ti invita a tornarci. Tuttavia lo si può fare solo temporaneamente, e forse nemmeno, perché poi la ragione si riappropria del nostro pensiero e lo guida.

Ne abbiamo pero un intuizione di questo stato primordiale (il famoso paradiso per i credenti?)
che non sarebbe secondo me solo dettato da un sentimento,quindi propriamente umano..
qualcosa che in qualche maniera ci "rammenterebbe" (ma non nel ricordo,che in quel caso potrebbe rivelarsi solo come un punto di partenza) il nostro stato originario,comunque sempre presente in noi,nonostante le sovrastrutture dell'IO successive,e gli innumerevoli tentativi di soffocamento da parte della ragione stessa.
non mi sembra un caso infatti che l'infanzia,credo si possa dire che per tutti,nessuno escluso,sia stata vissuta alla stessa identica maniera,senza distinzioni e differenze..percio come unita indifferenziata

Dal Vangelo:
"chi non accoglie il Regno di Dio come un bambino,non vi entrerà'"

Ultima modifica di acquario69 : 13-07-2015 alle ore 13.23.53.
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Vecchio 28-07-2015, 22.40.08   #6
odos
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il fenomeno è stato indagato in lungo e in largo dalla pnl e dall'ipnosi. Il fenomeno va sotto il nome di àncore. È anche il metodo tramite il quale è possibile ricordare ricordi rimossi in stato di coscienza alterata o di bypassamento del fattore critico.


Quanto al suo statuto ontologico, bè il discorso secondo me si inserisce nel piú ampio discorso del tipo di conoscenza non predicativa (o se si vuole non razionale/temporale). Per questo il richiamo al bambino o al mito.



Purtroppo la nostra filosofia indaga solamente il razionale, ma abbiamo metà cervello, l'emisfero destro, di cui non sappiamo praticamente nulla perchè da noi salvo rare (qui citate) eccezioni si è deciso non essere rilevante.

In realtá guardando alle scienze alternative si puó già capire un bel po', anche se è una giungla fatta di nozioni pericolanti.

Poi detto a margine, personalmente il tipo di conoscenza non predicativa sia ciò che in ultima istanza regga come il suo fondamento il pensiero razionale, ma non vorrei deviare troppo dal topic.
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Vecchio 29-07-2015, 10.45.41   #7
acquario69
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Riferimento: Attraverso l'olfatto si svela solo un semplice ricordo?

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Originalmente inviato da odos
Poi detto a margine, personalmente il tipo di conoscenza non predicativa sia ciò che in ultima istanza regga come il suo fondamento il pensiero razionale.

Ciao,grazie per l'intervento

potrei chiederti un chiarimento maggiore su quanto scritto da te qui sopra?
mi interesserebbe capirlo meglio.
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Vecchio 30-07-2015, 21.56.40   #8
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Riferimento: Attraverso l'olfatto si svela solo un semplice ricordo?

Ho detto quella nota a margine solo perché per me è IL vero tema non abbastanza indagato per risolvere un mucchio di questioni che solitamente si pensa appartengano al piano razionale, e mi sembrava di poter agganciarlo bene alla tua domanda, portando il discorso su un terreno piú classicamente filosofico, ma non volevo deviare troppo.

Ad ogni modo in filosfia è già un po' che si è osservato che il fondamento delle ragioni, non è una ragione a sua volta, ma è un terreno non predicativo. Volendosi mantere sul piano cognitivo, questo consiste nell'atto intuitivo del cogliere una forma.

Dalla percezione sensoriale alla grande teoria scientifica, alla base rispettivamente dei singoli elementi percettici e dei fatti di una teoria, c'è un'intuizione ordinatrice. Intuizione non nel senso di "genialata", ma di atto cognitivo non temporale della stessa natura "atemporale" del ricordo.

Niente di nuovo, è l'attività dell'emisfero destro, ma questa volta vista in relazione all'ontologia stessa.

Qui si dovrebbero riportare le brillanti analisi dei filosofi della percezione, nonchè nozioni di psicologia infantile, ma soprattutto servirebbe una bella analisi dell'evoluzione e sviluppo delle teorie scientifiche, per mostrare che la componente "intuitiva" é la componente ordinatrice e fornitrice di senso dei singoli elementi. È ciò che stabilisce il loro senso (il loro cos'è) e ciò che paradossalmente rimane sempre nascosto e inesplicitato (componente "tacita" la chiamava Michael Polanyi).

Esattamente come quando guardiamo una figura gestaltica come la lepre/anatra o il calicefacce, cioè che vediamo (l'esterno) è determinato da ciò che pensiamo (intuiamo) di vedere.

Così le scoperte scientifiche sono la ridisposizione piú perspicua e coerente degli elementi a disposizione (in genere pochi nuovi), tanto che nascono perlopiú da un buon ipotizzare che da un semplice guardare.

E riecco qua il ricordo, quel distillato di "intuizione" nella sua forma piú pura, che in età adulta e razionale raramente si lascia mostrare così apertamente, continuando tuttavia ad agire indisturbato.
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Vecchio 31-07-2015, 13.23.15   #9
acquario69
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Originalmente inviato da odos
Ho detto quella nota a margine solo perché per me è IL vero tema non abbastanza indagato per risolvere un mucchio di questioni che solitamente si pensa appartengano al piano razionale, e mi sembrava di poter agganciarlo bene alla tua domanda, portando il discorso su un terreno piú classicamente filosofico, ma non volevo deviare troppo.

Ad ogni modo in filosfia è già un po' che si è osservato che il fondamento delle ragioni, non è una ragione a sua volta, ma è un terreno non predicativo. Volendosi mantere sul piano cognitivo, questo consiste nell'atto intuitivo del cogliere una forma.

Dalla percezione sensoriale alla grande teoria scientifica, alla base rispettivamente dei singoli elementi percettici e dei fatti di una teoria, c'è un'intuizione ordinatrice. Intuizione non nel senso di "genialata", ma di atto cognitivo non temporale della stessa natura "atemporale" del ricordo.

Niente di nuovo, è l'attività dell'emisfero destro, ma questa volta vista in relazione all'ontologia stessa.

Qui si dovrebbero riportare le brillanti analisi dei filosofi della percezione, nonchè nozioni di psicologia infantile, ma soprattutto servirebbe una bella analisi dell'evoluzione e sviluppo delle teorie scientifiche, per mostrare che la componente "intuitiva" é la componente ordinatrice e fornitrice di senso dei singoli elementi. È ciò che stabilisce il loro senso (il loro cos'è) e ciò che paradossalmente rimane sempre nascosto e inesplicitato (componente "tacita" la chiamava Michael Polanyi).

Esattamente come quando guardiamo una figura gestaltica come la lepre/anatra o il calicefacce, cioè che vediamo (l'esterno) è determinato da ciò che pensiamo (intuiamo) di vedere.

Così le scoperte scientifiche sono la ridisposizione piú perspicua e coerente degli elementi a disposizione (in genere pochi nuovi), tanto che nascono perlopiú da un buon ipotizzare che da un semplice guardare.

E riecco qua il ricordo, quel distillato di "intuizione" nella sua forma piú pura, che in età adulta e razionale raramente si lascia mostrare così apertamente, continuando tuttavia ad agire indisturbato.


posso dire che la mia non e' un intuizione dei sensi fisici (temporale-individuale) ma appunto a-temporale. (non duale,quindi "fuori dal tempo"non individuale e umana)

la condizione individuale e nel nostro caso umana e' una condizione vincolata allo spazio-tempo..passato e futuro,nascita e morte.
ma questa sarebbe per così dire solo una nostra "suggestione" perché in realtà non vi sarebbe che un eterno presente e quell'intuizione ne coglierebbe l'essenza stessa simultaneamente,non potendo essere altrimenti

evidentemente vi sarebbe in noi la stessa essenza che ci "ricollegherebbe" a quanto sopra ma non e' situata nella memoria,probabilmente non e' nemmeno un "luogo fisico"
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Vecchio 31-07-2015, 17.06.25   #10
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Riferimento: Attraverso l'olfatto si svela solo un semplice ricordo?

si penso di averlo capito. Parlavo di ciò che permette e rende possibili i sensi fisici o perlomeno cosa intendiamo con essi solitamente. Poi bisogna capire come intendersi riguardo al concetto di sensi fisici. Il fatto che qualcosa sia passato o in un ricordo non basta di per sè per essere qualcosa di separato da esperienze sensoriali, per quanto si presenti con caratteristiche perculiari come quelle da te descritte.


Ad ogni modo volendo chiedersi dello statuto ontologico di questo fenomeno - visto che io piú che altro avevo deviato parlando del RUOLO che questo elemento ha per la nostra cognizione, conoscenza e per il nostro sapere tutto - ci sono ottimi spunti in alcuni percorsi spiritualisti.

Lo spiritualismo è una giungla dove è molto complesso districarsi, ma ci sono imho alcuni ottimi spunti tra fisica quantistica/universo multidimensionale e diverse parti non materiali di cui saremmo costituiti che frequentano assieme al corpo diversi ordini dimensionali.

Ma non è una cosa nella quale in genere persone di cultura occidentale mediamente intelligenti si possono calare senza un lungo percorso di convincimento razionale, fatto di studi, ricerche, e da analisi svolte incrociando centaina di fonti eterogenee, e soprattutto esperienze dirette; per cui la cosa finisce inevitabilmente per essere monopolizzata da newgiani che allontanano ogni serio contributo alla conoscenza di questa (importantissima) materia.
odos is offline  

 



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