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Vecchio 08-07-2015, 13.17.37   #1
pepe98
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Sono coscienza. Chi ha scritto questa frase è solo una delle mie fonti.

Se la nostra coscienza dipende dall'ambiente circostante(compreso organismo e lo stesso cervello), ed esso muta nel tempo, allora dovremmo essere una persona diversa ad ogni istante (non solo per ogni organismo).
Ció si risolve dicendo che gli stati di coscienza sono istantanei, e la coscienza è l'insieme di questi stati, che differiscono da istante a istante e da organismo a organismo. Quindi la coscienza è unica per tutti noi, praticamente siamo la stessa persona. Tuttavia ogni organismo è un deposito di esperienze passate solo dal suo punto di vista, ed è la memoria a darci l'illusione di essere un singolo organismo.
Mi porto questa idea da circa un anno, e ormai mi sembra ovvia. Eppure vedo filosofi che ancora non lo sanno, che si chiedono cosa la morte...
Ora sappiamo pure cosa sono la nascita e la morte: Gli estremi temporali di una parte di coscienza prodotta da un determinato organismo.

Siete d'accordo?
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Vecchio 08-07-2015, 19.25.19   #2
Duc in altum!
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Riferimento: Sono coscienza. Chi ha scritto questa frase è solo una delle mie fonti.

Sì, se l'organismo creatore della coscienza unica per tutti noi è Dio.
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Vecchio 09-07-2015, 15.06.54   #3
Sariputra
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Riferimento: Sono coscienza. Chi ha scritto questa frase è solo una delle mie fonti.

Citazione:
Originalmente inviato da pepe98
Se la nostra coscienza dipende dall'ambiente circostante(compreso organismo e lo stesso cervello), ed esso muta nel tempo, allora dovremmo essere una persona diversa ad ogni istante (non solo per ogni organismo).
Ció si risolve dicendo che gli stati di coscienza sono istantanei, e la coscienza è l'insieme di questi stati, che differiscono da istante a istante e da organismo a organismo. Quindi la coscienza è unica per tutti noi, praticamente siamo la stessa persona. Tuttavia ogni organismo è un deposito di esperienze passate solo dal suo punto di vista, ed è la memoria a darci l'illusione di essere un singolo organismo.
Mi porto questa idea da circa un anno, e ormai mi sembra ovvia. Eppure vedo filosofi che ancora non lo sanno, che si chiedono cosa la morte...
Ora sappiamo pure cosa sono la nascita e la morte: Gli estremi temporali di una parte di coscienza prodotta da un determinato organismo.

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Attento a non giungere alla conclusione di una "coscienza universale". Infatti non può esistere coscienza senza oggetto della coscienza. Non si può dare coscienza in sè, ma solo coscienza di...
La coscienza appare solo dal contatto tra mente e oggetti dei sensi. Se non c'è contatto non c'è coscienza. Nel sonno profondo, quando la mente si ritira dal contatto, non c'è coscienza. Nel momento che appare il sogno appare la coscienza. Nel lattante non c'è coscienza, solo al momento dello sviluppo degli organi di senso e del contatto, sorge la coscienza e , con essa, il senso dell'Io/mio. Al contatto con la piacevole sensazione del gusto del latte materno la mente desidera provare nuovamente quella sensazione, ne vuole ancora, sorge "Io desidero ancora questo" e poi "Questa sensazione è Mia".
Pensare che ci sia una coscienza "universale" (che sarebbe un Dio secondo Duc in Altum) da cui dipendono e di cui ha percezione tutte le cose è esattamente l'opposto della natura condizionata della coscienza. Solo all'apparire della percezione, da cui la sensazione e poi la volizione, si forma coscienza. Senza questi aggregati non è dato trovare alcuna coscienza. Bisogna stare attenti, secondo me, a vedere la coscienza come qualcosa di "esterno" al processo del divenire di tutte le formazioni mentali. Essendo necessario il contatto, la sensazione,ecc. siamo di fronte a qualcosa di condizionato e quindi, come tutte le cose condizionate, destinato all'impermanenza. Sussiste finché sussistono le condizioni che l'hanno fatta sorgere.
Nessuna "anima del mondo" per così dire...
Sariputra is offline  
Vecchio 09-07-2015, 17.19.26   #4
mariodic
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Riferimento: Sono coscienza. Chi ha scritto questa frase è solo una delle mie fonti.

Citazione:
Originalmente inviato da Sariputra
Attento a non giungere alla conclusione di una "coscienza universale". Infatti non può esistere coscienza senza oggetto della coscienza. Non si può dare coscienza in sè, ma solo coscienza di...
La coscienza appare solo dal contatto tra mente e oggetti dei sensi. Se non c'è contatto non c'è coscienza. Nel sonno profondo, quando la mente si ritira dal contatto, non c'è coscienza. Nel momento che appare il sogno appare la coscienza. Nel lattante non c'è coscienza, solo al momento dello sviluppo degli organi di senso e del contatto, sorge la coscienza e , con essa, il senso dell'Io/mio. Al contatto con la piacevole sensazione del gusto del latte materno la mente desidera provare nuovamente quella sensazione, ne vuole ancora, sorge "Io desidero ancora questo" e poi "Questa sensazione è Mia".
Pensare che ci sia una coscienza "universale" (che sarebbe un Dio secondo Duc in Altum) da cui dipendono e di cui ha percezione tutte le cose è esattamente l'opposto della natura condizionata della coscienza. Solo all'apparire della percezione, da cui la sensazione e poi la volizione, si forma coscienza. Senza questi aggregati non è dato trovare alcuna coscienza. Bisogna stare attenti, secondo me, a vedere la coscienza come qualcosa di "esterno" al processo del divenire di tutte le formazioni mentali. Essendo necessario il contatto, la sensazione, ecc. siamo di fronte a qualcosa di condizionato e quindi, come tutte le cose condizionate, destinato all'impermanenza. Sussiste finché sussistono le condizioni che l'hanno fatta sorgere.
Nessuna "anima del mondo" per così dire...
Questo è L'Osservatore universale unico: l'IO che è i capo dei campi le cui "grinze" sono, diciamo così, il mondo percepito.
mariodic is offline  
Vecchio 09-07-2015, 20.00.27   #5
Duc in altum!
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Riferimento: Sono coscienza. Chi ha scritto questa frase è solo una delle mie fonti.

** scritto da Sariputra:

Citazione:
Nel sonno profondo, quando la mente si ritira dal contatto, non c'è coscienza. Nel momento che appare il sogno appare la coscienza. Nel lattante non c'è coscienza, solo al momento dello sviluppo degli organi di senso e del contatto, sorge la coscienza e , con essa, il senso dell'Io/mio.

Il fatto che tu abbia maggior facilità di distinguere la coscienza solo attraverso il contatto e lo sviluppo dei sensi non significa che questa non sia sempre presente (specialmente nel sonno profondo, poiché è lì, senza la nostra ostilità, che può esprimersi al massimo), sempre al massimo delle sue facoltà e sempre diligentemente ottimista.


Pace&Bene
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Vecchio 09-07-2015, 20.29.49   #6
pepe98
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Riferimento: Sono coscienza. Chi ha scritto questa frase è solo una delle mie fonti.

Citazione:
Originalmente inviato da Sariputra
Attento a non giungere alla conclusione di una "coscienza universale". Infatti non può esistere coscienza senza oggetto della coscienza. Non si può dare coscienza in sè, ma solo coscienza di...
La coscienza appare solo dal contatto tra mente e oggetti dei sensi. Se non c'è contatto non c'è coscienza. Nel sonno profondo, quando la mente si ritira dal contatto, non c'è coscienza. Nel momento che appare il sogno appare la coscienza. Nel lattante non c'è coscienza, solo al momento dello sviluppo degli organi di senso e del contatto, sorge la coscienza e , con essa, il senso dell'Io/mio. Al contatto con la piacevole sensazione del gusto del latte materno la mente desidera provare nuovamente quella sensazione, ne vuole ancora, sorge "Io desidero ancora questo" e poi "Questa sensazione è Mia".
Pensare che ci sia una coscienza "universale" (che sarebbe un Dio secondo Duc in Altum) da cui dipendono e di cui ha percezione tutte le cose è esattamente l'opposto della natura condizionata della coscienza. Solo all'apparire della percezione, da cui la sensazione e poi la volizione, si forma coscienza. Senza questi aggregati non è dato trovare alcuna coscienza. Bisogna stare attenti, secondo me, a vedere la coscienza come qualcosa di "esterno" al processo del divenire di tutte le formazioni mentali. Essendo necessario il contatto, la sensazione,ecc. siamo di fronte a qualcosa di condizionato e quindi, come tutte le cose condizionate, destinato all'impermanenza. Sussiste finché sussistono le condizioni che l'hanno fatta sorgere.
Nessuna "anima del mondo" per così dire...

Hai semplicemente detto che la coscienza è condizionata dal mondo materiale, ma il tuo discorso non confuta la probabilità che la coscienza sia una...
La coscienza si divide in "punti di vista" indipendenti, ma tutti percepiti dallo stesso essere cosciente: semplicemente la coscienza.
Poi, pensandoci bene, non ti pare più logico considerare un'unica cosa esistente? Se la caratteristica della coscienza è il percepire, allora chi ci autorizza a dividere la percezione della coscienza in più coscienze (praticamente, in modo informalissimo, nel senso che "a nessuna interessa cosa percepisce l'altra")? Se non la sola illusione dovuta alla memoria disponibile da pensare?
In un organismo si trova solo memoria di esperienze vissute dal punto di vista solo di quell'organismo, ma ció non autorizza certo ad affermare di essere un separato essere cosciente.
pepe98 is offline  
Vecchio 10-07-2015, 00.22.44   #7
Coscienza
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Riferimento: Sono coscienza. Chi ha scritto questa frase è solo una delle mie fonti.

Inoltre, se la coscienza universale si divide in sotto-coscienze, come mai tu fai esperienza quotidiana di una sola di queste? E soprattutto, che cos'è quel "tu" della frase? La coscienza universale non risolve in pratica il problema della coscienza (che è capirne la natura).
Coscienza is offline  
Vecchio 10-07-2015, 09.21.13   #8
pepe98
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Riferimento: Sono coscienza. Chi ha scritto questa frase è solo una delle mie fonti.

Citazione:
Originalmente inviato da Coscienza
Inoltre, se la coscienza universale si divide in sotto-coscienze, come mai tu fai esperienza quotidiana di una sola di queste? E soprattutto, che cos'è quel "tu" della frase? La coscienza universale non risolve in pratica il problema della coscienza (che è capirne la natura).
Non risolve il problema di cosa sia la coscienza, ma è una riflessione che indica che i criteri con la quale dividiamo la coscienza sono frutto di illusioni.
Altro esempio: Uno che perde la memoria, non è qualcun altro solo perché non si ricorda del proprio passato, e allora anche noi, non siamo qualcun altro solo perché non ci ricordiamo del suo passato(passato dal suo punto di vista).
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Vecchio 10-07-2015, 16.42.42   #9
Sariputra
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Riferimento: Sono coscienza. Chi ha scritto questa frase è solo una delle mie fonti.

Citazione:
Originalmente inviato da pepe98
Hai semplicemente detto che la coscienza è condizionata dal mondo materiale, ma il tuo discorso non confuta la probabilità che la coscienza sia una...
La coscienza si divide in "punti di vista" indipendenti, ma tutti percepiti dallo stesso essere cosciente: semplicemente la coscienza.
Poi, pensandoci bene, non ti pare più logico considerare un'unica cosa esistente? Se la caratteristica della coscienza è il percepire, allora chi ci autorizza a dividere la percezione della coscienza in più coscienze (praticamente, in modo informalissimo, nel senso che "a nessuna interessa cosa percepisce l'altra")? Se non la sola illusione dovuta alla memoria disponibile da pensare?
In un organismo si trova solo memoria di esperienze vissute dal punto di vista solo di quell'organismo, ma ció non autorizza certo ad affermare di essere un separato essere cosciente.


E' evidente che non può esserci differenziazione nella coscienza. La differenza ( ricordi, esperienze,ecc.)è nella memoria singola.
Ma come la metti tu sembra che dai alla coscienza il valore di Essere e alle esperienze il valore di Non-essere. Infatti parli di essere cosciente. Invece , dal mio modesto punto di vista, la coscienza è solo una modalità del non-essere (inteso come composto, formato,impermanente) perché non può darsi da sola ma solo in presenza degli oggetti di coscienza.
Come si fa a definire la coscienza se non attraverso gli oggetti di coscienza (pensieri,ricordi,sensazioni,e cc.) ? Infatti dobbiamo sempre dire: "Ho coscienza di..."
Possiamo dire che il tatto esiste ? lo possiamo definire solo dalla sensazione che ne scaturisce nel contatto. Posso affermare che la sensazione esiste? Solo in presenza del pensiero "Ecco provo una sensazione".
E come facciamo a sapere che il pensiero esiste? Solo per la presenza, per l'appunto, di quella facoltà della mente chiamata coscienza.
Ma non è estranea al processo. Ne è una parte. E nemmeno l'ultima. Perché si può andare oltre. In quello stato in cui non vi è coscienza e neppure non-coscienza. E oltre.
E' un anello della catena di produzione condizionata. Una catena senza principio e fine.
E' lo specchio su cui si proiettano le formazioni mentali. E il pensiero osserva l'immagine formata sullo specchio e dice :"Ecco IO SONO quell'immagine": E' l'elemento sensibile della mente. Indifferenziato perché semplice elemento di senso. La differenza è nel pensiero che vi si proietta e viene riflesso.
Ma con il termine coscienza si intendono molte cose: Coscienza morale,autoriflessione esistenziale,ecc. che per me rientrano nel campo dell'attività mentale. Per altri sono manifestazione di un'Anima o Essenza eterna in noi .
Un fiume non può esistere senza la pioggia.Questa non esiste senza le nuvole. A loro volta queste non sono senza il mare. Ma il mare , a sua volta, viene alimentato dal fiume. Un paragone per dire che niente esiste da sè, ma ha sempre bisogno di qualcos'altro per essere.
Per me anche la coscienza.
Sariputra is offline  
Vecchio 10-07-2015, 18.55.47   #10
jolly666
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Riferimento: Sono coscienza. Chi ha scritto questa frase è solo una delle mie fonti.

Se la nostra coscienza dipende dall'ambiente circostante(compreso organismo e lo stesso cervello), ed esso muta nel tempo, allora dovremmo essere una persona diversa ad ogni istante (non solo per ogni organismo).
Ció si risolve dicendo che gli stati di coscienza sono istantanei, e la coscienza è l'insieme di questi stati, che differiscono da istante a istante e da organismo a organismo. Quindi la coscienza è unica per tutti noi, praticamente siamo la stessa persona. Tuttavia ogni organismo è un deposito di esperienze passate solo dal suo punto di vista, ed è la memoria a darci l'illusione di essere un singolo organismo.
Mi porto questa idea da circa un anno, e ormai mi sembra ovvia. Eppure vedo filosofi che ancora non lo sanno, che si chiedono cosa la morte...
Ora sappiamo pure cosa sono la nascita e la morte: Gli estremi temporali di una parte di coscienza prodotta da un determinato organismo.

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Si, la coscienza e una perché uno è il tempo, sono gli individui ad essere diversi, se tutti vivono nel tempo tutti hanno coscenza di se, si, esiste una connessione universale, questa come detto è il tempo. ..fin da quando ne abbiamo coscenza vuol dire fin da quando siamo nati da quando abbiamo cominciato a far parte del tempo, il tempo è uno e viene percepito diversamente dai singoli individui, ognuno ha il proprio tempo, ma il tempo in realtà è uno, lo stesso vale per la coscenza...Ma questo cmq già si sa, non so perché tu dici che gli altri non lo sanno, sanno anche dove avviene questa connessione grazie alla ghiandola pirenale, se disconnettiamo quest'ultima saremmo vivi ma non coscenti, grazie alla ghiandola pirenale siamo per ccosì dire connessi, ma la connessione temporale è una, il fanno che noi da singoli siamo connessi o meno poco importa finché c'è ne sarà anche uno solo connesso esiste la connessione, immaginiamo tanti schermi di computer, privi di connessione, ad un certo punto arriva la connessione in alcuni computer poi in altri e altri ancora, il computer interpreta la situazione come la sua connessione, ma in realtà è la connessione di tutti, naturalmente ogni computer una volta connesso naviga e vede ciò che vuole diversamente dagli altri, quindi abbiamo un unica connessione che permette però di navigare singolarmente...dire che la coscienza non è una sola è come dire che il pianeta terra non è uno solo perché ognuno vive la propria fetta...infatti non c'è nessuna coscenza di se che differisce da un altra coscenza di se, differisce l'interpretazione che se ne dà. .non esiste la morte esiste la fine della coscenza di se..che alla fine definirla morte è la stessa cosa se non hai coscenza di te non esisti..anche se esisti, perché in effetti esisterai sempre sotto altra forma non coscenti perché al di fuori del tempo..

***
jolly666 is offline  

 



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