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Vecchio 27-08-2015, 14.08.17   #1
CVC
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La tautologia come presupposto del pensiero

In filosofia il termine tautologia pare essere solitamente accompagnato da un'accezione negativa. Una tautologia è una proposizione che comunica ben poco: una casa è una casa, un animale è un animale e così via. Però, a ben pensarci, le definizioni di base della matematica, per esempio, suonano anch'esse come delle tautologie: un punto è un punto; una linea è una linea; un insieme è un insieme; eccetera. Ed estendendo il ragionamento anche certi concetti discorsivi come vita, tempo, spirito, vengono correntemente definiti in modo tautologico, ad esempio: la vita è la vita. Si perché appena qualcuno afferma che la vita è una certa cosa, subito qualcun altro afferma che no, la vita non è questo ma è quello, oppure è sia questo che quello che quell'altro e magari altro ancora. Così l'unico modo per mettere tutti d'accordo è dire: la vita è la vita. Anche l'apriorismo kantiano è forse, in un certo senso, un modo per dire che il tempo è il tempo e lo spazio è lo spazio. Ma se i presupposti dei nostri ragionamenti sono tautologie, significa che mentre parliamo o scriviamo, noi tutti alludiamo a qualcosa che diamo per scontato ma che non possiamo definire a partire da qualche altra definizione. D'altra parte, da qualche punto bisogna pur cominciare. Sta di fatto che più ci avviciniamo all'essenza di una cosa e più ci avviciniamo alla tautologia. Perché non si può continuare all'infinito a definire qualcosa a partire da qualcos'altro, da qualche parte bisogna pur cominciare....
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Vecchio 28-08-2015, 09.48.54   #2
pepe98
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Riferimento: La tautologia come presupposto del pensiero

A parere mio tutto ció che diciamo è puramente soggettivo, ma possiamo talvolta approssimarlo ad un valore oggettivo. L'insieme di questi concetti approssimati come oggettivi, crea la realtà oggettiva, una pura astrazione che presuppone, erroneamente, che condividiamo un ambiente comune.
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Vecchio 28-08-2015, 14.32.25   #3
memento
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Riferimento: La tautologia come presupposto del pensiero

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Originalmente inviato da pepe98
A parere mio tutto ció che diciamo è puramente soggettivo, ma possiamo talvolta approssimarlo ad un valore oggettivo. L'insieme di questi concetti approssimati come oggettivi, crea la realtà oggettiva, una pura astrazione che presuppone, erroneamente, che condividiamo un ambiente comune.
Se tutto è puramente soggettivo,come facciamo a comunicare? Anche per stabilire un qualsiasi linguaggio è comunque necessario avere una realtà condivisa fra due soggetti.
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Vecchio 28-08-2015, 18.54.46   #4
pepe98
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Riferimento: La tautologia come presupposto del pensiero

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Originalmente inviato da memento
Se tutto è puramente soggettivo,come facciamo a comunicare? Anche per stabilire un qualsiasi linguaggio è comunque necessario avere una realtà condivisa fra due soggetti.
Infatti comunichiamo solo con chi condivide con noi degli aspetti della realtá soggettiva. Esempio: io dico una parola; essa puó essere sentita solo da chi ha come realtá soggettiva la sensazione uditiva della mia parola; chi invece sente una parola che hai detto tu, ha come realtà te che dici quella parola. Altro esempio: io mi ricordo di avere fatto colazione, allora ho come realtá quella in cui ho fatto colazione. Ma si tratta di realtá tutte diverse, persona per persona e istante per istante. Si puó però prendere un insieme di queste realtá che abbiano una relazione tale da creare un mondo oggettivo di queste realtá.
Io e te che stiamo comunicando via internet, siamo infinite realtá soggettive, che tuttavia credono ognuna di stare comunicando con l'altra.
Tu non stai leggendo la risposta che ho dato io, ma una risposta che esiste solo nella tua realtá, e che coincide con quello che sto scrivendo io, tanto che io credo di risponderti e tu credi di leggere la mia risposta.
Se mi farai un'altra domanda, avrai un'altra mia risposta, perché stiamo condividendo un criterio, senza il quale non potremmo esistere.
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Vecchio 28-08-2015, 19.54.48   #5
sgiombo
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Riferimento: La tautologia come presupposto del pensiero

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Originalmente inviato da CVC
In filosofia il termine tautologia pare essere solitamente accompagnato da un'accezione negativa. Una tautologia è una proposizione che comunica ben poco: una casa è una casa, un animale è un animale e così via. Però, a ben pensarci, le definizioni di base della matematica, per esempio, suonano anch'esse come delle tautologie: un punto è un punto; una linea è una linea; un insieme è un insieme; eccetera. Ed estendendo il ragionamento anche certi concetti discorsivi come vita, tempo, spirito, vengono correntemente definiti in modo tautologico, ad esempio: la vita è la vita. Si perché appena qualcuno afferma che la vita è una certa cosa, subito qualcun altro afferma che no, la vita non è questo ma è quello, oppure è sia questo che quello che quell'altro e magari altro ancora. Così l'unico modo per mettere tutti d'accordo è dire: la vita è la vita. Anche l'apriorismo kantiano è forse, in un certo senso, un modo per dire che il tempo è il tempo e lo spazio è lo spazio. Ma se i presupposti dei nostri ragionamenti sono tautologie, significa che mentre parliamo o scriviamo, noi tutti alludiamo a qualcosa che diamo per scontato ma che non possiamo definire a partire da qualche altra definizione. D'altra parte, da qualche punto bisogna pur cominciare. Sta di fatto che più ci avviciniamo all'essenza di una cosa e più ci avviciniamo alla tautologia. Perché non si può continuare all'infinito a definire qualcosa a partire da qualcos'altro, da qualche parte bisogna pur cominciare....

Ma infatti le definizioni sono definizioni di concetti, i quali da soli non costituiscono predicati, e pertanto non dicono nulla (ma proprio nulla; non: ben poco!), esattamente come le tautologie.

Solo predicati costituiti da più concetti posti in determinate relazioni (per esempio "accade questo evento": relazione fra almeno due concetti, quelli di "accadere" e di "questo evento") possono comunicare ed eventualmente costituire conoscenza (vera) di qualcosa.

D' altra parte i concetti si possono definire o "circolarmente", cioé mediante (attraverso il porre -arbitrariamente- in -determinate- relazioni) altri concetti, oppure a partire da concetti (fenomenici, percepiti come insiemi di sensazioni) non definiti ma semplicemente
indicati, denotati da simboli verbali.
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Vecchio 29-08-2015, 13.39.57   #6
memento
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Riferimento: La tautologia come presupposto del pensiero

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Originalmente inviato da pepe98
Tu non stai leggendo la risposta che ho dato io, ma una risposta che esiste solo nella tua realtá, e che coincide con quello che sto scrivendo io, tanto che io credo di risponderti e tu credi di leggere la mia risposta.
Se mi farai un'altra domanda, avrai un'altra mia risposta, perché stiamo condividendo un criterio, senza il quale non potremmo esistere.
Esatto,il mio criterio/linguaggio coincide con il tuo,e per quale strano caso? Non possiamo averlo stabilito assieme,perché per comunicare avremmo comunque bisogno del criterio che cerchiamo. Come vedi si cade nel paradosso,a meno di non avere un punto di partenza comune per entrambi,oggettivo.
Sei fin troppo vago quando parli di criterio,cerca di spiegarti meglio,visto che mi sembra la tua tautologia,con cui poi giustifichi tutto il resto.

Ultima modifica di memento : 29-08-2015 alle ore 15.53.55.
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Vecchio 29-08-2015, 14.02.17   #7
paul11
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Riferimento: La tautologia come presupposto del pensiero

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Originalmente inviato da memento
Meglio tardi che mai
Il procedimento dialettico non ammette errori,il problema è questo.Nel caso si trovasse una tesi fallace,cadrebbe tutto il castello. Perciò stabilisce a priori che entrambi le parti abbiano ragione e che sia necessaria una mediazione. Ma mi sembra tutto un rigirarsi su stessi,e alla fine ci si trova senza via d'uscita.
La costruzione,il castello ci serve per tentare di prevedere il futuro,ok. Ma quando diventa obsoleta e controproducente va sostituita,non salvaguardata e riproposta. Cosi come si fa con gli oggetti,se non funzionano si buttano e si ricomprano,senza perdere tempo a incollarne i cocci. Ma forse ci sentiamo in frantumi perché ci identifichiamo con esso.

Certo che una costruzione è un affinamento in base all'esperienza, quindi possono mutare.
Il problema che ritengo fondamentale è che si sia costruita nel tempo una forma ontologica del mercato, proprio grazie ad una cultura che ha favorito questa possibilità, dopo di che l'hanno scientificizzata analiticamente e infine ideologicizzata,il che significa impersonalizzare ciò che invece dietro il sipario ha dei soggetti umani che speculano per trarne profitto. Quindi si nascondono dietro questa impersonalità rendendo inevitabile ciò che invece appartiene in quanto prodotto del pensiero e dell’azione , all’umanità stessa.
Cosa significa che il mercato nasce "spontaneamente"e quindi teleologicamente diventa soggetto impersonale addirittura autoregolativo dell'azione umana?
Il sistema di relazione fra uomo e ambiente e uomo società dentro una storia è prima di tutto un'attività filosofica.
Se il mercato si prende lo statuto di ontologico, autoregativo e impersonale, significa che il prodotto spontaneo del comportamento umano è ingiudicabile moralmente ed eticamente in quanto variabile del sistema dentro le formule della matematica economica e finanziaria.Oggi il politico attua ciò che la teoria economica ha già ontologicamente preformato dentro le analisi dinamiche economiche.
La questione è :o ci riprendiamo il destino o il mercato determina i destini.

La dialettica è storica perché il principio unitario delle totalità rappresenta metaforicamente l’umanità. La dialettica non è necessariamente esatta, è semplicemente il processo in cui l’umanità prende il suo destino e tenta di migliorarlo.
paul11 is offline  
Vecchio 29-08-2015, 17.40.46   #8
pepe98
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Riferimento: La tautologia come presupposto del pensiero

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Originalmente inviato da memento
Esatto,il mio criterio/linguaggio coincide con il tuo,e per quale strano caso? Non possiamo averlo stabilito assieme,perché per comunicare avremmo comunque bisogno del criterio che cerchiamo. Come vedi si cade nel paradosso,a meno di non avere un punto di partenza comune per entrambi,oggettivo.
Sei fin troppo vago quando parli di criterio,cerca di spiegarti meglio,visto che mi sembra la tua tautologia,con cui poi giustifichi tutto il resto.
Allora mi sono espresso male, condividiamo il criterio, come infatti ho proposto in altre discussioni. Volevo dire che le definizioni sono costruite su sensazioni soggettive che non condividiamo, e non su materia oggettiva che condividiamo. Condividere qualcosa non vuol dire stare sulla stessa realtá, ma avere degli aspetti comuni nelle nostre realtà.
È ancora una teoria fresca, che deve essere approfondita.
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Vecchio 30-08-2015, 16.23.39   #9
memento
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Riferimento: La tautologia come presupposto del pensiero

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Originalmente inviato da pepe98
Allora mi sono espresso male, condividiamo il criterio, come infatti ho proposto in altre discussioni. Volevo dire che le definizioni sono costruite su sensazioni soggettive che non condividiamo, e non su materia oggettiva che condividiamo. Condividere qualcosa non vuol dire stare sulla stessa realtá, ma avere degli aspetti comuni nelle nostre realtà.
È ancora una teoria fresca, che deve essere approfondita.
Ripeto,è una coincidenza il fatto di condividere gli stessi aspetti di due realtà diverse?
Se avrai trovato altre risposte,torna qui a comunicarcelo
Paul11,hai sbagliato topic. Vedrò di risponderti nell'altro.
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Vecchio 30-08-2015, 19.17.12   #10
paul11
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Riferimento: La tautologia come presupposto del pensiero

Ho fatto un "casino" scusate, il precedente post l' ho cancellato e inserito un pò diversamente,in un'altra discussione che le era propria.

Sono d'accordo con CVC, ha espresso bene il principio della tautologia.
E' indispensabile per il linguaggio logico anche per costruire assiomi ,asserti, postulati,enunciati,ecc.
Si potrebbe dire che la riduzione ultima ad un pensiero deduttivo si radicalizza laddove il pensiero deduttivo si incontra con l'intuizione e da dove inizia il procedimento inverso della deduzione che è l'induzione.

Vedo che si discute di soggettività e oggettività.
La logica è il tentativo di costruire un processo, un procedimento corretto, sia per comunicare agli altri,sia per costruire un modello rappresentativo del mondo dentro una scienza particolare o anche interdisciplinare.
Le tautologie sono le premesse "vere", le fondamenta ,da cui si dipartono le costruzioni sintattiche e semantiche:la lettura dentro un linguaggio umano dove il mondo ci informa e noi ci informiamo a nostra volta comunicando in un linguaggio comune accettato sia dalle teorie che dalle pratiche....fino a nuove tautologie. Perchè la conoscenza non ha mai fine.
paul11 is offline  

 



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