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Vecchio 23-11-2015, 14.32.36   #1
pepe98
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tre evidenze a cui forse non avete pensato

Volevo riassumere tre evidenze derivate dal mio filosofare, che ho espresso piú volte nel forum, ma, seppur indipendenti, si collegano intuitivamente l'una all'altra.
1)passato e futuro coesistono: tutti gli istanti di tempo esistono giá ora, fermi e immutabili. La nostra vita si trova in alcuni di questi istanti, (il resto non lo percepiamo)*.
2) siamo tutti un unico essere: l'esperienza cosciente universale: io e te siamo lo stesso essere, che percepisce attraverso tutti gli organismi in grado di produrre coscienza: noi siamo la coscienza. *(avrai quindi capito che la nostra vita si trova in tutti gli istanti di coscienza di ogni individuo, quindi in realtà percepiamo tutto il percepibile)*
3)esiste solo ció che è percepito: non l'oggetto che crediamo di percepire, ma la percezione di quell'oggetto: la sensazione. Ad esempio se tu vedi una mela: non esiste la mela, ma la sensazione visiva della mela. Questo vale per tutti i tipi di sensazione. E chi sei tu? Tu sei la sensazione. *(Tu e Io, che siamo lo stesso essere(coscienza), siamo, cioè sono, l'insieme di tutte le sensazioni(l'esperienza cosciente universale), e siamo tutto ció che esiste).
Che ne pensate? C'è qualcosa che non vi convince? Volete approfondire qualcosa?
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Vecchio 24-11-2015, 18.13.32   #2
paul11
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Riferimento: tre evidenze a cui forse non avete pensato

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Originalmente inviato da pepe98
Volevo riassumere tre evidenze derivate dal mio filosofare, che ho espresso piú volte nel forum, ma, seppur indipendenti, si collegano intuitivamente l'una all'altra.
1)passato e futuro coesistono: tutti gli istanti di tempo esistono giá ora, fermi e immutabili. La nostra vita si trova in alcuni di questi istanti, (il resto non lo percepiamo)*.
2) siamo tutti un unico essere: l'esperienza cosciente universale: io e te siamo lo stesso essere, che percepisce attraverso tutti gli organismi in grado di produrre coscienza: noi siamo la coscienza. *(avrai quindi capito che la nostra vita si trova in tutti gli istanti di coscienza di ogni individuo, quindi in realtà percepiamo tutto il percepibile)*
3)esiste solo ció che è percepito: non l'oggetto che crediamo di percepire, ma la percezione di quell'oggetto: la sensazione. Ad esempio se tu vedi una mela: non esiste la mela, ma la sensazione visiva della mela. Questo vale per tutti i tipi di sensazione. E chi sei tu? Tu sei la sensazione. *(Tu e Io, che siamo lo stesso essere(coscienza), siamo, cioè sono, l'insieme di tutte le sensazioni(l'esperienza cosciente universale), e siamo tutto ció che esiste).
Che ne pensate? C'è qualcosa che non vi convince? Volete approfondire qualcosa?

1) e cosa dà senso se presente e passato coesistono, in quanto non ci sarebbe nè passato e nè futuro,non esiterebbero nè come termini e neppure come definizioni. Se li nomini significa che esistono.
2) ognuno è un essere distinto che risponde ad un principio unitario, ad una unica origine.Non possiamo essere confusi l'uno con l'altro, perderemmo di significato.
3) potrebbe essere, è una forma di costruttivismo.Ma queste sensazioni sono condivise prima di tutto da un dato empirico e quindi significa che se più individui "vedono" la stessa cosa, ma possono interpretarla, bisogna prima accettare un dato empirico di partenza e poi le interpretazioni.Quindi una cosa prima esiste e poi si interpreta anche con le sensazioni.
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Vecchio 24-11-2015, 22.17.06   #3
maral
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Originalmente inviato da pepe98
Volevo riassumere tre evidenze derivate dal mio filosofare, che ho espresso piú volte nel forum, ma, seppur indipendenti, si collegano intuitivamente l'una all'altra.
1)passato e futuro coesistono: tutti gli istanti di tempo esistono giá ora, fermi e immutabili. La nostra vita si trova in alcuni di questi istanti, (il resto non lo percepiamo)*.
2) siamo tutti un unico essere: l'esperienza cosciente universale: io e te siamo lo stesso essere, che percepisce attraverso tutti gli organismi in grado di produrre coscienza: noi siamo la coscienza. *(avrai quindi capito che la nostra vita si trova in tutti gli istanti di coscienza di ogni individuo, quindi in realtà percepiamo tutto il percepibile)*
3)esiste solo ció che è percepito: non l'oggetto che crediamo di percepire, ma la percezione di quell'oggetto: la sensazione. Ad esempio se tu vedi una mela: non esiste la mela, ma la sensazione visiva della mela. Questo vale per tutti i tipi di sensazione. E chi sei tu? Tu sei la sensazione. *(Tu e Io, che siamo lo stesso essere(coscienza), siamo, cioè sono, l'insieme di tutte le sensazioni(l'esperienza cosciente universale), e siamo tutto ció che esiste).
Che ne pensate? C'è qualcosa che non vi convince? Volete approfondire qualcosa?
1) passato e futuro coesistono nella fenomenologia del presente come presente memoria e aspettativa, ma memoria e aspettativa non sono propriamente passato e futuro, bensì le immagini e quindi i significati che di essi ora ci appaiono per rappresentare in modo mutevole ciò che siamo.
2) Non siamo lo stesso essere, ma siamo nello stesso essere, nella stessa unica realtà di cui siamo parti diverse. Io e te non siamo lo stesso, altrimenti non esisteremmo in alcun modo. L'uno universale non può esistere, anche se è.
3) Ma la percezione esiste?
Nell'uno non può esistere, poiché l'uno deve farsi molteplicità per poter esistere. Deve esserci una superficie che separa il percipiente dal percepito, un limite, una differenza affiinché una percezione sia solo immaginabile. La percezione riguarda l'esistenza e dunque il molteplice, non l'essenza e dunque l'uno.
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Vecchio 25-11-2015, 07.55.37   #4
pepe98
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1) e cosa dà senso se presente e passato coesistono, in quanto non ci sarebbe nè passato e nè futuro,non esiterebbero nè come termini e neppure come definizioni. Se li nomini significa che esistono.
2) ognuno è un essere distinto che risponde ad un principio unitario, ad una unica origine.Non possiamo essere confusi l'uno con l'altro, perderemmo di significato.
3) potrebbe essere, è una forma di costruttivismo.Ma queste sensazioni sono condivise prima di tutto da un dato empirico e quindi significa che se più individui "vedono" la stessa cosa, ma possono interpretarla, bisogna prima accettare un dato empirico di partenza e poi le interpretazioni.Quindi una cosa prima esiste e poi si interpreta anche con le sensazioni.
1) "passato" e "futuro" hanno vari significati. Uno di questi è "ció che non esiste più e ció che deve ancora accadere"; chiamiamo queste definizioni "prima e dopo". Quello che voglio dire è che il prima e il dopo non esistono. Cosa possiamo intendere allora per passato e futuro? Semplice: una volta ordinato il tempo secondo un ragionevole criterio, prendiamo un osservatore e lo poniamo su un istante di questo riferimento: lui chiamerà passato ció che sta prima di lui nel tempo, e futuro ció che gli sta dopo (o viceversa, dipende da che verso si orienta). Ma un osservatore che sta nel futuro rispetto a lui, è ingannato dal fatto che ha nella memoria l'esperienza dell'osservatore precedente, e così vale per ogni osservatore che conserva la memoria di certi osservatori in istanti precedenti, e questo aumento di memoria crea l'illusione che il tempo scorra in avanti, cosí credo di aver fatto colazione stamattina, ma ora invece sto scrivendo sul cellulare; mentre invece si tratta di osservatori diversi, che condividono una memoria simile, che aumenta dal passato al futuro; ma tutti questi osservatori esistono contemporaneamente e sono immutabili. Non ha senso l'esistenza di un prima e un dopo.
2) non capisco cosa intendi: noi due che parliamo siamo pari diverse di un'unica coscienza.
3) infatti va approfondita, alcune teorie le ho, ma non si tratta di evidenze.
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Vecchio 25-11-2015, 08.04.09   #5
pepe98
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1) passato e futuro coesistono nella fenomenologia del presente come presente memoria e aspettativa, ma memoria e aspettativa non sono propriamente passato e futuro, bensì le immagini e quindi i significati che di essi ora ci appaiono per rappresentare in modo mutevole ciò che siamo.
2) Non siamo lo stesso essere, ma siamo nello stesso essere, nella stessa unica realtà di cui siamo parti diverse. Io e te non siamo lo stesso, altrimenti non esisteremmo in alcun modo. L'uno universale non può esistere, anche se è.
3) Ma la percezione esiste?
Nell'uno non può esistere, poiché l'uno deve farsi molteplicità per poter esistere. Deve esserci una superficie che separa il percipiente dal percepito, un limite, una differenza affiinché una percezione sia solo immaginabile. La percezione riguarda l'esistenza e dunque il molteplice, non l'essenza e dunque l'uno.
1)Passato e futuro non esistono nel presente, ma contemporaneamente al presente: Vedi quanto ho scritto a Paul11.
2) Siamo pari diverse dello stesso Io. Io=esperienza cosciente collettiva, universale.
3) le percezioni esistono perchè molteplici parti dell'esere, poi possono essere in relazione l'una con l'altra.
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Vecchio 25-11-2015, 10.13.18   #6
baylham
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Riferimento: tre evidenze a cui forse non avete pensato

Se non sono pensate significa che le tue tre affermazioni non sono così evidenti. Semmai ritengo che il realismo sia più evidente del tuo soggettivismo, sebbene forse entrambi non siano dimostrabili né confutabili.
Trovo contraddittorio affermare che Io e Tu siamo la stessa Coscienza Universale. C’è comunque la distinzione tra il contenuto della sensazione e la sensazione e tra la coscienza individuale e universale. Che relazione c’è tra di loro?
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Vecchio 25-11-2015, 10.20.36   #7
sgiombo
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Volevo riassumere tre evidenze derivate dal mio filosofare, che ho espresso piú volte nel forum, ma, seppur indipendenti, si collegano intuitivamente l'una all'altra.
1)passato e futuro coesistono: tutti gli istanti di tempo esistono giá ora, fermi e immutabili. La nostra vita si trova in alcuni di questi istanti, (il resto non lo percepiamo)*.
2) siamo tutti un unico essere: l'esperienza cosciente universale: io e te siamo lo stesso essere, che percepisce attraverso tutti gli organismi in grado di produrre coscienza: noi siamo la coscienza. *(avrai quindi capito che la nostra vita si trova in tutti gli istanti di coscienza di ogni individuo, quindi in realtà percepiamo tutto il percepibile)*
3)esiste solo ció che è percepito: non l'oggetto che crediamo di percepire, ma la percezione di quell'oggetto: la sensazione. Ad esempio se tu vedi una mela: non esiste la mela, ma la sensazione visiva della mela. Questo vale per tutti i tipi di sensazione. E chi sei tu? Tu sei la sensazione. *(Tu e Io, che siamo lo stesso essere(coscienza), siamo, cioè sono, l'insieme di tutte le sensazioni(l'esperienza cosciente universale), e siamo tutto ció che esiste).
Che ne pensate? C'è qualcosa che non vi convince? Volete approfondire qualcosa?

"Passato e futuro coesistono: tutti gli istanti di tempo esistono giá ora, fermi e immutabili" per il significato che comunemente (per convenzione unanimemente accettata dai parlanti la lingua italiana) si da a queste parole sono (pseuo-) affermazioni autocontraddittorie, assurde, (in realtà mere sequenze di caratteri tipografici) senza alcun senso.

Anche l' affermazione “io e te siamo lo stesso essere, che percepisce attraverso tutti gli organismi in grado di produrre coscienza” non ha senso: se fossimo lo stesso essere, che percepisce non potremmo nemeno reciprocamente distinguerci, non avrebbe nemmeno senso che tu ti rivolga a me, parlare di “io” e “te” (ma casomai solo di “io”: prima persona singolare).

Concordo che “esiste solo ció che è percepito: non l'oggetto che crediamo di percepire, ma la percezione di quell'oggetto: la sensazione. Ad esempio se tu vedi una mela: non esiste la mela, ma la sensazione visiva della mela. Questo vale per tutti i tipi di sensazione”.
O meglio: che non necessariamente esistono (ma nemmeno necessariamente non esistono), oltre la sensazione enti ed eventi in sé (noumeno) che ne costituiscano il soggetto e l' oggetto; e che comunque ne sarebbero ben distinti: ben altre "cose"!.

Ultima modifica di sgiombo : 25-11-2015 alle ore 12.37.34.
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Vecchio 25-11-2015, 10.28.36   #8
sgiombo
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1) passato e futuro coesistono nella fenomenologia del presente come presente memoria e aspettativa, ma memoria e aspettativa non sono propriamente passato e futuro, bensì le immagini e quindi i significati che di essi ora ci appaiono per rappresentare in modo mutevole ciò che siamo.
2) Non siamo lo stesso essere, ma siamo nello stesso essere, nella stessa unica realtà di cui siamo parti diverse. Io e te non siamo lo stesso, altrimenti non esisteremmo in alcun modo. L'uno universale non può esistere, anche se è.
3) Ma la percezione esiste?
Nell'uno non può esistere, poiché l'uno deve farsi molteplicità per poter esistere. Deve esserci una superficie che separa il percipiente dal percepito, un limite, una differenza affiinché una percezione sia solo immaginabile. La percezione riguarda l'esistenza e dunque il molteplice, non l'essenza e dunque l'uno.

Concordo che “passato e futuro coesistono nella fenomenologia del presente come presente memoria e aspettativa, ma memoria e aspettativa non sono propriamente passato e futuro, bensì le immagini e quindi i significati che di essi ora [al presente!] ci appaiono per rappresentare (...) ciò che siamo [o meglio: che eravamo e che -presumibilmente- saremo]”.

Trovo che “l'uno deve farsi molteplicità per poter esistere” sia un' affermazione arbitraria.
Certamente per poter pensare a ciò che esiste (e dunque anche per conoscere ciò che esiste) si devono mettere in reciproca relazione più concetti (non ne basta un' unico).
Ma ciò che esiste in quanto tale (non che é pensato o conosciuto esistere -non necessariamente- né comunque ciò che esiste ed inoltre é pensato o conosciuto esistere in quanto pensato o conosciuto esistere) é indifferente a determinazioni, esiste indipendentemente da qualsiasi determinazione che lo riguardi (cosa invece inevitabile al pensarlo, eventualmente al conoscerlo): semplicemente “é ciò che é (qualsiasi cosa sia)”.

Trovo perfettamente logico, coerente il concetto di “sensazione realmente esistente” senza alcun distinto soggetto ed oggetto, come puro evento fenomenico reale (teoricamente senza che alcunché d' altro, inoltre, realmente accada).
In altre parole trovo perfettamente immaginabile una percezione senza alcuna superficie che separa il percipiente dal percepito, un limite, una differenza (anzi, anche senza alcun percipiente e/o percepito, oltre ad essa).

Ultima modifica di sgiombo : 25-11-2015 alle ore 12.39.15.
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Vecchio 25-11-2015, 10.38.51   #9
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1) Cosa possiamo intendere allora per passato e futuro? Semplice: una volta ordinato il tempo secondo un ragionevole criterio

"una volta ordinato, ecc." = nel futuro rispetto all' accadere di ciò che si ordina, ecc. (l' ordinare é avvenuto nel futuro rispetto a ciò di cui si parla, il tempo che é stato ordinato).


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Originalmente inviato da pepe98
2) non capisco cosa intendi: noi due che parliamo siamo parti diverse di un'unica coscienza.

Allora dovresti dire: "io sono un' unica coscienza, con parti diverse, mentre tu non esisti: esistono solo le diverse parti della mia coscienza"; per te il concetto di "tu" non dovrebbe nemmeno esistere come tale, come riferimento a qualcosa di reale diverso dalla tua (e solo tua, con diverse parti ma unica!) coscienza.

Ultima modifica di sgiombo : 25-11-2015 alle ore 12.40.30.
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Vecchio 25-11-2015, 11.41.37   #10
maral
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Trovo che “l'uno deve farsi molteplicità per poter esistere” sia un' affermazione arbitraria.
Certamente per poter pensare a ciò che esiste (e dunque anche per conoscere ciò che esiste) si devono mettere in reciproca relazione più concetti (non ne basta un' unico).
Ma ciò che esiste in quanto tale (non che é pensato o conosciuto esistere -non necessariamente- né comunque ciò che esiste ed inoltre é pensato o conosciuto esistere in quanto pensato o conosciuto esistere) é indifferente a determinazioni, esiste indipendentemente da qualsiasi determinazione che lo riguardi (cosa invece inevitabile al pensarlo, eventualmente al conoscerlo): semplicemente “é ciò che é (qualsiasi cosa sia)”.
Forse avrei dovuto specificare che ho inteso esistere nel senso etimologico di ex-sistere: situarsi fuori, emergere apparendo. Non nel significato di essere. L'essere è indifferente alle determinazioni, si riferisce alla assoluta identità di ciò che è, mentre l'esistere, in quanto emersione, implica un altro da cui emergere sullo sfondo del quale apparire, implica quindi una molteplicità che non può risolversi nell'unità.

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Trovo perfettamente logico, coerente il concetto di “sensazione realmente esistente” senza alcun distinto soggetto ed oggetto, come puro evento fenomenico reale (teoricamente senza che alcunché d' altro (inoltre) realmente accada.
In altre parole trovo perfettamente immaginabile una percezione senza alcuna superficie che separa il percipiente dal percepito, un limite, una differenza (anzi, anche senza alcun percipiente e/o percepito, oltre ad essa).
La sensazione è una relazione o una cosa in sé? Se la consideri una cosa in sé, un'essenza assoluta hai ragione. Se la consideri una relazione non può non esserci in totale coesistenza con essa qualcosa che è da essa relato, un soggetto e un oggetto appunto (magari anche intercambiabili).
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