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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 28-09-2004, 10.49.51   #1
valerio
Ospite
 
Data registrazione: 28-05-2004
Messaggi: 17
Vivere di rendita è immorale ?

Accumulare denaro evoca da sempre idee di avarizia, egoismo e povertà spirituale.

Ma si può accumulare denaro per raggiungere il sogno dell'indipendenza economica, per vivere liberi dalla schiavitù del lavoro e migliorare la qualità della propria vita riportandola entro i confini - infiniti - della libera espressione della propria individualità e fuori dalla cornice comportamentale fissata dagli altri: consumare, far figli, produrre, spendere.

Così il denaro diventa non un fine ma un mezzo, un ponte per appropriarsi del proprio tempo, per consentire una fuga dal Sistema, per dedicare la propria vita in pieno all'arte, allo sport, ai viaggi, alla libertà personale e perchè no, a un impegno verso gli altri che spessissimo non si ha il tempo, stanchi e consumati dalla vita lavorativa, di attuare.

Accumulare denaro per vivere di rendita può quindi essere giudicato un atto immorale ?
valerio is offline  
Vecchio 28-09-2004, 11.58.16   #2
epicurus
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Data registrazione: 18-05-2004
Messaggi: 2,725
ciao valerio, scusa se non ti rispondo come vorresti, ma l'argomento che tu propone non è assolutamente un argomento filosofico.

Se invece vuoi fare un sondaggio sui gusti dei forumisti allora avresti dovuto mettere questo topic nel grosso calderone di 'Psicologia'.


epicurus
epicurus is offline  
Vecchio 28-09-2004, 12.36.59   #3
Agora
Ospite abituale
 
Data registrazione: 23-01-2004
Messaggi: 278
***

Se si parla di ciò che è morale e immorale allora, visto che la filosofia si occupa anche di etica, questo argomento può rientrare bene in un forum di filosofia.

Ma perchè, valerio, ritieni che il lavoro sia una schiavitù?
Ci si può dedicare agli altri anche facendo bene il proprio lavoro, perchè, sebbene possiamo essere un piccolo ingranaggio di un più grande meccanismo, anche il minimo apporto di ognuno di noi può contribuire al funzionamento del tutto (quando funziona).
Ci sono poi lavori ripetitivi, monotoni, ma per chi non ha beni al sole è più facile cercare di cambiare mestiere anzichè vivere di una rendita che non possiede e che non ha il tempo di accumulare. Forse bisognerebbe rivedere la psicologia e la filosofia del lavoro.
Ciao.
Agorà.
Agora is offline  
Vecchio 28-09-2004, 14.21.16   #4
epicurus
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Data registrazione: 18-05-2004
Messaggi: 2,725
agora, io ritengo sensato parlare di moralita` relativa allo spazio-tempo e all'uomo, ma non e` sensato parlare di moralita` assoluta, non dipendente dalla coltura del mondo.

epicurus is offline  
Vecchio 28-09-2004, 14.40.11   #5
valerio
Ospite
 
Data registrazione: 28-05-2004
Messaggi: 17
L’obiettivo da me proposto rientra nell’ambito della filosofia edonistica, ossia della ricerca del piacere come fine in sé.
E trovo singolare che proprio Epicurus, che dovrebbe ben conoscere tale filosofia la quale per l’appunto da Epicuro trae origine, abbia a definire la mia argomentazione “assolutamente non filosofica”.

Non è forse filosofia la riflessione degli uomini su tutto ciò che esiste, nell’ottica di vivere meglio la propria vita ?
O è filosofia solo la discussione astratta sulla consistenza o meno del noumeno o su astruse argomentazioni metafisiche ?
Certo, spesso alcune tematiche affondano radici anche nel “calderone” della psicologia, ma sfido chiunque a stabilire regole precise e discriminanti in questo senso.

Ripensando a una filosofia del lavoro, io ritengo che nella maggior parte dei casi la vita dell’homo laborans è eccessivamente scandita dagli altri e dalle contingenze oppostegli dalla società. Vi sono individui fortunati che adorano il loro lavoro: mi vengono in mente i cuochi, gli insegnanti di musica, i gestori di rifugi alpini…in tutti gli altri casi il lavoro costituisce una schiavitù che consuma l’esistenza e genera frustrazione.
In altre parole, soltanto la pratica dell’ozio creativo può consentire all’uomo e in particolare al filosofo o all’artista di esprimere in pieno le proprie potenzialità artistiche e speculative, e di farlo nel breve arco di esistenza che gli è concesso. BREVE, ripeto.
Trovo spaventoso bruciare un’intera vita trottando solerte sotto altri e vivendo quel tanto che gli altri ossia il consorzio umano ti consente di vivere. Credo quindi in una filosofia della fuga dalle ristrettezze esistenziali in cui la vita spesso è costretta a impantanarsi a causa del ricatto occupazionale.
Ritengo che il vile denaro costituisca il mezzo con cui bypassare tale ricatto e iniziare veramente a vivere:
= Avere per essere.
Strano che non ci abbia mai pensato nessuno.

O forse no:
“E’ infatti un vantaggio inestimabile possedere quanto è necessario per poter vivere tranquillamente in piena indipendenza, cioè senza dover lavorare; questo significa essere infatti esenti e immuni dall’indigenza e dal tormento che affliggono la vita umana, esser quindi emancipati dalla schiavitù generale, questo destino naturale dei figli della terra, signori del proprio tempo e delle proprie forze, e si può dire ogni giorno: “il giorno è mio”.” (SCHOPENHAUER)
valerio is offline  
Vecchio 28-09-2004, 16.16.48   #6
zigul
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Data registrazione: 19-09-2004
Messaggi: 19
caro valerio,
secondo me vivere di rendita non è affatto immorale, a condizione che questo benessere non sia ostentato e non crei forza di potere,se questo benessere è un fatto marginale nella vita dell'uomo, come dovrebbe esserlo il danaro, tutto ciò che l'uomo compie sono atti leciti e sicuramente morali, allarga il tuo pensiero in proposito, cerca di essere meno vulnerabile nelle tue affermazioni e ti accorgerai che le invettive poco costruttive diminuiranno un caro saluto e forza sei sulla strada giusta
zigul.
zigul is offline  
Vecchio 28-09-2004, 21.02.03   #7
epicurus
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Data registrazione: 18-05-2004
Messaggi: 2,725
valerio,

ovviamente conosco la filosofia di epicuro, ma il fatto è che se tu mi chiedevi 'seguendo i criteri edonistici questo e quello è lecito (secondo tali criteri)?', allora poteva andare.

ma ovviamente porre una domanda su cosa sia Giusto o Sbagliato non ha certo senso.


epicurus
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Vecchio 29-09-2004, 01.28.44   #8
Fool:
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Messaggi: 146
Re: Vivere di rendita è immorale ?

Citazione:
Messaggio originale inviato da valerio
Accumulare denaro evoca da sempre idee di avarizia, egoismo e povertà spirituale.

Ma si può accumulare denaro per raggiungere il sogno dell'indipendenza economica, per vivere liberi dalla schiavitù del lavoro e migliorare la qualità della propria vita riportandola entro i confini - infiniti - della libera espressione della propria individualità e fuori dalla cornice comportamentale fissata dagli altri: consumare, far figli, produrre, spendere.

Così il denaro diventa non un fine ma un mezzo, un ponte per appropriarsi del proprio tempo, per consentire una fuga dal Sistema, per dedicare la propria vita in pieno all'arte, allo sport, ai viaggi, alla libertà personale e perchè no, a un impegno verso gli altri che spessissimo non si ha il tempo, stanchi e consumati dalla vita lavorativa, di attuare.

Accumulare denaro per vivere di rendita può quindi essere giudicato un atto immorale ?

ti rispondo semplicemente dicendo che per accumulare denaro devi entrare in una "cornice comportamentale fissata dagli altri", a meno che tu non vinca alla lotteria! inoltre non sempre il fine giustifica i mezzi..
Fool: is offline  
Vecchio 29-09-2004, 09.24.36   #9
Agora
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Data registrazione: 23-01-2004
Messaggi: 278
***

X epicurus

<agora, io ritengo sensato parlare di moralita` relativa allo spazio-tempo e all'uomo, ma non e` sensato parlare di moralita` assoluta, non dipendente dalla coltura del mondo.>

Dunque, la filosofia può occuparsi della moralità relativa all'uomo?
Agora is offline  
Vecchio 29-09-2004, 12.00.36   #10
epicurus
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Messaggi: 2,725
il filosofo può occuparsi di moralità (umana) come ogni altra persona, ma ciò lascia il tempo che trova perchè tutti sappiamo che su questioni morali ognuno può pensarla come vuole, perchè sono preferenze assiomatiche, nulla più.

ovviamente non nego l'importanza (enorme ed incommensurabile) di parlare di diritti delle persone e di cercare di farli rispettare.


epicurus
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