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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 23-01-2005, 23.24.07   #1
r.rubin
può anche essere...
 
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
embrione=persona?

oggi ho letto sul corriere della sera un'opinione interessante, circa l'embrione e il suo diritto alla vita, circa la sua equivalenza ad una persona già nata: io stesso, diceva l'autore, sono un embrione, un embrione già grandiciello ma pur sempre un embrione; c'è chi dice che l'embrione non equivale ad una persona già nata... beh, che aspetti un pò e quell'embrione gli chiederà un triciclo e forse formulerà la relatività.

cosa ne pensate?
r.rubin is offline  
Vecchio 24-01-2005, 10.39.48   #2
bert
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Messaggi: 105
questo è un tema che mi sta alquanto appassionando, perchè indubbiamente è altamente controverso.

io penso che l'embrione possa essere considerato una vita, ma non una persona. Che l'embrione sia una vita, credo non si possa discuterne più di tanto. Il punto è che la vita sono tante cose, e non solo l'embrione, Ad esempio una cellula del nostro corpo può essere una vita, se clonata.

Io penso che la persona sia determanata dal rapporto con l'altro da se. Quindi se io tengo un embrione sotto azoto congelato penso non sia una persona, mentre se l'embrione è nel corpo di una donna la quale instaura con questo "grumo di materia viva" un rapporto, allora questa cosa è una persona, con diritti e necessità.


Quindi la persona non è secondo me l'embrione, e quindi un embrione non potrà mai chiedere un triciclo!!
bert is offline  
Vecchio 24-01-2005, 14.57.13   #3
epicurus
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Messaggi: 2,725
penso anch'io, come bert, che l'embrione non sia da considerare una persona (e anche, ovviamente, che l'embrione e` un organismo vivente: questo e` indubitabile) il motivo e` che l'embrione manca di tutte quelle facolta` che noi utilizziamo come criteri per determinare se una cosa e` una persona o no.

Capisco il discorso di bert, ed in parte lo condivido, pero` non condivido questa netta distinzione tra un embrione in laboratorio e uno nel grembo di una madre: e` come se dintinguessi la dignita` di un tarzan (sempre vissuto nella giungla a contatto con nessun essere umano) e un uomo comune. Questo mi sembra scorretto. Quindi io non porrei l'accento sul rapporto embrione-ambiente in questo modo.

Noi diciamo "L'embrione non ha delle facolta` caratterizzani per una persona, quindi non e` una persona", ma questo discorso ha dei limiti perche` non e` detto che solo una persona abbia diritto a dignita` e tutela giuridica. Per esempio, agli animali e` riconosciuta (almeno teoricamente) una piccola dignita e tutela.

Quindi l'embrione non e` una persona di certo, pero` non e` questo che vogliamo sapere, bensi` vogliamo sapere se a questo embrione daremo dignita` e tutele giuridiche o meno.

Dicevo, che ero in parte daccordo con bert, perche` il rapporto embrione-ambiente e` importante, anche se piu` sopra sembro contraddirmi, ma cerchero` di spiegarmi: il rapporto embrione-madre e` degno di nota per la dignita` della madre, ma non dell'embrione stesso. Altrimenti si cadrebbe nel problema esemplificato piu` sopra con tarzan.

Da quando detto si deduce che se un embrione viene rifiutato dalla madre (che vuole abortire) e se un altro e` in laboratorio, questi due embrioni devono essere trattati allo stesso modo (qualsiasi esso sia).

Riprendendo la situazione in generale: vi e` un continuo da un essere che e` un niente ad un essere che e` umano.
Siamo noi che dobbiamo determinare tale confine in modo quasi arbitrario, tenendo conto delle conseguenze sulla madre ed il padre (che noi sappiamo per certo detentori di dignita` e tutela).


epicurus
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Vecchio 24-01-2005, 18.07.12   #4
sisrahtac
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Messaggi: 2,110
Mah, allora anche una cellula essendo l'unità vivente può essere considerata una vita a se stante. Ma allora se mi faccio un taglio e mi fuoriesce del sangue, cosa ho fatto, un omicidio di massa di migliaia di leucociti ed eritrociti? A me certi ragionamenti cavillosi mi sembrano nascondere tutto meno che ragionamenti scientifici.
sisrahtac is offline  
Vecchio 24-01-2005, 18.42.40   #5
bert
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Messaggi: 105
Condivido la posizione di epicurus. la regola etica vive nel campo dell'arbitrarietà, e come tale va scelta tra tante, tutte ugualmente legittime, a meno che non vadano a ledere libertà altrui.

La questione è spinosa, e penso che solo riconoscendo per prima cosa uno statuto dell'embrione condiviso da tutti, allora si possa andra e avanti.

Un punto fermo è già venuto fuori: l'embrione non è una persona giuridica, questo è ovvio. da questa distinzione si parte per un viaggio abbastanza complesso che deve tenere conto delle sensibilità di molti soggetti politici, socialei, morali.

buon lavoro a tutti!

Citazione:
Messaggio originale inviato da epicurus



Riprendendo la situazione in generale: vi e` un continuo da un essere che e` un niente ad un essere che e` umano.
Siamo noi che dobbiamo determinare tale confine in modo quasi arbitrario, tenendo conto delle conseguenze sulla madre ed il padre (che noi sappiamo per certo detentori di dignita` e tutela).


epicurus
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Vecchio 24-01-2005, 18.50.26   #6
odos
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Sono d'accordo

Credo che le classiche categiorie aristoteliche di atto, e potenza ci vengano incontro.

Quale sia la potenza di un atto, e l'atto di una potenza, però è la nostra apertura storica a dirlo.

Non a caso oggi che esiste la clonazione di cellule, non abbiamo difficoltà a concepire che persino una qualsiasi singola cellula, può diventare una vita.

Credo che la definizione dipenda da dove ci si ferma nella catena causale, ma è solo, credo, una questione di scelta e decisione... anzi forse proprio di "Credo".

Un saluto
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Vecchio 25-01-2005, 12.34.39   #7
bert
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Data registrazione: 01-06-2004
Messaggi: 105
io credo che il problema sia la ricerca di una linera di principio condivisa.

Devo ammetere che io, non vivendo la sacralità dell'embrione, sono anche meno portato al rigore verso la disquisizione sul suo status giuridico. Infatti a me interessano le persone e non gli embrioni. io penso che sarebbe veramente un passo notevole riuscire a definire persona e embrione in modo abbstanza univoco.

Ci sono poi i problemi politici legati a questo fatto, ma lasciamo perdere: la questione si fa assai spessa. Infatti, in un periodo in cui la chiesa cattolica in italia sta perdendo piede, questa è l'occasione per rivandicare una sua centralità morale, e quindi sarà lotta dura (ma spero anche serena e pacata, anche se non ci credo molto!!)
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Vecchio 25-01-2005, 19.17.48   #8
odos
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L'embrione E' una persona...

...ma IN POTENZA.

Aristotelicamente, la potenza ha uno statuto ontologico preciso.

Si parla di potenza, proprio per differenziarla dall'atto. Se, si dice, che l'embrione diventerà una persona, significa che non lo E'.

Di conseguenza, essendo persona solo in potenza, si verifica un fatto molto strano, se lo si considera una persona: non si riesce ad istaurare una conversazione, non si può uscire con lui a prendere una birra, e addirittura non si può festeggiare neanche il suo compleanno.

Io credo che fin quando non si inseriscano altre visioni del mondo, tipo mistico-religiose, e le loro versioni laiche, si ha tutto il diritto di considerarlo una semplice cellula fecondata.

Ma si sa come funziona lassù al potere, si continueranno a produrre sempre nuove ontologie.

Un saluto
odos is offline  
Vecchio 26-01-2005, 13.13.43   #9
epicurus
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Messaggi: 2,725
odos e bert

condivido a pieno quello che dite.

In credo, infatti, che il problema riguardante all'aborto, l'eutanasia (e affini), non sia un problema filosofico, bensi` un problema socio-giuridico e politico.


epicurus

P.S. se si volesse seguire la chiesa si dovrebbe accettare l'ancor piu` incredibile fatto che lo spermatozoo sia una persona.... davvero curiose alcune usanze/credenze cattoliche!!
epicurus is offline  
Vecchio 26-01-2005, 15.20.02   #10
odos
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Per Epicurus

io credo che in realtà ci sia molto di filosofico.

Io credo che quando si comincia a dire "che cosa" è "qualcosa", si ha a che fare con la filosofia, il cui compito, tra i tanti, è quello di esplicitare i presupposti, e mostrare ciò che non si tiene in considerazione.

Il problema non è semplicemente giuridico o socio-politico. Queste caso mai sono le conseguenze di una certa credenza e di una determinata visione del mondo.
Il problema è filosofico, nel momento in cui si problematizza questa credenza. Credenza che ha la forma di una definizione, che pretende l'oggettività.

La questione è tanto più pregnante, quanto più questa credenza si fa LA credenza corretta, e viene istituzionalizzata.

Per questo finchè la questione è se l'embrione sia una persona, abbiamo buone ragioni con cui argomentare il contrario.

Ma se la questione è che io un domani sarò costretto ad avere un figlio "indesiderato" per via di questa credenza, allora la filosofia deve occuparsi di questa credenza, e svolgere il suo compito. La questione diventa prettamente filosofica, mostrando che questa definizione è parziale per questo, questo e questo motivo...che deriva da questa particolare visione del mondo ecc....

Siete d'accordo?

Un saluto
odos is offline  

 



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