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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 26-02-2005, 21.07.13   #1
VanLag
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Sull'Evoluzione

Ci fa comodo credere che questa nostra esistenza abbia un fine, che ci sia in corso, oltre il nostro limitato comprendere, un’evoluzione che ci condurrà da qualche parte e che esista un “pilota” dentro la macchina che conosce la strada e ci guida verso una meta.

Ho più volte asserito che il pensiero più che sembrare è un “plus” nell’ordine naturale appaia come un disturbo, basta vedere i disastri che ha fatto l’uomo sapiens al pianeta ed ai suoi abitanti, (altri uomini inclusi). Questo “disturbo”, (visti gli attuali mezzi di distruzione), potrebbe portare alla distruzione della vita sul pianeta.

Esiste qualche motivo, non basato sulla fede ma sulla ragione per essere ottimisti?
Sicuramente gli uomini di domani saranno diversi da noi, ma come facciamo ad essere certi che questa diversità è il frutto di un progetto, (benigno), della vita/natura e non una delle tante configurazioni del caos?

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Vecchio 27-02-2005, 15.06.43   #2
epicurus
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ciao Van, io aggiungerei inoltre che se si scoprisse un progetto che sta dietro l'evoluzione dell'uomo (della terra o dell'universo), non ci dovrebbe essere anche un meta-progetto che guida il progetto stesso?

Mi spiego meglio, se noi per vedere un senso nelle cose dobbia sapere che c'e` un progetto dietro (questo non lo capisco molto, ma per la maggior parte della gente e` cosi, mah), se non v'e` nessuno meta-progetto dietro il progetto, allora quest'ultimo non ha senso e neppure il mondo guidato dal progetto.

cosa dici Van?


epicurus
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Vecchio 27-02-2005, 15.47.23   #3
fallible
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forza

Daisaku Ikeda ci propone, dal Buddismo, la "Legge mistica " la Myoho che comprende l'esistenza spirituale "shimpo e la shikiho esistenza fisica; più che un progetto parla di forza....... Ieri sera vedendo Gaia (solo una parte dopo ho dovuto lavorare) che spiegava l'origine della vita dell'universo stesso, mi sono reso (ancora di più) come spesso diamo un importanza eccessiva a questo bipede cosi' insignificante per il Tutto e che non credo abbia diritto ad un progetto; l' unica cosa che può fare è vivere onestamente la sua esistenza seguendo quelle che sono le sue personali regole etiche e morali per avvicinarsi il più possibile o raggiungere il Risveglio
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Vecchio 27-02-2005, 16.12.55   #4
vitnicalt
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Re: Sull'Evoluzione

Messaggio originale inviato da VanLag
Citazione:
Ci fa comodo credere che questa nostra esistenza abbia un fine, che ci sia in corso, oltre il nostro limitato comprendere, un’evoluzione che ci condurrà da qualche parte e che esista un “pilota” dentro la macchina che conosce la strada e ci guida verso una meta.

Caro VanLag, credo che il desiderio di una "meta" sia frutto della nostra mente limitata. Cosa ci fa supporre che ci sia una meta? Mi richiamo ad altri argomenti, quali l'esistenza del "finito" e dell'"infinito". Non è difficile concordare sul fatto che il finito sia tutto da dimostrare. Fatta eccezione per le "forme", che più esattamente si "trasformano" piuttosto che finire. In questa ottica, l'evoluzione, riferita all'uomo, si può interpretare come una graduale ed eterna crescita di consapevolezza.

Bisogna distinguere l'aspetto meccanico dell'esistente da quello "spirituale"; come facevi notare:

Citazione:
Ho più volte asserito che il pensiero più che sembrare è un “plus” nell’ordine naturale appaia come un disturbo, basta vedere i disastri che ha fatto l’uomo sapiens al pianeta ed ai suoi abitanti, (altri uomini inclusi). Questo “disturbo”, (visti gli attuali mezzi di distruzione), potrebbe portare alla distruzione della vita sul pianeta.

L'essere umano è evidentemente dotato di un "plus". Qualcosa che è capace di trasgredire l'ordine della natura. Credo che questa caratteristica debba essere considerata senza moralizzare... per quello che è! Una componente "libera", non meccanica come la materia, dotata di sue proprie leggi. Ovviamente gli effetti di questa relazione (materia-spirito) possono apparire disarmonici: si tratta di un incontro conflittuale. Lo spirito cerca di imporre le sue volontà, di piegare la natura meccanica ai suoi scopi. Spesso questo si traduce in una accellerazione della metamorfosi. Anche la materia è in continua metamorfosi: è certo che il pianeta terra prima o poi si trasformerà e non potrà più ospitare la vita, il sole è destinato ad esplodere: è il suo ciclo vitale!

Citazione:
Esiste qualche motivo, non basato sulla fede ma sulla ragione per essere ottimisti?
Sicuramente gli uomini di domani saranno diversi da noi, ma come facciamo ad essere certi che questa diversità è il frutto di un progetto, (benigno), della vita/natura e non una delle tante configurazioni del caos?

Ti dirò. che ho sempre preferito essere "realista", piuttosto che "ottimista" o "pessimista". Mi sembra che l'evoluzione sia inevitabile. Siamo liberi di non crescere? Di non diventare, vivendo, più consapevoli del mondo che ci circonda e di noi stessi?

Credo che quel "quid" (meno moralizzato del "plus") che è in noi, spinga costantemente alla crescita, che abbia una forte e strutturale esigenza di definizione e di consapevolezza. Volenti o nolenti, sembra che l'evoluzione sia una legge che guida anche l'irrequieto mondo dello spirito.

Ultima modifica di vitnicalt : 27-02-2005 alle ore 16.16.35.
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Vecchio 27-02-2005, 20.10.57   #5
VanLag
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ho letto un po' le risposte ed ho pensato di ingrarbugliare un altro po' il discorso.....

Per Epicurus, non sono certo cosa tu intenda con meta-progetto.
Forse una specie di progetto del progetto? O un fine per giustificare il fine? Qualche cosa del tipo: - anche la causa prima richiede una causa - ?
Logicamente per me potrebbe esistere una causa prima incausata. La necessità di cause ed effetti è una prerogativa del fenomeno.
Comunque non è tanto una ricerca di un senso dell'esistenza, che secondo me, ha senso in se stessa, quanto proprio il desiderio di comprendere.

Per vitnicalt l’evoluzione è sicuramente in atto. Il mondo come sarà tra un secondo è una configurazione che non si era mai vista prima e che non si vedrà mai più. E così per ogni secondo che passa, le configurazioni sono sempre diverse. Ma la prossima configurazione è frutto di un progetto preciso che conduce da qualche parte oppure è giusto una delle tante configurazioni possibili?
Cerco di spiegarmi….. Immagina un film che si svolga in modo che il prossimo fotogramma venga preso da un cesto piena di un numero illimitato di fotogrammi.
Ovviamente attori e scenario sono conseguenti il fotogramma precedente, ma la disposizione degli ingredienti è infinita. Nel paniere coi fotogrammi c’è appunto l’infinità delle evoluzioni possibili con quegli ingredienti.
La domanda precisa è c’è un regista che sceglie il fotogramma successivo in modo che il film vada in un certo modo oppure il fotogramma è scelto a caso, magari da un garzone pagato per incollare i fotogrammi come capita e, quindi, la vicenda del film può prendere qualsiasi piega.

Il fine non deve necessariamente buono, per quello c’è già la vita che è certamente figlia dell’ordine e non del caos. Infatti un bambino non cresce una gamba qui ed una lì a caso, ma solitamente cresce con tutte le sue cosine al posto giusto. (Ok… è vero, ci sono anche io che, qualche rotella non al suo posto l‘ho), ma infatti ho detto solitamente.
Comunque il prossimo bambino non è certo una delle tante configurazioni del caos. Ma questo basta a dire che c’è un fine alla vita?

L’inserto sul pensiero svia forse un po’ dalla domanda principale ma era per dire più che altro che quell’evoluzione nell’uomo che a noi sembra tanto bella e positiva magari è una degenerazione maligna spiegata dall’assenza del regista che nel prendere il fotogramma successivo ne ha scelto uno un po’ naif dando al film un’evoluzione inaspettata ed ecco che in una natura ordinata esce una creatura che non solo lascia i ritmi della natura ma sembra anzi volersi allontanare sempre più da essa.

Le religioni orientali come il Buddismo, (e qui forse coinvolgo fallible), e quelle sapienziali in genere (es: indiani di America), spiegano molte cose ma non spiegano chiaramente il fine dell’evoluzione. (Almeno io non l’ho trovato spiegato in modo convincente da nessuna parte).

VanLag is offline  
Vecchio 28-02-2005, 12.38.22   #6
fallible
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cambiamento

Il fine non deve necessariamente buono, per quello c’è già la vita che è certamente figlia dell’ordine e non del caos.

Come si può evincere dalla a parte quotata, non c'è scritto da nessuna parte che il fine debba essere lieto è certo che l'adattamento (cambiamento-evoluzione) tenda a migliorare una situazione in perenne cambiamento, questo a proposito del caos iniziale da cui è sorta la vita frutto di accomodamenti chimici che hanno portato ad un evoluto sempre più "funzionale"

per quanto riguarda il Buddismo e le culture Indiane (nello specifico gli Yaqui ,Don JUan), prendono atto di uno stato "il vivere" e indicano una via per viverla (scusatemi la ripetizione sigh!) in modo più consapevole
fallible is offline  
Vecchio 03-03-2005, 00.53.26   #7
salice
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Caro VanLag
La nostra esistenza ha un fine?
Ognuno di noi dà un senso alla propria esistenza
Tutte le cose hanno un inizio e un fine, la terra anche senza l’azione distruttiva del uomo arriverà alla distruzione, spero che noi esseri umani non saremmo la causa di una fine anticipata.
Con il nostro aumento demografico e la mancata cooperazione internazionale riguardo i problemi ecologici – non c’è ragione di essere ottimisti…
salice is offline  
Vecchio 03-03-2005, 12.34.26   #8
VanLag
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Citazione:
Messaggio originale inviato da salice
Tutte le cose hanno un inizio e un fine.......
Ciao Salice,
Certo che tutto ciò che ha avuto un inizio avrà anche una fine…. Però io più che parlare della fine certa, parlavo del fine, ponendomi il quesito con la massima apertura e senza risposte anticipate.
Davvero mi chiedo se la nostra esistenza, (nostra intesa come l’esistenza sulla terra), sia solo una delle tante possibili configurazioni del caos, oppure se c’è un fine e quindi ciò che succede è il frutto di un percorso.
In termini matematici direi: - siamo iniziati in A ed il nostro fine è raggiungere Z passando per B, C, D, etc…?
Oppure sono mutamenti random cioè da A passiamo ad F, poi a L, poi a C, etc per finire sempre casualmente in X o Y o Z?

Sulla triste condizione in cui siamo concordo con te. Se c’è un fine, probabilmente ne usciremo, altrimenti ci sono buone possibilità che manderemo tutto a “carte 48”.

VanLag is offline  
Vecchio 03-03-2005, 14.24.22   #9
Wuaw
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Ciao VanLang,

la tua domanda mi ricorda una vignetta, se non sbaglio di Giobbe Covatta, che parlava di un Padreterno figlio che faceva un sacco di disastri (l'attuale mondo) e sperava nel ritorno a casa dei Padreterni genitori che avrebbero rimesso le cose a posto.

La mia impressione, da quando avevo i calzoni corti, è che comunque lo si chiami, Caso, Caos o altro un qualche fine ce lo abbia comunque, ma è al di fuori della mia portata.

Nel frattempo cerco di dare un senso (finalistico) al presente, e di sottrarmi alla sofferenza. Come ben ricorda fallibile prendo atto dello stato di "vivere" e cerco di farlo nel migliore dei modi, cercando di farlo per me e per gli altri.

A tale scopo, come in un precedente incontro mi consigliavi, trovo ottimi, da molti anni, il Tao e lo Zen, ma più in generale guardare nelle varie forme di consolazioni dello spirito (ed anche del corpo), per vedere cosa c'è di buono e scartare la gran massa di fango che tende a coprire le poche perle.

Da un punto di vista di pura ricerca, trovo estremamente interessanti l'approccio olistico, l'evoluzione della fisica moderna, in particolare relatività e quantistica
Hai presente quella particolare "rappresentazione" che descrive tutto in termini di funzioni di probabilità che "collassano", secondo alcuni, nel reale, una volta che accade, e secondo altri continuano a svilupparsi all'infinito "realizzando" tutte le ipotesi possibili.
"Così fra tanta immensità s'annega il pensier mio......"
Un abbraccio

Wuaw
Wuaw is offline  
Vecchio 07-03-2005, 22.52.41   #10
animabella
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Exclamation attenzione

queste le parole di J.B. Lamarck (1744-1829) il primo per cui si possa parlare di teoria dell'evoluzione: "i progressi dell'uomo stanno conducendo la natura alla rovina; egli è riuscito laddove non avevano potuto i mutamenti geologici, ha cioè provocato l'estinzione di intere specie vegetali e animali; se proseguirà nella sua pratica di sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali, annienterà i propri stessi mezzi di sussistenza; l'uomo sta rendendo il globo inabitabile, e pare incamminato verso l'autodistruzione".... insomma non scopriamo niente di nuovo mio caro lang... ma non posso non concordare con te e soprattutto più consapevolmente con l'intuizione profonda di Lamarck!
animabella
animabella is offline  

 



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