Forum di Riflessioni.it
ATTENZIONE Forum in modalità solo lettura
Nuovo forum di Riflessioni.it >>> LOGOS

Torna indietro   Forum di Riflessioni.it > Forum > Filosofia

Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
>>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Tematiche Filosofiche



Vecchio 23-05-2005, 14.09.00   #1
FalcoAntonio
Ospite abituale
 
Data registrazione: 14-08-2002
Messaggi: 128
E’ l’assolutismo il male assoluto!

Non è il “Relativismo”.

Il fondamentalismo non è una prerogativa delle religioni (pur se quelle sono le fonti che più lo alimentano) ma di tutte quelle impostazioni mentali che scambiano la parte con il tutto: la propria visione come unica legittimata a descrivere il "mondo"; atteggiamento diffuso in tutti i casi di "fede indiscussa" per qualcosa (scienza compresa) che diventano vera superstizione.

Chi constata che esistono (e possono co-esistere) concezioni, categorie di pensieri, sistemi valoriali, prassi diverse, credendo preferibile la non interferenza in ambiti non condivisi, purché ci sia concreta reciprocità, non necessariamente manca di valori di riferimento propri: tutt’altro!

Ciò viene spesso, e impropriamente, definito relativismo morale, senza accorgersi che una concezione assolutistica, invece, induce ad una prevaricazione più o meno esplicita e, o cruenta, come mostrato dalla Storia e dall’attualità, fino a giungere al conflitto guerreggiato.

C’è da chiedersi, infatti, se è accettabile la prevaricazione di chi continua a voler imporre (per legge, per esempio) vincoli e prassi derivanti da concezioni dogmatiche di parte, anche a chi non appartiene alla sua fede, piuttosto che preoccuparsi di fare opera persuasiva diretta prevalentemente all’ambito dei suoi “fratelli di fede”.

Cercano e si illudono di fermare il mondo, producendo solo ulteriori disastri, invece che benefici.

Rimanere coerenti con una "concezione relativista”, spesso implica essere oggetto di giudizi valoriali (soprattutto di fedeli-militanti-“tifosi”-fanatici di parte e, o di religiosi) negativi, che accomunano chi fa una presa d’atto relativista, con chi ha una prassi valoriale relativistica.

L’impegno così esplicito e diretto della gerarchia vaticana nella difesa di una pessima legge sulla procreazione assistita e le “indicazioni” al NON voto, spostano quella questione dall’ambito etico-religioso-filosofico a quello della prassi e della lotta ed egemonia politico-religiosa e, pur se sostenessero una posizione condivisibile, sarebbe improprio seguirne le indicazioni, poiché ciò viola la distinzione (di galileiana memoria) dei ruoli: trascendente ed immanente e delle aree di competenza: cattolici e non cattolici.
Ciò accade perché chi ha una concezione assolutistica è indotto intrinsecamente alla prevaricazione.

Irricevibile e inaccettabile!

Questa è militanza politica clericale; non c’è alcunché di etico e tantomeno di divino a muovere costoro: che si limitino, invece, ad esortare i propri fedeli nelle sedi proprie e con modalità legittime, ché se i fedeli (nominalmente cattolici) avessero seguito fin qui certi principi etici essenziali (non di esclusiva proprietà cattolica!) questo nostro povero Paese non sarebbe devastato dalla corruzione e dalla delinquenza (politica) per esempio.
Che si occupino, insomma, di "convertire" i cattolici nominali in “buoni cattolici”, invece che imporre a “cattolici” e “non cattolici” le regole che a loro aggradano.

Se così già fosse, che motivi avrebbero a sostenere una tanto pessima legge?

Una ennesima dimostazione di arroganza e debolezza: sì, perché tanto più si è deboli e tanto più si diventa arroganti e prevaricatori.
FalcoAntonio is offline  
Vecchio 25-05-2005, 10.09.25   #2
r.rubin
può anche essere...
 
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
assolutismo, trattasi di termine connotato negativamente, rievocante nazismi, deprivazioni di libertà individuali, forzata imposizione di cieca obbidienza a posizioni ideologiche discendenti da capi assoluti, violenza assassina, nazionalistiche credenze in superiorità razziali.

clerici, uomini facilmente associabili a molti dei tratti sopra enucleati.
con differenze sostanziali.

-deprivazioni di libertà individuali: senza dubbio, poichè testimoni di una morale caratterizzata, come ogni, da ciò.

-anche dall'altro lato, infatti, la contemporanea, decisa e orgogliosa, morale della totale libertà personale, depriva lo stato di possibili intromissioni nello spazio dell'iniziativa personale, comprendente scelte morali individuali; limitante l'individuale libertà: solo quella altrui, da non intralciare.

ma a ben vedere, l'iniziale liberalistico motto "libertà mia, ti chiuderò laddove impedirai l'altrui libertà", è via via col passare del tempo degenerata, in un imposizione di scelte personali, motivate sulla base dei personali diritti reclamati a gran voce, su altrui vite, come dimostrano aborto, e distruzione di embrioni.

ecco, col nazismo, la posizione qui sopra, possiede alcuni tratti simili: la selezione della razza, lo spazio vitale (se lo intendiamo nell'accezione psicologica: un nascituro impedisce lo spazio della mia libertà? di conseguenza..), l'affermazione della superiorità di diritto di alcuni esseri rispetto ad altri, di uomini veri rispetto a non-uomini, persone compiute rispetto a persona non ancora nate del tutto.

e l'imposizione clerica?
assolutista senz'altro, credendo in dio assoluto.
...ma per nulla sempliciotta come quella di chi parla di chiesa come gran pastore di pecore imbecilli che si fanno trascinare laddove il veniale pastore decide.

certo, appare totalitaria, a chi ha fede solo nella sua persona, che deve assolutamente potersi esprimere nella sua onnipotenza.
faccio presente come, la tua critica distruttiva all'assolutismo, e l'affermazione del miglior relativismo, comporta la deligittimazione dell'assolutismo in favore di un'assolutismo del relativismo)

(ps: la distinzione tra "sfere di competenza" immanente e trascendente mi sembra assurda, i cristiani sono chiamati a testimoniare su questa terra, e convertire, per il bene delle anime)

Ultima modifica di r.rubin : 25-05-2005 alle ore 10.15.30.
r.rubin is offline  
Vecchio 25-05-2005, 11.25.40   #3
FalcoAntonio
Ospite abituale
 
Data registrazione: 14-08-2002
Messaggi: 128
Citazione:
Messaggio originale inviato da r.rubin
assolutismo, trattasi di termine connotato negativamente, ...[/i]

Brevemente.

Certo, è corretto!
Ho scelto volutamente il termine “assolutismo” per attribuirgli valenza negativa con lo stesso spirito (e in contrapposizione) di chi connota negativamente “il relativismo”, non distinguendo chi ha una "visione" relativistica, da chi ha una prassi morale relativista: confondendo volutamente!
Ho cercanto di evidenziare che il relativismo è intrinsecamente rispettoso delle palesi molteplici diversità esistenti, purché ci sia reciprocità e, soprattutto, il relativismo non implica assenza di sistemi valoriali di riferimento.
Il relativismo inoltre non è una fede, ma una "constatazione" metodologica, una chiave interpretativa della realtà, una visione tendenzialmente razionale.

I cristiani, (i cattolici) saranno pur chiamati a testimoniare, ma non è accettabile la loro intrusività e pervasività, i non cristiani hanno il sacrosanto diritto di sentirsi prevaricati dalla loro pretesa di evangelizzazione.
E’ sacrosanto il loro diritto di credere ciò che la loro dottrina insegna loro, ma è una grave violazione la prassi di voler imporre per legge, anche a chi cattolico non è, regole derivanti da concezioni dogmatiche, invece di privilegiare la persuasione del rispetto di quelle regole a chi cattolico lo è, almeno nominalmente.
Se la "gerarchia" si limitasse al richiamo stretto dei suoi fedeli al rispetto dei principi dogmatici e morali indicati, rimarrebbe nell’ambito della sfera di competenza propria; dal momento in cui fa un invito esplicito e perentorio ad esprimere un voto (o un NON voto) in una contesa politico-elettorle, declassa l’istituzione (la Chiesa) e sé stessa, svuotando dai contenuti etico-morali la questione trattata e ponendosi sul piano della lotta politica.
Gravissimo.
Un saluto
Antonio


Citazione:
[i]
rievocante nazismi, deprivazioni di libertà individuali, forzata imposizione di cieca obbidienza a posizioni ideologiche discendenti da capi assoluti, violenza assassina, nazionalistiche credenze in superiorità razziali.

clerici, uomini facilmente associabili a molti dei tratti sopra enucleati.
con differenze sostanziali.

-deprivazioni di libertà individuali: senza dubbio, poichè testimoni di una morale caratterizzata, come ogni, da ciò.

-anche dall'altro lato, infatti, la contemporanea, decisa e orgogliosa, morale della totale libertà personale, depriva lo stato di possibili intromissioni nello spazio dell'iniziativa personale, comprendente scelte morali individuali; limitante l'individuale libertà: solo quella altrui, da non intralciare.

ma a ben vedere, l'iniziale liberalistico motto "libertà mia, ti chiuderò laddove impedirai l'altrui libertà", è via via col passare del tempo degenerata, in un imposizione di scelte personali, motivate sulla base dei personali diritti reclamati a gran voce, su altrui vite, come dimostrano aborto, e distruzione di embrioni.

ecco, col nazismo, la posizione qui sopra, possiede alcuni tratti simili: la selezione della razza, lo spazio vitale (se lo intendiamo nell'accezione psicologica: un nascituro impedisce lo spazio della mia libertà? di conseguenza..), l'affermazione della superiorità di diritto di alcuni esseri rispetto ad altri, di uomini veri rispetto a non-uomini, persone compiute rispetto a persona non ancora nate del tutto.

e l'imposizione clerica?
assolutista senz'altro, credendo in dio assoluto.
...ma per nulla sempliciotta come quella di chi parla di chiesa come gran pastore di pecore imbecilli che si fanno trascinare laddove il veniale pastore decide.

certo, appare totalitaria, a chi ha fede solo nella sua persona, che deve assolutamente potersi esprimere nella sua onnipotenza.
faccio presente come, la tua critica distruttiva all'assolutismo, e l'affermazione del miglior relativismo, comporta la deligittimazione dell'assolutismo in favore di un'assolutismo del relativismo)

(ps: la distinzione tra "sfere di competenza" immanente e trascendente mi sembra assurda, i cristiani sono chiamati a testimoniare su questa terra, e convertire, per il bene delle anime)

Ultima modifica di FalcoAntonio : 25-05-2005 alle ore 11.28.58.
FalcoAntonio is offline  
Vecchio 25-05-2005, 16.29.37   #4
r.rubin
può anche essere...
 
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
Citazione:
Messaggio originale inviato da FalcoAntonio
Se la "gerarchia" si limitasse al richiamo stretto dei suoi fedeli al rispetto dei principi dogmatici e morali indicati, rimarrebbe nell’ambito della sfera di competenza propria; dal momento in cui fa un invito esplicito e perentorio ad esprimere un voto (o un NON voto) in una contesa politico-elettorle, declassa l’istituzione (la Chiesa) e sé stessa, svuotando dai contenuti etico-morali la questione trattata e ponendosi sul piano della lotta politica.
Gravissimo.
Un saluto
Antonio

allora il papa dovrebbe esimersi pure dall'invocare la pace tra forze politiche, stati, in guerra.
dovrebbe solo chiedere ai cristiani di non andare in guerra, cosa che sarebbe, in caso di necessità di reclutamento di tutte le forze disponibili nel paese, incitare alla diserzione, ponendosi quindi, in virtù della morale cristiana, in necessaria lotta anche politica con lo stato laico. ..perchè non può lavarsene le mani.

vabbè, ma a parte questa commistione, in alcuni punti secondo me inevitabile, c'è il discorso dogmatico di cui parli.

ecco, la tua è espressione di cristianofobia, il tuo parlare della posizione della chiesa come posizione "dogmatica", palese mistificazione della posizione della chiesa cristiana in materia di fecondazione assistita, che è il punto della questione: il problema è che, appena apre bocca il papa, tutti i laici liberali si stringono in cori da rivoluzione francese, declassando immediatamente quanto detto da posizione etica umana, a posizione dogmatica rientrate esclusivamente all'interno della bibbia e dei fedeli che la seguono: se il papa dicesse "lasciamo tutti liberi di fare ciò che vogliono", tutti i laici inizierebbero a protestare in coro, perchè nemmeno ascoltano quanto detto, ma visto l'oratore immediatamente lancerebbero ortaggi.

la posizione della chiesa è ETICA, e NON esclusivamente CATTOLICA: ciò che pensa potrebbe pensarlo anche un laico.
r.rubin is offline  
Vecchio 25-05-2005, 18.21.44   #5
FalcoAntonio
Ospite abituale
 
Data registrazione: 14-08-2002
Messaggi: 128
La Chiesa deve privilegiare e curare il dialogo con i propri fedeli, soprattutto su questioni dottrinali e dogmatiche.
Può allargare l'indirizzamento dei propri messaggi a tutti gli altri, solo su questioni generali, non dottrinali e, o non derivanti da concezioni dogmatiche specifiche.
Se poi scende nell'arena politica, condizionando pesantemente le scelte e le decisioni anche di altri esercita una intrusione e una violazione prevaricatoria insopportabili, tipici di chi origina il suo pensiero e la sua prassi in radici assolutistiche e perciò ponendosi su un piano politico anziché spirituale.
Chi si pone su tale piano, ne deve poi subire tutte le implicazioni: diventando perciò anche "bersaglio" di lotta politica (oltre che attore) e non potrà più invocare quel "rispetto" che le competerebbe, se fosse eslusivamente attore spirituale...

Ciò fa passare in secondo piano anche i contenuti etico morali della questione che essa (Chiesa) pone: per quanto mi riguarda, per esempio, se si fossero limitati al piano etico religioso non mi sentirei di essere ostile verso le loro rispettabilissime posizioni.
Saluti


Citazione:
Messaggio originale inviato da r.rubin
allora il papa dovrebbe esimersi pure dall'invocare la pace tra forze politiche, stati, in guerra.
dovrebbe solo chiedere ai cristiani di non andare in guerra, cosa che sarebbe, in caso di necessità di reclutamento di tutte le forze disponibili nel paese, incitare alla diserzione, ponendosi quindi, in virtù della morale cristiana, in necessaria lotta anche politica con lo stato laico. ..perchè non può lavarsene le mani.

vabbè, ma a parte questa commistione, in alcuni punti secondo me inevitabile, c'è il discorso dogmatico di cui parli.

ecco, la tua è espressione di cristianofobia, il tuo parlare della posizione della chiesa come posizione "dogmatica", palese mistificazione della posizione della chiesa cristiana in materia di fecondazione assistita, che è il punto della questione: il problema è che, appena apre bocca il papa, tutti i laici liberali si stringono in cori da rivoluzione francese, declassando immediatamente quanto detto da posizione etica umana, a posizione dogmatica rientrate esclusivamente all'interno della bibbia e dei fedeli che la seguono: se il papa dicesse "lasciamo tutti liberi di fare ciò che vogliono", tutti i laici inizierebbero a protestare in coro, perchè nemmeno ascoltano quanto detto, ma visto l'oratore immediatamente lancerebbero ortaggi.

la posizione della chiesa è ETICA, e NON esclusivamente CATTOLICA: ciò che pensa potrebbe pensarlo anche un laico.
FalcoAntonio is offline  
Vecchio 25-05-2005, 19.04.56   #6
SebastianoTV83
Utente bannato
 
Data registrazione: 11-05-2005
Messaggi: 639
OKKEI

Molto interessanti queste prese di posizione ma FalcoAntonio mi sembra "assoluto" nel suo relativismo. Il relativismo appare giusto e l'unica via accettabile.. questo rende l'idea di "Relativismo" assoluta. Spiego anche un'altra cosa del Relativismo:

Relativismo: sono omosessuale (il mio esempio preferito) e nel relativismo posso difendere il mio punto di vista, tanto tutto è relativo. Sono un S.S. e odio gli omosessuali: cavolo, anch'io sono giustificato dalla concezione relativista e posso sterminare tutti i "maledetti gay" tanto, essendo tutto relativo nessuno può contestare la mia posizione.

Eh no, direte voi: esistono i diritti umanitari. Eh no, dico io: i diritti umanitari per essere accettati debbono essere assoluti. Allora, una società sceglie di difendere gli omosessuali e l'altra di sterminarli: basta non rompersi a vicenda ma.. tanto è relativo anche il fatto di attaccare o meno uno stato che la pensa in maniera differente. Relativo rispetto a cosa? Qui vi voglio: qual'é il termine di paragone? Io l'ho poposto nell'ambito della discussione sulla morale.
SebastianoTV83 is offline  
Vecchio 26-05-2005, 00.41.14   #7
r.rubin
può anche essere...
 
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
ripetere a mitraglia la parola "dogmatico" non ti difenderà dalla mia tremenda vendetta.

dicendo "dogmatico" dici "preconcetto, motivato da posizioni preconcette e infondate", magari quanto un principio assoluto trascendente.
cosa che non trovo corretta.
voglio dire: la posizione della chiesa è tale e quale ogni etica posizione.

se dico: difendiamo la vita, impediamo l'utilizzo strumentale di embrioni, consideriamo l'aborto come omicidio, posso essere dogmatico (come chiunque parli per preconcetti su cui non ha ragionato), ma anche razionale; posso essere cristiano, ma anche laico.

perchè mai la condanna dell'utilizzo strumentale, oggettuale, di embrioni, dovrebbe essere dogmatica?
perchè deriva dalla preconcetta dottrinale posizione che afferma l'intoccabilità di qualsiasi creatura divina?
certo, può essere, preconcetta e dogmatica!

ma acnhe no.
infatti, posso temere, io laico che lancio il mio sguardo oltre l'orrizonte, verso il futuro, tremare per il timore di trovare o lasciare ai posteri un futuro in cui la vita umana è manipolata e geneticamente modificata, in cui la razza è selezionata, la realtà impoverita.

non mi sembra altro, che una questione molto generale, e non solo dottrinale.


...però ammetto che la commistione chiesa-stato è... mah.. non ci ho riflettuto, ma è una bella questioen.

anche su altri punti ci troviamo d'accordo, ci torneremo.

Ultima modifica di r.rubin : 26-05-2005 alle ore 00.43.57.
r.rubin is offline  
Vecchio 26-05-2005, 09.18.12   #8
FalcoAntonio
Ospite abituale
 
Data registrazione: 14-08-2002
Messaggi: 128
Re: OKKEI

No, chi ha una concezione (o “visione”) relativista, come dicevo, non è (automaticamente) un permissivista che manca di valori e riferimenti etici; tutt’altro!
Spesso ha una religiosità molto più praticata e coerente e quasi mai ostentata!

Brevemente e semplicemente, si ispira al principio etico essenziale e generale (che non è affatto un’esclusività delle religioni) ampiamente condiviso (pur se molto poco rispettato) e cerca di applicarlo nella quotidianità, con tutti i limiti e inadempienze degli umani:

ciascuno è libero di adottare le prassi di vita che predilige, purché rispettose di tutte quelle altrui e non intrusive o prevaricatorie.

L’omosessualità per esempio non la si condanna in sé, ma si può condannare il comportamento di singoli omosessuali; a me disturba molto l’ostentazione che alcuni (o molti) di loro fanno della loro condizione: è una provocazione stupida e inutile, oltre che irritante.

I nemici contro cui si mobilita un relativista sono insomma (solamente) coloro che adottano pratiche intrusive e prevaricatorie…
Saluti
Antonio


Citazione:
Messaggio originale inviato da SebastianoTV83
Molto interessanti queste prese di posizione ma FalcoAntonio mi sembra "assoluto" nel suo relativismo. Il relativismo appare giusto e l'unica via accettabile.. questo rende l'idea di "Relativismo" assoluta. Spiego anche un'altra cosa del Relativismo:

Relativismo: sono omosessuale (il mio esempio preferito) e nel relativismo posso difendere il mio punto di vista, tanto tutto è relativo. Sono un S.S. e odio gli omosessuali: cavolo, anch'io sono giustificato dalla concezione relativista e posso sterminare tutti i "maledetti gay" tanto, essendo tutto relativo nessuno può contestare la mia posizione.

Eh no, direte voi: esistono i diritti umanitari. Eh no, dico io: i diritti umanitari per essere accettati debbono essere assoluti. Allora, una società sceglie di difendere gli omosessuali e l'altra di sterminarli: basta non rompersi a vicenda ma.. tanto è relativo anche il fatto di attaccare o meno uno stato che la pensa in maniera differente. Relativo rispetto a cosa? Qui vi voglio: qual'é il termine di paragone? Io l'ho poposto nell'ambito della discussione sulla morale.
FalcoAntonio is offline  
Vecchio 26-05-2005, 10.28.04   #9
VanLag
Ospite abituale
 
L'avatar di VanLag
 
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 2,959
Buon giorno a tutti.......

Senza entrare nello scontro dialogico tra assolutisti e relativisti, vorrei portare la seguente riflessione in merito all’”imposizione dei valori”.

Potremmo definire delle categorie di insiemi che sono in rapporto tra loro attraverso una gerarchia basata sulle dimensioni dell’insieme, evidenziando come la propagazione dei valori di una categorica gerarchicamente più bassa (o più piccola), sulla più grande è violenza.

Per evidenziare i concetti provo a fare un’ipotesi di possibili categorie: - esseri viventi (gruppo A), esseri umani (B), credenti (C), cristiani (D), cattolici (E) … e via dicendo. –
Ogni gruppo include in se il successivo, cioè gli esseri umani ossia il gruppo B è una parte del gruppo A cioè degli esseri viventi, così come i credenti, o gruppo C, sono una parte del gruppo B cioè degli esseri umani.

Con questa chiave di lettura, notiamo come ogni volta che un gruppo gerarchico sottostante cerca di propagare verso un gruppo sovrastante o più vasto il proprio sistema di valori, questo tentativo genera violenza, cosa che invece, non avviene dal gruppo soprastante verso il basso, per il semplice motivo che, ogni gruppo sottostante è inclusivo dei sistemi di valore del livello più alto.

Cerco di spiegarmi: Come esseri umani, (gruppo B) non sentiamo coercizione nell’attaccamento alla vita che può essere il valore primario di tutti gli esseri viventi, (gruppo A). Come credenti, (gruppo C), non sentiamo violenza nell’amore dell’intelligenza che può essere uno dei valori fondanti dell’essere umano, (gruppo B). Come cristiani, (gruppo D), non sentiamo come violento l’amore verso Dio che è un valore fondante di ogni credente (gruppo C).

Quando invece il valore cerca di essere propagato da un gruppo gerarchicamente più ristretto verso uno più ampio nasce la violenza. Ad esempio se i credenti, (gruppo C), cercano di propagare l’amore per “dio” a tutti gli esseri umani (gruppo B), questo si traduce in una terribile coercizione che è violenza allo stato puro.

...... e secondo mè è questo che va compreso.

VanLag is offline  
Vecchio 26-05-2005, 12.28.39   #10
FalcoAntonio
Ospite abituale
 
Data registrazione: 14-08-2002
Messaggi: 128
Concordo.

Condivido questo tuo punto di vista e la relativa rappresentazione che ne fai.

Breve annotazione.

Non mi pare confligga con quanto detto altrove.

Mi pare evidente che (come già accennato) la "rappresentazione" dell'antiteticità "assolutismo-relativismo" è conseguenziale e riferita al dibattitto specifico che da un po' si è aperto sul relativismo e su altre questioni connesse (soprattutto dall'area cultural-clericale conservatrice).
La propaganda iper-ideologica (reazionaria) in atto da tempo su questi ed altri temi, l'affollamento e il super presenzialismo mediatici di personaggi e temi riesumati, apparentemente sepolti per sempre dall'evoluzione e dal progresso...
E' un ritorno al passato, una regressione, un "capovolgimento", causati (forse) e in parte, anche da eccessi e fughe in avanti di sedicenti progressisti.
Un saluto


Citazione:
Messaggio originale inviato da VanLag
Buon giorno a tutti.......

Senza entrare nello scontro dialogico tra assolutisti e relativisti, vorrei portare la seguente riflessione in merito all’”imposizione dei valori”.

Potremmo definire delle categorie di insiemi che sono in rapporto tra loro attraverso una gerarchia basata sulle dimensioni dell’insieme, evidenziando come la propagazione dei valori di una categorica gerarchicamente più bassa (o più piccola), sulla più grande è violenza.

Per evidenziare i concetti provo a fare un’ipotesi di possibili categorie: - esseri viventi (gruppo A), esseri umani (B), credenti (C), cristiani (D), cattolici (E) … e via dicendo. –
Ogni gruppo include in se il successivo, cioè gli esseri umani ossia il gruppo B è una parte del gruppo A cioè degli esseri viventi, così come i credenti, o gruppo C, sono una parte del gruppo B cioè degli esseri umani.

Con questa chiave di lettura, notiamo come ogni volta che un gruppo gerarchico sottostante cerca di propagare verso un gruppo sovrastante o più vasto il proprio sistema di valori, questo tentativo genera violenza, cosa che invece, non avviene dal gruppo soprastante verso il basso, per il semplice motivo che, ogni gruppo sottostante è inclusivo dei sistemi di valore del livello più alto.

Cerco di spiegarmi: Come esseri umani, (gruppo B) non sentiamo coercizione nell’attaccamento alla vita che può essere il valore primario di tutti gli esseri viventi, (gruppo A). Come credenti, (gruppo C), non sentiamo violenza nell’amore dell’intelligenza che può essere uno dei valori fondanti dell’essere umano, (gruppo B). Come cristiani, (gruppo D), non sentiamo come violento l’amore verso Dio che è un valore fondante di ogni credente (gruppo C).

Quando invece il valore cerca di essere propagato da un gruppo gerarchicamente più ristretto verso uno più ampio nasce la violenza. Ad esempio se i credenti, (gruppo C), cercano di propagare l’amore per “dio” a tutti gli esseri umani (gruppo B), questo si traduce in una terribile coercizione che è violenza allo stato puro.

...... e secondo mè è questo che va compreso.

FalcoAntonio is offline  

 



Note Legali - Diritti d'autore - Privacy e Cookies
Forum attivo dal 1 aprile 2002 al 29 febbraio 2016 - Per i contenuti Copyright © Riflessioni.it