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Vecchio 02-08-2005, 20.41.42   #1
VanLag
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Data registrazione: 08-04-2002
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Istinto o Ragione….a chi tocca governare il mondo?

Se diciamo che la regolazione, dell’interazione tra individui e/o entità più grandi, come le società, va lasciata all’istinto, legittimiamo la legge del più forte, perché l’istinto di sopravvivenza primitivo, esteso, nel corso dell’evoluzione, al nostro ideale di sopravvivenza, ci porta alla volontà di sottomettere e di sopraffare.

Viceversa se diciamo che la gestione dell’interazione tra individui e/o entità più grandi tocca alla ragione, neghiamo le nostre origini naturali e rischiamo di seppellire l’istinto che ci ha guidati dal brodo primordiale all’homo sapiens.

Come dirimere questa questione?
E’ possibile dare voce alla ragione preservando l’istinto, oppure seguire l’istinto senza negare la ragione?
Se si come?

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Vecchio 02-08-2005, 22.51.38   #2
La_viandante
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io darei sicuramente alla ragione il diritto di prevalere, senza levare nulla allistinto, che anche in situazioni estreme puo' essere di aiuto ma anche nella vita quotidiana deve avere ampio spazio di azione, non essere negato, quindi forse un giusto mix dei due, ma ragione sicuramente in prevalenza

la legge del piu' forte non sempre tutela l'intera comunita', anzi spesso proprio chi tende a prevalere puo' portare alla autodistruzione
pero' io voglio credere che nel nostro istinto da qualche parte ci sia il valore della difesa del piu' debole, come bisogno al livello inconscio, come l'istinto materno, innato e non solo la prevaricazione come fine ultimo dell'esistenza, voglio sperarlo almeno
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Vecchio 03-08-2005, 13.45.53   #3
VanLag
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Citazione:
Messaggio originale inviato da La_viandante
.......la legge del piu' forte non sempre tutela l'intera comunita', anzi spesso proprio chi tende a prevalere puo' portare alla autodistruzione
Direi che la legge del più forte non solo non tutela, ma si manifesta come abuso, prevaricazione, avvilimento, sopraffazione, furto perché in mancanza di regole il più forte fa quello che vuole.

Ma visto che il 3d non decolla, intanto che ho ancora qualche neurone funzionante, anche se magari un po’ impastato dal caldo, volevo buttare giù qualche altra considerazione.

Se analizziamo il comportamento americano dopo l’11 settembre vediamo come esso sia fondato principalmente sull’istinto di sopravvivenza e di conservazione in difesa di un attacco subdolo che poteva colpire ovunque.

All’attacco è subentrata la paura, che ha scatenato una reazione tipicamente animale, cioè quella di rispondere all’aggressione con l’aggressione. I proclami farneticanti di Bush, “chi non è con noi è contro di noi”, “la guerra infinita”, etc…. sono il grido lacerante della bestia braccata che si difende. In quella difesa istintiva è stato calpestato il diritto, (quello di una nazione sovrana), e la ragione.

La ragione avrebbe avuto ben altre reazioni. La ragione avrebbe cercato le cause dell’aggressione.
“Perché noi e non la Cina o l’India?”
“Come viene percepita la nostra azione/ingerenza nel mondo?”
“Perché tanto oddio anti-americano?”

La ragione avrebbe cercato “i perché” ed una volta individuati avrebbe intrapreso le azioni necessarie, che potevano essere anche di rappresaglia, ma sarebbe stata una rappresaglia ben diversa dalla guerra assurda che è stata scatenata e che, finora, ha fatto solo sconfitti.

Eppure se guardiamo l’America, vediamo che la fede americana è tutta nell’intelligenza e nella scienza, nella logica e nella ragione. Da nessuna parte come in america la genialità e l’inventiva pagano. Pragmatismo e razionalità sono gli ingredienti che hanno fatto grande l’America.

Ma allora perché non hanno usato le loro doti intellettive in questo frangente?

La risposta per me è molto semplice – non le hanno usate perché l’intelletto, in grande parte delle persone, è ancora totalmente asservito all’istinto animale –

Se le mie considerazioni sono vere, significa che fondamentalmente siamo di poco avanti dall’uomo delle caverne e questo, dal punto di vista evolutivo, potrebbe essere anche accettabile, perché l’evoluzione ha tempi che non sono quelli dell’uomo.

Ma questa sincronia coi tempi evolutivi, non ci salva dai problemi/rischi, correlati a questo passaggio come ad esempio il fatto di avere armi capaci di spazzare via la vita sul pianeta che sono in balia di reazioni guidate dall’istinto o, peggiore ancora di questo rischio di auto distruzione, c’è secondo me il vuoto di questo passaggio dove iniziamo a dubitare dell’istinto ma non abbiamo ancora la necessaria fede nella ragione e Dio solo sa, se i bambini cresciuti ad iniezioni di odio verso l’occidente, nelle scuole coraniche, non siano proprio figli di questa transizione nella quale, contro ogni impulso vitale, (istintivo o razionale), l’unica ragione di vita sembra essere la morte.

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Vecchio 03-08-2005, 14.19.57   #4
nonimportachi
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L'istinto si è evoluto in un contesto in cui non c'era un'organizzazione sociale complessa da far funzionare.
L'istinto è stato plasmato dall'evoluzione per consentire all'uomo la sua sopravvivenza e l'uomo per sopravvivere aveva necessità di nutrirsi, evitare pericoli ed accoppiarsi.
L'istinto viene incontro a queste necssità quando il "nutrirsi" non è fare la spesa al supermercato, ma uccidere selvaggina, distinguere tra funghi buoni e funghi velenosi. L'istinto aiuta ad evitare pericoli del tipo: buche profonde, malintenzionati minacciosi, animali pericolosi, cibo velenoso etc etc... non è plasmato per aiutarci ad esempio a fare la dichiarazione dei redditi in modo corretto.
Altresì per l'accoppiamento, ci aiuterà a distinguere un consenso da un dissenso, una donna fertile da una non fertile etc etc... non ci dirà certo quale drink sia più appropriato per coquistare il tale esemplare femminile....

L'organizzazione sociale lasciamola interamente alla ragione, l'istinto è meno affidabile ed assolutamente non testato per la materia...

[i]"......fondamentalmente siamo di poco avanti dall’uomo delle caverne"[/b]
Puoi anche considerarti alla pari, nessuno saprebbe distinguere il DNA dell'uomo di 160000 anni fa da quello tuo.
Le "differenze" risiedono nelle conoscenze e nelle abilità (cose che si acquisiscono). Un "uomo delle caverne" che nascesse oggi integrato nella società, sarebbe uomo moderno a tutti gli effetti.

licenza di OT:
"Se analizziamo il comportamento americano dopo l’11 settembre vediamo come esso sia fondato principalmente sull’istinto di sopravvivenza "
Temo che in realtà sia frutto di un'attenta analisi tutta razionale e l'istinto di sopravvivenza sia stato il punto su cui far leva per ottenere il consenso popolare.
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Vecchio 03-08-2005, 14.36.35   #5
sisrahtac
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A una ragione illuminata dall'istinto? (istinto di unione, comunione)

Che belle le utopie.
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Vecchio 03-08-2005, 14.38.52   #6
nonimportachi
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Messaggio originale inviato da Catharsis
A una ragione illuminata dall'istinto?


Bhe, per fare le cose per bene, immagino più che sufficiente dare a questa ragione la mission più naturale che c'è:

perpetuare la specie.
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Vecchio 03-08-2005, 14.44.35   #7
sisrahtac
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Diciamo portare verso la vita e non la morte, mi sembra più poetico. Cioè, uno sterile così, nella tua ottica risulterebbe inutile alla società. Ma anche lui o lei ha diritto alla luce e ad un approccio positivo nei confronti della vita.
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Vecchio 03-08-2005, 16.23.01   #8
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Sì Cat,

La "perpetuazione della specie" è il processo con cui l'evoluzione ha luogo, diciamo che è l'istinto base da cui si sono modellati tutti gli altri.

Non è granchè poetico in effetti, ma se ci pensi bene, la perpetuazione della specie è perseguibile anche senza procheare direttamente, contribuendo al buon andamento della società.

Inoltre non deve essere necessariamente un obbligo, chi non volesse contribuire non contribuisca, l'importante è evitare ciò che ostacola queste perpetuazione. Se io volessi vivere solo soletto allo stato brado nel bel mezzo dell'amazzonia (e qualche volta ci faccio anche un pensierino), non ostacolerei minimamente la continuità dell'Homo sapiens.

Il dramma sarebbe a livello analitico, comprendere cosa perseguire per favorire questa perpetuazione....
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Vecchio 03-08-2005, 16.25.51   #9
sisrahtac
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Nella nostra società ci sono delle ombre, ombre collettive che si aggirano e che si incarnano spesso e volentieri in demoni parecchio velenosi. Solo che poi si creano capri espiatori vittimisti che non fanno che alimentare il tutto, quando in realtà bisognerebbe semplicemente dissipare le ombre e portarle alla luce.

Oddio, sembra il discorso di un mistico religioso. Però non ho altre parole per esprimermi.
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Vecchio 03-08-2005, 16.48.03   #10
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qualche altra parola ci sarà....

datti da fare per trovarla che non colgo il nesso...
nonimportachi is offline  

 



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