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Vecchio 08-10-2005, 00.12.53   #1
VanLag
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Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 2,959
Cavalcare il futuro... La sfida del III Millennio.

E’ un po’ lungo ma per consolarvi vi dico che è uno stralcio di uno scritto più lungo che apparirà nel sito. Eppure nonostante la lunghezza contiene, secondo me, delle riflessioni e degli interrogativi importanti ma importanti davvero, non solo per originare scambi dialettici in forum e tenere in movimento le “rotelline” ma perché evidenzia un qualche cosa che appartiene alla realtà che ci circonda e di cui in pochi siamo consapevoli.
La sfida è contenuta nella parte finale e nella domanda che espongo. Non che io mi illuda che possiamo formulare una risposta rivoluzionaria, ma è anche vero che non è scritto da nessuna parte che per salvare il mondo debba arrivare un omino blu su un’astronave o un profeta dal cielo e magari l’idea più bella, l’idea nuove, l’idea che spezza col passato, può originarsi proprio in modo anomalo partendo da un forum di internet.

Premessa I parte

C’è un dato che chi analizza le società moderne non tiene nelle dovute considerazioni ed è il delta tra la società contadina e la società moderna.

Alla fine del secolo scorso, ingenti cambiamenti hanno mutato il nostro modo di vivere di relazionarci. Grandi masse di popolazione sono migrate dalla campagna alle città. L’elettricità ha trasformato la notte in giorno. Il vapore ed il petrolio hanno messo in moto le macchine e le macchine hanno aiutato l’uomo a costruire, ponti, viadotti, autostrade, grattacieli, ferrovie, porti, centri commerciali, etc. Navi, aerei, treni ed automobili, hanno reso possibili in poche ore spostamenti che precedentemente richiedevano mesi se non anni. La carta stampata, la radio e la televisione ci hanno portato in casa mondi lontani ed i computer ed i cellulari ci hanno aperto la strada ad una pluralità di comunicazioni che i nostri avi neppure potevano immaginare.

Prima di questo, dal neolitico, (3000 - 4000 a.c.) ad oggi, da quando cioè l’uomo si trasformò da cacciatore in agricoltore, uno stesso tipo di società, cioè la società contadina è stata la nostra realtà
Chi di noi ha più di cinquanta anni facilmente ricorderà i cortili col pozzo, gli animali nell’aia, ed i carri che tornavano carichi di fieno dai campi oltre la semplicità delle relazioni del paese o anche della città non ancora industrializzata.

Oggi più nulla è più come prima.

Per millenni le città sono state piene di carrozze lente, di gente cortese che si muoveva pigra scambiandosi i saluti dopo la messa la domenica mattina.
Le città oggi sono gente che si sposta nervosamente sulle auto o sulle metropolitane andando spesso verso un “nessun dove”. Sono occhi a mandorla, pelle scura, idiomi diversi di gente che non si conosce e non si parla.

Per millenni il lavoro è stata la fatica ed il sudore che cadeva dalla fronte del contadino a fecondare la nuda terra, o le mani spellate nelle botteghe artigiane in una realtà dove, se una mattina avevi voglia di fare l’amore, potevi ritardare ad aprire bottega.
Oggi il lavoro sono routine e ruote, chiusi in capannoni o in uffici, legati dai vincoli di un orologio che ti misura i tempi, supervisionato da responsabili ed in continua competizione con chi lavora con te.

Per millenni la nostra istruzione sono state le informazioni dei “maestri” ed i pochi scambi con amici e conoscenti.
Oggi la nostra istruzione è un bombardamento mediatico senza precedenti, dove gli schermi delle TV e dei computer ci riversano addosso, a getto interrotto, ogni tipo di informazioni.

Per millenni la guerra è stata lo scontro faccia a faccia di eserciti più o meno cavallereschi.
Oggi la guerra arriva senza volto, con gli aerei ed i missili, che superano ogni sbarramento e lanciano bombe “intelligenti” ed il terrorismo è andato persino oltre questa concezione avveniristica della guerra. Il terrorismo il nemico lo costruisce in casa.

Queste considerazioni portano con se un’implicazione importante da capire. Cioè laddove i nostri nonni avevano migliaia di anni di back-ground per gestire il loro tipo di società, noi non abbiamo nel nostro back-ground, o nel nostro DNA, o nella nostra memoria collettiva, informazioni analoghe, cioè viviamo in un mondo nel quale il nostro inconscio non può aiutarci.
Anche un giovane che tipicamente riceve “gratis amore dei” il sommario delle esperienze dei genitori e parte dal punto in cui loro sono arrivati, avrà certo maggiore familiarità col mondo moderno, (basta guardare la confidenza dei giovani con la tecnologia), ma anche lui è sprovvisto di quel back-ground, perché neppure i genitori l’avevano.
Questo ci pone in una condizione che è nuova nella storia dell’uomo perché i nostri avi hanno sempre avuto il tempo di formarsi la conoscenza dei lenti cambiamenti che trovavano nelle loro vite.

Premessa II parte.

Di fronte ai cambi indotti dalla società industriale ci sono state nel secolo scorso reazioni profondamente diverse. Nella vecchia Europa c’è stato l’esperimento comunista sovietico con la sua reazione fascista e nazista. Mentre l’America tentò un approccio di tipo illuministico che per un certo periodo ha gestito ed ammortizzare i cambiamenti.

Riporto da miei appunti liberamente tratti dal libro Lila di Robert M. Pirsig. Questo stralcio un po’ lungo ma è importante per capire come si mosse l’America.

In America a gestire questi enormi cambiamenti c’erano fino ad allora solo gli schemi statici della società vittoriana. Una società chiusa nei suoi valori ormai stagnanti che esaltavano la forma negando l’essenza. Proprio per i suoi valori rigidi e stantii la società vittoriana con la sua cultura fatta di pruderie e di ipocriti moralismi si trovò incapace di gestire questo enorme cambiamento e sotto l’inesorabile spinta del nuovo che avanzava, delle guide “illuminate” scelsero di chiedere l’aiuto dell’intelligenza. E gli intellettuali risposero alla sfida.

Colti e brillanti accademici presero il posto dei ricchi aristocratici ed iniziarono a sprimacciare gli schemi rigidi della società vittoriana dando vita a mille iniziative culturali. Seminari e dibattiti, scuole ed università iniziarono a prosperare. La scritta Dott. davanti al nome divenne più ambita del blasone di vittoriana memoria e tutto il paese divenne una fucina di idee nuove a caccia del “valore”. L’intelligenza e la conoscenza passavano da fattori subordinati al valore sociale a fattori dominanti.

L’antropologia balzò improvvisamente agli onori della cronaca, ed andò a riscoprire i valori della gente semplice. Orde di antropologi si riversarono nelle riserve degli indiani pellerossa, gli stessi indiani che la cultura vittoriana avrebbero voluto sterminare perché il "libero e selvaggio" era l’esatto opposto del loro conservatorismo.

.......... " Secondo Fedro questo scivolone ideologico andava pari, pari a confermare l’ipotesi da cui era partito: L’esistenza cioè nella personalità americana di due componenti, l’Europea e l’indiana. I valori morali che stavano sostituendo quelli vittoriani mutuati dall’Europa erano i valori degli indiani d’America: indulgenza e tenerezza verso i bambini, libertà, franchezza nel parlare, amore per la semplicità, affinità con la natura.

La nuova intellettualità cercava la fonte dei valori culturali nella "gente semplice", anziché nei vecchi modelli europei. Artisti e scrittori degli anni Trenta, come Grant Wood, Thomas Hart Bentos, James Farrel, Faulkner, Steinbeck e decine di altri scavarono il terreno della cultura americana dei bianchi non istruiti alla ricerca della nuova moralità, senza tuttavia rendersi conto di come proprio quella cultura fosse la più affine ai valori degli indiani. Gli intellettuali del ventesimo secolo invocavano la scienza ma in realtà ciò che di nuovo stava avvenendo in America si richiamava ai valori degli indiani.

Perfino la lingua stava diventando più simile a quella degli indiani. La lingua vittoriana era iperdecorata, come le loro tappezzerie: piena di volute e di riccioli e di motivi floreali che non avevano alcuna funzione pratica, anzi distraevano l’attenzione degli eventuali contenuti. Ma il nuovo stile del ventesimo secolo era indiano nella sua semplicità e immediatezza. Hemingway, Sherwood, Anderson, Dos Passos, e molti altri scrivevano in uno stile che in passato si sarebbe definito rozzo ma che adesso incarnava l’immediatezza e la franchezza dell’uomo semplice.

Un altro esempio è il cinema western, dove venivano rappresentati i valori degli indiani diventati i valori dei cowboy, diventati infine valori americani per eccellenza. Tutti sapevano che i cowboy dello schermo non assomigliavano ai loro corrispettivi della realtà, ma che importanza aveva? Ciò che contava erano i valori, non la fedeltà storica". (Robert M. Pirsig – Lila - edizioni Adelphi).


La sfida

Di fronte al mondo che cambia si può fare due cose. La prima è avvilirsi e rassegnarsi. La seconda è cavalcare il progresso. Sia il comunismo che l’approccio illuministico americano di inizio del secolo scorso sono stati due grandi tentativi di dominare i cambiamenti, ma oggi è subentrata la paura ed un senso di impotenza e di fatalità. Oggi si sceglie la conservazione di un qualche cosa che, per altro ormai non c’è più.
Fenomeni come le due vittorie consecutive di Bush, sostenuto dai conservatori, in America. L’elezione di un Papa fortemente conservatore, il sorgere di revanscismi locali come la lega Nord in Italia, sono emblematici di questo tentativo di resistere al disgregamento di identità, arroccandosi attorno ai vecchi valori. Sfortunatamente i vecchi valori non possono funzionare perché erano rispondenti ad un contesto diverso, ma questo molta gente non lo ha ancora capito.

Cosa possiamo fare per non lasciarci annullare dal progresso?

VanLag is offline  
Vecchio 08-10-2005, 12.03.17   #2
nexus6
like nonsoche in rain...
 
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Siamo forse staccati dal progresso? Non ne facciamo parte? E che stiamo assumendo un potere vertiginoso nei confronti della natura (nella quale ci siamo anche noi! ) e non siamo preparati a gestirlo perchè come hai detto ragioniamo con categorie millenarie inadeguate. Cosa fare? Il progresso tecnologico deve essere accompagnato da un progresso di noi stessi, della specie umana nel suo complesso e intendo un cambiamento a livello fisiologico (principamente del cervello) che porterà ad un cambiamento delle nostre categorie... altrimenti boh... il fatto è che, concordo con te, non siamo preparati alle questioni future.
nexus6 is offline  

 



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