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Vecchio 17-11-2006, 18.29.30   #1
r.rubin
può anche essere...
 
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
cos'è la "colpa" dell'Esserci di Heidegger

Grande filosofo Heidegger, ma riesco a comprenderlo solo poco a poco, dopo averlo ben metabolizzato. Ora sto cercando di afferare un concetto che ancora mi sfugge, pur sentone emergere il significato a livello intuitivo. Se qualcuno di voi vuole spiegare a modo suo questo concetto, forse mi aiuterà ad appropriarmene.

È il concetto di “colpa”, espresso in Essere e Tempo.
H. definisce la “colpa” così: “esser fondamento di una nullità”.

Io arrivo a capire questo: il “ci” dell’Esser“ci” non è stato posto dall’Esserci stesso. In altri termini l’Esserci è essere-gettato-nel-mondo, ma non è artefice di questo essere-gettato. Ci si ritrova gettato. Insomma, l’Esserci non si è prodotto da se stesso, Ci è ma non in virtù di se stesso. Quindi non è mai “padrone” di se stesso, non essendosi creato, ma ritrovandosi all’improvviso ad essere ciò che è.
Si ritrova consegnato a se stesso per il proprio progetto.
A partire dal “ci” l’Esserci trascende come progetto. L’Esserci è quindi “fondamento” del progetto. Una specie di base di partenza per il suo percorso esistenziale. Però questa base di partenza, a sua volta, non fonda su nulla, perchè il “donde” da cui si ritrova gettato è il “nulla”. L’Esserci spunta dal nulla. Ciò che viene dal nulla, è nulla. Quindi l’esserci è nulla, il progetto, prodotto dal nulla, è nulla, e ciò verso cui si dirige, ossia la morte è nulla.

Ci dev’essere qualcosa di giusto nella mia comprensione ma non mi sembra fili proprio liscia. Soprattutto non mi convince l'idea che l'Esserci sia nulla perchè viene dal nulla. Insomma, nulla è solo ciò che l'esserci sa del suo donde viene...
r.rubin is offline  
Vecchio 18-11-2006, 19.46.36   #2
Weyl
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Messaggi: 728
Riferimento: cos'è la "colpa" dell'Esserci di Heidegger

Citazione:
Originalmente inviato da r.rubin
Grande filosofo Heidegger, ma riesco a comprenderlo solo poco a poco, dopo averlo ben metabolizzato. Ora sto cercando di afferare un concetto che ancora mi sfugge, pur sentone emergere il significato a livello intuitivo. Se qualcuno di voi vuole spiegare a modo suo questo concetto, forse mi aiuterà ad appropriarmene.

È il concetto di “colpa”, espresso in Essere e Tempo.
H. definisce la “colpa” così: “esser fondamento di una nullità”.

Io arrivo a capire questo: il “ci” dell’Esser“ci” non è stato posto dall’Esserci stesso. In altri termini l’Esserci è essere-gettato-nel-mondo, ma non è artefice di questo essere-gettato. Ci si ritrova gettato. Insomma, l’Esserci non si è prodotto da se stesso, Ci è ma non in virtù di se stesso. Quindi non è mai “padrone” di se stesso, non essendosi creato, ma ritrovandosi all’improvviso ad essere ciò che è.
Si ritrova consegnato a se stesso per il proprio progetto.
A partire dal “ci” l’Esserci trascende come progetto. L’Esserci è quindi “fondamento” del progetto. Una specie di base di partenza per il suo percorso esistenziale. Però questa base di partenza, a sua volta, non fonda su nulla, perchè il “donde” da cui si ritrova gettato è il “nulla”. L’Esserci spunta dal nulla. Ciò che viene dal nulla, è nulla. Quindi l’esserci è nulla, il progetto, prodotto dal nulla, è nulla, e ciò verso cui si dirige, ossia la morte è nulla.

Ci dev’essere qualcosa di giusto nella mia comprensione ma non mi sembra fili proprio liscia. Soprattutto non mi convince l'idea che l'Esserci sia nulla perchè viene dal nulla. Insomma, nulla è solo ciò che l'esserci sa del suo donde viene...

Spero di poterti essere d'aiuto, dal momento che Heidegger è uno dei filosofi su cui mi sono "formato".
Dunque, innanzi tutto vi è un problema linguistico che occorre chiarire.
Il termine "Schuld" che H. usa ha, in tedesco, il significato di "colpa", ma anche di "debito".
La dimensione relazionale (d'oggetto) della "cura" è, nel tedesco che egli impiega, quella del "sorgen", non quella del "kuemmeln", che ha un senso "protettivo" più prossimo al concetto italiano di "prendersi cura di".
Il "Sorge" tedesco significa esattamente la "cura" latina, ossia un "occuparsi" con preoccupazione, cioè con "responsabilità".
Il lemma, insomma, "distanzia" l'oggetto della cura più di quanto non faccia il termine italiano: "cura".
Ora, cosa significa avere un debito, "cogliersi in debito", dal momento che Heidegger correla la "Schuld" proprio al "richiamo, doveroso, dell'"essere consapevole del proprio esser gettati (Dasein)" ?
Vuol dire: cogliersi "in difetto", ossia "de-limitati", cioè accorgersi, in uno con l'atto della coscienza, di uno "scarto" esistenziale inevitabile.
Tale scarto si "apre", come un orizzonte che vi si schiuda, sul "non esserci", ossia sul "nulla" dell'esserci.
Il "nulla" non è pensiero oggettuale, ovviamente, ma semplice "scarto", "delimitazione", "debito".
Dunque, ti prego, soffermati su questi tre termini per un attimo.
Ti accorgerai immediatamente, ed intuitivamente, che, pur affini e quasi sinonimi, il terzo si distanzia, per una valenza positiva, dai primi due.
Questa valenza positiva è ciò che "riscatta" l'Esserci dal puro non essere del nulla, per la qual cosa, pur non essendoci parola, o concetto adeguato a rappresentarla, esiste, comunque, la dimensione "dinamica" della "cura" come fattivo momento esistenziale dell'autenticità progettuale dell'Esserci.
Per questo, in H., "cura", "colpa" e "nulla", costituiscono una sorta di triangolazione il cui potersi tracciare coincide con l'"autenticità" della progettualità dell'Esserci.

Ho tentato di essere massimamente chiaro, ma rigoroso.
Se hai dei dubbi non esitare ad esprimerli.
Weyl is offline  
Vecchio 19-11-2006, 12.22.59   #3
Pirrone85
Ospite
 
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Messaggi: 8
Riferimento: cos'è la "colpa" dell'Esserci di Heidegger

"Colpevole" significa "essere fondamento di un essere che è determinato da un non, cioè essere fondamento di una nullità.

L'essere colpevole non deriva da una qualche mancanza commessa, ma, viceversa, quest'ultima è possibile (da comprendere e attuarsi) solo sulla base di un essere colpevole originario.

Il non inteso in un senso ontologico, esistenziale, indica che l'Esserci è gettato, e che dunque non ha potere sul suo essere più proprio. Riformulando, l'Esserci non è in grado di essere il fondamento di se stesso (non può porsi quindi come un soggetto concepito, per esempio, nei modi dell'idelismo fichtiano).
Purtuttavia, nell'ambito aperto da questa sua gettatezza, esso può comunque aver potere, di volta in volta, su ciò a cui si rapporta nel suo progettare. Si tratta, comunque di un potere che è sempre limitato, declinato in "negativo": non solo in quanto ogni progetto è compiuto a partire da condizioni di fatto che non risultano mai completamente dominabili, ma soprattutto perché progettare vuol dire scegliere, e scegliere comporta esclusioni, rigetti, discriminazioni.

La chiamata della coscienza conduce l'esserci di fronte alla sua costitutiva nullità, cioè dischiude la colpevolezza originaria.

Pirrone85 is offline  
Vecchio 28-11-2006, 14.53.14   #4
r.rubin
può anche essere...
 
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
Riferimento: cos'è la "colpa" dell'Esserci di Heidegger

pirrone, weil, vi ringrazio per la vostra risposta.
anche se non credo di averla compresa. d'altra parte, pensate che solo ieri ho avuto un lampo di consapevolezza circa il vero significato di esistenza autentica, pur avendo letto, nel corso di molti mesi, numerose pagine su di essa.
è così, quando si parla di esperienze (e anche assai profonde).
è comprensibile l'impossibilità di afferrarle, finchè non si vivono in prima persona.
r.rubin is offline  
Vecchio 03-12-2006, 04.44.35   #5
Weyl
iscrizione annullata
 
Data registrazione: 23-02-2005
Messaggi: 728
Riferimento: cos'è la "colpa" dell'Esserci di Heidegger

Citazione:
Originalmente inviato da r.rubin
pirrone, weil, vi ringrazio per la vostra risposta.
anche se non credo di averla compresa. d'altra parte, pensate che solo ieri ho avuto un lampo di consapevolezza circa il vero significato di esistenza autentica, pur avendo letto, nel corso di molti mesi, numerose pagine su di essa.
è così, quando si parla di esperienze (e anche assai profonde).
è comprensibile l'impossibilità di afferrarle, finchè non si vivono in prima persona.

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Weyl is offline  

 



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