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 La Riflessione - Commenti sugli articoli della omonima rubrica presente su WWW.RIFLESSIONI.IT - Indice articoli rubrica


Vecchio 20-02-2007, 00.54.31   #21
spirito!libero
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Riferimento: Se Dio è uno, perchè tante religioni?

Citazione:
"Davanti alla scienza si pone la filosofia"

Dipende da cosa intendi con "davanti". Se intendi che attraverso la filosofia è possibile arrivare ad una conoscenza superiore rispetto alla fisica, mi dispiace contraddirti, ma i risultati che l'uomo ha raggiunto sulla conoscenza dell'universo li dobbiamo alla scienza e non alla filosofia, se fosse per quest'ultima ancora staremmo nel sistema aristotelico che non aveva contraddizioni logiche al suo interno.

Citazione:
"i più geniali fisici sono filosofi!"

Forse intendevi dire che i più geniali fisici hanno dissertato anche delle implicazioni filosofiche delle loro scoperte e questo è vero, ma dire che erano o sono filosofi ce ne passa ! Erano fisici come prima cosa e solo dopo si interrogavano flosoficamente sul loro lavoro.

Citazione:
" Anzi oserei affermare che tale disciplina è quella maggiormente imputata nella conoscenza di Dio e il proliferare delle religioni"

Questo senz'altro.

Saluti
Andrea

Ultima modifica di spirito!libero : 20-02-2007 alle ore 09.50.51.
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Vecchio 20-02-2007, 18.52.12   #22
Guido
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Arrow Riferimento: Se Dio è uno, perchè tante religioni?

Una sintetica risposta che per la verità non c’entra nulla col tema del forum(spero che il Web master me lo conceda)…al libero ricercatore…
Atomo (Leucippo, Democrito)
Vuoto (Parmenide)
Principio di non contraddizione (Parmenide)
Teoria dei numeri, matematica, geometria (scuola pitagorica)
Psiche (Platone)
Teoria dei solidi (Platone)
Causa effetto (Aristotele)
Concetto di moto, stato, attrito (atomisti)
Spazio tempo relativo al soggetto osservante (Kant)
…………………………..
Ipotesi e verificazione (sono normali concetti filosofici!)
La teoria della relatività (è stata prima un concetto filosofico, verificato in seguito dalla scienza)
……………………………….
e si potrebbe continuare all’infinito (guarda un po’ concetto di Anassimandro)

La definizione di filosofia (dal greco φίλος (filos) = amore e σοφία (sofìa) = sapienza, cioè amore per la sapienza) rimane un problema filosofico di per sé stesso. Ma ancor più problematica risulta da comprendere la questione del "cominciamento" filosofico. Se la filosofia indaga sé stessa dialetticamente, dove possiamo collocare il suo domandare? Al solo scopo di introdurne il concetto, possiamo dire che si tratta dello studio del significato e della giustificazione della conoscenza del più generale, o universale, aspetto delle cose. Si tratta di uno studio che viene compiuto formulando linguisticamente i problemi, offrendone la soluzione e giustificandola, ed usando procedure rigorose per argomentarla. È inoltre lo studio dei principì primi e delle ragioni ultime.

Ovviamente, come libero ricercatore, puoi continuare a pensare come ti pare, ma un piccolo (inascoltato) consiglio, prova a studiare veramente che cosa è la filosofia. Io, come sai, sono stato sempre come si conviene a un progettista elettrico/elettronico/meccanico anti-filosofi ma ho dovuto ricredermi!
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Vecchio 20-02-2007, 19.12.40   #23
Guido
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Lightbulb Riferimento: Se Dio è uno, perchè tante religioni?

“Se Dio è uno, perché tante religioni”
Su questo tema sono intervenuti vari commentatori: due in particolare. Entrambi estremamente preparati e con convinzioni divergenti, decisi, sicuri e determinati nell’esporre l’ultima puntualizzazione…che ci hanno offerto, e li ringrazio, abbastanza materia per riflettere sul perché tante religioni (ed opinioni). Non posso dimenticare l'altro simpatico intervento . Risposte chiare e succinte e senza dubbi su ogni tema, che non trova nè il tempo nè la necessità di leggere e ragionare sul “mucchietto di parole” che altri esprimono! Beata semplicità!
Poi ci sono io che forse un po’ troppo ingenuamente ho aperto il forum. Personalmente credo che nelle diversità delle religioni e nel modo di intendere Dio ci sia un problema di fede (qui si aprirebbe una voragine, anzi un buco nero che fagocita… la ragione) e per comprendersi all’uomo non rimane che l’Amore. L’assurdità di un amore tale che perdona ed ama senza condizioni (dall’alto di una croce, per i cristiani), cambiando di fatto il nostro modo di intendere i rapporti umani!

Ma più importante di tutti sono i visitatori silenziosi ma non credo inerti, che spero abbiano attinto nuova materia per valutare oltre al “perché tante religioni”, anche se il “Se” in “Se Dio è uno..” è opportuno. Parlare del divino per capire le religioni è difficile (Il divino è tale se resta in qualche modo indicibile. Per altro verso del divino non si potrebbe mai avere esperienza se esso in qualche modo non venisse nominato. Ma nominare Dio significa farlo cadere sotto il dominio della parola e perciò lasciarlo in balia di chi ne parla. In tal caso, Dio cesserebbe di essere Dio per mutarsi in uno dei termini del discorso dell'uomo. L’uomo è signore del linguaggio?.... fino a che punto l'uomo ha potere sul linguaggio?…. Natoli)
A tutti dedico questa ultima riflessione che fornisce spunti importanti al di là delle religioni e del credo e che penso ben si inserisca in questo forum su Dio e le religioni anche perché sono convinto che i visitatori, a qualsiasi credo appartengano, si dividano in due categorie: i credenti e i non credenti!
È tratto da una conferenza di Piero Coda.

Nel non-credente c'è un credente? lo credo di sì, e credo anche che non sempre sia possibile arrivare al "Tu" di Dio. Ma, a volte, nella compagnia degli uomini con cui viviamo, nell' amore, riusciamo anche a sentire che, fermo restando il fatto che ciò che sente l'altro noi non lo sentiamo, per amore si possa comunque dire: "tramite te posso dire di sentirlo".
La vicenda della fede e del credere è davvero una vicenda in cui c'è il mistero, l'enigma; è una vicenda straordinaria; che da un lato noi diciamo: la fede resta dono di Dio; non di tutti è la fede, e quindi alcuni non possono credere. E nello stesso tempo però è una cosa umanissima; umanissima, che appartiene all'uomo. E quando noi uomini ci incrociamo, credenti e non-credenti, con ogni probabilità, alcune volte, in quell'incontro, si accende qualcosa. I Greci dicevano che, quando ci sono certi incontri, allora appare il Dio.
Permettetemi di dire: alcune volte, senza essere esplicita e dichiarata, c'è una fede più profonda, grazie all'amore e grazie al camminare insieme tra gli uomini, di quello che noi oggi riusciamo a misurare.
Un giorno - e dico questo da credente - nel Giorno del Giudizio, sapremo cosa ha significato la fede di un altro, che pensavamo non-credente, e la fede di altri che invece magari erano non-credenti. Lo vedremo. Per ora accontentiamoci del mistero.

Per chi volesse approfondire c’è una agile pubblicazione di circa 50 pagine, grande quanto il cd in essa contenuto dal titolo: Il volto di Dio, la carne dell’uomo - Autori: Piero Coda, Massimo Donà con introduzione di Massimo Cacciari - Collana: Libri da ascoltare.

Ringrazio sentitamente il Web che mi ha ospitato e spero di essere riuscito a conformarmi a quello che credo sia lo spirito di questo sito! ( eventuali suggerimenti ed osservazioni sono ben gradite)
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Vecchio 20-02-2007, 20.59.09   #24
spirito!libero
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Riferimento: Se Dio è uno, perchè tante religioni?

Credo di aver studiato a sufficienza la filosofia e conosco perfettamente ciò che hai scritto. Siamo sempre alle solite, si pensa che l'interlocutore che non condivide le nostre idee lo faccia perchè non conosce la materia; pensare che invece la conosce bene o forse meglio e rimane comunque di tutt'altra opinione è troppo difficile ?

Comunque la chiave sta tutta in questa tua stessa frase:

Citazione:
stata prima un concetto filosofico, verificato in seguito dalla scienza

e in particolar modo in quel "verificato". Le elucubrazioni sono una cosa, la verifica rigorosa un'altra.

Tuttavia per non andare ancor di più OT mi fermo, se vuoi aprire un 3d apposito possiamo parlarne approfonditamente.

Saluti
Andrea

Ultima modifica di spirito!libero : 21-02-2007 alle ore 14.04.16.
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Vecchio 24-02-2007, 21.16.21   #25
VanLag
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Riferimento: Se Dio è uno, perchè tante religioni?

Citazione:
Originalmente inviato da Guido
Se Dio è uno, perchè tante religioni?
Una domanda simile fu posta a U.G. Krishnamurti. Riporto lo stralcio del dialogo:

Domanda: Perché oggi ci sono così tante religioni, così tante sette, così tanti maestri?

U.G. questo succede perché siete ancora convinti che le religioni hanno le risposte per i vostri problemi che poi è quello che loro; (i religiosi), ci “vendono” con tutti i mezzi che hanno a loro disposizione o ai loro comandi. In realtà la situazione spiacevole nella quale ci troviamo oggi è causata proprio dal pensiero religioso nell’uomo.


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Vecchio 14-03-2007, 22.24.51   #26
Guido
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Riferimento: Se Dio è uno, perchè tante religioni?

Riferimento: Se Dio è uno, perchè tante religioni?
Una domanda simile fu posta a U.G. Krishnamurti. Riporto lo stralcio del dialogo:

Domanda: Perché oggi ci sono così tante religioni, così tante sette, così tanti maestri?

U.G. questo succede perché siete ancora convinti che le religioni hanno le risposte per i vostri problemi che poi è quello che loro; (i religiosi), ci “vendono” con tutti i mezzi che hanno a loro disposizione o ai loro comandi. In realtà la situazione spiacevole nella quale ci troviamo oggi è causata proprio dal pensiero religioso nell’uomo.

Pensavo di aver chiuso l’argomento senza né vinti né vincitori, come mi ha fatto notare manipur. Rileggendo dopo qualche tempo questo finale aggiunto a mo’ di provocazione da chi ha fatto l’intervento (anche se può sembrare, non lo è, posso affermarlo avendo messaggiato direttamente con chi lo ha immesso), mi sono chiesto che cosa i visitatori avrebbero colto. Tutta una varietà di considerazioni messe così fuori gioco da una risposta diciamo sibillina.

U.G.…..questo succede perché siete ancora convinti che le religioni hanno le risposte per i vostri problemi….

Questa risposta mi sembra vuota: la ricerca dell’uomo che riconosce la sua finitezza e che esplora nella religione (intesa come ricerca del divino) non è così stupida e sciocca e è appannaggio ormai di molti miliardi di persone (intendo da quando l’uomo si interroga fino ai giorni nostri) e non mi sembra che un individuo solo (fosse pure un illuminato o altro) possa liquidare così semplicemente. Oltretutto, onestamente, occorrerebbe che suddetto individuo sia finito (nel senso crudo del termine: morto) per capire se lui ha avuto risposte per tutti! Voglio dire, fra mille o duemila anni si parlerà ancora delle sue… risposte?

U.G.….che poi è quello che loro; (i religiosi), ci “vendono” con tutti i mezzi che hanno a loro disposizione o ai loro comandi.

Questo lo capisco ancor meno. A parte che fare di ogni erba un fascio è semplicistico. Chi si ritrova (per sua libera scelta) in un gruppo confessionale non mi risulta che debba per forza comprare ciò che gli viene venduto ( la religione non è una merce). Come fa costui ad affermarlo con tale sicurezza? Non mi convince proprio: onestamente non la trovo in nessuna religione (sempre intesa come aspirazione al divino) . Condividere una idea e darsi delle regole comuni non è mercificazione. A me non risulta che l’approfondimento e i nuovi percorsi tesi a esplorare e meditare, con l’evoluzione del pensiero, il significato del proprio credo sia vietato o bloccato. Non capisco neppure questo: se uno non crede perché deve assolutamente imporre (il mio pensare è giusto! Il vostro vi è stato imposto, è bigotto..) a tutti i costi il suo convincimento alla comunità dei credenti?
Che gliene viene? (forse ricerca di notorietà e/o volgare pecunia?)
Forse si fa confusione fra il ricercare per comprendere e ricercare per distruggere ciò a cui non si vuole o non si riesce a credere, cose opposte!
O questo U.G. ci crede tutti stupidi (e in questa epoca non è il solo a volerlo imporre ai credenti…) o lui è stato così banale da pensare che avendo fatto un’esperienza di questo genere, per forza tutti la devono aver fatta e conseguentemente devono arrivare alla sua stessa conclusione!

U.G.. In realtà la situazione spiacevole nella quale ci troviamo oggi è causata proprio dal pensiero religioso nell’uomo.

Questa invece mi sembra un’ottima considerazione! In effetti è attualissimo il problema di come alcuni individui (non importa se uno, una decina o migliaia) hanno utilizzato ed utilizzano il credo religioso come elemento disgregante e si ritengono autorizzati ( il mio Dio lo vuole!) ad annientare il prossimo, non più visto come persona ma solo come avversario!
Mi sembra che oggi ormai sia chiara a tutti l’idea che questo scontro sia più per problemi squisitamente economici e di potere (sempre cioè, per fini che nulla hanno a che fare col divino…)
Analizziamo bene e con grande onestà gli avvenimenti e ci accorgeremo che le religioni (intense come rivelazione del Dio che cercano di esprimere) c’entrano poco o per nulla e lo stesso vale per coloro che onestamente e con umiltà stanno ricercando risposte alla loro finitudine.
La guerra santa combattuta con le armi più disparate è ormai appannaggio di individui che poco hanno a che fare con la ricerca sincera di Dio. Possiamo dire che in questa ricerca del divino (Dio) percorriamo sicuramente strade diverse e metodi non uniformi e, qualche volta, questo sì, quando ci sembra di aver colto le risposte, le proponiamo con più o meno convinzione: questo dibattito ne è la esemplificazione …. Ma in fondo non è quello che fa anche questo individuo?

Niente di nuovo sotto (questo) sole!

Ringrazio Van Lang che col suo intervento, mi ha dato l’opportunità di questa chiarificazione!
guido
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Vecchio 18-03-2007, 22.21.29   #27
VanLag
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Riferimento: Se Dio è uno, perchè tante religioni?

Citazione:
Originalmente inviato da Guido
Tutta una varietà di considerazioni messe così fuori gioco da una risposta diciamo sibillina.
Ma………. io sono intervenuto stimolato dal titolo, senza soppesare che l’autore del brano faceva un’importante premessa, diceva cioè – Se Dio è uno
Tolta quella premessa, il resto della domanda, suona tanto come quella che fu posta a U.G. e che ho riportato ma il fatto è che quella premessa c’è e questo comporta che a tutti gli effetti, la risposta di U.G. non si applica al 3d ne alla domanda in quanto lui, nella sua filosofia, prescinde da Dio.
Detto in parole molto più semplici sono stato precipitoso a postare.

Citazione:
Originalmente inviato da Guido
U.G.…..questo succede perché siete ancora convinti che le religioni hanno le risposte per i vostri problemi….

Questa risposta mi sembra vuota: la ricerca dell’uomo che riconosce la sua finitezza e che esplora nella religione (intesa come ricerca del divino) non è così stupida e sciocca e è appannaggio ormai di molti miliardi di persone (intendo da quando l’uomo si interroga fino ai giorni nostri) e non mi sembra che un individuo solo (fosse pure un illuminato o altro) possa liquidare così semplicemente.
Lui dice che se dopo migliaia di anni di insegnamenti religiosi, l’uomo è ancora qui a farsi le stesse domande deve esserci qualche cosa di sbagliato da qualche parte. Una risposta deve ovviare il problema, se non lo ovvia o la domanda o la risposta sono sbagliate.
Questa sua asserzione è molto pragmatica. Dopo migliaia di anni di insegnamenti religiosi il mondo non è migliorato. L’uomo non è migliorato anzi si avvia sulla strada di distruggere non solo se stesso ma l’intero pianeta e tutte le specie umane in esso contenute…. (questo viene anche detto nella stessa intervista).

Citazione:
Originalmente inviato da Guido
Oltretutto, onestamente, occorrerebbe che suddetto individuo sia finito (nel senso crudo del termine: morto) per capire se lui ha avuto risposte per tutti!
Nella “mistica dell’illuminazione” lui stesso racconta alcuni “processi” che ha attraversato, prima della sua illuminazione, (che lui chiama calamità), nei quali è passato attraverso un’esperienza di morte, (comune per altro a diversi illuminati), ed anche racconta come tutti gli archetipi siano usciti da lui. (Se interessa traduco i passaggi che sono in inglese e che immagino non tutti conoscano. Se interessa davvero però, perché tradurre mi costa fatica).

Citazione:
Originalmente inviato da Guido
Voglio dire, fra mille o duemila anni si parlerà ancora delle sue… risposte?
Questo me lo sono chiesto anche io. A volte penso che potrebbe essere “Il filosofo” del terzo millennio.

Citazione:
Originalmente inviato da Guido
se uno non crede perché deve assolutamente imporre (il mio pensare è giusto! Il vostro vi è stato imposto, è bigotto..) a tutti i costi il suo convincimento alla comunità dei credenti?
Che gliene viene? (forse ricerca di notorietà e/o volgare pecunia?)
O questo U.G. ci crede tutti stupidi (e in questa epoca non è il solo a volerlo imporre ai credenti…) o lui è stato così banale da pensare che avendo fatto un’esperienza di questo genere, per forza tutti la devono aver fatta e conseguentemente devono arrivare alla sua stessa conclusione!
Ma porello lui non impone nulla a nessuno…. Sempre nella stessa intervista dice: - I sing my song and go my way cioè - canto la mia canzone e vado per la mia strada. -
Se insegna è perché c’è un sacco di gente che va da lui e lui vede queste persone piene di domande e di aspettative e cerca di strappare da loro quel “tormentone” che per lui è assurdo. Neppure pretende di essere spirituale, anzi asserisce che preferisce essere associato ai criminali ed ai delinquenti che ai santi ed ai salvatori dell’umanità. (Non è detto che l’imprimatur della conoscenza aspetti alla spiritualità ed agli spiritualisti….).

Non cerca neppure volgare pecunia visto che nei suoi libri appare spesso la seguente citazione di un suo detto:

- “My teaching, if that is the word that you want to use, has no copyright. You are free to reproduce, distribute, interpret, misinterpret, distort, garble, do what you like, even claim authorship, without my consent or the permission of anybody.” –

- Il mio insegnamento, se quella è la parola che volete usare, non ha copyright. Voi siete liberi di riprodurlo, distribuirlo, interpretarlo, misinterpretarlo, distorcerlo, storpiarlo o fare quello che volete, persino dire che è vostro, senza chiedere il mio permesso o il permesso di nessun altro.


Ultima modifica di VanLag : 18-03-2007 alle ore 22.46.09.
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Vecchio 20-03-2007, 08.48.34   #28
hetman
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Riferimento: Se Dio è uno, perchè tante religioni?

Se Dio è uno, perchè tante religioni?

La necessità di un educatore!

Quando consideriamo l'esistenza, vediamo che i mondi, minerale, vegetale, animale e umano, hanno tutti necessità di un educatore.
Se la terra non è coltivata, diventa una giungla dove cresce solo inutile erbaccia; ma se viene un coltivatore che lavora la terra, essa produrrà i raccolti che ci nutriranno. E' evidente, perciò, che il suolo ha bisogno di essere coltivato dall'agricoltore.

Altrettanto può dirsi nei riguardi degli animali; notate come un animale che è stato addestrato diventi domestico, e anche come l'uomo lasciato senza educazione diventi bestiale.

Riflettete; è l'educazione che sottopone l'oriente e l'occidente all'autorità dell'uomo; è l'educazione che produce meravigliose industrie; è l'educazione che diffonde arti e scienze grandiose; è l'educazione che rende manifeste nuove scoperte e leggi fisiche. Se non vi fosse un educatore, non vi sarebbero benessere, civiltà, comodità, umanità.

Ma l'educazione è di tre specie: materiale, umana e spirituale.
L'educazione materiale riguarda il progresso e sviluppo del corpo, assicurando i mezzi di sussistenza, le comodità materiali e gli agi. Questa educazione è comune sia agli animali sia all'uomo.
L'educazione umana manifesta la civiltà e il progresso; cioè, governo, amministrazione, opere caritative, commercio, arti e artigianato, scienze, grandi invenzioni e scoperte di leggi fisiche, che costituiscono le attività essenziali dell'uono e che lo distinguono dall' animale.
L'educazione spirituale è quella divina e del regno di Dio; essa consiste nell'acquisire perfezioni divine, e questa è la vera educazione; perchè, in questa condizione , l'uomo diventa il centro dell'apparizione divina; la dimostrazione vera delle parole <<Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza>>. Questa è la meta suprema dell'umanità.

Bisogna dimostrare a coloro che hanno intelletto, per mezzo di ragionamenti convincenti, la realtà di "insegnanti" e profetica delle "Divine Manifestazioni" da Abramo a Bahà'u'llàh, con prove e testimonianze non basate su argomenti tradizionali, ma su argomenti logici.

Quanto seguirà, nei prossimi post, sarà lo studio delle singole Manifestazioni come fondatori di Religioni provenienti dallo stesso Dio.

Alla prossima con "Abramo".
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Vecchio 20-03-2007, 11.52.13   #29
visechi
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Riferimento: Se Dio è uno, perchè tante religioni?

Citazione:
Altrettanto può dirsi nei riguardi degli animali; notate come un animale che è stato addestrato diventi domestico, e anche come l'uomo lasciato senza educazione diventi bestiale.

Questa dichiarazione lascia alquanto perplessi, attribuisce una connotazione morale alla Natura che in sé prescinde invece da qualsiasi coloritura di carattere morale… l’educazione è spesso il vulnus che avvilisce tanto l’uomo quanto l’animale, non è quindi l’educazione il principale mezzo d’elevazione del creato, essendo piuttosto strumento d’omologazione ed elemento soverchiante atto a contenere e controllare le masse. Il Creato ha un difetto congenito, alcune teologie inferiscono circa la necessità di una redenzione cosmica proprio per via di questo difetto primigenio, e la venuta di Gesù sarebbe la riparazione di quest’imperfezione. Ma se la Creazione reca in sé un difetto d’origine, è anche ipotizzabile un mondo migliore, ma questa pretesa inquisisce colui che la volle così imperfetta. La possibilità che possa esistere fin dall’origine una creazione migliore è presagita dalla protesta di Giobbe, e la terrifica teofania narrata nel Libro è necessitata da questo presentimento. Dio contrappone al giusto interrogare di Giobbe, che si articola su un piano di carattere etico-morale, la propria possanza, contrapponendo al ‘giusto sofferente’ la propria ineffabilità e il Suo inintelligibile disegno che si rende evidente nella potenza delle forze della Natura. I capitoli 38, 39 e 40 sono testimonianza dell’amoralità della Creazione, non v’è né bene né male nelle manifestazioni della Natura, il bene e il male emergono come un trabocco quando la potenza scatenata dalle forze della Natura intersecano l’esistenza dell’uomo. L’apoteosi della teofania è raggiunta nella terrificante descrizione dei due mostri biblici: il Leviatano e Behemoth. Dio contrappone alle pretese d’ordine morale di Giobbe, la sua indiscutibile libertà creatrice che dischiude un orizzonte scevro da ogni significato di carattere morale.


Citazione:
L'educazione spirituale è quella divina e del regno di Dio; essa consiste nell'acquisire perfezioni divine, e questa è la vera educazione; perchè, in questa condizione , l'uomo diventa il centro dell'apparizione divina; la dimostrazione vera delle parole <<Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza>>. Questa è la meta suprema dell'umanità.

In Genesi, il racconto della Creazione dell’uomo lascia intuire attraverso l’uso dei termini “immagine e somiglianza” che l’uomo è una similitudine divina, non è quindi uguale a Dio. Ti incollo un brano di un mio vecchio intervento.

L’intera fatica di Dio, resa concreta e manifesta da e nella Creazione, è contrappuntata dall’aggettivo <<buona>>. L’intero Creato è <<cosa buona>>. Solo in seguito, con la comparsa dell’uomo, appare l’espressione <<cosa molto buona>>. Tale differenza di linguaggio, rilevabile nel I Capitolo della Genesi, offre la misura dell’atto più eccelso dell’intera opera creatrice di Dio. Solo con la creazione dell’uomo si giunge al culmine della fatica divina. L’uomo rappresenta, infatti, il fastigio del processo creativo. Solo in tale occasione il Libro della Genesi si esprime in termini di somiglianza ed immagine del Creatore. Somiglianza non uguaglianza, dunque. L’uomo è posto all’apice del creato, e ciò per espressa volontà di Dio, poiché fu Dio stesso che adunò tutte le creature viventi, le condusse al cospetto dell’uomo affinché questi imponesse loro un nome. Chiaro simbolo dell’estensione della signoria di quest’ultimo sull’intero creato – attribuire un nome a cose, persone o animali significava prenderne possesso -. I capitoli I e II del Libro Sacro narrano con sufficiente chiarezza questa determinazione originaria della volontà di Dio: un’opera definita <<buona>> sottoposta alla signoria di un’altra creatura considerata <<molto buona>>. In ciò è ravvisabile anche la scaturigine dell’ordinamento cosmologico che d’allora informa il creato. In ogni caso, entrambe le definizioni - <<buona>> e <<molto buona>> - lasciano ben intendere che non si tratta di creature perfette – somiglianza, non uguaglianza -, mancando appunto dei crismi di questa suprema qualificazione.

Somiglianza, per quanto o per quel che non è coincidenza o uguaglianza ma eccedenza o assenza (in questo caso è evidente si tratti esclusivamente di “mancanza”), è anche dissomiglianza.
Ritenere che nello slabbro prodotto dal “mancare” dell’una - creatura - rispetto all’altro - Creatore - s’insinuino l’angoscia, il conflitto, il male e il dolore, equivale a dire che Dio, essendo sempre uguale a se stesso, non possa essere anche Male. E’, infatti, più corretto inferire che la dissomiglianza sia la scaturigine del trabocco del Male, e, quindi, ne rappresenti l’esperienza che la coscienza ne fa, circostanza che, appunto, nell’uomo si traduce in una perdita di senso e significato, entrambi – senso e significato – invece ben presenti a Dio.
<<La dissomiglianza invece secondo Pascal apre alla doppiezza metafisica della natura, che non conosce acquietamento possibile, ma, al contrario, comporta conflitto, disperazione, agonia fino alla fine del mondo. Doppia è la natura: originaria e corrotta, integra e decaduta. L’una e l’altra convivono nell’uomo; che perciò non è né angelo né bestia, ma non è neppure mai se stesso, essendo piuttosto un impasto di entrambi – un centauro, un mostro, anzi «le plus prodigeux objet de la nature» (Givone – Storia del Nulla)


La Creazione è dunque un’opera completa e “molto buona” solo con l’apparire dell’uomo. Successivamente il Libro della Genesi c’informa che Dio, rivolgendosi all’uomo, l’ammonì: <ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti>. Egli impartì alla propria Creatura un ordine perentorio: “non devi mangiar(ne)”, riferendosi all’albero della conoscenza del Bene e del Male perché l’uomo, cibandosi dei suoi frutti, ne sarebbe morto. Non credo possa in alcun modo essere confutato il fatto che tanto l’esistenza del Bene, rilevabile nel precedente periodo, quanto quella del Male permeassero la Creazione fin dalle origini. Cibarsi dei frutti attinti dall’albero della conoscenza significa elevare la creatura al livello di Dio, cioè sostituire l’unica vera fonte di Verità con le proprie determinazioni. La disobbedienza di Adamo ed Eva è così un atto che afferma l’autonomia morale dell’uomo – creatura – rispetto al Creatore, per cui è l’uomo e non più Dio a stabilire in base alle proprie determinazioni, volta per volta, ciò che è bene e ciò che è male. Da ciò deriva che non sia più necessario soggiacere al ‘consiglio’ divino. Il peccato di superbia narrato in Genesi è la cifra della lacerazione che è venuta a prodursi fra terra cielo e uomo. Genesi narra non solo il mito della Creazione, ma anche quello della profonda frattura che da allora impregna il creato. L’atto di superbia si concreta nella presunzione di poter fare a meno di Dio ogni qualvolta si pone il dilemma di scegliere, di decidere per un verso o per un altro. Accedere alla superiore conoscenza del Bene e del Male, determinando così autonomamente il grado gerarchico da attribuire a ciascun ‘valore’ morale, significa violare il sacro (separato) ed entrare in contatto con un qualcosa che già esisteva, che già impregnava ed intrideva la Creazione, seppur forse non ancora operante. Diversamente Dio avrebbe impartito un ordine assurdo. La Creazione è opera divina, è evidente che entrambe le forze di cui è intrisa siano anch’esse opera divina. La Creazione, evidentemente, era “cosa molto buona” ma non certamente “perfetta”, trattenendo in sé anche “cose non buone” o “cose meno buone”.


Citazione:
Bisogna dimostrare a coloro che hanno intelletto, per mezzo di ragionamenti convincenti, la realtà di "insegnanti" e profetica delle "Divine Manifestazioni" da Abramo a Bahà'u'llàh, con prove e testimonianze non basate su argomenti tradizionali, ma su argomenti logici.

La logica non attiene alla fede, ma alla matematica e ‘scienze’ similari. E’ presuntuoso far riferimento alla logica quando si chiacchiera di questioni del genere… sarebbe più saggio lasciar perdere.

Ciao
visechi is offline  
Vecchio 20-03-2007, 13.38.49   #30
hetman
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Riferimento: Se Dio è uno, perchè tante religioni?

Caro visechi

Ho detto:
Altrettanto può dirsi nei riguardi degli animali; notate come un animale che è stato addestrato diventi domestico, e anche come l'uomo lasciato senza educazione diventi bestiale.

Hai risposto:
Questa dichiarazione lascia alquanto perplessi, attribuisce una connotazione morale alla Natura che in sé prescinde invece da qualsiasi coloritura di carattere morale… l’educazione è spesso il vulnus che avvilisce tanto l’uomo quanto l’animale, non è quindi l’educazione il principale mezzo d’elevazione del creato, essendo piuttosto strumento d’omologazione ed elemento soverchiante atto a contenere e controllare le masse.

Ho detto:
L'educazione spirituale è quella divina e del regno di Dio; essa consiste nell'acquisire perfezioni divine, e questa è la vera educazione; perchè, in questa condizione , l'uomo diventa il centro dell'apparizione divina; la dimostrazione vera delle parole <<Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza>>. Questa è la meta suprema dell'umanità.

Hai risposto:
In Genesi, il racconto della Creazione dell’uomo lascia intuire attraverso l’uso dei termini “immagine e somiglianza” che l’uomo è una similitudine divina, non è quindi uguale a Dio. Ti incollo un brano di un mio vecchio intervento.

Ho detto:
Bisogna dimostrare a coloro che hanno intelletto, per mezzo di ragionamenti convincenti, la realtà di "insegnanti" e profetica delle "Divine Manifestazioni" da Abramo a Bahà'u'llàh, con prove e testimonianze non basate su argomenti tradizionali, ma su argomenti logici.

Hai risposto:
La logica non attiene alla fede, ma alla matematica e ‘scienze’ similari. E’ presuntuoso far riferimento alla logica quando si chiacchiera di questioni del genere… sarebbe più saggio lasciar perdere.


Citazione:
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Abdu'l-Bahà

E' chiaro che la realtà dell'umanità è diversa, che le opinioni sono varie e i sentimenti differiscono; e questa differenza di opinioni, di pensieri, di intelligenza, di sentimenti fra razze e religioni, proviene da una necessità essenziale; perchè la differenziazione nei gradi dell'esistenza delle creature è necessità che si dispiega in forme infinite. Noi abbiamo bisogno di una forza comune che possa dominare i sentimenti, le opinioni e i pensieri di tutti, di una forza, grazie alla quale queste divisioni non possano più avere effetto e tutti gli individui possano essere convinti dell'unità del mondo umano.
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