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Vecchio 08-01-2012, 17.53.38   #11
Aggressor
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Riferimento: Il futuro ruolo della Filosofia

La filosofia è anche la critica stessa di ciò che si può dire "vincente" e personalemnte direi che non è vincente questa tecnologia che ci corrompe il corpo con radizioni e ci spazza via con armi e distruzione. Io credo che non bisogna prendersela con i singoli, per dire, i filosofi, in quanto rimangono in dietro, ma bisogna prendersela con le società che non permette ai singoli di andare avanti.

Era un discorso che stavo facendo con un amico l'altro giorno; lui mi diceva: "c'è un sacco di gente ignorante che va a votare e poi ci troviamo dei politici di merd. Allora non dovremmo permettergli di votare, loro sono stupidi" E io rispondevo: "guarda che è la società a renderli stupidi, non è certo qualcosa che hanno ricercato da loro. Forse sarebbe più appropriato dire che dovremmo cambiare la società in modo che non crei stupidità".

Certo, quando siamo comandati da imprenditori e banchieri con il loro strapotere, è difficile cambiare la società. Far capire alle persone che la tecnologia senza l'etica a gestirla non può portare molto di buono e quant'altro, è grazie a loro che la gente oggi pensa che pensare è inutile, che la ragione è inutile e che la verità arriva dalla scienza (mai sentito che una teoria scientifica viene sempre falsificata e mai dimostrata?).

Poi, a mio parere, la filosofia ha un sacco di concetti che ancora devono arrivare alla comprensione delle persone e continua, dunque, nello stare un passo avanti a tutti. Solo adesso gli scienziati stanno iniziando a capire (marginalmente) alcune cose di Kant o Ficht... e ci si stanno pure fomentando...

Io voglio portare un ultimo argomento logico/empirico/storico: quando studiavamo filosofia al liceo vedevamo sempre questi poveri filosofi parlare di cose incredibili per le tecnologie del tempo e per l'etica del tempo e venire bruciati, massacrati, derisi. Allora dicevamo "poveracci, dovevano lasciarli stare, ma vabbé, a quei tempi c'era una certa chiusura e la ragione era spesso sottomessa alla fede o agli imperatori...".
Oggi la maggior parte della gente crede che la filosofia sia inutile e i filosofi vengono derisi, offesi ecc... ma non è che tutte le volte è la stessa storia e che la scienza è schiava del potere e invece la filosofia è pura libertà! (vabbé scusate, ma ci voleva pure di scaricare un po di frustazione, qui la gente non sa nemmeno che vuol dire libero arbitrio, tanto per fare un esemio, ma ne parla sempre, poi mi vengono a dire che quello che studio è una fesseria...).
Aggressor is offline  
Vecchio 09-01-2012, 13.55.40   #12
ulysse
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Riferimento: Il futuro ruolo della Filosofia

Citazione:
Originalmente inviato da paul11
Non sono entrato in questo forum per cantare il "de profundis" della filosofia, se vuoi la mia è una provocazione, ma che purtoppo ha segnali da almeno un secolo ;semmai urge la necessità di una costruzione di un nuovo pensiero che precorra i tempi e non che li rincorra.
Ma sì.... diciamo che la filosofia non è morta ...se mai non è più sulla cresta dell'onda: altri forse sono i punti di attacco del conoscere il micro/macro universo.
L'potetico declino della filosofia nell'immaginario collettivo credo non sia dovuto a mancanza di argomenti, di idee, o di intelligenze o di ipotetiche teorie...è dovuto alla strumentazione di cui la fisica e la tecnica dispongono. L'assalto alla conoscenza, per lo meno alla "res extensa cartesiana"...i cui confini, per'altro sono in continua espansione, non può piu' essere limitata solo alla elucubrazione logica a tavolino o solo ai complessi calcoli dei matematici, pur indispensabili, ma travano la loro massima esplicazione nella ricerca sul campo...nei laboratori, nelle università e nello spazio...con l'utilizzo della strumentazione più raffinata
Citazione:
Se il semplice pensare è filosofia, ci sono 7 milardi di persone ad adesso che si fanno, si sono fatti o si faranno le stesse domande .
Personalmente dò un ruolo molto importante alla filosofia, come autentico faro delle culture, umane o scientifiche che siano.
E' un dato di fatto che la tecnica è superiore alla filosofia e la dimostrazione è che i guru li trovi nelle scienze fisiche e matematiche e storicamente hanno inciso nella filosofia.
Ma il semplice "pensare" non credo sia "filosofia" e 7 miliardi di persone non si pongono di queste domande, ma alla diffusione delle culture e delle conoscenze certo il "pensiero" filosofico ha dato un forte contributo ed impulso.
Ora, ripeto, in ragione esponenzialmente crescente da quasi 2 secoli, c'è una sempre piu straordinaria disponibilità di mezzi tecnici che pervadono sempre piu' anche la ricerca in relazione alla vecchia res cogitans.
E' quindi probabile che sempre più i filosofi tendano ad avvicinarsi ai campi della scienza o viceversa, gli scienziati ai campi della filosofia con una globale sinergia scienza/filosofia.
Resteranno aree della "res cogitans" non accessibili ad alcuna indagine strumentale ove interverranno cosìdetti filosofi puri...ma anch'esse aree destinate a cedere prima o poi alla concretezza..per quanto, oltre la concretezza, lo spazio mi pare infinito.
Citazione:
La tecnica intesa come tecnologia ha immediate ricadute , è la ricerca e sviluppo del mondo e il potere se ne avvale delle applicazioni, in primis a scopi militari: è potente e dà il potere perchè è utile e pragmaticamente finalizzabile.
La tecnica ha sempre dato un forte impulso alle guerre, ma ne ha ricevuto anche di impulsi: le guerre oltre ai demeriti enormi hanno il merito di avere sviluppato le tecnologie poi usate in tempo di pace...ma certo non è il caso di fare una guerra per questo.
In effetti dalla seconda guerra mondiale sono uscite le idee e le prime tecnologie per la conquista spaziale che con le sue ricadute ha trasformato il mondo.
Ne è uscita anche la cultura dell'atomo, che dopo le tragedie iniziali ha dato energia a questo nuovo mondo e forse sarà indispensabile domani se intanto non si trova una sostituzione nelle energie rinnovabili...cosa ancora problematica.
Citazione:
La filosofia nelle sue varie discipline, dalla politica all'epistemologia sta rincorrendo e non ha e non dà modelli innovativi.
Il vincente è chi sa innovare.
Eh si!...ma forse non c'è campo per innovare...comunque o si scava sempre lo stesso buco...sempre piu profondo...ma se la vena è esaurita si affrontano buchi nuovi ...magari in sinergia con altri scavatori.
ulysse is offline  
Vecchio 06-02-2012, 18.00.37   #13
Toni Monti
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Riferimento: Il futuro ruolo della Filosofia

Scusatemi l’intromissione.

Secondo me,nel dialogare di argomenti particolarmente importanti e riuscire ad attrarre l’attenzione di molti,bisogna usare parole semplici e cognizioni proprie.
Io,nel discutere del ruolo della Filosofia,uscirò un poco fuori tema introducendo il ruolo della Scienza.
Io credo che il ruolo della Filosofia,da sempre,è quello di porsi e porre delle domande senza riuscire ad ottenere per forza delle risposte,mentre il ruolo della Scienza,da sempre,è quello di dare per forza delle risposte a delle domande.
Toni Monti is offline  
Vecchio 20-02-2012, 23.03.47   #14
Tempo2011
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Riferimento: Il futuro ruolo della Filosofia

Citazione:
Toni Monti Scusatemi l’intromissione.

Secondo me,nel dialogare di argomenti particolarmente importanti e riuscire ad attrarre l’attenzione di molti,bisogna usare parole semplici e cognizioni proprie.
Io,nel discutere del ruolo della Filosofia,uscirò un poco fuori tema introducendo il ruolo della Scienza.
Io credo che il ruolo della Filosofia,da sempre,è quello di porsi e porre delle domande senza riuscire ad ottenere per forza delle risposte,mentre il ruolo della Scienza,da sempre,è quello di dare per forza delle risposte a delle domande.
Non credo che parlare di scienza in un discorso sul futuro della filosofia si esca dal tema, come non se ne uscirebbe se aggiungessimo la religione.
Di fatto, gli argomenti si farebbero più completi e, a mio modo di vedere, interessanti.
Come sappiamo, il pensiero religioso per accettare i suoi dogmi ha bisogno del concetto di fede; mentre alla scienza necessitano prove, documentali.
In contrapposizione a queste esigenze “primarie”, la filosofia può formulare le sue teorie utilizzando il solo pensiero empirico. Un po’ quello che hanno sempre auspicato: sia Nietzsche sia Schopenhauer. Volendo vagliare in contemporanea gli atteggiamenti religiosi, scientifici e filosofici, apparentemente inconciliabili, notiamo che vi è una costante che li unisce, poiché, se fate attenzione, il filosofo somiglia molto a un religioso disincantato cui non serve la fede, mentre lo scienziato lo possiamo paragonare a un filosofo con una certa dose di pignoleria. La loro univocità risiede nell’approccio empirico, nel voler cercare metodiche che migliorino la nostra vita, tramite la ricerca di risposte tecniche, spirituali ed esistenziali. Per finire, credo che il futuro della filosofia possa terminare solo con l'estinzione umana, poiché la stessa fa parte del nostro DNA. Credo che questo valga anche per la ricerca scientifica; mentre mi immagino dei grossi cambiamenti che riguarderanno le religioni, poiché sono impostate su archetipi non più sostenibili in futuro.
Tempo2011 is offline  
Vecchio 24-02-2012, 21.21.06   #15
Toni Monti
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Riferimento: Il futuro ruolo della Filosofia

Nel continuare con questo argomento,mi sento obbligato a confessare che sono di una cultura elementare:mi azzardo comunque ad andare avanti.
Io,sono ateo ma anche se non lo fossi,non sbaglierei se dicessi che "L'evoluzionismo" (la Scienza) e il "Creazionismo" (il credere in Dio),marciano su strade diverse,mentre la Filosofia,che non è "costretta" a documentare fenomeni ripetibili,può cimentarsi a discutere di credenze divine.
Toni Monti is offline  
Vecchio 25-02-2012, 20.36.56   #16
mioara_elena62
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Riferimento: Il futuro ruolo della Filosofia

Citazione:
Originalmente inviato da VanLag
Estrapolo due pezzetti dalla Lettera Online di Lucia Salvato sulla filosofia e le neuroscienze dal titolo Il futuro ruolo della filosofia. Una lettera con cui si può facilmente essere d’accordo, soprattutto laddove si invoca una maggiore presenza della Ragione, sia nella scienza, ma direi in tutti i momenti delle nostre vite.

………In questo percorso della Scienza, proiettata nel futuro in direzione dello studio della Mente, il ruolo della Filosofia è più che mai di primo piano, sia per le implicazioni etiche relative allo studio e alla manipolazione delle future conoscenze sulla mente umana, sia in quanto guida: la Filosofia cammina avanti rispetto alla Scienza, per gettare luce mediante il lume della Ragione, su ciò che dapprima appare oscuro, misterioso e incomprensibile……

Conoscere sé stessi rappresenta un momento elevato, un atto superiore ma difficoltoso rispetto alla conoscenza del mondo esterno. Ma al punto in cui è arrivata la Scienza, l’unica importante sfida è quella di conoscere, capire il cervello e i processi ad esso correlati, quali coscienza, mente, emozioni,ecc.. Per leggere tutta la lettera.

Leggendo la lettera mi è venuto spontaneo fare un accostamento con alcune parole di U.G. Krishnamurti, (pensatore e filosofo, di cui si è molto parlato anche in forum).
Ci ho pensato sia perché, per la prima volta, una persona, sana, normale, naturale, (da molti ritenuto un illuminato), ha rotto tutti i ponti con la tradizione religiosa, restituendo questo tipo di esperienze e di conoscenze all’uomo. Sia perché quanto dice è legato alla conoscenza del suo/nostro modo di funzionare. Sia perché da qualche parte, U.G. ha sostenuto che le religioni hanno fallito il loro ruolo di guida dell’umanità ed ora tocca alla scienza parlare.
Parlando del suo stato, che egli chiama “stato naturale” dice:

Questo è uno stato di non conoscenza: realmente non conosci quello che stai osservando. Posso guardare l’orologio appeso al muro per mezz’ora – eppure non leggo il tempo. Non mi rendo conto che si tratta di un orologio. Dentro di me c’è stupore: “Che cos’è questa cosa che sto guardando?” Non che la domanda così come l’ho formulata adesso si presenti in parole. Piuttosto l’intero mio essere è come un grande punto interrogativo. E’ uno stato di stupore, di meraviglia, perché non conosco quello che osservo. La conoscenza – tutto quello che ho appreso – è mantenuta nel retroscena a meno che non sia necessaria. E’ in uno stato “disinnestato”. Se mi chiedete l’ora, io vi risponderò: “Sono le tre e un quarto” o altro. La risposta viene improvvisamente come una freccia per poi ritornare subito dopo nello stato di non conoscenza, di meraviglia.

Non potete immaginare la tremenda pace che è sempre qui, dentro di voi, che costituisce il vostro stato naturale. Il vostro sforzarvi nel creare uno stato mentale quieto crea in effetti un elemento di disturbo in voi. Potete soltanto parlare di pace, creare uno stato mentale e dire a voi stessi che vi trovate in una condizione molto tranquilla – ma questa non è pace; è violenza. Perciò non è di nessuna utilità creare la pace o il silenzio. Il vero silenzio è esplosivo; non è quello stato di morte mentale che i ricercatori spirituali immaginano. “Oh sono in pace con me stesso! Ho avuto l’esperienza del silenzio”. Queste parole non hanno nessun senso. La pace è vulcanica nella sua natura: ribolle in continuazione – è energia, è vita: questa è la sua qualità. Potreste chiedermi come faccio a saperlo. Io non so. La vita è consapevole di se stessa, per così dire- - E’ cosciente di se stessa.

Quando parlo di “sensazioni” non intendo la stessa cosa che voi definite in questo modo. Nel mio caso, la sensazione costituisce una risposta fisica, un “tonfo” nel timo. Il timo, una delle ghiandole endocrine, è localizzato al centro del petto. I medici dicono che è attivo nell’infanzia fino all’età della pubertà, dopodiché si assopisce. Quando si perviene allo stato naturale, questa ghiandola viene riattivata. Le sensazioni vengono percepite a quel livello; non sono più “buone” o “cattive”, ma nient’altro che un tonfo. Se c’è un movimento fuori di voi – il pendolo di un orologio che batte, o un uccello che vola davanti al campo della vostra visione – anche quel movimento è percepito nel timo. L’intero vostro essere è quel movimento o vibra con quel suono; non esiste separazione.

Nello stato naturale non c’è nessuna entità coordinatrice dei messaggi percepiti dai sensi. Ogni senso funziona indipendentemente a suo proprio modo. Quando dall’esterno insorge la necessità di coordinare uno o due sensi, anche allora non interviene nessun coordinatore, ma c’è solo uno stato temporaneo di coordinazione. Non c’è continuità; quando il processo è avvenuto, nuovamente i sensi riprendono la loro funzione in modo non-coordinato, disconnesso. E’ sempre così. Una volta che la continuità e stata spazzata via la sua illusorietà è finita per sempre.
(Stralciato da L’inganno dell’illuminazione edizioni Alaya) -

Probabilmente è a gente come lui che bisognerebbe chiedere quell’aiuto di cui, in effetti, si sente tanto la necessità. Di mio aggiungo che, avendolo conosciuto, posso assicurare che ha tutta la credibilità per dire quello che dice e devo dire che come persona, “funziona”, (per usare i suoi termini), anche piuttosto bene nella vita di tutti i giorni, anche se ci si accorge facilmente che ha un qualche cosa di diverso dal comune uomo della strada, non fosse altro che quell’ombra di stupore, di cui egli stesso parla, e che si coglie quando il nostro sguardo incontra il suo.

Da ultimo vorrei spezzare una lancia in favore della filosofia che secondo me, non è che non voglia dare il suo contributo alla scienza, perché vuole mantenere qualche tipo di predominio. Quello che capisco io è che la filosofia è in empasse, perché la ragione è costretta a lavorare sui valori dettati dalla fede e non può muoversi in altre direzioni.
Forse non è qui la sede per dirlo, ma, nei sistemi complessi, applicare una forza ad un valore fittizio equivale a fare andare il sistema in “crash”.

P.S. Se qualcuno volesse approfondire l’esperienza di U.G. consiglio il testo originale inglese, (ovviamente per chi conosce l’inglese), che si puo leggere clikkando qui in quanto il testo che ho citato è uno stralcio dell’originale che è un libro molto più grosso.
Ciao! Filosofia è corrente di pensiero. Il pensiero è un prodotto mentale...come facciamo cambiare la mente con la mente? C'è da osservarsi...Anche KRISHNAMURTI diceva "non credete ciò che vi dico, ma indagate!" Questa è l'unica via. La vera maestra è la vita, l'esperienze ci possono far pensar...cosa vivo, cosa sento, cosa penso, cosa voglio? Si deve manttenere un rapporto con sè stessi. Io, ad un certo punto mi sono chiesta cosa posso desiderare per me? quall'è il mio bene(e sono una che ha sempre creduto nel bene)? Sono libera, ma di far cosa? Queste domande sono state come un direzionamento...è come entrare nella "tanna del coniglio"(dal dvd "ma che blip sappiamo veramente")...sta a ciascuno di noi "scegliere" di sporfondare...Quella tremenda pace, lo stato di ESSERE, chi lo vive non ha nessun merito...il momento arriva semplicemente...è come un fulmine a ciel sereno...per questo non può essere creato...e quel sperimentare ha delle conseguenze in automatico sulla mente....piano, piano ti rendi conto che tutto vedi diverso...Non credo che sia utile concentrarsi su quel momento, perchè lo stesso desiderio lo blocca. Ho letto il libro di Krishnamurti "liberarsi dai condizionamenti"....cosa dire, ognuno ha un bel da fare con il proprio ego...ognuno di noi ha bisogno d'amore, ma siamo capaci a fare delle scelte d'amore(incondizionate)?...ci facciamo la domanda cosa sia l'amore?,se si, come in quel libro, credo anch'io che sia più facile riconoscere ciò che AMORE NON è...e desiderare ad Amare, invece di cercare l'Amore, dire di SI alla VITA...
mioara_elena62 is offline  
Vecchio 27-02-2012, 19.33.44   #17
paul11
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Data registrazione: 17-12-2011
Messaggi: 899
Riferimento: Il futuro ruolo della Filosofia

Ho riletto i post della discussione e forse si dimentica il punto essenziale per cui la filosofia occidentale è nata. Esisteva il mito, anzi i miti, che servivano a togliere la paura e il terrore del dolore e della morte e il timore di tutte le manifestazioni della natura che non avendo spiegazioni dovevano essere assoggettate a qualcosa, a qualcun, dando una prospettiva con i suoi rimedi. L’invenzione degli dei( l’antropofomorfismo della potenza ) e dei riti propiziatori nasce da questa necessità, ma ha costretto l’umanità in un “anestetico” mondo in cui c’era un’ insoddisfazione: la ragione , l’attributo più potente dell’uomo non aveva una spiegazione di senso, era mortificata.
La scuola di Mileto, nella regione ionica della Grecia, con i presocratici si pone una domanda fondamentale: cercare la verità, quel qualcosa che non può essere smentito, incontrovertibile.
La volontà di cercare la verità è la filo-sofia . Ma anche qui forse abbiamo dimenticato la potenza delle parole che emersero allora. La filosofia inizia con l’archè , l’origine di tutte le cose. Talete lo pone nell’acqua, Anassimandro lo pone nell’aperion , il non determinato che quando si determina si manifesta al mondo.
Il cercare le origini delle cose adottando la ragione e il metodo argomentativo apre un nuovo orizzonte culturale: la base su cui poggia l’intera cultura occidentale e con la globalizzazione direi l’intero pianeta. La rivoluzione culturale che avviene fra il sesto e quinto secolo avanti Cristo, forse lo abbiamo dimenticato, lo diamo per scontato il ragionamento e i miti. E infatti ci cadiamo continuamente.
Nei primi anni del Novecento ( non vorrete mica che faccia la storia della filosofia ?) impera il positivismo di fatto come teoria che costituisce il nerbo su cui la scienza proietta la tecnologia e l’organizzazione sociale industrializzata, in cui l’uomo diventa atomo, soffocato nella moltitudine.
Le arti di quel periodo rifiutano il modello standardizzato industriale e l’organizzazione sociale, alcune parti della filosofia cercano nuove metodologie del sapere; Frege apre la strada della logica moderna , seguirà B.Russell poi Wittgenstein e Godel e così via.. Nietzsche mette in discussione i paradigmi degli antichi greci aprendo la strada all’esistenzialismo di Heidegger che attaccherà “ la metafisica oggettiva” per considerare l’uomo “ come progetto gettato nel mondo” e questo porta l’essere a pensarsi storicamente e non più come una verità. L’ermeneutica procederà nel vedersi non come occhi che osservano il mondo , ma soggetti che pensano e comunicano.
Le nuove vie della filosofia sono accomunate dal tentativo di mettere il discussione le basi del pensiero antico ,colpevole di aver costruito un mondo in cui , ripeto , l’uomo “ è asservito” ad un sistema. E infatti accadrà, purtroppo , che alcuni pensatori finiranno nelle file del fascismo e del nazismo, vedendole come novità in termini di “ rottura del passato”. Ne usciranno quasi subito,
ma qualcosa si era “ spezzato” nel loro pensiero.
Stessa cosa potremmo dire degli scienziati, ricordiamoci di Einstein che scrive al presidente statunitense per l’attuazione della bomba atomica. Poi se ne pentirà.

Rimane l’uomo allora , fra la teoria e la pratica, nulla e nessuno sono neutrali, né la scienza, né la religione e le fedi, e nemmeno il pensiero: tutto ha concorso a ciò che è l’oggi che si proietta nel domani.
Il futuro della filosofia? E’ un momento buio; non mi convincono i post modernisti, non mi convincono del tutto le elucubrazioni delle “ stringhe”, delle ennesime dimensioni , delle nuove spiritualità.che assomigliano ai miti antichi contemplativi, agli aforismi spirituali, alle osservazioni del cervello e della mente. Certo , li leggo per trarre spunti e riflettere, per cercare una possibilità di “illuminazione del futuro”. Ma vedo un ragionare dei particolari , una induzione che non porta a nessun universale, quando invece la filosofia era deduzione: dagli universali al particolare.
Sappiamo di più di tanti particolari che le scienze ci propongono, persino ci confondono.Manca un disegno, un progetto, una prospettiva d’insieme. Quella potenza che fu nell’antichità, che aprì nuovi orizzonti: e ora? Sappiamo di più, certo, ma senza costrutto.
Continuo a vedere un uomo “perso” che urla come nel quadro di Munch.
paul11 is offline  

 



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